Ing. Cosimo RIZZO

Molte delle richieste dei lettori riguardano informazioni sulle procedure di costituzione delle comunità energetiche e sulla compatibilità della misura con altre agevolazioni. Di seguito alcune indicazioni, con l’invito di continuare a contattarci per maggiori dettagli sull’argomento.

L’iniziativa per dare vita ad una comunità energetica rinnovabile può partire da qualsiasi soggetto, sia pubblico che privato, deve prevedere la presenza di almeno due membri/soci facenti parte della configurazione in qualità di clienti finali e/o produttori, e di almeno due punti di connessione distinti a cui siano collegati rispettivamente un’utenza di consumo e un impianto di produzione/UP. Il primo passo è quello di dotare la CER di una propria autonomia giuridica attraverso una qualsiasi forma che ne garantisca la conformità con i principali obiettivi costitutivi tenendo presente, in questa fase, che lo scopo della comunità non può essere il profitto finanziario. Tra le personalità giuridiche che possono dar vita ad una CER sicuramente le associazioni non riconosciute sono quelle più indicate. Questo tipo di associazioni possono infatti essere costituite con un semplice contratto registrato fiscalmente con costi di gestione contenuti e semplici adempimenti. Ovviamente, dal momento che l’associazione non ha scopo di profitto, è possibile anche optare per un ente del terzo settore, cooperativa, cooperativa benefit, consorzio, organizzazione senza scopo di lucro etc.

Una volta creato il soggetto giuridico dovrà essere approvato uno statuto che ne riporta le regole di accesso e di adesione alla comunità con indicazione sulla distribuzione dei proventi. Questo dovrà consentire in modo non discriminatorio la possibilità di affiliarsi alla CER a tutti i soggetti interessati, o che ne facciano richiesta, in possesso dei requisiti di produttore, consumatore o prosumer. Le comunità energetiche sono caratterizzate dalla struttura aperta e pertanto non possono porre come barriera d’ingresso impegni di finanziamento o gravosi costi di iscrizione.

La tariffa incentivante è cumulabile con il contributo PNRR o altri contributi in conto capitale, nella misura massima del 40%, a fronte di una decurtazione della tariffa incentivante del 50%. È possibile ottenere la tariffa incentivante anche nel caso di accesso alle detrazioni fiscali al 50% per ristrutturazioni edilizie. Tali impianti però non possono accedere ad altri contributi in conto capitale, compreso quello previsto dal PNRR.

Torneremo in distribuzione

sabato 13 luglio 2024

4 LUGLIO 2024 – ORE 20,30 - PIAZZA DON TONINO BELLO - TRICASE

PREMIATO PIERGIORGIO GIACOVAZZO

Quest’anno ritorniamo in Piazza don Tonino Bello in una location ricca di fascino.

La possente eleganza del Palazzo mirabile nel loggiato che si affaccia sulla Piazza si unisce alla elegante facciata della Chiesa Madre; ai piedi, all’incrocio tra l’edificio dell’Istituzione civile e di quello dell’Istituzione religiosa, la statua di don Tonino Bello, vescovo in odore di santità e che a Tricase visse anni importanti della sua missione prima di diventare il Vescovo tanto ammirato da Papa Francesco.

Alle spalle, un bel palazzotto con a piano terra il locale Mater, gestito da intraprendenti  imprenditori, amanti del buon gusto ed impegnati nel rendere gradevole la sosta.

E’ in questo contesto che trascorreremo una bella serata; oltre ad ascoltare e conoscere Piergiorgio Giacovazzo e sentire le sue esperienze in prima persona nella Ucraina subito dopo lo scoppio della guerra, ci intratterremo sul mondo dell’informazione specie radiotelevisiva, sule cronache nazionali e sul panorama internazionale.

Non ci lasceremo sfuggire alcune curiosità sul mondo delle bici e dei motori (sua grande passione).

Durante la serata potremo  gustare le delizie di Mater oppure bere qualcosa. La consumazione è libera ma è un modo per contribuire alle spese della Manifestazione.

Come sempre, dopo la consegna del Trofeo offerto da Agostino Branca, a chiusura della serata, la Pasticceria La Golosa offrirà una torta con l’effigie del Premiato.

La conversazione con Giacovazzo sarà curata dal giornalista Tonio Tondo, una figura molto conosciuta a Tricase per il suo impegno politico oltreché giornalistico presso La Gazzetta del Mezzogiorno.

Infine: vi saranno alcune sorprese ma, siccome sono sorprese, non vogliamo assolutamente anticiparle.

Rinnoviamo infine l’invito ad inviare le Vostre domande in redazione; dopo la loro selezione verranno rivolte, attraverso il nostro Direttore, al Premiato.

La manifestazione ha il patrocinio della Città di Tricase e della Provincia di Lecce

CHI E’ IL PREMIATO

PIERGIORGIO GIACOVAZZO - Nato a Roma il 3 gennaio 1970, è entrato in RAI nel 1997 e nella Redazione del TG2 ha ricoperto il ruolo di telegiornalista nelle edizioni più centrali.

Di particolare importanza i suoi recenti servizi dall’Ucraina; dopo lo scoppio della guerra con la Russia, Giacovazzo è rimasto l’ultimo giornalista RAI sul fronte di guerra, benchè la RAI gli consigliasse di fare ritorno a Roma per evitare rischi.

La sua scelta, indubbiamente coraggiosa, è stata premiata dallo studio curato dal sito specializzato in comunicazione Spot and Web: Giacovazzo è risultato il telegiornalista più amato dagli italiani come indicato dal 18% delle preferenze ottenute su un campione di 560 italiani tra i 18 e i 65 anni.

Giacovazzo è redattore e spesso conduttore della rubrica settimanale “TG2 Motori” ma è un appassionato anche di biciclette e soprattutto di mountain bike.

E’ stato anche capo dell’Ufficio Stampa del campione die motociclismo Max Biagi.

Poco dopo l’invito da noi rivoltogli a venire a Tricase per ritirare il Premio è stato protagonista, mentre conduceva l’edizione del TG2, di un famoso “fuori onda” sulla figlia di Fiorello; un “incidente” che ha accresciuto la sua popolarità ed ha consentito al Nostro di esprimere “pubblicamente” quanto moltissimi spettatori pensavano.

di Pino GRECO

Tricase- Paziente in fuga dall'ospedale, la Polizia Locale lo rintraccia in stazione e lo salva: «Volevo tornare a casa in treno»

E’ accaduto questa mattina in viale stazione. Allertati  dalla direzione sanitaria dell’ospedale Cardinale Giovanni Panico di Tricase, nonché dalla locale Stazione dei Carabinieri,  una pattuglia della Polizia Locale di Tricase si metteva alla ricerca di un degente, versante in una delicatissima situazione clinica ed indebitamente allontanatosi dal nosocomio tricasino. Dopo aver perlustrato attentamente l’intera Città, la persona veniva rintracciata dagli agenti della Polizia Locale presso la stazione ferroviaria del Sud-Est, in evidente stato confusionale e con addosso ancora visibili presidi medici.  Attraverso un approccio dialogante ed attento all’aspetto umano, gli operatori intervenuti   riuscivano a convincere l’ammalato della necessità di far rientro presso il luogo di cura al fine di sottoporsi alle necessarie terapie. Lo stesso si dimostrava particolarmente provato per la privazione dell’affetto dei propri familiari  dichiarando di “voler tornare a casa in treno”. Immediatamente è stato chiamato il servizio 118 - il quale tempestivamente interveniva- e, contestualmente, provvedeva a darne informazione ai familiari. I familiari sopraggiunti sul posto quasi contemporaneamente ai sanitari 118 ed, alla loro vista, l’uomo si dimostrava  rassicurato, acconsentendo al rientro in ospedale. “ Un sincero plauso agli uomini della Polizia Locale di Tricase per la professionalità e la delicatezza avuta nella gestione di una situazione non  facile”, dichiara il sig. Giuseppe presente alla vicenda

 

L’arrivo della Dandini

di Alessandro Distante

Correva l’anno 2011, mese di maggio. Decidemmo di tenere la Terza Edizione del Premio il 1°, Festa dei Lavoratori, di pomeriggio. Location: Sala del Cinema Moderno. Protagonista e Premiata: Serena Dandini.

La Dandini, che notoriamente trascorre il suo tempo libero a Marittima di Diso dove ha comprato casa, la andammo a prendere all’aeroporto di Brindisi. Per accoglierla “alla grande”, decidemmo (io e mia moglie) di comprare ed offrirle un fascio di fiori: erano margheritone gialle.

Pronti nella Sala degli arrivi, attendemmo di vedere materializzarsi ai nostri occhi la mitica Dandini. Malgrado che i passeggeri del volo proveniente da Roma fossero tutti sfilati davanti a noi e malgrado che noi fossimo fermi lì pronti per l’accoglienza con il mazzo di fiori in bella mostra, della Dandini neanche l’ombra.

Almeno così ci parve. Proprio in quel momento squillò il mio cellulare.

“Proprio ora!” mi venne da dire guardando Chiara.

Comunque risposi e, dall’altro capo del telefono, venni investito: “Beh, io sono qui, all’uscita, Non è venuto nessuno a prendermi?”

L’accento romanesco non aveva bisogno di presentazione: era Serena Dandini che, evidentemente, ci era passata davanti senza che noi la avessimo riconosciuta.

Ci precipitammo all’uscita e la vedemmo. Aveva un paio di occhiali da sole che le coprivano quasi per intero il volto e poi … non era così alta ed imponente come io me la ero immaginata!

Fu cordialissima: cominciò a scherzare sull’accoglienza poco usuale; replicai, con non poca sfacciataggine, che non eravamo giunti in tempo per via …. dell’acquisto del mazzo di fiori. Finì in una risata e ci mettemmo in auto per raggiungere Marittima.

Da raccontare è poi il viaggio di ritorno da Marittima a Brindisi.

Mentre viaggiavamo giunse la notizia della uccisione di Osama Bin Laden. Subito i commenti e le più varie teorie sulla uccisione o non uccisione di Bin Laden. Mentre la radio continuava ad aggiornarci sull’evento che vedeva protagonista il terrorista più ricercato del mondo, la Dandini ci tenne a farmi vedere, in anteprima, la copertina del suo primo libro (“Dai diamanti non nasce niente. Storie di vita e di giardini”). Era una copertina molto particolare; glielo dissi, sottolineandone la originalità. Apprezzò il mio giudizio.

Non potevo immaginare che quel primo libro sarebbe diventato un best seller e che, dopo quel libro di esordio, la Dandini sarebbe diventata una delle scrittrici più lette in Italia.

Posso dire che le portammo fortuna?

Per legittimare questo merito, devo raccontare un altro episodio di quel Premio: durante l’intervista al Cinema Moderno (gremitissimo), il conduttore/padrone della serata, Giuseppe Giacovazzo, la presentò come un’affermata scrittrice. La Dandini tenne dubito a precisare che lei non aveva ancora presentato il suo primo libro, per cui si schernì: “Io affermata scrittrice?”

Non voglio attribuire a Giacovazzo poteri divinatori e capacità di leggere il futuro, ma, certo, quella che lì per lì sembrò una imprecisione si rivelò solo un’anticipazione di quello che poi sarebbe accaduto: Serena Dandini, all’indomani della sua venuta a Tricase per ritirare il Premio Il Volantino, divenne una apprezzata scrittrice. Beh, possiamo dirlo: il Volantino porta proprio fortuna!

P.S. – La Dandini, dopo il primo libro, ha pubblicato: “Grazie per quella volta. Confessioni di una donna difettosa”, Rizzoli, 2012; “Ferite a morte”, Rizzoli, 2013; “Il futuro di una volta”, Rizzoli, 2015; “Avremo sempre Parigi. Passeggiate sentimentali in disordine alfabetico”, Rizzoli, 2016; “Il catalogo delle donne valorose”, Rizzoli, 2018; “La vasca del Furher”, Einaudi 2020; “Cronache dal Paradiso”, Einaudi 2022; “La vendetta delle muse”, Harper Collins Italia, 2023.

 

 

di Vincenzo ERRICO

Negli ultimi tempi, navigando tra social e piazze virtuali, ci si imbatte facilmente in post, spesso autocelebrativi, che ci raccontano dei lavori di restyling su piazze e strade urbane; ed altri di ex amministratori pronti a rivendicare la paternità di tali opere, o della loro capacità di ricerca e della loro bravura nell’ottenerne i finanziamenti, con il risultato di farci assistere ad un botta e risposta noioso e puerile. Piuttosto, chiediamoci: tali lavori come possono migliorare la vita dei cittadini?.

Ed è questo che a noi di TRICASE INSIEME sta più a cuore! Per questo, evitiamo di farci coinvolgere in queste diatribe da bar e proseguiamo nel cercare il modo per dare vita alle nostre idee progettuali, che - come già anticipato su queste pagine e sui nostri profili social - potrebbero ridisegnare il volto di Tricase.

Una delle possibili novità, riguarda quella che, fino al 1992, era una delle frazioni di Tricase, divenuta ormai parte integrante della nostra cittadina: TUTINO.

Siamo partiti dalla lettura di un libro scritto dal nostro concittadino Roberto Baglivo e ci si è aperto un mondo!

Il borgo di Tutino, il cui nucleo è sicuramente databile in età preromana, è il primo agglomerato urbano che ha dato origine alla Tricase che oggi viviamo. È ricco di storia e arte, dal Castello alla Chiesa, ai vicoli che lo attraversano.

Così abbiamo iniziato a far frullare le meningi e, confrontandoci con i cittadini, in special modo gli anziani, ivi residenti, abbiamo maturato l’idea che Tutino potrebbe diventare un parco museo archeologico a cielo aperto.

E, siccome a noi piace trovare il modo di realizzare le nostre idee, abbiamo consultato alcuni tecnici della sovraintendenza, nonché alcuni docenti dell’Università del Salento, archeologi locali e studiosi di storia Tricasina, ricevendo il plauso per l’idea e la massima disponibilità attraverso fattivi contributi ed espliciti impegni ad intercettare finanziamenti per trasformarla in realtà.

Durante le nostre consultazioni, abbiamo puntato la lente su importanti siti, come la via delle Zzicche, via della Cucumia, la Culonna, le tombe romane in zona Madonna della Pietà e le tracce di una torre normanna nell’atrio del castello, identificandoli come possibile meta di turismo culturale. Il tutto grazie anche all’utilizzo della tecnologia: oltre a rendere fruibili, nel rispetto della proprietà privata, i siti elencati, riunendo in un luogo i tanti reperti disponibili, con l’aiuto di strumenti informatici, si potranno realizzare spazi virtuali dedicati che permetteranno visite guidate e ricostruzioni, che faranno rivivere la storia di Tutino al tempo del suo splendore.

Che dire? C’è chi immagina la rigenerazione urbana ed il recupero sociale mattonando le piazze o stendendo manti di asfalto e chi come noi di TRICASE INSIEME studia e valorizza un patrimonio di inestimabile valore storico-culturale per farlo anche diventare occasione di rendita economica e di riscatto sociale di una comunità spesso lasciata ai margini.

di Alfredo DE GIUSEPPE

A mente fredda rifletto sul voto popolare per le Europee 2024. Prendo in esame una sola cittadina, mediamente mediterranea, dove in definitiva si potrebbe vivere bene, dove ci sono ancora servizi come ospedale, scuole superiori, attività commerciali, imprese storiche e di nuova generazione, alberghi e case-vacanze, mare e terra, con una scarsa presenza delinquenziale, dove la bellezza dei luoghi si scontra solo con l’inciviltà di molti. Questa cittadina la chiameremo Tricase, così tanto per darle una certa importanza, per dire che è anche più di una cosa singola. Insomma Tricase, nel suo piccolo, ha le carte in regola per essere un modello da studiare.

E proprio dallo studio e dall’approfondimento vorrei partire.  Non mi dilungherò però sul semi-analfabetismo storico che sta colpendo tutta l’Europa: mi concentrerò su una sola questione. In questa cittadina quasi meravigliosa, condotta da una Giunta dal multicolore cangiante che non parla e non invita neanche ad andare a votare, succede che per le elezioni europee 2024 si rechino alle urne 5.494 cittadini su un totale di 15.435, poco più del 35% degli aventi diritto. È in effetti un campione abbastanza preciso degli elettori italiani, escludendo le città dove si votava per i Consigli Comunali.

Circa l’otto per cento dei votanti  sceglie la Lega di Salvini. In questa città-campione ci sono 417 leghisti del Sud che amano la Lega Nord. Sono gli odiatori del Sud in quanto tale oppure sono quelli che amano l’Autonomia Differenziata che equivale ad una secessione mascherata? Sanno che questa sciagurata riforma potrebbe portare le regioni del Sud ad un perenne stallo, basato sulla situazione attuale? Sanno questi elettori che la Lega , pervicacemente, da oltre trent’anni fa un’ opera di disinformazione riguardo l’Europa? Che in tutte le sue manifestazioni dichiara una lotta aperta per più Italia e meno Europa? Non so rispondere a queste domande e quindi mi piacerebbe capirlo: vorrei in una pubblica assemblea ascoltare qualche cittadino di Tricase che dica le sue ragioni, magari qualche politico di professione, qualche raccoglitore storico di preferenze, qualche ideologo pensatore del nulla, vicino all’intellighenzia salviniana (o bossiana, andando un po’indietro). Questa mio desiderio di confronto, non propriamente partitico ma quasi antropologico, riguarda la scelta della Lista di Salvini e Calderoli in quanto tale, in quanto portatrice di un’ideologia confusa sull’Italia da costruire. Poi al suo interno ci sono le singole preferenze.

Sempre nella stessa ridente luogo, che si è autodefinita “città del sollievo”, il buon Roberto Gen. Vannacci ha ricevuto 81 voti. Chi ha votato Lega può essere un disinformato totale, un seriale analfabeta della politica, ma chi ha scelto Vannacci è altro ancora. Questi 81 li vorrei proprio conoscere. E se non proprio direttamente, almeno attraverso una loro pubblica dichiarazione. Non un pensiero di 7 parole, scritto in stampatello e a colori sui social, ma un ragionamento più largo, più profondo. Mi sarebbe utile per capire davvero che società ci aspetta, che mondo stiamo costruendo. Con loro mi piacerebbe forse, al di là del pubblico dibattito, stare insieme un paio di sere, magari guardarli in faccia e capire se sono davvero tutti razzisti, nostalgici delle X Mas, se sono affascinati dalla divisa che potrebbe tornare a difenderci dai cattivi o se più prosaicamente l’hanno visto due volte in TV e hanno espresso un voto di simpatia. Potrei avere il dubbio.  Oppure sono davvero i futuri prosecutori del fascismo, non quelli che l’hanno vissuto, ma quelli che ne hanno sentito parlare nelle sezioni del MSI negli anni settanta del novecento? Non sarà facile capire del tutto, perché questi uomini in genere non palesano apertamente le loro idee. Sono lì in silenzio, parteggiano per l’uomo forte, poi un giorno si raduneranno e infine vorranno conquistare il mondo.

Lo studio antropologico e sociologico diventa allora materia d’attualità. Da una parte una società che, pur tra mille ostacoli e divieti, si mescola, si intreccia e considera l’Europa un traguardo da raggiungere e chi invece ragiona con la testa all’indietro. Felice di pensare un’Italietta tutta casa e chiesa, con il vescovo alle inaugurazioni e il politico che affigge il manifesto con la concessione dei soldi necessari per asfaltare la strada sotto casa. Chi ha votato Vannacci (non ne conosco neanche uno) non è un’analfabeta, è un indottrinato alla guerra, un amante della “normalità italiana” che per quanto sempre sbandierata non è mai esistita. Neanche ai tempi d’oro, quelli esaltanti del boom economico, quando la polvere si nascondeva sotto il tappeto, gli abusi erano sottaciuti e l’ambiente era un problema inesistente. Agli 81 vannacciani tricasini, anche loro cittadini europei, radunati intorno a un tavolo, direi: guardate avanti, c’è ancora un mondo di eguaglianza, giustizia e libertà da costruire.

Molto bene il Pd. Bene Fratelli d'Italia. Benino il Movimento 5 Stelle

di Pino GRECO

Tricase, 8 e 9 Giugno 2024 - È in controtendenza rispetto al risultato nazionale l'esito del voto a Tricase dove il primo partito è il Pd.

Il Partito Democratico ha raggiunto in Città 1600 preferenze pari al 30,44%, contro il 29,54% di Fratelli d'Italia pari a 1.553 voti. Il distacco è di solo 47 voti.

Al terzo posto il Movimento 5 Stelle  con 639 voti pari 12,16%.

Il candidato piu’ votato a Tricase e’ Antonio Decaro, del Partito Democratico.

Il Sindaco di Bari, supera tutti con 1.024 voti, mentre  la premier Giorgia Meloni  si ferma al secondo posto con  835 preferenze

Questi i numeri

Sezioni: 21/21  - Elettori: 15.435 - Votanti: 5.494 (35,59%)

Schede nulle: 155 - Schede bianche: 82 - Schede contestate: 0

PARTITO DEMOCRATICO 1.600 30,44%

DECARO ANTONIO      1.024

ANNUNZIATA LUCIA   394

PICIERNO GIUSEPPINA DETTA PINA    298

TRAMACERE GEORGIA         220

TOPO RAFFAELE DETTO LELLO   121

RUOTOLO ALESSANDRO DETTO SANDRO     84

MOHAMMAD ALIZADEH SHADY DETTA SHADY  31

CRISTALLO JASMINE LUCIA 11

SPADA GIAMMARIO    10

CAMPANILE NICOLA DETTO PER 2

FORTE FRANCESCO SAVERIO DETTO FRANCESCO  1

TODISCO FRANCESCO    1

SCHIAVONE MASSIMO    1

FRATELLI D'ITALIA   1.553    29,54%

MELONI GIORGIA DETTA GIORGIA    835

NESCI DENIS DOMENICO    207

GEMMA CHIARA MARIA      142

VENTOLA FRANCESCO        139

PICARO MICHELE        67

SGARBI VITTORIO       57

BENEDETTO NICOLA 21

D'AMBROSIO NICOLA DETTO DAMBROSIO   10

DOCIMO RAFFAELLA  8

CERRETO MARCO       7

AMATRUDA ERSILIA   3

MARRAZZI ELENA       3

DE FRANCESCO LUCIANA  2

GAMBINO ALBERICO  2

AMBROSIO ANTONIO 1

GRECO GIOVANNA     1

MOVIMENTO 5 STELLE  639  12,16%

TRIDICO PASQUALE    101

PALMISANO VALENTINA  78

FURORE MARIO 44

SILVESTRI GAIA 16

CORNELI VALENTINA 7

DELLA VALLE DANILO  6

STELLA FABIO   6

COPPOLA ANNUNZIATA   6

LABARILE MARIA ANNA  5

SIBILIO MAURIZIO      4

RUGGIERO FRANCESCA ANNA  4

DI PALMA RICCARDO 4

SARNO MAURA  3

GAUDIANO FELICIA    3

DE VITA LAURA 2

BELCASTRO GIUSEPPE NUNZIATO  1

INCAMPO VINCENZO  1

LEGA SALVINI PREMIER  417     7,93%

MARTI ROBERTO     172

RUSSO ANGELA 107

PATRICIELLO ALDO    99

VANNACCI ROBERTO  81

MANCUSO FILIPPO     32

LOIZZO SIMONA 4

GRANT VALENTINO DETTO VALENTINO  2

GRANDE MARICA       2

MINUTO ANNA CARMELA   2

CUCCHIARELLA LAURA       1

MAGLIANO FRANCESCA IN VITTI  1

SANTORO DANTE        1

ALLEANZA VERDI E SINISTRA  379    7,21%

MARASCHIO ANNA GRAZIA 156

LUCANO DOMENICO DETTO MIMMO   71

D'AMATO ROSA  21

BORRELLI FRANCESCO EMILIO   16

FATAYER SOUZAN DETTA SUSAN 13

PERSICO GIULIA 5

FUNARO MARIA PIA   2

IMPERATORE FRANCESCA  2

SPINELLI VALERIA      2

ULGIATI SERGIO 2

CANNEROZZI FEDELE 1

CUCCURESE NATALE  1

MARIANO ALESSANDRA 1

FORZA ITALIA - NOI MODERATI - PPE   249    4,74%

TAJANI ANTONIO        91

DE MOLA LAURA         34

DELL'ERBA PAOLO SOCCORSO     19

MARTUSCIELLO FULVIO DETTO FULVIO  10

MUSSOLINI ALESSANDRA   9

ADINOLFI ISABELLA  5

VUOLO LUCIA DETTA VOLO DETTA VULO     2

VERNOLA MARCELLO 2

ROSA RICCARDO         1

SACCHI ALESSANDRO 1

STATI UNITI D'EUROPA      150  2,85%

RENZI MATTEO 76

BELLANOVA TERESA  38

STOMEO ELEONORA DETTA CLAUDIA 22

STELLATO MASSIMILIANO  18

MARAIO VINCENZO DETTO ENZO         3

LONARDO MASTELLA ALESSANDRINA DETTA SANDRA MASTELLA   3

ZAMBRANO MANUELA        2

MIRAGLIA CATERINA 2

CAPUTO NICOLA         1

PASCULLI DE ANGELIS ADRIANO DETTO PASCULLI          1

RUBINO ANTONIO      1

AZIONE - SIAMO EUROPEI 115  2,19%

POTI' VALERIO   31

CALENDA CARLO        30

PITTELLA MAURIZIO MARCELLO CLAUDIO  19

CRACA CARMELA DETTA CARMEN       15

BONETTI ELENA          7

IACOVELLI DANILA     7

D'AMELIO LIBERA DETTA LIA      1

GALANTINO DARIO    1

POSTORIVO STEFANIA         1

PACE TERRA DIGNITA' 93     1,77%

SANTORO MICHELE    33

MARCHETTI LAURA   6

SABENE BENEDETTA 5

MICUNCO VITO  4

LA VALLE RANIERO LUIGI   3

GATTI MORA TIARE    3

SCARPULLA ROSARIA DETTA SARA  3

CAPACCIO RITA  2

CIRUZZI DOMENICO   2

PEDICINI PIERNICOLA         2

ARLACCHI GIUSEPPE DETTO PINO   1

BOMPIANI GINEVRA ROBERTA    1

DELLA VENTURA PAOLO MARIA 1

SHIHADEH NOOR    1

LIBERTA'   26     0,49%

DE LUCA CATENO        8

DI MATTEO NICOLA   3

CASTELLI LAURA        2

AMODEO FRANCESCO          2

GIANNONE VERONICA         1

RIZZI ENRICO     1

ALTERNATIVA POPOLARE 18     0,34%

BANDECCHI STEFANO    4

PARTITO ANIMALISTA - ITALEXIT PER L'ITALIA  18       0,34%

CERIELLO CRISTIANO     1

CRISTOFARO DAMIANO   1

SAMMARCO MARGHERITA  1

UFFICI TECNICI ALL’ACAIT

Prende corpo la Città amministrativa in zona ACAIT.

La Giunta Municipale ha approvato una deliberazione (n. 127 del 29 maggio) con la quale, preso atto del completamento dei lavori e della fornitura degli arredi, ha dato il via libera al trasferimento nell’ex complesso ACAIT degli Uffici dei Settori Tecnici attualmente ubicati nell’ex Convento dei Domenicani.

Il trasferimento attua una volontà espressa dal Consiglio comunale nel febbraio del 2021; in quell’occasione l’Amministrazione approvava le Linee programmatiche di mandato nelle quali, tra gli altri obiettivi, vi era quello di valorizzare gli immobili comunali nel centro storico destinandoli a contenitori culturali e, contestualmente, dare vita alla Città amministrativa in Zona ACAIT.

I lavori per rendere utilizzabile un capannone del complesso ex ACAIT hanno avuto un costo di € 345.370, a carico di fondi ministeriali, mentre gli arredi sono stati acquistati per € 52.000 oltre a circa 19.000 euro per attrezzature archivistiche.

VERDE IN ZONA DRAGHI

La Giunta (del. n. 124 del 29 maggio) ha approvato un progetto per la messa a dimora di essenze arboree ed arbustive in Zona Draghi.

Il tutto allo scopo di rafforzare la rete ecologica urbana e migliorare il microclima della zona abitata circostante.

“Il sistema delle aree verdi cittadine riveste (un ruolo importante) per la qualità della vita urbana, a cui contribuisce con funzioni climatico-ecologiche, urbanistiche, paesaggistiche e sociali, costituendo pertanto una componente essenziale per la salute pubblica come elemento migliorativo del microclima”, così si legge nella delibera della Giunta.

Il Comune aveva partecipato ad un progetto regionale denominato “lavori di adeguamento e ammodernamento delle opere di urbanizzazione primarie e di completamento di quelle secondarie”.

Importo previsto dei lavori € 3.660,00

 

 

di Antonio TURCO

Siamo entrati felicemente nella buona stagione, piazze e parchi pieni di genitori che portano i figli a giocare e di brave persone che non rinunciano a una passeggiata serale per una chiacchierata con gli amici. In una di queste mi è capitato di sentire un paragone scaturito dalla ammissione di un ragazzo un po’ “bonaccione” che motivava la ragione per cui aveva votato per una parte politica, chi gli aveva fatto questa domanda inorridì alla risposta e allora un'altra persona che faceva parte del gruppo chiese agli altri e a sé stesso: chi è più intelligente tra un “bonaccione” che va a votare e altri “saggi” che non ci vanno? La risposta è stata unanime ed è facile capire quale sia stata.

Avevo in mente di scrivere questo pezzo prima del voto ma sarebbe apparso sicuramente più  banale di quanto non lo sia questo.

Avrei scritto che non appartiene solo a coloro che rinunciano al voto questa delusione sullo stato in cui versa la politica, non solo italiana e non solo  europea. Ma l’instabilità globale va trasformandosi in guerra e non credo sia necessario far capire che questa tendenza va corretta nel più breve tempo possibile.

Avrei scritto che il voto non è un giudizio verso terzi, ma verso sé stessi, è un conto aperto che potrà dare esiti positivi o il contrario. E in questo periodo, sbagliare o sottovalutare possono pesare non poco su coscienze poco attente. E invece, votando, si dà un valore al voto che contro questo caos politico vale doppiamente per  motivi che è facile capire; come facile è capire che vale doppiamente, ma nel senso opposto, non votare. Se non ora, quando?

Avrei scritto che, qualcuno non vota per non vedersi involontario complice della cattiva politica. Ma c’è anche un risvolto che porta al coraggio di votare per essere parte di una politica migliore. Quanto più è alto il numero dei votanti tanto meglio si esprime la volontà dell’elettorato.

Avrei scritto che, senza falsa modestia, a Tricase il voto ha sempre avuto il suo valore. Il nostro paese sa per tradizione centenaria orientarsi nei gangli sempre  tortuosi della politica. A partire da Giuseppe Pisanelli, Ministro di Grazia e Giustizia del primo Regno d’Italia e dei suoi discendenti, per finire ad altri eccellenti nomi, esponenti di altri partiti che hanno rappresentato la nostra storia politica. L’ostruzionismo  verso il fascismo che costò la vita a Roberto Caputo e altri martiri si protrasse per tutta la durata del ventennio e fu un atto di coraggio proveniente dalla maturità del nostro popolo intorno ai  veri principi su cui poggia una  democrazia.

Avrei scritto del giorno che  andai per la prima volta a votare. Se ricordo bene  era il 1976 e si votava per le politiche, in quell’anno votavano i diciottenni e ne vedevo intorno a me tanti.  Erano felici per quel passaggio di maturità e si leggeva nella loro compostezza l’importanza che davano a quel momento. Non scordiamo quel giorno, cerchiamo di ricordare quella buona stagione, si è sempre in tempo per recuperare i nostri principi e i nostri ideali.                                                                                                                                                                                             

di Alessandro Distante

A vincere, alla fine, è stato il Partito dell’astensione.

I dati di Tricase (vedi pag. 3) registrano un’affluenza alle urne pari al 35,59%; detto in altre parole, poco più di tre elettori su dieci si sono recati alle urne.

Quali le cause? La disaffezione alla politica fa trasparire una disaffezione alla cosa pubblica. Questo distacco viene vinto soltanto in occasione delle elezioni amministrative dove gli interessi in gioco sono più diretti.

Già, più diretti, che può voler dire lontani dagli interessi pubblici e più attenti al tornaconto: voto quel candidato perché è mio parente oppure mio amico o, peggio, perché mi ha promesso –bene che vada- che mi asfalterà un pezzo di strada, ovviamente davanti casa mia.

Quanto più ci si allontana da questo rapporto diretto e da questo legame tra interesse personale ed interesse pubblico, tanto più aumenta il partito degli astensionisti.

Andare a votare perché? Cosa me ne viene?

Fin qui le colpe dell’elettore che, in quanto parte di una comunità, sia essa cittadina, regionale, nazionale oppure europea, dovrebbe sentire quello che, una volta, si chiamava il dovere del voto.

Ma le colpe non sono, ovviamente, soltanto del cittadino-elettore.

La campagna elettorale per le Europee, a Tricase, ha registrato un vuoto pressocchè assoluto. Ho partecipato ad un comizio tenuto in Piazza Pisanelli da un mio amico di Bari. Ero solo in Piazza, oltre a chi accompagnava il candidato. Un altro comizio, tenuto di pomeriggio da Vittorio Sgarbi, è stato seguito da pochissime persone e ci si è soffermati più a raccogliere commenti (invero pochi) del c.d. Maestro su alcune opere d’arte tricasine, piuttosto che su questioni politiche.

Per il resto vuoto assoluto. E’ vero che non si votava per le comunali, né per le regionali e neppure per il Parlamento italiano, ma coloro che sono stati eletti e ricoprono quelle cariche perché non hanno sentito il dovere di animare il dibattito preelettorale?

Eppure è pacifico che la politica nazionale è condizionata fortemente dalle politiche europee; ed è altrettanto vero che i numerosi finanziamenti che giungono, attraverso la Regione, ai Comuni sono di derivazione comunitaria. E’ quindi evidente che non è indifferente se nel Parlamento europeo siedono alcuni piuttosto che altri parlamentari.

Eppure il silenzio assoluto.

Alla radice di questa disaffezione e di questo astensionismo non può non mettersi anche il famoso dire, divenuto ormai linguaggio dei politici, secondo cui gli elettori decidono e chi è eletto deve rendere conto del suo operato al termine del mandato. “Siamo stati eletti, fateci governare e, alla fine, ci giudicherete”.

Ma che significa “alla fine”? Questa rivendicazione e questa pretesa si è tradotta nel disinteresse durante tutto l’intervallo che va da una elezione all’altra. E’ un messaggio diseducativo perché allontana dalla quotidiana ed appassionata attenzione e partecipazione alla “cosa pubblica”.

E’ risaputo che se non c’è un allenamento alla democrazia, non si può esprimere un voto cosciente e, soprattutto, il non esercizio del diritto di partecipazione costante porta poi a non esercitare neppure il livello minimo di partecipazione, e cioè il voto.

Se a tutto questo si aggiungono la fine dei partiti, il venir meno dei luoghi del confronto e, non ultimo, l’immagine di politici che sono in politica non per curare gli interessi degli elettori ma principalmente i propri interessi o quelli dei loro amici, allora ci si spiega ancora di più il perché della crescita del partito delle astensioni.

E tutto questo che significa? Quale democrazia è mai questa dove una minoranza decide per la maggioranza? Certo è colpa della maggioranza silenziosa, ma questo può consolarci?

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