di Alessandro DISTANTE

Un numero “speciale” quello che questa settimana presentiamo ai nostri affezionati Lettori. Non è mai capitato, nella ormai lunga vita del giornale, di ricevere tanti riscontri ad articoli da noi pubblicati. Molti gli interventi sul progetto di variante urbanistica che è all’esame del Consiglio comunale e che consentirà, se approvato, la realizzazione di una rampa di accesso al Pronto Soccorso. Opera meritoria e certamente condivisibile –come osservato nel numero scorso da Alfredo De Giuseppe- ma che determina un cambiamento o, meglio, uno stravolgimento di un’estesa area urbana, con rilevanti conseguenze e problematiche in termini di viabilità e di parcheggi. L’altro argomento -che ha dato spunto ad un interessante (anche se lungo) intervento- è stato quello trattato da Alfredo Sanapo dal titolo “provocatorio” <<Tra sesso e castità>>. Partendo dalla curiosa vicinanza di un distributore di profilattici alla chiesa di Lucugnano, il nostro redattore ha delineato alcuni punti di possibile contatto tra cultura ed insegnamento laico e cattolico. L’intervento che pubblichiamo su questo numero di don Pierluigi Nicolardi, parroco di Sant’Antonio e responsabile della Pastorale familiare diocesana, consente uno specifico approfondimento sul tema pur prendendo le distanze da Sanapo (al quale abbiamo concesso il diritto di replica).

Insomma il Volantino è un settimanale cittadino che, in realtà, aspira ad essere il settimanale dei cittadini. Non sarebbe male in un’epoca nella quale i luoghi del dialogo e del confronto sono veramente rari.

A condizione, tuttavia, che i contributi siano costruttivi e, soprattutto, abbiano ad oggetto il bene comune, altro valore in via di estinzione. Troppo spesso, infatti, i mezzi di comunicazione vengono usati in maniera superficiale più come “sfogatoio” che come strumenti per un corretto confronto che è tanto più utile in quanto frutto di attente riflessioni e di adeguati studi.

Tricase  - La Giunta Comunale, ad inizio estate (o quasi), ha approvato il Progetto autofinanziato per il potenziamento dei servizi di controllo della sicurezza urbana e stradale. Si tratta, in buona sostanza, di potenziare i Servizi di Polizia Locale nelle giornate interessate da eventi e per specifici servizi di vigilanza finalizzati alla sicurezza urbana, stradale e alla prevenzione con particolare attenzione al fenomeno della “movida” estiva e del periodo natalizio.

Per raggiungere questo obiettivo, la Comandante della Polizia Locale ha elaborato un progetto che intende favorire l’immagine positiva di Tricase, aumentare l’efficienza e l’efficacia dei servizi.

Il contenuto del progetto è la programmazione di attività di pattugliamento e controlli in orari serali e notturni o in giornate interessate da eventi o manifestazioni di ogni tipo e quindi coprire, in questo modo, anche fasce di orario che sono escluse dai turni ordinari  (che non vanno oltre le 20,30).

Il progetto, intanto, interesserà l’anno in corso fino a dicembre.

Per incentivare il personale in servizio a prestare attività oltre l’orario ordinario, il Comune prevede di utilizzare i proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie riscosse, così premiando la maggiore produttività. Orbene, siccome nel 2023 si sono verificate maggiori entrate  dovute a riscossione delle sanzioni per violazione del Codice della Strada per un importo complessivo di € 33.000,00, vi è la possibilità di utilizzare il 50% di quella somma per progetti come quello predisposto dalla Comandante del Corpo di Polizia Locale. La Giunta, con una delibera del 1° agosto, ha approvato il progetto, autorizzando la Comandante a realizzare il potenziamento dei servizi di controllo della sicurezza urbana e stradale.

In particolare: un orario di servizio che serva a coprire le manifestazioni e gli eventi che si svolgeranno sul territorio comunale; il potenziamento dei controlli amministrativi presso le attività di intrattenimento e somministrazione per verificare il rispetto degli orari di chiusura, la somministrazione di alcolici, il contenimento delle emissioni sonore all’esterno, il disturbo della quiete pubblica,

Insomma più controlli per una migliore vivibilità!

di Alessandro DISTANTE

Nei giorni scorsi, a conclusione di una serie di incontri curati dalla associazione politica “Tricase, che fare?”, si è tenuto un interessante incontro sulle disastrose conseguenze dei cambiamenti climatici.

Poco prima di iniziare l’incontro è arrivata la notizia dell’ordinanza con la quale il Sindaco De Donno, unitamente a molti altri colleghi sindaci del Capo di Leuca, aveva disposto la chiusura delle Scuole a motivo di allerta pioggia.

Per fortuna, il giorno dopo, se non il sole, non vi è stato alcun rischio di allagamenti o frane, ma la coincidenza ci aiuta a capire la “serietà” della questione che riguarda tutti noi oggi e direttamente.

Certamente, come ben spiegato dal prof. Attilio Pisanò dell’Università del Salento, se le soluzioni non possono essere soltanto locali, è altrettanto vero che le grandi rivoluzioni non possono che vedere protagonisti i singoli e quindi anche ciascuno di noi, a partire dalle scelte o non scelte della città di Tricase.

E così ad esempio: preferiamo giungere in auto in centro; vogliamo costruire lasciando poco spazio al verde; progettiamo lottizzazioni secondo criteri del massimo sfruttamento edilizio; cerchiamo di costruire dove non si può costruire, oppure ricostruire con tecniche moderne al posto di antiche pajare,…….

E tutto ciò viene assecondato dal Potere che, ovviamente, deve fare i conti con il consenso.

Così si spiega perchè gli unici a parlare in maniera forte di clima sono due persone che non hanno bisogno del consenso (Papa Francesco) e che sono lontane dal potere per questioni anagrafiche (Greta Thunberg).

La necessità del consenso, in uno scambio tra il Potere e gli Elettori, spiega perché si rinvii sempre l’adozione del PUG, così consentendo la cementificazione del territorio; perché non si favorisca il camminare a piedi o in bicicletta a vantaggio di posti auto sulle strade anche del centro; perchè non si costruiscano parcheggi, con i relativi espropri, privilegiando e tutelando la proprietà privata; perchè si guarda con sfavore alle aree tutelate e si cerca di eludere o eliminare quei vincoli,…

Ed allora ed in conclusione: i cambiamenti climatici non sono soltanto conseguenza di scelte o non scelte di altri, ma interpellano tutti e chiamano tutti alla responsabilità, costi quel che costi anche se costa a ciascuno di noi!

di Alfredo SANAPO
De  Wallen è il nome del noto quartiere a luci rosse di Amsterdam, un vero e proprio tempio del sesso e della cannabis tra prostitute in esposizione, peep show, sexy shop, cofffee shop e teatri erotici. La sua particolarità è la vicinanza alla Oude Kerk, cioè la Chiesa Vecchia, la più antica della capitale olandese. Con le dovute proporzioni, sia dimensionali che morali, è quanto accade nella frazione di Lucugnano. Pur essendo i suoi abitanti molto attenti ad apparire eticamente irreprensibili, pare piuttosto strano quanto si può osservare sul tratto della SS275 che ricade nel centro abitato. Come risaputo, accanto alla Chiesa Madre, centro religioso del paese, è situata una farmacia, centro laico terapeutico ed igienico. Da presidio medico di prossimità che si rispetti, essa è dotata di un distributore automatico di profilattici e prodotti annessi, montato proprio sul lato-chiesa.
Santa Romana Chiesa ed anche alcune chiese protestanti, hanno aderito all'NFP (Pianificazione Famigliare Naturale), ossia l'insieme di metodi contraccettivi che l'istituzione religiosa ritiene moralmente ammissibili. Tra essi non è contemplato proprio l'utilizzo del profilattico. 
Nessun discorso moralistico perché, oltre a non avere il dono della fede, il sottoscritto non avrebbe le competenze per parlare di bioetica e campi simili. L'intento dell'articolo è prettamente ludico come evidente nelle sue premesse, divulgativo nelle informazioni qui di seguito riportate e stimolante nelle ricerca di una sintesi laico-confessionale in materia.
Ho approfittato dell'osservazione esposta nel primo capoverso per approfondire la questione. Mi ha molto colpito la variazione all'interno del pensiero dell'etica cristiana su questo tema. Tutto ha avuto inizio con la confutazione delle tesi manicheiste da parte di Sant'Agostino nel 401 d.C.: i Manichei credevano che fosse immorale creare figli, perché la procreazione finiva coll’intrappolare le anime all’interno di corpi mortali. Agostino li condannò perché "considerano il matrimonio non per procreare figli, ma per saziare la lussuria" e affermò che le coppie sposate possono avere rapporti sessuali senza che nessuno dei due intenda procreare. Tutto si complica con San Tommaso d'Aquino che scriveva in Summa contra gentiles: "Ogni emissione del seme è contraria al bene dell'uomo, quando questa avviene in modo da rendere impossibile la generazione; e se questa viene fatta apposta, deve essere un peccato...". Cioè, il sesso volontariamente praticato senza fini procreativi diviene  'peccato contro natura': è fatto salvo il caso della donna sterile. LuteroCalvino e i metodisti erano contrari al controllo non naturale delle nascite. 
A seguito delle scoperte ginecologiche a cavallo del XIX e XX sec., la Chiesa Cattolica fra dichiarazioni scritte e affermazioni in encicliche arriva progressivamente ad accettare i metodi contraccettivi "naturali": prima le conclusioni del Concilio vaticano II hanno esortato le coppie cristiane ad "essere disponibili attraverso il loro amore coniugale a cooperare con l'amore del Creatore [...] che attraverso di loro continuamente dilata e arricchisce la sua famiglia"; poi Paolo VI con l'enciclica Humanae vitae ha aperto alla scienza medica sollecitandola "mediante lo studio dei ritmi naturali,  a determinare una base sufficientemente sicura per la casta limitazione della prole"; infine, Giovanni Paolo II in Amore e responsabilità ha affermato che "un aspetto integrale dell'amore tra marito e moglie è l'apertura alla reale potenzialità di diventare genitore... ogni volta che i coniugi si donano nell’abbraccio sessuale".
Il breve excursus appena enunciato dimostra che la Chiesa Cattolica ha avuto sull'argomento sesso un'apertura teorica, ma sostanziale solo nel caso di metodi contraccettivi che la biologia umana ha stabilito essere naturali. Mentre rimane attualmente refrattaria ai metodi chimici o fisici "non naturali" che creano una barriera alla fecondazione.
Lasciando al clero il compito di risolvere la questione all'interno della curia e tra le coppie cattoliche, il presente scritto ha la modesta pretesa di riportare il problema agli effetti civili e igienico-sanitari, alla luce dell'aumento di promiscuità sessuale e dello sdoganamento delle varie tendenze sessuali. Laddove non sia possibile pretendere da tutti la castità, si raccomanda l'uso del preservativo per evitare gravidanze (soprattutto fra chi è consapevole di non essere pronto alla genitorialità) e la diffusione di malattie sessualmente trasmesse. 
Al di là di come la si pensi, sia il metodo laico che quello confessionale, l'uno che punta alla creazione di un impedimento all'incontro tra spermatozoo e uovo, l'altro alla castità, all'astinenza e ai meccanismi naturali per non concepire, hanno i medesimi obiettivi: moderare le maternità indesiderate e limitare la diffusione di eventuali patologie veneree. Il dialogo tra i due mondi in materia può essere utile a entrambe le parti purché non si perda mai di vista la meta comune.
 
 
 
 
 
 

di Alfredo BAGLIVO

Tricase, una cittadina dalle enormi potenzialità, avendo due marine a pochi chilometri. Da ragazzo insieme ai miei amici( anni '70) dicevamo che sarebbe stato bello se le strade che collegano Tricase a Tricase Porto e Marina Serra, fossero state illuminate e attrezzate con piste ciclopedonali. Sono tornato dopo 42 anni in questa terra natia e quel sogno di una società volta a curare il benessere dei cittadini, è rimasta in un cassetto. Da cittadino attivo ho più volte segnalato alle autorità competenti le criticità di alcune strade pericolose per i cittadini che non sono solo locali ma anche turisti, che camminano o vanno in bicicletta; ho cercato di parlare direttamente con alcuni degli amministratori per avere delle risposte ma il risultato è stato deludente. Eppure con i fondi del PNRR, il piano nazionale di ripresa e resilienza, si sarebbero potuti presentare proposte progettuali, rispondendo ad una visione di una città come Tricase, più moderna e dinamica, verde, vivibile, sostenibile e capace di rispondere ai veri bisogni sociali, vecchi e nuovi.la mia battaglia di attenzionare la pericolosità delle strade di Santa Eufemia ed in particolare, la via Gonfalone, battaglia condivisa con una trentina di residenti che sottoscrivemdo una diffida, inviata al Sindaco e alla Polizia Locale ha prodotto solo l'inserimento di cartellonistica stradale con limite velocità a 20 km orari. Chi controlla tale limite? chi controlla gli autocarri ai quali è imposto il divieto di transito e che puntualmente non viene rispettato? Eppure, gli strumenti per controllare la velocità e gli automobilisti indisciplinati ci sono o valgono solo per alcune strade di Tricase? Le piogge cadute gg fa hanno causato enormi danni nella città. Nella via gonfalone gli stessi residenti non potevano uscire di casa, a causa non solo del fiume d'acqua che si era riversato sulle strade ma anche per colpa degli automobilisti non curanti del rispetto della velocità imposta a 20 km. L'assenza di fogne bianche e un traffico divenuto insopportabile, sta esasperando noi cittadini residenti.Non bisogna dare solo e sempre la colpa agli Amministratori di questa città, ognuno di noi deve fare la propria parte rispettando le regole, fondamentali per una sana società.

La tolleranza è un valore umano importante ma quando si parla per esempio, del rispetto del codice della strada , allora nessuna tolleranza. Spesso viene citata la Svizzera come esempio di luogo dove il rispetto delle regole è la norma, perchè condivise dalla popolazione e accettate. Spesso sono a Zurigo e vi assicuro che se avessi segnalato le criticità che ho segnalato in questa città, immediatamente si sarebbero attivati per dare sicurezza ai cittadini.Vi faccio un altro esempio di cattiva educazione degli automobilisti che transitando su via Gonfalone, essendo stretta e non conforme per legge ad un doppio senso di circolazione, tesi non condivisa dalla Polizia locale che in una relazione letta dal Sindaco in occasione di un Consiglio Comunale, l'ha definita strategica e che non essendoci stati incidenti rilevanti , si può continuare in tal senso, cioè a doppio senso di circolazione, ma l'esempio che desidero attenzionare riguarda alcuni automobilisti che pur di non rispettare i 20 km orari, a qualsiasi ora di giorno e di notte, segnalano la loro presenza strombazzando a velocità sostenuta, fregandosene completamente di chi sta riposando.Cosa mi aspetto da questa mia ennesima segnalazione? Nulla, perchè il nulla ho e abbiamo ricevuto noi cittadini attivi dalle precedenti segnalazioni! Mai arrendersi e testardamente continuerò la mia battaglia, sperando che la maggior parte dei residenti di Sant'Eufemia si uniscano a me per ottenere ciò che è sacrosanto: ASCOLTO e

GIUSTIZIA!

Caro Sig. Sindaco, spero che se verrà pubblicato questa mia riflessione, lei possa leggerla, impegnandosi prima che le scada il suo mandato, a risolvere definitivamente le problematiche segnalate, perchè la speranza è l'ultima a morire in noi cittadini!!!

di Alessandro DISTANTE

La “costruzione dal basso” sembra essere il modulo che gli allenatori scelgono per il calcio moderno. A costruire l’azione che porta al goal si parte dal basso, addirittura dal portiere che costruisce l’azione, per l’appunto, dal basso.

E se fosse così anche per la costruzione della pace?

In questo numero ospitiamo alle pagine 4 e 5 i resoconti di due iniziative, tra loro diverse ed apparentemente lontane, ma che si sono ispirate allo stesso schema di gioco: la costruzione dal basso.

Da un lato chi, riunitosi nelle Scuderie di Palazzo Gallone, si muove a difesa di un popolo bersaglio dell’azione genocida di Israele, e, dall’altro, un gruppo di militari appartenenti o già appartenenti alla Marina Militare che ricorda i sacrifici, anche di vite umane, per la difesa della Patria.

Entrambi con un comune obiettivo: costruire la pace.

La costruzione dal basso impone a tutti di giocare la palla, a partire, per l’appunto, dal portiere; allo stesso modo, anche la costruzione dal basso della pace impone un gioco dell’intera squadra o, mutatis mutandis, dell’intero Paese.

Ed allora spazio alle scuole di educazione civica, spazio ai percorsi formativi di coscientizzazione dei cittadini, spazio alle forme di costruzione partecipativa a cominciare dal livello comunale, spazio a tutte quelle iniziative di partecipazione solidale a sostegno dei più deboli e finalizzate a rimuovere quelle criticità fonte di conflitti.

In questo modo è possibile dare attuazione all’art. 52 della Costituzione che, come interpretato dalla Corte Costituzionale, consente la difesa della Patria sia con il servizio militare che con il servizio civile.

Se è condivisibile un ripensamento sulla obbligatorietà della leva (come recita l’art. 52), deve essere lasciata libertà ai giovani di scegliere il servizio civile come mezzo di difesa della Patria. Sarebbe un modo per incidere sulle cause di tanti conflitti, perché i conflitti internazionali tra Stati o tra popoli sono spesso conseguenza di conflitti interni (emblematica la guerra in Ucraina) o di situazioni di disagio che portano ad iniziative terroristiche ingiustificate e che, a loro volta, scatenano reazioni sproporzionate ed ingiustificabili (vedasi conflitto Palestina-Israele).

Le armi non bastano a mantenere la pace come dimostrano i drammatici eventi di questi giorni, ma, soprattutto, sono comunque causa di lutti personali e collettivi; per costruire la pace occorre rimuovere le cause delle guerre, “costruendo dal basso”, in un gioco di squadra dove tutti partecipano e in questo modo, tutti insieme, vincono la partita.

 

di Cosimo RIZZO

Cresce il numero di comunità energetiche attive sul territorio alle quali forniamo supporto tecnico e amministrativo. Dopo la nascita di iQ-CER, comunità energetica fondata lo scorso luglio e attiva sulle cabine primarie della zona nord di Lecce, è la volta di BE-HIVE CER, con sede a Montesano Salentino. Una nuova comunità energetica fondata da un gruppo di tecnici locali, che si distingue per il forte impegno alla sostenibilità ambientale legata alla tutela e la salvaguardia del territorio.

Entrambe le comunità sono costituite sottoforma di associazione non riconosciuta, una struttura giuridica flessibile, non a scopo di lucro, che permette la partecipazione collettiva e democratica dei membri.

La gestione delle comunità energetiche è affidata a una piattaforma web avanzata, capace di monitorare in tempo reale tutti i flussi energetici all'interno della configurazione di appartenenza.

Ricordiamo che entrare a far parte di una comunità energetica comporta benefici sia per i semplici consumatori, ai quali viene riconosciuto un contributo proporzionale al consumo orario di energia prodotta dai membri della CER, sia per i produttori che immettono energia rinnovabile nella rete collegati alla medesima cabina primaria. Inoltre, chi decide di installare un impianto fotovoltaico in comuni con meno di 5000 abitanti può richiedere un contributo a fondo perduto pari al 40% del costo sostenuto, se l’impianto viene inserito all’interno della comunità energetica.

Questi benefici si sommano ai classici benefici legati alla detrazione fiscale e sono riservati a tutti i membri, indipendentemente dai soggetti, per impianti con una potenza massima inferiore a un megawatt di picco.

Aderire a una comunità energetica consente di essere parte attiva nella transizione energetica, risparmiando sui costi energetici e promuovendo la sostenibilità nel territorio. La partecipazione è aperta a cittadini, enti pubblici, privati e aziende, e può avvenire in diverse forme.

Informazione promozionale - cell. 39 349. 1678196  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

“Ma è normale?” Così titolavamo in Prima pagina nello scorso numero; lo spunto veniva dall’episodio verificatosi in una Scuola di Tricase dove, sulla spinta di un messaggio social, una ragazza era finita, al primo girono di scuola, in coma etilico.

Alcuni dati sull’alcolismo, specie giovanile possono arricchire il dibattito.

Sono 464 gli alcolisti in cura presso il SerD della nostra ASL e 85 sono donne, spesso giovani mamme. A Tricase gli alcolisti in cura sono 14.

Da una ricerca su un campione statistico di 700 studenti intervistati con un questionario di 50 domande, i giovani 17enni sono gli opinion leader dello sballo e sono scettici sui rischi dell’alcol dipendenza.

L’indagine, curata dalla Comunità Emmanuel, risale al 2017. Da quell’indagine è emerso che tra gli adolescenti il 2% beve abitualmente.

Se diminuiscono i numeri di uomini che bevono, cresce invece quello delle donne.

Nel 2021 -secondo l’Istituto Superiore di Sanità- circa 1 milione e 370 mila ragazzi e ragazze di età compresa fra gli 11 e i 25 anni hanno consumato alcol secondo modalità a rischio per la loro salute. “Tra gli 11 e i 25 anni, età in cui il cervello deve ancora maturare la corteccia prefrontale e la capacità cognitiva razionale che è attivamente minacciata e interferita dall’uso di alcol con danni irreversibili alle sue funzioni, il 18,6% dei maschi e il 12,8% delle femmine sono consumatori a rischio, con frequenze in diminuzione ma ben lontane per i minori dal valore atteso di zero”.

Nella Relazione al Parlamento svolta dal Ministro alla Salute, Orazio Schillaci, il consumo di superalcolici da parte delle donne è aumentato del 31,2% (dati al 2022). Sempre a proposito di superalcolici, in Puglia, gli uomini rappresentano il 30,4% e le donne il 16,2%; dati un poco più bassi rispetto alla media nazionale: 38,1% di uomini e 17,2% di donne.

Un dato appare interessante e preoccupante: “Le fasce di popolazione maggiormente interessate sono rappresentate dai giovani 16-17enni per entrambi i sessi seguite dagli anziani ultra 65enni, prevalentemente uomini” (dalla Relazione del Ministro Schillaci).

A.D.

Tricase - E’ giunta in Redazione una lettera inviata dal Sig. Vito Tony Forte al Sindaco, al Comandante della Polizia Municipale e al Dirigente Ufficio Settore Urbanistica a e lavori Pubblici con la quale si segnala “una grave situazione di pericolo e disagio che si verifica ogni qualvolta si manifestano acquazzoni, anche di modesta intensità, nella zona Lavari con particolare riferimento all'incrocio tra Via Antonio Gramsci e Via Cesare Balbo”

Purtroppo sempre più frequentemente le griglie destinate alla raccolta delle acque pluviali non riescono a drenare le stesse ogni volta che le precipitazioni superano i 45-60 min determinando un aumento del livello delle acque che, inevitabilmente, raggiugono le nostre abitazioni con allagamento degli scantinati e danni alle auto parcheggiate

di Alessandro DISTANTE

Indubbiamente interessante il fenomeno che si intravvede dietro alcune iniziative svoltesi nell’Estate appena trascorsa.

A Lucugnano una Cena di comunità a conclusione delle attività legate alla mostra diffusa “Ci vuole un paese…” dedicata quest’anno a Papa Caliazzu. In altre parole, alcune strade della parte più antica della Frazione imbandite con tavoli e tovaglie in una cena aperta a chi voleva partecipare. Il tutto con il coordinamento dell’APS “Tina Lambrini-Casa Comi”. Un modo, al tempo stesso nuovo ed antico, di fare convivialità.

A Depressa, invece, l’intero paese mobilitato per organizzare ben tre Sagre, con il preciso intento di far conoscere ed apprezzare l’intero centro storico come in particolare è avvenuto per la “Sagra della Pasta fatta in casa”.

Occasioni per stare insieme, oltre che per gustare le delizie della cucina salentina e, al tempo stesso, per rivitalizzare i borghi; manifestazioni tanto più significative perché nate dal basso e da due periferie.

Iniziative nuove ma, al tempo stesso, antiche, se si pensa, per esempio, alle Tavole di San Giuseppe o altre simili tradizioni, tutte capaci di coniugare la devozione con opere di carità e, soprattutto, capaci di far respirare quella dimensione comunitaria che, indubbiamente, merita di essere recuperata e valorizzata.

Complimenti e grazie agli organizzatori e… alla prossima!

 

Tricase - Venerdì, 27 settembre 2024

La Chiesa di S. Angelo ha quattro secoli. Un incontro pubblico per ricordare l’evento. Era il 1624 quando fu terminata la costruzione della chiesa di S. Michele Arcangelo. Si legge l’anno sull’epigrafe che il committente, Cesare Gallone, figlio del barone di Tricase Alessandro, fece fissare sul prospetto della chiesa costruita a sue spese.

È una delle chiese dell’epoca barocca più belle del Salento, anche perché si discosta dalle altre per la delicatezza e la sobrietà delle linee architettoniche e dell’ornato che la avvicinano al gusto rinascimentale. Nel 2022 la chiesa è stata interessata da lavori di restauro sulle facciate, nell’ambito degli interventi programmati dalla Diocesi di Ugento-S. Maria di Leuca.

Per ricordare l’evento si terrà un incontro questa sera  alle ore 20.00, presso la Chiesa di S. Angelo.

Relazionerà, con parole e con immagini, l’esperto e studioso, arch. Vincenzo Peluso, co-autore della Guida di Tricase e Frazioni, edita da Congedo, e di altre importanti pubblicazioni; interverranno il parroco, don Gianluigi Marzo, direttore dell’Ufficio Diocesano Beni Culturali e il sindaco Antonio De Donno. La cittadinanza è invitata.

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