E’ stato un piccolo grande capolavoro utile per l’intera comunità.
di Pino GRECO
Sabato, 9 novembre 2024 - Ci siamo immersi in un'atmosfera di condivisione e allegria, Tricase Vintage non è stato solo questo, ma è stato un bellissimo viaggio tra ieri e oggi, il passato e il presente, i ricordi e la nostalgia delle antiche puteche e la loro animazione, è stato un piccolo grande capolavoro utile per l’intera comunità.
Numeri importanti per l’evento di piazza Pisanelli con 𝐛𝐞𝐧 𝟐𝟐 𝐜𝐚𝐧𝐭𝐢𝐧𝐞 𝐯𝐢𝐧𝐢𝐜𝐨𝐥𝐞 presenti , 8 aziende di ristorazione che hanno servito con grande professionalità pasti di varia natura e ben 9 mercatini con prodotti di artigianato locale .
Francesca Longo, vicesindaco: “Tricase Vintage, alla sua seconda edizione, ha già raggiunto numeri incredibili. La forza di questo evento è data dall’unità, dal coinvolgimento di numerose componenti sociali, dell’apporto prezioso dei nostri istituti scolastici, degli storici locali, dei volontari e di chi ancora crede nelle enormi potenzialità di questa Città. Tutti insieme verso un obiettivo comune, uniti dall’entusiasmo e dall’orgoglio di appartenere a questa meravigliosa comunità. Perché è di questo che ha bisogno Tricase, di unità, di amore e di una ventata di freschezza, non solo nelle occasioni di festa”.
L’associazione Tricasèmia: “ Abbiamo partecipato con entusiasmo alla seconda edizione di "Tricase Vintage", cercando di dare il nostro contributo ad un evento fortemente voluto dall'amministrazione comunale. Abbiamo condotto una ricerca sulle puteche dei borghi e rioni della Città, intervistando alcune memorie storiche di Tricase e racchiudendo il nostro lavoro lungo un percorso artistico in via Cittadella e all'interno di un documentario. La stretta e proficua collaborazione tra le associazioni, la Pro Loco e l'amministrazione comunale ha dato vita ad un evento indimenticabile e con una partecipazione della cittadinanza oltre le attese ”. Insomma, le storie belle non si dimenticano mai… diventano emozioni che rimangono nel tempo
Dopo le recenti vittime della strada, attraverso il Coordinamento MARE APERTO è stata lanciata l’idea di una distribuzione gratuita dei gilet catarifrangenti, base minimale per percorrere le nostre strade in sicurezza. Pubblichiamo qui di seguito il testo dell’appello:
Buongiorno a tutti
Che ne dite se ci facciamo promotori dell’acquisto di almeno 100 “GILET ALTA SICUREZZA CON STRISCE CATARIFRANGENTI” da distribuire ai ragazzi che viaggiano in bici o monopattino nelle nostre contrade ? Con circa 500 € possiamo farcela. Poi decideremo se distribuirli direttamente ai singoli o alle Comunità dove risiedono.
Se siete d’accordo potremmo effettuare un libero versamento a mezzo bonifico con la causale “CONTRIBUTO VOLONTARIO GILET X LA VITA” all’Iban IT75L3609201600846015479186 intestato a LAAD Associazione - Tricase che essendo una APS è tenuta a presentare regolare bilancio annuale.
Ci sembra una buona idea per iniziare a parlare dei problemi concreti che attanagliano i ragazzi dei tanti centri d’accoglienza distribuiti nel territorio. La Redazione de “il Volantino” si unisce volentieri all’iniziativa.
di Alessandro DISTANTE
E’ il secondo immigrato che, quest’anno, ha trovato la morte a Tricase. Dopo l’annegamento ad Aprile di Abdoulay, il quindicenne della Costa d’Avorio morto a Punta Cannone, nella serata tra sabato e domenica scorsi è toccato ad un altro immigrato, Uddin, questa volta proveniente dal Bangladesh.
Se per il giovane ivoriano sono state fatali le acque del mare, per il giovane bengalese è stata fatale la strada.
Due episodi che, al di là delle colpe e delle responsabilità che dovessero essere accertate, hanno a che fare, drammaticamente, con la questione attualissima e drammaticamente centrale, sia a livello nazionale che mondiale: l’immigrazione.
Negli Stati Uniti d’America -secondo tutti gli analisti- la vittoria di Trump è stata favorita dal fallimento della politica di Biden sugli immigrati e dalle promesse, molto discutibili, di Trump, fino a quella di deportare i 12 milioni di immigrati irregolari. Gli Stati più ai confini con il Messico, questa volta, hanno votato repubblicano a conferma della centralità della questione; e fa riflettere che, ad esprimersi per la chiusura delle frontiere, siano gli immigrati già regolarizzati.
In Italia non mancano dichiarazioni, anche da parte di autorevoli esponenti del Governo, di chiaro stampo xenofobo, per cui, dietro al dibattito sulla regolamentazione dei flussi di stranieri, prende corpo una spesso mal celata “caccia allo straniero”, colpito da una presunzione di criminalità, visto come potenziale spacciatore, stupratore, violento, e, insieme ai suoi compagni, vero e proprio invasore.
Scorrono in televisione le significative immagini che giungono dall’Albania dove pochi immigrati vengono scortati da un dispiegamento di forze e di militari degno, appunto, dei peggiori gangster.
Gli episodi luttuosi accaduti a Tricase, a casa nostra, hanno suscitato grande dolore nell’intera comunità. Ed è questo l’aspetto positivo che deve essere valorizzato. Sono prova di una cultura che vede nell’accoglienza un valore, come le nostre popolazioni dimostrarono in occasione degli sbarchi dall’Albania nei primi anni Novanta.
La questione posta dalla morte dei due giovani non è quella di regolamentare i flussi, ma di interrogarsi sulla “qualità” dell’accoglienza.
Non basta dare cibo e un alloggio, ma occorre porsi la domanda su quale integrazione e su quale inclusione.
Il giovane ivoriano non conosceva le insidie del mare ed è annegato; il giovane bengalese, da poco giunto in Italia, non conosceva i pericoli della strada ed è stato travolto da un’auto.
Certo, il mare nasconde insidie e richiede esperienza e viaggiare in bici o su un monopattino di sera su una strada non illuminata è quanto mai inopportuno in mancanza di illuminazione, ma la questione è un’altra: quali nozioni e quali informazioni abbiamo trasferito a chi arriva da noi?
La domanda -mi rendo conto- pretende troppo, eppure non possiamo evitarla.
Se è da apprezzare e ringraziare chi accoglie, si impone una attenzione diversa se si vuole fare integrazione e se si vuole evitare di dover rattristarsi per la fine tragica di due giovani che, dopo aver superato imprese disumane per giungere in Italia e fuggire da prospettive di morte, poi, la morte la trovano qui, da noi, nella “terra sognata”.
Il Partito Democratico di Tricase ha organizzato per domani venerdì 15 novembre – ore 18 – Scuderie di Palazzo Gallone un pomeriggio di dibattito sul tema “𝗣𝗮𝗲𝘀𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 è 𝗙𝘂𝘁𝘂𝗿𝗼: 𝗱𝗮𝗹𝗹’𝗘𝘂𝗿𝗼𝗽𝗮, 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗼𝘀𝘁𝗲 𝗲 𝘀𝗼𝗹𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗿𝗶𝗹𝗮𝗻𝗰𝗶𝗼 𝗲 𝗹𝗮 𝘁𝘂𝘁𝗲𝗹𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗮𝘁𝗿𝗶𝗺𝗼𝗻𝗶𝗼 𝗻𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮𝗹𝗲 𝗲 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗦𝘂𝗱 𝗦𝗮𝗹𝗲𝗻𝘁𝗼”
Un territorio messo a dura prova a causa di problemi legati ai cambiamenti climatici, alla scarsità d’acqua, alla xylella e alla forza devastante del fuoco, la consapevolezza di doversi impegnare per il rilancio e la valorizzazione del nostro patrimonio paesaggistico: nasce così 𝗣𝗮𝗲𝘀𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 è 𝗙𝘂𝘁𝘂𝗿𝗼, il primo appuntamento di un cantiere aperto di proposte e soluzioni fortemente voluto dal Partito Democratico Tricase, con l'obiettivo di mettere intorno al tavolo Enti, associazioni e cittadini in un’epoca di grandi sfide ambientali.
Saranno presenti Antonio Decaro (Eurodeputato e Presidente della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo), l'ing. Luisella Guerrieri (già componente del Parco Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase) e il dott. Antonio Ciriolo (Presidente del locale GAL Capo di Leuca), che con le loro competenze arricchiranno il confronto sulle questioni dell'iniziativa.
“Vogliamo che Paesaggio è Futuro sia 𝘂𝗻𝗮 𝗽𝗶𝗮𝘁𝘁𝗮𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮 𝗱𝗶 𝗶𝗱𝗲𝗲, 𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗲 𝗰𝗼𝗹𝗹𝗮𝗯𝗼𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗰𝗼𝗻 𝗹’𝗼𝗯𝗶𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗴𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗽𝗮𝗲𝘀𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗿𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗲𝗰𝗼𝗻𝗼𝗺𝗶𝗰𝗼 𝗲 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲, 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝗻𝗱𝗼 𝘃𝗮𝗹𝗼𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼 𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗲 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗳𝘂𝘁𝘂𝗿𝗲
L'invito è rivolto a tutti coloro che credono nella sostenibilità e nei processi condivisi: è il momento di unirsi a noi, in questo viaggio di scoperta e di sfida al futuro”
di Pino GRECO
Un fotogramma di un video con un gatto rinchiuso ingabbia ha dato il via alle indagini: scene raccapriccianti in mano agli inquirenti che sono al lavoro per far luce sull’episodio denunciato da alcuni animalisti, secondo cui, un pensionato di Lucugnano avrebbe, teso delle trappole a dei gattini, per catturarli prima e ucciderli poi.
Ipotesi al vaglio degli agenti di Nucleo di Polizia Giudiziaria delle Guardie Zoofile Agriambiente Lecce, guidate da vice coordinatore Pierluigi Trovatello. “Dopo la cattura, sembra che uccidesse i gatti impiccandoli”. “Lo scorso giugno ricorda Trovatello - abbiamo ricevuto le prime segnalazioni da diversi cittadini di Lucugnano sulle molteplici sparizioni dei felini. Abbiamo quindi avviato le indagini e i sopraluoghi per far luce sulla vicenda”.
L’ipotesi di reato è quella di maltrattamenti e uccisione di animali.
L’uomo , secondo quanto ricostruito dalle indagini, avrebbe utilizzato una gabbia trappola piazzandola nel proprio giardino, con il fine di attirare i gatti, usando come esca del cibo posizionato all’interno della trappola stessa. Una volta che i gattini rimanevano intrappolati, venivano avvolti con una corda intorno al collo per essere strangolati.
Preoccupazione sulla vicenda arriva anche dal mondo medico con le parole del veterinario Tony Forte: “Se dovesse essere vero , provo profondo dolore e preoccupazione per l’accaduto nell’apprendere una notizia del genere. Tale episodio male rappresenta il territorio pienamente impegnato, sia mediante il pubblico servizio che con le innumerevoli associazione di volontariato, nella tutela del benessere e dei diritti degli animali”.
A proposito dei semafori sulla “ Cosimina”
di Alfredo SANAPO
Quante volte ci è capitato di fare un disegno, di sbagliare più volte, di cancellare e rifarlo altrettante? Oppure correggere gli errori di un testo scritto con il famoso bianchetto? Il risultato, anche il più apprezzabile, presentava delle "cicatrici": gli aloni scuri sul foglio dell'album o gli "intonaci" sul tema.
Allo stesso modo una strada, pensata per fungere da tangenziale, quale la "Cosimina" per Tricase, e progettata da professionali (si spera) tecnici della Provincia, prima di essere realizzata, avrebbe dovuto essere "controllata" in fase progettuale per verificarne l'efficienza e l'utilità. Se le migliorie fossero state riportate sulla carta del progetto, magari l'effetto sarebbe stato solo un alone scuro. Ma siccome sono state fatte direttamente a opera finita, si sono compiuti alcuni pasticci difficilmente rimediabili.
Ne risulta una tangenziale - nella quale è prevedibile si possano raggiungere alte velocità - con vie di fuga brevissime se non inesistenti a livello degli svincoli, con poca illuminazione e, in alcuni tratti, con carreggiata stretta. Oppure goffamente si verifica che si possa contemplare di recarsi a Marina Serra in direzione Sud, ma non in direzione Nord, costringendo gli automobilisti a prendere lo svincolo successivo per Tricase Porto e poi la litoranea in direzione Sud: senza contare i pigri e gli amanti del mare che, in alternativa, si cimentano in manovre pirata che prevedono azzardate invasioni di corsia e brevi inversioni di marcia.
Le criticità in termini di praticità e sicurezza della "Cosimina" esistono da quando è stata aperta al traffico. E, mentre tutta Europa si regola a favorire a scapito dei semafori le rotonde, in virtù di un minore impatto ambientale e paesaggistico e sperimentalmente più sicure nelle strade extraurbane, la Provincia, tramite l'impegno del consigliere con delega ai Lavori Pubblici ing. Ippazio Morciano, qualche giorno fa ha pensato di dotare la tangenziale di due impianti semaforici da installare allo scopo di aumentare gli standard di sicurezza (Lecce Prima, 28/10/2024). Un impianto singolo è destinato a livello dell'intersezione con via Malpighi presso cui di recente ha trovato la morte una coppia di fidanzati: in questo caso, con tutto il rispetto per le vittime, credo che la scelta sia più dettata dall'onda emotiva che dall'effettivo buon senso che consiglierebbe una fattibile rotonda. L'altro impianto, doppio, riguarderà gli incroci con via Dalla Chiesa e via Salvo d'Acquisto per servire solo un campo di calcetto e un'autocarrozzeria.
Tuttavia, al sottoscritto risulta che, in passato, all'altezza del Cimitero (ironia della sorte!), vi era un semaforo tolto proprio perché causava numerosi sinistri. Forse questi semafori arriveranno incartati in pacco regalo con tanto di fiocco. Ed insieme a loro arriveremo altre spese. Una immediata relativa alla installazione degli stessi, una a medio termine legata al pagamento di bollette della luce e l'altra a lungo termine inerente la manutenzione: ma tanto paga Pantalone! Pertanto, non essendo sicuro del vantaggio dell'intervento, suggerirei all'Amministrazione Comunale di non scartare il regalo e di rispedirlo al mittente con tassa a carico del destinatario. E magari farci recapitare per Natale un paio di autovelox.
Un plauso particolare merita, questa settimana, l’iniziativa della associazione Clean Up di Tricase che domenica scorsa ha ripulito Tricase Porto dai rifiuti gettati sulla scogliera. “Un’onda travolgente di volontari -scrivono sulla pagina Facebook- che
dalla Rotonda, passando per la spiaggetta fino a Punta Cannone, hanno ripulito della spazzatura il nostro amato Porto”.
L’Associazione tricasina ha voluto ringraziare Udicon – Sede Provinciale di Lecce per averli invitati a collaborare a quella iniziativa.
E noi ringraziamo Clean Up per aver dato un contributo serio e fattivo alla pulizia della Marina, nella speranza che serva da lezione a chi, irresponsabilmente, la sporca.
di Alessandro DISTANTE
Torna la manifestazione “Vintage. Vicoli in festa”, una iniziativa presa dal Comune di Tricase per valorizzare la tradizionale festa salentina di San Martino.
La manifestazione è alla seconda edizione e viene realizzata con il supporto di un finanziamento (ad una parte della manifestazione) da parte del Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale ed Ambientale della regione Puglia.
Ottima l’iniziativa, anche perché serve a spalmare su un periodo autunnale, solitamente avaro di occasioni, richiami turistici al di là della congestione del periodo estivo.
Tricase, dopo le manifestazioni dell’estate, può trovare in questa manifestazione un punto di collegamento per giungere poi alle iniziative legate al periodo natalizio che vede nel Presepe vivente la principale fonte di attrattività turistica.
Un modo importante per allungare la stagione, perché è notorio che se la manifestazione attrae, porta a Tricase visitatori e turisti da fuori i quali, venendo a Tricase, non possono non fermarsi anche per mangiare o bere qualcosa e magari fare anche shopping.
Insomma un modo come un altro anche per dare una mano all’economia locale.
Il punto è che le manifestazioni acquistano rilevanza e forza di attrazione se vengono ripetute negli anni, magari migliorando in qualità grazie all’esperienza degli anni precedenti.
Il vizio di questa nostra Città è che molte iniziative sono durate lo spazio di un’amministrazione. Per tutte ed a titolo di esempio: per due anni siamo stati capaci di organizzare ed ospitare Tricase Comics, un’iniziativa che a Lucca attira, da anni, migliaia di visitatori da tutta Italia ed anche dall’estero. Chissà se Tricase Comics avrebbe potuto fare altrettanto.
Purtroppo finita l’Amministrazione Musarò che promosse ed organizzò le due edizioni, quella manifestazione venne abbandonata dalla successiva Amministrazione.
Accade poi che alcune manifestazioni non riescono a replicarsi per il venir meno del finanziamento pubblico. Anche in questo caso se, ad esempio, è la Regione a dare un contributo, niente di più facile che il cambio di un assessore possa determinare la fine del canale di finanziamento e con questo la fine della manifestazione.
Insomma le potenzialità ci sono tutte; sta poi alla Città crederci fino in fondo.
Se un’iniziativa è valida merita di essere portata avanti a prescindere da chi possa rivendicarne la paternità.
Ed allora ben venga “Vintage”, a condizione che non diventi una manifestazione che come un capo di abbigliamento vintage testimoni lo stile di un’epoca passata.
di Alessandro DISTANTE
Volendo leggere più in profondità quanto accaduto in queste ultime settimane per la vicenda della variante urbanistica necessaria per realizzare il nuovo accesso al Pronto Soccorso e la Piastra dell’Ospedale Panico vengono in evidenza alcune questioni latu sensu politiche.
A prendere posizione, decisamente a favore, è stata la CISL Funzione Pubblica Provincia di Lecce; in disparte la confusione di ruoli tra un sindacato e una questione urbanistica (e solo in secondo piano sanitaria e quindi occupazionale), rimane il fatto, indubbiamente positivo, che ci sia stato un pronunciamento nel merito.
La politica, quella strictu sensu, invece è silente.
Ed infatti, dopo commissioni e riunioni, quando sembrava tutto fatto, è venuto fuori un nulla di fatto e un rinvio (invero alquanto atipico) del Consiglio comunale che avrebbe dovuto decidere.
Il tutto è avvenuto senza che alcuno degli “attori” abbia preso posizione. Ad oggi non è dato sapere se i Consiglieri comunali sono a favore oppure contro. Le minoranze si nascondono dietro un dito, lamentandosi del metodo, e così parlano di incompletezza di informazioni e di vizi procedimentali senza esprimere un giudizio di merito sulla variante urbanistica. La maggioranza si nasconde dietro il dito delle minoranze e decide di rinviare in attesa di trovare il consenso anche delle minoranze!
Eppure il progetto è conosciuto o, comunque, è conoscibile, al punto che i cittadini lo hanno visto e valutato e quelli più coraggiosi hanno anche detto qualcosa; addirittura c’è chi ha proposto una soluzione alternativa.
Ed allora: è mai possibile che i Consiglieri -che hanno libero accesso a tutte le informazioni- non riescono a dire la loro sulla variante urbanistica? Insomma: sono favorevoli o contrari?
Il vero punto, questa volta culturale, va oltre le rappresentanze partitiche e le forze presenti in Consiglio; queste sono espressione della Città dove sembra perdurare la vecchia logica del “meglio non dire, meglio non esporsi”, perché -come dice qualcuno- “comunque te sciudicane, sia ca la dici bona, sia ca la dici fiacca”.
Del resto, quando alcune formazioni politiche ed alcuni Consiglieri (della minoranza) hanno, nel recente passato, provato ad animare il dibattito cittadino, come hanno fatto con un’assemblea pubblica sui lavori nel Centro storico, la risposta dei cittadini, più o meno direttamente interessati, è stata pari pressoché allo zero.
Ed allora la questione, di fondo, è ancora un’altra: non è per caso che il tutti zitti conviene a tutti?
Ma questa è politica? O, meglio, questa è cittadinanza?
Rispondendo ad una interrogazione presentata in Consiglio dai consiglieri Carità, Ciardo e Baglivo, il Sindaco De Donno ha riassunto la situazione degli alloggi di edilizi popolare. Trattasi di alloggi di proprietà di Arca Sud, ente pubblico regionale che gestisce il settore. Gli alloggi residenziali presenti in Tricase sono complessivamente 183, di cui 160 sono assegnati.
“Di questi -ha precisato il Sindaco- 11 sono occupati abusivamente ed un alloggio è in via di assegnazione”.
Il dato più rilevante è quello sulle richieste di alloggio pervenute: “E’ vero che le richieste sono tante, ma ricordiamo che ci sono i bandi che devono andare in scadenza, prima di poterne fare altri e prima di poterne fare altri dobbiamo avere disponibilità di alloggi”.
In buona sostanza: a fronte delle numerose richieste abitative, la “macchina” è inceppata: manca la disponibilità di alloggi.
Tra l’altro -ha proseguito il Sindaco- “ci sono alcuni alloggi che non sono in condizione di essere concessi, circa 7-8, perché sono in condizioni precarie”.
Al riguardo, un altro dato fa riflettere: “Arca Sud si è impegnata più volte a reperire i fondi per ristrutturali. Tra l’altro avevamo anche provato una procedura perché venissero assegnati tramite il Comune, in modo da poterci mettere mano noi e provvedere ad istanze di emergenza. Anche Caritas aveva fatto questa richiesta, ma purtroppo le procedure non lo permettono”.
Ancora una volta, un sistema bloccato: gli alloggi astrattamente a disposizione sono pochi; quelli in concreto assegnabili sono ancora di meno anche perché alcuni non sono agibili e necessitano di interventi di ristrutturazione per i quali non ci sono i fondi; le domande sono tante; i bandi per la individuazione dei beneficiari sono bloccati, sia perché ancora validi quelli vecchi sia, soprattutto, perché non ci sono alloggi assegnabili.
Un quadro allarmante e reso ancor più drammatico da un altro fenomeno: l’occupazione abusiva di alcuni alloggi. “Tutte le procedure sono state espletate -ha spiegato il Sindaco-, cioè, per quello che noi possiamo fare, oltre le segnalazioni alle Autorità di pubblica sicurezza, quando ne abbiamo immediata contezza, come è accaduto in un alloggio che si è liberato ed in tempo reale in tempi recenti è stato occupato. Ma in molti di questi casi ci sono figli minori, per cui si presume che nulla accadrà, così come è successo nel passato”.
E sull’occupazione abusiva il Sindaco, rispondendo ad un intervento del consigliere Carità, ha ricordato che proprio per evitare l’occupazione prima della consegna di un alloggio assegnato all’avente diritto si sono dovute montare porte con l’allarme: “uno stratagemma che è costato qualche decina di migliaia di euro ma che ha evitato il fenomeno dell’occupazione abusiva”.
Il fatto è punto, come ha sottolineato il Sindaco, “che anche gli occupanti sono, benchè fuori dalla legge, famiglie in difficoltà”. Insomma un dramma nel dramma, una guerra tra poveri!
Al termine della risposta alla interrogazione, il Sindaco ha prospettato una ipotesi di lavoro così portando alla luce un’ulteriore problematica: “Forse dovremmo porci l’obiettivo di guardare ad un nuovo Piano di edilizia residenziale pubblica, soprattutto per quanto riguarda le famiglie con monocomponente. Purtroppo ci sono molte persone che sono rimaste da sole, che non possono avere alloggio nei nostri appartamenti perché sono superiori a 45 metri quadri” che vengono assegnati a nuclei familiari con molti figli. La Legge regionale, infatti, attribuisce maggiore punteggio a chi ha più figli e stabilisce un rapporto tra dimensioni dell’alloggio e composizione del nucleo familiare. Ma i nuovi poveri, e cioè le persone sole che non hanno casa, potranno mai aspirare ad averla se non si pensa alla realizzazione di soluzioni che consentano anche l’assegnazione e, prima ancora, se non si costruiscono mini alloggi?
Insomma un quadro complesso ed allarmante, che evidenzia un disagio sociale, una difficoltà -se non impossibilità- di risposta, tra ritardi ed abusi pubblici e privati.
A.D.