di Cosimo RIZZO
Una delle richieste più comuni da parte dei lettori riguarda i requisiti di partecipazione alle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Approfondiremo quindi i ruoli e i benefici specifici delle tre figure fondamentali che contribuiscono al funzionamento e al successo di una CER: i produttori, i consumatori e i prosumer.
I produttori sono soggetti privati, aziende o enti che generano energia da fonti rinnovabili come impianti fotovoltaici, turbine eoliche, impianti idroelettrici o biomasse. Tali soggetti immettono l'energia prodotta nella rete della comunità contribuendo all'approvvigionamento energetico locale. I produttori possono ottenere ricavi dalla cessione dell'energia prodotta alla comunità e/o alla rete elettrica nazionale.
I consumatori, o consumer, sono membri della comunità che utilizzano l'energia fornita dalla CER per le loro esigenze quotidiane. Possono partecipare attivamente alle decisioni della comunità, anche se non producono energia direttamente e possono usufruire di un contributo sull’energia consumata e prodotta dai membri della comunità.
I prosumer, una combinazione di "producer" e "consumer", sono membri della comunità che producono e consumano energia rinnovabile. Possono essere soggetti privati, aziende o enti. Producono energia attraverso impianti personali (come fotovoltaici o eolici) e consumano parte di questa energia per le proprie esigenze. L'energia in eccesso prodotta viene immessa nella rete della comunità, contribuendo all'approvvigionamento energetico comune. Possono coprire una parte significativa delle proprie esigenze energetiche con la produzione autonoma e ricevono un contributo sull’energia condivisa.
Per entrare a far parte di una CER, è necessario identificarsi in una delle figure sopra descritte. E’ possibile aderire come semplice consumatore o consumer, senza aver installato un impianto fotovoltaico e decidere di installarlo successivamente. In qualità di membro di una CER, si può usufruire di un contributo a fondo perduto del 40% riservato agli impianti installati nei territori comunali con popolazione inferiore ai 5000 abitanti, sia che tu appartenga ad un soggetto privato, ente o impresa. Le Comunità Energetiche Rinnovabili attive nel nostro territorio sono già diverse. Parlo in qualità di Presidente di una CER operante nella zona di Lecce e come Referente per una nuova CER in fase di costituzione, composta da un gruppo di imprenditori e professionisti locali che lavorano da tempo per renderla attiva nei prossimi mesi nel territorio del basso Salento. Per maggiori informazioni, non esitate a contattarci.
Informazione professionale – cell. 39 349 1678196 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
In tutta Italia si sta costituendo il Comitato cittadino per il Referendum sull’Autonomia Differenziata. Anche a Tricase, vista la tradizione di essere sempre in prima fila a difesa della Nostra Costituzione, dovremo iniziare al più presto a costituirci in un Comitato per la raccolta della firme.
L’intento del Comitato sarà quello di aprire alla partecipazione i singoli cittadini, le associazioni e nonché i gruppi politici con l’intento di raccogliere entro il 30 settembre le firme per indire il Referendum abrogativo della legge Calderoli sull’autonomia differenziata, una legge che conferisce alle Regioni, che chiedono l’autonomia differenziata, una vasta quantità di competenze, tagliando fuori lo Stato, su materie fondamentali fra cui la sanità, la scuola, le grandi infrastrutture, la tutela dell’ambiente, la politica energetica.
Le conseguenze per il paese saranno disastrose, con l’allargamento dei divari economici e sociali già esistenti; con diritti maggiori o minori per i cittadini a seconda della Regione di residenza; con diversi sistemi sanitari, alcuni molto finanziati e altri molto meno; con la scuola pubblica cancellata e sostituita da sistemi scolastici regionali con programmi, risorse e servizi differenziati; su tutto il rischio della progressiva privatizzazione dei servizi pubblici e il ridimensionamento delle tutele dello stato verso le realtà territoriali più deboli.
Tutto ciò in palese contrasto con i principi fondamentali della nostra Costituzione la quale sancisce che “la Repubblica è una e indivisibile”, persegue l’eguaglianza dei cittadini, impone il dovere inderogabile della solidarietà.
Il Comitato cittadino per il Referendum dovrà invitare i cittadini di Tricase a mobilitarsi a sostegno della raccolta di firme: presso i tavoli pubblici organizzati dal Comitato, presso gli uffici comunali preposti e online con Spid.
Premesso questo come SI vi invitiamo a unirci nella costituzione del Comitato in una prima riunione da concordare.
Sinistra Italiana Tricase
Il Segretario Cittadino - Sergio Fracasso
FEDERAZIONE AUTISTI SOCCORRITORI ITALIANI
Gavuglio Simona Nomina referente provinciale - Lecce
Benevento, 19 luglio 2024
La FASI – Federazione Autisti Soccorritori Italiani, 1° Sindacato di Categoria rivolto agli autisti soccorritori e al personale dell’emergenza sanitaria, nell’ottica di organizzazione territoriale, volta alla tutela e rappresentanza di tutti i lavoratori del comparto emergenziale nel federato Gavuglio Simona il proprio referente per la Provincia di Lecce.
Simoma Gavuglio
Questa la dichiarazione del presidente Coppola Claudio: “Dalla nascita del Sindacato sino ad oggi abbiamo ottenuto il sostegno e il pieno appoggio di numerosi lavoratori del settore emergenziale, in primis da parte degli autisti soccorritori, poiché il nostro operato serio e concreto, è volto a dare rappresentanza, in prima battuta a quella categoria di lavoratori che per troppi anni è stata bistratta e poche volte tutelata. La nostra gratificazione è essere riusciti a trasmettere in modo chiaro, limpido e diretto il nostro obiettivo e i motivi che ci hanno spinto a fare nascere la FASI, la giusta causa e il buon operato fatto fino ora ci hanno permesso di farci conoscere in poco tempo su tutto il territorio nazionale e riuscire ad avere dei validi referenti in varie parti dell’Italia. Il nostro impegno è volto a diffondere le principali motivazioni che ci hanno spinto a fondare la Federazione in modo da poter ricevere il sostegno di tanti altri operatori che, così come Simona, alla quale diamo ancora una volta il benvenuto augurandole buon lavoro, possano aiutarci a ramificare su tutto il territorio il Sindacato, al fine di creare la giusta e doverosa attenzione al nostro obiettivo” .
Il Presidente Claudio Coppola
Oggi - martedì 30 luglio 2024 ore 20.30 nell’atrio di Palazzo Gallone sarà presentato (saluti del sindaco Antonio De Donno, relatori Caterina Scarascia e Alfredo De Giuseppe) il volume: TRICASE TRA SATIRA E DENUCIA (pagine 183 costo € 6,00) la Città di fine XX sec. raccontata attraverso vignette e fotocronache, con autori Rodolfo Fracasso ed Enzo Ferramosca.
Ne sono protagonisti, tra gli altri, uomini politici locali (Cesare Lia, Vittorio Serrano, Alfredo Codacci Pisanelli, Gianni Zocco, Angelo De Carlo, Giuseppe Codacci Pisanelli, serena Jazzetti, Salvatore Cacciatore, Giuseppe Giacovazzo, Luigi Ecclesia, Antonio Coppola, Andrea Sodero) e nazionali (Craxi, De Mita, Claudio Vitalone, Occhetto, Acquaviva) dalle elezioni 1983 a quelle del 1993 passando per le elezioni 1987 che a Tricase videro quei personaggi famosi.
Si possono interpretare con leggerezza, pur senza rischiare la superficialità, anche i periodi più travagliati di una comunità. Aggiunge Fracasso nella sua prefazione: “si tratta della crisi della “civiltà contadina” e dell’agricoltura, ma soprattutto della rappresentatività (anche sotto i colpi di Tangentopoli) dei partiti politici tradizionali, spesso sostituiti da Liste civiche con personaggi autoreferenziali e dalla insufficiente preparazione politica e amministrativa.
La società che cede alle lusinghe della modernità senza autocritica e il potere politico che si aggroviglia in conflitti interni perdendo di vista il bene comune, sotto il bersaglio preferito delle vignette, sapientemente curate dagli autori”.
di Riccardo Distante
Domenica 21 luglio si è tenuta a Tricase Porto la quarta tappa del festival del mare “Porto Rubino”, ideato dal cantautore Renzo Rubino e ormai arrivato alla sesta edizione. Il fine: celebrare l’amore per il mare. Tricase ha ospitato l’ultima tappa del festival dopo Vieste, Giovinazzo e Monopoli. Per l’occasione è stato scelto un palco davvero unico come il caicco Portus Veneris, uno dei simboli di Tricase Porto. L’imbarcazione era ancorata a pochi metri da una delle banchine del porto, di fronte al locale Bolina. Il porto, per l’occasione, è stato reso molto suggestivo da un attento uso di riflettori che, illuminando il mare, hanno creato dei riflessi sulla parete prospiciente l’ingresso del porto.
Otto diversi artisti si sono esibiti sul caicco: Lucio Corsi, Maria Antonietta e Colombre, Marco Castello, Popa, Mace, Populous, Studio Murena, nonché la nota cantautrice Malika Ayane. Numerosa la partecipazione in un contesto reso davvero speciale non solo dalla luce artificiale dei riflettori ma anche da quella naturale della luna piena. Una partecipazione favorita da un servizio di navette garantito dal Comune di Tricase che aveva predisposto la partenza di bus (dalla capienza di 50 posti) a partire da tre punti della città: la zona 167, la zona dell’Ospedale “Cardinale Panico” e la zona del Liceo “Girolamo Comi”, con servizio di trasporto gratuito per persone diversamente abili su richiesta telefonica.
Se all’andata questo servizio ha consentito un regolare e costante afflusso di persone all’evento, complicazioni e disagi si sono registrati al ritorno. A partire dalle 23:30 circa, infatti, centinaia di persone si sono radunate nel punto di raccolta di via Cristoforo Colombo per cercare di salire sulle navette. Purtroppo, l’elevato numero di persone, non disposte in una fila all’interno di uno spazio delimitato da transenne, ha generato molta confusione.
Infatti, si è assistito a scene in cui, con molto nervosismo, le persone non sapevano in quale punto preciso radunarsi per salire sulle navette; non erano in grado di disporsi autonomamente in una fila grossomodo ordinata e spesso si è assistito a casi di persone che spingevano violentemente altre, arrecando anche molto disagio a taluni presenti.
Nel salire sui bus, la situazione ad un certo punto era diventata così insostenibile, che si è data priorità a donne incinte e anziani per evitare che dovessero aspettare troppo una prossima navetta. Le forze dell’ordine e i volontari ivi presenti hanno sicuramente fatto di tutto per cercare di gestire le operazioni di salita a bordo dei mezzi ma, purtroppo, senza poter contare su uno spazio anche solo temporaneamente predisposto ad organizzare in modo più razionale così tante persone.
Oltre a ciò questo rendeva anche pericoloso l’arrivo dei pullman in quanto alcuni dei presenti, nell’ansia di arrivare quanto più vicini possibili alle porte della navetta, si avvicinavano troppo ai bus in movimento che dovevano compiere delle manovre per permettere alle persone di salire.
Sicuramente “Porto Rubino” è stata una manifestazione culturale che ha portato tanto intrattenimento nell’estate tricasina ed è lodevole l’iniziativa del Comune di Tricase di garantire un servizio di bus navetta ma, purtroppo, è da segnalare che nella parte finale della serata, proprio a causa della difficoltà nel gestire l’elevato numero di persone, il rientro a Tricase non è stato del tutto sicuro e organizzato come avrebbe dovuto essere.
di Alessandro DISTANTE
Secondo Corrado Augias (La vita s’impara, 2024) “stiamo attraversando un rivoluzionario passaggio d’epoca” come dimostrano i frequenti e velocissimi cambiamenti su dimensione planetaria.
Dalla carta siamo passati al digitale, dalla lettera al telefono e poi al cellulare, dalle calcolatrici ai computer e quindi alla intelligenza artificiale.
E poi che dire della crisi ecologico-ambientale, delle guerre che stanno mettendo in crisi i tradizionali assetti, delle popolazioni che migrano in cerca di terre migliori e delle intere popolazioni che vengono massacrate e scacciate verso terre straniere?
Ma siamo in Estate ed è tempo di riposo e di divertimento.
Eppure anche lì, e senza andare molto lontano (nello spazio e nel tempo), non possiamo non renderci conto o non toccare con mano cambiamenti epocali che verifichiamo, pur non volendo, ogni giorno.
Faccio un esempio: se andiamo al mare -principale meta delle nostre vacanze- ci tocca constatare che l’acqua, quest’anno e mai come quest’anno, è molto calda. Potrebbe essere anche una novità piacevole; se però poi leggiamo o ascoltiamo che l’innalzarsi della temperatura sta sconvolgendo la fauna marina con la scomparsa di alcune specie e l’arrivo di altre (solitamente nei mari tropicali), ci viene da pensare….
La preoccupazione aumenta quando incappiamo in réportage che proiettano scenari di una costa che rischia di essere sommersa dal crescere del livello del mare inondato da fiumi e da ghiacciai in rapido scioglimento.
Insomma uno scenario preoccupante se non apocalittico.
Anche il mondo della comunicazione –nel quale operiamo- vive cambiamenti che sono radicali; dalla carta stampata si è passati al digitale e dal quotidiano al “minuto per minuto” con le notizie che viaggiano in tempo reale sui social.
Per tenere il passo con gli avvenimenti, che si susseguono a ritmo accelerato, ci si limita, troppo spesso, alla cronaca senza avere il tempo per un approfondimento e quindi senza offrire elementi per una sia pur minima elaborazione culturale.
Si vive, a tutti i livelli, nell’immanente senza prospettive e senza radici, senza passato e senza futuro, senza storia e senza progetti. L’epoca del rizoma diceva qualcuno molti decenni fa.
Ed allora che fare? Per fortuna siamo in estate, tempo di ferie e di vacanze. Ed allora il rimedio (almeno momentaneo) è fermarsi, una pausa, per non essere presi dal fare e sfuggire al vortice nel quale siamo travolti.
Anche per questo il nostro giornale si ferma per un mesetto; un fermo tecnico utile per rifiatare ma anche per ripensare e ripensarsi.
Arrivederci quindi a settembre (il 14); intanto l’augurio di un sano riposo per tutti, un riposo magari condito con occasioni di riflessione che possono venire da serate dove allo spettacolo e al divertimento si associano idee e spunti di seria riflessione. I cartelloni delle estati salentine sono sin troppo ricchi e pieni ed anche quelli sono da prendere con lo spirito giusto della vacanza, per non correre il rischio di essere, ancora una volta, travolti.
L’Estate per fermarsi (almeno per qualche settimana).
Ci riusciremo?
di Alfredo Sanapo
Tempo fa, mentre scrivevo un articolo, mi sono imbattuto in parole dialettali sulle quali avevo dubbi in merito a dizione e significato. Così, ho cercato un ausilio e, tra i tanti glossari e incerti dizionari, ho trovato nella Biblioteca Comunale di Tricase un "Vocabolario dei dialetti salentini" di Gerhard Rohlfs (1892-1986). Era un filologo e glottologo tedesco che si è dedicato alla scoperta dei dialetti calabresi e pugliesi. La prima edizione (1956), tutta tedesca, era costosa, lussuosa e dunque appannaggio dei soli addetti ai lavori e cultori. Dal 1976, la Casa Editrice Congedo ha prodotto un'edizione italiana a costi notevolmente contenuti grazie alla tecnica della stampa fotomeccanica. La consultazione di un dizionario dialettale sembra una pratica obsoleta, ma la nostra questione linguistica è più che mai attuale: benché la diffusione della lingua italiana sia divenuta capillare, nella nostra zona persiste un tenace bilinguismo.
Gerhard Rohlfs
Da questa mia strana lettura, partita dalla consultazione dei tre volumi di questo vocabolario e fattasi interessante per la presenza di prefazioni, introduzioni e compendi sono emersi alcuni aspetti del nostro dialetto per me inediti che qui voglio condividere con i lettori.
Dell'immane lavoro di Rohlfs, frutto di rigorose indagini di campo e lunghissini periodi di permanenza qui da noi, balza agli occhi non solo la miriade di termini del nostro idioma, ma la loro insistente variabilità in zone molto vicine. L'autore fornisce anche una guida fatta di coordinate alfanumeriche (es. Tricase=M9, Castro=N5) a cui associare ogni singolo lemma: una sola variante vocalica implica già qualche chilometro di differenza. Una facilitazione e una piacevolezza nella lettura è garantita da foto e disegni di cui è corredata l'opera.
Nelle prefazioni si fa notare come tutti i dialetti del Salento, griko compreso, pur sembrando lontani hanno non solo radici comuni, ma hanno subìto la stessa evoluzione soprattutto nella grammatica. Pur essendo le etimologie frutto di un melange di latino, greco antico e termini volgari, le sintassi dei nostri dialetti sono molto simili al greco moderno: un fatto sorprendente se si pensa che la nostra terra ha avuto più scambi linguistici con gli Elleni ai tempi della Magna Grecia ché non in periodi successivi.
Questa somiglianza diventa lampante nei tre esempi che di seguito propongo.
1) Mentre la congiunzione "che" in italiano e greco antico ha una sola forma, nel nostro dialetto due il "ca" e il "cu" esattamente come il greco moderno.
2) L'assenza di congiuntivo e condizionale, sia nel dialetto salentino ché nell'attuale greco, costringe a formulare il periodo ipotetico utilizzando l'imperfetto sia nella principale sia nella secondaria introdotta dal "ci" (es. ci sapìa, facìa cusì).
3) La caratteristica più evidente è l'assenza del tempo futuro cosa contestuale a dialetto, griko e greco moderno: esso è reso da avverbi di tempo "crai", "dopu" e "poi" seguiti dal presente semplice o progressivo (es. crai sciamu a Lecce; dopu sta ddumamu lu focu). Un retaggio sicuramente non esente dagli influssi saraceni visto che nella lingua araba il futuro viene reso anteponendo una particella ad un tempo verbale curiosamente chiamato "non-passato".
Suona quanto mai strano come, nella nostra epoca nella quale ci affanniamo a partorire idee (peraltro mai a lungo termine) a favore di uno sviluppo per gli anni venturi, e nonostante le promesse elettorali che ci siamo sentite rifilarci non molto tempo fa per un roseo avvenire, non abbiamo speranze in quanto, comunque vada, il "Salentino" non ha...futuro.
di Pino GRECO
Tricase- Che emozione! Elisabetta D’Amico, due volte prima in classifica negli Stati Uniti d’America. Lo scorso 29 giugno nella Città di Hershey sono stati assegnati due premi nel campo dell'inchiostrazione nel fumetto statunitense alla tricasina Elisabetta D’Amico (classe 91).
Vale a dire: Premio più adattabile: artista che mostra un'eccezionale versatilità nello stile dell'inchiostro rispetto ad altri artisti a matita: Prima classificata, Elisabetta D’Amico: Daredevil, Venom Annual [Marvel].
Il secondo riconoscimento è il Premio Props: artista dell'inchiostro che merita maggiore attenzione per il proprio lavoro rispetto ad altri artisti della matita: Prima classificata, Elisabetta D’Amico: Daredevil, Venom Annual [Marvel].Questa è la seconda volta che Elisabetta vince in questa categoria dopo aver già vinto un trofeo nel 2019.
Elisabetta: “Ciao a tutti, come state? Spero che ti divertirai qui a Hershey! È davvero un onore essere qui con tutti voi e volevo ringraziare Bob, Joe, il suo staff e Ken per aver reso tutto questo possibile e per aver permesso a mio padre di essere qui. Grazie mille per tutto quello che hai fatto! Un ringraziamento speciale a mio padre per essere qui con me, spero che tu e tutta la mia famiglia siate orgogliosi di me. Tornando a questi premi, non ho parole. Ancora non ci credo. Questi premi segnano un momento molto importante per me e per la mia carriera. Mi piace dire che noi inchiostratori siamo come l'acqua. Non so se i miei colleghi la pensano come me, ma penso che non esista un’analogia migliore. Ci adattiamo perfettamente alla matita che abbiamo, ma non perdiamo mai la nostra essenza, proprio come l'acqua. È un onore ricevere questi premi e sapere che il mio inchiostro può fare la differenza, sapere che la mia essenza si fa sentire nonostante tutto, mi rende orgoglioso del percorso che ho intrapreso e del mio lavoro."
L’attore di punta della fiction Mare fuori Matteo Paolillo, le parole graffianti di Cristiano Godano (leader dei Marlene Kuntz, ndr) e la scrittura poetica di Maria Grazia Calandrone: a Tricase e Tiggiano si prepara a tornare Duerive, il festival delle storie che si appresta alla sua terza edizione con nomi e luoghi iconici.
Si parte la sera del 26 luglio dalle 20 a Lucugnano dove, presso Palazzo Comi, Maria Francesca Benvenuto (Amore Assaje, Mondadori), Giulia Della Cioppa (Ventre, Alter Ego), Deborah D’Addetta (Maleuforia , Giulio Perrone Editore) saranno chiamate a dialogare di esordi con lo scrittore Mattia Insolia, nell’ambito del cantiere esordi. A seguire Marco Amerighi (curatore editoriale di Book Pride) e Mario Carparelli (docente di filosofia), in un evento titolato “tuffarsi”, dialogherà con Cristiano Godano (leader dei Marlene Kuntz) del suo ultimo libro, Il suono della rabbia (Il Saggiatore).
Il 27 luglio poi, ancora dalle 20, in piazza Don Tonino Bello l’artista Redi Hasa riceverà la prima edizione del premio Duerive Qui Salento a testimonianza dell’orgoglio portato al Salento con la sua arte. Successivamente sarà il momento di festeggiare i trent’anni in mare della casa editrice minimum fax, realtà indipendente che ha lanciato autori come Cognetti, Rapino e Lagioia.
Il 28, infine, a Torre Nasparo, ancora dalle 20, il gran finale: la scrittrice Maria Grazia Calandrone (Magnifico e tremendo stava l’amore, Einaudi) e poi Matteo Paolillo, noto volto della fiction Mare Fuori e in libreria con 2045 (Solferino) prima di chiudere il sipario con DueriveOFF, momento di festa voluto per celebrare il Mediterraneo, i suoi talenti e le opportunità della grande narrativa italiana in compagnia di Graziano Orlando e del progetto "About Ape", vibrante iniziativa musicale cresciuta all’interno del progetto di valorizzazione del territorio “Ape in Funky Garage”.
Sotto la direzione dello scrittore salentino Graziano Gala e dell’esperto Emanuele Bosso, coadiuvati dal lavoro associativo preziossisimo di una associazione nata per dare maggiore forza alla rassegna (formata da Andrea Ciardo, Serena Colazzo, Andrea Di Paola ed Enza Zocco), con l’ausilio fondamentale di enti che hanno contribuito alla realizzazione di questa terza edizione del festival, a partire da Regione Puglia, Comune di Tricase e Associazione Tina Lambrini – Palazzo Comi, già partner nelle precedenti edizioni, a cui si sono aggiunti il Polo Biblio-Museale di Lecce, Unione dei Comuni Terra di Leuca, Associazione Pro Loco Tricase e Comune di Tiggiano la rassegna promette anche quest’anno di deliziare locali e turisti portando in Salento il meglio della letteratura e dello spettacolo nostrano.
Viale Stazione…
Alla faccia del divieto e dei pedoni…
di Giuseppe R. PANICO
Dall’alto della nostra costa, lo sguardo spazia a Levante su un ben ampio orizzonte e ci offre spesso l’immagine di navi grandi e piccole in transito nel “choke point” del Canale d’Otranto. Alimentano una economia, nazionale e mondiale, basata principalmente sul trasporto via mare.
Navi anche passeggeri che, sempre più numerose, offrono in navigazione benessere e relax vacanziero e, nei porti di sosta, nuove conoscenze e culture. Ma quando all’orizzonte si profila una grande nave, mossa non certo da immensi motori, come su moderne gigantesche porta-container, ma da grandi vele su ben cinque altissimi alberi, subentrano curiosità e riflessioni. Quella nave non era il noto Vespucci, la nave a vela più bella del mondo, che, in questi giorni, sta solcando le onde dell’Oceano Pacifico, per portare ovunque una delle più positive immagini d’Italia e della Marina Militare, ora ben più fortemente impegnata nella difficile situazione geopolitica.
Come anche dei tanti giovani cadetti/e che, attraverso l’Accademia Navale, hanno scelto la Marina come proprio futuro e, come da Costituzione, la Difesa della Patria per missione. “Mens Sana”, attraverso l’intensivo studio a bordo, in “Corpore Sano”, attraverso il continuo impegno fisico, e altre conoscenze e culture nel relazionarsi, nei porti di sosta, con comunità ed organismi stranieri, è un tradizionale modello formativo, non da tutti superato. Esteso da tempo all’universo femminile, vede oggi anche donne al Comando di nostre prestigiose navi militari. Al largo di Tricase, giorni scorsi, era invece il maestoso “Royal Clipper”; un grande, moderno, gioello del mare, nato come nave per passeggeri e vacanzieri di alta fascia, spinto dalle tante sue vele. Vele manovrate non più da forti braccia, come sui veloci Clipper di un tempo, ma da un sapiente legame, fra scienza, tecnologia e natura, al servizio della economia turistica e di nuove forme di lavoro.
Quasi una riscoperta, come trasporto marittimo, del vento e della vela, confinate da tempo al solo mondo sportivo. Un legame con un passato, non certo irrigidito e improduttivo, nella sola dimensione storica e museale, ma motivo di innovazione e progresso. Riflessione ben valida anche per comuni costieri, come Tricase ove la “Valorizzazione delle Marine”, decantata da decenni in salsa politica, si rivela ogni estate quasi una beffa, utile a pochi e a danno dei tanti. Se lo sguardo, oltre che sull’ orizzonte, si soffermasse sulla nostra linea costiera e turistico-balneare, di certo non sarebbero solo turisti e bagnanti ad evidenziare pochezze e trascuratezze.
A volte sembra che un più decoroso e funzionale assetto estivo della costa, e, in particolare, dei già esistenti accessi al mare, non sia, anche per il silenzio-assenzo della minoranza, un dovere tecnico-amministrativo della maggioranza a palazzo. Tratti di litoranea e vie verso il mare invase da sterpaglie, torri costiere (e non solo) risanate… “a puntate”, non con la velocità e la rotta degli antichi vascelli a vela tipo Clipper ma con quelle di una lumaca zoppa e senza bussola.
Ne derivano disagi e costi ben più alti, dovuti al mantenimento in opera e per anni, di costose impalcature (come per la Torre del Sasso). Marina Serra poi con discese a mare pericolose o poco agibili (Acquaviva, Piscina, Lavaturo, etc.) e rischio infortuni. Come anche al porticciolo, abbandonato da anni a sé stesso, privato di identità nautica e/o balneare e diventato una seconda, ma innaturale ed illegale, piscina. Piscine che, sempre più sovraffollate, diventano spesso insalubri per scarso ricambio naturale di acqua.
Bagnanti quasi sempre in piedi e di poche pretese, confinati nel poco igienico fresco di tali acque anche per carenza di tranquille discese fronte-mare lungo il resto delle nostre pregevoli basse scogliere. Incuria anche al “Lavaturo”, un tempo ben tenuto accesso al mare per “igienizzare” pecore e capre ed ora impervio per gli umani bagnanti, visto il crearsi naturale di una nuova maleodorante “piscinetta” e per scalini e passaggi prossimi al crollo. Ci si chiede a volte come mai, in altre località balneari, si riesca a fare, e per tempo, ben più manutenzioni e predisposizioni.
“Nui simu fatti cusi”, si dice a volte in piazza, restii al cambiamento e “lieti” di sborsare, quest’anno circa mille euro al giorno di soldi pubblici per trasporto gratuito al mare, viaggiando su nuovi costosi ed a volte superflui asfalti stradali, e tanti altri fondi per brevi serate di concerti, spettacoli ed eventi, ma non per durevoli manutenzioni e funzionalità balneari.
E così, i vacanzieri da “Royal Clipper”, ci guardano perplessi e rimangono lontani. Altri, con meno risorse, e gli stessi paesani vanno al mare altrove, la povertà locale aumenta e, con questa, la fuga dei nostri giovani, dei nostri risparmi e delle nostre pluridecennali speranze verso il mare.