Tricase, 5 ottobre 2023

Perché alcune zone della Città sono al buio?

Lampioni spenti per le vie della Città. Un problema, quello di un’illuminazione pubblica inefficiente, che a macchia di leopardo è stato ravvisato in più zone.

I cittadini, qualcuno infuriato…chiede spiegazioni.

Risponde il sempre “operativo” consigliere comunale di maggioranza Rocco Martella:

L’impianti sono vetusti in molti casi i quadri di comando si trovano nelle cabine Enel dove per poter intervenire bisogna contattare Enel distribuzione - e i tempi di intervento non sono brevi.

Il problema verrà risolto definitivamente entro marzo 2024, con l’affidamento del nuovo appalto che prevede la totale sostituzione dei corpi illuminanti e l’eliminazione del problema della promiscuità degli impianti “.

Dunque – per muoversi in Città la sera - è consigliabile una buona torcia con un adeguato fascio luminoso ... almeno fino a marzo 2024. P.G.

Viale Stazione

 

TRICASE - Finalmente cittadini, imprese, enti e diocesi potranno operare insieme per produrre, condividere e gestire l’energia autoprodotta da fonti rinnovabili. Ne parliamo nella rubrica dedicata alle comunità energetiche a autoconsumo diffuso

Ecco il primo appuntamento della rubrica “ENERGIA IN COMUNE” a cura dell’ ing. Cosimo Rizzo

Come anticipato ai lettori, il decreto di recepimento definitivo della direttiva RED II (Direttiva UE 2018/2001) contenente le tariffe incentivanti a valere sull'energia elettrica prodotta e condivisa all'interno delle configurazioni di autoconsumo, al vaglio della commissione europea dal febbraio scorso, sembrerebbe confermato senza stravolgimenti rispetto alla bozza inviata a BRUXELLES.

La pubblicazione del decreto segnerà la contestuale entrata in vigore del TIAD, da parte di ARERA, contenente la regolamentazione delle configurazioni di autoconsumo diffuso. Mentre è attesa ancora la pubblicazione delle regole applicative di accesso alle tariffe incentivanti del GSE con le quali si considererà finalmente definitivo il quadro normativo per la costituzione delle CER.

Come vedremo meglio nel corso della rubrica il decreto non riguarderà solo le CER, ma tutta una serie di configurazioni possibili di autoconsumo sia in forma collettiva che in forma individuale a distanza quali ad esempio condomìni, borghi, siti industriali e singole imprese.

Tengo a precisare che fino alla data di pubblicazione di tale decreto è comunque possibile, seppur con qualche limitazione, accedere alle tariffe incentivanti previste per l’autoconsumo collettivo e le CER, secondo il regime transitorio risalente ad un primo recepimento della direttiva introdotto nella legge di bilancio 2020 con finalità e scopi sociali e di contrasto alla povertà energetica.

Tutto pronto dunque per quello che rappresenta un importante passo verso la transizione energetica e verso un sistema più sostenibile che promuove la diffusione di modelli di inclusione e collaborazione in grado di generare benefici non solo economici e ambientali, ma anche sociali per il territorio e per le persone che lo abitano, con soluzioni concrete di contrasto alla povertà energetica e di integrazione di  tutti i consumatori, a qualsiasi livello, con l’obiettivo di ridurre i costi per l’approvvigionamento energetico a vantaggio delle fonti rinnovabili.

Prossimo appuntamento con la rubrica “ ENERGIA IN COMUNE”, sabato 21 ottobre su il Volantino di Tricase

Informazione promozionale Tel 349 167 81 96 

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La Giunta Municipale ha approvato in questi giorni, ai fini della ricerca di appositi finanziamenti, un progetto dei lavori di consolidamento statico e restauro della Torre del Sasso dell’importo di € 540.00,00.

Il progetto era stato già predisposto perché potesse partecipare all’Avviso pubblico della Regione Puglia denominato SMART IN per la selezione di proposte progettuali finalizzate alla valorizzazione dei luoghi della cultura: laboratori di fruizione e di restauro del patrimonio archeologico.

La Regione, tuttavia, aveva fatto presente che la proposta di finanziamento del Comune di Tricase non poteva essere ammessa perché “una torre costiera cinquecentesca non può essere considerata area archeologica”.

La Torre appartiene al Demanio pubblico dello Stato ed il Comune la aveva avuta in concessione per un anno (fino al 2022) proprio allo scopo di reperire i finanziamenti necessari al suo restauro.

Venuta meno la possibilità di avere i fondi dalla Regione, partecipando all’Avviso pubblico sopra richiamato, il Comune ha deciso di chiedere il rinnovo della concessione della Torre e del terreno circostante al Demanio allo scopo di poter reperire i finanziamenti necessari per il restauro.

La Direzione regionale dell’Agenzia del Demanio ha favorevolmente riscontrato la richiesta concedendo il bene al Comune fino a settembre del 2029 a fronte di un canone annuo di € 234,35.

La Giunta, quindi, acquista la proroga della concessione –che verrà formalizzata nei prossimi giorni- ha riapprovato il progetto di e 540.000,00, utile per reperire, partecipando a futuri bandi, i finanziamenti necessari ad eseguire i lavori di consolidamento e restauro della Torre.

 

Tricase, 3 ottobre 2023

Ufficio del Sindaco

AVVISO ALLA CITTADINANZA

Per consentire i lavori di sostituzione della rete idrica urbana in un tratto di via R.Caputo (compreso tra Piazza del Popolo e via Diaz), e che avrà inizio domani 4 Ottobre,  sono necessarie alcune modifiche alla viabilità urbana per il periodo di esecuzione degli stessi.

In particolare, considerando che gli Istituti Scolastici situati in via Roberto Caputo e via Umberto I, non saranno accessibili da via San Demetrio, causa la chiusura della stessa al traffico veicolare, per limitare i disagi agli utenti, si rende necessario:

  • Invertire il senso di circolazione di via Domenico Caputo dall’intersezione di via Stella d’Italia sino all’intersezione con via Cadorna/Roma.

I veicoli diretti in via Roberto Caputo ed in via Umberto I, pertanto, potranno percorrere via Domenico Caputo (in direzione dell’intersezione di via Cadorna con via Roma), via Cadorna, via Diaz e via Roberto Caputo, via Umberto I.

Piazza Pisanelli e via Marina Porto continueranno ad essere accessibili da via Toma sino alle ore 21:30 (orario di attivazione della Z.T.L.)

di Giuseppe R.PANICO

Conoscere la storia aiuta sovente a comprendere il presente e ad orientarsi per il futuro. Soprattutto nei grandi temi, quali identità di popoli e nazioni. Purtroppo, succede spesso che, quando questa è debole, lo sono anche le istituzioni chiamate a difenderla. Prevalgono nuovi idealismi e convenienze, utopie, incultura, propaganda politica e mistificazioni della stessa storia.

Ci si allontana così dalla concretezza e dalla realpolitik degli interessi nazionali, col rischio di ritrovarsi, senza aver la forza di tornare indietro e addossando la colpa agli altri, sull’orlo di un baratro scavato da sé stessi.

Il fortissimo aumento della immigrazione clandestina dall’Africa è diventato, dopo i recenti sbarchi a Lampedusa, il grande problema nazionale e riguarda noi tutti. Purtroppo, lo è da decenni, senza che i provvedimenti succedutosi nel tempo, siano riusciti a risolverlo o sostanzialmente limitarlo. Centinaia di migliaia di persone sono già sbarcate e moltissime altre sulle coste africane, sono pronte a imbarcarsi.

Persone, in gran parte, non provenienti da zone di guerra e dunque senza diritti di sorta internazionalmente riconosciuti, ma migranti economici e clandestini. Una migrazione purtroppo facilitata da una criminalità fatta di scafisti in mare, sfruttatori nei territori di partenza, governi stranieri che favoriscono tali flussi e opportunisti italiani che troppo lucrano fra buonismo di facciata e affarismo di sostanza.

Già in passato la criminalità nazionale notava che con il traffico di migranti si guadagna ben più che con il traffico di droga. E di droga ne passa tanta, anche nel nostro Canale d’Otranto, diretta al consumo di tanti nostri ragazzi. Una situazione migratoria, anche europea che, di recente, ha favorito la decisione dell’Inghilterra ad uscire dalla Comunità Europea, vista da alcuni come futura “Eurabia”, per la crescente migrazione di matrice islamica.

Favorita, anche questa, oltre che da perduranti conflitti, da governi retti da teocrazie e dittature, aventi anche lo scopo di un graduale, pur incruento, espansionismo culturale, religioso e demografico. Una pressione geopolitica che ci ricorda gli eventi dei secoli passati (battaglia navale di Lepanto, assedio di Vienna, occupazione di Otranto, emirati di Bari e Taranto, nostre torri costiere etc.).

Pressione facilitata verso l’Italia dai facili arrivi via mare, dalla nostra debole politica estera, dalla forte litigiosità politica e dal rifiuto di altri paesi europei ad accogliere parte di tali migranti. La storia insegna che le migrazioni sono sempre state, oltre che una necessità/opportunità economica, anche un’arma strategica per espandere, in seno ad altre comunità, il proprio potere politico, culturale e religioso.

In aggiunta la bassissima natalità italiana, la nostra età media di 46,8 anni a fronte dei 18.6 degli africani e con fortissima loro natalità e sovrappopolazione, il massivo e incontrollato arrivo di giovani maschi e minori non accompagnati, la loro etnia diversa, (ma paritetica a quella europea), e la loro differente impronta etica, formativa e sociale sono fattori non sempre ben accetti e che non facilitano, ove ricercata e ben organizzata, una più rapida integrazione.

Intanto i paesi con noi confinanti, per contenere i flussi di quanti sbarcati in Italia e poi liberi di circolare, non esitano a schierare anche i militari lungo il nostro confine (Francia). Diverse nostre regioni si oppongono poi vivamente ad istituire nuovi CPR (Centri di Permanenza e Rimpatri) sul loro territorio e distribuire così tali migranti sul territorio nazionale. Inoltre, i paesi di provenienza sono restii, se non previ forti aiuti e/o pagamenti, sia a fermare l’immigrazione clandestina sia riprendersi i propri cittadini rimpatriati.

Una situazione migratoria, la nostra, che in molte città ha già favorito il degrado di interi quartieri e motivo di allarme anche da parte religiosa. “Non c’è invasione” dice il Papa, quasi sottacendo che, se la situazione non è ritenuta ancora troppo grave, è ormai decisamente seria. “O l’anima cristiana si risveglierà o l’Europa sarà islamica” diceva, già un decennio anni fa, il compianto cardinale Giacomo Biffi. I riflessi su criminalità e ordine pubblico si fanno già da tempo sentire e nelle nostre carceri, su circa 54.000 detenuti, già oltre un terzo sono stranieri.

Abbiamo avuto anche noi una fortissima immigrazione verso il resto del mondo, favorita dai governi del tempo. Si emigrava comunque previ accordi fra governi, nell’ambito di una similare impronta culturale europea e filtri e controlli (come ad Ellis Island - New York). Della nostra passata immigrazione in uscita, ne parla esaurientemente il libro “Il Grande Esodo” di Ludovico Incisa di Camerana.

Per quella in entrata, in una Italia protesa verso un l’Africa in gran parte ostile all’Occidente democratico, controllata dai totalitarismi di Russa, Cina e Turchia e governata da bande e clan più che da governi. non resta che farsi carico dei più immediati aspetti umanitari, ma curando, come fanno gli altri, decisamente meglio e con urgenza gli interessi nazionali e geopolitici. Per non ritrovarci in futuro, se non in una Eurabia o Eurafrica, in un Bel Paese chiamato “Afritalia”.

di Pino GRECO

A palazzo Gallone c’è una luce sempre accesa.

Sarà la “ Luce della Pace di Betlemme”, giunta quest’anno in anticipo per la nuova edizione del Presepe Vivente di Tricase?

Sarà una soluzione che consente di allontanare i malintenzionati?

Sarà una dimenticanza?

A Tricase, in tempo di necessità di risparmio energetico non mancano le situazioni paradossali.

In alcune zone della Città, anche centrali, si è deciso di spegnere le luci e l'effetto si vede: le strade sono solamente illuminate dai fari delle auto di passaggio, i pedoni attraversano e si vedono a stento. Ma a palazzo Gallone - c’è qualcosa di paradossale:

"Una luce sempre accesa - giorno e notte , addirittura la domenica e i giorni festivi, ormai da piu’ di 15 giorni ", ci segnalano i frequentatori di piazza Pisanelli. 

Possibile che nessuno in Comune si sia accorto di una stanza fronte piazza Pisanelli sempre illuminata giorni feriali, festivi o prefestivi?

“E io pago” direbbe il grande Toto’

E’ stata solo una piccola dimenticanza…

La luce è stata spenta da un piccolo interruttore...

 

 

 

 

 

 

di Alessandro DISTANTE

C’è poi una immigrazione che guarda al Salento e, più in generale, all’Europa come alla Terra promessa. Se il Capitano nel film di Matteo Garrone porta in salvo in Italia più di duecento africani, c’è un altro Capitano, di nome anch’egli Matteo, che invoca blocchi navali, non esitando a sostenere l’intervento della Marina militare.

Quale è il nostro Capitano?

Intanto, mentre scrivo questo pezzo, alcune imbarcazioni sono state avvistate al largo del porto di Tricase e la Caritas locale, guidata da don Lucio, si mobilita per rendere più accogliente lo sbarco.

Prova evidente che le mie non sono dissertazioni di fine estate, lontane dalla realtà paesana come confermato dalla presenza, in questo numero del Giornale, di opinioni diverse ed alcune anche opposte a quelle qui sostenute. Ed a conferma della centralità della questione, la notizia che in questi giorni si tiene, proprio qui a Tricase Porto, un convegno per la istituzione dell’Oasi protetta da Leuca fino a Santa Cesarea Terme; una iniziativa per difendere il mare, i suoi fondali e al contempo rivitalizzare la pesca ed un turismo di un certo tipo, amante della natura anche sottomarina. Da quest’anno, poi, una Legge regionale pugliese vieta la pesca dei ricci di mare, patrimonio pur esso da difendere dalla ingordigia umana.

Ed allora mi chiedo: è mai possibile parlare di interventi di difesa dei fondali e non parlare di quello che sempre di più si trova nei fondali? Il Mediterraneo è divenuto –per dirla con Papa Francesco- un cimitero, al cui fondo vi sono i cadaveri di chi –anche bambini- non è riuscito a raggiungere la Terra sognata.

Ed allora Tricase, amena cittadina che si affaccia sul Mediterraneo, nel parlare di immigrazione e nel fare accoglienza, non può fare distinzioni tra chi sceglie il Salento come suo buen retiro e chi cerca il Salento per vivere appieno la propria vita oppure per raggiungere altre terre d’Europa.

La “fecondazione” della quale scrivevo nel precedente numero è qualcosa di più dell’accoglienza e dell’integrazione; è una sfida che vale per chi viene in Salento e può dare e di chi viene in Salento per ricevere.

La soluzione non può essere la chiusura, vana se perseguita con irrealizzabili blocchi navali o rimpatri sempre difficili da attuare, ma la rimozione delle cause che portano alle migrazioni. Le colpe dell’Occidente colonizzatore e sfruttatore esigono interventi riparatori.

Occorre rimuovere le condizioni che portano alla clandestinità, a partire da quella legislazione che il presidente Mattarella ha definito superata e della preistoria.

Ben vengano iniziative a protezione dei nostri centri storici, dei nostri mari, delle nostre campagne, ma non è possibile chiudere gli occhi su ciò che c’è sotto i nostri mari o nelle nostre terre dirimpettaie o, in clandestinità, nei nostri paesi; riscoprire quindi la nostra terra e la nostra cultura che, in quanto cristiana, non può che essere una cultura della accoglienza.

Venerdì, 29 settembre 2023

Sarà in distribuzione da domani il 31esimo numero de il Volantino  settimanale cittadino di Tricase

IN DISTRIBUZIONE GRATUITA - SABATO 30 SETTEMBRE

Sul numero in distribuzione:

- Il nostro capitano

- Libere fenomenologie

- Figli della quercia

- La Zes per completare un’idea di Città

- SIFF 2023, tutti i vincitori

- ENERGIA IN COMUNE

- La Torre del Sasso cerca finanziamenti

- Tra Alessano e Tricase, ancora una volta hanno fatto le cose perbene

- Malalingua

- Tricase calcio, vincono le due squadre cittadine

- Appuntamento culturale Liquilab

- Di immigrazione e dintorni

Oltre alla versione cartacea sarà sempre disponibile sul sito redazionale (ilvolantinoditricase.it), la versione online

Venerd', 29 settembre 2023

Assaliti da 2 uomini incappucciati “ Questa è una rapina

Senza armi e incappuciati si sono presentati in due - ieri sera intorno alle ore 22 al cinema moderno di Tricase per  “ riscuotere” solo pochi spiccioli perchè il cinema era vuoto

L’Area Marina Protetta costituisce una grande opportunità non solo per la conservazione degli habitat naturali ma anche per la sperimentazione di forme green e blue di fruizione del territorio, per la diffusione di conoscenze e tutela di antichi mestieri e tradizioni.

Inoltre, in sinergia con le comunità locali, porta negli anni allo sviluppo di nuove attività economiche sostenibili (turismo subacqueo, enogastronomico, pescaturismo), alla valorizzazione della piccola pesca costiera, allo sviluppo dell’intera fascia costiera (mobilità sostenibile, creazione di opportunità in rete con i parchi terrestri), come accaduto nelle altre tre AMP pugliesi che ne daranno testimonianza sabato, 30 settembre, dalle ore 19, presso la sede di Tricase Porto del CIHEAM, in occasione del BlueLandDay 2023, che ha come tema “L’Area Marina Protetta: un’occasione di crescita e tutela del territorio tra Otranto e Leuca”

di Pasquale FERRARI

La raccolta differenziata è il primo passo, importante e decisivo per la sostenibilità ambientale, per il riciclo dei rifiuti. Permette una notevole diminuzione della quantità di rifiuti che finisce in discarica, o negli inceneritori, laddove presenti, l’abbattimento dei costi del trattamento successivo, e di ridurre il problema delle discariche e dei problemi sociali che ne deriverebbero.

La perfetta riuscita dell’intero processo di raccolta, però, richiede l’applicazione e la premura di tutti gli attori: dai cittadini, in primis, agli operatori addetti alla raccolta “porta a porta”, non meno importanti. È capitato a volte, tuttavia – così come segnalazioni riferiscono – che la catena così perfettamente pensata, in città e nelle frazioni, abbia prodotto ‘inceppamenti’. Per negligenza o per troppa premura.

Per colpa o per dolo. Se è successo, infatti, che per ‘colpa lieve’, qualcuno abbia sbagliato addirittura il giorno per depositare un particolare contenitore, sacchi o buste all’esterno della propria abitazione, ritrovandoseli, ovviamente, allo stesso posto la mattina successiva, non si comprende come altre volte, sulla scorta di chissà quale valutazione, gli addetti “alla raccolta” non abbiano ritirato alcune buste “trasparenti” contenenti plastiche e metalli.

Sarebbe interessante conoscere se tale stima rientri nelle loro competenze e se, nel caso, gli stessi non abbiano almeno l’onere di motivare la scelta di non ritirare i rifiuti (magari compilando, a supporto delle loro considerazioni, un fac-simile di attestazione, che funga pure da ‘insegnamento’ per i manchevoli).

Un dubbio anche abbastanza legittimo laddove si considerasse che tale opinione dovrebbe quindi essere espressa anche per tutti gli altri rifiuti (l’organico e il non riciclabile, ad esempio!).

Un eccesso di zelo, forse, quello di alcuni operatori (magari solo uno), che stride, inoltre, pure con l’operato di altri loro colleghi, riferito da altre segnalazioni che raccontano di carte, cartoni e plastiche che svolazzano dai carri in corsa perché raccolte senza alcun telo di protezione, finendo ai margini delle strade e nelle campagne. Con buona pace di quei cittadini, accorti e attenti, che li avevano differenziati.

Altre premure, invece, sarebbe ovvio aspettarsi da chi quotidianamente monitora “porta a porta” le nostre abitazioni: tipo quel minimo di attenzione che basterebbe per accorgersi di chi, da tempo, evitando il ‘fastidio’ di differenziare in casa i rifiuti (e di depositare diligentemente i contenitori), se ne infischia del riciclo, della sostenibilità, delle discariche e dei problemi sociali ed ambientali, rinchiudendo il tutto in un unico sacchetto di plastica, ben chiuso con la forza del proprio menefreghismo. “Tanto – penserà – ci son sempre i cestini pubblici…”. Puntualmente ripuliti da altri (tutt’altro che attenti e zelanti come i primi), con “diligente disinteresse”

in Distribuzione