Un sentito grazie a don Flavio Ferraro che lascia la Parrocchia della Chiesa Madre per assumere la guida di altra Parrocchia, questa volta ad Ugento. Il grazie non è di circostanza, considerato –per non andare lontano- l’aiuto concreto e personale che ha dato al Volantino in occasione dell’ultima edizione del Premio giornalistico.
Di don Flavio è bello ricordare innanzitutto il suo arrivo a Tricase. Veniva dalla frazione di Depressa ed anche se le Parrocchie sono tutte uguali, a prescindere dal luogo nel quale si trovano, suscitò non poca sorpresa che il Parroco della Chiesa Madre di Tricase venisse dalla Parrocchia della frazione e, ancor più sorprendente, che il Parroco di Tricase andasse nella frazione di Depressa. Stupore e sorpresa, ovviamente, ragionando secondo la mentalità laica se non addirittura profana dei comuni cittadini.
Don Flavio, superato il primo momento, ha saputo creare con Tricase quel clima di grande familiarità che aveva instaurato a Depressa. Si è sentito ed è stato percepito come “uno di famiglia”, sempre con gli altri, sia nelle numerose iniziative di carattere religioso, sia anche in momenti goliardici (famosi i suoi travestimenti in occasione del Carnevale).
Tra i tanti meriti deve essere in particolare sottolineata la sua capacità di ridare vita al ricordo di don Tonino Bello, che, prima di essere vescovo, era stato, seppure per pochi anni, parroco proprio della Chiesa Madre di Tricase. Con il suo stile, di sacerdote tra il popolo, don Flavio ha fatto riassaporare quel modo di essere parroco che fu tipico di don Tonino: un prete tra i suoi.
Molte le assonanze, dal sorriso sempre pronto, alla capacità di intessere relazioni con tutti a prescindere dal livello sociale e culturale, dall’attenzione agli anziani alla vicinanza ai giovani. A.D.