Sabato, 14 maggio 2022
Questa mattina, presso l’Auditorium del Museo Provinciale “Sigismondo Castromediano” a Lecce, è stato presentato e sottoscritto il Protocollo d’intesa tra Distretto Agroalimentare di Qualità Jonico Salentino e Regione Puglia, per l’attuazione del Piano di rigenerazione sostenibile dell’agricoltura nei territori colpiti da Xylella fastidiosa.
L’obiettivo del protocollo è quello di avviare azioni sinergiche tra la Regione Puglia e il DAJS per la rigenerazione sostenibile agricola delle tre province di Lecce, Brindisi e Taranto colpite dalla fitopatia Xylella Fastidiosa, la cui diffusione riguarda oggi un’area superiore a 7000 kmq e interessa quasi completamente le tre province.
Il Piano di rigenerazione sostenibile dell’agricoltura nei territori colpiti da Xylella fastidiosa parte dagli investimenti in progetti pilota di oltre 75 aziende, su terreni gravemente colpiti da xylella. Investimenti che puntano alla diversificazione, all'innovazione e alla sostenibilità, legati da un progetto trasversale di ricerca supportato da oltre 50 ricercatori dei più importanti enti pubblici di ricerca pugliesi: Università del Salento, Istituto Agronomico Mediterraneo (CIHEAM), Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), Centro Nazionale Ricerche (IPSP - CNR), Università degli Studi di Bari (UNIBA), Politecnico di Bari (POLIBA).
Alla firma del protocollo hanno partecipato il Presidente della Regione Puglia (in collegamento streaming), l’Assessora all’Ambiente, paesaggio e urbanistica, l’Assessore all’Agricoltura (in collegamento streaming), il magnifico rettore dell’Università del Salento, Fabio Pollice e il presidente del DAJS Pantaleo Piccinno.
“Oggi – ha commentato il Presidente della Regione Puglia – stiamo compiendo un pezzo di una strategia complessiva che ha a che fare con il sostegno alla ricerca e con un efficientamento del meccanismo delle eradicazioni delle piante infette, che l’Arif sta compiendo insieme all’Assessorato all’Agricoltura con grande puntualità. Serviva, però, non solo un piano per consentire alle grandi aziende di piantare nuove cultivar resistenti individuate dalla ricerca, ma occorreva anche una visione che noi oggi presentiamo attraverso la firma di questo protocollo, che creasse anche la possibilità per tutta una comunità di iniziare un processo di ricostruzione del paesaggio e dell’olivicoltura salentina. Il processo sarà lungo, siamo consapevoli che non riusciremo a risolvere le questioni che abbiamo di fronte schioccando le dita, ma siamo altrettanto convinti di procedere uniti in questa battaglia, giacché non ci sono più le polemiche di un tempo tra imprenditori e comunità scientifica, e di avere la comune volontà di risolvere questa drammatica vicenda che ci coinvolge da anni”.
Il Progetto, presentato dal DAJS e condiviso con la Regione, risulta coerente con le finalità del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale -PPTR. Questa iniziativa può essere annoverata fra quelle che determinano la cosiddetta “Produzione sociale del paesaggio” prevista dalle Norme Tecniche Attuative del PPTR e si esplica con una governance che partendo dall’approvazione di un Protocollo d’intesa iniziale, declina poi in un Patto territoriale locale.
“Questo atto sancisce l’inizio del cammino su quel percorso che attraverso il dialogo ed il confronto abbiamo disegnato insieme a tutte le comunità ed insieme abbiamo stabilito di affrontare – ha dichiarata l’Assessora all’Ambiente e al Paesaggio della Regione Puglia - con il confronto ed il dialogo siamo riusciti a dare un peso alle idee e porre l’elemento paesaggistico come centrale per la rinascita del Salento. Non ho mai dubitato del fatto che una sfida di questa portata potrà essere vinta solo convogliando nella stessa direzione le energie di tutti: cittadini, associazioni di categoria, comunità scientifica e comunità politica. La direzione è quella segnata dall’amore verso la nostra terra, che abbiamo il dovere di curare, proteggere dalle malsane idee speculative, far rinascere e saper conservare, imparando dagli eventi del passato. Dobbiamo restituire vita alla terra, diventare attrattivi attraverso la sostenibilità che anche nell’ambito agricolo sarà vettore e volano per l’economia”.
“È un’altra importante opportunità per il territorio salentino – ha commentato l’assessore all’Agricoltura – e un tassello fondamentale della nostra strategia di ripristino del potenziale produttivo e per la rigenerazione di un territorio straordinario ma ancora in sofferenza per i danni causati dalla batteriosi. Il protocollo mette a sistema azioni e obiettivi coinvolgendo una serie di attori istituzionali, del mondo della ricerca e dell’università, insiemi ai protagonisti del mondo agricolo e imprenditoriale. Ed è un valore aggiunto vincente per riuscire a trovare soluzioni, intercettando al meglio le risorse che abbiamo a disposizione, al fine di dare una chance concreta di rinascita alla nostra terra. Il legame tra ambiente, paesaggio e agricoltura è strettissimo e azioni sinergiche, soprattutto con l’Assessorato regionale all’Ambiente, sono indispensabili nella nostra lotta alla Xylella e nell’ambizioso progetto di risarcire luoghi e persone, come un’intera economia agricola, vitale per la nostra Regione”.
“La voglia di ripartenza degli agricoltori salentini è immensa – ha commentato il presidente del Dajs, Pantaleo Piccinno - Li abbiamo chiamati Eroi della Rigenerazione: guidano aziende agricole che hanno dimostrato la volontà di ripartire dalla tragedia causata da Xylella. Questa volontà va supportata dal contributo della scienza e dalle istituzioni. Abbiamo creato una infrastruttura immateriale chiamando a raccolta le migliori menti della ricerca scientifica per costruire una visione del Salento prossimo futuro bello, verde e sostenibile. Il piano della rigenerazione è, in sintesi, uno strumento al servizio della comunità, delle imprese e di tutte le istituzioni”.
“Il progetto di rigenerazione sostenibile dell’agricoltura e del paesaggio dei territori colpiti dalla Xylella - ha detto il Rettore Fabio Pollice – si fonda su una stretta collaborazione tra le più prestigiose istituzioni scientifiche che operano nel nostro territorio ed ha già visto il coinvolgimento di larga parte delle organizzazioni di settore e delle amministrazioni comunali che si sono dette pronte a contribuire alla sua attuazione. Oggi la firma della Convenzione tra il Distretto, che ne è il capofila, e la Regione Puglia costruisce le condizioni per integrare il progetto nella pianificazione regionale e farne un potente strumento di indirizzo, capace di determinare un cambiamento epocale nel nostro territorio, contribuendo ad elevarne la sostenibilità. L’obiettivo, infatti, non è solo quello di ricostruire l’agricoltura per farne un asse strategico dello sviluppo territoriale, ma contribuire fattivamente alla riqualificazione del paesaggio e dell’ambiente. Un’occasione unica per restituire alle future generazioni attraverso un progetto corale un territorio di cui essere orgogliosi”.
di Alessandro DISTANTE
La notizia che è stata più “vista” e sicuramente più letta sul nostro sito questa settimana è stata quella dell’abbandono di bottiglie di birra e di salsa in aperta campagna.
Interessanti le reazioni: “Erano vuote? Nella foto quelle di salsa sembrano piene”; “Che schifo di gente”; “Non vogliono fastidio più di tanto”; “Ma sono c… proprio”; “Poi tutto comodo buttiamo per strada tanto chi se ne frega”; “Inciviltà allo stato puro!!!”.
In questi giorni sono stati pubblicati i risultati di un’indagine su base europea dell’Università di Goteborg sul livello di corruzione in alcuni settori vitali come la scuola, la sanità, le forze di polizia, i servizi pubblici di base.
La Puglia è risultata al terzo posto (dopo Campania e Calabria) per la percezione del livello di corruzione: il 20,7% dei cittadini ritiene che la corruzione dilaghi nella sanità pugliese; il 15% lo pensa per il sistema scolastico; il 15,5% nelle forze dell’ordine e nel 23% dei casi -secondo i pugliesi- si deve ricorrere a regali e favori per accedere a servizi pubblici di base generalmente garantiti con enormi ritardi.
Quale è il nesso –direte Voi lettori- tra le due notizie sopra riportate?
Apparentemente nessuno, ma poi, riflettendo un po’, il nesso c’è, eccome!
Tra le reazioni alla notizia dell’abbandono dei rifiuti, anche quella di una signora che ha gridato alla “inciviltà”.
Abbandonare i rifiuti per strada è un segno evidente di corruzione; un’affermazione esagerata? Forse, ma cosa è la corruzione se non il comportamento di chi confonde il lecito con l’illecito? di chi vive la doppia morale: quella privata e quella pubblica? E corrotto non è forse chi ha cerca e trova la scorciatoia pur di soddisfare i propri comodi? E così, tornando alle bottiglie abbandonate: perché andare all’ecocentro? Più comodo abbandonare le bottiglie per strada!
La corruzione è proprio in quella “inciviltà” dell’abbandono: abbandonare i propri principi per raggiungere i propri scopi. E non illudiamoci: la corruzione non è lontana dalla nostra quotidianità.
Le bottiglie abbandonate sono solo un (cattivo) esempio. Qualcun altro? Subito serviti: se devo avere una pratica prontamente evasa, mi raccomando all’impiegato; se devo avere una visita urgente mi faccio segnalare al medico amico dell’amico; se devo vincere un concorso faccio giungere la notizia a quel politico influente,…..
Abbandono di rifiuti ed abbandono di principi: ecco il legame tra la notizia più vista della settimana sul nostro sito e l’indagine dell’Università di Goteborg!
Venerdì, 13 maggio 2022
COVID: Positivi Comune per Comune
Fonte Asl Lecce
ALESSANO 41
ALEZIO 33
ALLISTE 54
ANDRANO 41
ARADEO 51
ARNESANO 33
BAGNOLO DEL SALENTO 38
BOTRUGNO 24
CALIMERA 58
CAMPI SALENTINA 100
CANNOLE 13
CAPRARICA DI LECCE 19
CARMIANO 81
CARPIGNANO SALENTINO 38
CASARANO 136
CASTRI' DI LECCE 17
CASTRIGNANO DEI GRECI 37
CASTRIGNANO DEL CAPO 49
CAVALLINO 151
COLLEPASSO 44
COPERTINO 123
CORIGLIANO D'OTRANTO 48
CORSANO 27
CURSI 18
CUTROFIANO 83
DISO 26
GAGLIANO DEL CAPO 34
GALATINA 190
GALATONE 141
GALLIPOLI 138
GIUGGIANELLO 6
GIURDIGNANO 15
GUAGNANO 37
LECCE 563
LEQUILE 42
LEVERANO 95
LIZZANELLO 75
MAGLIE 96
MARTANO 79
MARTIGNANO 14
MATINO 84
MELENDUGNO 93
MELISSANO 83
MELPIGNANO 10
MIGGIANO 15
MINERVINO DI LECCE 41
MONTERONI DI LECCE 67
MONTESANO SALENTINO 46
MORCIANO DI LEUCA 9
MURO LECCESE 30
NARDO' 264
NEVIANO 52
NOCIGLIA 15
NOVOLI 54
ORTELLE 32
OTRANTO 15
PALMARIGGI 16
PARABITA 79
PATU' 17
POGGIARDO 53
PRESICCE-ACQUARICA 72
RACALE 86
RUFFANO 56
SALICE SALENTINO 66
SALVE 27
SANARICA 12
SAN CESARIO DI LECCE 49
SAN DONATO DI LECCE 54
SANNICOLA 52
SAN PIETRO IN LAMA 14
SANTA CESAREA TERME 22
SCORRANO 34
SECLI' 7
SOGLIANO CAVOUR 46
SOLETO 40
SPECCHIA 40
SPONGANO 27
SQUINZANO 85
STERNATIA 8
SUPERSANO 37
SURANO 12
SURBO 107
TAURISANO 100
TAVIANO 95
TIGGIANO 36
TREPUZZI 121
TRICASE 164
TUGLIE 39
UGENTO 116
UGGIANO LA CHIESA 12
VEGLIE 179
VERNOLE 46
ZOLLINO 11
SAN CASSIANO 13
CASTRO 39
PORTO CESAREO 45
di Pino GRECO
La sicurezza sul lavoro - con particolare riferimento ai cantieri edili, alla luce degli ultimi tragici eventi che hanno scosso anche il Salento: come siamo messi?
Abbiamo fatto un giro tra alcuni cantieri edili di Tricase, Tiggiano, Corsano, Gagliano del Capo e Alessano, la maggior parte dei lavoratori sulle impalcature non indossavano il casco di sicurezza o altri dispositivi di sicurezza individuali
Le regole di sicurezza non vengono messe in atto dal lavoratore nel settore che riguarda la costruzione o la ristrutturazione di piccoli e grandi fabbricati.
Certamente non è sempre così. Andiamo con ordine.
Si sa che di lavoro nel nostro Paese, purtroppo si continua a morire ogni giorno.
Si muore nei campi, in fabbrica, per le strade.
Si sa che il lavoro nei cantieri edili resta tra i più pericolosi e usuranti, con una percentuale molto alta di infortuni e morti sul lavoro.
Infortuni che sono aumentati in modo esponenziale con la ripresa del settore.
Dopo tante segnalazioni da parte dei cittadini, particolarmente preoccupati, abbiamo fatto un giro di poche ore tra alcuni comuni del Capo di Leuca (Tricase, Tiggiano, Corsano, Gagliano del Capo e Alessano), per renderci conto che quasi tutti i cantieri da noi “visitati”, la maggior parte dei lavoratori sulle impalcature non indossavano il casco di sicurezza o altri dispositivi di sicurezza individuali.
“Nei cantieri si continua a morire, ci fa sapere Antonio Peluso, un ex muratore- è un dato in crescita preoccupante perché con la ripresa del settore edile, con le riaperture dei cantieri post-Covid, grazie ai bonus, si muore anche di più”.
Purtroppo - è tutto vero, i casi di incidenti sul lavoro che a volte finiscono tragicamente sono in forte aumento.
Insomma, serve far rispettare maggiormente i ruoli e le responsabilità perché la sicurezza nei cantieri o su qualsiasi altro posto di lavoro - non può essere un optional, ma deve essere un dovere per tutti, ne va di mezzo la salute
Mercoledì,11 maggio 2022
dalla pagina Facebook del Sindaco Antonio De Donno