Tricase: Tra presente e futuro

Il sindaco Carlo Chiuri dialoga con la cittadinanza

L’associazione “ Dialoghi e Reti”, che vede come presidente Rocco Cosimo Musio,

organizza per venerdi 16 marzo alle ore 19 

presso l'Aula Magna Scuola Materna Tommaso Caputo 

un incontro con il primo cittadino

 

TRICASE CALCIO: Torna Rocco Errico sulla panchina rossoblu

Certi amori sono come la trama di un tessuto i loro fili si intrecciano

sulla nostra pelle fino a divenire una sola maglia, sin dagli esordi…

Una maglia sulla pelle e sul cuore…

FINALE DI 1° CATEGORIA DEL CAMPIONATO NAZIONALE BOCCE

Sabato 17 marzo 2018 alle ore 17,00 presso il bocciodromo di Tricase si disputerà la finale di 1° categoria del campionato nazionale bocce, tra la rappresentativa della Città di Tricase e “Aliitalia” di Gagliano del Capo. La formazione vincente accederà alle eliminatorie per la finale nazionale che si svolgeranno a Roma il 19-20 maggio 2018

PALLAVOLO SERIE B MASCHILE

Sabato 17 marzo ore 19.30 – Palasport di Tricase

LIBELLULA FULGOR TRICASE – OSTUNI

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PALLAVOLO SERIE A2 MASCHILE

Domenica 18 marzo ore 16 – Palasport di Tricase

AURISPA ALESSANO – VBC Mondovì

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TORNEO DI BURRACO
Il Comitato Festa ha organizzato per Domenica 18 marzo 2018 un torneo di ' BURRACO" nel teatro parrocchiale. Per le iscrizioni telefonate a Carlo. Vi aspettiamo per passare una serata spensierata.

LA SOMALIA DI OGGI

Martedì, 20 marzo ore 18 Scuderie di Palazzo Gallone

Una piazza sfigurata, un chiosco devastato. Non è l’effetto di un tornado. E’ cosi che appare tutti i giorni piazza Galileo Galilei e il suo chiosco a Tricase ( nelle vicinanze del Liceo Stampacchia)

Il chiosco di proprietà del Comune, è chiuso da qualche anno. Dopo che l'ultimo gestore ha lasciato il locale mettendo in vendita la gestione. “L’Amministrazione Comunale intende ripristinare il servizio con un nuovo bando”, l'obiettivo, è anche quello di garantire una maggiore utilizzazione degli spazi esterni per dare maggiori vantaggi a chi dovrebbe garantire il servizio di bar al chiosco di piazza Galileo Galilei”. Questa la dichiarazione dell’assessore Lino Peluso.

Il chiosco , ex ritrovo per un caffè è oggetto di atti vandalici, dopo quelli ripetutamente commessi da tempo ai danni della piazza. Non c’è pace per questo spiazzo frequentato di giorno da alunni e docenti.

Tanti gli atti vandalici senza senso. Un problema che in questi giorni, a differenza del “ solito ”comportamento, ignoti hanno voluto superare senza ragione, rovesciando e frantumando all’interno del chiosco, che si presenta in condizioni fatiscenti, tavoli, sedie e vetri. Un gesto incivile che ha spinto qualcuno a distruggere, solo per il gusto di farlo,tutto quella che gli è capitato sotto le mani.

C’è chi sostiene che potrebbe essere stato un tentativo di furto finito male ,visto che il locale è chiuso da qualche anno e al suo interno sono rimasti soltanto pochi pezzi di arredamento, dunque c’è poco da rubare. Un dato è certo che il locale è stato messo a soqquadro, che la piazza è in pessime condizioni, e non c'è nessun tipo di controllo, né di giorno né, soprattutto, di notte.

Nessuna videosorveglianza è stata mai installata. “E’ un vero peccato vedere tutti i giorni queste scene,racconta un residente della zona, piazza e chiosco sono abbandonati da molto tempo, i ragazzi che frequentano la piazza, spesso si “ divertono”, a distruggere tutto, hanno anche imbrattato tutta la piazza. Un immagine di una parte della Città che offriamo ai tanti alunni e docenti che tutti i giorni frequentano la scuola qui di fronte. Spero che qualcuno intervenga prima possibile “.

la mia colonna 

di Alfredo De Giuseppe

Non ho mai creduto nei miracoli. Ma vivo nell’Italia che invece da sempre crede nelle disposizioni miracolistiche di questa o quell’entità superiore. Fino a qualche anno fa le genti del Sud e del Nord arretrato credevano ai miracoli di natura medica, non pensavano ad ospedali efficienti ma a preghiere più intense. Infatti i miracoli in genere avvenivano da Napoli in giù, con maggiore frequenza nelle contrade sperdute, nelle terre senza scuole e senza contatti con il mondo esterno. Il miracolo ha due aspetti preponderanti: in primis non c’è bisogno di studiare la realtà e poi risolve il problema nel tempo più breve che si possa immaginare (di fronte a una domanda ad uno studioso perché si dichiarasse certo dell’assenza delle guarigioni miracolistiche, egli rispose: quando il soldato a cui hanno amputato una gamba a causa di una bomba umana, la riavrà con una semplice preghiera, allora crederò anch’io nei miracoli).

Oggi invece le nostre genti i miracoli li vogliono di tipo economico e quindi votano con lo stesso atteggiamento fideistico con il quale chiedevano la grazia per guarire dalle malattie: si crede che votando le promesse impossibili avverrà il miracolo e finalmente ognuno di noi sarà più ricco e felice, più integrato nel sistema e possibilmente più lontano dalle tentazioni del male. Con queste premesse non c’è bisogno di conoscere i candidati, la loro storia, la loro professionalità, la loro passione: basta un leader che sappia ripetere con costanza, con temerarietà slogan preconfezionati, non rispondere nel merito alle eventuali (poche) domande e soprattutto presidiare senza sosta tutti i media, dalle tv ai social network. Non si capisce come si possano realizzare alcune riforme e nessuno ha interesse a spiegarlo, anche perché finita la campagna elettorale (che in Italia in genere dura almeno due anni) delle mirabolanti promesse rimane poco, a meno che non si decida davvero di uscire dall’Europa e dal sistema occidentale in genere. Abbiamo un enorme debito pubblico che, generato dagli anni ’70 in poi, ha favorito lobby, clientele e delinquenti, ma anche tanti cittadini onesti che hanno avuto quasi tutto dallo Stato. Dipendenti pubblici a go-go, imprese private finanziate da un sistema bancario infiltrato da mafie e politicanti, soldi a pioggia su lavori pubblici non controllati e baby-pensionati a 40 anni. C’è tutto nella nostra atavica inefficienza, dentro i nostri debiti.

Poi all’improvviso un popolo, una grande porzione di popolo, si è svegliata con le cartelle esattoriali in casa, con un fisco sempre più aggressivo, un lavoro sempre più instabile e una disoccupazione patologica. Aggiungi che nel frattempo le mutate condizioni del nostro pianeta portano masse di persone a continui spostamenti, che invece di essere studiati con attenzione, gestiti con umanità, vengono semplificati in modo disarmante. Insomma ci vuole un miracolo e infatti prontamente c’è chi lo offre su un piatto d’argento: una diminuzione immane delle tasse, una chiusura totale verso gli stranieri, un reddito a tutti, la rimozione dei problemi, un ambiente più pulito e una grande felicità collettiva. All’Italia non basta parlare di come migliorare l’efficienza (eliminando le Regioni e la burocrazia delle carte bollate, ad esempio), non basta modificare una legge stupida come la Bossi-Fini, non basta ridurre le disuguaglianze eliminando inaccettabili privilegi e super stipendi immeritati: no, noi abbiamo bisogno di un miracolo. E noi il miracolo l’abbiamo avuto: la Lega (fino a pochi mesi solo Nord) ha avuto il suo grande successo anche al Sud, ha stravinto, insieme ai 5 stelle.

Il mondo sta cambiando, il vento tira in direzioni opposte e contrarie, probabilmente il nuovo mondo sarà talmente diverso che non è possibile immaginarlo oggi, in queste quattro righe scritte la mattina del 5 marzo 2018. Probabilmente dobbiamo aspettare un altro miracolo, che, abbiate fede, prima o poi arriverà.

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