Il parere mediante il quale, l'avvocatura della Provincia di Lecce, si è espressa in merito al bando per l'affidamento a terzi della concessione  e la valorizzazione di palazzo Comi, non lascia alcun dubbio: con atto datato 6 aprile 2017, l'avvocatura consiglia l’annullamento del bando in via di autotutela poiché i gravi vizi in esso contenuti possono inficiare la validità della legge di gara.

Sebbene siano passati otto mesi dall'invio del suddetto documento, indirizzato alla Direzione Generale della Provincia di Lecce, prendiamo atto che questa missiva non ha ancora, inspiegabilmente, sortito nessun effetto.Invitiamo, pertanto, i rispettivi gruppi consiliari del Partito Democratico della Provincia di Lecce e del Comune di Tricase affinché si preoccupino di far luce su questa vicenda facendosi portavoce verso le rispettive amministrazioni.

Altresì, chiediamo all'Amministrazione Comunale di Tricase, guidata dall'Avv. Carlo Chiuri, di intercedere nei confronti del Presidente della Provincia Gabellone con presa di posizione tale da indurlo a desistere da questa azione, ormai priva di qualsiasi fondamento. Infine, nel ringraziare il Comitato Pro-Palazzo Comi “Casa della Cultura”, autentico presidio di difesa di uno dei beni più preziosi della comunità di Tricase, auspichiamo una  breve risoluzione del problema, convinti  che per Palazzo Comi si possa aprire una nuova stagione, in modo da farlo ritornare il riferimento culturale identitario del sud Salento e non più l'appendice di uno sgangherato bando di gara.

Gianluigi Forte Segreterio del circolo PD di Tricase

 

di Pino Greco 

Tricase, 8 dicembre 2017. Il Segretario di stato di Papa Francesco, Pietro Parolin a Tricase per il 50° anniversario dell’inaugurazione dell’Ospedale Cardinale Giovanni Panico

Venerdi 8 dicembre 2017. Una giornata importante per Tricase e per il suo Ospedale

Il Cardinale Parolin: Sono molto lieto di essere qui, sono 50 anni di attività dell’ospedale Panico di Tricase, in cui c’è stata l’opera della Chiesa a favore dei malati ,a favore delle persone più bisognose più vulnerabili, questo è il segno della carità del Signore. Anche Papa Francesco insiste molto sulla cura e assistenza delle persone in difficoltà, è come classificare queste strutture il braccio operativo della Chiesa. Ringrazio tutti voi per gentile accoglienza porterò il vostro messaggio a Papa Francesco.

Tricase,1967-2017. Ospedale Cardinale Giovanni Panico: Cinquant’anni di attenzione solidale alla persona umana.

Continuano i festeggiamenti per il 50° anniversario dell’inaugurazione dell’Ospedale Cardinale Giovanni Panico di Tricase. Non si tratta di una compiaciuta celebrazione né di un semplice ricordo ma di una forte testimonianza sul cammino fin qui percorso e sui risultati raggiunti avendo sempre di fronte soprattutto la persona sofferente e non solo il cittadino-utente.

Questa è l’Azienda Ospedaliera Card. G.Panico che vede come Direttore Generale, la tricasina Suor Margherita Bramato.

L’ospedale Panico,oggi Pia Fondazione di Culto e di Religione, è una struttura sanitaria cattolica voluta dal porporato tricasino e realizzata dall’istituto internazionale delle Suore Marcelline.

La prima pietra è posta il 4 gennaio 1963 da Monsignor Giuseppe Zocco, parroco di Tricase. I primi pazienti, provvisti di apposita impegnativa assistenziale,sono accolti nella nuova struttura il 4 dicembre 1967. Passano gli anni,il Panico fa passi da giganti nella cultura salentina sanitaria,nella società e nell’economia del Capo di Leuca. L’azienda ospedaliera, crea reddito, sia indirettamente tramite l’indotto produttivo sia direttamente con i suoi quasi mille lavoratori, di cui circa duecento medici.

In questi cinquant’anni,con le più recenti innovazioni tecnologiche ,l’ospedale di Tricase, con la saggia e lungimirante guida delle Suore Marcelline, si propone sempre più come Azienda qualificata nel panorama sanitario salentino e proiettata da protagonista nel terzo millennio.

Siamo ai nostri giorni, l’anniversario è ricco di grandi appuntamenti. Il 4 dicembre scorso, alle 9,30 presso la Sala del Trono di Palazzo Gallone, si è discusso su “Gli ospedali no profit nell’evoluzione del sistema sanitario nazionale”, dove hanno partecipato la Superiora generale delle Suore Marcelline, suor Filomena Pedone, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, con un intervento web, e la presidente del Catholic Health Association Usa, suor Carol Keehan.

Il 7 dicembre, sempre nella Sala del Trono, è stato possibile ascoltare una serie di riflessioni e testimonianze sulla presenza dell’ospedale Panico a Tricase e nel Salento.

Infine,venerdi 8 dicembre 2017. Una giornata importante per Tricase,e per il suo ospedale a far visita all’Azienda “ Pia Fondazione di Culto e di Religione Card. G. Panico”, il Segretario di stato di Papa Francesco, Pietro Parolin.

Parolin ha raggiunto in automobile Tricase, al suo fianco per tutto il percorso salentino, il Vescovo di Ugento-S-M. di Leuca ,Vito Angiuli .A Tricase è stato accolto dal Sindaco Carlo Chiuri, dal presidente della provincia Gabellone, dal prefetto Claudio Palomba e dalle massime autorità cittadine e militari. Il primo incontro all’ospedale Cardinale G. Panico, per visitare e inaugurare il nuovo blocco operatorio dell’azienda ospedaliera.

Subito dopo il saluto alle autorità presenti sulla Sala del Trono a Palazzo Gallone nel cuore della Città.

Infine, solenne concelebrazione eucaristica, nella parrocchia della Natività di Maria Vergine. Dunque, Tricase celebra così, con un ricco programma che andrà avanti per un anno intero, la sua Azienda ospedaliera, dedicata alla figura del Cardinal Giovanni Panico.

 

 

 

 

 

In considerazione della festività dell'Immacolata Concezione

(venerdi 8 dicembre),

torneremo in edicola SABATO 16 DICEMBRE

La Redazione

di Giancarlo Piccinni, Presidente Fondazione don Tonino Bello

don Tonino - Gli anni dell’infanzia del piccolo Tonino sono anni difficili, anni di fame e di incertezze. Giorni vissuti con mamma Maria, e i piccoli Trifone e Marcello, “ .. sapore di pane solo pane, profumi di campo e di bucato…”. La chiesa è a quattro passi da casa, la scuola pure. L’incontro con il maestro aprirà nel suo cuore squarci di stupore. “ Si’, perché lui aveva l’incredibile capacità di non spiegarci mai tutto, e per ogni cosa lasciava un ampio margine d’arcano, … non so se per stimolare la nostra ricerca o per alimentare il nostro stupore.

Perché l’arcobaleno dura cosi poco nel cielo?..” L’intelligenza e la bontà  del ragazzo non era sfuggita al Parroco, don Carlo Palese, che presto propone al ragazzo e alla famiglia la vita del seminario. Era il mese di ottobre del 1945 quando, con una valigia piena di sogni,  varcò la soglia del seminario di Ugento dopo  aver salutato i fratellini tra le lacrime e con un calesse compiuto la traversata Alessano / Ugento.

 Inizia per Tonino una nuova vita , fatta di preghiera, studio, nuove conoscenze,  mentre  compagni e  educatori subito si accorgono   di questo ragazzo bravo e generoso.  Dopo cinque anni il giovane Tonino raggiunge il seminario regionale di Molfetta: eccelleva in tutte le materie, giocava a calcio ed amava tutti gli sport, suonava l’organo e la fisarmonica, amava il canto, ed il suo spirito gioviale lo rendeva amabile a superiori e compagni.

I tre anni del liceo in terra di Bari passano in fretta ed il suo Vescovo , Mons Ruotolo, gli propone di proseguire gli studi presso il seminario ONARMO di Bologna, dove si trasferisce nell’autunno del 1953. L’ONARMO ( opera di assistenza religiosa e morale degli operai ) offre un percorso formativo alternativo rispetto agli altri luoghi di formazione  per gli aspiranti sacerdoti. Si studia il pensiero sociale della chiesa, si approfondisce la storia del movimento del sindacato, si frequentano le fabbriche e  si legge il vangelo con gli operai : si vive insomma una vera rivoluzione formativa. Il giovane Tonino a Bologna dal Cardinal Lercaro riceve gli ordini minori e l’ordinazione diaconale e subito dopo la proposta di rimanere per sempre in quella diocesi.

Tonino ringrazia il cardinale al quale è legato da stima profonda e sentimenti filiali ma sceglie di tornare nella sua terra salentina: un legame che lo accompagnerà per sempre in vita ed in morte. Degli anni  passati a Bologna più tardi dirà: “ Un periodo bellissimo. Si vivevano già i segni del periodo preconciliare, e poi c’era la presenza straordinaria del card. Lercaro. Tutto ruotava intorno alla riscoperta della liturgia e dei suoi valori sociali. Di quegli anni ricordo soprattutto il contatto continuo con gli operai, quando il nostro mondo era ancora troppo chiuso, forse diffidente“. 

In data 8 dicembre del 1957  don Tonino nella sua Alessano fu ordinato sacerdote da Mons. Ruotolo : l’età non era quella canonica, essendo ancora troppo giovane, ma il vescovo chiede la dispensa.

Il 6 dicembre del 1957 Mons Cremonini , padre spirituale del seminario Onarmo, così scrive a mamma Maria: “

Nella festa a noi tanto cara della Immacolata regina del cielo e della terra, sarà conferita una dignità divina e il potere di dispensare alle anime dei fedeli gli ineffabili doni della grazia al suo egregio e amabile figliolo, dotato di speciali doti di mente e ci cuore, ornamento del nostro seminario “.

di Ercole Morciano  94 sono i giovani tricasini caduti durante la prima guerra mondiale (1915-1918). L’elenco dei loro nomi incisi sulla base marmorea del monumento bronzeo che Tricase tutta, frazioni comprese, ha voluto dedicare ai Caduti delle due guerre, ci fa capire come quella tragedia abbia colpito tante famiglie, molte ancora oggi esistenti, indipendentemente da ogni differenza sociale.

Tra le quasi cento “storie” che andrebbero conosciute va messa in risalto quella del giovanissimo sottotenente Giuseppe Ingletti morto cento anni fa il 22 novembre 1917, e con lui vogliamo ricordare tutti gli altri.

foto inviata da Mario Ingletti

Non è facile scrivere di tali fatti, perché si corre il rischio di scadere nella retorica; occorre invece sfrondare da ogni enfasi mistificatoria l’amara realtà vissuta da tanti giovani al fronte, nell’inferno delle trincee, tra sofferenze indescrivibili, con la prospettiva della morte a causa del nemico - o peggio fucilati dai propri commilitoni in caso di rifiuto o dissenso -, della malattia, dell’indigenza, della dura prigionia, per ideali collegati al compimento del risorgimento forse sconosciuti a molti o, come affermato dalla parte neutralista, per territori che l’Italia poteva ottenere senza entrare in guerra. Vi furono nel corso del primo conflitto mondiale molti episodi di valore e, pur nella convinzione che sono beati i popoli che non hanno bisogno di eroi (come afferma Bertold Brecht), ricordare persone che hanno dato la vita per la patria, che sono morte per un giusto ideale è opera civilmente degna e doverosa.

Giuseppe Ingletti nasce il 12 luglio 1898 da Gennaro, avvocato e più volte sindaco di Tricase tra fine ‘800 e primi del ‘900, e da Maria Antonietta Gorgoni, del patriziato galatinese. Egli è l’ultimo dei maschi della famiglia composta da 9 figli. Diplomatosi all’istituto tecnico, viene mobilitato subito dopo con la sua classe nel febbraio 1917. Non ha ancora compiuto 19 anni; completato il corso allievi ufficiali e conseguito il grado di sottotenente di complemento, è assegnato al I° reggimento di fanteria della brigata “Re”. Al fronte Giuseppe ha già due fratelli più grandi d’età, entrambi giovani ufficiali: Vincenzo e Mario (futuro direttore ACAIT); ne ha perduto un altro, Luigi. Nato il 4 aprile 1895, Luigi è morto il 7 novembre 1915, a vent’anni, per le ferite riportate nel corso del combattimento sul medio Isonzo.

In seguito alla ritirata dopo la disfatta di Caporetto, la Brigata “Re” il 21 novembre si attesta «a presidio della seconda linea di resistenza lungo il costone sulle pendici orientali del monte Tomba», massiccio del Grappa e lungo il corso del Piave. Il 22 novembre gli austro-tedeschi iniziano l’attacco per sfondare la linea italiana e dilagare in pianura. Quella stessa mattina, il sottotenente Giuseppe Ingletti, al fronte da circa un mese, scrive ai suoi famigliari «rassicurando i genitori e chiedendo notizie del fratello Mario». È l’ultima sua lettera. Nel corso del combattimento il giovanissimo ufficiale tricasino è colpito a morte mentre «in testa al suo reparto contrattacca incitando i suoi soldati al combattimento». Gli verrà conferita la medaglia d’argento al valor militare, per aver contribuito con la propria vita ad arginare l’avanzata degli invasori dando prova di coraggio e di abnegazione.

Come tricasini dobbiamo dire grazie a Guido Sodero, medico di professione, che sulla prima guerra mondiale è un’autorità nazionale, perché con grande passione e competenza ricerca e raccoglie foto e documenti d’archivio riguardanti i nostri Caduti; e grazie a Donato Antonaci Dell’Abate per la mostra a soggetto che a palazzo Gallone espone materiale raro e interessantissimo, mettendo in contatto il visitatore con quel tragico periodo bellico di 100 anni fa. La grande storia, le “storie” personali, la ricerca di documenti, di foto e oggetti, le mostre, i centenari, servano nel loro insieme, anche nel nostro ambiente, a rendere sempre attuale il monito “mai più la guerra!”.

 

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