OMAGGIO A MOZART: in scena i meravigliosi quartetti per pianoforte ed archi!

Omaggio a Mozart ha assunto negli anni un ruolo importante nell’ambito dell’offerta culturale e musicale del Salento. Il concerto è un’imperdibile occasione per esperti e neofiti di avvicinarsi al bello e trascorrere una serata elegante.  

Organizzata dall’ Associazione di Alta Cultura Musicale “W. A. Mozart” in collaborazione con l’ Associazione Auditorium, la XII edizione di “Omaggio a Mozart” ospiterà il Quartetto Alcapicla. Composto da Carmelo Andriani al violino, Claudio Andriani alla viola, Vito Paternoster al violoncello e Pierluigi Camicia al pianoforte, il quartetto nasce da esperienze diverse che si uniscono in un progetto artistico e professionale comune: esecuzione e interpretazione di pagine di unica e rara bellezza, composte per questo tipo di organico, coniugando elevati contenuti professionali, rigorosi e raffinati criteri di preparazione ed esperienza con una profonda conoscenza della prassi esecutiva. Tutti i componenti del quartetto si sono formati presso autorevoli accademie musicali europee sotto la guida di prestigiosi docenti e artisti. La regolare attività concertistica presso importanti stagioni e festival in Italia, Europa, Cina, Corea e Stati Uniti si affianca alla produzione discografica per etichette quali Brilliant Classics, Decca, Tactus, Dynamic, Phoenix Classics , Farelive e per la Rai.

Il programma della serata sarà di assoluto fascino, con l'esecuzione di due fantastiche opere di Mozart per pianoforte ed archi: il quartetto  n. 1 in sol minore K. 478 e il  n. 2 in mi bemolle maggiore K. 493.

Come ogni anno il concerto si concluderà con il tradizionale aperitivo e il taglio  della torta di Mozart.

Domenica  28 gennaio ore 19.00 presso la sala del trono di Palazzo Gallone, ingresso solo su prenotazione al numero 347/8022725 - M° Giovanni Calabrese

di Alessandro Distante

La fiaba del Presepe Vivente, alla fine, diventa festa. Come per incanto, ti ritrovi san Giuseppe o Gesù bambino, il Proconsole o Erode, il fabbro e la tessitrice, la fornaia ed il soldato romano, tutti seduti uno accanto all’altro per una Cena di comunità.

E’ bella l’aria che si respira su Monte Orco ed è bella quella che si respira nella Cena, dove nessuno si prende meriti e dove tutti ringraziano tutti, consapevoli come sono che se la magia del Presepe si ripete da 38 anni è perché tutti ne sono protagonisti.

Le circa 400 persone diventano il simbolo di un mondo senza barriere; tanti bambini, tanti giovani e tanti adulti e, perché no, anche tanti anziani. Non è facile ritrovare insieme famiglie, ma lì, come su Monte Orco, la magia è proprio quella.

Tra un piatto e l’altro, le immagini della Edizione appena conclusa, la soddisfazione di essere stati, ancora una volta, visitati da tanta gente con tanto di testimonianze di chi, ogni anno e da anni, viene fino a Tricase per vivere il Natale sulla collina.

Sempre nel ricordo di chi non c’è più oppure di chi, per motivi di salute, è presente ma non di persona. Tutti felici per avere dato un contributo perché – come dice il Presidente ing. Morciano- ci sono tanti modi per dare una mano alla costruzione del Presepe.

Alla fine anche san Giuseppe, da anni muto protagonista, si lascia andare ad un ballo, felice della rassicurazione del Presidente: “Tranquillo, l’anno prossimo sarai ancora tu il nostro San Giuseppe”. Perché i personaggi a Monte Orco sono persone, tutte importanti ed anzi uniche e perciò non sostituibili.

 

 

di Giuseppe R. Panico Il Meridione d’Italia è da troppo tempo considerato la più vasta zona povera dell’Unione Europea. Sarà il 2018, almeno dalle nostre parti, l’anno del cambiamento? Il 2017 ci ha dato parecchie novità fra cui una nuova amministrazione comunale a Tricase, l’evidenza di un Trump che, con la sua politica muscolare da America First, pare intenda passare alla storia, più che come un bullo super potente, come un presidente coraggioso e innovatore e, nella Corea del Nord, un più pericoloso satrapo che, con i suoi missili e le sue testate atomiche, pare intenda accelerare il riscaldamento globale e mandarci tutti in fumo.

Il Papa ha detto che il 2017 è stato un anno alquanto negativo ma a Napoli hanno aggiunto che col suo 17 (a disgrazia), non ci si poteva aspettare di meglio.  E’ stato legalizzato (dopo quasi 70 anni) l’inno nazionale (di Mameli) ed ora siamo, finalmente anche per legge, “fratelli d’Italia”. Approvata pure la legge sul “fine vita” che ci consente, in caso di bisogno, di soffrire o far soffrire di meno. Una nuova legge elettorale, col recente scioglimento delle camere, ci porterà poi, alle idi del prossimo marzo (4 marzo), ad una nuova legislatura. La campagna elettorale è già in corso, ma troppo ricca di promesse e troppo povera di speranze (almeno su scottanti temi come lavoro, immigrazione e debito pubblico). Il trasformismo dei politici fa intanto rima col populismo e “bonus” economici o fiscali sono i doni di questo ultimo Babbo Natale e dei loro programmi. Nulla ancora di concreto per farci risalire dai tanti fondo-lista delle graduatorie europee. I “Vanna Marchi” della politica, rimessosi a nuovo e schiaritosi la voce, poco ci dicono da dove prendere i soldi per i loro programmi (dalla sanità per i nonni? dalla scuola dei nipoti? Sicuramente dalle nostre già povere tasche).

Nulla di nuovo, si direbbe, perché nulla di nuovo avviene nel nostro modo di pensare, agire e votare. Ci mancava a Roma un albero di Natale chiamato “spelacchio” ed un Vaticano che lamenta la perdita dei valori del presepe e del Natale in un’Italia ed un’Europa sempre più laica, atea, agnostica, più islamica e con nuove leve di preti e suore in gran parte africane e sudamericane. Ci salveranno le spoglie, tornate in Italia, del nostro penultimo re passato alla storia per la sua inettitudine e le sue due guerre mondiali? La prima vinta male, la seconda disastrosamente persa e, per finire, una civile/nazionale tanto cruenta. “Forza diciottenni” sembra dire ora il nostro Presidente della Repubblica, ai giovani del 1999, invitandoli alla loro “prima volta”, nel segreto delle urne, a fare voto per salvare il paese. Non come il re che arruolava i ragazzi del 1899 per salvare l’Italia dalla sua Caporetto.

I ragazzi di allora non avevano tempo per addestrarsi alle armi, se non per morire senza sapere spesso dove e perché, (tantissimi analfabeti). Quelli di oggi alla politica ed alle urne ben poco ci pensano e le statistiche dicono che troppo poco leggono e si informano. Votare da incompetenti è una conquista della democrazia, ma eleggere degli incompetenti è una vera disgrazia. Si dice che diserteranno le urne in tantissimi, come oltre un secolo fa in tanti disertavano la divisa e la guerra. Nessuno li ha educati se non all’onore delle armi, all’onore delle urne. Alle idi di marzo mancano due mesi. Pochi per formarsi, abbastanza per leggere, conoscere, dibattere ed esprimersi e poi imbracciare, non il fucile, ma una matita e una scheda e sentirsi, dopo una semplice croce, fratelli d’Italia.

Nella nostra “Apulia Infelix”, sempre più preda del crimine e della droga, continua intanto il tormentone per un ILVA da salvare e svendere agli indiani e per una TAP da bloccare. Sembra che a certi politici (e non solo), con poco senso dello Stato e troppo senso del voto, non importi nulla degli immensi danni economici dovuti ai ritardi per continua opposizione o malsani progetti, anche per programmi internazionali già consolidati. L’ Italia come un trenino che, appesantito da debito pubblico e inaffidabilità, arranca su binari a scartamento ridotto.

A Tricase, il nuovo anno si porta la ruggine del vecchio. La SS 275 da allargare, la Sud Est da elettrificare, (ma alcune tratte salentine sono di scarsissimo uso), etc. E’ presto per scrivere una letterina al Babbo Natale 2018, ma potremmo già abbozzarla con i nostri desideri da bene comune. Cominciando dal risanare quell’ultima nostra torre di Palane (Marina Serra) a difesa non più dei Turchi o dell’Islam, ormai quasi vittorioso con i suoi tanti migranti, ma della nostra storia, del nostro turismo e del nostro decoro.

Ma con un’ampia ed elegante rotonda su quel Mediterraneo “che è come uno stagno-diceva Socrate- ove si affacciano tanti ranocchi”. Si potrebbe così godere dalle Marine, in attesa di un loro PUG, di uno dei più bei panorami del Salento e non soffrire, da gracidanti ranocchi, per l’attuale squallore. E poi, in città, risanare e valorizzare la storica casa in abbandono in Via Tempio, ove nacque Giuseppe Pisanelli che tanto lustro portò all’Italia ed alla sua Tricase (nell’ormai prossimo 2019 ricorre il 140° anniversario della sua morte).

I giovani di Tricase, vorranno (forse) battere un “storico” colpo e dare il loro voto. In tanti emigreranno, ma portandosi nel cuore un paese migliore se anche loro saranno migliori. Col loro silenzio, muore la storia, le loro testimonianze e la civiltà che li ha generati. Il 2018 non un anno da “o sangre” (quello di S. Gennaro e dei suoi miracoli) come dicono a Napoli per il 18, ma da diciottenni e più. In vena di fare storia, voti e… miracoli per il loro paese.  

La Redazione

Ne sono accadute tante in queste settimane nelle quali abbiamo sospeso le uscite del giornale.

Terminate le Feste natalizie, arricchite dalle luci e dai mercatini, si riparte con la importante notizia del finanziamento statale di un milione di euro per il restauro di Palazzo Gallone: un progetto dell’Amministrazione Coppola portato a frutto dall’Amministrazione Chiuri e che può rilanciare un edificio storico destinato, al momento, ad Uffici comunali ed a contenitore culturale.

Finiti anche i botti dei fuochi augurali di fine anno, il pensiero va anche ai botti, per niente tradizionali, che nei giorni precedenti e successivi hanno colpito macchine e portoni, così destando, per la prima volta a Tricase, una qualche apprensione e messo in crisi l’idea di una Città assolutamente tranquilla.

E, appena chiuse le Feste con i doni della Befana, un dono poco gradito: non cenere e carbone, ma rifiuti speciali e, si teme, pericolosi nell’area dello stabilimento che, per un lungo periodo, è stato il motore trainante dell’economia del Capo di Leuca e che ora, chiuso per fallimento ed in vendita, fa emergere sorprese poco rassicuranti.

In questo mese, anche tanti appuntamenti ed iniziative: oltre il sempre magico Presepe Vivente di Monte Orco anche il ricordo dell’Accademia di Girolamo Comi a Lucugnano, frutto della tenace battaglia del Comitato cittadino a difesa della destinazione attuale dell’edificio e poi la bella esposizione a Palazzo Gallone dedicata agli Sposi.

E non è mancata la sorpresa della Befana: Bobby Solo a Tricase. C’è chi dice che era uno scherzo o che era per uno scherzo, ma tanto è bastato per attirare l’attenzione del Salento e di importanti emittenti televisive nazionali.

Un 2018 che si preannuncia ricco, come è la vita. Basta saperla leggere e, per dare un contributo alla lettura, torniamo anche noi per quest’anno, il ventunesimo e … scusate se è poco!

Il VOLANTINO settimanale cittadino di Tricase
SABATO,20 GENNAIO 2018. TORNIAMO IN DISTRIBUZIONE…

21 ANNI…OGNI SETTIMANA…

PER LA SOLA CITTA’ DI TRICASE…

DUEMILA COPIE IN DISTRIBUZIONE IN TUTTA LA CITTA’

Un grazie a tutti coloro che hanno sostenuto il Giornale, a partire dagli sponsor;

senza di loro non saremmo potuti uscire.

Ventuno anni sono davvero tanti e, in senso giornalistico, sono certamente tantissimi.

Un 2018 che si preannuncia ricco, come è la vita.

Basta saperla leggere e, per dare un contributo alla lettura, torniamo anche noi per quest’anno,

il ventunesimo e … scusate se è poco !

La Redazione

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