di Nunzio Dell'Abate,Vito Zocco e Fernando Dell'Abate Consiglieri Comunali

Per il Consiglio Comunale di venerdì 22 dicembre 2017 abbiamo presentato una mozione

UN LEGALE  PER PALAZZO COMI.

Fiduciosi che l'intera assise consiliare " passi all'azione " a difesa

del prestigioso Palazzo Comi e in memoria dell'illustre Poeta di Lucugnano.

IL CONSIGLIO COMUNALE PREMESSO CHE:

-con delibera n.28 del 20.11.15, la precedente assise consiliare deliberava all’unanimità di “fare voti ed impegnare la Giunta affinchè dia mandato ad un legale per valutare ed, all’esito, azionare ogni idoneo ed opportuno strumento giuridico per arrestare la procedura di aggiudicazione a terzi di Palazzo Comi”;

-a tale deliberato la Giunta Comunale non dava attuazione e a tutt’oggi la procedura di assegnazione trentennale di Palazzo Comi a privati è in piedi;

-la Provincia di Lecce è sorda ai continui richiami e alle note provenienti dalle più disparate Autorità (MIBACT, Regione, Direzione Generale delle Biblioteche, Sovrintendenza Archivistica di Bari, Sovrintendenza delle Arti e Paesaggio di Lecce ed altre), che hanno messo a nudo illegittimità ed inopportunità del bando;

-da ultimo anche la stessa Avvocatura della Provincia di Lecce che, con un apposito parere reso alla Direzione Generale, ha evidenziato gravi vizi della procedura e consigliato l’annullamento in via di autotutela del bando, facoltà riservata all’ente provinciale dallo stesso disciplinare di gara;

ATTESO CHE:

-è ferma convinzione di codesto consesso consiliare che la Provincia di Lecce debba revocare senza indugio la procedura di gara ed intraprendere con la comunità locale un sereno percorso per l’individuazione della più adeguata forma di valorizzazione e fruizione pubblica del grande contenitore culturale.

-è altresì ferma convinzione che proseguire in questo limbo conflittuale o peggio ipotecare per i prossimi trent’anni il futuro di Casa Comi nuoccia allo sviluppo culturale del territorio del Sud Salento ed alla memoria dell’Illustre Poeta, di cui il prossimo anno ricorrerà il 50° anniversario dalla morte.   

-in tale contesto, non resta altra alternativa che quella di promuovere tutte le opportune azioni giudiziarie per giungere in tempi rapidi all’annullamento della procedura di aggiudicazione a terzi di Palazzo Comi;

Con voti favorevoli dei presenti

DELIBERA

DI FARE VOTI ED IMPEGNARE LA GIUNTA COMUNALE AFFINCHE’

dia mandato ad un legale per vagliare ed azionare, ogni idoneo ed opportuno strumento giuridico per pervenire, in tempi brevi, all’annullamento della procedura di aggiudicazione a terzi di Palazzo Comi.

Giovedi, 21 dicembre 2017

di Nunzio Dell'Abate e Vito Zocco

Abbiamo comunicato, dapprima verbalmente una settimana fa e poi formalmente venerdì scorso, al Segretario cittadino le nostre irrevocabili dimissioni da iscritti al locale circolo del Partito Democratico e stamattina, al Presidente del Consiglio, l’abbandono del gruppo consiliare del PD e la costituzione del gruppo consiliare misto. Venerdì sono state comunicate altresì, alla Segreteria Regionale, le dimissioni di Nunzio Dell’Abate da componente della Commissione Regionale di Garanzia del partito.

Non è una decisione che giunge come un fulmine a ciel sereno, ma è il frutto inevitabile di un travagliato vissuto all’interno della compagine cittadina del partito ove lo sport preferito di taluni è quello di gettar la palla in tribuna o peggio di provocare mischie furibonde. Eppure i valori fondanti del PD sono quelli dell’inclusione, dell’accoglienza, del rispetto altrui e del confronto democratico.    

Sono quasi due anni che dai soliti noti subiamo offese gratuite e che interminabili sedute di assemblea si concentrino sulla validità di tesseramenti, commissariamenti e sulla nostra legittimazione o di altri iscritti, piuttosto che sull’azione amministrativa e sulle tante problematiche della città.

Neppure due momenti di confronto popolare e tra gli iscritti (vedasi amministrative e congresso) hanno sopito l’acrimonia di chi non accetta di giocare in comunità, quale un partito come il PD dovrebbe essere.

Ci abbiamo messo la faccia in tutte e due le competizioni, specie in quella per le scorse amministrative in cui fu il partito, e non noi, a volerci candidati. Il risultato di entrambe è noto, così come l’impegno profuso per il partito in silenzio, senza mai cedere alle provocazioni interne.

Poca importa se i vertici del partito non abbiano inteso assumere alcuna tutela; se alcuni dirigenti provinciali e nazionali abbiano addirittura remato contro il partito democratico nelle ultime amministrative; poco importa se la disastrosa azione politica condotta a livello nazionale stia facendo perdere consensi, soprattutto per i noti risvolti territoriali.  

E’ invece divenuto intollerante per noi, e riteniamo anche per il dimissionario vice Segretario Guerino Alfarano, proseguire in una interminabile contesa, prova ne è l’ultimo ricorso contro il recente congresso, ed osservare i tanti militanti, che avevamo avvicinato, perdere ogni entusiasmo ed allontanarsi dal partito.  

Crediamo, o forse sogniamo, che esista un modo diverso di fare politica, di crescere e maturare fra la gente, di essere utili nel proprio piccolo ma grandi nell’insieme per il futuro della nostra comunità.

Resta intatta la stima nei confronti del Segretario cittadino Gianluigi Forte e di tutti gli iscritti che si sono spesi e siamo certi si spenderanno per il bene comune. Come inalterata, ci auguriamo, proseguirà la comunanza di intenti nell’azione consiliare con Fernando Dell’Abate.

 

COMUNICATO STAMPA

La segreteria cittadina del circolo PD di Tricase

In data 15/12/2017, i consiglieri comunali Dell’Abate e Zocco hanno provveduto a comunicare al segretario cittadino, Gianluigi Forte, l’intenzione di non rinnovare la loro iscrizione al Partito Democratico e di aderire a Liberi e Uguali, movimento politico guidato dal Presidente del Senato Pietro Grasso.

Preso atto della loro decisione, anche se pervenuta in maniera tardiva, non possiamo far altro che augurare loro un buon proseguo dell’attività politica.

Il circolo locale del Partito Democratico continuerà ad impegnarsi, con determinazione, a portare avanti il proprio servizio ai cittadini di Tricase: l’opera di riorganizzazione del partito e l’elaborazione politica proseguiranno insieme al consigliere comunale Fernando Dell’Abate, ai militanti e ai ragazzi coordinati dal segretario dei Giovani Democratici, Martino Casciaro.

Ci sentiamo in dovere di ribadire che più di 2500 cittadini di Tricase hanno scelto, durante le scorse amministrative, di affidare - alla coalizione guidata dal nostro Partito - la loro fiducia: ecco perché non saranno certo i fatti della politica nazionale a intaccare il buon lavoro che si sta facendo dal giorno dopo le elezioni amministrative.

Siamo certi che riusciremo comunque a portare avanti il nostro programma politico: il mandato affidato a questa segreteria dalla maggioranza degli iscritti, durante il congresso cittadino del 22 ottobre, continuerà nel segno dell’unità d’intenti e del coinvolgimento attivo della cittadinanza.

 

 

 

 

Era sabato 25 novembre 2017. Ci contattò un disabile tricasino che ama lo sport e spera di trovare parcheggio.

Caro direttore, grazie per il vostro impegno ventennale a tutta la Città di Tricase e ai tricasini.

Tante grazie per lo spazio e l’attenzione che ci riservate a noi disabili. Questi quattro righi sono indirizzati a chi amministra la Città di Tricase. Non voglio prolungarmi nelle solite nostre tristi storie, voglio solo segnalare per quelli come me che amano lo sport, l’assenza dei parcheggi riservati ai portatori di handicap, nello spazio dove sostano le auto, nelle vicinanze dello stadio San Vito e del palazzetto dello sport di Tricase.

Pensando di fare cosa gradita. Ringrazio tutti anticipatamente.

Subito è arrivata la risposta da parte dell’assessore Sonia Sabato e del consigliere comunale Maurizio Ruberto:

Stiamo provvedendo a sistemare i parcheggi ( Maurizio Ruberto)

Con responsabilità prendo atto della necessità di far posizionare stalli gialli per disabili al palazzetto dello sport e cercherò nel più breve tempo possibile di provvedere,come ho già provveduto in diversi punti di Tricase ( posta vecchia, scuole,marine ecc. ) E MI CHIEDO…, come mai non ci ha pensato nessuno prima ? ( Sonia Sabato)

E’ sabato 16 dicembre 2017

E’ arrivato Natale , il nostro caro amico disabile ci contatta ancora.

Dal 25 novembre ad oggi sono state disputate quattro gare sportive tra calcio e pallavolo, hanno assistito più di 2000 tifosi tra “stadio comunale e palazzetto dello sport di Tricase”.

Dal 25 novembre ad oggi ancora non c’è ombra dei parcheggi riservati ai portatori di handicap… Speriamo in Babbo Natale

 

Un ospedale in crescita lenta ma costante

di Ercole Morciano

« Più che Bilancio Sociale preferisco chiamarlo Bilancio di Missione» così ha esordito la direttrice dell’Azienda Ospedaliera “Card. Panico”, sr. Margherita Bramato, nell’introdurre il 4 dicembre l’informazione sulla vita di quella che è tra le aziende più complesse e importanti del Salento. Già la premessa fa intuire all’uditorio presente nella sala del trono che non si tratta di un’arida esposizione di dati numerici, di grafici, di statistiche che pure servono per la trasparenza e l’affidabilità dei contenuti; si tratta in primo luogo di far percepire la presenza di un’anima, di qualcosa di immateriale e pur sempre connaturato, inseparabile, dalle scelte che quotidianamente si è chiamati a fare: e ciò rimanda alla natura cattolica dell’ospedale, al codice etico della Fondazione e al carisma proprio della congregazione delle suore Marcelline.

Un altro elemento riguarda il metodo di lavoro nell’ospedale: un lavoro d’insieme fatto di relazioni, di reciproche attenzioni, di consultazioni che sr. Margherita riassume con lo «spirito di famiglia interno» grazie al quale «il personale con le sue qualità umane e tecniche è patrimonio» che concorre alla finalità della Fondazione: «curare tutta la persona in senso cristiano… metterla al centro delle attenzioni… agire con dinamismo e rapidità decisionale». Un’ ultima nota riguarda lo stile col quale il bilancio è stato esposto dalla direttrice. Uno stile affabile, delicato anche nelle “rivendicazioni”, lontano dalla supponenza, segno di padronanza della materia e di coscienza limpida.

Non possiamo qui, per ovvie ragioni, esporre i dati numerici che probabilmente saranno pubblicati sul sito della Fondazione. L’esposizione ha riguardato i vari ambiti nei quali si articola il documento: partendo dall’analisi del contesto, si è passati all’organizzazione, alla metodologia basata sulla interazione interna tra i dipartimenti ed esterna con A.S.L. e Regione, alla quantificazione degli interventi, all’equilibrio di bilancio, ai rischi d’impresa , al patrimonio (tutto donato dalle suore Marcelline alla Pia Fondazione), alla cultura della sicurezza nel lavoro e formazione del personale, ai rapporti sindacali, alla sostenibilità ambientale, agli investimenti, al valore creato nel territorio, al welfare aziendale, alle convenzioni con le Università e, non ultima alla pastorale sanitaria. Ne vien fuori la visione di ospedale che in 50 anni ha avuto una «crescita lenta ma costante».

I posti letto sono cresciuti da 72 a 400; il personale conta oggi poco più di 1000 dipendenti; i medici provengono da tutt’Italia, gli altri operatori prevalentemente dal Salento. Diminuiscono gli investimenti ordinari (si è però aperto il reparto di neurochirurgia) mentre aumentano quelli straordinari: la centrale di trigenerazione energetica, l’area parcheggi, la sala operatoria ibrida; investimenti programmati: cabina elettrica, piastra per i servizi diagnostici, ristrutturazione centrale termica; opere di adeguamento dei sistemi antincendio. Fornitori: quelli dei beni di consumo sono tutti del nostro territorio; quelli di apparecchi sanitari e medicinali sono in prevalenza del nord.

Sr. Margherita condivide anche le sue preoccupazioni: spingere verso l’innovazione ad ogni costo comporta, di riflesso, la diminuzione del personale e in un contesto sociale asfittico come il nostro occorre trovare il giusto equilibrio. L’azienda classificata religiosa come il “Card. Panico” dal punto di vista economico applica il contratto pubblico, ma non riceve dalla Regione quanto essa spende per le medesime prestazioni nei suoi ospedali ; eppure, aggiunge, ci spinge ad investire sempre più verso l’alta professionalità per limitare i costi dovuti ai cosiddetti viaggi della speranza.

Lo facciamo con successo, ma con grandi sacrifici, facendo risparmiare molto alla Regione, ma è solo grazie ai dipendenti, che hanno rinunciato alle loro spettanze nello spirito della solidarietà cristiana,si è potuto andare avanti senza mandar via i pazienti, cosa che un ospedale cattolico non può fare. Occorre consolidare i rapporti operativi tra le istituzioni col riconoscimento del ruolo dell’Azienda ospedaliera nelle reti assistenziali: non è possibile, né giusto, trattare in modo diverso il pubblico, rispetto al privato-no profit, nel nostro caso l’ospedale cattolico classificato. La vera sfida, conclude sr. Margherita, è avere sempre bene in vista l’obiettivo finale e perseguirlo con tenacia: la solidarietà come principio al quale ancorare ogni sviluppo e ogni futuro.

 

La mia colonna di Alfredo De Giuseppe

Ci sono alcune strade che sembrano avere una sola direzione, senza ritorno. La popolazione mondiale fra pochi decenni si assesterà fra i dieci e i dodici miliardi, il pianeta sarà in un equilibrio sempre più instabile; l’acqua sarà un argomento complesso da gestire, mentre dei fossili si potrà fare a meno; i robot sostituiranno l’uomo in molte attività manuali, compreso la guida delle auto; la scienza medica farà progressi sempre più rapidi, fino ad essere tutti monitorati minuto per minuto; gruppi terroristici cercheranno di opporsi al progresso con la barbarie ma saranno perennemente sconfitti dalle soverchianti forze statali; internet, i social media, e altre sfumature del genere ufficialmente dovranno eliminare l’anonimato, facendo proliferare un internet illegale;

il commercio, le borse, la finanza mondiale, forse in mano ad una decina di persone, sarà sempre più dominante rispetto a qualsiasi decisione politica; andremo su Marte e cercheremo di installare moduli vitali; lo spettacolo e lo sport sempre più presenti nella vita di ogni giorno; i politici sempre più isolati ma protetti. Questi scenari, non più frutto di fantascienza o di film horror, sono valutati con attenzione in ogni campo da ambientalisti, demografi, scienziati e sociologi.

C’è una cosa, però, che viene sottaciuta, benché abbia allo stesso modo imboccato una strada senza ritorno: la società costruita in questi ultimi trent’anni ha le sue fondamenta nel principio che un élite di persone, stimata ottimisticamente intorno al 3%, governerà i processi, o almeno sarà parte di essi, comunque molto ricca e arrogante. Le masse guarderanno a quest’élite con invidia e angoscia, ma tenute a bada facilmente, per lo più dentro un’ignoranza elettronica.

Che poi consiste nel far usare gli strumenti più moderni, senza poterli mai, in alcun modo, dominare. Una democrazia sempre più rarefatta che si fonda su due immagini preoccupanti: da una parte una casta benestante e famelica e dall’altra una massa sempre più povera che si arrabatta ogni giorno, che lotta contro i suoi simili, che vede alcuni personaggi inarrivabili ai quali non sarà facile chiedere niente, se non quello codificato dai modelli scientifici, elettronici e finanziari dominanti.  

Se riflettiamo, un vero e proprio capovolgimento dei principi del Novecento, rivenienti a loro volta dall’Illuminismo, che fondava il suo credo nell’uguaglianza fra gli esseri umani. Oggi invece si assiste quasi inermi a questo passaggio fondamentale, alla teorizzazione che non siamo tutti uguali: le disparità hanno una loro ragion d’essere, punto e basta. I partiti che ancora lottano per un’uguale dignità di tutti i cittadini, immigrati e poveri, carcerati e studenti, operai e giudici, hanno nelle nostre democrazie moderne un peso insignificante, sono quasi sempre considerati obsoleti e infine relegati a fattore nullo, utile solo a dimostrare che esiste un dibattito.


Ci sarà chi diventerà super ricco gestendo una qualunque cosa che ad ogni cittadino costi anche un solo centesimo al mese e ci saranno dieci miliardi di poveri che spenderanno quel centesimo al mese per sentirsi parte di quel processo vincente. Un’immensa moltitudine di nuovi schiavi del lavoro, dipendenti, professionisti e piccoli imprenditori, senza possibilità di cambiare posizione. Poveri di denari e di consapevolezze, tenuti a bada con sistemi di influenza sempre più sofisticati, magari con realtà virtuali e con un controllo maniacale sulla privacy.

Questo è lo scenario più plausibile nei prossimi 50 anni, a voi non piace, lo so, a me neanche, ma non riusciremo più ad unirci per dire no, siamo diventati liquidi e isolazionisti, pensiamo che davanti alla tastiera, ognuno di noi, troverà la sua fortuna.

Ci sarebbe una soluzione, una strada in salita e irta di difficoltà, unico appiglio che possiamo trovare: una scuola rivoluzionata e profonda, che sappia far maturare il senso critico dei bambini, che lasci alcune materie e ne approfondisca altre (ad esempio come leggere e usare i social network, la globalizzazione, l’economia), che sappia cogliere i cambiamenti, che studi la storia e l’antropologia, che insegni come vivere in armonia con la natura e gli altri umani, anche al di fuori delle loro disastrate famiglie, delle loro ignoranze indotte, dei loro scadenti rapporti sociali.                                                        

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