Covid Tricase - Dopo il record dei contagi della scorsa settimana (658 positivi), lo stato del contagio nella nostra Città resta sempre alto.

L'andamento mostra una tendenza al calo, ma molto lenta, mentre resta alto il numero dei contagi, sotto quota 600.

COVID dati del giorno: 29 marzo 2022

10.805 Nuovi casi

48.726 Test giornalieri

10 Persone decedute

Nuovi casi per provincia

Provincia di Bari: 3.353

Provincia di Bat: 768

Provincia di Brindisi: 979

Provincia di Foggia: 1.358

Provincia di Lecce: 2.838

Provincia di Taranto: 1.431

Residenti fuori regione: 47

Provincia in definizione: 31

116.924 Persone attualmente positive

653 Persone ricoverate in area non critica

38 Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

903.014 Casi totali

9.655.825 Test eseguiti

778.153 Persone guarite

7.937 Persone decedute

Casi totali per provincia

Provincia di Bari: 292.683

Provincia di Bat: 84.594

Provincia di Brindisi: 82.645

Provincia di Foggia: 136.624

Provincia di Lecce: 178.330

Provincia di Taranto: 118.746

Residenti fuori regione: 6.472

Provincia in definizione: 2.920

fonte Regione Puglia

Leo: liberalizzati i corsi da Operatore Socio Sanitario

“Era uno degli obiettivi che era mia intenzione perseguire nel corso di questo mio secondo mandato assessorile e che posso comunicare di aver raggiunto: oggi la Giunta Regionale, su mia proposta, ha approvato la delibera con cui si propone la modifica del Regolamento Regionale che disciplina la figura di Operatore Socio Sanitario e la sua formazione professionale. Grazie a questo intervento, nella nostra regione, gli enti di formazione professionale accreditati e in possesso dei precisi requisiti previsti dalla norma, potranno liberamente erogare il corso di operatore socio-sanitario in regime di autofinanziata e non esclusivamente a seguito del bando regionale”, fa sapere l’assessore all’istruzione, alla formazione e al lavoro della Regione Puglia Sebastiano Leo.

“Registriamo – continua l’assessore - una dinamica del mercato del lavoro rispetto alla figura professionale degli OSS ancora particolarmente vivace, con una elevata domanda di nuovi Operatori socio-sanitari nelle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private e nelle equipe dei servizi territoriali, ma anche una elevata domanda di formazione e di riqualificazione da parte di tanta forza lavoro. Le figure sanitarie e sociosanitarie sono richiestissime, c’è domanda ed è quindi necessaria offerta. Questo intervento – spiega Leo – ben si inserisce in quelle politiche di Governo regionale di sostegno all’ampliamento della formazione sanitaria e sociosanitaria, come i corsi di laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università del Salento e la LUM e il potenziamento dei corsi di laurea in Infermieristica. La pandemia da Covid 19, d’altronde, ha ben rivelato la rarità di queste figure e la priorità della loro formazione nelle politiche regionali e nazionali”.

“Grazie a queste modifiche al Regolamento OSS, inoltre, mettiamo anche fine a quel triste fenomeno di emigrazione da parte di tanti pugliesi che, per conseguire il titolo, si sono spesso recati presso enti di formazione con sede in altre regioni italiane. Non a caso – spiega Leo – tra le modifiche apportate al regolamento abbiamo ampliato il riconoscimento di crediti che permettano agli interessati una riduzione del monte orario da frequentare in ragione del possesso di attestazioni in uscita da percorsi formativi pregressi e di esperienza lavorativa documentabile”.

“Infine – ha concluso l’assessore – la liberalizzazione dei corsi di formazione da OSS non esclude la possibilità da parte di Regione Puglia di Avvisi rivolti alle persone in condizioni di indigenza e quindi non in grado di coprire il costo del corso di formazione. Adesso le modifiche sono all’attenzione della competente Commissione Consiliare per il parere obbligatorio non vincolante secondo procedura d’urgenza come richiesto dalla Giunta Regionale”.

TRICASE, CHE FARE ?

In premessa sarebbe opportuno chiarire che buona parte delle decisioni sul passato, sul presente e sul futuro delle marine tricasine non è di esclusiva competenza delle amministrazioni locali. Lo stesso Piano Comunale delle Coste, approvato dal Consiglio Comunale di Tricase il 22/11/2016 (Deliberazione N. 59), ha dovuto seguire i principi e le norme del Piano Regionale delle Coste che disciplina le attività sul demanio marittimo e sulle zone del mare territoriale.

Se dovessimo, dunque, interrogarci su cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato del Piano Comunale delle Coste dovremmo certamente partire da un dato e cioè: il PCC prevede la possibilità di avere sui 9,04 km di costa ben sette SLS (Spiagge Libere con Servizi) e quattro SB (Stabilimenti Balneari). Alla data odierna il risultato è zero. Ovviamente le motivazioni sono tante, ciò nondimeno era prevedibile.

È innegabile, il mare è una risorsa. Tuttavia per tutto c’è un tempo e purtroppo il nostro è passato da almeno trent’anni. Alla data odierna le nostre marine, come l’intera costa, sono all’interno del Parco “Otranto-Tricase- S. M. di Leuca”, c’è da sei anni un PCC e di recente il Consiglio Comunale ha deliberato l’avvio dell’iter per l’istituzione dell’Oasi Blu. Pertanto, non ci sono grandi margini di azione.

E con specifico riferimento ad interventi sovrastrutturali sulla costa quali porto/piscina, ampliamento del porto o realizzazione di una piscina dietro Punta Cannone, per restare tra gli esempi da voi suggeriti, escludiamo a priori si possano realizzare; è impossibile, non si può continuare a gettare fumo negli occhi dei cittadini.

Idee per il Lungomare?

Anche sull’avanzare idee per il lungomare bisogna parlar chiaro. Sui 9,04 km di costa tricasina ben l’82% è ad “alta sensibilità ambientale”, e la parte restante a “media sensibilità ambientale”. Ci sono ampie zone a rischio idrogeologico e/o crollo. Un esempio le arcate della piscina di Marina Serra o il tratto di strada litoranea verso Marina di Andrano.

Più che di un lungomare sarebbe giusto e concreto parlare di una passeggiata sul modello della Marina di Andrano, accessibile a tutti, diversamente abili e anziani in particolar modo, come già previsto nel progetto “Balneazione in caso di disabilità”.

Ed in questo contesto, se ci si chiede “quale messaggio far passare a chi viene da fuori”, certamente fondamentale sarebbe capire la portata dei flussi turistici, rendicontare cioè il turismo effettivo. I dati reali sono sempre la cartina di tornasole. Chi, quanti e in quale periodo dell’anno vengono da fuori? Iniziamo con il porci queste domande…

E tra le tante, domandarsi come poter conciliare il passeggio in sicurezza con il traffico della marina. Ebbene, nella bozza del Piano Urbanistico Generale sono previste alcune soluzioni in tale direzione. D'altronde tutte le “sperimentazioni” fatte fin qui sono state fallimentari o provvisorie. Per realizzare piste per i pedoni serve spazio, per i parcheggi serve spazio, per le piste ciclabili serve spazio, senza quello si può fare poco o niente.

A questo punto della nostra analisi non possiamo non accennare alla tanto questionata costruzione esistente sul porto, il cosiddetto “ecomostro”.

La struttura è di proprietà privata ed è fatto notorio il contenzioso in corso tra la proprietà ed il Comune di Tricase. Molto dipenderà quindi dalle decisioni dell’attuale maggioranza a Palazzo Gallone. Una soluzione più celere potrebbe essere un percorso condiviso con i privati, sempre che ci sia la volontà di questi ultimi.

In conclusione, quali interscambi con altre realtà e con il Mediterraneo?

Anche su questo anzitutto sarebbe appropriato pesare le parole. Il porto di Tricase è una realtà ben diversa da quelle di Otranto o Gallipoli. E quando si parla di ampliare il porto si commette sempre lo stesso errore di pensare alla struttura e non a tutto il contesto. Per un porto più ampio servono strutture a monte, in primis strade larghe per giungere al mare.

Un servizio utile e poco costoso potrebbe essere un collegamento marittimo estivo con le isole greche, una su tutte Corfù. Per fare questo basterebbe mettere a bando, per quattro/cinque mesi, una decina di metri di banchina.

Il nostro slogan pensando al mare?

Tricase Porto e Marina Serra, un mare di pace.

La presidente Sonia Sabato

PARTITO DEMOCRATICO TRICASE

Tricase ha il dovere di recuperare l’importante ritardo che sconta rispetto alle altre comunità costiere che negli anni hanno lavorato e sviluppato politiche di attrazione turistica ben strutturate e tese alla valorizzazione dei luoghi.

Le marine, infatti, non devono più essere pensate come mete di passaggio ma, auspicabilmente come mete d’arrivo.

Per far questo, occorre intervenire obbligatoriamente su tre questioni fondamentali: la rigenerazione urbana dei luoghi, l’incentivazione alle attività turistico-ricettive e una programmazione di iniziative ed eventi turistico-culturali che ne favoriscano l’incoming.

Come Partito Democratico crediamo che la conformazione territoriale delle marine di Tricase imponga scelte sempre più incisive e non più rinviabili fra cui certamente la strutturazione di un sistema di mobilità alternativa che ci consenta di liberare la costa dal traffico veicolare cui siamo abituati da decenni. Per far ciò, è fondamentale partire dall’individuazione di aree pubbliche da destinare a parcheggi d’interscambio cui legare il rafforzamento del trasporto pubblico.

Ciò consentirà di liberare spazi da destinare alla libera fruizione (piazzette, aree di sosta, punti d’osservazione) e offrire le nostre bellezze naturalistiche e paesaggistiche ai turisti e ai cittadini che - mediante il censimento, la riqualificazione e la valorizzazione delle discese a mare (con apposizione di apposita segnaletica verticale turistica) – potranno assaporare appieno il nostro mare.

Tricase Porto, per noi, non è a sé stante: abbiamo chiesto ai nostri amministratori di lavorare ad un sistema di attrazione turistica che guardi sempre più a Tricasecome città di borgo e mare, legati da strade e tratturi che hanno la necessità di essere riqualificati e valorizzati, incentivando così il turismo lento e consapevole.

L’attività laboriosa delle diverse associazioni già esistenti, le imprese  presenti e costituende,i privati interessati e l’attenta regia dell’amministrazione comunale, possano creare terreno fertile per far attecchire le numerose iniziative turistico culturali che consentiranno un vero e proprio slancio della  marina.

Dal dialogo possono nascere idee interessanti: così è accaduto, ad esempio, con la costruzione delle progettualità presentata “Salento Outdoor” nell’ambito del CIS Brindisi-Lecce-Costa adriatica, che ci auguriamo vengano inserite nel redigendo Piano degli investimenti da parte dell’Agenzia per la Coesione territoriale.

Un Porto e – più in generale – una costa sempre più legata al centro cittadino con sistemi di trasporto efficienti ed efficaci che consentano di abbandonare le auto, la rinascita dei luoghi attraverso miglioramenti infrastrutturali e la rinaturalizzazione di alcuni punti e scorci fortemente attrattivi, l’incentivazione della mobilità lenta e dolce con due ciclovie e la riqualificazione dei tratturi e delle strade rurali.

Questo serve – a nostro avviso – per rilanciare Tricase Porto in ottica di posizionamento nel mercato turistico.

È evidente che siamo nel caso di un sistema di promiscuità esistenti fra aree pubbliche, aree demaniali e aree private. È altrettanto inequivocabile che questioni come l’accessibilità dei luoghi di Tricase Porto possano essere risolti attraverso iter di semplificazione delle progettualità in corso o per quelle che verranno programmate. Per far questo, occorre necessariamente lavorare sulla pianificazione urbanistica e portare a compimento i relativi percorsi amministrativi.

Covid, le regole dal 1 aprile: decreto in Gazzetta Ufficiale. Ecco cosa cambia

La fine dello stato d'emergenza e, nel volgere di poche settimane, anche lo stop a Green pass e mascherine: l'Italia si avvia al ritorno alla normalità, o meglio alla convivenza con il virus, che continua a circolare ampiamente.

Non vengono più lasciati senza stipendio gli irriducibili no vax (sanitari esclusi), e di fatto non ci saranno più le quarantene, sostituite dall'autosorveglianza.

Dal 1 aprile nessun obbligo di Green Pass per accedere ai negozi, resta solo l'obbligo di indossare fino al 30 aprile una mascherina, anche chirurgica.

Stop al Green Pass anche per soggiornare in un hotel e strutture ricettive dove il passaporto sanitario rafforzato resta obbligatorio fino al 30 aprile per accedere alle aeree benessere, piscine e spogliatoi.

Nessun Green Pass anche per recarsi dal parrucchiere, barbieri, saloni di bellezza e centri estetici, ma anche per entrare in banca, uffici pubblici e poste.

Per piscine, palestre e centri benessere al chiuso resta obbligatorio il Green Pass rafforzato per allenarsi, rilassarsi, ma anche per accedere a docce e spogliatoi fatta eccezione per "gli accompagnatori delle persone non autosufficienti in ragione dell’età o di disabilità".

L'obbligo decade dal 1 maggio. Novità anche in merito agli spettacoli, concerti, manifestazioni ed eventi sportivi: fino al 30 aprile è richiesto il Green Pass base con obbligo di mascherina Ffp2, mentre per andare al cinema, teatro e sale al chiuso è richiesto Green Pass rafforzato e mascherina Ffp2.

Stesse regole anche per discoteche e feste dove è necessario, fino al 30 aprile, l'obbligo del green pass rafforzato

di Pino GRECO

TRICASE- NUOVO CIMITERO

Sono 138 i defunti “in sosta” - nell’attesa che siano completati i lavori per la realizzazione di nuovi loculi

Tante le segnalazioni giunte alla nostra redazione ma altrettante quelle manifestate nel “ Nuovo” cimitero di Tricase.

La domanda dei familiari dei defunti è una sola: “I nostri cari defunti sono “ in sosta”  nei loculi delle confraternite da alcuni anni. Siamo molto addolorati perché dopo tutto questo tempo non abbiamo ancora un posto “stabile” dove pregare i nostri cari che non sono più in vita. E’ arrivato il momento di avere una sepoltura definitiva e dignitosa?

L’assessore comunale Rocco Piceci: “Si, il tempo è breve. Fra 30/40 giorni saranno disponibili 300 nuovi loculi

Restiamo in attesa, vigilando, della soluzione di questa spiacevole situazione per le famiglie dei defunti

Tricase è un Comune dove ci sono 4 cimiteri, due nel capoluogo, uno nella frazione di Lucugnano ed uno nella frazione di Depressa. Il “vecchio” cimitero sito in piazza Cappuccini è inattivo dall'anno 1987, anno in cui è stata effettuata l'ultima sepoltura.

Poi il “Nuovo” camposanto, situato a poche decine di metri dalla strada provinciale “Cosimina” e l’ospedale Panico, dove il primo atto di deporre un cadavere è stato effettuato nel 1987.

Nei quattro cimiteri tricasini di certo negli ultimi anni non sono mancate le “attenzioni” di chi frequenta, purtroppo, tutti i giorni il cimitero (Nuovo), come la signora Paola Cazzato : “Tra buche, cumuli di scarti di materiale edile, viali fatti di brecciolino, toppe di pietre che fanno da piccoli scalini, bisogna anche evitare di distrarsi e tenere invece lo sguardo ben fisso a terra per evitare di cadere o di farsi male in particolar modo quando piove”, sottolinea la signora. 

Ma i quattro cimiteri di Tricase, come tutti i cimiteri sono luoghi di pace e fede.

Ed è in questa prospettiva che si pone la necessità di risolvere gli innumerevoli problemi che le amministrazioni comunali devono affrontare, anche con una certa difficoltà, nella gestione dei cimiteri per poter fornire un servizio efficiente

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