di Alessandro DISTANTE
Se la via Crucis presieduta da Papa Francesco ha fatto riflettere per la scelta, assolutamente condivisibile, della croce portata da una ucraina e da una russa, allo stesso modo ha fatto riflettere la scelta delle Parrocchie della Natività e di Sant’Antonio di tenere, insieme, un’unica Via Crucis.
E’ il potere dei segni, come diceva il venerabile don Tonino.
Nei giorni scorsi è venuto a mancare un intellettuale quale il prof. Carlo Cerfeda che, sempre provocatoriamente, sferzava una Città che –a suo dire- era restìa al cambiamento. “Tricase non cambierà mai. E’ inutile scrivere, parlare, discutere; Tricase sarà sempre la stessa!” mi ripeteva nelle rare ma significative conversazioni telefoniche degli ultimi tempi.
Il prof. Cerfeda è morto e io non voglio dargli ragione; gli ho sempre detto che si sbagliava, che non era vero, ma lo dicevo perché, in fondo, anche lui nutriva la speranza di un cambiamento, nonostante tutto.
Ogni cambiamento, però, necessita di prese di posizione e di scelte coraggiose; andare oltre il proprio “orticello”; uscire dal proprio orizzonte o, meglio, inserire il proprio orizzonte in uno più vasto, abbandonando gli egoistici interessi, siano essi personali oppure di gruppo (di partito o di associazione), per perseguire l’interesse generale.
E’ il compito proprio della politica che continua, invece, a lanciare segnali negativi: sentire che un capogruppo alla Regione lascia Forza Italia per entrare nell’onnivoro CON di Emiliano sol perchè è stanco di perdere le elezioni, senza tuttavia sottoporsi al giudizio degli elettori, deve far riflettere. In questo modo emerge, con tutta evidenza, la ricerca non del bene comune ma del bene personale nel disprezzo delle regole più elementari della democrazia dove il potere deve essere assegnato dal popolo e non da giochi di potere.