Venerdì, 29 luglio 2022
70 MI DA TANTO RINVIATO AL 25 AGOSTO
A causa di alcune positività al Covid-19 all’interno del cast dell’organizzazione, per tutelare la salute di artisti e pubblico l’evento 70 MI DA TANTO 80-90 è stato rimandato.
La nuova data è il 25 agosto 2022 in piazza Cappuccini a Tricase.
Resta confermato il programma della serata con ospiti Den Harrow, Papa Winnie e Via Verdi
Giovedì, 28 luglio 2022
A Tricase il coronavirus non molla - i contagi restano stabili ma sempre alti anche per la stagione estiva - che offre maggiori occasioni di incontri sociali e favorisce gli assembramenti, ma anche a causa dell’uso meno frequente dei dispositivi di protezione individuale, in particolare le mascherine
NUMERI COVID - Restano stabili ma sempre alti i numeri dei contagi da COVID a Tricase - sopra quota 400
TAMPONI - Molti i cittadini che preferiscono il controllo “ fai da te” e in caso di dubbi sui risultati ricorrono al tampone presso le farmacie
NUOVA VARIANTE OMICRON 5 - SECONDO GLI ESPERTI “L’insorgenza di questa variante, un po’ più benevola, ma non troppo (errore considerarla come una semplice influenza!), è un virus ‘adattato’ che si replica nelle prime vie aeree, sviluppandosi poi in raffreddore, cefalea e anche qualche caso di dissenteria, con esiti di malattia però inferiori”
PRENOTAZIONE DEL SECONDO RICHIAMO (QUARTA DOSE) PER LE PERSONE DAI 60 ANNI IN SU
Le persone dai 60 anni in su possono prenotare il secondo richiamo di vaccino anti-Covid (cosiddetta quarta dose o second booster) a partire dallo scorso 15 luglio.
È possibile prenotare tramite:
la piattaforma La Puglia ti vaccina, selezionando la voce "Quarta dose"
il Centro unico prenotazioni (CUP) della propria ASL di riferimento
il numero verde 800 713931
La somministrazione può avvenire dopo almeno 120 giorni (quattro mesi) dalla prima dose di richiamo o, in caso di infezione successiva al richiamo, dalla data del primo test positivo.
Il secondo richiamo si può ricevere anche presentandosi, senza prenotazione, in una delle sedi vaccinali pugliesi in cui è previsto l'accesso libero, nelle giornate e negli orari indicati in calendario.
INFORMAZIONI PER CHI HA CONTRATTO IL COVID
Persone non vaccinate: sarà somministrata un’unica dose di vaccino dopo almeno 3 mesi dalla positività, preferibilmente entro 6 mesi e comunque entro 12 mesi dalla guarigione
Persone che hanno contratto il Covid tra la prima e la seconda dose di vaccino:
se contratta entro 14 giorni dalla prima dose, verrà somministrata una seconda dose entro 6 mesi (180 giorni) dal primo test positivo. Dopo 5 mesi (150 giorni) dal ciclo vaccinale così completato è quindi indicata la somministrazione di una dose di richiamo (booster)
se contratta dopo 14 giorni dalla prima dose, il ciclo vaccinale si intende completato
Persone che hanno contratto il Covid dopo un ciclo primario completo: è indicata la somministrazione di una dose di richiamo (booster) dopo almeno 4 mesi (120 giorni)
Persone che hanno confermato il Covid con un test rapido autosomministrato: mancando la registrazione del caso accertato, i medici vaccinatori devono attentamente valutare la situazione, acquisendo, ove opportuno, l’autodichiarazione circa l’assenza di pregresse infezioni da Covid-19 e di guarigione in un periodo non inferiore a 120 giorni dalla prevista vaccinazione.
di Carlo CIARDO dottore di ricerca UniSalento
La pandemia ha determinato uno spostamento dalla discussione all’azione. Per anni abbiamo parlato di sanità territoriale, di necessità di evitare l’intasamento dei pronto soccorso, dell’impossibilità per gli ospedali di dare risposte efficaci, efficienti e veloci a tutte le richieste di assistenza, ma le risposte tardavano ad arrivare. Su tutto si è imposto il Covid-19 con il suo portato tragico ed ha determinato una presa di coscienza non solo nel dibattito pubblico, ma anche nell’agire pubblico, con l’intervento dell’Unione Europea attraverso il varo del famoso PNRR.
Una promessa al lettore: l’introduzione appena delineata non sarà seguita da discorsi sui massimi sistemi, al contrario, focalizziamo subito l’attenzione su come la Regione Puglia ed il Governo intendono ridisegnare l’assistenza territoriale nel Capo di Leuca grazie alle risorse del Piano di Ripresa e Resilienza.
Nei prossimi 30-40 anni i dati in possesso della Regione Puglia (si guardi la Delibera di Giunta Regionale n. 688/2022) ci dicono che avremo un aumento notevole degli ultra sessantacinquenni con un incremento delle forme cronico-degenerative come la cardiopatia ischemica, lo scompenso cardiaco, l’insufficienza renale, la malattia di Alzheimer, solo per citarne alcune. Ebbene, questa prospettiva non può trovare esauriente risposta esclusivamente negli ospedali ed è qui che entra in gioco un intero puzzle di strutture sanitarie che avranno il fulcro nel Distretto Socio Sanitario. Per evitare di incamminarci in un labirinto del minotauro fatto di acronimi incomprensibili, cerchiamo di sintetizzare attraverso un glossario di pronto uso con il quale dovremo prendere confidenza.
Case della Comunità: saranno 24 nella provincia di Lecce, due delle quali rispettivamente a Castrignano del Capo ed a Presicce-Acquarica. Strutture pensate per un bacino di utenza di circa 50.000 abitanti e volte a garantire un’assistenza permanente grazie anche all’affiancamento con gli ambulatori dei medici di medicina generale che dovranno essere messi in rete.
Ospedali di Comunità: ne sorgeranno 6, di cui uno a Gagliano del Capo. Saranno dotati di 20 posti letto ogni 50.000-100.000 abitanti e dovranno prendere in carico il paziente nella fase successiva al ricovero ospedaliero ovvero avranno il compito di affrontare i casi nei quali vi è una necessità di assistenza nei pressi del domicilio.
Centrali Operative Territoriali: saranno 7 nella ASL Lecce, una delle quali avrà sede a Gagliano del Capo. Saranno dotate di un coordinatore infermieristico, di un massimo di cinque infermieri e di due unità di personale di supporto. Le COT saranno strutturate per garantire le prestazioni sanitarie e sociosanitarie a bassa intensità assistenziale avendo un ambito di azione di circa 100.000 abitanti.
In sintesi parliamo di una rete complessa che dovrebbe garantire, per un verso, una riduzione degli accessi impropri agli ospedali, attraverso disponibilità di personale e di apparecchiature atte a garantire diagnosi ed interventi che non necessitino del ricovero ospedaliero; per altro verso, dovrebbe consentire la tanto decantata “continuità assistenziale”, cioè la presa in carico di pazienti cronici o che necessitano di assistenza post-ospedaliera, in modo da erogare prestazioni più efficaci ed efficienti e, per di più, maggiormente vicine al domicilio dell’assistito.
Per l’intera Puglia parliamo di cifre di notevole portata, se pensiamo che avremo 121 Case della Comunità, 38 Ospedali di Comunità e 40 centrali operative territoriali, per un investimento complessivo di quasi 260 milioni di euro interamente coperti dal PNRR, in virtù del Contratto Interistituzionale di Sviluppo sottoscritto lo scorso maggio con il Ministero della Salute dall’Assessore Rocco Palese.
Questo lo stato dell’arte sfidante e complesso, senza nascondere la possibilità di insidie quanto a necessità di coordinamento tra queste nuove realtà in divenire.
Ciò che però già adesso si può evidenziare è il silenzio, specie del Ministero della Salute, su almeno due aspetti. Il primo riguarda l’alea di incertezza che avvolge il ruolo dei medici di medicina generale, visto che ancora nel dialogo tra Governo e Regioni non c’è identità di vedute se farli diventare dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale o rimanere dei soggetti convenzionati. Il secondo punto, che in verità è una vera smagliatura all’interno di questa delicata tela, riguarda la cronica carenza di personale sanitario, in quanto abbiamo un sistema universitario che sia dal lato dell’accesso (il famoso numero chiuso), sia da quello post-laurea (le borse di studio per gli specializzandi) non sembra ancora in linea con le esigenze dell’assistenza sanitaria.
In conclusione, il panorama della futura assistenza sanitaria territoriale sembra richiamare il noto quadro di Magritte “Il ponte di Eraclito”, che è raffigurato per metà, salvo specchiarsi nel fiume come fosse intero. Nei bilanci e negli atti programmatori la futura assistenza territoriale sembra completa, la realtà imminente e impellente ci dirà se sarà così.
Iniziativa PAESAGGI SONORI – Musica e parole nell’incanto dei luoghi
La rassegna “Paesaggi Sonori”, è giunta alla sua 3^ edizione. E’ nata nel 2019 dopo che un tornado aveva devastato il Sud Salento e le Marine di Tricase in particolare. L’idea guida fu quella di affiancare l’operosità finalizzata alla rinascita di alcuni luoghi simbolo con la musica e a poesia. Ora che la ricostruzione è già felicemente consolidata, la rassegna continua conservando l’abbinamento della musica alla particolarità dei luoghi che la ospitano per esaltarne la bellezza e l’incanto. Il rispetto, la cura e la valorizzazione dei luoghi si concretizzano anche nel proporre gesti rivolti a ridurre l’impatto ambientale nel corso degli eventi e nella sensibilizzazione sulla destinazione pubblica dei beni culturali e paesaggistici. Sarà, perciò, scoraggiato l’utilizzo della plastica e dei contenitori monouso e promossa una raccolta di firme per inserire Torre Palane di Marina Serra tra i luoghi beneficiati dall’attenzione e dal finanziamento del FAI.
LA RASSEGNA E’ ORGANIZZATA DA PRO LOCO TRICASE, IN COLLABORAZIONE CON LE ASSOCIAZIONI: ADOVOS MESSAPICA, MAGNA GRECIA MARE, CLEAN UP TRICASE, TRICASE’MIA, COPPULA TISA, MARINA SERRA ETS, CON LA “RETE DI IMPRESE DI BORGO MARINA SERRA” E CON L’ASSOCIAZIONE COMMERCIANTI DI TRICASE. CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI TRICASE
MEDIA PARTNER E’ MONDORADIO TUTTIFRUTTI
PROGRAMMA
27 Luglio, ore 21: Tricase Porto, Banchina del Porto Vecchio
Dal Veliero “Portus Veneris”: “JAZZ AROUND THE WORLD, un viaggio in musica”
Nato da un’idea di Cristina Lacirignola e Andrea Gargiulo, “Jazz Around the World” è un progetto che si ispira al concetto di musica come medium per viaggiare, per attraversare paese e luoghi lontani e vicini, per conoscere culture, storie e lingue ,differenti. Il progetto è frutto di una lunga e accurata ricerca di musiche provenienti da tutto il mondo, riarrangiate con raffinata maestria da Andrea Gargiulo. Il linguaggio e lo stile compositivo è quello del jazz, idioma ormai universale, sempre capace di attingere e trarre ispirazione dalle diverse tradizioni musicali. Un viaggio nel tempo e nello spazio: dall’Europa all’America Latina, dalla Russia fino al Sud Africa
Il concerto si concluderà con un supplemento di “festa swing e dixieland”. I musicisti che si esibiranno sono: C. Lacirignola(Voce), A. Gargiulo, E. Lanzo(batteria), N. Catacchio(c.basso), G. Di Leone(Chitarra), M. Lacirignola(Tromba), F. Manfredi(Clarinetto)
2 Agosto, ore 21,30: Marina Serra, giardino del Celacanto
IL BRASILE….SECONDO NOI
Paola Arnesano(Voce), Claudio Tuma (Chitarra), Marco Tuma (Armonica, flauto e sax) “Da Vinicius&Jobim ai Tropicalisti”
Un percorso nella musica d’autore brasiliana: da Jobim a Chico Buarque, Djavan, Milton Nascimento, Gilberto Gil, Joao Bosco ed interpreti come Joao Gilberto ed Elis Regina.
5 Agosto, ore 4:00: Marina Serra, Piazzale TORRE PALANE
ALBA MEDITERRANEA: - ELEGIA DEL MARE
Testi di Rumiz, Hikmet, Kavafis, Erri De Luca, Omero e Dante
Aldo Nichil (Chitarra)
Donato Chiarello(voce narrante) Donato Chiarello
Dopo un anno di insegnamento in Francia, incontra il teatro e se ne innamora. La sua formazione parte dall’Actor’s Studio di Pisa dal 1982 al 1984. È stato, poi, fondatore, attore e regista de “L’O di Giotto” e de “La via del sale” di Corsano - LE-per circa 20 anni.
Per quindici anni è stato attore della compagnia “Calandra”di Tuglie . Conduce vari laboratori nelle scuole e teatri in provincia di Lecce.
Aldo Nichil
Dopo gli studi di chitarra classica al Conservatorio di Firenze, si dedica alla ricerca nel campo della musica etno-popolare. Diventa uno degli artefici della riscoperta della musica popolare negli anni ’70 e collabora con i gruppi di Caterina Bueno, Francesco Giannattasio e Alberto Balia, con cui è ospite in importanti Festival Internazionali. Tornato nel Salento, da un contributo importante alla riscoperta della Pizzica come medium musicale dell’identità salentina. Contemporaneamente la sua ricerca musicale si estende verso le altre culture mediterranee ed è raccolta in diversi progetti discografici.
- “IO CHE AMO SOLO TE. Le voci di Genova” di Serena Spedicato
Serena Spedicato ricopre le vesti di cantante/voce narrante. Un progetto originale nato dal suo desiderio di raccontare una delle pagine più significative della Genova degli anni ’60, la scuola genovese, e ripercorrere le vite, le storie e le canzoni dei cantautori genovesi. Intellettuali e poeti prima che cantanti, alternativi nei valori e negli stili, ispirati dal jazz, la filosofia esistenzialista e gli chansonniers francesi, hanno esplorato e raccontato l’amore e l’esistenza come mai prima. I
progetti sono felici se felici son gli incontri che li generano: con lo scrittore Osvaldo Piliego che ha firmato i testi originali, Vince Abbracciante, fisarmonica e arrangiamenti originali, Nando Di Modugno, chitarra classica, Giorgio Vendola, contrabbasso e la regia di Riccardo Lanzarone.
di Pino GRECO
ABBIAMO CHIESTO UN PARERE… NON TUTTI HANNO RISPOSTO
Abbiamo chiesto a rappresentati delle Istituzioni Locali e “semplici” cittadini di esprimere il loro pensiero sui fatti delle cronache giudiziarie che hanno portato ad ipotesi di reati corruttivi che investono anche il mondo della sanità nel Capo di Leuca. Non tutti hanno risposto
Antonio DE DONNO – Sindaco di Tricase
Io aspetto l’esito delle indagini, non mi sembra opportuno prendere posizione, non è questo il momento. Piena fiducia nella magistratura, se qualcuno ha commesso condotte illecite ne risponderà ma al momento i soggetti coinvolti hanno il pieno diritto di difendersi e sui loro comportamenti potremo esprimerci a eventuale condanna definitiva. E’ ovvio che tutti auspichiamo la legittimità giuridica dei comportamenti di ogni attore soprattutto se pubblico. Penso sia sbagliato generalizzare sui massimi sistemi, perché non tutto avviene secondo corruzione o raccomandazioni. Alcuni degli attori coinvolti hanno fatto la storia di imprese in cui lavorano migliaia di persone, il metro di valutazione sociale e politico deve partire anche da queste considerazioni. Se ci sono stati comportamenti giuridicamente rilevanti ne risponderanno, ma occorre attendere la fine delle vicende giudiziarie
Claudio PISPERO – Già Vice Sindaco
Bisogna aspettare e capire come questa indagine, certamente complessa – andrà a finire. I fatti di cronaca giudiziaria di questi ultimi giorni – hanno avuto un impatto molto forte suscitando reazioni di ogni genere anche nella nostra Città. L’augurio che faccio nell’interesse del nostro territorio- che non merita questo “ percorso”, che tutto venga chiarito al più presto affinchè la politica e l’intera comunità possano continuare a programmare non solo per raggiungere obiettivi che migliorino la vita del nostro territorio ma- nello stesso tempo che diano lustro a questa nostra amata Tricase che ritorni ad essere il centro politico ed imprenditoriale del Capo di Leuca
Dante DE GIORGI – Presidente del club Rotary Tricase- Capo di Leuca
In merito alla vicenda giudiziari che ha stravolto Tricase, conosco poco se non quanto riferito dai media ed ho piena fiducia nella magistratura. Aggiungo che l’opera e i servizi resi dalle suore Marcelline alle genti del Salento sono sotto gli occhi di tutti
Salvatore MUSARÒ - Sindaco di Andrano
Come tutte le inchieste giudiziarie che coinvolgono soggetti istituzionali e politici, anche quella denominata “Re Artù” ha avuto un impatto molto forte suscitando reazioni di ogni genere.“Il Volantino” ci invita ad esprimere un parere sull’accaduto. Ma se sull’inchiesta ritengo non sia possibile esprimere giudizi nel merito della fondatezza o meno delle accuse contestate, poiché abbiamo il dovere attendere la conclusione del procedimento penale, alcune considerazioni si possono esprimere sul piano politico. Una di carattere generale che riguarda i partiti, costituzionalmente previsti come luoghi di partecipazione democratica per la determinazione della politica nazionale, sostituiti dal rapporto tra persone e cordate che costruiscono il meccanismo del consenso al di fuori della logica di una linea politica discussa all’interno di soggetti collettivi. Tale situazione trasmette agli eletti una condizione di fragilità ed indebolisce la rappresentanza all’interno delle Istituzioni. L’altro aspetto, in particolare, che emerge è, forse, la carenza di programmazione nella gestione dei servizi sanitari con una non efficiente e non efficace gestione delle risorse pubbliche. La logica emergenziale della pandemia ha accentuato tali criticità mettendo in fibrillazione l’intero sistema sanitario; sarebbe necessario riformarlo ristrutturando la rete ospedaliera, migliorando il sistema di reclutamento del personale, costruendo la nuova rete della medicina territoriale? Su tali problemi ed aspetti è urgente un confronto pubblico che coinvolga l’intera comunità regionale nelle sue diverse articolazioni a partire dai Comuni, primario luogo di rappresentanza delle Comunità, per valutare insieme la necessità o meno di un’organizzazione e gestione a livello di governo centrale o di una diversa competenza delle Regioni per cercare di ottimizzare le risorse umane, professionali, finanziarie per garantire, tra l’altro, anche alle popolazioni del Sud livelli di assistenza adeguati affinché non siano più necessari , ancora oggi, i cd. “viaggi della speranza” al Nord e non ci siano le “lunghe attese” per attuare concretamente il diritto alla salute, costituzionalmente garantito a tutti, anche come interesse collettivo.
Giovanni CARITÀ - Capogruppo Consiliare “Tricase, che fare?”
QUESTIONE MORALE E QUALUNQUISMO: DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA.
Il problema è ben più serio e radicato di quanto emerge dalla recente inchiesta giudiziaria. Sarebbe giusto dire che il problema della politica italiana è stato e resta la QUESTIONE MORALE. Negli ultimi decenni la MORALE viene accostata sempre meno alla POLITICA. Oltre un anno fa scrissi che i governatori delle Regioni, i Presidenti delle Province, i Sindaci, hanno colto appieno l’occasione fornita dalle varie riforme degli enti locali al fine di utilizzare risorse pubbliche per staff personali: segretari, consiglieri personali, addetti stampa, portavoce, ecc... .Tutto legittimo certamente! Tutto a norma di legge, ma oltre alla legittimità di una scelta la buona politica richiede valutazioni più ampie e profonde: una su tutte quella dell’opportunità decisionale di chi governa una regione o amministra una città. Mancando questa visione della politica, la maggior parte degli amministratori, senza distinzione di appartenenza, sceglie direttamente il personale che ritiene “necessario” all’ente, non tramite pubbliche graduatorie. Difatti i prescelti sono quasi sempre "prossimi", per parentela o vassallaggio, al politico di turno. Di contro, rare volte si tengono in considerazione i tantissimi giovani laureati e competenti che, in conseguenza della mala-politica, sono condannati a lasciare la propria terra, alla disoccupazione oppure all’asservimento. In questo modo i politici di oggi danno vita a delle vere e proprie corti, più o meno numerose, tramite le quali raggiungono, esercitano, preservano il potere e detengono “pacchetti di voti”. Chiarito questo aspetto e ribadita l’esigenza di ricollocare al centro della politica la QUESTIONE MORALE, ritengo altrettanto necessario far notare un altro male atavico del nostro Paese e del Mezzogiorno d’Italia, di cui anche Tricase ne è espressione. Questo male non interessa direttamente la classe politica ma ne determina lo status quo sul quale la stessa si consolida nel tempo. Questo male si chiama QUALUNQUISMO! La domanda chiave è: il modus operandi della parte marcia della politica può essere genericamente risolto con la solita frase “sono tutti uguali”? Nel rispetto dei ruoli, delle istituzioni e del garantismo, mi sento di dire ancora una volta che la decisione più importante spetta sempre ai cittadini nel proprio libero e singolare ruolo di elettrici ed elettori, soprattutto quando sono chiamati ad esercitare il diritto al voto che è per Costituzione “personale ed eguale, libero e segreto”.
Gianfranco MELCARNE – Sindaco di Gagliano del Capo
Le cronache giudiziarie su politica e sanità di questi ultimi giorni hanno messo in luce ipotesi di accordi corruttivi tra gli indagati che, purtroppo, avrebbero riguardato direttamente anche il nostro Ospedale “Daniele-Romasi” di Gagliano del Capo. Da ciò che si apprende dagli organi di informazione la Guardia di Finanza avrebbe focalizzato l’attenzione sulla posizione dell’Ospedale “Panico” di Tricase e sulle iniziative della Regione in merito alla rete nefrologica e dialitica della Provincia di Lecce. Gli inquirenti hanno accertato che l’Ente Ecclesiastico “Pia Fondazione Card. G. Panico” era dotato di 26 posti letto dislocati presso il Centro Dialisi a Santa Maria di Leuca e che nel triennio 2015/2017 la struttura aveva superato il plafond di spesa assegnato dalla Regione Puglia registrando cospicue prestazioni c.d. “extra-tetto” per 15 milioni circa di euro. L’accordo di partenariato tra ASL Lecce e l’Ospedale “Panico” prevedeva tre diverse percentuali di rimborso per le prestazioni erogate, che vanno dal rimborso integrale al 100% per le prestazioni erogate dal Centro Dialisi di Leuca, a quella del 91% per quelle erogate presso la struttura pubblica di Ugento ed infine del 50% per quelle erogale presso la struttura di CAD di Gagliano. I militari hanno constatato che l’Ente Ecclesiastico “Panico” ha erogato prestazioni dialitiche esclusivamente tramite il CAD privato di Leuca (tipologia A con rimborso al 100%) e non tramite il CAD pubblico di Gagliano del Capo (Tipologia B). Si legge nello specifico che «la cessazione del CAD di Gagliano del Capo derivava, di fatto, non dalla mancanza di dotazioni e strutture tecnologiche, ma dalla mancata attuazione dell’accordo da parte dell’ente privato che ne avrebbe dovuto assicurare il funzionamento. E il direttivo ASL piuttosto che sollecitare l’ente privato al rispetto delle pattuizioni, optava per la discutibile scelta di chiudere una struttura pubblica dotata di macchinari certamente costosi, pagati con denaro pubblico. Per altro verso, la dismissione del CAD pubblico costituiva un indubbio vantaggio per il Panico, definitivamente affrancato dalla previsione contrattuale meno remunerativa e consolidava il trasferimento di ingenti risorse finanziarie assegnate all’ASL Lecce in favore dell’Ente Ecclesiastico». Per la verità, lo smantellamento e la dismissione di tutte le apparecchiature del Centro Dialisi dell’Ospedale di Gagliano (avvenuti il 18 dicembre 2020 e costati somme cospicue di denaro pubblico) mi avevano sin da subito notevolmente preoccupato, infatti il 21 dicembre 2020 inviavo ai vertici della Asl Lecce una Pec con cui chiedevo conto delle ragioni poste alla base di tale decisione e mi veniva risposto che il trasferimento dei posti letto/rene ubicati presso il distretto Socio Sanitario di Gagliano rientrava da tempo nei piani dialitici regionali e della Asl