di Pino GRECO
Nei secoli fedele. Sono in tre - hanno fatto della divisa dei carabinieri una seconda pelle da indossare con orgoglio.
Una famiglia a servizio dell’ordine pubblico, in divisa, con “casa”, nell’Arma
Come dire: buon sangue non mente.
Stiamo parlando di papà Giuseppe De Francesco - nato a Tricase il 3 gennaio 1965, figlio di Cesario De Francesco e Fernanda Scarascia, arruolato nell’ Arma dei Carabinieri il 17 ottobre 1985. Dopo un corso formativo trasferito al Comando Stazione Carabinieri di Misilmeri (Pa), dove ha conosciuto la fidanzata e attuale moglie Anita Calamita
Del primo genito Dario - nato a Palermo il 7 aprile 1993, arruolatosi nell’Arma in data 20 maggio 2016, per poi essere trasferito nella Stazione di Spinea (Venezia).
Ivana, la “ piccola” di casa che ha prestato giuramento nei giorni scorsi presso la scuola allievi Carabinieri di Reggio Calabria
A sinistra papà Giuseppe - al centro Ivana - a destra Dario
Insomma, una famiglia col distintivo della “Benemerita”, una vocazione che unisce genitori e figli dove far parte dell'Arma non è soltanto un lavoro, ma una vera e propria missione.
Dunque, numeri alla mano – potrebbero far parte di un nuovo guinness world record tutto “salentino/tricasino” - come una famiglia in divisa ogni giorno al servizio dello Stato - del nostro Paese.
Chi manca in questo bellissimo ritratto di famiglia è il “gemello” Claudio e mamma Anita che vivono questa situazione “ in un corpo unico ” - nella fedeltà a quei valori che costituiscono il fondamento dell’Arma dei Carabinieri
di Claudia TURCO
Un’ospite speciale per la 12^ edizione del Premio Il Volantino: si tratta di Lucia Goracci, tra le migliori reporter al mondo, eccellenza del giornalismo italiano ed ora anche corrispondente per la sede americana Rai a New York. Appuntamento quindi per la sera dell’11 settembre in piazza Don Tonino Bello.
Lucia Goracci sul campo ( spesso di guerra), sempre in prima linea
Un animo intrepido quello della Goracci che l’ha portata a sfidare i più vari pericoli nelle aree maggiormente a rischio del mondo: dal Medio Oriente all’America latina, all’Africa settentrionale; per il suo essere donna, si è trovata spesso in situazioni ancora più delicate, che le hanno permesso di avere e darci una visione più profonda di realtà sociali e culturali.
Un esempio eclatante è quello risalente alla prima metà di settembre 2021 in Afghanistan, dopo la tragica caduta di Kabul nelle mani dei talebani. La Goracci intercettò e si interfacciò (o almeno è quello che lei avrebbe voluto fare) con uno di loro, vestito di ordigni e armato di fucile, al quale, all’improvviso, pose questa domanda diretta: “Perché non mi guarda in faccia mentre le parlo?”. La risposta è divenuta famosa: “Non mi è permesso parlare alle donne”. Una domanda posta spontaneamente, che ci ha permesso di poter ascoltare le sintetiche ma spietate parole di chi crede e combatte per lo Stato Islamico. Un chiaro esempio di come il giornalismo possa essere un significativo impegno sociale che la Goracci svolge egregiamente, al di fuori di protagonismi e sensazionalismi.
Riesce a rendere le situazioni in modo autentico e mai spettacolarizzato, grazie alla sua abilità di relazionarsi in maniera diretta e palpabile con gli abitanti e i personaggi dei luoghi in cui viene inviata e ai quali, nonostante siano completamente lontani dalla sua origine, si accosta in modo totalmente naturale, spontaneo, rispettoso ed umano, ottenendo un tipo di contatto e risultato crudo tanto quanto reale.
di Pino GRECO
Le foto (inviate in redazione) documentano la presenza di due vetture che intralciano il percorso dell'ambulanza... Si tratta di un ritardo di alcuni minuti e la domanda è: se quel tempo prezioso non fosse stato perso…?!?!
Il fatto. Gli interventi del 118 a Tricase (in particolar modo dopo le 22,30), rischiano di diventare un drammatico fatto di cronaca. E’ martedì 19 luglio, siamo nel cuore del centro storico della Città di Tricase, due automobilisti incuranti delle norme, decidono di parcheggiare le proprie auto di fronte le transenne che delimitano via Toma incrocio via Caputo, pensando bene di lasciare le auto lì.
Risultato? Verso le 23,30 un’ambulanza con le sirene accese è costretta a percorrere via Caputo in divieto perchè il mezzo di soccorso non è riuscita a farsi largo tra le vetture parcheggiate.
“ Purtroppo non è la prima volta che parcheggiano in modo selvaggio, accade spesso in tarda serata- ci fanno sapere i residenti – sono minuti preziosi, gli interventi del 118 possono determinare la vita e la morte delle persone soccorse.
E’ arrivato il momento di adottare il pugno di ferro contro “ i soliti idioti “, che con arroganza non rispettano le regole senza porsi il minimo problema circa i danni che potrebbero procurare agli altri”"
di Alessandro DISTANTE
“Giù le mani dall’ospedale Panico” grida qualcuno; “Cose risapute!” sussurra qualcun altro.
Non è giusto esprimere giudizi affrettati e trancianti; non è giusto nei confronti di un nosocomio che si è costruita una stima nel corso degli anni che non può essere liquidata per vicende tutte da accertare; come pure non è giusto dare addosso a chi, come Direttrice Generale, ha speso una vita per dirigere la struttura dimostrando grande capacità ed oculatezza.
Eppure, nella speranza che la giustizia accerti la infondatezza delle ipotesi accusatorie, non si può non esprimere un’opinione su quanto accaduto, perché alcuni fatti, anche se non avessero rilievo penale, sono pur sempre avvenuti.
Non so se assumere il figlio del Direttore generale della ASL di Lecce sia reato, ma certo lascia pensare che in uno stesso ufficio amministrativo oltre al figlio del capo della sanità salentina vi sia la figlia del massimo responsabile della sanità regionale e che un intercettato, molto autorevole, dica che si diventa dipendenti dell’Ospedale più per conoscenze che per meriti e possibilmente se appartenenti ad una stessa famiglia, magari con qualche santo in paradiso, oppure se si è amici degli amici.
Spero che non sia vero che, per ottenere un accreditamento, sia stato pagato un prezzo in termini di posti da assegnare, il tutto, per giunta, a danno delle casse pubbliche e del servizio sanitario dell’intero territorio.
Certo le indagini che coinvolgono il sistema sanitario salentino (non solo il Panico ma anche la ASL e Sanitaservice) si inseriscono in un settore, quello della sanità pubblica pugliese, che si va sempre più delineando come un sistema “difficile” e con molti bubboni di corruzione e di malaffare.
Viene da chiedersi: è possibile muoversi in un ambiente così insidioso senza rimanerci invischiati? Ed è possibile conciliare le logiche di mercato con le esigenze di un’etica comportamentale che allontani ogni sospetto di condotte, se non illecite, di dubbia condivisibilità?
La domanda è tanto più pressante per un Ente Ecclesiastico che, per sua essenza, persegue e vive per motivazioni profonde che vanno al di là di quelle di una struttura pubblica e dove il rispetto della legge è il minimo di fronte all’obiettivo di servire Cristo attraverso il servizio ai malati.
E se tutto questo venisse compromesso da prezzi, non condivisi ma necessari, comunque da pagare pur di migliorare il servizio e quindi pur di meglio servire il prossimo? Il fine –detto in altre parole- giustifica i mezzi?
E se addirittura si seguissero logiche di favoritismi oppure di clientele o se, in ipotesi, si violassero norme di lavoro o della contrattazione collettiva o se i concorsi e gli incarichi non seguissero criteri di oggettività ma di vicinanze a settori della politica o, addirittura, della Chiesa, non verrebbe ad essere minato il principale fine di un Ente Ecclesiastico che serve i malati per servire il Cristo, testimoniando pratiche che vanno molto di là della semplice legalità?
Quanto è difficile la sfida –tanto per fare un’altra autorevole citazione- di essere nel mondo ma non del mondo.
Ed allora: è giusto sospendere i giudizi incauti ed attendere l’esito delle indagini penali; ma è interesse di tutti, anche di chi opera nel settore, sia esso Ente ecclesiastico o struttura pubblica, lavorare in un mondo dove la legge sia alla base delle opere degli uomini e, ancor più, delle opere pie.
Ed è urgente sgombrare il campo da zone d’ombra per fatti che, anche se non assumono rilevanza penale, rischiano di accreditare non strutture ma l’idea che esistano canali privilegiati e poteri forti che non sono tollerabili in settori come quello della sanità ed in ambienti come quelli ecclesiastici dove non è sufficiente il minimo etico ed il solo rispetto della legge degli uomini.
Coronavirus: Luglio si veste di febbraio…
Dovrebbero essere più di 500 i nuovi casi di Covid a Tricase.
Non succedeva dallo scorso febbraio ( 511 positivi)
Nuova ondata Covid: contagi come a febbraio, e il confronto con l’estate scorsa è impietoso. Questa nuova variante si sta diffondendo rapidamente, riuscendo a superare alcune difese immunitarie acquisite dalle persone vaccinate o infettate dalle varianti precedenti
IL CONFRONTO CON L'ESTATE 2021
Il confronto con i dati della scorsa estate è impietoso – questo fa intuire come quelli di questi giorni sono numeri da nuova ondata.
16 LUGLIO 2021 - I casi a Tricase erano stati appena 4 - mentre la settimana successiva ce n'erano stati 11. Sette giorni dopo, il 30 luglio 2021 – erano solo 9
15 LUGLIO 2022 I casi erano 449 – mentre la settimana precedente (8 luglio), ce n’erano 314. Sette giorni prima ,1 luglio 2022 - erano 154
Siamo nel pieno della nuova ondata di covid che avrà il suo picco a fine luglio- è l’analisi degli esperti: “Fortunatamente le vaccinazioni effettuate – il primo ciclo di tre dosi – mantengono valida la protezione verso le forme gravi, per cui all’aumento della trasmissione non dovrebbe corrispondere un incremento eccessivo dei ricoveri e delle forme critiche”
BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO
REGIONE PUGLIA
DATI DEL GIORNO: 19 LUGLIO 2022
9.857 Nuovi casi
38.616 Test giornalieri
13 Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 3.054
Provincia di Bat: 779
Provincia di Brindisi: 911
Provincia di Foggia: 1.213
Provincia di Lecce: 2.070
Provincia di Taranto: 1.584
Residenti fuori regione: 194
Provincia in definizione: 52
83.641 Persone attualmente positive
490 Persone ricoverate in area non critica
17 Persone in terapia intensiva
Dati complessivi
1.343.971 Casi totali
11.865.869 Test eseguiti
1.251.586 Persone guarite
8.744 Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 437.635
Provincia di Bat: 118.460
Provincia di Brindisi: 126.418
Provincia di Foggia: 192.923
Provincia di Lecce: 271.373
Provincia di Taranto: 180.797
Residenti fuori regione: 11.945
Provincia in definizione: 4.420