di Pino GRECO- Nuovo Quotidiano di Puglia
Martedi’, 2 agosto 2022
Tricase Porto, banchina ovest del bacino vecchio del Porto: “Sversamento di acque reflue non continue in mare e feci che galleggiano in acqua”.
Sull’accaduto si è espressa la direzione dell’Acquedotto Pugliese: “E’ attribuibile a scarichi non autorizzati diretti in mare”
L’acqua presenta impurità ed è perciò
priva di limpidezza e trasparenza
Siamo ai primi giorni di luglio 2022. A Tricase Porto risulta uno“Sversamento di acque reflue non continue in mare e feci che galleggiano in acqua. L’acqua presenta impurità ed è perciò priva di limpidezza e trasparenza- dicono a Tricase Porto – ed ancora ci potrebbero essere anche conseguenze sul piano igienico-sanitario per i bagnanti, per la flora e la fauna marina. Qualcuno di noi è dovuto intervenire per ripulire l’acqua dalle feci lasciate galleggiare in mare – un’azione che, naturalmente, ha suscitato l’ira e lo sdegno di tutti”.
C’è chi pensa che le cause sono da attribuire ad uno sversamento fognario abusivo - sul web c’è chi pensa che le cause siano altre, come l’utilizzo di alcune abitazioni vissute solo il periodo estivo per le quali non è stato fatto un adeguato servizio di manutenzione. Per andare a fondo il Sindaco Antonio De Donno, l’opposizione comunale, con i consiglieri Giovanni Carità e Antonio Baglivo e l’Ufficio Locale Marittimo, dopo aver video ispezionato le condotte principali di via Cristoforo Colombo, con risultati negativi, hanno effettuato anche dei prelievi per accertare la natura di quel materiale che lascia presagire una fuoriuscita di acque reflue domestiche a Tricase Porto.
Banchina ovest del bacino vecchio del Porto di Tricase
Sull’accaduto si è espressa anche la direzione dell’Acquedotto Pugliese: “Si è giunti alla conclusione che la rete fognaria è in buone condizioni e non presenta alcuna anomalia di funzionamento. Evidentemente il manifestarsi di questi episodi, improvvisi, è determinato da fattori esogeni al servizio gestito ed è attribuibile a scarichi non autorizzati diretti in mare, dai quali è fuoriuscito, presumibilmente, anche materiale solido (visibile sul fondo della banchina). Si chiede dunque di indagare per l’individuazione dell’origine dello sversamento e dei responsabili e si manifesta sin da ora la massima disponibilità a collaborare per sopralluoghi e ulteriori indagini ispettive”.
PESCI NELL’AREA INQUINATA
A Tricase Porto per avere un'idea della preoccupante situazione, è possibile osservare i pesci: si nutrono di escrementi e feci che vengono fuori dallo sversamento di acque reflue che partono dalla banchina ovest del bacino vecchio del Porto.
Pesci nell'area inquinata
Qualche cittadino lo ha anche documentato con video e foto.
La situazione sta peggiorando di giorno in giorno.
Sull’accaduto si è espressa molto chiaramente anche la direzione dell’Acquedotto Pugliese: “Si tratta di una condotta abusiva, ora la massima disponibilità a collaborare per sopralluoghi e ulteriori indagini ispettive”.
Ora si attende quanto prima la risoluzione del problema, che ad oggi preoccupa molto sia gli amministratori che i cittadini
ENTRO IL 5 SETTEMBRE LE DOMANDE PER I CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO PER L’ARTIGIANATO TIPICO E I SERVIZI ALLE IMPRESE TURISTICHE
Il Gruppo d’Azione Locale “Capo di Leuca” informa che, nell’ambito del PSR PUGLIA 2014 – 2020, sul BURP n. 75 del 7 Luglio 2022 sono stati pubblicati i bandi degli Interventi 4.1 “Valorizzazioni delle produzioni tipiche locali” e 4.2 “Servizi al turismo rurale”.
Le domande di sostegno dovranno essere rilasciate sul SIAN esclusivamente entro e non oltre il 5 settembre 2022.
L’intervento 4.1 “Valorizzazioni delle produzioni tipiche locali” sostiene gli investimenti per la valorizzazione delle produzioni dell’artigianato e della gastronomia locali. La finalità è di favorire la creazione di nuove attività e servizi nei centri urbani e nelle campagne, contrastando l’abbandono del territorio.
L’intervento 4.2 “Servizi al turismo rurale” sostiene gli investimenti per migliorare la qualità della ricettività in un contesto di paesaggio urbano e rurale riqualificato, con attività e servizi di carattere innovativo.
Possono essere beneficiari dei contributi le microimprese iscritte alla Camera di Commercio, Industria e Artigianato ed Agricoltura, con sede legale ed operativa nel territorio del GAL, e che svolgano la loro attività nei settori oggetto di sostegno con i codici ATECO indicati nell’Allegato A, parte integrante di ciascuno dei due bandi pubblici, e con esclusione delle aziende agricole solo per l’Intervento 4.1.
La microimpresa dovrà avere sede legale ed operativa nel territorio del GAL “Capo di Leuca”: Alessano, Alliste, Casarano, Castrignano del Capo, Corsano, Gagliano del Capo, Matino, Melissano, Miggiano, Montesano Salentino, Morciano di Leuca, Patù, Presicce-Acquarica, Racale, Ruffano, Salve, Specchia, Taurisano, Taviano, Tiggiano, Tricase e Ugento.
Per tutti gli investimenti ammissibili l’aiuto sarà concesso nella forma di contributo a fondo perduto pari al 50% della spesa ammessa ai benefici. Il limite massimo ammissibile agli aiuti (contributo pubblico insieme a cofinanziamento privato) per intervento, non potrà essere superiore a 70.000,00 euro.
Per ogni altra informazione farà fede il testo dei due bandi. La versione integrale dei due bandi è disponibile sul sito internet www.galcapodileuca.it. Informazioni potranno essere richieste, previo appuntamento, presso la sede del GAL “Capo di Leuca” - Piazza Pisanelli (Palazzo Gallone) - 73039 Tricase (Le) Tel. 0833542342 - Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.galcapodileuca.it.
di Gian Paolo ZIPPO
Riprendo la domanda che dalle pagine de “Il Volantino” il Direttore editoriale Alessandro Distante poneva ai lettori nella parte finale del suo intervento sul “Modello Ruggeri”, per ricollegarmi ad un mio precedente articolo (Draghi, cavalieri e politicanti) in cui “giocavo” con le parole economia e politica, ponendo la centralità sull’importanza dell’economia.
La domanda era “….ma di quale politica?”.
Eppure la parola politica etimologicamente ci porta a pensare all’amministrazione delle città, delle società, della comunità in generale. Ma, se il significato della parola è così chiaro perché ci si continua a chiedere “quale politica?”.
Gli accadimenti nazionali di questi ultimi giorni ancora di più mi portano a pensare che non c’è coincidenza tra il significato etimologico di molte parole e quello che nella realtà diamo alle stesse.
Tanto più questo è vero quando qualcuno si erge “avvocato degli italiani” e parla di politica con la “P” maiuscola, salvo ad assumere posizioni che risulta oltremodo difficile pensare vadano in favore della società o della comunità nell’accezione etimologica di cui sopra.
Allora cosa è la politica?
Partendo dal suddetto significato (teorico) universalmente riconosciuto, possiamo dire quello che sicuramente non è (o meglio non dovrebbe essere) la politica: corruzione, sistema clientelare, populismo, sovranismo, mero calcolo elettorale, esaltazione dell’ego e del protagonismo personale.
Mai come in periodi di crisi c’è bisogno di una politica al servizio della comunità che attraverso norme e regole strutturali guidi il cammino di un paese verso la stabilità economica….e torniamo quindi alla centralità dell’economia.
In un momento in cui c’è il PNRR da portare avanti, la Legge Finanziaria da approvare, l’inflazione che torna a salire non avrebbe dovuto la politica far fronte comune? Non avrebbe dovuto la politica sotterrare l’ascia di guerra in nome di una pax di fine mandato e consentire al Governo di governare e al Parlamento di svolgere la sua funzione in attesa della naturale ed ormai prossima scadenza della legislatura?
La pandemia prima, la guerra poi ci hanno messi di fronte ad uno scenario inimmaginabile solo alcuni anni fa e non sto parlando degli aspetti sanitari e umanitari che hanno scosso, e continuano a farlo, le nostre coscienze per il dolore e i sacrifici che l’umanità sta sopportando, ma di quelli economici.
Imprese in crisi, misure economiche straordinarie, aumento del prezzo del gas, blocco del grano…capite bene quale dovrebbe essere il ruolo della politica in momenti come questi, in cui fra l’altro l’inflazione torna a correre e si proietta a sforare il tetto delle due cifre.
Molti di noi non hanno mai vissuto in periodi di inflazione galoppante, molti se ne sono dimenticati, altri lo hanno studiato solo sui libri di scuola, ma una cosa è certa “lo scenario a cui andiamo incontro non è rassicurante ed il rischio è alto”.
Tornando alla domanda iniziale, la risposta non può che essere una sola: della politica che risponda al significato etimologico del termine al fine di amministrare in maniera regolamentata la società, la comunità, la città!
Non importa se a livello locale, regionale, nazionale o internazionale…il significato è univoco. Se invece si vuole parlare di altro, facciamolo pure ma nella consapevolezza che stiamo parlando di “altro” e non di politica né con la “p” minuscola né con la “P” maiuscola e, purtroppo, ce ne hanno dato ampia prova i nostri “politici”.
Mentre scrivevo questo mio intervento si concludeva una delle più brutte pagine parlamentari degli ultimi anni. Speravo di poter concludere diversamente questo articolo…magari con una nota di speranza!
Ed invece eccoci a dover riparlare di cavalieri e politicanti che uniti si battono strenuamente per il bene del paese…..perché la terra dei cachi è la terra dei cachi (cit. Elio e le storie tese – 1996).
452 POSTI DI LAVORO NEL LECCESE: PIU' DISPONIBILITA' IN AMBITO AMMINISTRATIVO, TAC, AGRICOLTURA
Aumentano le disponibilità di impiego nei settori amministrativo, informatico, agricolo, nell'artigianato, nel tessile-abbigliamento-
Continuano a diminuire nel turismo (da 132 a 120 in sette giorni) e negli altri ambiti.
Nel pieno della stagione estiva, mentre le aziende del turismo e della ristorazione sono riuscite quasi tutte ad attrezzarsi nel giro di poco tempo, quelle di altri settori faticano a reperire personale, come succede in agricoltura, nell'edilizia e nel commercio. Altre realtà, invece, stanno cercando di ampliare gli organici in vista della ripresa delle attività dopo le ferie.
È la dinamica del mercato del lavoro locale che emerge dal tredicesimo report settimanale delle offerte di lavoro elaborato dall’Ufficio coordinamento Servizi per l’Impiego dell’Ambito di Lecce di Arpal Puglia. Sono, in totale, 452 i posti di lavoro disponibili in provincia di Lecce (erano 446 lunedì scorso), veicolati nel report attraverso 117 annunci che sintetizzano le vacancy quotidianamente pubblicate e aggiornate sul portale lavoroperte.regione.puglia.it, consultabile anche tramite App.
Come detto, nel comparto legato al turismo e ristorazione, si registra una flessione delle disponibilità, in special modo lungo entrambe le fasce costiere (49 sullo Ionio, 2 sull'Adriatico), nel nord Salento (2 in totale) e nel Capo di Leuca (49), mentre continuano a crescere nei paesi dell'entroterra (18 invece di 14). Gli altri cali più consistenti si hanno nel settore costruzioni e impiantistica (da 47 a 36 posti) e nel campo delle pulizie e multiservizi (da 52 a 44).
Per quest'ultimo, si segnala che sono state 1.605 le candidature giunte in una settimana in risposta all'offerta di lavoro per 105 pulitori promossa da un'azienda di Tricase: in maniera corale, una squadra formata da operatori di più centri per l'impiego è riuscita a effettuare la preselezione dei candidati nel tempo record di sette giorni.
Lievitano, intanto, le offerte soprattutto in ambito amministrativo, dove le posizioni aperte passano da 9 a 17; nel tessile-abbigliamento-
Aumenta la richiesta di manodopera in agricoltura (si passa da 14 a 20 addetti): grazie anche alla maggiore operatività dello sportello del Centro per l'Impiego di Nardò all'interno della foresteria di Boncuri, a richiedere l'intermediazione pubblica degli operatori Arpal presenti sul posto sono aziende agricole del circondario e non solo.
Si continuano, poi, a cercare cento addetti nelle cinque sedi salentine di un call center, due nel campo informatico, 6 in quello ambientale, 22 nel commercio, 11 nel settore trasporti e riparazione veicoli, 20 nella sanità privata e assistenza alla persona.
Tre le offerte, di cui un avviso pubblico, riservate a persone con disabilità ex art.1 L68/99 e due i posti riservati ad appartenenti alle categorie protette ex art.18 L. 68/99 (non disabili).
Ai sensi dell'art. 1 L. 903/77, si precisa che la ricerca è sempre rivolta ad entrambi i sessi.
Ci si può candidare alle offerte in tre modi: tramite Spid, direttamente dal portale "Lavoro per te"; inviando via mail ai Centri per l’Impiego il modulo scaricabile dagli annunci sul sito; oppure direttamente nei Centri per l’Impiego, dove si può ricevere supporto nella compilazione dei moduli, servizi di orientamento e informazioni anche relative ad altre possibilità di impiego: gli sportelli sono aperti al pubblico tutti i giorni (dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 11.30; il martedì anche dalle 15 alle 16.30 e il giovedì pomeriggio su appuntamento) presso le sedi dislocate a Lecce, Campi Salentina, Casarano, Galatina, Gallipoli, Maglie, Martano, Nardò, Poggiardo, Tricase e presso l’Ufficio collocamento mirato disabili, che ha sede a Lecce in viale Aldo Moro (per info e contatti: www.arpal.regione.puglia.it).
di Alessandro DISTANTE
SPECIALE DEPRESSA 1^ parte
DEPRESSA … SED INVICTA!
“Depressa, sed invicta”; era questa la risposta che davamo a chi, conosciuto il nome del nostro paese, se ne usciva con la solita battuta. E noi, per tutta risposta, dicevamo orgogliosamente che eravamo stati sì distrutti ma non ci eravamo mai arresi. Distrutta ma non vinta!
E questa sensazione di assedio è rimasta nei secoli e dura anche ai giorni nostri.
La sensazione che qualcuno, inconsapevolmente, si sia dimenticato di questo paese e che persegua, come inconfessato obiettivo, lo svuotamento di questo piccolo centro, privandolo di ogni servizio e di ogni dignità.
Si narra che furono i Saraceni, in una delle loro scorrerie sul finire del Quattrocento, a distruggere quella che, una volta, si chiamava Salete e si narra anche che i suoi abitanti la rifondarono “più bella e più forte che pria”, chiamandola appunto Depressa, distrutta ma, aggiunsero, subito dopo, non vinta.
Chissà perché è poi rimasto soltanto il primo aggettivo e non anche il secondo termine.
Gli studiosi locali di questi ultimi anni stanno sapientemente ricostruendo la vera genesi di Depressa e quindi, quanto sopra detto, è quasi una leggenda come quella nobilitante sulle origini di Roma, una leggenda della quale i depressani (e non i depressi) sono orgogliosi.
E quando ad un suo celebre figlio venne chiesto se il film Disperata fosse su Depressa, Edoardo rispose: “Ma no certamente! Depressa non c’entra niente. Depressa e non disperata e poi Depressa ma mai vinta”.
I SERVIZI E LE STRUTTURE NELLA FRAZIONE
La denatalità e le politiche di austerity hanno inciso fortemente sui servizi pubblici presenti a Depressa.
Dapprima la chiusura della scuola media, nonostante l’esistenza di un bell’edificio; poi la progressiva chiusura della Scuola elementare, nonostante la presenza di ben due plessi; infine la chiusura anche della Scuola Materna Risa Bramato che, negli anni Sessanta, era stata indicata come un esempio nazionale di scuola parificata.
Da qualche tempo a chiudere è stato anche l’Ufficio Postale, se si eccettua una sola mattinata a settimana ed anche l’Ufficio anagrafe non funziona più.
Certo, oggi, con l’informatizzazione e la digitalizzazione e con l’incremento dei mezzi di trasporto, quelle chiusure possono anche non essere rilevanti, ma la sensazione è che il futuro venga ad essere compromesso, come se una lenta agonia si stesse consumando.
Grande dispiacere ha fatto, di recente, vedere la fine del campo sportivo, un impianto, destinato al calcio, trasformato in campi di padel. Al di là dei ricordi nostalgici, deve tuttavia essere detto che il campo era chiuso da anni e completamente abbandonato e non vi è stata nessuna associazione sportiva del luogo ad essersi fatta avanti per ripetere le gesta di alcuni eroici suoi compaesani, guarda caso, accomunati dall’essere Difensori nella loro professione e del loro paese.
Rimane l’Oratorio che, pur non godendo di ottima salute, è comunque un luogo dove ci si può incontrare e praticare sport.
Anche alcune strutture e servizi cercano di ridefinirsi: il Comune ha avviato i lavori per il recupero della Lamia di zona Tarrichiesa. Una bella testimonianza di architettura contadina posta all’ingresso del paese e che ne può diventare il fiore all’occhiello. Poi alcuni piccoli parchi gioco e la conversione della Scuola media a centro per le malattie neurologiche.
Insomma, ed ancora una volta, Depressa ma invicta
CHI E’ VENUTO E CHI RITORNA A DEPRESSA
Se molti figli di Depressa, per scelta o per necessità, sono andati altrove ed alcuni hanno trovato fortuna affermandosi nei più diversi campi, altri, da fuori, scelgono Depressa, magari per il loro buen retiro.
Senza dubbio il fascino di una vita tranquilla e soprattutto un posto dove si respira il senso della comunità: il saluto rispettoso e la discrezione, una capacità di accogliere senza chiedere.
Se nei decenni passati Depressa venne onorata della presenza di alcune teste coronate (da Paola di Liegi al marito Baldovino, regnanti del Belgio a Margareth, principessa d’Inghilterra), non mancano importanti personalità che hanno scelto Depressa per trascorrere parte dell’anno.
E -fenomeno ancor più interessante- aumentano gli acquisti di case del centro storico e masserie. Interventi di recupero e di ristrutturazione che hanno impreziosito il paese e che indicano una strada di possibile sviluppo futuro. Se a questo si aggiunge la riapertura, non solo per vendere vino, di una cantina famosa come quella Duca di Salve e la ristrutturazione di alcune case e palazzi per l’ospitalità si ha ragione di sperare nel futuro.
L’avvento dello smart working, causa Covid, ha consentito ad alcuni figli del Paese di organizzare diversamente la loro vita ed hanno fatto ritorno, con grande gioia, al loro “piccolo borgo natìo”.
Ragione in più per dire a gran voce (e con speranza): Depressa ma non vinta!
UN ANTICO SOGNO: DIVENTARE COMUNE
Non si possono comprendere le questioni politiche di Depressa se non si ricordano le battaglie per la sua autonomia.
Erano i primi anni Settanta del secolo scorso quando il consigliere regionale Bortone della Fiamma Tricolore presentò una proposta per erigere Depressa a Comune autonomo.
La voglia di diventare autonomi è stata sempre coltivata ed alimentata da uno spirito di difesa, ispirato, soprattutto, da un Parroco quale era mons. LuIgi Erriquez eterno ed autorevole vicario generale dell’Arcidiocesi di Otranto, che voleva –pur senza averlo mai detto- una Depressa politicamente autonoma; in quel modo sarebbe stato scongiurato il passaggio alla diocesi di Ugento, inevitabile conseguenza –come poi è stato- dell’essere Depressa frazione di Tricase.
Sfumata l’idea di diventare comune autonomo, Depressa ha sempre rivendicato ed ottenuto una presenza nelle varie Giunte. L’assessore della Frazione era segnale di attenzione al paese e strumento di difesa.
Per un breve periodo, Depressa ha anche avuto un suo compaesano Sindaco di Tricase, il cav. Cosimo Piccinni, stroncato da un infarto nel pieno delle sue funzioni.
Di recente il sindaco Carlo Chiuri, depressano di adozione, ha retto le sorti del Comune e la frazione si è così sentita ben rappresentata.
Ora nessun assessore in Giunta ed anche questo da alcuni è stato visto come un segnale di crisi della Frazione ma anche di disattenzione politica del Centro.
Segue sul prossimo numero