Per la seconda settimana consecutiva si registra un netto incremento dei nuovi casi di Covid. A rilevarlo è la Fondazione Gimbe che analizza l'andamento della pandemia tra il 16 e il 22 marzo: sono stati oltre mezzo milione, passando dai 379.792 della settimana precedente a 502.773, con un aumento del 32,4%.
I contagi corrono in particolare nel Sud Italia, compresa la Puglia dove sono cresciuti del 51,6% in 7 giorni. Salgono da 17 a 38 le province italiane con un'incidenza superiore a 1.000 casi di Covid-19 per 100.000 abitanti, un valore chiave per capire la velocità di circolazione del virus. E quella che registra il valore più elevato è Lecce, che supera quota 2.000 casi.
COVID: Dati del giorno: 24 marzo 2022
8.420 Nuovi casi
41.866 Test giornalieri
14 Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 2.685
Provincia di Bat: 582
Provincia di Brindisi: 805
Provincia di Foggia: 1.043
Provincia di Lecce: 2.262
Provincia di Taranto: 955
Residenti fuori regione: 54
Provincia in definizione: 34
113.156 Persone attualmente positive
609 Persone ricoverate in area non critica
38 Persone in terapia intensiva
Dati complessivi
867.522 Casi totali
9.470.727 Test eseguiti
746.470 Persone guarite
7.896 Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 281.532
Provincia di Bat: 82.001
Provincia di Brindisi: 79.484
Provincia di Foggia: 132.165
Provincia di Lecce: 168.737
Provincia di Taranto: 114.522
Residenti fuori regione: 6.256
Provincia in definizione: 2.825
OLTRE 11 MILIONI PER RIFARSI IL LOOK
Nuovo look per Tricase. Progetti per oltre 11 milioni con fondi statali.
Oggetto: Tricase Porto, Marina Serra, Palazzo dei Principi Gallone e Convento die Domenicani e poi collegamenti con Caprarica e centro Città e Quercia Vallonea e Boschetto.
Il Comune si è così inserito all’interno del Contratto Istituzionale di Sviluppo, fondi statali erogati dal Ministero per la Coesione Territoriale (o per il Sud), che interessa i Comuni di Brindisi e Lecce e tutti i Comuni che si affacciano sull’Adriatico.
Ad essere finanziati sono progetti che si inseriscono in una progettazione molto più ampia e, nel caso di interesse, in quella che riguarda tutta la costa adriatica.
Da qui l’idea di Tricase di rigenerare e riqualificare la costa e i paesaggi costieri con riguardo alle infrastrutture di collegamento, allo sviluppo socio-economico, al rilancio culturale e al rilancio turistico.
Tra gli interventi progettati vi è il recupero di Torre Palane, la messa in sicurezza della Piscina a Marina Serra, il pendolo dolce tra la ciclovia Adriatica e l’hub di Tricase e con Caprarica e poi interventi sulla Quercia dei Cento Cavalieri e sul Boschetto delle vallonee.
Un altro intervento riguarderà Palazzo Gallone e il Convento dei Domenicani.
Insomma un volto nuovo per Tricase con risorse per € 11.566.000,00.
Perché sono aumentati i casi di Covid anche a Tricase?
C’è un ritorno di fiamma?
A queste domande risponde il medico Roberto Castelluzzo di Tricase
Molto probabilmente l’allentamento delle restrizioni e il mancato uso delle mascherine all'aperto hanno avuto "un ruolo determinante nell'inversione di tendenza" ma non è tutto. La scarsa vaccinazione nella fascia d'età pediatrica 6-12 anni starebbe incidendo sull'aumento dei casi perché i bambini possono essere veicolo di infezione all'interno del nucleo familiare.
"Ecco perché si registra un aumento di contagi"
LA RISPOSTA VIENE DALL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ
L'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ BACCHETTA ANCHE L’ITALIA: “HANNO REVOCATO TROPPO BRUTALMENTE LE MISURE ANTI COVID”
Diversi Paesi europei, inclusa l'Italia, hanno revocato troppo “brutalmente” le loro misure anti Covid e si trovano adesso di fronte ad un forte aumento dei casi legati alla sub varian"te BA2 di Omicron.
A dirlo è il direttore regionale per l'Europa dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Hans Kluge durante una conferenza stampa tenuta in Moldavia.
“Molto probabilmente le ragioni sono: prima di tutto la variante BA.2 di Sars-CoV-2, (noto come Omicron 2) che è molto più trasmissibile, ma non più grave”. Per Kluge c’è poi l'effetto che si osserva “in quei Paesi che stanno allentando le restrizioni in maniera brutale. Da troppo a troppo poco”.
Il direttore rimarca come “dovremo convivere con Covid-19 per un certo tempo, ma questo non significa che non possiamo uscire dalla pandemia. Credo che si debba distinguere fra questi due aspetti”
Martedì, 22 marzo 2022
A Tricase non era mai successo
Decine e decine di persone in isolamento per Covid.
Molte le famiglie che hanno chiesto aiuto per andare a ritirare la spesa o passare in farmacia a ritirare le medicine.
Mai così tanti casi - con contagi ai livelli più alti da inizio pandemia
Coronavirus Tricase, nuovo record di positivi: superata quota 600.
Battuto il record dello scorso 4 febbraio ( erano 573 i positivi al Covid- 19 nella nostra Città). L'incidenza dei casi Covid-19 mostra una tendenza alla risalita.
Il coronavirus non è sparito anzi cresce, continua l’avanzata di Omicron.
“Ancora c'è molto virus in giro, siamo ancora a marzo e fa freddo. Rispettiamo le regole.” dicono gli esperti
COVID, dati del giorno: 22 marzo 2022
12.007 Nuovi casi
56.169 Test giornalieri
13 Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 3.669
Provincia di Bat: 843
Provincia di Brindisi: 1.073
Provincia di Foggia: 1.534
Provincia di Lecce: 3.339
Provincia di Taranto: 1.403
Residenti fuori regione: 95
Provincia in definizione: 51
107.952 Persone attualmente positive
620 Persone ricoverate in area non critica
32 Persone in terapia intensiva
Dati complessivi
851.832 Casi totali
9.391.623 Test eseguiti
736.005 Persone guarite
7.875 Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 276.592
Provincia di Bat: 80.906
Provincia di Brindisi: 78.062
Provincia di Foggia: 130.208
Provincia di Lecce: 164.457
Provincia di Taranto: 112.696
Residenti fuori regione: 6.137
Provincia in definizione: 2.774
di Giuseppe R. PANICO
Forse credevamo o molti ancora credono:
Che il male oscuro della guerra, da sempre presente nella storia dell’umanità e inquietante artefice di cambiamenti culturali, sociali e soprattutto geopolitici, fosse stato debellato. Se non nel mondo, almeno in Occidente e, soprattutto, nella libera e democratica Europa.
Che la disastrosa ultima guerra mondiale, con decine e decine di milioni di morti, in gran parte civili, ed enormi distruzioni, ci avesse “educati” ad evitare il suo ripetersi.
Che al grande avanzamento tecnologico, che la guerra sovente comporta, seguisse il diffondersi della cultura se non proprio della pace, della convivenza pacifica.
Che la bomba atomica e la paura della Mutua Distruzione Reciproca (M.A.D. Mutual Assured Destruction) fosse sufficiente ad evitarci altri immani conflitti.
Che, grazie all’ONU, ogni controversia fra stati o nazioni potesse essere risolta o almeno contenuta a livello locale, con interposizione di forze di pace.
Che le differenze religiose, culturali, storiche ed economiche non ci avrebbero più portato a grandi guerre, ma alla reciproca tolleranza e collaborazione.
Che la libera determinazione dei popoli fosse un valore ormai acquisito e rispettato e così anche la libertà di scegliere chi votare, con chi stare o con chi allearsi.
Che distruggere città e dilaniarne gli abitanti, per poi riempire fosse comuni e indurre il nemico alla resa, non fosse più guerra ma la depravazione e la disumanità della guerra.
Che la globalizzazione, col suo interscambio commerciale culturale e comunicativo avrebbe anche portato a maggiore comprensione fra i popoli e al loro comune progredire.
Che la libertà di navigazione sui mari, le grandi autostrade dell’economia e del commercio, fosse ormai recepita e consolidata.
Che il fondale dei mari e le acque soprastanti fossero il regno dei pesci e non il prolungamento del territorio nazionale ove estendere, anche con la forza delle armi, l’esercizio del possesso e del potere su pesca, gas, petrolio, minerali etc.
Che, trascurando la storia o facendola dimenticare, insieme alla geopolitica, soprattutto ai giovani, la guerra sarebbe scomparsa dal loro futuro o ridotta, in Europa, ad una arcaica umana imperfezione di un triste passato.
Che avendo ripudiato la guerra con la Costituzione, si potesse anche ripudiare la difesa dei nostri interessi e valori minacciati, sulla terra, sui mari, nei cieli ed ora anche nello spazio, dalle guerre dichiarate da altri.
Che svilendo e/o indebolendo chi per la difesa del paese si fosse impegnato a dare anche la vita, aiutasse a coltivare la pace e non certo indurre altri a sentirsi più forti e già vittoriosi nel fare la guerra.
Che farsi pecora e belare per la pace, fosse più importante che farsi forti, unirsi ad altri e insieme contrastare i lupi che, dagli oscuri boschi dell’umanità, escono a fare scempio della pace e delle pecore.
Che ascoltando” Imagine all the people living in peace” di John Lennon fosse sufficiente ad avere la pace e non solo il sogno di una notte di mezza estate.
Che uscendo nelle piazze gridando e sbandierando solo la bandiera della pace, ma non alzando quella del paese invaso e trucidato e abbassando quella del paese invasore e distruttore, fosse utile alla pace e non invece a rafforzare, con la propria equidistanza, chi ha già posto la pace sotto i cingoli della sua guerra.
Che le parole di Primo Levi, “se è successo può succedere ancora”, fossero solo parole del suo passato e non un allarme per il nostro presente e il nostro futuro.
Forse in troppi credevamo in tutto questo o in altri sogni e utopie lontane dalla storia e dalle depravazioni politiche di un potere assoluto che ha di nuovo aperto il vaso di Pandora e diffuso in Europa i miasmi della morte, della distruzione e della povertà.
Ma quel vaso può essere rinchiuso e i lupi scacciati; se non dalle pavide, sognanti e belanti pecore, da forti pastori, capaci di esprimere la cultura della storia e della concretezza, la perseveranza e l’arte della diplomazia e, come dissuasione o ultimo non voluto impiego, la forza delle armi. In difesa di sé stessi e famiglie, di ogni bene personale e nazionale e di quell’immensurabile bene comune che si chiama libertà.