di Nunzio DELL'ABATE
All’indomani della caduta del governo Chiuri, proprio da questa testata, invitavamo tutti coloro che avevano responsabilità politico-amministrativa di prima linea a stringere un patto di ferro, quanto più allargato possibile, nell’ottica della consapevolezza diffusa di ricostruzione del tessuto socio-economico della città.
Ovviamente andavano accantonati veti incrociati ed autoreferenzialità anche per ravvivare i corpi intermedi (attività produttive, associazioni, scuole, parrocchie ecc.) e recuperare quel sentimento prevalente di comunità solidale e lavorante.
In un momento storico di post lockdown, equiparabile per certi versi a quello post bellico, in cui si era proiettati alla ripartenza con tutto il timore di una seconda ondata pandemica, rivelatasi poi dalle nostre parti devastante con varianti annesse, era imprescindibile fare sintesi ed in fretta.
Una eccessiva parcellizzazione delle proposte avrebbe inevitabilmente condotto a logoranti diatribe ed acuito i distinguo anche nel futuro governo della città.
Certamente era impensabile una candidatura cittadina unica, specie con la contaminazione della concomitante competizione regionale, ma il campo del centro sinistra locale è proprio andato nella direzione opposta.
Avremmo voluto sbagliarci, ma gli eventi -ahinoi- non lo smentiscono.
Le asfissianti discussioni in Consiglio, in Commissione e sui mass media sulla revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini, sulla tipologia delle fioriere collocate ai lati delle strade del centro, sui componenti dello staff del sindaco, sul numero degli assessori e su altre questioni similari saranno senz’altro comprensibili -magari pure doverose- in tempi di ordinaria amministrazione, ma si rivelano oggi anacronistiche, irrigidiscono ancor più le posizioni consiliari, ma soprattutto allontanano quei corpi intermedi e demoralizzano la comunità alle prese con esigenze vitali, compromesse da un orizzonte ancora grigio.
Sia chiaro, le differenze, le sensibilità, le ideologie, financo i dettagli costituiscono il sale della democrazia, ma ora serve condivisione unitaria ed azione rapida; ci sarà modo e tempo per duellare a singolar tenzone.
Diversamente, vi è il serio rischio di litigare e di impatanarsi nella scelta dell’impiego delle risorse che ci saranno assegnate per la ripresa del paese e non ce lo possiamo permettere, ogni giorno di ritardo è vitale.
Intanto siamo ancora nel vortice dell’emergenza sanitaria ed in questi giorni poi con il terremoto del mondo scolastico.
Ecco a tal proposito sarebbe il caso di mettere in piedi, tutti assieme, con la supervisione del personale docente e la collaborazione delle parrocchie e delle associazioni di volontariato, un piano di accompagnamento ed assistenza, anche in termini di servizi; c’è troppo sbandamento ed in taluni casi anche contraccolpi di natura psicologica.
Non è mai troppo tardi per riflettere e cambiar percorso, siamo fiduciosi. All’occorrenza un webinar con Mattarella potrebbe essere risolutivo…
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi, martedì 2 marzo 2021 in Puglia, sono stati registrati 9.322 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.021 casi positivi: 410 in provincia di Bari, 134 in provincia di Brindisi, 105 nella provincia BAT, 137 in provincia di Foggia, 105 in provincia di Lecce, 123 in provincia di Taranto, 4 residenti fuori regione, 3 casi di provincia di residenza non nota.
Sono stati registrati 40 decessi: 11 in provincia di Bari, 10 in provincia BAT, 1 in provincia di Brindisi, 12 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Lecce, 4 in provincia di Taranto, 1 residente fuori regione.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.571.274 test.
111.599 sono i pazienti guariti.
33.111 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 148.702, così suddivisi:
57.057 nella Provincia di Bari;
15.761 nella Provincia di Bat;
10.989 nella Provincia di Brindisi;
29.750 nella Provincia di Foggia;
12.629 nella Provincia di Lecce;
21.749 nella Provincia di Taranto;
588 attribuiti a residenti fuori regione;
179 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
di Antonio TURCO
“C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d'antico (?)”. E' la domanda che corre in questi giorni nella testa di chi ha in mente la democrazia come unica e possibile forma di governo e avverte la percezione di un qualcosa che si riteneva ormai passato e perduto ma che è di ritorno.
Si può dire che l'enorme e voluta confusione che ha tentato di confondere e deviare il corso naturale della democrazia sia finita? Si può dire che l'imperdonabile anomalia che partiva dagli USA per insinuarsi, peggio del Covid, nelle coscienze degli esseri umani sotto forma di populismo, sovranismo ed altre devianze sia stata sanata? C'è ancora moltissimo da fare per vaccinare, come per il Covid, la gente dai virus dell'informazione falsata, dall'inquinamento ideologico, dall'influenza malefica che imperversa, per ora incontrollata, in una parte dei social.
Con l'avvento di Draghi, la politica italiana ha dovuto prendere atto del suo fallimento, per consegnarsi all'unico personaggio all'altezza del compito richiesto dalla UE per fruire delle risorse del Recovery fund, dalle quali si attende una politica riformista in direzione del modello europeo.
Le ultime notizie provenienti dalla politica di Tricase vertevano in questi giorni, sulle questioni riguardanti la cittadinanza onoraria a Mussolini, e non era francamente accettabile la distanza esistente tra i temi sopra accennati e le questioni di lana caprina suddette, tanto più in un periodo di profonda depressione economica, disagio sociale, difficoltà sanitaria, smarrimento morale, di crisi, insomma.
Tricase deve ritornare sui temi alti della politica e sintonizzarsi sui suoi passi da gigante di questi ultimi mesi: con la caduta di Trump e l'avvento di Biden si sta riaprendo finalmente un dialogo che, rifuggendo dagli eccessi, tenta di polarizzarsi sulle notevoli difficoltà che ci sono davanti, da affrontare in un ambito collegiale dove venga recuperato il riconoscimento dei singoli ruoli. Nei sacri crismi della democrazia, naturalmente.
Il Recovery fund, che si deve ad una UE anch'essa più presente e meno miope rispetto alla politica mondiale, si spera cambierà la politica che dovrà cambiare l'Italia, e non sarebbe male, già da subito, considerare che Tricase si trova in Italia. Per quello che riguarda noi, cittadini di Tricase, in questo periodo di risveglio sarebbe augurabile pensare che possa riaprirsi la stagione della partecipazione, di recuperare dalle soffitte i vecchi strumenti della politica democratica del dialogo e del confronto, per viverla direttamente e per sentirsi coinvolti in questi cambiamenti finalmente orientati verso una giusta direzione. Il gruppo politico “Tricase: Città in comune” a partire da questo sabato, come meglio riportato in altra parte del giornale, sta programmando una serie di conferenze su temi di carattere sociale ed economico, per ascoltare il parere di personalità di rilievo legate in qualche modo a Tricase o ascoltare idee provenienti direttamente dalla città.
La nuova Amministrazione di Tricase, ancora ai primi passi, deve prendere atto, al netto dei problemi del Covid, della fortuna di trovarsi in questo periodo di possibile rinascita e predisporsi a recepire le idee innovative e riformiste da adottare ed a iniziare a progettare, già da ora, un micro Recovery plan locale, nella speranza che possa essere realizzato.
Bisognerebbe evitare di sottovalutare questa fase di rinnovamento, una occasione unica per fare entrare tutto il Sud, Tricase compresa, in questa Europa.
E' questa la sfida, per chi se la sente di raccoglierla.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi lunedì 1 marzo 2021 in Puglia, sono stati registrati 4686 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 631 casi positivi: 292 in provincia di Bari, 25 in provincia di Brindisi, 10 nella provincia BAT, 116 in provincia di Foggia, 84 in provincia di Lecce, 100 in provincia di Taranto, 2 residenti fuori regione, 2 provincia di residenza non nota.
Sono stati registrati 29 decessi: 7 in provincia di Bari, 3 in provincia di Brindisi, 6 in provincia di Foggia, 8 in provincia di Lecce, 5 in provincia di Taranto.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.561.952 test.
110.767 sono i pazienti guariti.
32.962 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 147.681, così suddivisi:
56.647 nella Provincia di Bari;
15.656 nella Provincia di Bat;
10.855 nella Provincia di Brindisi;
29.613 nella Provincia di Foggia;
12.524 nella Provincia di Lecce;
21.626 nella Provincia di Taranto;
584 attribuiti a residenti fuori regione;
176 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
UN’INDAGINE SUI “NUOVI” POVERI IN CITTÀ
COMUNITÀ PER COMUNITÀ
a cura di Pino GRECO
COMUNITA’ “CHIESA MADRE”
La lunga emergenza Covid ha creato e continua a creare gravi problemi sanitari ma, sempre di più, anche sociali. E’ per questo che abbiamo deciso di interpellare alcuni speciali osservatori del territorio, i parroci che, con la loro capacità di essere vicini a chi ha bisogno, hanno messo in piedi interventi concreti di aiuto.
Al tempo stesso sono in grado di leggere forse meglio di qualsiasi altro la realtà di sofferenza che sta crescendo a Tricase.
Uomini, donne e bambini in difficoltà. Famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche.
Una povertà, purtroppo, in forte crescita.
Sono i “nuovi poveri”, ci dice don Flavio Ferraro, parroco della Chiesa della Natività. “Aumentano i papà separati, i singols e i disoccupati".
E don Flavio lancia l’allarme: “La povertà nella mia comunità è in crescita; rispetto allo scorso anno le persone che hanno serie difficoltà sono aumentate potrei dire nella misura del 50%. Adesso riceviamo richieste di aiuto anche da gente che, prima dell’emergenza Covid, partecipava con “generose offerte” al disagio degli altri”.
“Una problematica –prosegue don Flavio- che come comunità Chiesa Madre osserviamo e verso la quale riusciamo anche ad intervenire grazie alla generosità e l’altruismo di tante associazioni, aziende donatrici e persone singole. E’ una povertà che sta cambiando -spiega don Flavio- perché le richieste di aiuti per ricevere i beni di prima necessità ci arrivano da gente separata, papà e mamme che dopo la separazione non riescono ad avere la sicurezza di un pranzo al giorno”.
“Accade così che Riccardo, -il suo è un nome di fantasia ma purtroppo la storia è vera- non ha più casa, non ha cibo. Niente genitori o famiglia. Nessun punto di riferimento. Si adatta come può. E’ qui da noi la sua casa”. Una storia purtroppo simile a quella di altri.
I NUMERI DELL’AIUTO DELLA COMUNITA’ “CHIESA MADRE”
100 persone che ogni giorno hanno bisogno di beni di prima necessità
FAMIGLIE AIUTATE: tra ufficiali e ufficiosi
30 nel 2020
60 nel 2021
PRESENZE SERVIZIO MENSA – PASTO CALDO (pranzo)
Erano 5 le persone ad inizio servizio (16 dicembre 2020)
Dopo pochi giorni gli uomini e le donne che frequentano la mensa tutti i giorni sono aumentati: 30
Età media dei “nuovi poveri”: 50 anni
Famiglie che chiedono beni di prima necessità: 90
Persone che vivono da sole: 30
UN’INIZIATIVA PARTICOLARE- Tra le tante iniziative, un carrello posizionato tutti i giorni (all’Eurospin di via Claudio Imperatore) dove chiunque può depositare quanto vuole donare