dalla pagina facebook del Sindaco Antonio De Donno
Nota dei consiglieri Carmine Zocco, Giacomo Elia e Gianluca Leone Errico sulla proposta di revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini.
Allegata come dichiarazione di voto nel Consiglio Comunale del 2 marzo 2021
Non tutti gli eventi della storia cessano di produrre effetti nel tempo. Alcuni più di altri non affievoliscono il loro valore simbolico. Richiamano alla memoria i protagonisti, le cause e le intenzioni che li hanno prodotti. Inducono a prendere posizione, perché nel presente siano preservati e attualizzati gli insegnamenti più nobili e siano individuate le manifestazioni più regressive. Contestualizzare gli eventi produce maggiore consapevolezza e acutezza di analisi, permette di valutare le forze che entrano in conflitto e individuare i vizi e le virtù dei protagonisti più rappresentativi.
La Storia rimane, tuttavia, il teatro delle vicende umane in cui l’agire individuale e collettivo non può essere esente da una valutazione di merito, di “torto” o di “ragione”, sugli effetti prodotti.
Tutti questi elementi di valutazione sono presenti nella decisione se revocare o meno la cittadinanza onoraria a Mussolini, su cui siamo chiamati a esprimerci.
In premessa, ricordiamo che non sono in discussione gli effetti civili dell’atto amministrativo, bensì il suo valore simbolico.
Infatti, lo scopo del conferimento della cittadinanza onoraria, tutt’oggi, consiste nell’atto con cui l’Istituzione indica ai propri concittadini, presenti e futuri, gli uomini e le donne da assumere come modelli di riferimento per particolari valori civili, culturali e etici.
Oltre a quella a Mussolini del 1924, nell’ultimo secolo Tricase ha conferito la cittadinanza onoraria, tra gli altri, a Don Tonino Bello e nel 2019 a Liliana Segre, senatrice a vita e ex deportata ad Auschwitz per motivi razziali.
C’è chi afferma che il conferimento a Liliana Segre abbia di fatto schierato la città dalla parte dei “giusti”, confermando il giudizio storico sul fascismo e allineandosi ancor di più ai valori antifascisti sanciti dalla Costituzione.
C’è del vero in questa considerazione. Ma allora, perché astenersi dal rimuovere il paradosso di vedere formalmente vittima e carnefice accomunati dalla stessa onorificenza?
Secondo noi è stato giusto e opportuno rafforzare il valore simbolico del gesto nei confronti della Segre, vittima delle leggi razziali, rimuovendo dal suo fianco chi è stato l’autore di quelle leggi.
Questo non “cancella la storia”: l’atto del 1924 rimane a testimonianza di un potere totalitario e della capacità di generare sudditanza tra i nostri amministratori dell’epoca che furono tutti solerti- tranne un “eroico dissidente” di nome Salvatore Panarese- ad accogliere il consiglio che veniva dall’alto. Nonostante l’assassinio nell’anno precedente di Roberto Caputo, presidente dell’associazione ex combattenti e non allineato alle nascenti angherie dei gerarchi fascisti, per mano di Emanuele Adago iscritto alla locale sezione del Fascio.
Contribuisce, invece, a armonizzare la nostra città con le radici profonde che hanno generato la nostra Costituzione Repubblicana e a rafforzare l’attenzione contro la “banalizzazione” del fascismo e dei suoi simboli.
Perché la questione della revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini non sia sterilizzata e semplificata come fosse un referendum o solo un motivo di clamore mediatico, deve, perciò, diventare un’occasione di riflessione culturale e politica.
La debolezza della memoria storica comporta, infatti, delle conseguenze politiche immediate. La memoria non è semplicemente il nostro rapporto con il passato, quello che noi pensiamo del passato orienta il modo in cui ci comportiamo oggi.
Un percorso aperto in questo senso è la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare, che metta al bando e punisca la propaganda e la diffusione dei simboli fascisti attraverso il web. Si può firmare in ogni Comune fino al 31 marzo. Noi siamo impegnati in questa raccolta, non solo per la bontà della proposta ma perché il nostro impegno civico è intriso nella pratica quotidiana dei valori del rispetto dell’ambiente e di tutti gli esseri viventi, dell’inclusione sociale e della lotta a ogni forma di discriminazione e di povertà.
Ma non solo. Restando sul tema dei simboli di alto valore civile che ispirano la denominazione delle strade e delle piazze della nostra città, vorremmo che si facesse attenzione a ripristinare la denominazione di una strada a Giacomo Matteotti, deputato socialista e prima vittima delle squadre fasciste, e cambiare quella intitolata al M.llo Rodolfo Graziani, autore riconosciuto del genocidio degli Abissini con il gas nervino durante l’occupazione fascista dell’Etiopia.
Pertanto, abbiamo aderito senza esitazioni alla mozione di revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini.
E questo senza distogliere neanche un attimo l’attenzione e l’impegno sull’ emergenza sanitaria, economica e sociale che stiamo vivendo.
Ecco alcune riflessioni sulla memoria storica che ho svolto in Consiglio Comunale in occasione del dibattito sulla revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini
Ho riletto le parole di Italo Calvino, secondo cui la memoria "conta veramente solo se tiene insieme l'impronta del presente e il progetto del futuro; se permette di fare senza dimenticare quello che si voleva fare, di diventare senza smettere di essere, di essere senza smettere di diventare".
"Chi coltiva il passato, raccoglie il presente e nutre il futuro"
Insomma, ne sono uscito confermato in ciò che da tanto vado pensando:
la memoria come diritto, ben più e ben prima che un dovere;
la memoria ha essa stessa i suoi diritti;
la memoria ha a che vedere, più che con il passato, con il presente e con il futuro; la memoria è progetto, della e per la vita che ancora ci resta da vivere;
la memoria è un formidabile, fondativo "bene comune".
La debolezza della memoria storica comporta infatti delle conseguenze politiche immediate, la memoria non è semplicemente il nostro rapporto con il passato, quello che noi pensiamo del passato orienta il modo in cui ci comportiamo oggi.
LAVORARE CRITICAMENTE SULLA MEMORIA
Al tempo stesso io credo che il lavoro sulla memoria non possa che essere un lavoro critico
Tra l’altro la memoria cambia.
Nel senso che se la memoria è un rapporto fra il presente e il passato, se il presente cambia, il nostro rapporto col passato cambia, allontanandosi e mostrando prospettive differenti.
Ci dobbiamo cioè domandare come funziona la memoria storica nel momento presente, come funziona in ogni momento il nostro rapporto col passato.
È la memoria come attributo del futuro. È l'invito che Nietzsche ci rivolge: la memoria non deve ridursi a essere il culto passivo del passato, non genera solo venerazione o orrore, busti e monumenti. Dovremmo invece imparare ad usarla per creare attivamente il nostro avvenire.
Il che significa farsi responsabili della memoria. La memoria non è un contenitore di ricordi, né il ritorno degli spettri provenienti dal passato
La memoria non deve semplicemente conservare quello che è già stato, ma deve servire la generatività della vita.
Non deve restare impigliata in una paralisi melanconica che non riesce a non guardare se non all'indietro, ma sapersi gettare in un movimento proteso in avanti.
Custodire questa memoria - la memoria come attributo del futuro -, evitando i danni della "memoria corta", significa farsi davvero responsabili del nostro passato
Carmine Zocco
Martedi, 2 marzo 2021
TRICASE REVOCA LA CITTADINANZA ONORARIA A MUSSOLINI
10 voti favorevoli, 6 contrari e un astenuto
Il Consiglio Comunale di Tricase ha deliberato la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini (cittadinanza onoraria risalente al 1924)
Dopo un primo rinvio la mozione è ritornata in aula a Palazzo Gallone.
La revoca era stata avanzata da Giovanni Carità e Antonio Baglivo
(Consiglieri di opposizione)
FAVOREVOLI
Francesca Longo, Francesco Minonne, Giorgio Dell'Abate, Anna Ruberto, Armando Ciardo, Carmine Zocco, Gianluca Leone Errico, Elia Giacomo, Antonio Luigi Baglivo e Giovanni Carità.
CONTRARI
Sindaco Antonio De Donno, Ippazio Cazzato, Rocco Martella, Vito Zocco, Giuseppe Peluso e Donato Carbone.
ASTENUTA
Rosanna Zocco (Presidente del Consiglio Comunale)
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi mercoledì 3 marzo 2021 in Puglia, sono stati registrati 11.427 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.261 casi positivi: 586 in provincia di Bari, 76 in provincia di Brindisi, 103 nella provincia BAT, 112 in provincia di Foggia, 125 in provincia di Lecce, 248 in provincia di Taranto, 12 casi di residenti fuori regione. 1 caso di provincia di residenza non nota è stato riclassificato e attribuito.
Sono stati registrati 29 decessi: 4 in provincia di Bari, 1 in provincia di Brindisi, 1 in provincia BAT, 11 in provincia di Foggia, 6 in provincia di Lecce, 5 in provincia di Taranto, 1 residente fuori regione.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.582.701 test.
112.274 sono i pazienti guariti.
33.668 i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 149.963 così suddivisi:
57.643 nella Provincia di Bari;
15.864 nella Provincia di Bat;
11.065 nella Provincia di Brindisi;
29.862 nella Provincia di Foggia;
12.754 nella Provincia di Lecce;
21.997 nella Provincia di Taranto;
600 attribuiti a residenti fuori regione;
178 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Nella sua storia l’Associazione Marina Serra E.T.S. ha avuto modo di conoscere alcune iniziative molto significative del proprio territorio e di altri luoghi.
Fra queste, particolarmente interessante risulta essere “il Bosco di San Prospero”, alle porte di Parma, di Giancarlo Spaggiari e di suo figlio Roberto.
I signori Spaggiari hanno rinunciato alla possibilità di significativi guadagni, derivanti dalla lottizzazione di gran parte di un loro terreno di 13 ettari, per farne un’oasi naturale. Insieme ai loro amici e ad un gruppo di volontari, Giancarlo e Roberto, usando solo carriola, vanghe e zappe, hanno piantato 17 essenze autoctone tra cui: farnie, noci, ciliegi, cornioli, noccioli, gelsi, olmi, sanguinelli, sambuchi.
Con una bella e divertente esperienza di lavoro di gruppo, «seguendo gli insegnamenti ricevuti dai propri avi», hanno realizzato un polmone verde con più di 11.000 alberi, abitato da caprioli, lepri, fagiani, colombacci, scriccioli.
«La sera arrivano dalla città centinaia di corvi e vengono a dormire nel Bosco», afferma contento Roberto.
Ora stanno trasformando il Bosco “in una grande fattoria didattica, con un approccio botanico, archeologico, di arte povera contadina… cibo di cultura e spirito” ed hanno già aperto una collaborazione con la Scuola Elementare e Media Albertelli di Parma.
Inoltre hanno ideato un altro progetto che prevede di ricercare semi di alberi Patriarchi o loro “figli”, provenienti da tutto il mondo, con un significato storico importante, come l’albero di Hiroshima che dovrebbe essere consegnato agli Spaggiari nei prossimi giorni, a stretto giro di posta.
In questo modo vogliono dotare il Bosco di alberi che invitano a riflettere su vicende storiche da non dimenticare.
Hanno rinunciato al denaro, ma sono riusciti a realizzare per la propria Comunità, e soprattutto per i ragazzi, un luogo dove, immersi nella Natura e in contatto con i suoi esseri, si può imparare a godere delle sue bellezze ed a prendersene cura, scoprire una dimensione di vita diversa da quella offerta dal consumismo.
Hanno realizzato un luogo aperto, accessibile a tutti, dove si può sperimentare un senso di appartenenza alla Natura che coinvolge la sfera fisica e “spirituale” con una comunicazione profonda, alternativa a quella spesso vuota ed ossessiva che avviene attraverso i telefonini.
Sono interessati a diffondere la conoscenza di questa esperienza e intenzionati a collaborare con altre realtà simili come i tanti Orti Botanici italiani, tra cui l’Orto botanico di Lecce e quello di Padova. Particolarmente significativo è risultato il rapporto con il dr. Pagano, che, quindici anni fa a Tricase nel Salento, ha realizzato su una superficie di circa 3 ettari l’”Arboreto Francigeno”.
L’Arboreto si compone di 4 “stanze”, ognuna con una fioritura per stagione, delimitate da arbusti ed alberi della macchia mediterranea; presenta alberi provenienti da ogni parte del mondo e tra questi la Quercia proveniente dal Giappone, intitolata dai botanici giapponesi all’imperatore Hiroshito.
L’esperienza della famiglia Spaggiari, come altre analoghe, dimostra come sia possibile avere aspirazioni diverse da quelle legate ai vantaggi materiali e gustare la gratificazione del dono.
Indica come si può arricchire la propria esistenza di significati, costruendo, insieme agli amici, un rifugio per gli esseri viventi, umani e non, che diventa luogo di riflessione e “crescita”.
Nel modello economico attuale si cerca in tutti i modi, attraverso il disboscamento, la cementificazione, le colture con l’uso di sostane chimiche dannose e gli allevamenti intensivi, il massimo del guadagno.
Non ci si preoccupa dei danni irreparabili che si arrecano alle risorse naturali e alla biodiversità, e della triste eredità che si lascia alle future generazioni.
Eppure oggi i fenomeni atmosferici estremi, i cambiamenti climatici, le desertificazioni, le stesse pandemie ci ricordano di continuo come questo uso irresponsabile delle risorse sia insostenibile e come siano minacciate le condizioni di sopravvivenza della stessa specie umana.
Vi è il bisogno di un urgente e profondo cambiamento anche culturale.
E l’iniziativa del Bosco dei signori Spaggiari e dei loro amici rende vissuta una nuova Cultura, che si basa sulla consapevolezza che il Pianeta Terra è la nostra “Casa Comune”, quindi dobbiamo prendercene cura, conservarla e costruire un rapporto rispettoso con tutti gli esseri che la abitano.
L’Associazione Marina Serra ha maturato la stessa Cultura e cerca con analoghe iniziative di affermarla. Nella consapevolezza che è importante unire gli sforzi e nella convinzione che solo grazie all’apporto di tutti si può operare il grande cambiamento oggi necessario, l’Associazione promuove relazioni di collaborazione con altre Associazioni, Cittadini e Istituzioni e con tutti coloro che condividono le stesse idealità.