Martedì, 13 dicembre 2022

Oggi alle ore 15 presso la Parrocchia Maria SS. Assunta di Lucugnano i funerali del dottor Carmine Baglivo

Il medico Carmine Baglivo aveva 69 anni

E’ tutto pronto a Lucugnano, frazione di circa 1700 abitanti del Comune di Tricase per l’ultimo saluto a “chi pur lavorando molto, ha dato tutto - e per le cose importanti c’era sempre”

Offerte di lavoro dell'Ambito di Lecce di Arpal Puglia

Un terzo delle offerte di lavoro attive in provincia di Lecce in questa settimana riguarda il settore edile. Si cercano ben 88 figure: mancano all'appello, in particolare, 30 operai specializzati; 22 manovali, muratori, intonacatori o carpentieri; 21 elettricisti; 6 escavatoristi e magazzinieri; 4 idraulici; 5 tra ingegneri, geometri e periti. Sono, in totale, 384 i lavoratori ricercati dai dieci Centri per l'Impiego leccesi per coprire posizioni aperte presso 118 aziende in vari comparti economici.

A darne contezza è il 31esimo report settimanale delle offerte di lavoro di Lecce e provincia, rapporto che ogni lunedì diffonde al grande pubblico tutte le opportunità di occupazione pubblicate quotidianamente sul portale lavoroperte.regione.puglia.it. «Quest'ultimo – spiega Luigi Mazzei, dirigente dell'U.O. Coordinamento servizi per l'impiego dell'Ambito di Lecce di Arpal Puglia - ha progressivamente sostituito il vecchio portale "Puglia Impiego", andato in pensione qualche giorno fa, e garantisce una serie di servizi online: si può sottoscrivere la Dichiarazione di immediata disponibilità; si può stampare il percorso lavoratore e lo stato occupazionale; si può creare il proprio curriculum; si possono consultare le offerte di lavoro, candidarsi tramite Spid e prenotare appuntamenti con gli sportelli per l'impiego. Per le notizie su avvisi pubblici e graduatorie, invece, è sempre possibile consultare il portale Sintesi Lecce».

In questa settimana, entro venerdì, sarà possibile presentare domanda di candidatura all'avviso pubblico per operaio manutentore presso il Comune di Taurisano. Una è l'offerta di lavoro nel settore agroalimentare; una nel campo pedagogico, per un posto di educatore presso una cooperativa sociale di Neviano che si occupa di attività ludico-ricreative per bambini.

Sono 3 le offerte attive nell'artigianato; 3 nel campo della bellezza e cura della persona; 6 nell'industria del legno; altrettante nelle pulizie; 8 nel settore trasporti/riparazione veicoli; 16 nel settore amministrativo; 17 nel tessile-abbigliamento-calzaturiero e altrettante nella sanità privata; 28 nel metalmeccanico. Si dimezzano le offerte nel commercio, dove passano in una settimana da 60 a 29 posizioni aperte. Oltre all'edilizia, i comparti in cui si cercano più figure restano le telecomunicazioni (75) e la ristorazione (85). Numerose le opportunità di lavoro in Italia e all'estero veicolate, poi, attraverso la rete Eures. Ai sensi dell'art. 1 L. 903/77, si precisa che la ricerca è sempre rivolta ad entrambi i sessi.

Alle offerte, pubblicate anche sulla pagina Facebook "Centri impiego Lecce e provincia" e sui profili Google di ogni centro, ci si può candidare in tre modi: tramite Spid, direttamente dal portale "Lavoro per te"; inviando via mail ai Centri per l’Impiego il modulo scaricabile dagli annunci; direttamente nei Centri per l’Impiego durante gli orari di apertura al pubblico (dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 11.30, il martedì anche dalle 15 alle 16.30 e il giovedì pomeriggio su appuntamento) presso le sedi dislocate a Lecce, Campi Salentina, Casarano, Galatina, Gallipoli, Maglie, Martano, Nardò, Poggiardo, Tricase e presso l’Ufficio collocamento mirato disabili, che ha sede a Lecce in viale Aldo Moro.

Per l’associazione Comitato SOS275

Vito Lisi              

Ora che l’ultima carcassa è stata sparata, ora che anche  il corteo composto prevalentemente da auto blu si è ritirato dall’incrocio di Surano, vogliamo dare il vero volto alla crociata politico mediatico imprenditoriale che, camuffata da necessità fantasiose, è semplicemente volta a risvegliare i saporiti interessi del cemento nel nostro martoriato Salento.

L’associazione Comitato SOS275 esprime tutto il disgusto per le tante strumentalizzazioni che in questi giorni si sono susseguite tirando in ballo termini e fatti che poco hanno a che vedere con la realtà.

Fa rabbrividire assistere all’ennesima cavalcata sulle bare senza che i dati comprovino minimamente la realtà; fa pena la scusa di un’autostrada per fini turistici che vuole giustificare l’ennesimo consumo di suolo agricolo; fa specie immaginare quest’opera come la panacea che risolve tutti i mali del territorio. 

Da sempre abbiamo sostenuto che  la sicurezza stradale nulla ha a che vedere con questo progetto (sempre lo stesso dal 2005) e nello specifico che l’allargamento della s.s.275 fino a Montesano Salentino fosse necessario per via delle numerose attività commerciali sorte nel tempo grazie anche a lottizzazione abusive dei terreni agricoli di Surano; se la statistica non è un’opinione, siamo certi che aggiungere in variante una nuova strada a quattro corsie di 5 km (da Montesano a Tricase) lasciando insicuro il tratto esistente, comporterà un aumento degli incidenti che sono tanto più gravi quanto più veloce può andare un veicolo.

In tutti questi anni di resistenza al cemento non abbiamo incontrato un turista che abbia espresso la necessità di cementificare ulteriormente il nostro territorio che ricordiamo ha il più alto rapporto strade territorio (1,5 chilometri di strade per chilometro quadrato); al contrario molti viaggiatori e amanti del Salento lamentano la mancanza di mobilità alternativa alla gomma, treni tecnologicamente fermi alla metà del secolo scorso, un trasporto marittimo inesistente.

Invece, noi cittadini residenti lamentiamo una percentuale altissima di tumori, l’insistenza delle discariche da noi denunciate nel 2014 ancora non bonificate, una mancanza di verde che fa del Salento uno dei primi territori nazionali ad essere interessati da desertificazione.

Se opere del genere  potevano essere incluse in una visione politica vent’anni fa, vederle oggi sventolate come necessità ci da la certezza (se mai ce ne fosse bisogno), di una classe politica inadeguata e totalmente asservita agli stessi poteri che sono responsabili del disastro ecologico in atto.

Ci piacerebbe vedere queste mobilitazioni istituzionali per i reali problemi che attanagliano le nostre vite, ad iniziare dalle tante morti per cancro dovute all’inesorabile distruzione e inquinamento della terra, dell’aria e delle acque, al problema della desertificazione, ma per questi preoccupanti fatti è meglio rimanere seduti al calduccio.

                                                                                                                                                        

Si è svolta martedì 6 dicembre presso la sala ricevimenti dell'Aia Nova "La Festa degli Auguri di Natale" del Club Rotary Tricase-Capo di Leuca, presidente A.R. 2022/2023 Dante De Giorgi.

Nella serata sono stati raccolti fondi dalle vendite delle Stelle di Natale che verranno devoluti all'iniziativa "Natale Solidale" e portati personalmente dalla Chiesa Parrocchiale della Natività della Beata Vergine Maria di Tricase - con la partecipazione personale di una componente del direttivo, la sig.ra Giusy Longo in India nella regione del Tamil Nadu per favorire il futuro culturale di bambine, alle quali lo studio è precluso.

Presente nella serata il Past Governor e Istruttore Distretttuale Giuseppe Seracca Guerrieri nonché nostro socio onorario, che ha sposato il service, facendosi promotore verso il Governatore in carica. Quest'ultimo ha invitato alla partecipazione tutto il distretto.

Sabato, 10 dicembre 2022

AURISPA LIBELLULA ( Serie A3 pallavolo maschile). Punti 12.Settimana di stop a causa del Covid

VIRTUS TRICASE 1967 ( Serie C pallavolo maschile). Punti 15. Gara interna contro Mottola (punti 6). Domenica, 11 dicembre – ore 18 – Palasport Tricase

FULGOR VOLLEY TRICASE ( Serie C pallavolo femminile). Punti 13. Turno casalingo per le ragazze rossoblù. L'avversario di turno è Diamante pallavolo Salento (punti 12). Sabato, ore 19 palasport Tricase

NEW POINT VIRTUS TRICASE (Prima divisione pallavolo femminile).Punti 12. Sabato , ore 16,30 trasferta a Cutrofiano (punti 0)

ASD ATLETICO TRICASE (Calcio -Promozione). Punti 16. In casa Atletico c'è aria di rivoluzione dopo la quarta sconfitta consecutiva: sono arrivati il centrocampista, Matias E.Amato  e il difensore  tricasino Davide Cavalieri. E’ partito il centravanti Sulayman Suwareh. Domenica arriva la prima della classse, Racale ( punti 31) – Stadio San Vito- ore 14,30

TRICASE (Calcio -Seconda Categoria). Punti 19. Domenica a Gallipoli (punti 18), gara non facile – Ore 14,30 fischio d’inizio

Venerdì, 9 dicembre 2022

COVID: ATTUALMENTE POSITIVI

Fonte Asl Lecce

ALESSANO 19

ALEZIO  37

ALLISTE 38

ANDRANO 31

ARADEO 66

ARNESANO  13

BAGNOLO DEL SALENTO 7

BOTRUGNO  8

CALIMERA 23

CAMPI SALENTINA  58

CANNOLE 7

CAPRARICA DI LECCE 11

CARMIANO 72

CARPIGNANO SALENTINO 24

CASARANO 166

CASTRI' DI LECCE 10

CASTRIGNANO DEI GRECI  14

CASTRIGNANO DEL CAPO 17

CAVALLINO 76

COLLEPASSO 31

COPERTINO 103

CORIGLIANO D'OTRANTO 18

CORSANO 14

CURSI  20

CUTROFIANO 44

DISO 17

GAGLIANO DEL CAPO 20

GALATINA 148

GALATONE 64

GALLIPOLI  73

GIUGGIANELLO 6

GIURDIGNANO 12

GUAGNANO 22

LECCE 456

LEQUILE 24

LEVERANO 97

LIZZANELLO 46

MAGLIE 49

MARTANO 40

MARTIGNANO 10

MATINO 61

MELENDUGNO 34

MELISSANO 25

MELPIGNANO 11

MIGGIANO 29

MINERVINO DI LECCE  9

MONTERONI DI LECCE  97

MONTESANO SALENTINO  7

MORCIANO DI LEUCA 22

MURO LECCESE 15

NARDO' 101

NEVIANO  39

NOCIGLIA 17

NOVOLI 71

ORTELLE 22

OTRANTO  17

PALMARIGGI 13

PARABITA  51

PATU' 8

POGGIARDO 46

PRESICCE-ACQUARICA 36

RACALE 90

RUFFANO 28

SALICE SALENTINO 28

SALVE 13

SANARICA 1

SAN CESARIO DI LECCE 18

SAN DONATO DI LECCE  28

SANNICOLA 34

SAN PIETRO IN LAMA 11

SANTA CESAREA TERME 6

SCORRANO 16

SECLI' 7

SOGLIANO CAVOUR 23

SOLETO 31

SPECCHIA 17

SPONGANO  10

SQUINZANO 67

STERNATIA 16

SUPERSANO 21

SURANO  9

SURBO 85

TAURISANO 24

TAVIANO 104

TIGGIANO 11

TREPUZZI 45

TRICASE 113

TUGLIE 34

UGENTO 41

UGGIANO LA CHIESA 11

VEGLIE 52

VERNOLE 56

ZOLLINO 13

SAN CASSIANO 7

CASTRO  10

PORTO CESAREO 10

di Angelo Chiuri

Presidente Associazione Marina Serra

La Quercia Vallonea è un gioiello della natura per la sua storia, la sua bellezza e la sua maestosità ed è un simbolo di Tricase nel mondo. Così la Torre Palane, Torre di avvistamento o Cavallara, è un punto di riferimento storico di Marina Serra. La Torre Palane è stata costruita nel XVI secolo da Carlo V nel contesto di un sistema di torri costiere a difesa delle coste salentine dalle scorribande dei saraceni che ripetutamente attaccavano il nostro territorio, devastandolo e depredandolo.

A sud vi è la Torre Nasparo di Tiggiano, più volte restaurata, ma che rimane comunque in parte diroccata. A nord vi è la Torre del Sasso ormai quasi completamente diroccata e ridotta ad un cumulo di pietre, mentre non vi è più traccia della Torre del porto di Tricase, una torre di difesa. La disposizione di queste torri era tale da consentire di mandarsi dei segnali col fuoco in caso di avvistamenti di eventuali incursioni di navi di pirati o di turchi dalle coste balcaniche. La Torre Palane rimane uno dei pochi esempi di torre di avvistamento ancora in piedi e ben piantata nelle fondamenta, che resiste ed ha resistito per oltre 500 anni alle intemperie del mare e del vento.

Ma è proprio per questo che ha bisogno di essere curata e protetta dall’incuria dell’uomo e del tempo. La Torre Palane, a differenza delle altre torri limitrofe, è a pianta quadrata con lato di 9 metri, alta circa 15 metri e posta a 15 metri dal livello del mare sottostante. In alto sul lato terra si nota una caditoia in corrispondenza dell’entrata principale posta ad una altezza di sicurezza e alla quale si poteva accedere solo con una scala di corda, per scoraggiare i nemici assaltanti. Da alcuni anni è stato creato un accesso laterale a livello del piano strada chiuso da una porta di ferro.  All’interno gli ambienti sono molto stretti e adattati ad un uso civile dai privati che nel corso degli anni hanno abitato la struttura, ricavando, nello spessore delle muraglie, i servizi (cucine e bagni).

Vari sono stati i privati che l’hanno musata, a cui è seguito un sequestro e infine l’affidamento nel 2020 al Comune di Tricase che ha eseguito, nel 2021, un parziale restauro, solo sulla facciata prospicente la terra ferma. Per il resto è stata ed è tuttora abbandonata a sé stessa con conseguente decadimento e completo degrado anche degli ambienti interni; mentre il solaio è ormai occupato dai colombi e/o gabbiani che l’hanno trasformato in un ampio deposito di guano.

Attualmente lo spazio antistante la torre, viene occupato in tutte le stagioni da camper ed auto che non fanno altro che abbruttire la bellissima immagine del monumento di Marina Serra! Proprio nei giorni scorsi abbiamo sollecitato il Sindaco e gli Uffici competenti del Comune a recintare lo spazio antistante la torre, a mettere dei pannelli multilingue con la sua storia, delle panchine per osservare lo spuntar del sole e la bellezza del paesaggio nel suo complesso ed a mettere dei divieti di sosta, individuando una zona per parcheggi, a monte di Marina Serra.

È opportuno e necessario che accanto alla giusta e doverosa pubblicità della piscina (semi)naturale e del porticciolo, ormai adibito a seconda ampia piscina, caratteristiche che hanno proiettato la località di Marina Serra tra i posti turistici più belli d’Italia, vi sia la giusta considerazione e salvaguardia della Torre Palane, il vero simbolo di Marina Serra.

Per questo motivo invitiamo tutti i lettori e le lettrici del vostro giornale a votare, entro il 15 dicembre, sul sito del FAI per Torre Palane per poter finanziare i lavori di consolidamento, ormai non rinviabili se la si vuole mantenere in piedi e farla visitare ai tricasini e non solo.

1) LINK VIDEO HELEN MIRREN SU TORRE PALANE MARINA SERRA

https://drive.google.com/file/d/1esabnUT-llSP5qhi5WSWT1yVTN2ZGhMJ/view?usp=sharing_eil_se_dm&ts=631ddf74

2) LINK PER VOTARE TORRE PALANE

https://fondoambiente.it/luoghi/marina-serra-localita-marittima-di-tricase-le?ldc

 

fonte Regione Puglia

Piano Strategico per la Promozione della Salute nella Scuola:

presentato il Catalogo 2022-23”

E’ stato presentato oggi il Catalogo della Promozione Salute nella Scuola 2022-2023, previsto dal Piano strategico per la promozione della salute nelle scuole, promosso da Regione Puglia e Ufficio scolastico regionale per la Puglia.

Si tratta del programma di educazione alla salute rivolto agli studenti pugliesi e dedicati, in particolare, alla prevenzione come strumento per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda europea 2030.

Sono intervenuti: Rocco Palese, assessore alla Sanità della Regione Puglia; Vito Montanaro, direttore del Dipartimento Promozione della Salute e del Benessere animale; Giuseppe Silipo, direttore Ufficio scolastico regionale Puglia; Nehludoff Albano, dirigente Servizio Promozione della Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; Pasquale Pedote, coordinatore GTI e Rapporti con USR.

La Regione Puglia fin dal 2011 ha regolamentato le azioni di Promozione della salute nel mondo della scuola, con un protocollo d’Intesa tra Regione Puglia e Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia.

Gli impegni sottoscritti nel 2011 in Puglia sono stati precursori di quanto avvento nel 2019 a livel­lo nazionale con la sottoscrizione degli “Indirizzi di “policy” integrate per la Scuola che Promuove Salute” da parte del Ministero della Salute e del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Il modello pugliese ha previsto due strutture che governano tutte le attività di Promozione alla Salute; il GTI (Gruppo Tecnico Interistituzionale), coordinato dal dott. Pedote Pasquale, vede al suo interno le rappresentanze sia del mondo della Sanità (Sezione Promozione della Salute e del Benessere, Strutture di Educazione alla Salute del Dipartimenti di Prevenzione delle Asl pugliesi, ARESS, Osservatorio Epidemiologico Regionale) che della Scuola (Ufficio Scolastico Regionale Puglia, Uffici territoriali USR promozione della salute); e i GIA (Gruppo Interdisciplinare Aziendale), presenti in tutte le sei Asl. coordinati dai referenti per l'educazione alla salute del Dipartimento di Prevenzione, e che oltre alla presenza del referente per l'educazione alla salute dell’ufficio territoriale dell’USR, vedono al suoi interno le rappresentanze dei Distretti Socio Sanitari, del Dipartimento delle Dipendenze Patologiche e Dipartimento di Salute Mentale.

L’alleanza Scuola-Salute in questi ultimi due anni è stata messa a dura prova ma ne è uscita rafforzata. Infatti in modo condiviso si è lavorato nel garantire in piena sicurezza interventi di promozione alla salute anche mediante una diretta presa in carico da parte del mondo scuola delle attività che mediante riflessioni e approfondimenti interni alle classi hanno creato l’opportunità per approfondimenti mirati, con la supervisione, diretta ed indiretta, degli esperti delle ASL.

Un nuovo impulso ci arriva dal Piano Regionale della Prevenzione 2021-25 che con il Programma “Scuole che Promuovono Salute”, che basandosi sull’“Approccio globale alla salute” e sui principi di equità, sostenibilità, inclusione, empowerment e democrazia, mira a promuovere un approccio integrato che tenga conto di sei componenti:

1. Competenze individuali e capacità d’azione;

2. Ambiente sociale;

3. Policy scolastica per la promozione della salute;

4. Ambiente fisico e organizzativo;

5. Collaborazione comunitaria;

6. Servizi per la salute.

L’obiettivo è quello di diffondere la cultura della “Salute in tutte le Politiche”; la linea di azione si basa sull’analisi dei dati sanita riguardanti lo stato di salute della popolazione studentesca della nostra regione.

Grande attenzione è stata dedicata all’abbandono scolastico, fenomeno complesso ed articolato che appare causato da una serie di fattori, tra cui la situazione socio-economica della persona, il background formativo della famiglia, i fattori di attrazione del mercato del lavoro, il rapporto con la scuola e i con i programmi educativi offerti, le caratteristiche individuali e caratteriali della persona.

L’azione di governo Scuola-Salute pugliese mira creare la “Rete Regionale delle Scuole che Promuovono Salute”.

Il Catalogo 2022-23, giunto alla 11aedizione offre agli studenti pugliesi da 0 a 18 anni programmi di educazione alla salute inerenti tutte le tematiche.

I dati degli scorsi anni:

Il Catalogo, fin dalla sua prima edizione, ha riscosso immediatamente un enorme successo sia in termini di adesione da parte degli istituti scolastici che nel numero di studenti che hanno partecipato alle progettualità. L’ultimo anno scolastico pre-covid, 2019-20, ha registrato il picco di manifestazioni d’interesse da parte delle scuole pugliesi: circa 850 richieste di partecipazione a programmi di promozione della salute, che avrebbero coinvolto oltre 103.000 studenti della nostra regione.

Catalogo 2022-2023:

Anche quest’anno il Catalogo verrà invitato a tutti gli Istituti scolastici della nostra regione e sarà possibile consultarlo e scaricarlo dal portale regionale Puglia Salute all’indirizzo https://www.sanita.puglia.it/web/pugliasalute/scuola, o dalla sezione dedicata presente sul sito web dell’USR per la Puglia www.pugliausr.gov.it.

Il catalogo include ben 68 proposte progettuali, ed è così suddiviso:

“I Progetti a valenza Regionale”

Scuola dell’Infanzia

Scuola Primaria

Scuola Secondaria di 1° grado

Scuola Secondaria di 2° grado

Azioni Informative

Progetti Provinciali

Sono inoltre presenti approfondimenti relativi allo stato di salute dei nostri studenti.

Come Aderire ai Progetti

Le Scuole che intendono aderire ad una o più proposte progettuali per l’anno scolastico 2022-23 devono inviare la manifestazione d’interesse compilando la scheda direttamente sul Portale della Salute della Regione Puglia all’indirizzo:

https://www.sanita.puglia.it/web/pugliasalute/manifestazione-di-interesse

Mercoledì, 7 dicembre 2022

di Pino GRECO

Pallavolo – Serie A3 maschile

Un altro match importante si avvicina per l’Aurispa Libellula. Domani pomeriggio (giovedì 8 dicembre), alle ore 16 al palasport di Tricase i ragazzi del coach Peppe Bua sfideranno il Catania, attualmente la capolista. Una partita sicuramente impegnativa e difficile - contro un avversario ben strutturato.

E’ proprio un’altra Aurispa-Libellula rispetto a quella vista all’opera all’inizio di stagione. La classifica dice punti 12 in 8 gare giocate e ottavo posto in classifica. Giovedì al palasport di Tricase, alle ore 16, arriva il Catania. I siciliani sono in testa con 24 punti.

“La squadra sta bene, dice Luca Bramato, secondo allenatore - siamo consapevoli di poter lottare alla pari con tutti. Nel match col Catania speriamo di riuscire a sfruttare il fattore casalingo e il calore del nostro pubblico. Affrontare in questo momento una corazzata come Catania è un fattore positivo continua Bramato - dobbiamo affrontare la gara con la massima tranquillità cercando di confermare i passi in avanti mostrati lo scorso sabato a Roma. Catania è prima in classifica, è una squadra compatta, sta meritando di essere al comando. Questo è un campionato complesso, serve avere sempre la stessa concentrazione nelle gare che disputiamo. Dobbiamo giocare per vincere, non c'è dubbio”.

Luca Bramato

La partita vinta dai salentini per 3 a 0 a Roma ha dimostrato che l’arrivo del nuovo opposto Edvinas Vaskelis, opposto classe 1996 (194 cm) di origini lituane, l’Aurispa Libellula ha una marcia in più. Numeri alla mano: in 6 gare giocate 246 palloni attaccati con 128 punti in attacco (52%), 5 ace e 9 muri punto per un totale di 142 punti totali in 6 gare giocate con una media di oltre 23 punti a partita.

Insomma, i ragazzi di mister Bua hanno iniziato a macinare prestazioni e punti pesanti. I prossimi due incontri di campionato vedranno l’Aursipa Libellula impegnata contro Catania e Napoli. Due partite difficili. Ma con un Vaskelis in forma, il rendimento generale della squadra ne risente positivamente puntando alla vittoria contro qualsiasi squadra

di Alessandro DISTANTE

LA 167 UN NUMERO TANTE STORIE

Dopo aver dedicato uno speciale a Depressa, con questo servizio passiamo ad esaminare un quartiere “difficile” quale è la 167 situato a Tricase (rione Caprarica) nelle vie Costantino, Tiberio e Siciliani.

 “L’urbanistica è l’arte di costruire le città. Oggi preferisco dire: l’arte di capire le città. Capire le comunità e le loro particolarità, capire perché gli uomini si ostinino a voler vivere insieme. Ovviamente vogliono vivere insieme per sopravvivere (…) E anche nel caso sconvolgente di creazione ex novo di un luogo urbano, se è una città che si vuole, è necessario aver bene presente la comunità che vi si insedierà, altrimenti sono solo muri” (Luigi Za, Il territorio e il costruito, a colloquio con Marcello Fabbri, Minutodarco editore, 2012).

L’ing. Marcello Fabbri venne incaricato dal Comune di Tricase nel 1960 della redazione del primo Piano Regolatore della Città. L’incarico non giunse al termine e si concluse con la crisi dell’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Cassati. L’idea di uno sviluppo ordinato ed “umano” della edilizia e della progettazione dei quartieri -della quale Fabbri era portatore- è fondamentale per scongiurare una crescita disordinata e disarmonica della Città, della quale anche la nostra zona 167 è una testimonianza.

GENESI DI UN QUARTIERE DIFFICILE

L’insediamento zona 167, per la parte dove sono ubicati gli alloggi popolari, nasce dalla attuazione, a fine anni Settanta/primi anni Ottanta, di una legge che ha dato poi il nome a simili interventi di edilizia pubblica: “167”. Si tratta infatti della legge n. 167 del 1962 che assegnava ai Comuni il compito di approvare un Piano delle zone da destinare alla costruzione di alloggi a carattere economico o popolare, nonché alle opere e servizi complementari, urbani e sociali, ivi comprese le aree a verde pubblico.

In attuazione di quella Legge, il Comune avviò un intervento finalizzato a dare risposta alle situazioni di maggiore emergenza abitativa; per una parte, le aree espropriate vennero assegnate a cooperative edilizie che si impegnavano –così come è poi accaduto- a realizzare interventi abitativi per alloggi da consegnare ai soci delle stesse, e, per altro verso, all’IACP per la costruzione di alloggi da concedere in locazione (a prezzi calmierati) a fasce della popolazione che versavano in situazioni di particolare disagio economico.

In queste pagine, ci occuperemo di questo secondo tipo di intervento e quindi di quegli alloggi che si trovano in quello che, una volta, veniva, in maniera inaccettabile e dispregiativa, definito il “bronx”.

Per realizzare gli interventi edilizi, il Comune procedette alla espropriazione di terreni che erano, per la maggior parte, con destinazione agricola e quindi al di fuori di quello che, all’epoca, era il centro abitato.

La Legge, invero, dava la preferenza, nella scelta delle aree dove attuare il Piano, a quelle di espansione dell’aggregato urbano e consentiva di inserire nel Piano anche le aree sulle quali insistevano immobili la cui demolizione o trasformazione fosse richiesta da ragioni igienico-sanitarie.  Anche Tricase, come quasi tutti i Comuni, scelse di intervenire non con la ristrutturazione degli immobili mal messi, così lasciando gli abitanti nei luoghi dove avevano vissuto (molti nel centro storico), ma optò per la realizzazione di alloggi nuovi, anche se collocati in una zona periferica della Città.

Gli interventi di edilizia popolare hanno creato in tutta Italia non pochi problemi ed hanno fatto sorgere situazioni di criticità sociale; basti pensare a cosa accade a Napoli (Scampia) o Palermo (Le vele) o in altre Città. La caratteristica che accomuna tutti questi interventi, compreso Tricase, è la localizzazione in aree periferiche delle città, fino al punto che, se non separati dal nucleo urbano (come pure talvolta è accaduto), sono comunque in zone marginali. Già questo costituisce il punto critico di partenza che poi spiega l’origine del disagio attuale.

A ciò si aggiunge la carenza, come accaduto a Tricase, di servizi o di esercizi pubblici e privati, con la conseguenza che, per lo più, i quartieri 167 diventano dormitori. A dire il vero il Piano aveva previsto spazi verdi, luoghi e impianti di interesse pubblico ed anche per edifici pubblici o di culto ma localizzando quegli interventi nella parte del Piano dove si sono insediate le cooperative edilizie, mentre la parte destinata alle case popolari è rimasta del tutto sfornita di tali opere e servizi.

Il riferimento non è solo a piazze o parchi pubblici, ma anche a centri di aggregazione sociale e a quei luoghi o non luoghi di incontro e di naturale e tradizionale socialità che nei paesi erano, e talvolta ancora sono, i bar, le puteche, i negozietti di generi alimentari oppure i servizi essenziali come i barbieri o i piccoli laboratori artigianali.

Nulla di tutto questo, conseguenza di una concezione edilizio-urbanistica che, nonostante le buone intenzioni, si è rivelata socialmente fallimentare.

Si è data risposta all’emergenza abitativa –e ciò non è obiettivamente poca cosa- ma si sono creati i presupposti per situazioni di problematica vivibilità e di scarsa socializzazione che, a loro volta, sono generatrici di criticità sociali se non addirittura di ordine pubblico.

Anche la tipologia costruttiva delle palazzine (condomini per lo più a tre piani) è molto diversa dalle abitazioni nelle quali alcune delle famiglie hanno vissuto, seppure in condizioni di disagio inaccettabile.

Specialmente i nuclei familiari di primo insediamento sono stati trapiantati in quel nuovo quartiere, lasciando ed interrompendo i legami con quei luoghi nei quali erano riconosciuti, anche se talvolta emarginati. La diversità di ubicazione e di tipologia delle abitazioni loro assegnate spiega perché, andando nel quartiere, si osservano spesso le persone affacciate ai balconi come se stessero prendendo il fresco sull’uscio delle case che un tempo abitavano.

Anche la viabilità rimarca il senso di separazione ed emarginazione; le vie all’interno delimitano i palazzi e non sono collegate con il flusso del traffico; fino a qualche anno fa, addirittura, un muro separava, anche visivamente, quegli insediamenti dal resto della Città, come se questa non volesse neppure vedere un’altra parte e un’altra componente della popolazione residente.

LA SITUAZIONE A TRICASE

Gli alloggi assegnati sono ad oggi 46 per altrettanti nuclei familiari. Ultimamente su 84 domande di alloggi, si è proceduto con 18 assegnazioni e 2 rinunce. In graduatoria vi sono ancora 57 famiglie in attesa di alloggio, segno che il bisogno abitativo è una urgente necessità.

Sono state segnalate nove occupazioni abusive e circa una diecina di appartamenti necessitano di interventi di manutenzione straordinaria se non addirittura di ristrutturazione.

Un piccolo nucleo di edilizia popolare si trova a Marina Serra e a Tricase Porto ma il grosso dell’intervento è in Tricase su via Costantino, via Tiberio e via Siciliani.

Come in tutti i condomini, anche in quelli della 167, i problemi non mancano, ma sono –per così dire- accentuati. Un problema particolare è quello delle utenze comuni con debiti nei confronti dei fornitori che giungono a minacciare distacchi su servizi essenziali. Accade così che alcuni inquilini non pagano le quote dovute e che altri appartamenti, occupati abusivamente, non partecipano alla ripartizione die costi. Tutto questo genera distorsioni con la conseguenza che la morosità di alcuni si scarica anche su chi paga regolarmente.

I LUOGHI DELLA SOCIALITA’

Le recenti assegnazioni, cominciate un paio d’anni fa, hanno cambiato la fisionomia del quartiere ed aumentato un controllo diffuso interno.

Accanto a questo segnale positivo e che lascia ben sperare, non mancano, tuttavia, episodi di teppismo che giungono fino a minacciare chi tenta di intervenire.

Nelle strade antistanti i nuclei abitativi si fermano gruppi di minori e di giovani che la fanno da padroni. Lo spazio di socialità rimane la strada, unico luogo dove, non a caso, si danno convegno soprattutto i ragazzi e i giovani. Al di là di qualche partita a pallone, sempre per strada e con naturale disturbo per la quiete dei residenti, non vi sono occasioni e momenti dove vivere al meglio il tempo libero e spesso gli incontri di gruppetti di ragazzi finiscono per essere il punto di partenza per altre forme di protagonismo, non sempre accettabili.  La fine del periodo dell’obbligo scolastico segna, talvolta, l’inizio di un periodo di non occupazione che apre spazi di “tempo libero” che vengono riempiti con la disponibilità a lavoretti di vario genere.

Il rischio è che la voglia di emergere e di guadagnare e comunque di sentirsi importanti e con un ruolo porti questi giovani a offrirsi come pedine utili, magari di altre persone che vengono da fuori, per imprese poco nobili. Purtroppo non sono mancati casi di micro criminalità e di traffici di dubbia liceità che hanno visto come autori e/o referenti giovanissimi ragazzi figli di quel disagio sociale.

Difficile l’opera dei Servizi sociali, sempre a corto di personale, come scarsa è la presenza di altre istituzioni, pubbliche o private.

La presenza avvertita delle Istituzioni in questa realtà si riduce, sostanzialmente, a quelle delle Forze dell’Ordine. I passaggi e le visite di controllo da parte dei Carabinieri e della Polizia Municipale, che pure intervengono su segnalazione oppure per un normale giro di controllo, non possono rispondere adeguatamente alla domanda di tranquillità che spesso viene rappresentata da parte dei residenti.

I controlli giungono spesso quando il problema o la segnalazione è già superata e al solo apparire delle auto delle Forze dell’Ordine la condotta rientra nei normali canoni di gruppi di ragazzini che si divertono a giocare o, semplicemente, a stare insieme.

OCCASIONI PERSE

In passato non sono mancate idee per un intervento sociale nella zona. Durante l’Amministrazione Coppola venne approvato con la Regione Puglia un progetto di rigenerazione urbana che comprendeva, al suo interno, anche un Laboratorio Urbano Giovanile; un intervento di presenza e di animazione sociale che avrebbe dovuto avere come principali protagonisti i ragazzi del quartiere.

L’idea, che mirava ad aprire nei pressi di quella zona, un centro sociale con il coinvolgimento di numerose associazioni, non ebbe mai vita, o, meglio, venne realizzata ma nel centro storico di Tricase. Motivo? Il mancato reperimento di un locale idoneo ad ospitare il Laboratorio.

La rigenerazione urbana, per quanto riguarda opere infrastrutturali, ha così interessato la zona adiacente al così detto Bronx e cioè la zona degli insediamenti di edilizia residenziale convenzionata.

IL SINDACO DE DONNO CI DICE

“Il problema –ci dice il sindaco De Donno- è all’attenzione dell’Amministrazione Comunale. Stiamo cercando di inventarci forme di presenza costante. Per questo, di intesa con Arca Sud, vogliamo portare avanti un’idea per realizzare un luogo di socialità per i ragazzi che lì vivono. Non è facile, perché in quel quartiere vi sono soltanto edifici con le caratteristiche di residenza e destinati alla abitazione di famiglie che ne hanno bisogno. Tuttavia stiamo cercando la forma giuridica che ci consenta di prendere in uso uno degli appartamenti per ubicarvi un luogo aperto ai ragazzi. Debbo dire che per l’estate possiamo fare qualcosa fuori, all’aperto ed in tal senso abbiamo acquisito la disponibilità di alcuni volontari, ma, per il resto dell’anno, è difficile trovare una soluzione”.

Sempre a proposito di viabilità….

di Gian Paolo ZIPPO

Tornando a parlare di viabilità una cosa che mi sono sempre chiesto è: “perché occludere il prolungamento di Via Aldo Moro, anziché creare un collegamento con la strada extra-murale (Corso Ottaviano Augusto) e permettere quindi un facile afflusso/deflusso a/da Tricase di tutto il traffico veicolare da/per il Capo di Leuca”?

Specie adesso che la concentrazione di esercizi commerciali in quella zona è aumentata tantissimo.

Eppure sembra che originariamente doveva essere così! Infatti, se si fa attenzione, il tratto di strada (a due corsie) che costeggia la zona delle case popolari si interrompe bruscamente, lasciando intendere che da lì si doveva arrivare verso Corso Ottaviano Augusto Cui prodest?

Peraltro, l’aver intercluso dei monconi di strada intorno a quella zona non ha fatto altro che peggiorare l’isolamento di un intero quartiere che non ha nessun’apertura verso il resto del paese, se non degli accessi limitati alle stradine retrostanti!

Le erbacce e l’incuria delle strade ne sono una testimonianza: si è passati da un “muro reale” (finalmente abbattuto) ad un “muro urbanistico” generato da una viabilità che non facilita la libera circolazione in quella zona.  L’inclusione, termine oggi tanto in voga, parte anche da questo!

E giacché stiamo parlando di viabilità nella Zona 167, sarebbe il caso di prendere dei provvedimenti per regolamentare meglio l’incrocio nei pressi di Pausa Caffè, dove le auto sfrecciano a velocità sostenuta su Corso Giulio Cesare ignorando completamente lo STOP…l’attraversamento di quell’incrocio è ormai diventato veramente complicato e rischioso!

Considerata l’alta densità abitativa della zona si dovrebbe intervenire con urgenza.

Sempre da cittadino e da utente della strada penso che le soluzioni ci siano…

di Alfredo DE GIUSEPPE

Nel marzo 2013, mentre si stavano effettuando dei lavori di risistemazione viaria intorno alla 167, per completare un progetto finanziato di rigenerazione urbana, il Volantino pubblicò un mio articolo col titolo "Lavori in corso...pessimi" – che raccoglieva il grido di dolore, direi di buon senso, dei residenti di quella zona. Ero stato facile profeta nel dire, già nel 2008, che la mancata continuazione di Via Aldo Moro fino a via Lecce sarebbe stato un disastro dal punto di vista urbanistico, viario e soprattutto antropologico, evidenziando in maniera netta e definitiva la ghettizzazione di quel comparto abitativo. Le reazioni dei tecnici interessati e dell’allora sindaco furono veementi e fuorvianti. Le ragioni dei residenti furono vissute come inutili proteste di chi non comprende le alte strategie urbanistiche e residenziali dei pochi illuminati chiamati a disquisire della materia. I risultati, dopo 10 anni,  sono sotto gli occhi di tutti, ma grazie a Dio, nessuno in questo paese osa mai fare un po’ di autocritica. (https://www.alfredodegiuseppe.it/index.php/archivio-2013/213-lavori-in-corso-pessimi)

Lavori in corso...pessimi

Parliamo della nuova sistemazione viaria della zona 167. La parte che da sempre viene definita Bronx è in una situazione di solitudine, ghettizzata, non si sa quanto volutamente, sin dal progetto originario. Sarà un caso ma il primo insediamento era stato progettato ben lontano dalle altre case, dalla vita normale e così continua ad essere. C’era un solo progetto (di buon senso) per far decantare una situazione così degradata: fare una rotatoria all’incrocio fra via A. Moro e via G. Cesare e continuare la strada fino alla circonvallazione di via Lecce. Questo avrebbe fatto diventare la 167 il quartiere d’ingresso alla città di Tricase dalla parte sud, avrebbe valorizzato palazzi e strade, dato forse qualche possibilità di aprire negozi, distributori di benzina e posti di ritrovo. Invece che ti vanno a pensare i nostri tecnici?

Tutto con un bel marciapiede (facendone una specie di inutilizzabile pista ciclabile) e rendiamo le due 167 unite e quindi integrate. Niente di più assurdo: ora le due 167 sono entrambe ghettizzate e sempre disunite fra di loro. In compenso abbiamo ottenuto dei risultati paradossali:  una stradina tortuosa non asfaltata che dà in modo abusivo su via Lecce è frequentatissima, sia in entrata che in uscita, con grave rischio di incidenti; tentare di uscire da quella zona, ovunque si viva, è diventato un gioco labirintico, dove è facile andare a sbattere su qualche cordolo in cemento. Capitolo a parte (forse una tesi di laurea) meriterebbero in effetti i cordoli in cemento: i nostri tecnici ne sono innamorati, ne hanno previsto una quantità industriale, hanno giocato con la penna nel pensarli tondi, quadri, obliqui e oblunghi. Se solo avessero viaggiato un po’, anche senza studiare, avrebbero visto che tutte le vere piste ciclabili non sono su marciapiedi dai lati taglienti, ma a raso, divise dalle strade da semplici strisce gialle o da leggere balaustre in legno. Qui invece tutto all’insegna dell’inutile, del costoso e del pericoloso. Perché, perché? Quale forza sotterranea muove persone, anche oneste, nel progettare in modo così dissennato? Qui il problema non è prendersela con un’Amministrazione comunale o con un tecnico: a questa fantastica opera hanno lavorato, pare gratuitamente, il fior fiore dei tecnici tricasini, pare 20 (dicasi venti!) fra ingegneri, geometri, dipendenti comunali e laureati di vario tipo. Al di là dell’assurda sistemazione della zona 167, qui il problema è capire cosa muove le intelligenze in modo così perverso, tanto da incutere  in noi il terrore ogni qual volta si mette mano ad una nuova sistemazione, ad un restauro o ad un complessivo progetto urbano.

Cerchiamo di darci delle spiegazioni:

per quanto un bravo tecnico si sforzi, pare rimanere impigliato nel conformismo dominante dell’ambiente in cui vive e opera. Se qui è il momento dei cordoli in cemento, non ci sarà tecnico che sappia uscire da quella schifezza;

quando si progetta l’opera spesso si guarda al finanziamento e non alla sua reale utilità e al suo migliore utilizzo. Magari si insegue un bando di concorso regionale o europeo senza pensare davvero alle esigenze di chi vive in un particolare quartiere, trincerandosi spesso dietro parole vuote come “progettazione partecipata” o “cittadinanza attiva” (che significa riempire due paginette e non vivere ad esempio un mese dentro una casa popolare con le infiltrazioni d’acqua);

si ha paura di osare davvero. Come dimostrato da molte città europee, quando si progetta negli anni duemila, si deve portare una ventata di modernità nei colori, nei materiali, nelle soluzioni oppure si deve ricercare (anche con l’ausilio dei moderni mezzi tecnologici) il restauro più rigoroso e fedele che si possa immaginare;

per il solo fine di spendere, abbiamo perso il senso della semplicità, per cui quello che può essere fatto con pochi soldi ci appare sempre inadeguato e invece spesso è il contrario. Con poche e semplici accorgimenti si può rendere la vita più semplice e divertente senza interventi faraonici, (per esempio per una rotatoria basterebbe un albero o una bella pietra, dei segnali ben posizionati, e delle strisce a terra, mentre la provincia di Lecce spende fra 100 e 200 mila euro per ogni rotatoria, spesso errata e pericolosa);

spesso i tecnici sono succubi del volere di amministratori poco accorti, poco sensibili, poco informati e molto populisti. Tutto il resto è pressapochismo o malafede

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