di Alfredo De Giuseppe
Oggi mi rivolgo a Lei, dott. Antonio Nunziante, vice presidente della Regione Puglia, che venerdì 4 maggio è venuto nella nostra Tricase per discutere con la cittadinanza dei progetti della nuova strada 275. Mi rivolgo a Lei perché in quell’incontro tenuto a palazzo Gallone ho intravisto quel lampo di vera disponibilità all’ascolto, quel positivo atteggiamento non populista (tipico di tutti i politici del decennio) che porta ad affrontare con lungimiranza i problemi, perché ho intravisto una persona onesta e fuori dalla logica degli affari a tutti i costi.
Però... poiché ho intravisto anche una effettiva difficoltà ad esprimere un’idea compiuta sull’argomento, reiterando semplicemente la possibilità della decisione alle comunità e ai loro rappresentati, vorrei ricordarle che la Politica dovrebbe anche cominciare a fare proposte costruttive, ipotesi di sviluppo sostenibile con uno sguardo aperto ai prossimi decenni. E per questo mi trovo costretto a scriverle.
Durante l’incontro gli ingegneri dell’Anas e altri rappresentanti istituzionali hanno presentato due ipotetici progetti alternativi: uno verso Est, coinvolgendo la Cosimina e uno verso Ovest che, partendo dalla zona industriale si incuneerebbe fra Lucugnano e Tricase. Dando per scontato che questa seconda soluzione è quella che ricalca fedelmente il vecchio progetto a 4 corsie, ancora fortemente voluto da tutta la classe politica (5S escluso) per le più svariate ragioni, non vorrei qui entrare in questa discussione. Vorrei invece porle delle questioni di fondo ancora più interessanti, ancora più strategiche.
Il Capo di Leuca per motivi storici, ma soprattutto geografici, nei decenni del boom economico è rimasto abbastanza escluso da progetti faraonici e da mega industrializzazioni. Questo particolare, che negli anni ha creato sempre disoccupazione, emigrazione e marginalità, oggi potrebbe diventare una risorsa immensa ed inesauribile. Se solo per un attimo la classe politica, da Bari a Castrignano, sapesse immaginare un modello nuovo, originale, di sviluppo e di conservazione, noi potremmo fare del Capo di Leuca un posto ricercato nel mondo, un posto intriso di una storia e di una biodiversità davvero spettacolari. Ma bisogna crederci e far partire le idee con coerenza e coraggio, senza tante concessioni alla vecchia, interclassista ipotesi di uno sviluppo del cemento senza fine e senza confini.
È arrivato il momento di pensare a questo lembo di territorio come un unicum: una decina di Comuni che devono concentrarsi intorno ad un unico progetto, dove non c’è spazio in ogni Comune per aree industriali e artigianali, per depuratori mal funzionanti che scaricano a mare, continuando fra l’altro nuove espansioni urbanistiche, in nome di uno sviluppo che è diverso da quello immaginato decenni fa, dove ogni frazione di 1.000 abitanti sembrava dovesse avere il proprio stadio olimpico e la propria università.
Se davvero ci sono i soldi per fare delle opere strutturali è il momento di pensare, caro dott. Nunziante, a cose nuove, che, seppur non rivoluzionarie e già viste, meritano semplicemente un po’ di coraggio. Le faccio due soli esempi di opere strutturali che potrebbero portare nuove prospettive di lavoro valorizzando quel che il territorio offre: una vera pista ciclabile della Litoranea che parta da Porto Cesareo, faccia il periplo di tutto il Salento, arrivi a Leuca, Otranto fino a San Cataldo (e magari ogni cinque chilometri intersecarla con sentieri, tratturi, monumenti e bellezze naturali); la continuazione del treno della Sud-est fino a Leuca, generando finalmente un tragitto completo che parta dall’aeroporto di Brindisi possa giungere (anche di domenica) nel punto più a sud della Puglia.
Poi ovviamente le strade vanno risistemate e ampliate dove possibile, ma, per favore, non ci venga a dire che il dedalo di paesini che forma il Basso Salento necessita di nuove autostrade. C’è bisogno, invece, di Amministratori locali lungimiranti, di nuove prospettive e nuove regole, di immaginare un paesaggio risistemato e coerente, da consegnare ai visitatori e alle future generazioni. La strada 275 in questo senso è paradigmatica di due opposte concezioni del mondo, una prona all’asfalto e l’altra pronta a raccogliere le nuove sfide.
Vorrei che lei, e un nutrito gruppo di Sindaci, Consiglieri regionali e provinciali, Politici nazionali, intellettuali e imprenditori non ci dessero una nuova strada ma ci regalassero finalmente una nuova Visione.
Gli alunni avevano informato il Papa della marcia che avrebbero fatto dalla tomba di don Tonino fino a Leuca e Francesco ha detto loro che “Tutti siamo in cammino” ed ha parlato di un cammino rischioso.
“Ma se un giovane non rischia, è invecchiato. E noi dobbiamo rischiare. Voi giovani dovete rischiare nella vita.
Oggi dovete preparare il futuro. Il futuro è nelle vostre mani”.
Il Papa ha ricordato la sua venuta ad Alessano confidando agli studenti di avere “ancora negli occhi e nel cuore la bella accoglienza che mi avete riservato”.
E poi, nel dare appuntamento al Sinodo dei giovani di Panama, Francesco ha invitato gli studenti a chiedere a Dio
“il dono di un cuore libero, un cuore che possa dire quello che pensa e quello che sente”. Alla fine una richiesta: “Quando sarete davanti alla cara immagine della Madonna di Leuca, ricordate che ho riposto i vostri progetti di bene sotto il suo Manto di grazie e, in quel momento vi benedirò tutti di cuore unitamente agli insegnanti e alle persone care”.
La lettera è giunta mentre si svolgeva la marcia, una marcia che ha visto oltre 3.000 ragazzi, provenienti da tutta la Puglia, camminare e riflettere sui temi cari a don Tonino.
Al Santuario, dove sono confluiti da diversi punti i ragazzi delle scuole superiori, quelli delle scuole medie e quelli delle primarie, i saluti delle Autorità, dell’assessore regionale Sebastiano Leo, della prof.ssa Francesca Romana Di Febo dell’Ufficio Scolastico Regionale, del Questore di Lecce dott. Leopoldo Laricchia, del presidente della Provincia dott. Antonio Gabellone, dei sindaci di Alessano, Gagliano e Castrignano del Capo, del presidente della Fondazione don Tonino Bello dott. Giancarlo Piccinni e del Vescovo di Ugento Mons. Vito Angiuli.
Certamente non è mancata la benedizione del Papa come da Lui assicurato nella lettera trovata nella posta il giorno dopo.
di Andrea Piscopiello
Ad agosto 2017 alcuni dirigenti, sacrificandosi personalmente, salvavano il calcio tricasino iscrivendo la squadra al campionato di promozione. Il successo ottenuto nei recenti playoff pertanto è anche merito loro ed a loro va il plauso di chi scrive. Ad ottobre dello stesso anno la situazione diventava insostenibile dal punto di vista finanziario ed il titolo rossoblu veniva affidato al Sindaco. Quest'ultimo nominava lo scrivente Commissario straordinario con il compito di individuare nuove forze imprenditoriali che potessero portare avanti il discorso calcio a Tricase.
Grazie in particolar modo all'impegno di Michele Dell'Abate, l'attuale Presidente Raone nel mese di ottobre palesava la sua disponibilità a rilevare la compagine rossoblu. Nasceva una nuova struttura societaria ed una nuova filosofia gestionale sportiva che portava ottimi risultati. Nonostante le difficoltà nell'affrontare tardivamente un mercato di rafforzamento, a dicembre venivano acquistati tre ottimi calciatori che hanno contribuito in maniera determinante al successo ottenuto: il portiere Alessandro Leopizzi, il centrale difensivo Diego De Giorgi e l'attaccante Francesco Giorgetti. Dopo l'esonero di mister Errico arrivava in panchina mister De Benedictis, per il quale dopo poco più di un mese non erano sufficienti tre vittorie (tra cui Ostuni) , un pareggio ed una sconfitta per salvare la panchina. Per amore della verità va detto che De Benedictis lasciava il Tricase terzo in classifica a quattro punti dall'Ostuni secondo. Rientrava pertanto mister Rocco Errico.
Nel frattempo dopo una estenuante ricerca a febbraio veniva individuato il tassello più difficile, un centravanti che potesse far fare il salto di qualità alla squadra. Il Presidente Raone non si tirava indietro e affrontava l'ulteriore sforzo economico. La scelta non poteva che ricadere sul mercato sudamericano e la dirigenza di quel periodo individuava, con l'ausilio di tecnici esperti, Juan Bautista Salguero, centravanti argentino che si è poi dimostrato determinate con ben 4 reti in 7 partite. Quanto innanzi é storia ed il lavoro fatto con professionalità e competenza non é opinabile.
Alla squadra ed ai quadri tecnici vanno i complimenti da parte mia per il prestigioso traguardo raggiunto.
Al Presidente Raone vanno pure i complimenti per gli sforzi economici sostenuti e per il successo finale.
Ad Maiora.
di Ernesto Abaterusso
Gentile direttore,
ho letto con un po’ di ritardo l’intervento del prof Ercole Morciano sulla situazione dei comuni del Capo di Leuca.
Con ritardo, quindi, le invio queste mie riflessioni, nel caso in cui dovesse ritenere interessante renderle pubbliche.
Lo dissi nella campagna elettorale del 2015 che mi vedeva impegnato per la elezione in consiglio regionale: la provincia di Lecce non ha avuto negli anni precedenti quanto le spettava dal governo regionale. I fondi Ue arrivati a Lecce rappresentano appena il 10% di fronte ad una popolazione che rappresenta il 25% dei pugliesi. C’è stata una evidente discrasia dovuta ad una classe politica poco rappresentativa degli interessi del territorio.
A ciò si aggiunga che i fondi destinati alla nostra provincia sono andati per il 50% alla città capoluogo e che al capo di Leuca sono arrivate solo le briciole. Dal 2015 ad oggi la situazione è leggermente migliorata. Nel patto con la Puglia è stata inserita la somma di 150 milioni per la realizzazione della elettrificazione della linea Martina Lecce Otranto Gagliano del Capo, opera propedeutica alla realizzazione della Metropolitana di superficie del Salento.
E’ una mia personale battaglia portata avanti quando nessuno ci credeva più.
La giunta regionale è stata “costretta” a riconoscere il capo di Leuca quale seconda Area interna di Puglia ed il consiglio regionale ha approvato alla unanimità la legge di iniziativa di 31 Comuni sugli accordi di area. I comuni del Capo di Leuca hanno avuto un ruolo trainante nel territorio. Sono tre grandi questioni che avevo posto nel corso della campagna elettorale e che , come suol dirsi, abbiamo portato a casa.Non saranno il toccasana che farà invertire il trend , ma se i comuni, le imprese, gli operatori e le organizzazioni di categorie sapranno farlo , con questi strumenti il capo di Leuca potrà programmare autonomamente il proprio presente ed il proprio futuro senza delegarli ad altri.
Ovviamente vi sono tante altre questioni che pesano sull’arretramento del nostro territorio. Qui è stato programmato il turismo di massa ( sarebbe più esatto dire quello da sballo) che crea più problemi che utilità. In altre parti di Puglia si è programmato il turismo d’elite che porta ricchezza ed evita problemi. E’ stata una scelta studiata e realizzata nel silenzio, anzi con la condivisione, non so quanto cosciente , di rappresentanti della provincia di Lecce che da ben 8 anni hanno responsabilità di governo con tali risultati. Stessa cosa dicasi per lo sviluppo.
Abbiamo la fortuna, lo dico anche da imprenditore del settore, di un ritorno dei marchi del lusso nella nostra terra che ha una grande tradizione nel settore. Ci sono tanti strumenti che la Regione può mettere in campo, ma ad oggi non ha ancora fatto nulla.
Le zone industriali attendono i servizi per le imprese, gli interventi per la sicurezza, gli incentivi per i bassi consumi energetici, per l’abbassamento del costo del lavoro. Tutto ciò significherebbe sviluppo, investimenti, lavoro.
E poi c’è la grande questione della Xilella. Nell’ultima sessione di bilancio ho presentato un emendamento che destinava 300 dei 1.600 milioni del Psr per i territori colpiti da Xilella. Il presidente Emiliano ne ha chiesto il ritiro con l’impegno che si provvederà in sede di rivisitazione del Psr. Il nostro è un territorio che , al pari di quelli terremotati, ha bisogno di un aiuto straordinario e duraturo nel tempo.
La Regione deve farsene carico. Le questioni da toccare sono tante e non ho voglia di annoiare.Vorrei solo aggiungere che i sindaci del Capo di Leuca farebbero bene a valutare l’opportunità di una mega fusione che, da sola, consentirebbe una serie di vantaggi economici, finanziari e non solo. “Tricase di Leuca “ sarebbe un comune di 78/80 mila abitanti ed avrebbe voce per imporre in ogni tavolo le sue problematiche.
A cominciare da quelle che il prof Morciano ha così egregiamente elencato.
Suggerisco al direttore ed al prof Morciano di organizzare prima dell’estate un seminario sul tema con la partecipazione di quanti si sentono parte di tale questione. Io do già ora la mia disponibilità.
Un caro saluto
di Giuseppe R. Panico La SS. 275, mal concepita circa 25 anni fa, continua a travagliare la politica locale. Nelle scuderie di Palazzo Gallone si è tenuta, lo scorso venerdì, una nuova riunione. Presenti il Sindaco Chiuri, il Vicepresidente della Regione Puglia, Nunziante, l’assessore alla Regione, Ruggeri, il Presidente della provincia di Lecce Gabellone e i tecnici ANAS. I tricasini presenti sono stati invitati ad esprimersi su una possibile tratta a due corsie, fra un tracciato a Levante, utilizzando la Cosimina, o uno nuovo a Ponente. Presenti cittadini e amministratori anche dei comuni vicini.
Ma, come spesso avviene in un dibattito fra persone troppo schierate, o ideologizzate o poco attente alle altrui opinioni ed esigenze, molto si discute, alcuni si agitano pure e ben poco si conclude. Molteplici osservazioni e perplessità hanno accolto la semplice idea di proseguire con nuovi tracciati oltre Montesano o la nostra zona industriale. Per il Levante o Ponente, possiamo dunque aspettare, magari osservando la luna o sfogliando margherite.
Ne è stata messa in dubbio la necessità, se non per favorire uno spreco di territorio e quattrini (125 milioni di euro). Situazione non nuova nel nostro Salento, ove, non di rado, si preferisce e si spende troppo per ciò che piace a pochi e troppo poco per quello che serve a tanti. Come la recente enorme rotatoria di Lucugnano e quella superstrada, oltre Maglie e verso Nord, così poco utilizzata se non come discarica sulle tante piazzole di sosta. Razionalizzare la viabilità ’già esistente, senza coprirci di nuovo asfalto, sembra l’opinione prevalente dei tricasini intervenuti nel dibattito.
D’altro canto, in tale sede, le autorità presenti non hanno fornito dati e motivazioni per un ipotetico grande aumento di traffico, né illustrato alcun “Piano Strategico”, comprensivo d nuova viabilità, per il rilancio del Capo. A guardare poi la cartina, di strade verso Leuca ve ne sono già tante, compresa la SS 274 a Ponente e la litoranea a Levante.
Che sul nostro territorio possa poi svilupparsi un rilevante traffico di mezzi pesanti/industriali, sia per il settore agricolo che manifatturiero, rimane, come sempre, una mera utopia.
Per il trasporto passeggeri, è poi ormai evidente come la popolazione del Capo sia in rapida decrescita/invecchiamento. Meno future esigenze di mobilità dunque, anche nel settore scolastico-giovanile, e meno automezzi in circolazione.
La metropolitana di superficie (ove veramente si faccia e sia resa funzionale), dovrebbe poi assorbire gran parte degli stessi passeggeri. La realizzazione di un nuovo più comodo tracciato per la S.S. 275, e non la messa in sicurezza delle strade attuali, porterebbe anche ad un più scarso uso di queste ultime con carente manutenzione e maggiore pericolosità.
Un sistema di trasporto (metro di superficie + nuova strada quasi parallela) sarebbe inoltre giustificabile solo con un ben più elevato e continuativo numero di passeggeri, come quello da/per le grandi città, non certo ipotizzabile nel nostro peninsulare Capo, ove la terra finisce e l’Africa è lontana. Ovviamente va favorito un multiforme e destagionalizzato turismo ma migliorando la viabilità esistente ed eliminando qualche attraversamento di paese.
Da Montesano (termine quattro corsie) verso Leuca, il percorso preferenziale, potrebbe essere lungo la via “Cosimina”, congiunta alla litoranea con un migliore allacciamento. Quest’ultima, migliorata anche con nuove piazzole e slarghi, sarebbe la vera strada-parco e nel parco Otranto-Leuca, fra mare e terra, marine sulla costa e comuni nell’interno.
Se poi da Montesano, si realizzasse uno scorrimento più ampio e veloce fino alla SS 274, avremmo finalmente anche un più rapido e sicuro collegamento fra i nostri alti e rocciosi litorali d’Oriente e quelli bassi e sabbiosi d’Occidente. Dalla Regione Puglia è stato richiesto al nostro Sindaco di comunicare, entro fine maggio, le intenzioni di Tricase.
Non una imposizione dall’alto dunque ma una accurata valutazione dal basso. Non sappiamo ancora se la risposta sarà “alla americana” dopo un mal di capo da “ brain storming” per pochi interessati, o alla francese con un “debat public” ovvero ascolto dei cittadini da parte di commissari “super partes” e dunque non certo schierati. Procedura che consente al pubblico di interrogarsi sulle esigenze fondamentali del territorio e non su semplici varianti tecniche.
O ancora, come da regolamento comunale, attivandosi per un referendum cittadino con una scheda e una semplice croce o forse ancora per un consiglio comunale ma senza luna e margherite. Se i progetti li fanno i tecnici, la progettualità sul futuro del territorio appartiene alla cittadinanza ed alle sue istituzioni.
E noi, con i comuni vicini, potremmo porci l’obiettivo di trasformare finalmente il Capo, se non in una Florida vacanziera come negli USA, in un grande albergo/villaggio diffuso ove una migliorata ragnatela viaria (e ciclabile), favorirebbe oltre che il turismo della terza età, il “buon ritiro” residenziale di tanti anziani provenienti da altrove. Una nuova economia dunque, anche socio-sanitaria, uno sprone al recupero di tante case ormai disabitate o abbandonate e rilancio di un asfittico settore edilizio e relativo indotto.
Ne godrebbero anche coloro che, arrivati a Montesano sparati come una Ferrari, intendessero proseguire dritti e sparati fino a Leuca. Scalando le marce e un po’ di cavalli, godrebbero, per qualche minuto in più, del territorio ed il territorio con loro.