di Maria Assunta Panico

Consigliere Comunale

Pochi giorni fa ho letto sulla stampa che l’Amministrazione Comunale sta facendo ripartire il Servizio Civico Comunale dopo alcuni anni.

Un Servizio si attiva attraverso un atto di indirizzo da parte degli amministratori e ad oggi non esiste una deliberazione e nessuna Commissione Consiliare è stata convocata con all’ordine del giorno tale argomento.

Il Servizio Civico Comunale fu introdotto nel nostro Comune dopo una mozione presentata, nel 2008, dalla sottoscritta, con la finalità di consentire il potenziamento delle capacità individuali di quelle persone che, svolgendo un’attività di utilità civica, traggono motivo di fiducia, sicurezza e autostima e contemporaneamente ricevono un sussidio economico per far fronte a situazioni di emergenza, ma anche quella di arricchire la comunità con lavori di supporto, preziosi per lo svolgimento e lo sviluppo della vita comune.

L’Amministrazione “Coppola” di cui ero parte, anche, con il ruolo di Assessore alle Politiche Sociali, decise di attivare il Servizio Civico Comunale come si evince dalla Deliberazione della Giunta Comunale n.268 del 03-12-2015 con la quale si esprimeva indirizzo al Responsabile del Settore per predisporre gli atti necessari all’organizzazione dello stesso.

Il sistema dei Servizi Sociali del Comune è incentrato sulla programmazione del Piano di Zona, ma le numerose richieste, che pervennero e che erano indirizzate verso un sostegno economico o lavorativo, ci suggerirono un’azione di integrazione diretta da parte dell’Ente attraverso la suddetta iniziativa, prevedendo nel bilancio comunale le somme necessarie, confermate anche negli anni successivi.

Dunque un servizio  attivato da noi qualche anno fa e che la compagine di Governo della nostra città, insediandosi, ha trovato già avviato, purtroppo da febbraio scorso è sospeso essendo terminato lo scorrimento della graduatoria dei beneficiari. Il risultato è che in questi mesi si è precluso ai cittadini, in difficoltà socio-economiche, l’accesso al sussidio pur essendo previste, nell’esercizio finanziario, le somme necessarie per l’organizzazione.

Solo In questi giorni si sta provvedendo a stilare un nuovo elenco, informando la cittadinanza attraverso l’avviso pubblico murale. Un altro manifesto, già affisso, riguarda l’erogazione, una tantum, di voucher alimentari a sostegno dei cittadini più svantaggiati e che rientra nella programmazione del Piano di Zona (scheda di programmazione n.5 del 3^ Piano di Zona 2014-2017). Infatti il servizio sarà attivato con risorse pari a £ 9.146,43 trasferite dall’Ambito Territoriale di Gagliano e con una compartecipazione, stabilita dalla maggioranza di Governo, di £ 1.000,00.

L’unico merito, quindi, di questa Amministrazione è quello di proseguire un percorso già avviato, con successo, negli anni precedenti.

di Alessandro Distante

Dibattito in Piazza Pisanelli sulla 275. Interessante la formula e l’idea, con proiezione di tavole illustrative, filmati ed interventi. Degno di menzione l’intervento di Vito Lisi: si può condividere o non condividere, ma si deve riconoscere la sincera e pulita passione che sorregge le sue idee.

E’ mancato tuttavia un confronto vero, perché alla voce degli Organizzatori e di quella di alcuni Consiglieri di opposizione, non si è aggiunta quella di altri Amministratori locali.

In particolare si è notata l’assenza dei Consiglieri di maggioranza (con la sola eccezione del Presidente del Consiglio comunale) e soprattutto del Sindaco e della Giunta.

E tuttavia non può essere taciuta la circostanza che gli stessi Capigruppo, anche della maggioranza, avevano positivamente risposto all’invito di questo Giornale di inviare un loro contributo scritto sulla questione 275 (pubblicati sul numero scorso).

Probabilmente avrà pesato una certa diffidenza per un confronto in Piazza organizzato dalle Associazioni ambientaliste.

Mi ha poi sorpreso il metodo suggerito da alcuni rappresentanti dell’opposizione consiliare che hanno chiesto di sospendere ogni decisione per meglio valutare, senza fretta e senza assilli, quello che accadrà dopo la realizzazione del primo tratto, quello cioè fino alle porte di Tricase. Eppure la questione non è certo esplosa all’improvviso, sicchè una proposta di merito poteva pure essere espressa: se far proseguire la strada fino a Leuca e, in caso positivo, se passare attraverso la Cosimina oppure su un nuovo tracciato ad Ovest.

Devo ammettere che l’attesa, il rinvio della decisione e il “preferibilmente non esprimersi”, in attesa magari di una soluzione dall’alto, può anche essere la migliore strategia per raggiungere l’obiettivo, non tanto nascosto, di fermarsi al primo lotto.

Una strategia che ricorda la tanto deprecata Prima Repubblica e quei politici che, secondo una superficiale lettura, preferivano rinviare ogni decisione che potesse incidere sul consenso; ma chi sostiene questo dimentica che tra quei politici vi era un certo Sergio Mattarella che, con le scelte coraggiose di questi giorni e prendendo coraggiose decisioni, ha salvato la nascente Terza Repubblica e soprattutto le Istituzioni.

Forse i fatti locali e nazionali porteranno, per il futuro, alcuni rappresentanti locali di forze che sono oggi al Governo della Repubblica a rifuggire da giudizi trancianti nei confronti di Padri costituenti, di “notabili” di un tempo e di quei nostalgici da salotto che attenderebbero dall’alto la soluzione dei problemi del territorio (ma quando mai?).

Probabilmente sulla sospensione di ogni decisione e sulla richiesta di maggiore tempo concorderà, nei fatti, anche chi governa la Città, perché il tempo, in una logica di pacificazione cittadina, è la migliore medicina.

Mi chiedo però: è questa la strada per un confronto vero? E’ questa la strada per una democrazia veramente partecipata? E’ questa la strada che vogliamo?

 

 

Ultima chiamata per il Giudice di Pace di Tricase.

L’ufficio del Giudice di Pace di Tricase è nuovamente a rischio chiusura :il possibile epilogo è dietro l’angolo e potrebbe avverarsi nei prossimi giorni.

Esattamente fra dieci giorni il Cancelliere del Giudice di Pace di Tricase, dipendente del Comune di Tiggiano, inoltrerà domanda di pensione e l’Ufficio rischierà seriamente di chiudere.

Il Gruppo Consiliare Misto da tempo attenzionato il Sindaco di Tricase sull’imminente pericolo di perdere un servizio strategico che, oltre a costituire il simbolo della cosiddetta “giustizia di prossimità”, crea innegabilmente un indotto non trascurabile per le attività commerciali del territorio.

Inoltre,continuano Dell’Abate e Zocco del Gruppo Misto,

non abbiamo avuto ascolto, né visto azioni concrete su richiesta della classe forense locale, a cui va riconosciuto il merito di un incessante dinamismo, si è tenuto il 26 maggio scorso a Palazzo Gallone un incontro con le Amministrazioni Comunali interessate. Sembrava che si fosse trovata la quadra, ma poi tutto è saltato.  

Difatti la proposta del Sindaco di Tiggiano, ing. Ippazio Antonio Morciano, di trattenere in servizio l’attuale Cancelliere con il conferimento della posizione di responsabilità, e quindi di un emolumento più allettante, è naufragata in quanto il dipendente comunale appartiene alla categoria C e non D e quindi gli sono precluse quelle funzioni apicali. Tale infelice epilogo non deve però farci demordere, una soluzione va trovata ed in fretta.

Nel Settore Servizi Sociali di Tricase sono presenti 4 unità D, fin troppe per la tipologia delle mansioni demandate come abbiamo più volte sostenuto, una delle quali proveniente di recente per mobilità dal Tribunale di Lecce. Perché non attingere da lì l’unità occorrente e chiedere all’attuale Cancelliere la collaborazione per una sua formazione?

Con la riforma del Giudice di Pace, la cui entrata in vigore è prevista salvo slittamenti per il 2021, le competenze aumenteranno di dismisura tanto da far assumere all’Ufficio Giudiziario, per funzioni e valore, la fisionomia di una sezione periferica di Tribunale, a cui magari accorpare il mandamento dell’ex Giudice di Pace di Alessano.

Una grande chance per il Capo di Leuca per la quale vale la pena di lottare uniti senza se e senza ma”.  

Chiudono i due del Gruppo Consiliare Misto

di Pino Greco

 

Prima di tutto: il bimbo è fuori pericolo e sta bene.

Ma andiamo con ordine: è domenica 27 maggio 2018; ore 19,55 circa.

Siamo nella centralissima piazza Cappuccini di Tricase.

 

Un bimbo di 7 anni mentre gioca a calcio con altri suoi piccoli amici è travolto

involontariamente da un altro bambino che pare stesse impennando con la propria bici.

Il piccolo che gioca a calcio viene colpito in testa dalla ruota della bici

(questo il racconto di alcuni testimoni).

 

In un primo momento si teme il peggio; il piccolo colpito, infatti perde i sensi, restando a terra immobile.

Tra le sensazioni di paura e terrore della famiglia e  il panico generale dei presenti, sul posto l’immediato intervento del 118 che trasporta il piccolo in ospedale in “codice rosso”.

Forse è il momento di riflettere:  Se fosse andata peggio...?

 

Di questa brutta vicenda siamo tutti responsabili, perché più volte ci sono stati interventi da parte di tutta la comunità: l’intervento pubblico di don Donato:

più volte ho chiamato sindaco e forze dell’ordine, senza mai essere ascoltato”;

 

l’ordinanza del Sindaco (forse manca un cartello pubblico che indichi in Piazza il contenuto dell’ordinanza), ordinanza che comunque non viene rispettata ed eseguita, ma, soprattutto,

c’è stato un bimbo di 7 anni trasportato in ospedale in codice rosso…

 

Finiamola con interrogativi e dubbi, facciamo tutti di più…

o  siamo in attesa del dramma ?



di Alessandro Distante

Un’opera incompiuta lascia a tutti l’amaro in bocca; fermarsi a metà strada non rende ragione della fatica sopportata e toglie il senso a quello che si è fatto.

Tornerò alla fine su questi luoghi comuni, mentre espongo alcune notazioni sul dibattito apertosi da tempo a Tricase sulla Strada Statale 275.

Dopo l’incontro presso le Scuderie di Palazzo Gallone, organizzato dal Sindaco Chiuri, con la presenza del Vice presidente della Regione dott. Nunziante e dei rappresentanti di Anas oltrechè del Presidente della Provincia, si era rimasti in attesa di una indicazione da parte della città di Tricase da formulare entro il mese di Maggio.

In quell’incontro vennero illustrate due soluzioni: attraversamento del territorio di Tricase ad Est (utilizzando la c.d. Cosimina) oppure ad Ovest su un nuovo tracciato. Alcuni degli interventi furono invece nel senso di far terminare la strada a Montesano.

Non entro nel merito della questione, ma mi fermo al metodo di lavoro; se è apprezzabile e doveroso il coinvolgimento della popolazione, la questione diviene delicata nella individuazione del percorso per giungere alla proposta richiesta dalla Regione.

E qui le strade si divaricano: c’è chi reclama un consiglio comunale monotematico aperto alla cittadinanza; chi invece convoca pubblici dibattiti con la partecipazione di associazioni e di amministratori; chi si incontra con gli altri Sindaci per discutere e magari concordare una proposta; chi invece propone un referendum e via discorrendo.

La molteplicità di strade per giungere al traguardo, e cioè ad una proposta da avanzare alla Regione, rischia di frammentare la Città e di creare contrapposizioni all’interno e all’esterno.

La questione di metodo è centrale ed è di estrema attualità e deve essere governata con attenzione per non alimentare una pericolosa ed improduttiva contrapposizione tra Istituzioni e Cittadinanza.

Ascoltare tutti è fondamentale ma poi il momento ed il luogo della decisione, con le conseguenti assunzioni di responsabilità, deve essere quello delle Istituzioni.

In questo senso, è necessario che i rappresentanti locali, a partire dal Sindaco e dalla sua Giunta, per finire ai Gruppi consiliari dicano la loro e si esprimano; perché la politica non può ridursi a una delega pilatesca al contrario, magari nel tentativo di non scontentare nessuno senza prendere posizione.

E’ ovvio che, alla fine, la proposta sarà quella che risulterà dal confronto, ma nel confronto deve essere conosciuta la posizione dei principali attori della vita amministrativa locale.

Per tale ragione abbiamo chiesto ai capigruppo consiliari di dirci la loro (vedasi articolo successivo ), perché diamo per scontato che un’idea se la sono fatta; sarebbe del resto grave se non l’avessero.

Parlare di un confronto e poi fuggire dal confronto lascerebbe l’amaro in bocca; darebbe la sensazione di un’idea bella ma incompiuta; un confronto che non trovi poi un momento di sintesi alta nella sede istituzionale non darebbe soddisfazione e valore ad una indicazione, specialmente se questa diviene il risultato di un confronto ampio e non limitato a chi è già schierato.

Assunzione di responsabilità quindi di fronte ai cittadini con tutte le conseguenze che ne possono derivare; la politica è anche questo e la cosa peggiore sarebbe pensare di poter sfuggire al giudizio rimanendo neutrali o, in altre parole, indicare una strada, quella dell’ascolto e della partecipazione, salvo poi rimanere a metà strada, quasi un’opera incompiuta, come dicevo all’inizio.

 

 

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