di Pino Greco

Il “nuovo” cimitero senza più loculi.

Il “vecchio” camposanto  in stato di “degrado”.

La questione segnalata da tanti cittadini è molto dolorosa.

Perché  proprio in questi giorni, nel “nuovo” cimitero, dopo lunghi 30 anni dalla data di sepoltura

(le prime salme risalgono al 1987), la salma di un defunto viene riesumata e sottoposta a controllo; se il corpo rinvenuto è ancora integro

(per considerarlo non integro devono rimanere solo le ossa), i familiari possono scegliere di far interrare, o porre di nuovo nella stessa tomba i resti mortali(pagando una quota aggiuntiva per altri anni).

La questione è particolarmente sensibile per tutti i familiari che segnalano da tempo le grosse difficoltà nei due luoghi di pace e riposo.

Difficoltà conosciute da quasi tutti, ma, ad oggi poco e nulla si è mosso, fatta eccezione delle povere salme “dislocate” dalle Confraternite,senza dimenticare la vergognosa condizione del vecchio cimitero di Tricase che costituisce un rischio per l’incolumità di tutti, oltre ad una mancanza di rispetto per le salme e le famiglie dei defunti

di Gerardo Ricchiuto

Se n’è andato in punta di piedi dalla scena terrena all’età di 91 anni il dott. Franco Leo, Primario Emerito di Medicina dell’Ospedale “Card. G. Panico” di Tricase.

Il dott. Franco Leo

Faceva parte di quel nucleo originario di medici che la Madre Generale delle Suore Marcelline di Milano, Suor Elisa Zanchi, convocò presso l’Hotel Exelcior di Napoli per avviare l’attività ospedaliera. Di quel gruppo il dott. Leo, fu colui che sin da subito cominciò ad interessarsi anche di problematiche organizzativo-lavorative dei medici che iniziarono a lavorare, come egli ebbe a scrivere, “in una semplice casa di cura privata”. In breve si arrivò poi al decreto del Medico Provinciale del 6 novembre 1968, cui fece seguito il decreto del ministero della Sanità del 16 dicembre 1969 con il quale “i servizi e ititoli acquisiti dal personale dell’Ospedale Cardinale Panico di Tricase sono equiparati ai servizi ed ai titoli acquisiti dal personale in servizio presso Ospedali di Zona, amministrati da Enti ospedalieri pubblici”.

A tal proposito egli, per meglio affrontare tali problematiche lontane dalla formazione medica, ritenne opportuno aderire al sindacato medico CIMO e pruomuoverne la diffusione all’interno della neonata struttura ospedaliera ed in provincia,.poichè lo riteneva l’unico sindacato di categoria non legato al carrro dei partiti. In tale ruolo, con lungimiranza ed imtelligenza, in questa nostra sonnolenta periferia sociale e sanitaria, il dott. Leo riuscì a rappresentare e a mediare, tra le esigenze dell’Ente e dei medici, le peculiari istanze che la nascente ospedalità classificata, cui appartiene l’Ospedale di Tricase, andava via, via ponendo. Gli interlocutori privilegiati furono le figure fondanti dell’ Ospedale, a Milano Madre Elisa Zanchi ed il suo consulente legale Avv. Luigi Costanza ed a Tricase la Madre Superiora, Suor Dina della Morte e la Direttrice Amministrativa, Suor Giulietta Mandelli. Sul piano squisitamente professionanle, intanto, egli,da stimato cardiologo, formatosi alla scuola del Prof. Camilli di Firenze il quale fu il padre dei pace-maker in Italia, con slancio operativo si mise al lavoro seguendo essenzialmente due direttrici: la formazione e l’aggiornamento dei suoi collaboratori e l’ammodernamento dell’organizzazione dei reparti di Medina Uomini e Donne che era chiamato a dirigere.Consapevole della incombenza sempre più stringente di tempi nuovi anche in sanità, per certi versi prefigurandoli, sempre più spingeva e spronava i suoi collaboratori ad aggiornarsi e specializzarsi..Favorì sin da subito i rapporti e le convenzion con le università, con le scuole di specializzazione, anticipando di anni quell’ospedale di formazione di cui tanti ancora oggi parlano, compreso l’attuale Ministro della Salute, come la modalità più adeguata per la formazione del medico da concretizzarsi sul campo, negli ospedali, e non esclusivamente nelle cliniche universitarie.

Quegli stimoli e quei percorsi cominciarono già nei primi anni a produrre i frutti; si passò da una medicina basata essenzialmente sulla semeiotica e sugli esami di laboratorio di base, ad una medicina che intensificava l’utilizzo delle indagini strumentali anche invasive per la diagnostica e la terapia come l’endoscopia digestiva, l’endoscopia broncoscopica e toracica, il trattamento dialitico, la diagnostica doppler ed ecografica. Si formò così un gruppo di lavoro, specializzato nelle diverse branche internistiche, al quale egli assicurò piena autonomia operativa, organizzato su base “dipartimentale”, allo scopo di erogare un’assistenza specialistica più qualificata in termini specialistici, ma nello stesso tempo unificata da una visione globale e coordinata del paziente.

Così ai due iniziali reparti di Medicina (Uomini e Donne) si aggiunsero dapprima la Sezione di Cardiologia e la Sezione di Pneumologia, successivamente il Servizio di Emodialisi cui è stata affiancata una Sezione di Nefrologia, il Servizio di Endoscopia Digestiva, l’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica (UTIC), il Day- Hospital Oncologico ed il Servizio di Neurologia..

Completò l’opera di crescita ed ammodernamento dell’assistenza ospedaliera favorendo l’istituzione del Centro di Rianimazione, il secondo ad essere attivato in provincia, dopo quello dell’Ospedale “V. Fazzi” di Lecce. Ne diede il battesimo, per così dire scientifico, organizzando, insieme al dott. Silvio Colonna ed al dott. Pasquale Barone, a Lecce un importannte convegno scientifico nazionale sulla insufficienza respiratoria che vide la partecipazione come relatori delle personalità nazionali ed internazionali più autorevoli sull’argomento. Il suo impegno nel campo formativo scientifico era una fucina di eventi, dagli incontri rivolti ai medici di medicina generale, a quelli rivolti agli specialisti delle più diverse specialità internistiche, il suo dinamismo organizzativo anche in questo settore non aveva pari in tutta la provincia, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.

Arrivò inoltre ad essere eletto Presidente dell’Ordine dei Medici, ruolo che ricoprì con fermezza e decisione finchè lo ritenne compatibile con il suo modo di intendere il ruolo del medico e della professione. Chi come il sottoscritto ha avuto modo di conoscerlo da vicino, lo ricorda con affetto e riconoscenza per la sua schiettezza, immediatezza e generosità con gli ammalati e con i colaboratori.

“Aci sciamu ‘rreta comu lu zzucaru”.

Tutti, chi più chi meno, ce lo siamo sentito dire almeno una volta nella vita ma, chi è o, forse meglio dire, chi era “lu zzucaru” e, perché andasse all’indietro, a molti sfugge.

Lu zzucaru altro non era che il cordaio, il costruttore di corde, figura oramai quasi completamente scomparsa, o presente solo nelle rievocazioni storiche e in qualche sporadico evento culturale.

Eppure, la sua professione e la sua arte di ritorcere le fibre per ottenere corde e fili era ed è tutt’ora fondamentale nella nostra vita. Sono ritorti i fili usati per cucire, ricamare, ormeggiare imbarcazioni, anche dare qualche punto di sutura a qualche povero sfortunato.  

“Appuntamento con … il cordaio e l’arte della torcitura” è il primo di una serie di incontri di conoscenza e di esperienza pratica con le arti e i mestieri delle genti di mare e di terra, messo a punto dall’Associazione Magna Grecia Mare e dalla Scuola Municipale di Antica Marineria del Porto Museo di Tricase, per far scoprire e toccare con mano una delle “invenzioni” più importanti nella vita dell’uomo e nel suo processo di civilizzazione.

È un’anteprima delle attività che, attraverso la Città di Tricase, il CIHEAM Bari ed i loro partner, vedranno protagonista il Porto Museo, impegnato nel progetto MUSE (co-finanziato dal programma di cooperazione territoriale Interreg V-A Greece-Italy) con l’obiettivo di valorizzare e far crescere il “modello Porto Museo”, anche grazie all’ambiziosa creazione di una scuola internazionale delle arti e dei mestieri legati alle comunità costiere (mare e terra), con annessa piccola residenza.

Cordatrici a leva e a ruota, auto prodotte, saranno sulla banchina, a disposizione di quanti vorranno cimentarsi nell’antica arte della torcitura ma, soprattutto, di quanti vorranno finalmente capire perché lu zuccaru andava all’indietro.

L’evento sarà animato, oltre che dagli istruttori della Scuola Municipale di Antica Marineria, anche da Andrea Maggiori, conosciuto come “L’uomo dei nodi” ed uno dei più grandi attrezzisti navali in Italia.

Ligure, del Porto di Chiavari e annodatore di fama internazionale da oltre 40 anni, Andrea è uno dei pochi italiani a far parte dell’IGKT - International Guild of Knot Tyers ed ha pubblicato nel 2017, insieme alla tricasina Monica Martella, il libro intitolato “Nodi, intrichi comprensibili” (Marcovalerio Edizioni).

 

Mercoledì 3 Aprile

51° Anniversario della morte di Girolamo Comi

Casa Comi a Lucugnano aperta fino alle 22

Domani, Mercoledì 3 Aprile, ricorrerà il 51° anniversario della scomparsa del poeta Girolamo Comi, che si spegneva nella sua casa di Lucugnano proprio il 3 Aprile del 1968.

Per l'occasione Casa Comi resterà eccezionalmente aperta fino alle ore 22, in modo da consentire al pubblico e ai cittadini una ulteriore occasione di visita nella Casa Museo del grande letterato salentino. Sarà anche possibile ammirare la mostra "Girolamo Comi. Spirito d'Armonia", inaugurata a Palazzo Comi il 22 marzo scorso, promossa dal Polo Biblio Museale della Provincia di Lecce. La mostra è allestita anche presso il Convitto Palmieri di Lecce (apertura tutti i giorni dalle 9 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 21 fino al 15 Giugno).

Casa Comi ospita una delle Biblioteche più importanti della nostra regione; circa la metà dei volumi della Biblioteca di Lucugnano sono edizioni e pubblicazioni francesi, con alcuni libri che rappresentano dei veri pezzi unici e rari. Ad aggiungere "ricchezza" a questa bellissima collezione ci sono il Fondo Fuortes, il Fondo Valli e l'Archivio Unione Donne Italiane. Inoltre non si può dimenticare l'epistolario che documenta il ricco scambio culturale che Comi, per anni, ebbe con i più importanti rappresentanti della cultura e della letteratura italiana del tempo.

La Biblioteca di Girolamo Comi a Lucugnano è inoltre stata recentemente inserita nel circuito delle Biblioteche e degli Archivi d'autore del '900 promosso dalla Fondazione Carlo e Marise Bo di Urbino, tra le poche biblioteche del meridione e unica in Puglia ad avere ottenuto questo prezioso riconoscimento.

Nei giorni scorsi è stato anche siglato un patto di collaborazione tra il Polo Biblio Museale di Lecce e l'Associazione di Promozione Sociale "Tina Lambrini - Casa Comi", il cui obiettivo è quello di migliorare e potenziari i servizi della Biblioteca Comi e di mettere in atto processi e progetti di tutela, valorizzazione e fruizione di questo prezioso luogo che il Capo di Leuca ha l'onore di ospitare.

L'iniziativa dell'apertura straordinaria è stata promossa proprio dall'Associazione "Tina Lambrini - Casa Comi" che, con l'ausilio del personale della Regione Puglia, ospiterà i visitatori per tutta la giornata del 3 aprile e con la collaborazione della Provincia di Lecce.

A disposizione dei visitatori ci sono anche il Catalogo della mostra, un'Antologia e dei Quaderni celebrativi; le somme ricavate dalle donazioni e dalla distribuzione di questi materiali saranno utilizzate per iniziative culturali e azioni di tutela a Palazzo Comi.

Per informazioni è possibile telefonare al numero 380/4580810 o scrivere una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Due aprile 2019

La Zona Industriale di Tricase-Miggiano-Specchia.

Un'unica distesa di rifiuti di ogni tipo: è questa l'accoglienza che la zona industriale riserva a chi ci passa e non solo.

Da queste parti sembra che sia finita la civiltà.

E’ da poco passata la Giornata mondiale della Terra, ma,

per chi non l’avesse ancora capito, meglio dirlo a chiare lettere:

i soldi per cercare di tenere pulita la “ nostra Terra”, non ci sono

Ne è prova da lungo tempo la zona A.S.I. o ex (Area di Sviluppo Industriale di Miggiano, Specchia e Tricase). In quest’aria che comprende i tre Comuni del sud Salento, c’è un mare di immondizia, la zona è invasa da rifiuti di ogni genere.

Proprio così, l’ex zona P.I.P., da qualsiasi prospettiva la si voglia vedere, è ormai considerata un’area dimenticata. E’ un sito vasto quanto un piccolo rione della Città di Tricase, un’area dinanzi alla quale ogni giorno passano decine e decine di auto ma che non ha mai destato l’interesse di nessuno. La zona industriale di Tricase, Miggiano e Specchia è un’immensa discarica a cielo aperto che cresce giorno dopo giorno. E’ tutto all’aperto:chiunque può entrare.

I rifiuti sono ben in vista. Si vedono e si sentono. Sono stati più volte segnalati ma nessuno risponde. Qui si continua a scaricare di tutto di più: rifiuti ingombranti come vecchi elettrodomestici e mobili, sacchi di cemento e altro materiale proveniente da cantieri edili.

E poi buste nere contenenti immondizia domestica, vecchi materassi, polistirolo, lamiere, scarti di ogni genere, dalla plastica al vetro. Una situazione di vera emergenza mai veramente affrontata in questi ultimi anni in modo radicale e definitivo.

Finora si è proceduto con soluzioni  approssimative e temporanee con la conseguenza di non raggiungere mai quella soluzione concreta che chiedono soprattutto tutti coloro che nella zona industriale ci lavorano.

Un’area finita anche sotto sequestro, qualche mese fa da parte del Noe di Lecce. Il sequestro interessò una superficie di circa 70 mila metri quadrati comprendente capannoni industriali ed aree scoperte dove erano stati depositati in modo incontrollato rifiuti speciali anche pericolosi. Dunque, quest’area che in tanti hanno investito, non è mai tornata pulita.

Il problema sembra senza soluzione.

 

in Distribuzione