Percorso, gratuito e aperto al pubblico, di conoscenza e di esperienza pratica nel mondo delle arti e dei mestieri della genti di mare e di terra

Saranno l’ Associazione Magna Grecia Mare e la Scuola Municipale di Vela Latina e di Antica Marineria a curare, insieme al CIHEAM Bari ed in collaborazione con la Città di Tricase e l’ Avamposto MARE, una giornata di laboratori dedicati all’antichissima arte della cesteria che, nata per rispondere all’esigenza di dover trasportare oggetti e prodotti di qualsiasi natura, così come per realizzare efficienti trappole per la pesca, è stata perfezionata, nel corso dei secoli, sviluppando intrecci complessi che hanno dato origine ad una infinità di realizzazioni.

Nel Salento, e non solo, questa arte è stata da sempre tramandata per via orale ed oggi, finalmente, se ne riscopre il fascino e la bellezza e ci si preoccupa di perpetuarne la tecnica.

L’appuntamento è per domenica 15 dicembre, dalle ore 9, presso il complesso rupestre La Rena e le Sette Bocche, nel Porto Museo di Tricase.

L’occasione è imperdibile per avere la possibilità di apprezzare l’eccellente abilità di grandi maestri nassari e cestai e sperimentarne l’arte.

Dopo una pausa pranzo, i maestri saranno disponibili ad approfondire, con gli interessati, le tecniche base di intreccio.

Il percorso, che rientra nella rassegna “Arte e mestieri nel Porto Museo – Appuntamento con …”, è assolutamente gratuito ed aperto al pubblico.

L’evento è organizzato nell’ambito del progetto Arca Adriatica, co-finanziato dal programma INTERREG Italia-Croazia e finalizzato a strutturare, consolidare e trasmettere il complesso patrimonio culturale e naturale legato alla storia marinaresca delle comunità costiere dell’Adriatico.

 

di Alessandro Distante

Avevo augurato una partecipazione disinteressata alla due giorni sul PUG organizzata dall’Amministrazione Comunale: un confronto della Città con alcuni componenti dell’Ufficio di Piano per fare il punto della situazione ed accelerare sui tempi per l’adozione (sei mesi, pena il venir meno dell’appoggio del Movimento 5Stelle alla attuale Amministrazione).

L’augurio era innanzitutto alla partecipazione; dalle notizie avute, le due mattinate hanno registrato una scarsissima presenza di cittadini.

Una decina di persone il primo giorno ed ancor meno il secondo.

Potrei uscirmene con la solita “tiritela” sulla crisi della partecipazione, sulla sfiducia nelle Istituzioni,……. ma mi limito ad alcune semplici e brevi note.

Una prima considerazione: tranne poche eccezioni (Sodero, Giannini e Dell’Abate Fernando) nessun altro Consigliere comunale ha partecipato ai lavori. Ora, al netto di qualche possibile defezione per impegni personali ed istituzionali, colpisce l’assenza di pressocché tutti i Consiglieri. Purtroppo non è possibile neppure parlare di sorpresa, stante l’assenza della maggior parte dei Consiglieri anche ad altre iniziative cittadine.

La giustificazione può forse essere quella dell’eccessivo impegno dai Consiglieri per partecipare alle sedute consiliari (quasi otto ore l’ultima) e a quelle delle tante Commissioni. Ma il messaggio che passa è pericolosissimo: se i Consiglieri non partecipano, se sono loro a non dare l’esempio, diviene difficile sperare nella partecipazione dei cittadini.

Una seconda considerazione: quale radicamento hanno gli Amministratori nel territorio? Solitamente quando si organizza un’iniziativa si estende l’invito ai conoscenti e si spinge alla partecipazione. Le due riunioni sul PUG mettono in evidenza un rapporto tra eletti ed elettori che non sembra andare oltre il momento del voto. Se prima erano i partiti a garantire una presenza, ora il rapporto diretto tra eletti ed elettori deve portare i primi a curare il collegamento con la base e ciò deve avvenire soprattutto sulle grandi questioni cittadine, quale può essere il progetto di sviluppo della Città.

Una terza considerazione: l’assenza –tranne qualche eccezione (Coppula Tisa)- delle associazioni e dei gruppi organizzati sul territorio. Ancora una volta l’impressione è che non si riesca ad andare oltre la sfera degli interessi diretti e di gruppo, rifiutandosi di inserire le proprie specifiche progettualità ed iniziative all’interno di un contesto di riferimento più ampio. Certo non ho difficoltà ad individuare alcune circostanza che possono essere delle attenuanti per gli assenti, ma che suonano come colpe per gli organizzatori.

Innanzitutto, non avvedersi (malgrado il concesso patrocinio) che il sabato mattina alla stessa ora e nello stesso luogo (Sala del Trono) si sarebbe tenuto un importante convegno organizzato dal GAL Capo di Leuca sullo sviluppo rurale con particolare attenzione alla tutela del paesaggio e quindi su argomenti interessanti il PUG.

Quindi, la poca attenzione alla “forza” della comunicazione: un incontro riesce se l’ambiente viene non solo informato ma anche preparato, magari con approfondimenti precedenti utilizzando anche le “testatine” locali, piacciano o non piacciano. Quel che resta è un bilancio finale negativo, per non dire fallimentare. Non serve tuttavia gridare all’insuccesso o speculare sulle lacune e “disattenzioni” dell’Amministrazione.

Il rimedio va trovato, perché ne va di mezzo non solo il Piano Urbanistico di Tricase ma ne risulta offuscato quell’amore per il bene comune che è alla base di qualsivoglia attività pubblica e di ogni progettazione di un futuro che sia utile per i giovani, altra componente troppe volte assente in appuntamenti non da loro organizzati ma aperti,trasversalmente, a tutta la Città. Ed anche qui il discorso sarebbe

DOMENICA 15 DICEMBRE RACCOLTA FONDI A SOSTEGNO DEL POPOLO ALBANESE NELLE PARROCCHIE

DELLA DIOCESI DI UGENTO – SANTA MARIA DI LEUCA


APPELLO A VOLONTARI CON SPECIFICHE PROFESSIONALITÀ PER
INTERVENIRE A SOSTEGNO DELLE POPOLAZIONI COLPITE DAL TERREMOTO


La CARITAS della Diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca, comunica di aver inviato una lettera ai 43 Parroci diocesani,affinché Domenica 15 dicembre sia dedicata alla “Raccolta fondi a sostegno del popolo albanese” colpito dal terremoto.

Inoltre, il Direttore, Don Lucio Pompeo Ciardo e il Vicedirettore, Claudio Morciano, chiedono ai parroci di raccogliere la disponibilità di persone, anche con professionalità specifiche (muratori, idraulici, elettricisti, ecc.), intenzionati a fare attività di volontariato in Albania, a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto.

Don Lucio Pompeo Ciardo: “Carissimi, come avete potuto apprendere dai notiziari un violento terremoto si è verificato in Albania, paese molto vicino a noi con cui, in passato, abbiamo stretto un patto di amicizia durante il periodo dell’esodo degli albanesi.

Frutto di questo patto è stata la presenza delle Suore Martelline in Saranda, dove operano al servizio del popolo albanese occupandosi dei più bisognosi attraverso un’azione di promozione umana e una testimonianza di servizio cristiano.  Riporto uno stralcio del comunicato di Caritas Italiana <….

Come avete appreso le città più colpite sono Durazzo e Thumane, dove diversi edifici sono crollati, numerosissimi sono stati danneggiati. Durazzo è senza luce e con l'arrivo dell’alba i danni sono molto visibili e importanti. Si registrano morti, feriti e numerosi dispersi, ma il bilancio è destinato ad aumentare.

I soccorritori e l'esercito stanno scavando sotto le macerie.
Purtroppo sono crollati diversi palazzi e anche un hotel nella zona di Durazzo. Danni si sono registrati in molte città: Durazzo, Kruje, Lezhe, Tirana, Scutari, Lac, Lushnje, Fier. Purtroppo lo sciame sismico continua e scosse si sono registrate in tutti i Balcani>.

Alcuni di voi mi hanno chiamato per chiedermi cosa fare, in questo momento Caritas Albania supportata da Caritas Italiana sta mappando i bisogni per far seguire, nei prossimi mesi, una progettualità che risponda alle esigenze delle popolazioni colpite dal sisma e sarà nostra cura aggiornarvi sulle richieste specifiche che saranno fatte da Caritas d’Albania attraverso Caritas Italiana.

Sono stati accertati 51 morti e più di 700 feriti e moltissime abitazioni non agibili. Certamente come in passato non lasceremo solo il Popolo Albanese. Per questo motivo in accordo con il Direttore di Pastorale Familiare,  Don Pierluigi Nicolardi, si è deciso di destinare la Questua della Terza Domenica - Avvento di Carità-, 15 Dicembre 2019, alle popolazioni albanesi colpite dal terremoto e di spostare la raccolta per la costituzione del “Fondo di solidarietà per le Famiglie” in febbraio in occasione della Giornata per la Vita.

Ai parroci chiedo di raccogliere la disponibilità di persone, anche con professionalità specifiche, che vorrebbero fare volontariato in Albania a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto. Buon cammino di avvento 2019.“

Per qualsiasi informazione: Caritas Diocesana, sede operativa:
Auditorium Benedetto XVI , SS 275 Km 23,600 73031 Alessano Tel/fax
0833/1826042, Don Lucio Ciardo  335.228673 E-mail.:
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A Natale si può fare…

Riprendere a sognare…

di Pino Greco

Il Magico Bosco del Natale. Dal 1° dicembre al 6 gennaio 2020.

Magia e bambini sono le parole chiave dell’Associazione Commercianti di Tricase che ha pensato bene di creare il Magico Bosco del Natale in piazza Pisanelli.

Quest'anno,per rendere ancora più unico l’evento,oltre ai 400 punti luce in tutta la Città e 10 km di paese coperto dalle luminarie,un’idea speciale per una fiaba speciale.

Spazio agli occhi sognanti dei bambini ai quali appartiene Babbo Natale.

La conferma è arrivata la sera della presentazione (domenica 1° dicembre),guardando gli occhioni spalancati dei più piccoli e lo stupore dei più grandi di fronte alla magia delle luci del grande coniglietto, di Babbo Natale o del più fedele amico di Topolino, il cane domestico Pluto

Insomma,a Natale si può fare.

Fare quello che non puoi fare mai: riprendere a giocare, riprendere a sognare…

di Giuseppe R. Panico

Tempi duri, quasi da tempesta perfetta.Dalle Alpi a Lampedusa, il nostro paese è sempre più zavorrato dai suoi tanti problemi.

A cominciare da una politica che non riesce né a migliorarsi né a migliorarci.

E’ come annaspare in un fangoso torrente, e non solo per le tante piogge, diretto verso un’alta e vicina cascata e quindi un abisso dal quale solo un miracolo può farci risalire verso una più avanzata cultura di Stato, di Repubblica, di Democrazia e dunque di Civiltà.

Crollano i ponti sulle autostrade (Genova), Venezia va sott’acqua, Roma (Caput Mundi!) è un disastro fra buche stradali, spazzatura, metropolitane chiuse e… mafia Capitale. La nostra ALITALIA, di fatto fallita da anni, ma non ancora svenduta, più che farci volare, ci svuota le tasche.

In Campania, la Terra dei Fuochi continua a far vittime con segnali di fumo che sono segnali di morte. Altri fumi, polveri e vittime anche a Taranto; una città quasi disperata per un ex ILVA con meno acciaio da produrre, ben più disoccupazione e nuovi massicci interventi di Stato.

Ancora una volta, la nostra politica litigiosa e tardiva, insieme a burocrazia e giustizia, sempre più invasive, incerte e lente, allontana le imprese italiane e straniere e conferma la sua inaffidabilità.

Intanto, nelle acque fra Libia e Lampedusa, si affollano, soffrono ed annegano tanti migranti, senza che, accanto al dovere dell’accoglienza, sorga il dovere e la capacità di una efficace integrazione o di rapida espulsione.

Sono ormai centinaia di migliaia gli sbandati che vagolano nelle nostre città, piazze, stazioni e periferie; schiavi e manovalanza criminale di mafie sempre più potenti e diffuse. Anche nel nostro Salento, ormai crocevia della droga e “terra di conquista”.

Ai consueti disastri naturali, abbiamo aggiunto quelli del riscaldamento globale e dell’inquinamento ambientale. In tanti ne parlano e sentenziano, ma le soluzioni credibili e condivise (fra le nazioni) sono ancora troppo lontane.

A meno della decrescita infelice, con ritorno a fame e mortalità dell’epoca preindustriale e più ridotta popolazione mondiale. Nel “Mal Paese” vanno purtroppo aggiunti anche i tanti disastri dovuti a carenti opere pubbliche e sviluppo urbanistico da parte di una politica sovente corrotta e inadeguata a ben progettare, realizzare e gestire.

Quasi un invito alla natura ad essere ancora più invasiva e disastrosa con bombe d’acqua e terremoti, mareggiate ed alluvioni. La stessa giustizia con le sue troppo tardive e contrastanti sentenze, anche verso i tanti indagati per reati amministrativi, sembra aver quasi svilito il suo ruolo quale fonte del diritto, della rapida e giusta pena e come ultimo baluardo verso illegalità e corruzione.

Una situazione complessiva che, in ambito lavori pubblici, sembra aver originato un nuovo modo di creare lavoro, aumentare i costi e produrre debito e sottosviluppo: “fare male quello che andava fatto meglio, per poi rifarlo peggio”.

I lavori pubblici sono infatti da noi decisamente più lenti e costosi che nei vicini paesi europei, poco controllati e spesso lasciati incompleti (in Italia circa 700 grandi opere attendono di essere completate).

Il MOSE, le paratie che avrebbero dovuto proteggere Venezia, sembra ormai il corrotto simbolo della nostra disastrosa inadeguatezza. Ha inghiottito una massa sconvolgente di fondi pubblici e tanti altri ne inghiottirà Venezia per i danni subiti.

L’Europa intanto ci richiama inutilmente al nostro enorme debito pubblico.

Saranno le nuove generazioni o le… “sardine” in salsa politica, in questi giorni nelle piazze, ad evitarci l’abisso? Ma dal 2009, dirette all’estero, abbiamo già perso mezzo milione di persone e dal 2002 al 2017 dal Sud verso il Nord ne sono emigrate oltre due milioni (per metà giovani e…sardine).

Dal Sud stiamo ora perdendo pure gli anziani. Emigrano o verso l’ombra dei cipressi locali o, se non in paesi più favorevoli per le loro pensioni, come il Portogallo, per avvicinarsi a figli e nipoti per i quali ben poco ha fatto la politica da loro eletta, da loro voluta, da loro stipendiata, da loro trascurata e da loro lasciata incontrollata.Ma, in fondo, perché preoccuparsi dei problemi del Mal Paese?

Non bastano quelli propri o del proprio familismo amorale? Forze aveva ragione Giacomo Leopardi nel dire che noi italiani ci prendiamo gioco di tutto perché non abbiamo stima di niente.

Forse nemmeno dei nostri guai, del nostro bene collettivo e dunque anche di noi stessi e di quello che è ancora il nostro Bel Paese in solitaria corsa verso la sua rovina

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