Mi chiamo Maria Giovanna Sodero,mi occupo di fotografia e video,sono fuori dal Salento da un po’,ma questo non mi ha allontanata dall’affetto e la stima che provo per Mesciu Luigi, noto nella mia famiglia perche’ conosceva bene i miei nonni, e parenti, per me era ormai una routin passare a trovarlo a lavoro, in bottega, ogni volta mi deliziava di monologhi quasi teatrali dei racconti della sua storia, della sua carriera, si perdeva nei suoi cassetti alla ricerca di testimonianze fotografiche, ricordo le persone che interrompevano questo suo flusso di racconti,  le coinvolgeva come un teatro aperto,aperto a tutti, poteva ricominciare il racconto da capo, una base musicale dettata dall’umore dei suoi canarini.  

Chi necessitava delle scarpette pronte per il giorno dopo per la comunione della figlia, per chi passava “al volo”, la sua risposta era sempre:

spetta n’attimu, addu ai scire, sempre de fretta vai”. 

Non hai avuto fretta di andare via, ti sei assicurato che la tua storia il paese di cui hai fatto parte la conoscesse, Tricase!

L’abbiamo ascoltata e riascoltata, l’abbiamo ad un certo punto evitata, come le poesie imparate durante le scuole elementari, cosi’ chiudi la tua bottega, un luogo ricco di storia, di manualita’,ricco di qualcosa, di un essenza che si sta perdendo e tu questo gia’ ce lo dicevi!

Grazie per aver parlato di te davanti alla mia cinepresa! 

Grazie per essere stato te stesso!

Grazie per avermi fatto capire la differenza di una scarpa di quoio e un fail!

Hai salvato tantissime mie scarpe grazie.

Arrivederci Mesciu Luigi

 

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