di Pino Greco

Domenica 22 dicembre alle ore 17.30 in chiesa Madrela Santa Messa celebrata da Mons. Beniamino Nuzzo, vicario generale Diocesi di Ugento- S.M.di Leuca.A seguire il concerto di Natale del soprano Serena Scarinzi.

Mercoledi 25 Dicembre alle ore 16.30,ingresso “Città Di Betlemme”, inaugurazione della 40esima edizione del Presepe e dedica della strada al suo fondatore, Andrea Rizzo

Otto le serate di apertura: 25,26,28,29 dicembre.

1,4,5 e 6 gennaio 2020,dalle ore 17 alle ore 20.30.

Quest’anno in occasione della 40esima edizione,il 26 dicembre evento speciale,il nuovo annullo filatelico a cura di Poste italiane

Il Presepe Vivente di Tricase compie 40 anni

Mercoledi 25 dicembre alle ore 16.30,giorno di apertura del Presepe,verrà intitolata la strada ingresso “Città Di Betlemme”, al fondatore del Presepe, Andrea Rizzo. Scomparso il 16 dicembre del 2008.

E' stata scelto il luogo e il periodo dove ha creato il “ Suo” Presepe che si trasforma nel luogo di nascita di Gesù di 2000 anni fa.

Un “percorso” voluto dalla famiglia Rizzo, dal Comitato,da tutti gli uomini del Presepe e della Città che lo ricordano da sempre.

Andrea Rizzo o Andreuccio, ”Tricasino di Caprarica, ci fa sapere il presidente del Comitato, l’ing. Andrea Morciano: “Lavoratore instancabile, questo miracolo ce l'aveva nella carne, lo covava dentro da quand'era bambino, era il fulcro della sua infaticabilità, della sua gioia, della sua gioia nel prodigarsi per gli altri. Andrea aveva Gesù nella mangiatoia del cuore. E arrivò un giorno in cui, ad Andrea, tutto questo Gesù solo per lui, dovette sembrare troppo. Forse fu per questo che, nel Dicembre del 1976, sentì di donarlo, "facendolo nascere" nella sua casa, aprendo la "Villa delle Gomene" o "Monte Orco" a tutti coloro che volessero avvicinarsi al messaggio cristiano, accoglierlo nel proprio presepe interiore. Nacque, appunto, con la sentita collaborazione degli amici che condividevano il pensiero di Andrea, il Presepe Vivente di Tricase”.

Il Presepe Vivente di Tricase fa parte degli otto presepi più longevi del sud Italia.

Tutti i personaggi ritratti nelle narrazioni evangeliche sono interpretati e messi in scena dalla gente del posto nelle rappresentazioni dei più antichi mestieri salentini e scene di vita romana di un tempo.

La rappresentazione del Presepe Vivente di Tricase si chiude ogni anno, nel giorno dell'Epifania.Un grande corteo partirà da Piazza Pisanelli di Tricase alle ore 16:00 e vedrà sfilare per alcune vie cittadine, tutti i personaggi in tradizionali costumi d'epoca, i quali, accompagnano i tre Re Magi, con ricchi doni, da portare nell'umile grotta a Gesù Bambino, sull'incantevole collinetta di Monte Orco.

Così, quando le lampadine si spegneranno e passerà un altro anno,prima di rivedere la Betlemme tricasina, la suggestione di quella collina rimarrà accesa in ogni cuore, rinnovando il grande miracolo dell'Amore.  

Casa distrutta dalle fiamme a Tutino di Tricase

Aderiamo, partecipiamo e diffondiamo.

Tutti insieme possiamo fare molto.

Corrono anche sul web la raccolta fondi per chi ha perso tutto tra le fiamme.

Una raccolta fondi per aiutare i proprietari della casa distrutta a Tutino di Tricase il 29 novembre scorso.

Le fiamme sprigionate da un corto circuito, in pochi minuti, hanno divorato l’abitazione di Gesuè e Rosaria Stefania (conosciuta con il nome di Stella) entrambi 65enni di Tutino.

L’appartamento è andato bruciato e ridotto a un cumulo di macerie.

I Commercianti e le altre associazioni del territorio promuovono raccolta fondi.

Presso Stock B2C la raccolta per le offerte in denaro

(a disposizione anche un IBAN) o per altre donazioni utili.

Di seguito gli estremi bancari per chiunque volesse contribuire concretamente alla causa:

Rosafio Gesuè e Dolce Rosaria Stefania,Banca Intesa San Paolo

IBAN: IT 31 L030 6980 1146 1525 3801 866

 

di Ercole Morciano

Il ritorno al centro dell’attenzione politico-amministrativa del Piano Urbanistico Generale,con i due incontri di fine novembre a palazzo Gallone in cui l’arch. A. Benevolo, coordinatore del gruppo di progettazione, all’interno del processo partecipativo della cittadinanza, ha illustrato il “Piano Programmatico” in vista dell’adozione del PUG, ha avuto dei riflessi sulla stampa locale anche per la scarsissima presenza a tutti i livelli (v. il volantino n.36/2019 pp. 2,5).

Nella ricostruzione storica dell’annosa vicenda – sulla quale vi sarebbero delle integrazioni da proporre, ma non è questa la sede – è stato omesso il contributo al dibattito che nel passato venne dal mondo ecclesiale di Tricase, che fu registrato sulla stampa dell’epoca e ora di straordinaria attualità.

Il primo autorevole pronunciamento venne da don Tonino Bello, parroco della Natività: su due numeri del foglietto parrocchiale ciclostilato “Comunità”, nn. 9 e 10 del 1982.

Sul n.9, tra gli “Interrogativi della settimana”, la rubrica nata per stimolare noi parrocchiani sui problemi sociali più scottanti del momento, pose la domanda se, come cristiani impegnati “a ripartire dagli ultimi”, non avessimo nulla da dire nei riguardi “del piano regolatore della nostra città” concludendo: “possiamo come cristiani disinteressarci di questi problemi, demandandone pigramente la soluzione ai politici?”.

E sul numero seguente precisava, in un articoletto dal titolo “Dove appoggiare la scala”, che come cristiani, dovendo ripartire dagli ultimi, non invadiamo il campo altrui se rivolgendoci ai responsabili della cosa pubblica diciamo: “Cari esperti, nell’approntare, questo o quel progetto, la scala…fatela partire da qui, dagli ultimi”.

L’ altro intervento è stato registrato sul mensile tricasino “Nuove Opinioni” dove sul n. 76- 77 del 1984, p. 5, è riportata l’intervista sul piano regolatore a don Donato Bleve, parroco di S.Antonio e vicario foraneo di Tricase, insieme al mio articolo “Sviluppo della città e attrezzature religiose.

Un aspetto non secondario del P.R.G.”. La mia riflessione, pur orientata a sviluppare un aspetto che va necessariamente curato anche oggi, in quanto alle argomentazioni rimane legata alla proposta di piano del 1984, diversa da quella illustrata dall’arch. Benevolo.

Le considerazioni di don Donato (che, come lo scritto di don Tonino, consiglio di leggere integralmente), rimangono del tutto attuali perché riguardano i principi di fondo dell’essere cristiani, come singoli cittadini e come Popolo di Dio, secondo gli insegnamenti del concilio Vaticano II.

Il primo dovere che abbiamo è quello di informarci perché “è un peccato di omissione trascurare l’esame di un piano che coinvolge tutta la comunità con conseguenze incidenti, in bene o in male, sull’ambiente, sulla cultura e sulle relazioni sociali delle varie componenti della stessa comunità”.

Amministrare, non è un compito solo degli eletti, continua don Donato, è un compito anche “di coloro che nella Chiesa sono chiamati «i laici»” i quali devono agire nel «temporale» con opportuni interventi a livello di base”.

Giustamente don Donato ricorda che i cristiani non devono interessarsi solo del rapporto tra territorio e strutture religiose, ma devono avere una visione generale della città futura, “delle reali esigenze del popolo”, in vista del “bene comune”.

Allora come cristiani non possiamo non interessarci del piano urbanistico generale della nostra città, ma dobbiamo dare il nostro contributo perché il progetto sia buono.

Facciamo ancora in tempo a conoscere la bozza ed esaminarla sotto i due aspetti: con tutti gli uomini e donne di buona volontà per vedere se al centro del piano c’è la persona umana con i suoi bisogni e le sue attese, a partire dai più deboli; per quel che riguarda il rapporto città-comunità cristiana, è opportuno unirci per riflettere insieme su tale ambito, ricordandoci che, in ogni caso, al primo punto c’è il dovere di informarsi per poter discernere in modo responsabile.

di Nunzio Dell’Abate

Tricase sempre piu’ isolata politicamente

E’ di questi giorni la notizia che l’Unione dei Comuni Terra di Leuca si sta allargando ad altre municipalità, proseguendo spedita il suo processo di radicamento sul territorio.

Salgono così a undici i Comuni che ne fanno parte (Alessano, Corsano, Gagliano del Capo, Tiggiano, Morciano di Leuca, Salve, Patù, Castrignano del Capo, Specchia Miggiano e Montesano Salentino) con una popolazione di 45.000 abitanti ed una estensione di 170

chilometri quadrati. Sempre più intensa e laboriosa è l’attività di programmazione condivisa per un rilancio innovativo dell’intera area del sud salento e per la messa a regime dei servizi, come l’istituzione di un corpo unico di polizia locale.

A progettare e lavorare gomito a gomito ben 40 Consiglieri dell’Unione; a dare esecuzione ai programmi una Giunta sempre più solida ed operativa.

Tricase ne resta fuori, rinunciando a quella leadership che la storia e la geografia politica le avevano assegnato.

Nel contempo il Sindaco chiude ogni dialogo istituzionale con la Provincia, anche quando si tratta di fare fronte comune su opere importanti, come la rotatoria all’ingresso di Lucugnano, solo per “fare dispetto” ai due Consiglieri Provinciali tricasini, invece di approfittare di loro a tutto vantaggio per la comunità. Siamo fuori dai “tavoli” che contano, per malcelata autoreferenzialità o assoluta incapacità di tessere rapporti a Bari ed a Roma.

La mancanza di solidità interna poi non fa che indebolirci ulteriormente nel panorama politico provinciale e regionale. Infatti una maggioranza frantumata, che non ha i numeri per deliberare in Consiglio pur con tutta la stampella offerta dalla esponente dei Cinque Stelle, non depone affatto bene.

Per finire al Sindaco che prima si dimette invocando non meglio precisate “interferenze esterne”, per poi rientrare al governo della Città sotto la condizione imposta dalla consigliera pentastellata dell’approvazione del P.U.G. in soli sei mesi, ed infine annunciare urbi et orbi di correre per le regionali, la cui sola candidatura presuppone di per sé le dimissioni da Primo Cittadino.

In uno scenario di tal fatta chi vuoi che scommetta politicamente su Tricase?

Quali Grazie al cielo presto sarà Natale e per un po’ tutto sembrerà più ovattato, salvo poi risvegliarsi nel nuovo anno sempre più soli.

di Bruno Conte

FALCO e FARIAS sono due Artisti del pallone, due giocatori illuminati dal Dio del Calcio.
FATELI GIOCARE...

Il Lecce ha bisogno di loro per salvarsi.
Ormai credo ne siano convinti tutti.I gol segnati da Falco contro Sassuolo e Genoa sono 2 perle di tecnica e bellezza, i suoi assist, i cross perfetti, i cambi di marcia,
i dribbling, le invenzioni, sono il corredo della Bellezza del Calcio, quella bellezza che sognano i bambini a 10 anni.

Anche Farias, ora italiano, è un'artista capace di sgommate impetuose, dribbling brasiliani, recitativi tecnici, grande nell'uno contro uno, con un forte carisma...

FATELI GIOCARE ASSIEME..!!
Il Lecce ne ha bisogno per salvarsi...
E che nessuno dica che devono essere continui e fare sempre pedissequamente la "Fase Difensiva"....
No, no.... agli Artisti del pallone la fase difensiva non si è mai chiesta... agli Artisti

(per chi ha la fortuna di averli) si chiedono altre cose, altre meraviglie....

 

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