Lunedi,20 aprile 2020
Dichiarazione del prof. Lopalco sulla richiesta di screening di massa con tampone: “procedura non idonea ai fini della tutela della salute”
Il prof. Pier Luigi Lopalco responsabile del coordinamento epidemiologico della Regione Puglia, con riferimento alle note dei sindacati di Polizia e del presidente Ordine dei Medici, dichiara quanto segue:
“La richiesta di avviare programmi di screening di massa per la ricerca del virus SARS-CoV-2 con tecniche di biologia molecolare (il cosiddetto tampone), seppur comprensibile in un momento di pressione come quello che stiamo vivendo, non è comunque sostanziata da alcuna evidenza di efficacia. La ricerca a tappeto del virus in una platea di soggetti asintomatici, infatti, non è utile né come mezzo di prevenzione della diffusione del virus in ambito ospedaliero, né come tutela della salute dell’operatore.
Il tampone rileva il virus, con un certo livello neanche ottimale di sensibilità e specificità, solo in coloro che in quello specifico istante sono portatori del virus. La finalità dell’esame è dunque quella di fare diagnosi di COVID-19 in caso di sospetto. Il sospetto può essere legato o alla presenza di sintomi suggestivi o di confermato contatto con un caso accertato di COVID-19 per escludere l’avvenuto contagio. Con una tale strategia di ricerca, attualmente in Puglia si riesce ad ottenere un livello di positività al tampone intorno al 5%.
Fra i soggetti positivi, ricercati con i criteri sovra esposti, un terzo circa dei sospetti è asintomatico. Andando a ricercare i positivi con un criterio comunque allargato ma pur sempre mirato, si identifica appena un 1-2% di soggetti asintomatici al momento del tampone. È un buon risultato, considerando che tale soggetti, anche se pochi, costituiscono comunque una potenziale fonte di contagio.
Ma si capisce bene come, se invece tale indagine fosse eseguita a tappeto su una platea random di soggetti asintomatici, il numero di portatori positivi che si riuscirebbe a scovare sarebbe irrisorio. Non solo, considerando i valori di specificità e sensibilità della metodica, la quota di falsi negativi e falsi positivi da gestire sarebbe superiore a quella dei veri positivi eventualmente identificati.
Insomma, il tampone NON è un buon test di screening e utilizzarlo a questo scopo andrebbe contro ogni logica scientifica. Oltre al fatto che un aggravio del carico di lavoro dei laboratori porterebbe inevitabilmente a colli di bottiglia e ritardi per analisi di altri soggetti che presentassero una reale necessità di avere un risultato in tempi brevi.
Inoltre, poiché il risultato negativo al tampone avrebbe un significato solo transitorio, il rischio per un operatore di positivizzarsi nel giro di poche ore o pochi giorni resterebbe comunque. Il test negativo, quindi, potrebbe indurre a comportamenti più lassisti nei confronti delle misure di distanziamento e corretto utilizzo dei DPI in ambiente di lavoro.
Insomma, più tamponi si, ma con criteri dettati dalla scienza. Tamponi di massa o sistematici agli operatori sanitari non sono solo inutili, ma anche dannosi"
Lunedi,20 aprile 2020
G. Tondo, Segretario Generale Puglia:
Un weekend tra protezioni e "test" per tutti
La pausa è terminata. La domenica è ormai alle spalle. Trascorsa per molti tra le mura domestiche, ma non per tutti, specialmente per quei carabinieri che non conoscono domenica e sono sempre in strada, in prima linea.
Ma cosa è accaduto nei giorni immediatamente precedenti? E' accaduto che Noi di Unarma ASC ci siamo ritrovati a dover ritornare a chiedere al Presidente della Regione Puglia di rompere un silenzio assurdo, illogico, ingiustificato ed ingiustificabile all'appello dello scorso 23 marzo, volto ad ottenere idonee misure per la tutela della salute degli operatori di polizia.
Non abbiamo paura di sbagliarci, quando affermiamo che nulla può giustificare un silenzio nei riguardi di chi, rischiando ogni giorno di ammalarsi o di morire per garantire la salvaguardia altrui, ha solo richiesto un pò di attenzione anche per se stesso. Per garantire un servizio migliore al cittadino, per collaborare al meglio al contenimento del contagio ma soprattutto, per essere messo veramente nelle condizioni di poter fare il proprio lavoro in sicurezza e partecipare alla più rapida ripresa del nostro Paese. Abbiamo finito? Macché!
E' successo poi che al nostro comunicato – sottoscritto con sigle sindacali di Polizia di Stato, Vigili del fuoco, Polizia penitenziaria e Guardia di Finanza - si sono autonomamente associate anche alcune parti politiche, per sostenerci e sostenere la richiesta. Ben vengano più voci di supporto alla nostra causa di questo momento: i tifosi dei sindacalisti sono sempre ben accetti.
Si sta parlando della salute, di quella di chi deve - e rimarchiamo il termine deve garantire non solo la propria ma anche e soprattutto quella altrui. Si sta parlando purtroppo di vita o di morte. Unarma ASC, nel ribadire la propria indipendenza sindacale, plaude dunque all'iniziativa di questa parte politica anche perché, autonomamente decidendo di mettersi al fianco delle nostre recriminazioni, ci ha fornito un dato politico rilevante: il riconoscimento dell'opportunità di un'azione sindacale libera e democratica anche per il comparto militare, esattamente come quella dei Vigili del fuoco, della Polizia penitenziaria e dei nostri "cugini" della Polizia di Stato.
E noi di Unarma, auspichiamo che sia davvero così, perché viceversa ci rimbombano ancora nelle orecchie le parole dell'on. leghista Roberto Paolo Ferrari il quale, nell'audizione per la legge sui sindacati militari alla IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati, sui tavoli che contano, riteneva fermamente improponibile per noi militari un diritto sindacale al pari della Polizia di Stato. Audizione alla quale chi scrive è stato relatore, in qualità di vice presidente nazionale, per il sindacato Unarma
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi lunedì 20 aprile, in Puglia, sono stati registrati 1.591 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono risultati positivi 38 casi, così suddivisi:
7 nella Provincia di Bari;
0 nella Provincia Bat;
15 nella Provincia di Brindisi;
14 nella Provincia di Foggia;
1 nella Provincia di Lecce;
1 nella Provincia di Taranto.
1 caso è attribuito a residente fuori regione
22 casi rilevati ieri sono in corso di attribuzione della relativa provincia.
Sono stati registrati oggi 10 decessi: 3 in provincia di Bari, 1 in provincia di Brindisi, 4 in provincia Foggia, 1 in provincia di Lecce, 1 in provincia di Taranto.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 44.189 test.
Sono 431 i pazienti guariti.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 3.567 così divisi:
1.138 nella Provincia di Bari;
335 nella Provincia di Bat;
500 nella Provincia di Brindisi;
868 nella Provincia di Foggia;
452 nella Provincia di Lecce;
243 nella Provincia di Taranto;
26 attribuiti a residenti fuori regione;
5 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Tricase,20 aprile 2020
Lo "stare a casa",imposto dai provvedimenti restrittivi, di sicuro fa riflettere anche sulle prossime Amministrative a Tricase.
Infatti,voci e rumors si rincorrono e appare probabile la candidatura a sindaco anche di una donna…
La diretta interessata, più volte punzecchiata sulla questione,non smentisce e non conferma.
Una cosa è certa.La professionista per il momento vuole restare nell'anonimato.
Mentre in tanti hanno già scelto…
Tricase,18 aprile 2020
di Alfredo De Giuseppe
In queste settimane si respira una gran voglia di ritorno alla normalità. È tutto un fiorire di auspici, di retorici rimandi a incontri, baci e abbracci. Ma è proprio sul concetto di normalità che dovremmo fare qualche riflessione. Magari sono proprio alcune di quelle normalità il vero problema. Ad esempio alcuni mercati cinesi e thailandesi delle carni. Animali sgozzati all’aperto, nella più feroce tradizione umana, dove non c’è traccia di buone pratiche sanitarie da nessun punto di vista.
Oppure i miliardi di animali allevati intensivamente dentro celle detentive di infime dimensioni, dove consumano cibo pieno di ormoni e antibiotici? Forse sarebbe normale rivedere il consumo pro-capite della carne, in tutte le diete e in tutte le consuetudini culinarie.
Si può considerare normale la devastazione del mare con una pesca a strascico per qualsiasi pesce e di qualsiasi dimensione? Forse è arrivato il momento di istituire parchi marini di enormi dimensioni dove la natura possa davvero fare il suo corso senza la nostra ingerenza (neanche con i rumorosi motoscafi).
È normale consumare l’acqua in bottiglie di plastica? Non dovremmo auspicare un ritorno ad un consumo più consapevole di tutto ciò che ci circonda, oppure Carosello, scritto negli anni ’60, è la nostra unica Bibbia? Girare a vuoto con l’auto in paesini che potrebbero essere percorsi a piedi, quanti chili di normalità possiede?
Ad esempio potremmo istituzionalizzare le domeniche senza auto e tentare di far respirare il pianeta e i suoi abitanti. È normale avere un presidente come Jair Bolsonaro che dichiara l’Amazzonia non essere un patrimonio dell’umanità ma un giacimento da sfruttare solo per il suo Brasile? Oppure uno come Trump che dichiara assurde tutte le evidenze scientifiche sul riscaldamento globale.
Noi europei abbiamo ritenuto normale il turco Erdoğan, un vero dittatore, che lascia morire di fame i suoi oppositori e li incarcera per un nonnulla.Così siamo arrivati al punto di ritenere l’ungherese Orbán uno che può dare delle dritte alla nuova Europa, dove dovrebbero governare dei folli nazionalisti come lui e altri quattro spacconi. La normalità della bulimia finanziaria che guadagna sui disastri delle aziende, invertendo tutte le logiche per le quali nacquero le Borse valori.
https://www.alfredodegiuseppe.it/
Abbiamo accettato e vissuto la normalità di una scuola azzerata in tutte le sue peculiarità, le fake- news come unica forma di informazione, l’anonimato dei social come forma di emancipazione. E poi ancora le case, prime, seconde e terze, autostrade e ponti dove bastava un segnale stradale, lussi e superlussi,tanto per affermare un concetto di superiorità che poi non porta da nessuna parte.La normalità è smantellare tutti i sistemi pubblici della sanità del mondo? Secondo il modello americano?
La logica direbbe che la salute è un bene primario da preservare per tutti gli uomini del pianeta, senza alcuna distinzione di passaporto, censo o colore della pelle. Eppure tutte le politiche, invece di puntare all’efficienza del pubblico, si orientano da anni verso il business delle cliniche private. Certo, tutti auspichiamo di tornare a vedere un concerto, una partita di calcio o una commedia a teatro.
Ma la normalità alla quale ci eravamo abituati non ci sarà più: primo perché questo virus avrà cambiato per sempre alcune abitudini e alcune credenze. Probabilmente ci sarà poi una crisi economica di dimensioni gravissime.
E infine perché dovremo iniziare a lottare per una normalità diversa, dove la ricchezza prodotta deve diventare più diffusa, dove la demografia deve diventare un problema di tutto il mondo, le armi meno importanti, in un mondo dove uomini e donne potranno muoversi, come le merci, con maggiore libertà. Dove la moderazione delle nostre pulsioni, una specie di nuovo illuminismo ambientalista, potrebbe essere la ricetta che cerchiamo, il vaccino universale che potrà salvarci. Se sapremo liberarci delle vecchie normalità.