Tricase,22 aprile 2020
Grazie alla generosità dell’imprenditore Antonio Raone ed al suo gruppo di aziende (Acque Pure Italia), la comunità Tricasina attraverso la spontanea prontezza nel fare del bene ad altri, di Michele Dell’Abate, potrà contare su 3000 mascherine ed altri dispositivi di protezione.
La consegna è già iniziata nelle mani del primario del centro di Immunoematologia, Med.Trasfusionale presso Ospedale “Card. G. Panico” di Tricase, il dott. Luciano Abbruzzese e della dott.ssa Elisa Nescis che hanno ringraziato l’imprenditore Antonio Raone per il generoso contributo.
Oltre all’ospedale tricasino anche la “ Casa di Riposo R.S.S.A. Gaudium di Montesardo, la Fondazione di Partecipazione "Tommaso Caputo",l’associazione Tricase Solidale,la redazione de il volantino di Tricase, gli operatori ecologici tricasini di Gial Plast, ed alcuni cittadini hanno già ricevuto il materiale a disposizione.
La consegna delle mascherine ed altri dispositivi di protezione seguirà nei prossimi giorni con Michele Dell’Abate
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi martedì 21 aprile, in Puglia, sono stati registrati 1.795 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono risultati positivi 55 casi, così suddivisi:
19 nella Provincia di Bari;
3 nella Provincia Bat;
4 nella Provincia di Brindisi;
28 nella Provincia di Foggia;
0 nella Provincia di Lecce;
1 nella Provincia di Taranto.
3 casi registrati ieri nella provincia di Bari e 1 nella provincia di Brindisi sono stati attribuiti oggi.
Sono stati registrati 25 decessi (questo dato aggrega decessi anche avvenuti nei giorni scorsi, ma registrati oggi nel sistema): 5 in provincia di Bari, 11 in provincia Bat (somma di decessi anche dei giorni scorsi), 3 in provincia di Brindisi, 3 in provincia Foggia, 2 in provincia di Lecce, 1 in provincia di Taranto.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 45.984 test.
Sono 459 i pazienti guariti.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 3.622 così divisi:
1.160 nella Provincia di Bari;
338 nella Provincia di Bat;
505 nella Provincia di Brindisi;
896 nella Provincia di Foggia;
452 nella Provincia di Lecce;
244 nella Provincia di Taranto;
26 attribuiti a residenti fuori regione;
1 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Villa Sauli, posta in cima a Punta Cannone, rimarrà lì, almeno per il momento.
E’quanto deciso dal TAR di Lecce che,con una sentenza depositata poco prima di Pasqua, ha accolto il ricorso proposto dai proprietari della Villa.
Secondo i Giudici Amministrativi, il Comune ha ritenuto illegittima la costruzione nonostante che avesse consentito nel corso degli anni agli stessi proprietari di conseguire l’agibilità e rilasciato provvedimenti che presupponevano la piena legittimità di quanto realizzato.
Ed allora –sembra chiedersi il Tribunale- come può il Comune oggi, a distanza di tanti anni, ordinare la demolizione di quel fabbricato? I Giudici, come si legge nella sentenza, non hanno potuto invece prendere in considerazione un altro fatto sottoposto alla loro attenzione: la traslazione del fabbricato che costituirebbe un altro motivo di possibile illegittimità della costruzione.
Ma quel motivo non è stato indicato nel provvedimento adottato dal Comune e pertanto,secondo i Giudici, non poteva essere preso in esame.
La decisione di primo grado ben può essere appellata ed in questo senso si è già espresso il Difensore del Comune; la battaglia quindi sembra destinata a proseguire e non sono pochi a temere che possa vedere anche la proprietà passare “all’attacco” con una richiesta di danni per possibili perdite di occasioni di vendita della Villa.
Insomma un ecomostro che può diventare un ecodisastro non solo per l’ambiente ma anche per le casse comunali.
Martedi,21 aprile 2020
Emergenza.
Dichiarazioni di Giuseppe Conte:
"Fase 2" “aperture da 4 maggio
In queste ore continua senza sosta il lavoro del Governo, coadiuvato dall’équipe di esperti, al fine di coordinare la gestione della ‘fase due’, quella della convivenza con il virus.
Come già sapete, le attuali misure restrittive sono state prorogate sino al 3 maggio. Molti cittadini sono stanchi degli sforzi sin qui compiuti e vorrebbero un significativo allentamento di queste misure o, addirittura, la loro totale abolizione. Vi sono poi le esigenze delle imprese e delle attività commerciali di ripartire al più presto. Mi piacerebbe poter dire: riapriamo tutto. Subito. Ripartiamo domattina. Questo Governo ha messo al primo posto la tutela della salute dei cittadini, ma certo non è affatto insensibile all’obiettivo di preservare l’efficienza del sistema produttivo. Ma una decisione del genere sarebbe irresponsabile. Farebbe risalire la curva del contagio in modo incontrollato e vanificherebbe tutti gli sforzi che abbiamo fatto sin qui. Tutti insieme.
In questa fase non possiamo permetterci di agire affidandoci all’improvvisazione. Non possiamo abbandonare la linea della massima cautela, anche nella prospettiva della ripartenza. Non possiamo affidarci a decisioni estemporanee pur di assecondare una parte dell’opinione pubblica o di soddisfare le richieste di alcune categorie produttive, di singole aziende o di specifiche Regioni. L’allentamento delle misure deve avvenire sulla base di un piano ben strutturato e articolato. Dobbiamo riaprire sulla base di un programma che prenda in considerazione tutti i dettagli e incroci tutti i dati. Un programma serio, scientifico.
Non possiamo permetterci di tralasciare nessun particolare, perché l’allentamento porta con sé il rischio concreto di un deciso innalzamento della curva dei contagi e dobbiamo essere preparati a contenere questa risalita ai minimi livelli, in modo che il rischio del contagio risulti “tollerabile” soprattutto in considerazione della recettività delle nostre strutture ospedaliere.
Vi faccio un esempio. Non possiamo limitarci a pretendere, da parte della singola impresa, il rispetto del protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro che pure abbiamo predisposto per questa epidemia. Dobbiamo valutare anche i flussi dei lavoratori che la riapertura di questa impresa genera. Le percentuali di chi usa i mezzi pubblici, i mezzi privati, in quali orari, con quale densità. Come possiamo garantire all’interno dei mezzi di trasporto la distanza sociale? Come possiamo evitare che si creino sovraffollamenti, le famose “ore di punta”? Come favorire il ricorso a modalità di trasporto alternative e decongestionanti?
Questo programma deve avere un’impronta nazionale, perché deve offrire una riorganizzazione delle modalità di espletamento delle prestazioni lavorative, un ripensamento delle modalità di trasporto, nuove regole per le attività commerciali. Dobbiamo agire sulla base di un programma nazionale, che tenga però conto delle peculiarità territoriali. Perché le caratteristiche e le modalità del trasporto in Basilicata non solo le stesse che in Lombardia. Come pure la recettività delle strutture ospedaliere cambia da Regione a Regione e deve essere costantemente commisurata al numero dei contagiati e dei pazienti di Covid-19.
È per questo che abbiamo gruppi di esperti che stanno lavorando al nostro fianco giorno e notte. C’è il dott. Angelo Borrelli che sin dalla prima ora ci aiuta, per tutta la parte operativa, con le donne e gli uomini della Protezione civile. C’è il dott. Domenico Arcuri che sta mettendo le sue competenze manageriali al servizio dell’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale e delle apparecchiature medicali di cui le Regioni erano fortemente carenti (pensate: ad oggi abbiamo fornito alle Regioni 110 milioni di mascherine e circa 3 mila ventilatori per le terapie).
C’è il prof. Silvio Brusaferro che insieme agli altri scienziati ed esperti sanitari del Comitato tecnico-scientifico ci forniscono un’analisi scientifica della curva epidemiologica e ci suggeriscono le misure di contenimento del contagio e di mitigazione del rischio. Più di recente si è aggiunto il dott. Vittorio Colao che insieme a tanti altri esperti sta offrendo un contributo determinante per la stesura di un piano per una graduale e sostenibile riapertura, che tenga conto di tutti i molteplici aspetti, operativi e scientifici.
È fin troppo facile dire ‘apriamo tutto’. Ma i buoni propositi vanno tradotti nella realtà, nella realtà del nostro Paese, tenendo conto di tutte le nostre potenzialità, ma anche dei limiti attuali che ben conosciamo.
Nei prossimi giorni analizzeremo a fondo questo piano di riapertura e ne approfondiremo tutti i dettagli. Alla fine, ci assumeremo la responsabilità delle decisioni, che spettano al Governo e che non possono essere certo demandate agli esperti, che pure ci offrono una preziosa base di valutazione. Assumeremo le decisioni che spettano alla Politica come abbiamo sempre fatto: con coraggio, lucidità, determinazione. Nell’esclusivo interesse di tutto il Paese.
Nell’interesse dei cittadini del Nord, del Centro, del Sud e delle Isole. Non permetterò mai che si creino divisioni. Dobbiamo marciare uniti e mantenere alto lo spirito di comunità. È questa la nostra forza.
E smettiamola di essere severi con il nostro Paese. Tutto il mondo è in difficoltà. Possiamo essere fieri di come stiamo affrontando questa durissima prova.
Prima della fine di questa settimana confido di comunicarvi questo piano e di illustrarvi i dettagli di questo articolato programma. Una previsione ragionevole è che lo applicheremo a partire dal prossimo 4 maggio.