Lunedi,27 aprile 2020
Le aziende
Le aziende strategiche, industriali e produttive, che esportano all’estero e rischiano di perdere altre quote di mercato, possono riaprire presentando un’autocertificazione e passando al vaglio dei prefetti.
I cantieri
Riparte anche l’edilizia carceraria, scolastica e per il contrasto del dissesto idrogeologico.
Che cosa si può fare dal 4 maggio 2020
Spostamenti
Saranno consentiti «solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute» ma si «considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento e vengano utilizzate le mascherine». E dunque ci si potrà muovere all’interno della propria Regione di residenza ma soltanto per questi motivi. Per andare in un’altra Regione bisognerà invece avere «comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute».
Visite ai parenti
La novità è la possibilità di spostarsi per visite «mirate» ai congiunti e qui il presidente del Consiglio Conte fa riferimento alle «famiglie che sono state separate dal lockdown: genitori e figli, nonni e nipoti». Ma il divieto di assembramento rimane e gli incontri devono avvenire sempre «nel rispetto delle distanze e con le mascherine».
Autocertificazione
Il modulo cartaceo con nome, cognome, indirizzo e destinazione dello spostamento è stato uno dei temi più dibattuti da ministri e scienziati. Alla fine, poche ore prima della conferenza stampa del premier, la linea del rigore ha vinto. L’autocertificazione resta per almeno due settimane. La scelta è motivata dal timore che gli italiani percepiscano l’allentamento delle misure come il ritorno alla vita di prima, uno stato d’animo che potrebbe ripercuotersi drammaticamente sulla curva dei contagi. «L’autocertificazione è fondamentale», si è battuto il ministro della Salute, Roberto Speranza. In sostanza alle tre motivazioni che consentono gli spostamenti (lavoro, salute, stato di necessità) se ne aggiunge una quarta: incontro con i congiunti.
Dispositivi di protezione
Nei luoghi chiusi la mascherina diventa obbligatoria. E quindi dentro i negozi, negli uffici, nelle fabbriche, sugli autobus, sulla metropolitana, nei treni e a bordo degli aerei bisognerà coprirsi naso e bocca. Il tema è stato uno dei più dibattuti, per le difficoltà di approvvigionamento e per i costi. Finché ieri, durante la riunione della cabina di regia, si è trovato un accordo anche con Regioni e Comuni e si è deciso di emanare una circolare per fissa il prezzo massimo delle mascherine chirurgiche, così da evitare abusi e speculazioni di mercato.
Parchi e sport all’aperto
Un altro pezzetto di libertà riconquistata è la possibilità di passeggiare anche lontano dalla propria abitazione, purché a distanza dagli altri. Parchi, ville e giardini pubblici riapriranno su tutto il territorio nazionale, ma gli ingressi nelle aree riservate ai bambini potranno essere «contingentati», e i sindaci potranno attuare restrizioni, sempre seguendo la curva dei contagi. Le forze dell’ordine controlleranno il rispetto delle norme. Sarà possibile fare jogging, praticare sport all’aperto e riprendere gli allenamenti individuali. La distanza di sicurezza sarà di minimo due metri anche per gli atleti professionisti, che però dovranno allenarsi da soli.
Mare e montagna
Si potrà andare al mare per nuotare e fare passeggiate in montagna: attività motorie da soli o al massimo in due, ma non ci si potrà trasferire nelle seconde case.
Messe e funerali
La Chiesa da settimane prova a convincere il governo a far celebrare la Santa messa, ma per gli scienziati è ancora troppo rischioso. Sul fronte delle cerimonie religiose si potranno soltanto celebrare i funerali, purché alla funzione non prendano parte più di quindici persone con mascherine e rimanendo a distanza. Le persone ammesse alla funzioni dovranno essere soltanto i familiari più stretti.
Cibo da asporto
Bar e ristoranti rimangono chiusi ma sarà possibile acquistare cibo da asporto «da consumare a casa o in ufficio» e non rimanendo davanti ai locali.
Aziende
Si rimettono in moto le industrie manifatturiere, le costruzioni e il commercio all’ingrosso relativo a queste filiere.
Ristrutturazioni private
Anche i cantieri privati potranno riprendere a lavorare, perché l’Inail stima che il settore presenta un indice di rischio tra i più bassi. In tutte le riunioni il premier ha raccomandato il rispetto rigoroso dei protocolli di sicurezza.
Che cosa si può fare dal 18 maggio 2020
Negozi
Potranno riaprire i negozi di abbigliamento e di calzature, le gioiellerie e tutti gli altri esercizi commerciali di vendita al dettaglio rispettando le regole sugli ingressi contingentati, il distanziamento di un metro e l’uso delle mascherine.
Mostre e musei
Gli scienziati hanno chiesto al governo grandissima cautela sulla riapertura dei luoghi di aggregazione. Cinema, teatri e sale da concerto resteranno chiuse, come i pub e le discoteche. «Sono sospese le manifestazioni organizzate, gli eventi e gli spettacoli con la presenza di pubblico», non è possibile organizzare feste pubbliche e private, anche nelle case. Riaprono invece i musei e si potranno visitare le mostre a ingressi contingentati, rispettando le distanze e indossando le mascherine.
Allenamenti di squadra
Gli atleti che praticano sport di squadra potranno tornare ad allenarsi sempre mantenendo le distanze.
Che cosa si può fare dall’1 giugno 2020
Bar e ristoranti
Dopo la lunga attesa potranno riaprire bar, ristoranti, pasticcerie, gelaterie. In base all’ampiezza dei locali e agli spazi disponibili i ristoranti perderanno la metà dei posti a sedere a causa delle regole di distanziamento: due metri tra un tavolo e l’altro. I camerieri indosseranno guanti e mascherine.
Estetiste e parrucchieri
Si potrà andare su appuntamento perché bisognerà rispettare il rapporto di un lavoratore per un cliente. Poiché non è possibile mantenere la distanza, entrambi dovranno indossare la mascherina e i guanti.
Che cosa si può fare il 17 giugno 2020
Esame di maturità
I ragazzi potranno rientrare a scuola e sostenere l’esame di maturità.
Seppur con un lieve incremento rispetto ai numeri record di ieri, i numeri del contagio da Covid-19 restano bassi da giorni in Puglia, dove oggi (26 aprile) si sono registrati 36 nuovi casi (ieri erano 31). Un lieve aumento dunque, soprattutto visto il numero ridotto dei tamponi effettuati (1.294 rispetto ai 2.156 di ieri), ma in ogni caso cifre ai minimi dall'inizio dell'epidemia. L'incremento giornaliero dunque è dello 0,92% mentre il rapporto positivi/tamponi risale al 2,78% (ieri era crollato al'1,44%).
Tornano a salire gli attualmente positivi, oggi 2.937, mentre resta stabile da alcuni giorni la percentuale dei ricoverati in terapia intensiva, ferma al 2% dei contagiati; il 21% degli infetti sono invece ricoverati mentre il 77% si cura a domicilio.
I nuovi 36 casi sono così suddivisi:
8 nella Provincia di Bari;
1 nella Provincia Bat;
10 nella Provincia di Brindisi;
8 nella Provincia di Foggia;
5 nella Provincia di Lecce;
2 nella Provincia di Taranto;
1 fuori Regione Puglia
1 caso la cui provincia di provenienza è in corso di attribuzione
Sono stati registrati 8 decessi: 1 in provincia di Bari, 5 in provincia di Foggia, 2 provincia Bat.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 55.992 test. I casi attualmente positivi sono 2.937. Salgono a 612 sono i pazienti guariti.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 3.948 , così divisi:
1.282 nella Provincia di Bari;
366 nella Provincia di Bat;
552 nella Provincia di Brindisi;
986 nella Provincia di Foggia;
475 nella Provincia di Lecce;
255 nella Provincia di Taranto;
29 attribuiti a residenti fuori regione;
3 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.
Tricase,25 aprile 2020
Non avrei mai pensato di essere accusato di aver violato, con una sola azione, tante norme; queste, nell’ordine:
violazione del DPCM che obbliga a stare in casa essendo andato per strada per documentare una inchiesta giornalistica;
violazione del diritto alla riservatezza essendo diventato un maniaco che guarda dal buco della serratura;
esercizio abusivo di servizio di ronda avendo mandato la mia troupe a vigilare intorno a Palazzo Gallone
e, per concludere,
istigazione al suicidio collettivo di tutti i bisognosi di Tricase.
Sono queste le principali accuse mossemi dalla maggioranza (?)consiliare e dall’intera Giunta; tutti riunitisi (divieto di assembramento)per stilare un documento non inviatomi (violazione del diritto di difesa e del principio del contraddittorio) ma pubblicato sugli altri giornali locali (violazione del dovere di lealtà e correttezza) con il quale mi si invita a non usare le parole (violazione del diritto all’informazione) e a non guardare l’operato dell’Amministrazione (violazione della trasparenza).
La maggioranza tuttavia –e questo mi conforta- ammette che la fila per ritirare il buono alimentare c’è stata (come da me denunciato); che i criteri sono stati resi noti successivamente (come da me denunciato); che per la presentazione delle domande non vi era un termine di scadenza (come da me denunciato); che non vi era una graduatoria generale (come da me denunciato);che vi sono stati problemi di privacy (come da me denunciato).
Ma l’accusa che ho trovato più ingiusta è che il mio articolo avrebbe finito per svelare alle persone l’umiliazione patita; sì, è l’accusa più ingiusta, ingiusta non nei miei confronti ma di quelle persone in fila: saranno pure bisognose, ma una ricchezza la possiedono ed è la loro dignità della quale sono pienamente consapevoli senza bisogno che altri gliela facciano scoprire.A.D.
Tricase,25 aprile 2020
o l’insofferenza del Potere
di Alessandro Distante
In un articolo uscito nel numero scorso avevo parlato dell’intervento del Comune di Tricase nella distribuzione di buoni mensa. Indicavo numeri e modalità di gestione. Ponevo in evidenza luci ed ombre e, a difesa dei più indifesi, evidenziavo la triste vicenda di una fila fatta sotto il Palazzo Municipale, senza alcuna privacy; in uno spirito di sano e costruttivo confronto, suggerivo, ad esempio, la consegna a domicilio dei buoni mensa.
A conferma della verità del fatto pubblicavo una foto giunta in Redazione.
Dopo qualche giorno, l’Amministrazione sentiva la necessità di rassicurare i tricasini che nessuno sarebbe rimasto indietro e fin qui tutto bene, ma riteneva di non dover accogliere i suggerimenti. E anche questo ci può stare, ci mancherebbe altro.
Il punto è che i Consiglieri di maggioranza e i componenti della Giunta passavano a censurare chi aveva scritto l’articolo e pubblicato la foto, accusandolo di aver portato all’evidenza una vicenda che non doveva essere resa pubblica, perché tutti in Comune lavorano e lavorano bene e quindi la denuncia era ingiusta, infondata e pericolosa.
Il tutto evidenziando, ancora una volta, l’insofferenza per la critica e mal nascondendo la minaccia a stare zitti, ad essere sordi e a chiudere gli occhi.
Un altro attacco al Giornale (o alla “testatina” come simpaticamente ribattezzata dal Primo cittadino) e ai Giornalisti (ricordo un “chissà perché” per il quale la Giunta decise di procedere contro il corrispondente de Il Quotidiano); un attacco, ancora una volta, senza stile, al punto che gli Amministratori hanno ritenuto di non dover inviare la risposta a Il Volantino ma agli altri due giornali locali.
La Città di Tricase –è bene dirlo- non accetta nessun virus e, tanto meno, un virus che intacchi il confronto democratico che passa anche dalla libertà di stampa e soprattutto dalla stampa libera.
P.S. In Redazione sono giunte alcune email di chi in fila, o che ha saputo della fila, ha condiviso il mio pezzo e questo mi basta.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi sabato 25 aprile, in Puglia, sono stati registrati 2.156 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono risultati positivi 31 casi, così suddivisi:
6 nella Provincia di Bari;
4 nella Provincia Bat;
7 nella Provincia di Brindisi;
9 nella Provincia di Foggia;
4 nella Provincia di Lecce;
0 nella Provincia di Taranto.
1 caso per un residente fuori regione
Sono stati registrati 8 decessi: 2 in provincia di Bari, 1 in provincia Brindisi, 1 in provincia Bat, 4 in provincia Foggia.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 54.628 test.
Sono 602 i pazienti guariti.
2.919 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 3.912 così divisi:
1.274 nella Provincia di Bari;
365 nella Provincia di Bat;
542 nella Provincia di Brindisi;
978 nella Provincia di Foggia;
470 nella Provincia di Lecce;
253 nella Provincia di Taranto;
28 attribuiti a residenti fuori regione;
2 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.