Si Inaugura il 15 Ottobre 2022 presso il Palazzo dei Principi Gallone  la mostra delle ceramiche di Rishton alla presenza dell'Ambasciatore dell'Uzbekistan in Italia Sua Eccellenza Otabek Akbarov  

Si può visitare la Mostra fino al 7 Gennaio 2023, con ingresso gratuito, un’occasione unica per apprezzare il lavoro di alcuni dei ceramisti più magistrali del paese. I pezzi in mostra rappresentano tradizioni secolari che sono state tramandate di generazione in generazione e offrono uno sguardo affascinante sulla cultura e la storia dell’Uzbekistan. Saranno esposti dei costumi tradizionali Uzbeki e fotografie di varie città dell’Uzbekistan..

La mostra è aperta, un ingresso gratuito, dal Martedì alla Domenica con il seguente orario: 10:00 > 12:00 | 17:00 > 20:00 fino al 7 gennaio 2023. www.fuori-rotta.it

L'EVOLUZIONE DELLA CERAMICA

Rishton è il più antico centro dell’arte della ceramica in Asia centrale, è una tradizione millenaria che nel Medioevo raggiunse la fama lungo l’intera Via della Seta.

La Ceramica in Uzbekistan è una delle più antiche e interessanti espressioni artistiche della sua tradizione con reperti archeologi ritrovati e risalenti a più di mille anni fa. Sono stati rinvenuti piatti “lyagan”, ciotole sferiche, vasi, brocche “humas” di varie dimensioni, convenienti per l’uso e allo stesso tempo sofisticati nella forma. Si distinguono per l’alta fattura, la bellezza delle forme, la magia delle decorazioni, l’armonia e il sapiente senso di proporzione nell' uso dei colori

Nata nel XIX secolo, la ceramica di Rishton è celebre in tutto il mondo per la sua bellezza e la perfezione delle sue forme. Ogni pezzo è unico, frutto dell'abilità dei maestri ceramisti che riescono a plasmare l'argilla con maestria e passione. Le creazioni di Rishton sono caratterizzate da una grande varietà di forme e decori, dai motivi floreali alle scene di vita quotidiana. Ogni pezzo è unico, frutto dell'abilità dei maestri ceramisti che riescono a plasmare l'argilla con maestria e passione.

Grazie alla qualità delle sue ceramiche, Risthon è riuscita a conquistare il mercato internazionale e i suoi prodotti sono esposti in importanti musei e collezioni private di tutto il mondo

Per apprezzare al meglio la qualità delle ceramiche esposte, è possibile visitare le sale di Palazzo Gallone accompagnati da una guida che illustrerà il percorso espositivo.

Sono disponibili anche le guide turistiche abilitate dell’infopoint di Tricase, garantiranno durante gli orari d’apertura della mostra visite guidate presso il Palazzo dei Principi Gallone di Tricase con una breve escursione nei viottoli del centro storico passando dalle principali chiese, S. Domenico, S. Michele Arcangelo e Chiesa Madre.

Per prenotare la guida: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – 3284224666 – Sportello Turistico del Comune di Tricase – Meditinere Activities & Tour Tricase

Il progetto, fortemente voluto dall'Associazione Culturale Fuori-Rotta, dal Salento Intl Film Festival e dall'Ambasciata dell'Uzbekistan in Italia in collaborazione con l'Amministrazione Comunale di Tricase, la ProLoco di Tricase e Ceramiche Branca è curata da Gigi Campanile & Agostino Branca.

L'evento è nato con l'intento di far conoscere meglio al pubblico italiano le straordinarie ceramiche di Rishton, città dell'Uzbekistan celebre in tutto il mondo per la sua tradizione ceramica. Le opere esposte provengono direttamente da Rishton.

CHI SIAMO

L’Associazione Fuori Rotta è un’associazione no profit senza fini di lucro fondata a Tricase il 24 Febbraio 2022. Il nostro obiettivo principale è quello di promuovere attività culturali Internazionali, artistiche, ricreative sul territorio finalizzate alla promozione della Città di Tricase e del Salento. Contiamo su un team Internazionale motivato e preparato che, con entusiasmo e dedizione, lavorerà per raggiungere gli obiettivi prefissati. Siamo convinti che la cultura insieme a tutte le forme d'arte e agli scambi culturali siano fondamentali per lo sviluppo sociale ed economico di una città e questo ci spinge a investire tutte le nostre risorse al servizio della comunità di Tricase e del Salento. Visita il sito: www.fuori-rotta.it

Per le edizioni La Meridiana è uscito in questi giorni un fumetto a cura di Adriano Pisanello sulla vita di don Tonino Bello.

Pubblichiamo uno stralcio della prefazione del presidente della Fondazione don Tonino Bello, Giancarlo Piccinni 

           

Al posto della pistola il vangelo, non un cavallo ma una cinquecento, nessun nemico da combattere ma tutti amici da incontrare. Nuove avventure che ancora oggi grazie a Lui e con Lui viviamo e che ci donano giorni solari, tramonti dorati, cieli stellati. Ma anche notti insonni e feriali inquietudini, perchè se si vuole abitare la storia, la nostra storia, non possiamo esimerci anche da questo!

Dove sono finite le utopie di pace oggi che la guerra è ritornata prepotente nel nostro mondo sino a convincerci che è lei la vera padrona dei nostri giorni? Non è forse vero che adesso pensiamo tutti questo? Non è altrettanto vero che chi crede nella pace oggi è fuorigioco? 

Che quello della pace fosse un pensiero debole lo si sapeva, che credere nella pace fosse più difficile che credere in Dio lo dicevamo da tanto, che, però, potessimo in pochi giorni cancellare anni di battaglie in nome della convivenza, della nonviolenza, della fratellanza fra i popoli, credo che non lo potessimo immaginare! Eppure pare che così sia! Sembra che proprio questo è. (…).

Viviamo giorni bui: il pianeta piagato dal peso e dalle conseguenze dei cambiamenti climatici, una pandemia che ancora semina morte, una guerra che infiamma anche il nostro continente. E tanti altri focolai di guerra che non si spengono nel mondo. Viviamo dentro una dannata contraddizione: una terra divisa da più conflitti in un momento storico che vede l'umanità sempre più unita da un comune destino.

E non sono passati tanti anni dalla tragedia della grande guerra: in quei giorni, con la catastrofe  atomica, il velo si è squarciato dinnanzi ai nostri occhi e  la storia dell'uomo ci ha raccontato una realtà nuova e amara, quella della possibilità dell'auto-annientamento globale dell'umanità.

Condizione questa  che ai nostri giorni si è aggravata non solo perchè il rischio nucleare si è diffuso ma anche perchè si è introdotto un nuovo elemento, che ha assunto caratteri cosmici, cioè il sempre più difficile rapporto con l'ambiente.

Siamo cioè dinnanzi ad nuovo paradigma, quello della "interdipendenza planetaria" che ci dovrebbe portare ad una considerazione nuova: dinnanzi alla guerra non è detto che ci sia  un vincitore ed un vinto ma tutti potremmo uscire vinti per sempre.

Giancarlo Piccinni

Presidente Fondazione don Tonino Bello

di Alfredo SANAPO
 
FIGLI DELLA QUERCIA
Con questo numero parte una nuova rubrica, curata da Alfredo Sanapo, che si propone di dare spazio ai Lettori che potranno inviare in Redazione
(e-mail sanapo.alfredo@gmail.com oppure un whatsApp al numero 3275303442) un ricordo, un’emozione, una testimonianza, una riflessione, un racconto, un’immagine o quant’altro su una pianta, un animale, un angolo della nostra campagna e del nostro paesaggio che per lui hanno assunto un particolare significato.
Sarà un modo per crescere nella riscoperta e nella cura all’ambiente e per trasmettere sensazioni e scoprire la bellezza del nostro paesaggio a chi leggerà i vostri scritti o vedrà le vostre immagini.

I figli della Quercia

Seul, 1988, semifinale delle Olimpiadi Calcistiche, Italia-URSS. Eravamo a scuola, ore 11, cuffiette e radioline di contrabbando all'insegnante di scienze. Perdiamo 3-1 ai supplementari. Segna Virdis, si accendono le speranze: invano. Depressi, ci viene proposto dal prof il progetto di costruire un erbario con tutte le foglie di specie vegetali della macchia mediterranea per la mostra scolastica di fine anno. Entusiasta dell'idea e dimentico della sconfitta, mi autoassegno lo storico carrubo ("cornola") di casa e la quercia (comune) del vicino. Scossa la mia coscienza botanica, mi incuriosii al funzionamento delle ghiande.
Una domenica, in giro con mio padre, passando verso Tricase Porto, mi imbatto in un'enorme quercia. Mi dice: "è la quercia dei Cento Cavalieri". Mi racconta la leggenda, ma la mia attenzione è rapita dalla dimensione delle ghiande e ne colgo 5 da terra.
L'indomani chiedo al mio prof di scienze come coltivarle. Seguo scrupolosamente le istruzioni: prendo del terriccio, pianto verticalmente ogni ghianda in ogni vaso, le interro e innaffio tenendo sempre umido il terreno.
Dopo circa 2 anni, a speranze ridotte ai minimi termini, in un vaso spunta una piantina. Al vaso germogliato focalizzo le mie attenzioni. Al tempo opportuno trapianto in giardino la piantina. Gli anni passano e oggi dopo 30 anni la figlia della famosa quercia Vallonea è alta quasi 4 mt. Adesso ha tutto un altro sapore e un senso: la leggenda legata al ritorno dalle crociate delle truppe di Federico II di Svevia; l'introduzione della specie in Salento da parte dei Monaci Basiliani giunti da Valona a seguito delle persecuzioni iconoclaste; il gusto di aver portato nel mio giardino un pezzo di storia. Un sentimento misto tra soddisfazione della crescita, fierezza di appartenere alla storia del mio territorio e consapevolezza di essere il tramite della continuità della vita.
Compiaciuto di essere padre adottivo di un tale esemplare, tralasciando lirismi inutili, mi chiedo se qualcun altro abbia provato l'orgoglio e il privilegio di una simile "paternità".
E sarebbe bello, cari lettori, poter condividere con voi un'esperienza legata alla nostra Vallonea: un ricordo, un aneddoto, una poesia sarebbe un modo per far conoscere tra loro i "figli della quercia". La quercia, un altro vegetale, un animale o un aspetto del nostro paesaggio, e ciò che rappresentano per ognuno di noi, sono degni anch'essi di essere considerati "Figli della Quercia". Sarebbe un modo per promuovere il territorio aumentandone il valore con il nostro apporto affettivo.

Martedì, 11 ottobre 2022

Tricase, i contagi da Covid hanno superato quota 60

L’andamento dell'epidemia anche a Tricase registra una crescita dei contagi nelle ultime 4 settimane

Questi i dati:

Venerdì, 23 settembre 2022 i positivi a TRICASE erano 26

Venerdi, 30 settembre 2022 erano 46

Venerdì, 7 ottobre 2022 i positivi a TRICASE erano 57

Venerdì, 14 ottobre 2022 ( giornata dati Covid - Comune per Comune), i positivi a Tricase dovrebbero superare quota 60

BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO

REGIONE PUGLIA

Dati del giorno: 11 ottobre 2022

2.366 Nuovi casi

11.732 Test giornalieri

6 Persone decedute

Nuovi casi per provincia

Provincia di Bari: 786

Provincia di Bat: 121

Provincia di Brindisi: 253

Provincia di Foggia: 278

Provincia di Lecce: 633

Provincia di Taranto: 256

Residenti fuori regione: 28

Provincia in definizione: 11

13.303 Persone attualmente positive

127 Persone ricoverate in area non critica

8 Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.493.027 Casi totali

12.812.273 Test eseguiti

1.470.611 Persone guarite

9.113 Persone decedute

Casi totali per provincia

Provincia di Bari: 481.343

Provincia di Bat: 128.092

Provincia di Brindisi: 141.301

Provincia di Foggia: 210.726

Provincia di Lecce: 308.152

Provincia di Taranto: 202.535

Residenti fuori regione: 15.787

 

di Andrea CIARDO

Gentile Direttore,

la ringrazio anticipatamente per lo spazio che vorrà concedere sul prossimo numero de Il Volantino a quella che – più che un’analisi – vuole essere semplicemente una riflessione di un militante del Partito Democratico.

Si, mi dichiaro subito (qualora ce ne fosse bisogno): colpevole! Ogni volta che su una scheda elettorale vedo il simbolo del mio partito, sento un’irrefrenabile voglia di votarlo. Nonostante i suoi mille difetti, le sue mille contraddizioni, i suoi limiti. È così, la militanza porta a questo.

Ho letto con attenzione il suo editoriale, l’intervento di Gianluigi Elia e l’analisi (?) di Pino Greco sul voto del 25 settembre. Cercherò dunque di fare delle riflessioni ad alta voce.

Numero uno: l’analisi a caldo del risultato e, per la verità, anche quella a freddo.

L’ultima tornata elettorale ci racconta di un centrosinistra che ne esce con le ossa rotte. Qui c’è già un primo elemento di discussione che vorrei portare alla vostra attenzione: è il centrosinistra tutto ad aver perso. Non il Partito Democratico, non Alleanza Verdi e Sinistra. Abbiamo perso tutti, come coalizione.

E per rimanere ai confini prettamente locali, i dati in termini assoluti parlano chiaro: nel 2018, i voti alla coalizione di centrosinistra sommati a quelli di Art.1 sono stati 2306, mentre nel 2022 ne registriamo 2153 ai quali dovremmo aggiungere i 525 di Azione Italia Viva, per un totale di 2678 voti utili (n.b. i dati utilizzati sono quelli riferibili ai partiti, non ai candidati uninominali).

Se scendiamo nel dettaglio, il Partito Democratico registra 1434 voti nel 2018 e 1567 nel 2022 (al netto di Art.1 e di Azione Italia Viva che, con risultati pressoché simili, dovrebbero essere aggiunti nelle rispettive tornate elettorali).

E forse abbiamo una prima risposta alla sconfitta del centrosinistra tricasino e non solo: perdiamo perché non riusciamo a convincere, a trasmettere fiducia ai cittadini, se è vero che nel 2018 votano 10037 tricasini e nel 2022 il dato sull’affluenza si riduce a 8118. Nessun nuovo elettore pare abbia “sposato” l’idea di Italia che abbiamo proposto.

Numero 2: hanno perso la piazza e il contatto diretto con le persone.

Condivido questa sua riflessione, Direttore. E – credo – la condividiamo tutti nel centrosinistra, a tal punto che abbiamo impostato una campagna elettorale su un messaggio diverso da quello delle segreterie nazionali dei nostri partiti: al tentativo “verticistico” della destra, che puntava unicamente sui leader nazionali, abbiamo preferito il racconto delle “storie territoriali” dei nostri candidati.

Non è bastato, il vento non si poteva fermare con le mani.

E qui occorre porsi una domanda, forse complementare (o forse speculare, non lo so nemmeno io) rispetto a quanto detto da Elia: è unicamente un problema di “capibastone” e di “attori” in campo, oppure abbiamo smarrito non solo il messaggio politico, ma anche il mittente e il destinatario?

Per troppo tempo, in nome della responsabilità, abbiamo piegato le idee e i valori al governo delle cose. Per troppo tempo le “lotte di quartiere” ci hanno interessato e segnato, mentre i destinatari delle nostre azioni iniziavano a guardare altrove.

Ecco dunque che il “ripartiamo dalla base” non ha più significato se la base è sempre lì e mancano le idee che ci facciano avere lo sguardo rivolto verso le altezze.

L’individualismo ha fagocitato il sentirsi parte di una comunità. Ha ragione il Direttore Distante, ahinoi.

Numero 3: dove andare?

C’è chi ha più esperienza e capacità del sottoscritto per tracciare una rotta da seguire nel mare tempestoso della politica italiana. Una politica fluida, come i risultati figli della “deriva leaderistica e verticistica” cui ci siamo ormai abituati in questi ultimi anni.

Fra chi indossa spillette, chi si intesta vittorie di Pirro, chi vuole azzerare tutto per non azzerare nulla, la mia opinione, da militante, è che serve ripartire dalle idee e dai valori.

Non è una riduzione allo spicciolo dell’enormità dei problemi che attanagliano il centrosinistra, quanto una constatazione di fatto.

Se tutti avessimo avuto questa idea, ci saremmo già resi conto di aver perso. Perché una TV e uno smartphone hanno sostituito il dialogo, una legge elettorale come quella che abbiamo non consente ai territori di esprimere un’opinione e gli eletti non hanno la possibilità di ricucire alcunché.

E non è certo un problema di Tricase o del “fortino rosso” di Palazzo Gallone (che credo non sia mai esistito, peraltro).

Perché, se c’è una cosa a cui in politica non si deve rinunciare, credo sia proprio questa: se si ha un’idea, si cerca di tradurla in risultato tangibile per tutti. E si cerca di difenderla, con le unghie e con i denti, con il cuore e la passione.

Vale quando si è in maggioranza, vale quando si è in minoranza. Vale sempre.

Ed è attorno alle idee che si costruiscono le vittorie. Perché sono il messaggio da lanciare.

Idee che hanno bisogno di un giusto mezzo per essere comunicate.

Ed è così che avremo qualcuno a cui recapitarle e la militanza tornerà ad aver valore, e a non essere solo un’assunzione di colpevolezza.

di Giuseppe R. PANICO

Questo inizio d’autunno sembra portarci verso un rigido inverno.

Non solo per problemi energetici o climatici che, come impetuosi torrenti, causano ingenti danni, povertà e sofferenze, ma anche per i malsani detriti che politica e geopolitica ci portano in casa.

Non di rado in modo ancora più disastroso quando chi le rappresenta è animato da cinismo, prevaricazione e ostilità e colpisce le popolazioni che si trovano sulle loro rive o lungo il fiume ove tali torrenti e detriti poi confluiscono.

E’ il fiume della guerra che, attraversando città e territori prima si ingrossa, poi rompe gli argini di una duratura pace, di ogni umanità e dei confini di stato per diventare guerra mondiale e temibilmente nucleare.

Con le sue vittime, distruzioni e armi sempre più sofisticate e mortali, ci ricorda i milioni di morti delle precedenti due guerre mondiali, i sanguinosi capricci di dittatori e seguaci in preda a bulimia di potere e sindromi da espansione territoriale, alimentate da estremismi politici e religiosi, invasiva propaganda e soppressione di ogni libertà.

L’alternarsi di guerra e pace dei tempi moderni trae origine troppo spesso da stati totalitari e non certo da stati liberi e democratici, come il nostro, che abiurano la guerra e si limitano alla difesa.

Stati aggressivi che invadono paesi vicini considerati inizialmente più deboli ma che poi si dimostrano, grazie anche al sostegno altrui, ben più forti e decisi anche moralmente.

Come nella guerra in corso fra la grande Russia totalitaria e l’Ucraina democratica. Succede quando fra gli aggrediti, cresciuti da decenni in libertà e democrazia, autodeterminazione e identità nazionale, prevale anche il sentimento di “Give me liberty or give me death” “Datemi la libertà o datemi la morte”. Frase pronunciata da un patriota durante la guerra di indipendenza degli Stati Uniti, culla di tali valori, ed ormai passata alla storia.

Non sappiamo come e quando tale bellicoso fiume sfocerà nei mari di una nuova pace o in oceani resi ora più tempestosi, oltre che da più violenti uragani, anche dai rischi di una intensiva guerra navale.

Se nelle vaste pianure ucraine molti campi di grano sono ora percorsi, non più da trebbiatrici e mietitrici che danno cibo e vita ma da carri armati e blindati ansiosi di dare carestie e morte, sul mare si affollano, un po’ più in sordina, sempre più navi grigie e neri sommergibili. Per loro natura o missione, vivono sempre in prima linea, spesso occultati e con il colpo sempre in canna.

Una minaccia anche per quel sistema arterioso e linfatico fatto di gasdotti e cavidotti posati sui fondali che alimenta l’economia e il benessere di tante nazioni e in particolare d’Italia. La guerra in atto è anche un incentivo alla corsa in armi al mare, ormai considerato una ricca estensione territoriale (giacimenti di gas e petrolio, risorse ittiche etc.).

Un diffuso riarmo navale anche a difesa di una economia che ovunque viaggia soprattutto sul mare. Una realtà, soprattutto mediterranea, da noi a lungo trascurata, pur essendo l’Italia una penisola che divide in due il Mare Nostrum, culla di tante diverse civiltà, di crescenti conflittualità e principale canale di transito fra Oriente e Occidente.

“Le lacrime dei nostri sovrani hanno il gusto salato del mare che vollero ignorare”, diceva il cardinale Richelieu, grande politico e stratega del regno di Francia. Frase che ben evidenzia debolezza e poi decadenza di chi il mare e le sue risorse troppo trascura, oggi anche per il turismo.

A Tricase, abbiamo avuto la fortuna di un cardinale che, con l’ospedale da lui voluto e poi ben gestito, ci ha dato più salute e più economia. Ma, a differenza di tanti altri comuni costieri, il mare e la costa sono tuttora in balia di una mentalità, restia allo sviluppo e a scrollarsi di dosso le tare del passato e la politica che le alimenta.

Se nel prossimo inverno saremo più poveri e al freddo per meno gas, bollette più care, chiusure di attività e disoccupazione, ulteriore calo del valore dei nostri immobili, investimento altrove dei nostri risparmi etc. non sarà solo per la guerra voluta da Putin, per le cattive scelte politiche del passato, per i sabotaggi dei gasdotti etc.

Lo sarà anche per non aver portato avanti un razionale sviluppo costiero.

Non avendo più fra noi né lungimiranti cardinali, né sovrani, ma occulte “sovranità,” le lacrime dal gusto salato del mare che vollero (e che tuttora vogliamo) ignorare” sono ormai le nostre, nel vedere anagrafe in calo, popolazione che invecchia e quei tanti nostri ragazzi che ci lasciano. Non di rado con qualche lacrima sulle loro giovani guance nel lasciarsi alle spalle il gusto salato del loro mare.

Domenica, 9 ottobre 2022

Tre gli appuntamenti di oggi

PALLAVOLO - AURISPA LIBELLULA (Serie A3 Maschile)

Inizia il campionato

DIVERTITEVI E FATECI DIVERTIRE C’è il derby. Oggi, domenica 9 ottobre si comincia davvero a fare sul serio, con una partita di cartello già nella prima giornata:

AURISPA LIBELLULA- CASARANO

Palasport Tricase – ore 19

ASD ATLETICO TRICASE (Promozione) Buona la prima di mister Giovanni Citto sulla panchina rossoblù. Nel suo debutto a Leverano, l’ex capitano tricasino ottiene una vittoria (4 a 3), dal peso specifico importantissimo, perché muove la classifica in maniera decisa e riporta un po’ di ottimismo. Oggi - al San Vito arriva il Melendugno. Ore 15,30

TRICASE CALCIO (Seconda Categoria) Prima giornata di campionato. Pareggio pirotecnico e tribuna piena come non mai a dispetto della giornata estiva. I ragazzi di mister Andrea Desiderato pareggiano per 3 a 3, contro il San Pietro Vernotico. Nel pomeriggio si va a SurboOre 15,30 fischio d’inizio.

di Alessandro DISTANTE

La nuova Stagione, il nuovo Parlamento, il nuovo Governo, un nuovo Anno scolastico, ….. tanti nuovi inizi tutti purtroppo all’interno di un’unica cornice: le conflittualità nel mondo.

La guerra tocca tutti e ce ne accorgiamo dall’inflazione galoppante, dal caro bollette, dalla benzina salita alle stelle, dal rischio di rimanere al freddo, dalla chiusura di piccoli e grandi esercizi commerciali e di alcune strutture alberghiere.

Viviamo –diceva Elvira Zaccagnino in un incontro tenutosi ad Alessano ed organizzato da Fondazione don Tonino Bello e da Famiglia Cristiana- in un’epoca in cui tocchiamo con mano cosa significa guerra.

Il nostro quotidiano deve fare i conti con meno gradi in casa, con la luce da accendere il minimo indispensabile, con l’illuminazione pubblica da contingentare, con il gas da usare con parsimonia, ….

Si impone un modello di vita diverso, nel segno della forzata sobrietà o, meglio, del risparmio, un modello che investe sia la vita privata che quella pubblica. Non a caso, il primo confronto/scontro della nuova maggioranza è sul deficit di bilancio.

Siamo quindi chiamati a dare segnali leggibili e coerenti, a partire dal basso. E così: evitare di impiegare risorse pubbliche per eventi di scarso peso sociale e culturale; utilizzare il PNRR per un ritorno duraturo sul territorio; impiegare il 110 dell’ecobonus per interventi veramente necessari e da parte di chi non può provvedervi con i suoi soldi.

E’ per questo che dobbiamo apprezzare chi riesce ad organizzare eventi di grande gusto e di tanto coinvolgimento senza incidere sulle tasche dei cittadini. Di recente l’associazione La Culonna di Tutino ha allestito una piacevolissima serata per premiare due volontari del teatro quali Pasquale Santoro e Michela Nicolardi. Il tutto senza chiedere alcun contributo al Comune o alla Regione.

Deve prendere piede ed essere valorizzato questo tipo di volontariato socio-culturale, quello che non chiede ma che dà; nel segno del dono gratuito perché, in epoche di ristrettezze, le risorse pubbliche vanno gestite con oculatezza ed il privato, specie quello sociale, è chiamato ad un supplemento di impegno, con fantasia e con passione, realizzando gradevoli momenti di divertimento, socializzazione e crescita culturale e smentendo il luogo comune secondo il quale non si possono fare le nozze coi fichi secchi.

Venerdì, 7 ottobre 2022

COVID: POSITIVI COMUNE PER COMUNE

Fonte Asl Lecce

ALESSANO 25

ALEZIO  16

ALLISTE 44

ANDRANO  14

ARADEO  20

ARNESANO  15

BAGNOLO DEL SALENTO 18

BOTRUGNO 5

CALIMERA 13

CAMPI SALENTINA  43

CANNOLE  1

CAPRARICA DI LECCE 8

CARMIANO  38

CARPIGNANO SALENTINO  13

CASARANO 82

CASTRI' DI LECCE 10

CASTRIGNANO DEI GRECI 5

CASTRIGNANO DEL CAPO 20

CAVALLINO  41

COLLEPASSO 32

COPERTINO  55

CORIGLIANO D'OTRANTO  10

CORSANO  26

CURSI 12

CUTROFIANO 17

DISO  4

GAGLIANO DEL CAPO  8

GALATINA 68

GALATONE  56

GALLIPOLI 35

GIUGGIANELLO 9

GIURDIGNANO  2

GUAGNANO 13

LECCE 341

LEQUILE  27

LEVERANO  22

LIZZANELLO  39

MAGLIE 103

MARTANO 37

MARTIGNANO  2

MATINO  22

MELENDUGNO  18

MELISSANO  22

MELPIGNANO  7

MIGGIANO  6

MINERVINO DI LECCE  8

MONTERONI DI LECCE  25

MONTESANO SALENTINO  8

MORCIANO DI LEUCA  5

MURO LECCESE  12

NARDO' 95

NEVIANO 16

NOCIGLIA 16

NOVOLI 25

ORTELLE 6

OTRANTO 18

PALMARIGGI 11

PARABITA  26

PATU' 7

POGGIARDO 14

PRESICCE-ACQUARICA  16

RACALE 40

RUFFANO 14

SALICE SALENTINO 19

SALVE  40

SANARICA 7

SAN CESARIO DI LECCE 28

SAN DONATO DI LECCE 21

SANNICOLA  11

SAN PIETRO IN LAMA  5

SANTA CESAREA TERME 14

SCORRANO  18

SECLI' 16

SOGLIANO CAVOUR  0

SOLETO 11

SPECCHIA 13

SPONGANO  10

SQUINZANO 32

STERNATIA 13

SUPERSANO 16

SURANO 7

SURBO 48

TAURISANO 40

TAVIANO 46

TIGGIANO  9

TREPUZZI  21

TRICASE  57

TUGLIE 23

UGENTO  80

UGGIANO LA CHIESA  15

VEGLIE  48

VERNOLE  18

ZOLLINO  7

SAN CASSIANO 1

CASTRO 3

PORTO CESAREO 11

Venerdì, 7 ottobre 2022

Accordo Regione Puglia e Unione Regionale Panificatori Puglia per il progetto “Pane MezzoSale”. ASL Lecce capofila tra le aziende sanitarie.

Domenica 9 ottobre 2022, alle ore 9:30 nel Grand Hotel Tiziano e dei Congressi di Lecce, verrà siglato un accordo tra Regione Puglia e Unione Regionale Panificatori Puglia per realizzare e sostenere il progetto “Pane MezzoSale” finalizzato alla massima diffusione sul territorio regionale della produzione e vendita di pane con una quantità ridotta di sale (con una riduzione di sale pari ad 1,00 gr /kg di farina).

L’accordo, che si inserisce nell’ambito del programma nazionale Guadagnare Salute rendere facili le scelte salutari, ha l’obiettivo di promuovere abitudini salutari per prevenire le principali patologie croniche come la malattia cardiovascolare aterosclerotica che rappresenta la prima causa di morte e la principale causa di disabilità in Italia.

L’OMS raccomanda un’assunzione inferiore a 5 grammi di sale da cucina (cloruro di sodio-NaCl) al giorno mentre la popolazione italiana ne assume circa 11-12 grammi, con un consumo più elevato nel Sud del Paese. Le recenti linee guida europee per la prevenzione delle malattie cardiovascolari (Società Europea di Cardiologia ESC 2021) e il rapporto del Ministero della Salute“Prevenzione delle malattie cardiovascolari lungo il corso della vita” considerano la riduzione del consumo eccessivo di sale come uno dei elementi fondamentali per la prevenzione delle malattie cardiovascolari.

L’accordo - in cui diventa rilevante il ruolo delle aziende sanitarie - attua inoltre uno degli obiettivi del Programma Libero“Tutela dei consumatori e prevenzione nutrizionale” del “Piano Regionale della Prevenzione - PRP 2021-2025” che considera la riduzione del consumo di sale come pratica utile al contrasto delle malattie croniche non trasmissibili.

Per la Regione Puglia sarà presente il Dr. Onofrio Mongelli, Dirigente della Sezione Promozione della Salute e del Benessere animale, per l’Unione Regionale Panificatori Puglia apporranno la firma i rappresentanti dei panificatori artigiani delle sei province, oltre al Dr. Roberto Capello, Presidente nazionale della Federazione Italiana Panificatori, Pasticceri ed Affini (FIPPA).

Per ASL Lecce - capofila del progetto tra le aziende sanitarie - saranno presenti: il Commissario straordinario Avvocato Stefano Rossi, il Direttore del Dipartimento di Prevenzione Dr. Alberto Fedele, il Direttore F.F. Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione Dr. Biagio Galante, la Dr.ssa Fernanda Mazzeo e la Dr.ssa Pina Pacella del Sian Area Nord.

L’Unione Regionale Panificatori Puglia promuoverà l’iniziativa presso i panificatori associati, sensibilizzandoli sulla produzione e sulla vendita, stabile e senza differenza di prezzo, di pane con una riduzione di sale pari ad 1,00 gr/kg di farina.

Con la firma dell’accordo, la Sezione Promozione della Salute e del Benessere animale del Dipartimento di Promozione della Salute e del Benessere Animale della Regione Puglia si impegna a supportare l’iniziativa a livello locale attivando la collaborazione delle ASL e a realizzare, proprio per il tramite delle ASL, iniziative di comunicazione e informazione per la popolazione sui benefici per la salute determinati da una ridotta assunzione di sale nell’alimentazione. Inoltre, con le associazioni di panificatori firmatarie, la Regione effettuerà il monitoraggio dell’iniziativa e inserirà “PaneMezzoSale” nelle raccomandazioni rivolte ai principali destinatari delle attività di ristorazione collettiva sanitarie, socio-sanitarie e scolastiche.

Con “PaneMezzoSale” la Regione e le ASL aderiranno, con iniziative specifiche, alla Settimana mondiale di sensibilizzazione per la riduzione del consumo alimentare di sale (Salt Awareness Week 2022), promossa dalla World Action on Salt, Sugar and Health (WASSH).

Venerdì, 7 ottobre 2022

GRUPPO CONSILIARE “TRICASE, CHE FARE?”

PER UN ATOMO DI VERITA’: 2020-2022, due anni di Amministrazione Comunale.

Quando le scelte politiche di una città finiscono in mano a pochi eletti allora per quella città si prevedono tempi cupi.

La privazione del dibattito pubblico è un primo sintomo di crisi democratica. Questo accade quando chi è delegato a rappresentare termina con il rappresentare sé stesso o, peggio ancora, l'immagine di sé riflessa in uno specchio.

La DEMOCRAZIA è un esercizio di difficile applicazione, faticoso, dispendioso di tempo ed energie. Quasi sempre nelle campagne elettorali si raccolgono consensi, che poi altro non sono che voti, utilizzati per una continua autorappresentazione del proprio io personale e per la preservazione del potere fine a sé stesso, senza nulla mutare, senza mai osare un vero e radicale cambiamento. Anche per questo tanti giovani sono distanti dalla politica, perché l'esempio è pessimo e il bene collettivo spesso soccombe a vantaggio di interessi personali, di solito a garanzia dei più scaltri, raramente dei più meritevoli.

Pertanto dove vince il silenzio, il non detto, prevale l'antipolitica che facilmente degenera nella malamministrazione e nella rassegnazione della gente.

Di recente a peggiorare la situazione sono intervenuti eventi fino a qualche anno fa imprevedibili: la pandemia prima e la guerra poi. Anche nella nostra città pare essere calata la nebbia del silenzio, che tutto avvolge e tutto rende uguale, omogeno.

Questa situazione ha messo in crisi anche noi. Con difficoltà siamo riusciti a mantenere contatti diretti, costanti e quotidiani con la popolazione. La maggior parte delle volte per raccogliere segnalazioni di disservizi, delusione e perdita di fiducia nella politica, ma anche promuovendo iniziative a sostegno del sociale, delle scuole, dell’ambiente. Questa nostra presenza nella città ci ha permesso di crescere, anche numericamente, e di maturare una visione chiara e virtuosa della città.

Ora le condizioni sono cambiate, è venuto il tempo di ritornare nei luoghi della politica, quella vera che passa dal contatto umano con i cittadini.

Per parlare della nostra Tricase, soprattutto della Tricase che vogliamo costruire, invitiamo quanti sono interessati all’assemblea cittadina che si terrà VENERDI’ 7 OTTOBRE, a partire dalle ore 20:00, presso la Biblioteca Comunale, in via Micetti. Chi non potrà esserci avrà modo di seguire la diretta sulla pagina FB Associazione "Tricase, che fare?" e, sempre nel corso della stessa, porre eventuali domande inoltrandole via WAP al numero 3402851838.

I Consiglieri Comunali

Giovanni Carità, Antonio Luigi Baglivo, Armando Ciardo.

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