di Antonio Facchini Traduco emozioni,con difficoltà, e pensieri che nell’immediatezza costituiscono il riconoscimento dovuto anche se davvero molto piccolo dell’intimità fraterna che mi unisce a Giacomo, e che non è incrinata dalla sua morte. Ho incontrato Giacomo negli anni difficili della formazione giovanile, quando alla consolazione tutta intellettuale delle aule del Liceo Capece non sapevo bene come far corrispondere le intuizioni con la pratica quotidiana, in una realtà come la nostra dove si vivevano le attese della rassicurazione sul futuro e il bisogno di trovare legittimazione come comunità. Un percorso che parte dai miei 17 anni e che, tuttora condizionato dalla storia, dalle storie di un mezzogiorno di diaspore e di ripartenze, di rincorse e di falsi miti, rende attuale la sua esperienza di vita, quella di uomo artefice di grandimoti interiori, vivissimi, e capace di tracciare solchi perdisseminarvi nuclei di speranza, di tenacia e di rigore. Un’esperienza della quale costituisco una parte di senso, essendogli stato per lunghi anni accanto con motivazioni condivise e la rassicurazione che può venire da un compagno in cammino con te, che riconosce i talenti e la forza liberante del modello di vita praticato. Conobbi in lui l’inquietudine della ricerca dell’efficacia, dell’utilità sociale, del bene come risorsa comune e non come distintivo di privilegio e di separatezza. Ai confini tutelanti dalla divisa dei Carabinieri, che gli aveva consentito di acquisire un abito mentale dignitoso mai dismesso e di cui è sempre andato orgoglioso, aveva poi deciso di anteporre altra prospettiva. Non importano qui le circostanze, vissute comunque con consapevolezza, quanto la scelta convinta di un impegno che lo portò a misurare bisogni e fragilità, dignità frantumate ma non vinte, sorrisi semplici e slanci di solidarietà. Scelse il lavoro di comunità, non si arrese dinanzi alle distanze sul territorio, percorse nei primi tempi in motorino, comprese che il segretariato sociale era di una vastità impensabile. E non si spaventò. Iniziò la sua presenza decisiva nelle ACLI, come operatore del Patronato.Col tempo poi altre necessità lo misero alla prova. L’urgenza che le istanze diffuse avessero voce e rappresentanza, all’interno del movimento e nelle sedi istituzionali. Anche qui è poco importante ricordare ed elencare gli incarichi ricoperti, quanto piuttosto ripensarlo in Comune o in Provincia o nelle ACLI regionali e nazionali, con lo stesso sorriso e la convinzione che le opere umane sono comunque governate provvidenzialmente, che gli obiettivi più ardui sono alla portata degliattori più umili, purché ci sia l’affidamento alla dimensione umana profonda e la sofferenza abbia una prospettiva storica oltre che spiritualmente, religiosamente fondata.Ricordo la comprensione sofferta dell’incontro di Paolo VI con gli operai dell’Italsider di Taranto, nel Natale del ’68: Giacomo tradusse la portata dell’appello drammatico del Pontefice a non essere abbandonato dalla classe lavoratrice nella consapevolezza di dover accettare la sfida edare un sia pur piccolo contributo per fare della politica una pratica di responsabilità nei confronti della comunità e dei più deboli. Rigore e tenerezza gli sono stati congeniali, nei rapporti sociali, ma soprattutto nella dimensione più profonda e intima, quella vissuta da marito e da padre. L’entusiasmo e la gioiosità dei momenti a lungo vissuti insieme, nelle nostre case, sono un patrimonio di intesa profonda che mi legano indissolubilmente a Giacomo, Elena, Antonio e Sergio. Ho avuto la consolazione di salutarlo, qualche giorno fa. Al mio ‘ci vediamo domani’, stringendogli la mano, ha risposto ‘se Dio vuole’. Quest’ultimo affidamento ha suscitato un altro pensiero, che gli voglio rivolgere come riconoscimento della sua radicalità filiale, del suo particolare legame con la madre, affidandomi a LA MADRE di Ungaretti, scritta dopo il ritorno del poeta alla fede cristiana: E il cuore quandod'un ultimo battito/avrà fatto cadere il muro d'ombra/per condurmi, Madre, sino al Signore,/come una volta mi darai la mano./In ginocchio, decisa,/sarai una statua davanti all'eterno,/come già ti vedeva/quando eri ancora in vita./Alzerai tremante le vecchie braccia,/come quando spirasti/dicendo: Mio Dio, eccomi./E solo quando m'avrà perdonato,/ti verrà desiderio di guardarmi./Ricorderai d'avermi atteso tanto,/e avrai negli occhi un rapido sospiro.
Il 22 febbraio di ogni anno, ogni scout nel mondo festeggia il “Thinking day”, comunemente chiamata Giornata del Pensiero, giorno in cui si ricorda la nascita di Robert Baden Powell, chiamato semplicemente B.P., fondatore dello scoutismo.Tutti gli scout in questo giorno donano simbolicamente un penny, per lo sviluppo o il sostegno dello scoutismo nei vari paesi. Inoltre, durante questa giornata, ogni gruppo si organizza per compiere un’azione concreta, un’impresa, che serve ad aiutare il prossimo, per lasciare un segno e far conoscere gli scout sul territorio.Quest’ anno, il Gruppo Scout Tricase 1 ha deciso di provare a sistemare e pulire alcune aree del nostro paese. Abbiamo scelto luoghi di incontro per i giovani, i ragazzi e i bimbi, con lo scopo di renderli più belli e accoglienti. Le zone interessate sono state: Piazza Principessa, Largo Crocifisso a Caprarica,Piazza Galileo Galilei, la Zona 167. Ci siamo ritrovati tutti insieme sabato 27 e domenica 28 febbraio: i Lupetti (bambini dai 6 ai 12 anni), gli Esploratori e le Guide (ragazzi dai 12 ai 16), i Rover e le Scolte (adolescenti e giovani dai 16 ai 21 anni) e i Capi (uomini e donne di tutte le età), armati di pennelli, sacchi neri, scope, rastrelli, guanti da lavoro, tanta allegria e grande voglia di rendere possibile quello che tutti pensano impossibile. Ci siamo divertiti insieme a lavorare, trasformando progressivamente il lavoro in gioco e il gioco in esperienza di cittadinanza attiva.Ciascuno ha contribuito a questa fantastica esperienza, mettendo in evidenza l’amore, la cura e la responsabilità verso la città e verso la natura, imparando concretamente a vivere secondo lo stile scout che segue il detto di B.P.: “Ricordate di lasciare il mondo migliore di come l’avete trovato!”.Domenica pomeriggio, terminata l’attività, eravamo tutti stanchissimi, ma felicissimi e soddisfatti nell’ammirare quanto noi, semplici ragazzi, siamo riusciti a fare. La cosa più bella, però, è stato il sostegno di chi vedendoci lavorare ci ha dato una mano, come i simpatici e attivissimi bambini della zona 167, di chi si è offerto di acquistare i fiori per abbellire la piazza, come residenti di piazza Crocifisso, di chi ci ha offerto merenda e colazione, come i residenti e i proprietari del bar in piazza Galileo Galilei e soprattutto di chi ci ha ricordato che c’è ancora tanto da fare.
Noi ci siamo…insieme è possibile!!
Squadriglia Falchi del Reparto Cento Cavalieri , del Gruppo Scout Tricase1
Riconfermata anche per il 2016 la partecipazione al Campionato Coppa Italia 3^ Zona per Francesco Rizzello. Il pilota di Ruffano, insieme al supporto di Uniclub, azienda leader in Italia nell'emotional Marketing, prenderà parte all’intero campionato con la Ford Fiesta R5. La nuova novità è il cambio del sedile di destra, a prender parte sarà la sanremese Monica Cicognini, navigatrice di notevoli successi e con un ricco palmares. Francesco Rizzello si ritiene molto entusiasta del programma che dovrà affrontare, con lo spirito che da sempre lo contraddistingue, afferma – che sarà un campionato difficile visto le presenze e gli avversari che prenderanno parte all’intero programma delle sei gare da disputare, oltre al consueto ed immancabile Monza Rally Show. Il driver ruffanese, si ritiene fortunato di avere accanto Monica Cicognini, una navigatrice che sicuramente gli sarà di aiuto e saprà fornire consigli utilissimi. Conclude Rizzello ringraziando “Uniclub” per la fiducia che anche quest’anno gli sta porgendo, e un sentito riconoscimento e stima al compagno Sorano Fernando che in questi ultimi anni lo ha accompagnato a disputare numerose gare con notevoli successi.
I giovanissimi regionali , allenati da mister Andrea Manco ( in questi giorni passato a guidare l’Aradeo in Prima Categoria) , vincono il girone H ,con una giornata di anticipo… Parola al responsabile tecnico dell’AS Tricase, Angelo Sanapo: “Grande prestazione dei ragazzi e del tecnico Andrea Manco. Risultato che ci ripaga di tutto il lavoro svolto da parte di tutto lo staff sia tecnico che dirigenziale, la strada intrapresa è quella giusta che sicuramente ci porterà lontano… ”
Ernesto Abaterusso e Nunzio Dell’Abate… Incontrarsi per un caffè…. per scambiarsi idee e iniziare a collaborare insieme in un unico nome con un obiettivo “ in Comune… “
Da un nostro sondaggio, sono 2 gli assessori che piacciono… Adolfo Scolozzi (secondo) e Giacomo Elia, l’assessore più amato a Tricase con il 76 % di gradimento…piace per il suo modo di fare a “ Km zero ”
Un tecnico donna...Alice Ricchiuto, onesta, coraggiosa e sincera. Una ragazza che a dispetto delle abitudini, si è sempre dedicata al calcio…Nello spogliatoio dell’AS Tricase, la parola “mister ” rischia di scomparire… Perché ad allenare non è più un lui, ma una lei. Lei è Alice Ricchiuto…..un tecnico donna… Che sia il primo passo verso una carriera di grande successo ?
Tricase, via Valsalva, 37 . Sabato, 12 marzo 2016 ore 10 . Il taglio del nastro con il Vice Ministro allo Sviluppo Economico Teresa Bellanova, il Vescovo Mons. Vito Angiuli, l'assessore regionale alle politiche di benessere sociale Salvatore Negro, il direttore U.O. neurologia ospedale Panico Gerardo Ciardo, Claudia Stefani responsabile P.U.A. distretto socio-sanitario Gagliano, Angelo Miggiano psicologo C.D.I. Giovanni Paolo II e il sindaco di Tricase l’ing. Antonio Coppola
Il centro offrirà un servizio di sollievo per le famiglie, che potranno affidare il familiare malato al centro per le ore diurne.
29/02/2016
1) Premessa Le sottonotate osservazioni al PCC derivano, oltre che dalla mia profonda conoscenza del nostro litorale (in particolare quello di Marina Serra), dai miei trascorsi professionali, dalla mia attività presso la Lega Navale e dall’aver già trattato più volte sulla stampa locale l’argomento nautica-balneazione-turismo.Ritengo inoltre che il PCC debba comprendere anche soluzioni alle nostre attuali carenze ed opportune migliorie nei servizi. Un PCC, dunque che comprenda anche opere costiere primarie, da includere eventualmente poi nel PUG, così come indicato dalle stesse norme emanate dalla Regione Puglia.
2) OSSERVAZIONI E COMMENTI
A) Costa Utile
Le aree per gli S.B., SL e SLC sono espressi in %rispetto alla totalità della costa e non rispetto al litorale fruibile (come da legge). Quest’ultimo risulta alquanto inferiore ove si tenga conto, oltre che dei tratti pericolosi, dei divieti su ambo i lati del Canale del RIO (canale alluvionale, acque reflue e fasce di rispetto vietate) oltre che dei bacini portuali. Pertali bacini, oggetto anche di ordinanze della Capitaneria, è previsto il divieto di balneazione sia al loro interno sia in un raggio di 150 metri dall’ imboccatura.E’auspicabile che tali tratti di costa siano riportati sulle mappe e che su questi non siano previsti SB, SL ed SLS.(e successive concessioni) Da aggiungere che se la Libera Balneazione (in assenza di incidenti) è stata su questi fino ad ora tollerata, non dovrebbe certo continuare, se non a rischio degli utenti e delle autorità preposte.
B) Opere di ingegneria costiera, infrastrutture e locali per servizi.
Le norme consentono l’inserimento nel PCC di opere costiere e prevedono alcuni servizi essenziali (parcheggi, bagni pubblici, infermeria/pronto soccorso), con relative infrastrutture.
Includerle già da ora nel PCC, consentirebbe di avere una più efficace visione di insieme e una più credibile programmazione.
Considerato inoltre che a Tricase Porto nautica e balneazione sono estremamente correlate e conflittuali (balneazione nel porto), si ritiene opportuno indicare adeguate soluzioni.
C) Marina Serra
1 SL (1) (a Sud)
Tale area, classificata SL, oltre ad avere una superficie decisamente accidentata, ha un fronte a mare molto alto equasi interamente vietato/pericoloso. Quasi del tutto inutilizzabile dunque come veraSL.
2)SLSLavaturo (2)ed SB (3) Lo status naturale e la pregevole visione panoramica che spazia verso Sud e lungo la scogliera, fino alla grotta Matrona e poi lungo la parete della “montagna” del Calino, ovvero al promontorio che racchiude la incantevole baia, ne fanno un luogo tanto apprezzato ed ammirato. La concessione di servizi che, da legge, potrebbero coprire fino al 50% di tutta l’area, classificata ora come SLS, ed estendersi anche all’arco notturno, verrebbe sicuramente a turbare sia tale apprezzataarmonia della natura sia la pregevole quiete che caratterizza tale località.
Considerato inoltre che, sul tratto di costa a Sud dell’imboccatura del porticcioloin zona poco felice (più esposta al vento ed al mare, distante dai parcheggi, meno panoramica,etc), è previsto uno SB, si ritiene opportuno che tale SB venga traslato sulla scogliera di fronte al parcheggio(Lavaturo), in adiacenza o come parte (confine Nord) dell’area ora tutta classificata SLSLavaturo. La scogliera interessata è piuttosto impervia ma ben utilizzabile con le consuete piattaforme e più protetta, dispone già di una scalinata di ingresso dal parcheggio, ha un agibile (migliorabile) accesso al mare, è più panoramica, meno esposta alla frequente tramontana e per la balneazione dispone anche delle adiacenti acque più calmedel Lavaturo. I clienti dello SBavrebbero inoltre, vicinissimi, ristorante, albergo, bare piscina ad acqua dolce. Sarebbe inoltrepiù facile consentire l’accesso ai Diversamente Abili (le norme lo prevedono anche per gli SB).Inoltre i frequentatori del Lavaturo potrebbero accedere ai servizi di tale adiacente SB per esigenze limitate/occasionali (bar, wc, docce etc). Si creerebbe dunque un pregevole insieme fra qualità/disponibilità di servizi a pagamentoSB ed il mantenimento delLavaturo nel pregevole stato attuale (SL).
3) Parcheggio Lavaturo. Il parcheggio serve già ad una vastità di utenti; oltre che dellefuture SL e SB, dell’albergo, del ristorante (con relativi eventi massivi quali sposalizi etc) della piscina e del bar adiacente alla rotonda. Come fatto fino ad ora, tale parcheggio potrebbe essere solo occasionalmente usato per eventi estivi/musicali, ma senza affatto variarne né le superfici né la destinazione d’uso.
4) Rotonda Tale spazio è l’unico “luogo sociale” pubblico di Marina Serra sul fronte-mare e adiacente a tutte le attività sopra indicate. Sovente è utilizzato anche per eventi culturali/musicali. Andrebbe mantenuto come tale, senza ingombri permanenti quali giochi per bambini (come proposto). Da notare inoltre che la presenza locale è dovuta soprattutto a giovani frequentatori dell’adiacente bar e ad anziani in villeggiatura.
5) Porticciolo Possedere una barca costituisce una potente attrattiva non solo per i turisti ma anche per tanti anziani e pensionati ormai così numerosi a Tricase e dintorni.Cambiare la destinazione d’uso del porticciolo (trasformandolo in SLS) o limitarlo costituirebbe un affronto alla cittadinanza ed all’utenza che prima di essere privata di tale risorsa, attiva ormai da circa 70 anni, andrebbe adeguatamente interessata/interpellata. Le barche poi non troverebberocerto posto a Tricase Porto essendo questo, in estate, decisamente affollato. Il porticciolo di Marina Serra, sapientemente scavato nella roccia e similare a quello di Andrano, Novaglie etc,( più attivi e meglio serviti) andrebbe invece risanato, dragato e ampliato nelle superfici a terra (eliminazione totale del casotto, ampliamento delle zone adiacenti allo scalo, uso delle soprastanti aree ex cava) in modo da potenziarlo anche come “porto a secco” e per servizi di varo/affitto canoe, pedalò, sport nautici etc.Quanto previsto dalla legge (WC, Punto sanitario,etc) potrebbe realizzarsi ambito volumetria sottostante la rotonda,(come già fatto di recente a Tricase Porto ove si è sbancato la strada e realizzato locali ad uso dei pescatori- un apposito progetto fu già presentato in passato). Gli attuali problemi di gestione potrebbero essere superati, di concerto con la C.P e mediante eventuale concessione a terzi e nuovi introiti per il Comune,in linea con l’art 9 delle norme emanate dalla Regione. Dare continuità alla attività nautica dunque e non certo sopprimerla per creare, senza più che validi motivi, una SLS (come ora indicato).
6) Piscina Tale “unicum ambientale” è derivato dalla riconosciuta necessità di un’area protetta per favorire la balneazione che la nostra costa rende difficile se non pericolosa. L’accesso al mare e la disponibilità di un maggiore benessere dunque,oltre che per le persone meno disinvolte (anziani, bambini, gente con scarse capacità natatorie, turisti abituati alle spiagge) anche per coloro che, pur disinvolti con il mare, intendono bagnarsi anche fuori-stagione, ma naturalmente in zona più protetta.E’ la “balneazione interna”che abbiamo avuto la fortuna di vedere realizzata a Marina Serra ma non ancora a Tricase Porto, se non illegalmente, all’interno dello stesso porto. Con tale piscina ne è nata anche una crescente balneazione “destagionalizzata”. Una attrattiva per cittadini e turisti un po’ rara e non certo da sottovalutare.
7) Torre Palane La sua posizione eccezionale e panoramicissima è ora svilita dal suo contorno e dalla attuale incuria. Sarebbe un luogo stupendo se nobilitato non solo da una adeguata pavimentazione ma dauna nuova ed ampia rotonda/piazzale sul mare. Un elegante balcone verso tutta la costa fino ad Otranto e verso il Calino.
8) Costa fra Acquaviva e Rio E’ poco accessibile ma, fruibile grazie a panoramici sentieri già esistenti o facilmente recuperabili. E’ inoltre dominata da un camping. La legge prevede anche SL per animali da affezione (cani, gattietc) e… nudisti. Potrebbero trovare posto due SL (come anche sulla costa verso Andrano) dedicate/autorizzate non tanto per incentivare tali forme di balneazione o soleggiamento ma almeno per invitare gli interessati a non imporre i loro modi di vivere in luoghi ove le norme, le usanze locali o la tolleranza degli utenti abitualinon lo consentono.
9) Pontili. Viene proposto (a Marina Serra come altrove) l’uso di pontili sia per la balneazione sia per l’ormeggio di imbarcazioni a basso pescaggio (in mare profondo come il nostro!). Non siamo né su un lago, né in una rada protetta, né all’interno di un porto, né su un tranquillo arenile. Le condizioni meteomarine e costiere semplicemente non lo permettono, se non ad elevato rischio per le persone e per le cose. E’ ben noto come,anche in agosto, il mare siada noi spessotale da disincentivare anche l’uscita di tante barche minori. In caso di urgenza non si saprebbe poi dove rimorchiare tali pontili (all’interno di un porto già affollato?) Una idea dunque affatto appetibile dai privati e, auspicabilmente, dalle stesse istituzioni.
10) Parcheggi Litoranea Sorgono forti perplessità sui parcheggi suggeriti lungo la litoranea, a circa a 50-60 m di dislivello e 7-800 m di distanza dal mare e accesso a Marina Serra dei soli residenti. Esistono a “mezza costa”, e da decenni non coltivate, vaste aree,potenzialmente utilizzabili come parcheggi estivi, tramite accordi con privati e già oggetto, in passato,di specifici progetti per parcheggi permanenti. Fermo restando la disponibilità di parcheggi gratuiti lungo la litoranea, le auto dovrebbero tutte poter accedere al litorale ma con parcheggio a pagamento (a meno dei residenti/villeggianti) e solo nelle aree esplicitamente designate con rapide multe e carro-attrezzi per chi parcheggia fuori dalle strisce e lungo le strade. Disincentivare la discesa in auto dunque più che porre divieti assoluti difficilmente sostenibili.
D) Tricase Porto 1)Porto. La presenza di una attività portuale di ampio rilievo turistico e professionale, le norme che la disciplinano e le esigenze di sicurezza non consentono certo di rinviare all’infinito una soluzione per la così detta “balneazione portuale” o per consentire, come già a Marina Serra, una più diffusa balneazione interna e destagionalizzata. Ne va non solo della nostra immagine turistica, ma anche della credibilitàe sicurezza del nostro porto. Ove dragato e senza bagnanticonsentirebbe anche l’ormeggio occasionale sulla banchina, in ingresso elungo il costone (ora di fatto una spiaggia pubblica) di imbarcazioni maggiori per tour lungo la costa o traghettamento verso altre località (comprese isole greche) Alcune grosse bitte sono ivi installate da…sempre. Una nuova attrattiva turistico-economica, facilmente realizzabile e non certo da sottovalutare.
Un più razionale uso del mare e degli spazi a terra consentirebbero inoltre di servire un più vasto numero di imbarcazioni minori grazie sia a modalità da “porti a secco” sia a un nuovo scalo di alaggio. Quest’ultimo, a beneficio delle imbarcazioni minori ocarrellate e che non necessitano di rimanere in acqua o sul posto, potrebbe essere facilmente realizzato, e con ben poca spesa, all’altezza della cancellata di fronte alla Capitaneria. Si ingombrerebbe così di meno la discesa al Porto Vecchio,si avrebbe meno traffico nauticoall’interno del porto e, con meno ormeggi occupati da tali natanti,più posti-barca per imbarcazioni maggiori.
2) Spiaggetta Un suo uso per Diversamente Abili andrebbe conciliato con i consueti corsi velici nonché per canoa, kayak e altri sport nautici a cura della Lega Navale, quale Ente Pubblico, come con successo realizzato altrove anche a sostegno degli stessi D.A. Ma con la disponibilità per tali molteplici scopi sociali, sportivi e giovanili,di un antistante locale e piùadeguato supporto istituzionale.
3) Balneazione Portuale/Nuova Piscina La soluzione potrebbe essere, come già accennato, quella di una“balneazione interna” diversa da quella portuale. L’area piana su retro di Punta Cannone lo consentirebbe mediante una adeguata escavazione e un conseguente più favorevole impatto paesaggistico. Ne verrebbe una grande piscina banchinata fino a circa 2000 mille metri quadrati; con vie d’acqua comunicanti con le vecchie cave; in grado di ospitare in sicurezza centinai di bagnanti; ben soleggiata e protetta e con spiaggetta interna. Una invidiabile SLS, un nuovo “unicum ambientale”con il soprastante parco che potrebbe sorgere al posto di quel rudere di villa che, da decenni, degrada l’intera area.Ma anche un porto meglio utilizzato, più ospitale, più sicuroper le imbarcazioni e con nuove prospettive di sviluppo.
3) CONCLUSIONI
Quanto sopra riportato, nel rispetto delle norme legislative vigenti e per una pianificazione costiera che veramente favorisca,” l’accessibilità ai beni del demanio marittimo ed al mare territoriale per la loro libera fruizione”.Fruizione che ovviamente deve tener conto della entità dellapopolazione locale e turistica, della nautica e della balneazione, degli sport nautici e delle consolidate tradizioni locali, nonché di ogni altro elemento utile a garantire uno sviluppo, oltre che credibile e sostenibile,portatore di nuovo benessere ed economicamente attrattivo.
Il Tribunale amministrativo regionale per la Puglia (sede di Lecce) ha recentemente annullato due deliberazioni del Comune di Tricase, inerenti la prima l’associazionecon quello di Tiggiano e la seconda il recesso dall’Unione “Talassa – Mare di Leuca”. Più precisamente: (a) una pronuncia, relativa alla causa n.ro 852/2015 REG. RIC, ha disposto l’annullamento della detta associazione; (b), l’altra, inerente la causa n.ro 661/2015 REG. RIC., ha annullato sia l’associazione che il recesso di cui sopra. In entrambe le cause, il Comune di Tricase è stato condannato a rifondere alla controparte le spese legali, quantificate, per ogni causa, in € 1.500 oltre accessori di legge: insomma, incluse le spese di costituzione in giudizio, se ne andranno circa 10.000 euro. Il Tribunale ha giustamente rilevato che le due deliberazioni annullate sono venute in essere in esito ad un procedimento caratterizzato da grossolane irregolarità. Ebbene, già in un mio precedente scritto, apparso sul n.ro 17/2014 di questo ebdomadario (e mi scuso per l’autocitazione, il cui scopo è di non tediare chi legge facendo il pasticcio al forno con i rigatoni del giorno prima …), espressi la mia preoccupazione a fronte della pretermissione, da parte del Comune di Tricase, di norme di legge, ma evidentemente quella voce è stata clamans in deserto. Sinceramente, non vedo nessun’altra spiegazione a quest’atteggiamento, reiterato nel tempo, che non sia riconducibile ad una combinazione dei seguenti fatti: (a) nessuno, all’interno dell’amministrazione comunale, si prende la briga di verificare quali siano le corrette procedure, forse perché non ritiene importante aderirvi; (b) qualcuno degli amministratori/burocrati comunali, forse anche per un po’ di arroganza, “rischia” consapevolmente, forse ritenendo che la corretta applicazione delle regole sarebbe troppo dispendiosa e complicata; (c) a qualche stadio della macchina amministrativa (o forse addirittura della decisione politica che dovrebbe esserne il presupposto) vi sono delle resistenze ad assumere numerose decisioni, le quali si traducono in una noncuranza, in un debole impegno nell’istruzione delle relative pratiche, con l’effetto (e dico effetto e non intento in assenza del possesso, da parte mia, di elementi che facciano propendere per quest’ultimo) di fornire a chi voglia “metterci la faccia” tutta una serie di argomenti utili alla fondatezza di un eventuale ricorso giurisdizionale. Ma comunque, quale che sia la ragione di tale pretermissione, quel che appare chiaro è che l’amministrazione comunale è “debole”, se non altro a livello dei controlli interni propedeutici all’emanazione delle decisioni: ciò è foriero di danno erariale, sia in termini di spese che avrebbero potuto essere evitate che di mancata efficacia della mano comunale che infine di immagine dell’Ente Comune: e di ciò, in uno stato di diritto, i responsabili, previamente e debitamente individuati, dovrebbero essere chiamati a dar conto. A ciò si aggiunga il fatto che, per effetto delle due sentenze prefate, il Comune di Tricase continuerà a sopportare spese inerenti l’Unione Talassa – Mare di Leuca, in massima parte compensi a funzionari comunali addizionali rispetto allo stipendio erogato in relazione al rapporto di lavoro con il Comune; e peraltro verrebbe da dire, visto lo stato di catalessi dell’Unione, che il danno si aggiunge alla beffa … di mantenere in vita un ente inutile. Rimango comunque un po’ perplesso a fronte, per così dire, della pesantezza con cui il giudice ha calato la sua scure, ed anche di alcune argomentazioni e statuizioni, quantunque implicite ovvero incidentali, di quest’ultimo. In relazione ad entrambe le cause prefate, il giudice non ha per nulla analizzato le implicazioni, in termini di improcedibilità dei ricorsi per sopravvenuta carenza di interesse da parte degli attori ovvero cessata materia del contendere, dei fatti che, come allegato dalla difesa del Comune di Tricase: (a) il Comune di Tiggiano aveva espresso la sua volontà di recedere dalla convenzione di associazione della quale si chiedeva l’annullamento; (b) di tale intendimento, il Comune di Tricase aveva preso atto con delibera consiliare, pacificamente qualificantesi quale actus contrarius a quello impugnato, il quale ultimo quindi, a partire dal momento della presa d’atto, era da ritenersi quale revocato ovvero abrogato. Per quanto concerne la causa n.ro 852/2015 REG. RIC, il Tribunale non ha dato alcuna ragione del fatto di aver, peraltro implicitamente, ritenuto sussistente, in capo al ricorrente, la legittimazione ad agire: ed in effetti in nessuna parte della relativa sentenza si discetta in proposito, all’infuori della menzione del fatto che l’attore, adducendo che la deliberazione impugnata espressamente lo indica quale persona coinvolta nell’esercizio associato delle funzioni, rileva di far valere un interesse qualificato di natura oppositiva. Ebbene, un soggetto di diritto privato (ed ovviamente il dipendente comunale che ha impugnato la delibera di associazione ha agito ovviamente more privatorum) può legittimamente impugnare un atto amministrativo se e solo se esso gli reca un pregiudizio di diritto (e non certo un mero pregiudizio di fatto, quale per esempio quello di doversi in futuro recare, per prestare servizio, in un edificio differente dall’attuale), vale a dire una lesione della sua sfera giuridica, che sia reale (cioè non ipotetica), diretta ed immediata: e questa triplice condizione non si verifica, evidentemente, nel caso di specie. In riferimento al ricorso n.ro 661/2015 REG. GEN., il Tribunale, oggettivamente statuendo ultra petita, ha giustificato l’analisi del recesso dall’associazione, non espressamente contestato (si auspica, nell’aderenza all’obbligo di agire responsabilmente che grava sui pubblici eletti) dai ricorrenti, sulla base dell’opinione che la deliberazione di recesso fosse consequenziale (che non significa ovviamente solo posteriore) a quella di associazione: ma non mi sembra proprio che sia così, non foss’altro perché è evidente che non vi era alcun impedimento, né in diritto né in fatto, a che la convenzione con il Comune di Tiggiano venisse in essere nella vigenza dell’associazione con quello di Castrignano del Capo. Inoltre, il ragionamento sottostante la statuizione d’illegittimità della delibera di recesso non mi sembra, a voler usare un eufemismo, molto lineare: tra l’affermazione, peraltro opinabile, che il recesso doveva avvenire con il consenso di entrambi i Comuni partecipanti, ed il fatto che ai ricorrenti non sarebbe stata data la possibilità di verificare, previamente alla discussione sulla delibera di recesso, che il Comune di Castrignano del Capo avesse acconsentito all’abrogazione dell’associazione, vi è un notevole, e dirimente, salto logico. Ed ancora, la clausola, contenuta nello Statuto dell’associazione, che impone il consenso di tutti i partecipanti all’Unione allo scioglimento della stessa avrebbe dovuto essere semplicemente ritenuta quale “tamquam non esset” dal giudice in quanto irragionevole e vessatoria: ed invece quest’ultimo l’ha posta alla base del suo argomentare dell’illegittimità della delibera impugnata. Sempre riguardo al ricorso n.ro 661/2015 REG. RIC., infine, il giudice ha rilevato che, a norma di legge, le associazioni tra Comuni sono costituite nel momento in cui la Regione cui afferiscono i medesimi approva le proposte in tal senso pervenute dai Comuni, ma ha poi inspiegabilmente omesso di analizzare se la deliberazione impugnata non fosse, oggettivamente vale a dire a prescindere dalla volontà del Comune di Tricase, una mera proposta, quindi un atto endoprocedimentale, e come tale impugnabile non singolarmente ma solo insieme con l’atto conclusivo del procedimento di costituzione dell’associazione.Va da sé che, se i ricorsi suddetti fossero stati dichiarati irricevibili ovvero improcedibili (dichiarazioni che, in presenza dei relativi presupposti, sarebbero state obbligatorie per il giudice, a prescindere dalla circostanza, ignota, se la difesa comunale abbia sollevato o meno le relative questioni, e sempre restando fermo il fatto che ciò rileva ai fini della disamina se il Comune di Tricase sia stato ben difeso …), con tutta probabilità l’amministrazione comunale di Tricase non sarebbe stata condannata a rifondere ai ricorrenti le spese di causa: e ciò vale anche nel caso in cui tali statuizioni siano contenute in una sentenza d’appello. Per quanto concerne poi il ricorso n.ro 852/2015, un’auspicabile sentenza d’appello che lo dichiarasse irricevibile casserebbe un precedente pericoloso , che costituisce un indebito laccio ed un vulnus all’autonomia organizzativa del Comune di Tricase: infatti un dipendente di questo, ritenendo di averne diritto, non mancherà probabilmente di impugnare decisioni di associazione con altri Comuni che potrebbero venire in essere nel futuro e che lo vedono quale persona potenzialmente coinvolta, di fatto, nei relativi cambiamenti organizzativi.In conclusione, si dovrebbe incominciare a riflettere seriamente, in un ottica di risoluzione del problema, sulle ragioni delle oggettive inefficienze della macchina comunale.Inoltre, nell’immediato, il Comune di Tricase dovrebbe anche considerare l’opportunità di appellarsi contro le due sentenze predette, chiedendone quantomeno la riforma nel senso: (a) della dichiarazione di irricevibilità, ovvero in subordine dell’improcedibilità, del ricorso n.ro 661/2015 e di quello n.ro 852/2015; (b) della cassazione dell’annullamento del recesso summenzionato. Spero che la decisione in tal senso sia presa tenendo conto della necessità di fare tutto il possibile per limitare il danno erariale già prodottosi, e che nulla importi in questo contesto la recente “fusione per incorporazione” tra maggioranza ed opposizione, insomma che non prevalgano in tale ambito considerazioni estranee agli interessi dei tricasini. Finora si è rivelato tristemente vero un proverbio angolano, che quando lottano due elefanti (anche baby …) a soffrire è soprattutto l’erba che è calpestata; che almeno ci siano risparmiati dei patimenti ulteriori quando fanno la pace …