AlessandraxleDonne continua a supportare la Pia Fondazione Cardinale Panico di Tricase nella fase di emergenza che soprattutto gli operatori sanitari si trovano ad affrontare nel servizio di assistenza al paziente e a tutta la comunità.
L'Associazione Alessandraxledonne, dalla sua nascita al fianco dell'Ospedale nella lotta conto il cancro, ha infatti valutato l’opportunità di una revisione delle priorità per l’anno 2020 destinando la maggior parte dei fondi a supporto delle necessità impellenti che stanno emergendo presso l'ospedale di Tricase.
I fondi serviranno ad implementare l'acquisto di attrezzature sanitarie, dispositivi di protezione individuale e presidi sanitari per rafforzare la sicurezza nell'emergenza sanitaria in atto con particolare attenzione ai pazienti onco-ematologici, dializzati, che non possono interrompere le cure e necessitano di specifici dispositivi di protezione individuale.
L’Associazione Alessandraxledonne ha inoltre provveduto a destinare tramite un importante istituto bancario 20.000 mascherine ad utilizzo dello stesso ente nello svolgimento delle attivita' in sicurezza degli operatori per la salute dei loro pazienti.
L'associazione non potendo stare vicina alla comunita' in questi mesi nella propria opera di divulgazione tramite gli appuntamenti consueti attraverso le tavole rotonde medico-scientifiche, che vedono sempre relatori di primo piano, ha deciso di dare il suo segno di presenza e vicinanza al territorio attraverso questa iniziativa grazie al sostegno di tutti i soci.
In questi momenti di particolare ansia e preoccupazione per la nostra salute e quelli dei nostri cari, sentiamo ancora più urgente l'impegno nell’ essere vicini a chi soffre, a chi è ammalato e ci auguriamo che anche l'Ospedale del territorio, il primo presidio per Tricase e dintorni, riesca a rispondere con cura, amore e totale dedizione anche ai nuovi bisogni che l'emergenza Covid 19 dovesse far emergere.
Confidando che l’ospedale continui ad offrire al meglio il proprio servizio per i malati anche in questa fase, pur nelle restrizioni imposte, identificando eventualmente con le autorità e altri enti locali, qualora fosse necessario, soluzioni alternative ed integrative di assistenza per stare più vicino al malato. Alessandraxledonne è distante ma vicina, Alessandraxledonne c’è!
BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO REGIONE PUGLIA 1/4/2020
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi mercoledì 1 aprile, in Puglia, sono stati registrati 1.136 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono risultati positivi 143 casi, così suddivisi:
39 nella Provincia di Bari;
5 nella Provincia Bat;
27 nella Provincia di Brindisi;
33 nella Provincia di Foggia;
18 nella Provincia di Lecce;
22 nella Provincia di Taranto;
1 fuori regione.
(La somma dei dati per provincia è superiore di 2 casi perché include le schede non ancora attribuite per provincia e che sono state nel frattempo assegnate).
Sono stati registrati oggi 19 decessi: 11 in Provincia di Bari, 1 in Provincia di Brindisi, 2 in Provincia di Foggia, 5 in Provincia di Lecce.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 15.209 test.
Salgono a 57 i pazienti guariti. Mentre il totale dei decessi è 129.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 1.946 così divisi:
655 nella Provincia di Bari;
116 nella Provincia di Bat;
191 nella Provincia di Brindisi;
490 nella Provincia di Foggia;
321 nella Provincia di Lecce;
148 nella Provincia di Taranto;
20 attribuiti a residenti fuori regione;
5 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Il bollettino epidemiologico Regione Puglia 1/4/2020 è disponibile a questo link: http://rpu.gl/
di Nunzio Dell'Abate
Quando gioca la nazionale, non c’è club che tenga, è l’Italia in campo.
Quando è in gioco la salute e la sopravvivenza della comunità anche dal punto di vista socio-economico, non c’è maggioranza ed opposizione, c’è la comunità.
Colgo pertanto con favore l’invito all’unità rivolto dal collega di maggioranza Vincenzo Chiuri alle forze di opposizione.
Mi auguro però che, almeno in camera caritatis, lo abbia rivolto al Sindaco e che finalmente si intravveda un cambio di rotta da parte sua.
Eh già perché sin dalle prime avvisaglie di questa drammatica emergenza non c’è stato alcun coinvolgimento, se non un messaggino ai capigruppo cinque minuti prima di diffondere un provvedimento.
E quando da Consigliere Comunale, ruolo che non deve mai andare in soffitta a maggior ragione in questo momento, mi son sentito in dovere di farmi portavoce di alcune istanze dei cittadini o di suggerire delle azioni sono stato tacciato di sciacallaggio e di dispensatore di fake news.
Ha ragione, l’amico Vincenzo Chiuri, si è superato il limite della decenza, quando invece si dovrebbe dare un’immagine di coralità alla cittadinanza per infondere coraggio e speranza ed avere la consapevolezza che mai come in questa guerra non si
vince da soli.
In fondo non vogliamo altro che dare il nostro modesto contributo di esperienza.
E forse si sarebbe evitato di essere ripresi dal Prefetto sulle ordinanze sindacali illegittime e foriere di confusione fra i cittadini. Forse si sarebbe effettuata
una sanificazione del territorio veramente in modo integrale ed efficace.
Forse non si sarebbero tenuti fermi 50.000 euro del fondo di riserva, istituito nei bilanci comunali proprio per le emergenze, magari destinandoli alle famiglie più indigenti per il pagamento delle bollette scadute a rischio di distacco della fornitura.
Forse si sarebbe dotato il corpo di Polizia Locale delle unità necessarie per l’effettivo controllo della città. Forse si sarebbe istituito un centro comunale di ascolto virtuale dei cittadini in cerca di informazioni su norme ed agevolazioni o di semplice conforto.
Senza forse ci sono più probabilità che vinca la partita una squadra e non un singolo!
Infine, stia tranquillo l’amico Vincenzo non c’è nessun intento di verifica della tenuta della maggioranza, che anzi vorremmo fosse ben salda in questo momento.
D’altro canto non ce ne sarebbe neppure bisogno, parla il numero delle firme (sette su sedici dei consiglieri in carica) in calce ai comunicati diffusi dalla maggioranza…
COVID19:ELENCO POSITIVI
DATI ASL-LE
31 MARZO 2020
TRICASE 1
LECCE 44
COPERTINO 34
NARDO' 10
LEVERANO 11
CAMPI SALENTINA 3
CANNOLE 3
CAPRARICA DI LECCE 1
CARMIANO 9
CARPIGNANO SALENTINO 3
CASARANO 2
CASTRI’ DI LECCE 1
CASTRIGNANO DEL CAPO 1
CAVALLINO 5
COLLEPASSO 1
CORIGLIANO D’OTRANTO 1
CURSI 1
CUTROFIANO 2
ARADEO 3
GAGLIANO DEL CAPO 2
GALATINA 25
GALLIPOLI 9
GIUGGIANELLO 1
GUAGNANO 3
CALIMERA 3
MAGLIE 6
MARTANO 3
MARTIGNANO 3
MATINO 2
MELENDUGNO 3
MELISSANO 1
MELPIGNANO 2
MONTERONI 13
NEVIANO 4
NOVOLI 2
OTRANTO 2
POGGIARDO 3
PORTO CESAREO 1
SALICE SALENTINO 1
SAN CESAREO 2
SAN DONATO 4
SAN PIETRO IN LAMA 4
SANTA CESAREA TERME 1
SCORRANO 2
SOLETO 20
SPONGANO 1
SQUINZANO 2
SUPERSANO 1
STERNATIA 1
SURBO10
TAURISANO 3
TAVIANO 1
TREPUZZI 1
UGENTO 1
VEGLIE 3
VERNOLE 3
ZOLLINO 3
ALEZIO 1
ARNESANO 1
LIZZANELLO 1
RACALE 1
MURO 2
Tricase,31 marzo 2020
di Dario Martina
Dispiace rispondere ad una lettera dai toni caldi in un periodo emergenziale in cui è chiesto unità e visione di intenti e nel quale la Politica, con i suoi rappresentanti, dovrebbe dare esempio di coesione e servizio.
Ma devo farlo! Lo devo per il ruolo istituzionale che ricopro rispondendo, alla lunga nota del Consigliere Chiuri, per quei punti nei quali l’Ufficio di Presidenza (o la mia persona?!?) è chiamato direttamente in causa. Il 12 marzo si sarebbe dovuto tenere un Consiglio Comunale con 14 punti all’ordine del giorno. Argomenti che, pur non avendo scadenze perentorie, annoveravano 8 punti già rinviati, su proposta della maggioranza, nel corso di precedenti Consigli.
Una data, quella del 12, scelta con i Presidenti di Gruppo nella Conferenza del 5 marzo, quella in cui la consigliera Sodero aveva anticipato la sua assenza, in questo come negli altri consigli che da lì sarebbero seguiti, fino a quando il Sindaco non avrebbe sciolto la sua riserva sulla candidatura alle regionali.
Una conferenza tenuta all’indomani del DPCM del 04 marzo e che, proprio in ottemperanza a questo, avrebbe visto un Consiglio allestito nella Sala del Trono (ambiente idoneo a garantire le dovute distanze tra i consiglieri), oltre all’adozione di ulteriori misure, e con la cittadinanza invitata a seguirlo tramite il canale mediatico.
Un po’ quello che, proprio in quella settimana, è stato fatto dai miei colleghi; un po’ quello che è stato fatto in tanti Comuni, anche limitrofi al nostro, dove spazi idonei hanno potuto consentire il rispetto della normativa e dunque l’esercizio consiliare.
Il 10 marzo, il giorno seguente all’ulteriore e più restringente DPCM, con un messaggio (non dunque una nota ufficiale, ma considerato il seguirsi degli eventi non era certo il momento delle formalità), proprio il consigliere Chiuri preannunciava l’assenza della maggioranza nel Consiglio già programmato, e “ammoniva” che qualora l’Ufficio di Presidenza avesse mantenuta valida la convocazione la Maggioranza sarebbe uscita con un comunicato stampa per spiegare le ragioni di tale mancanza (ragioni poi espresse nella lettera/comunicato dello stesso).
Non è stato certamente questo velato avvertimento che può avermi intimorito nelle mie scelte.
Il mio unico interesse, da Presidente dell’Assise, era dare alla cittadinanza l’idea di un Consiglio coeso, come poi dimostrato nella scelta adottata. Pertanto non la necessita di “sostenere in maniera miope la possibilità di tenere il Consiglio ad ogni costo” ma il dovere di sentire tutte le forze di opposizione, nessuna esclusa, perché si arrivasse ad un’idea condivisa, senza che nessuno dei membri vedesse violato propri diritti.
E’ questo nel corso del mio mandato lo spirito con il quale ho cercato di condurre i lavori consiliari: quello della condivisione anche nell’astio dell’agone politico; quello del rispetto della persona e del ruolo che essa rappresenta. Lo stesso spirito che, attraverso un lavoro di ascolto e mediazione, più volte ho richiesto, alle diverse forze, andando sempre incontro alle esigenze, quando motivate, dei Gruppi consiliari.
Un Consiglio che dunque poteva tenersi; le disposizioni che regolamenteranno le sedute di Giunta e Consiglio verranno dopo, solo il 17/03.
Non era questo, soprattutto, il Consiglio che doveva presentarsi con banchi vuoti o semideserti, nessuno di noi lo avrebbe voluto o permesso. Poteva, però, essere il Consiglio delle comunicazioni, delle dichiarazioni, delle raccomandazioni, delle rassicurazioni del Primo Cittadino alla propria cittadinanza, e credo (spero) della apertura/disponibilità alla cooperazione di tutte le forze politiche.
Sarebbe stato, forse, questo un segnale di vicinanza e incoraggiamento alla città, come già accaduto per un’altra emergenza: quella del tornado. A poco in queste occasioni interessano i numeri di tenuta della maggioranza; non era dunque questo il Consiglio che doveva pesare le forze schierate in campo.
Alla politica dei numeri sulla tenuta, personalmente, prediligo e antepongo quella dell’interesse della comunità. Non entro in altre polemiche sollevate dalla lettera del consigliere Chiuri perché credo che, nel pieno emergenziale, l’interesse debba essere rivolto alle esigenze dei nostri cittadini, alle fasce più deboli ed esposte all’emergenza sanitaria e sociale.
Per questo faccio un appello a tutti i Gruppi consiliari, perché questo non può e non deve essere il momento delle divisioni o delle distanze politiche.
Oggi, in questa lotta emergenziale ognuno di noi, con ruoli e parti diverse, è chiamato a dare il suo contributo. Con unità!
DAL 4 APRILE ANCHE NELLA DIOCESI DI UGENTO – S. MARIA DI LEUCA
LA “SPESA SOSpesa” A FAVORE DELLE FAMIGLIE BISOGNOSE
La CARITAS della Diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca comunica che da Sabato 4 aprile, insieme alle 43 parrocchie e con il Patrocinio dei 17 Comuni della stessa Diocesi, sarà avviata l’iniziativa “SPESA SOSpesa”, realizzata con la partecipazione dei titolari degli esercizi commerciali.
Questa modalitpermetterà di compiere un gesto di solidarietà da famiglia a famiglia non solo in questo momento di grave crisi economica e sociale ma anche in futuro proponendola come coinvolgimento della comunità tutta a essere accanto a chi vive nella difficoltà.Il logo di questa iniziativa sarà “il PELLICANO”, simbolo cristiano dell’eucaristia – carità. Secondo un’antica leggenda quando i piccoli rischiano di morire, egli si squarcia il petto e i piccoli mangiando la sua carne si salvano.
Anche nella realtà, il pellicano trasporta nel suo gozzo il cibo per i piccoli che ancora non possono lasciare il nido, perché deboli e incapaci di volare, e li nutre finché non diventano forti.
Presso gli esercizi commerciali, aderenti all’iniziativa, saranno disponibili per i clienti, direttamente alle casse, i buoni da euro 2,00 e euro 5,00 di “SPESA SOSpesa”.
La matrice rimane alla cassa, mentre al cliente viene consegnata la parte staccabile. Ogni fine settimana alcuni volontari, con il corrispettivo dei buoni accumulati, acquisteranno i beni di cui necessitano le famiglie, secondo le
indicazioni delle Caritas parrocchiali (generi alimentari, prodotti per l’igiene personale o della casa) impegnandosi così a distribuirli alle famiglie più bisognose. Verrà richiesta la collaborazione dei titolari degli esercizi commerciali, che secondo le proprie disponibilità, potrebbero contribuire anch’essi, applicando degli sconti o offrire dei generi di prima necessità secondo le richieste delle Caritas.
Come scrive,tra l’altro,Don Lucio Ciardo, Direttore della Caritas diocesana ai parroci nel presentare il progetto: “…siamo tutti coinvolti a fronteggiare questa emergenza COVID-19 che sta mettendo in crisi la nostra società, ma che sta anche dando a ciascuno la possibilità di far riscoprire alle nostre comunità, il senso di solidarietà e la fraternità, come tracce su cui riscrivere la nostra vita con le nostre scelte.….Insieme possiamo realizzare tanto e contribuire a fare uscire tante famiglie e tante persone da questo periodo di oscurità. Insieme possiamo realizzare tanto e contribuire a fare uscire tante famiglie e tante persone da questo periodo di oscurità.”
Mentre Don Beniamino Nuzzo, Vicario Generale Diocesano, tra l’altro, scrive nella lettera: “L’amore di Cristo per i poveri ci sospinge e ci sollecita - La carità al tempo del Coronavirus - La misura dell’amore è amare senza misura” (S. Agostino) Offro queste semplici riflessioni a sostegno e incoraggiamento della Caritas diocesana, delle Caritas parrocchiali, di coloro che sono animati dal Vangelo della carità, delle Istituzioni civili e di tutti gli impareggiabili eroi del Volontariato.
“Preghiamo per le famiglie che incominciano a sentire il bisogno a causa della pandemia”. Questa sollecitudine paterna di Papa Francesco nella Messa a Santa Marta, sabato 28 marzo, ha scattato una fotografia dell’emergenza sanitaria in atto: “In questi giorni – ha detto il Santo Padre - in alcune parti del mondo, si sono evidenziate alcune gravi conseguenze della pandemia; una di quelle è la fame. Si incomincia a vedere gente che ha fame, perché non può lavorare, non aveva un lavoro fisso, e per tante circostanze.
Incominciamo già a vedere il ‘dopo’, che verrà più tardi ma incomincia adesso”.
E’ quanto aveva già espresso, la sera precedente, il Presidente della Repubblica nel discorso alla Nazione: "Stiamo vivendo una pagina triste della nostra storia. Abbiamo visto immagini che sarà impossibile dimenticare. Alcuni territori - e in particolare la generazione più anziana - stanno pagando un prezzo altissimo".
Questa pandemia sta mettendo in crisi la nostra società, ma sta anche dando lpossibilità discoprire il senso di solidarietà e la fraternità”.
Il Vescovo Vito,sempre attento e sollecito ai bisogni di tante famiglie e di persone anziane e ammalate che vivono situazioni di povertà, di miseria, di solitudine e di abbandono - oggi più che mai a causa di questa pandemia, e purtroppo, anche sul nostro territorio diocesano - ha accolto molto volentieri e ha incoraggiato questa iniziativa, già sperimentata in altre parti d’Italia e che don Lucio Ciardo, direttore della Caritas diocesana, insieme al suo vice e ai vicari foranei, ha maturato, definito e coordinato, coinvolgendo tutti i parroci della diocesi, che ogni giorno con i volontari delle caritas parrocchiali, accolgono e cercano di soddisfare le tante richieste di aiuto, di conforto, di sostegno solidale.
“Siamo tutti sulla stessa barca - ha detto Papa Francesco nella meditazione che ha aperto lo straordinario momento di preghiera e di adorazione eucaristica venerdì scorso su Piazza S. Pietro - e siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Siamo perciò tutti chiamati a remare insieme,
tutti bisognosi di confortarci e sostenerci a vicenda. Non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme”.
Per qualsiasi informazione: Caritas Diocesana, c/o Auditorium
Benedetto XVI - SS 275 Km 23,600 Alessano Tel/fax 0833/1826042 (lunedì
- mercoledì - venerdì ore 9.30 - 12.30) E-mail.:
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di Alessandro Distante
Tricase,31 marzo 2020
Ho grande stima per il dott. Vincenzo Chiuri, come medico e come politico; aggiungo che di lui ho una grande considerazione come persona, avendo avuto modo di sperimentare la sua generosità dimostrata in attività mediche svolte a puro titolo di volontariato.
Proprio per questo mi permetto di interloquire pubblicamente con lui, sicuro che in nessuno di noi due vi è spirito polemico o voglia di avere ragione o di impartire una lezione, neppure di diritto.
Facendo giornalismo locale, con tutti i limiti che un’attività non professionale denota e con i rischi che comporta, è necessario fornire ai Lettori/Cittadini la prova che ci si può confrontare apertamente e pubblicamente ed uscirne migliorati, fornendo, a chi segue il dibattito, spunti utili di riflessione, oltre che di conoscenza.
Vengo ai fatti: nel numero uscito in data 14 marzo, ho dato notizia della revoca della seduta del Consiglio Comunale, decisione assunta “sentiti i capigruppo”, quindi tutti i Capigruppo (maggioranza e minoranza).
In quell’articolo ho espresso il mio pensiero sulla inopportunità e non illegittimità di non svolgere il Consiglio Comunale; ciò, per un verso, perché il Presidente del Consiglio aveva predisposto misure appropriate per assicurare la distanza precauzionale tra i Consiglieri (si sarebbe svolto nella Sala del Trono e, se non fosse stato possibile registrare, si sarebbe potuto verbalizzare), sia perché ritenevo che il Consiglio sarebbe stata la sede migliore e più solenne per “lanciare, con apposita comunicazione del Sindaco, parole importanti ai cittadini, proprio in un momento in cui il coronavirus sta mettendo in ginocchio tante attività produttive e creando disagi alle famiglie, agli studenti e agli anziani” (così scrivevo il 14 marzo).
Esprimevo una opinione: proprio in un momento difficile, come quello che già in quei giorni stavamo vivendo, era fondamentale offrire alla Città, a mezzo dei suoi rappresentanti, un segnale di presenza.
Ponevo poi una questione di fondo, rimbalzata nei giorni successivi con riferimento alla attività del Parlamento nazionale, sostenendo che, in momenti di emergenza, le espressioni democratiche, quale un Consiglio comunale, non possono essere messe tra parentesi se non per insuperabili limiti.
Mai il Governo ha vietato le sedute dei Consigli comunali (riprova ne sia che molti Comuni in quei giorni si riunirono); lo stesso articolo 73 del D.L. 18 del 17 marzo (successivo quindi al mio scritto) ha consentito le riunioni in videoconferenza, ma non ha mai vietato le riunioni consiliari.
Quanto poi alle ordinanze sindacali, trattasi di una decretazione eccezionale che pertanto deve essere applicata con iudicio; in uno Stato nel quale la Costituzione garantisce la libertà e la libera impresa ogni restrizione non può che essere disposta con attenzione, al punto che il Prefetto di Lecce (e non l’opinionista da quattro soldi de il Volantino) ha richiamato i Sindaci, tra i quali anche Chiuri, a quanto fissato dall’art. 35 del D.L. 2 marzo n. 9 che dispone la inefficacia (molto più della illegittimità) delle ordinanze sindacali in contrasto con le misure statali, come oggi ribadito con l’art. 3 del D.L. 25 marzo 2020 n. 19.
Quindi nessuno ha sminuito il DPCM, ma ha unicamente sostenuto una tesi nell’osservanza della normativa vigente e nel rispetto, più che del rango delle norme, delle norme stesse.
Sono convinto che, finito questo periodo, avremo modo di approfondire le tematiche sopra accennate e che vanno ben oltre l’emergenza; sono sicuro che lo faremo con onestà e passione, nello sforzo che io riconosco al dott. Chiuri e che spero lui riconosca in me, di crescere entrambi, ma, soprattutto, di crescere insieme alla nostra Città e, magari, lo faremo sulle pagine del Giornale da me diretto per il quale vorrei rispetto da tutti (a partire dal Primo cittadino), quanto meno per la pluridecennale disponibilità a pubblicare quello che gli viene inviato, purchè, tuttavia, gli venga inviato, come sarebbe stato opportuno rispondendo a precedenti articoli dallo stesso pubblicati.
Tricase,30 marzo 2020
Lanciato un toccante “ grazie di cuore”
In un silenzio quasi assoluto che sapeva di lutto e di dolore, i lampeggianti accesi hanno fatto vivere un commovente saluto a medici e infermieri per il prezioso ed insostituibile lavoro quotidiano.
Tutte le forze dell’ordine e i militari assieme per omaggiare medici, infermieri e professionisti sanitari impegnati a Tricase nella lotta al coronavirus.
Alle ore 19 di oggi, davanti all’azienda ospedaliera Card. G. Panico di Tricase”, arma dei carabinieri, guardia di finanza, polizia di stato, polizia locale, vigili del fuoco, protezione civile e forestale,hanno reso omaggio agli operatori sanitari impegnati, in queste settimane, per l’emergenza coronavirus.
E’ stato un modo singolare per mostrare la loro vicinanza a chi, come loro, sta lottando in prima linea contro un nemico invisibile.
Gli uomini in divisa hanno acceso le sirene delle loro auto e hanno cantato l’Inno d’Italia. Presente per ringraziare tutti anche il sindaco di Tricase Carlo Chiuri.
In provincia di Lecce spettano al Comune di Lecce, un milione e 431mila.
Per quanto riguarda gli altri Comuni,da segnalare l'importo di 141mila euro per Tricase, 260mila per Nardò, 216mila per Galatina, 209mila per Copertino.
L’elenco della provincia di LECCE
Arriveranno entro martedì 31 marzo i 400 milioni di euro destinati ai Comuni per finanziare i buoni spesa e fronteggiare l’emergenza alimentare.
La tempistica è scritta nella versione definitiva dell’ordinanza della Protezione civile, che fissa anche i criteri di ripartizione delle risorse.
L’80% del fondo sarà distribuito in base alla popolazione, e l’altro 20% si concentrerà nelle zone più povere in base al parametro della distanza fra il reddito pro capite del Comune e quello medio nazionale
Ma come avverrà la distribuzione? I 400 milioni potranno essere utilizzati dai Comuni in due modi: o attraverso dei buoni spesa per l'acquisto di generi alimentari presso una serie di esercizi commerciali contenuti in un elenco pubblicato da ogni amministrazione, oppure comprando e distribuendo direttamente generi alimentari e prodotti di prima necessità.
Cinque Marzo 2020
Il giorno 5 marzo 2020 è iniziata una nuova vita per Torre Palane: essa è stata formalmente consegnata dalla Capitaneria di Porto di Gallipoli - quindi dal Demanio marittimo, al Comune di Tricase, sul cui territorio insiste.
Con questa decisione, viene sancita non solo la fine di un iter amministrativo iniziato tempo fa, anche se dalla progressione lenta, ma anche -ci piace pensare- l’inizio di una fase nuova che ponga fine ai tentennamenti, alle sinusoidi di interesse privato e disinteresse pubblico, ai tentativi zoppicanti di trovare una destinazione chiara negli intenti, condivisa da quanti se ne vorranno interessare, stabile nel lungo termine, culturalmente propulsiva, dinamica, soprattutto pubblica.
TORRE PALANE a Marina Serra
Però, per essere davvero pubblica, non basta che sia affidata ad un ente pubblico: le attività devono soddisfare un “pubblico interesse”, i destinatari sono il pubblico.
D’altra parte, per questo la torre costiera è stata eretta nel XVI secolo, per la protezione del territorio: questa torre, come le altre.
E dove finiva un’insenatura ed un promontorio oscurava la vista del tratto di costa successiva, su un’altura ne costruivano un’altra che colloquiasse con quelle precedenti e successive, in modo da creare una catena comunicativa avente le stesse finalità protettive.
A questo orizzonte lontano è opportuno guardare nella progettazione della sua salvaguardia fisica in primis e del suo ruolo successivamente. Naturalmente il coinvolgimento di tante realtà, pubbliche e private, in quello che dovrà essere un progetto di ampio respiro, partecipato, è scontato, ma l’errore da non fare, è perdere il focus sugli obiettivi.
Tante esperienze di gestione di beni simili ormai hanno fatto letteratura: più lungimirante e culturalmente denso e variegat è l’obiettivo, più probabilità di successo si hanno. La “cortomiranza” sembra pagare nel brevissimo tempo, ma sulla lunga distanza è fallimentare. Ed infatti così pare essere stata finora la vita in apnea di questa bellissima torre.
L’Associazione Marina Serra, da anni attiva su diversi fronti (ambiente e natura, cultura, agricoltura, alimentazione) che, per quanto diversi, hanno in comune questo intento latamente pubblico, si è adoperata fattivamente e con tanta costanza e pazienza per ottenere questo piccolo grande risultato conclusivo: l’assegnazione al Comune di Tricase di Torre Palane, di cui quindi rivendica il merito, al solo scopo di dimostrare che, se si vuole, si può. Ma si può solo se si vuole in un certo modo e con certi scopi: pubblici appunto, per i tanti “pubblici” di oggi e di domani.
Angelo Francesco Chiuri
Presidente Associazione di Promozione Sociale “Marina Serra”
I POVERI AUMENTANO E LA PARROCCHIA SI MOBILITA
Intervista a don Flavio Ferraro
In tempi di coronavirus anche le Parrocchie hanno dovuto cambiare le loro modalità di vivere l’impegno pastorale. Molti gli appuntamenti per le Messe e per i momenti di preghiera; tutti attraverso video e molti in diretta streaming. Abbiamo raggiunto, ovviamente per telefono, il parroco della Chiesa Madre, don Flavio Ferraro al quale abbiamo rivolto alcune domande.
Come vivi questo momento di distacco forzoso dalla tua comunità?
E’ inutile dirlo: mi sento in clausura. Per me, come per tutti noi parroci, il contatto con le persone, con i nostri parrocchiani è fondamentale. Non basta la parola, che cerchiamo di far arrivare attraverso le dirette streaming e il telefono; mi manca il contatto fisico, il guardare i volti dei miei parrocchiani, stringere loro la mano. In questo momento di emergenza è necessario fare così, ma non è pensabile una comunità parrocchiale virtuale.
Chi è che vive con maggiore difficoltà questo momento?
Certamente le persone anziane. Per loro, lo stare chiuse in casa, tante volte da sole, è una sofferenza enorme. Per i ragazzi è molto diverso: attraverso le video-cam oppure con i cellulari o internet riescono a riempire il loro tempo ma anche a rimanere in contatto tra di loro e sviluppare anche una certa creatività. E poi hanno l’impegno della scuola, seppure a distanza. Mentre, per gli anziani, non è così. Se penso a qualche vecchietta che aveva come unica uscita la Messa quotidiana, mi viene tanta tristezza.
Le attività di volontariato sono state sospese?
La Mensa di fraternità abbiamo dovuto sospenderla per ovvi motivi. Ma i bisogni aumentano e ai poveri di ieri si aggiunge e si aggiungerà a breve una nuova vasta schiera di poveri. Penso soprattutto a tante persone, con nomi e cognomi e con famiglie a carico, che hanno lavorato, talvolta lavoricchiato, ma comunque raggiungendo quelle risorse economiche che consentivano loro di portare avanti la famiglia. Da oggi e soprattutto tra qualche settimana, e non parlo di mesi, le situazioni di difficoltà cresceranno notevolmente e il rischio di esplosione del disagio sarà altissimo. Non possiamo soltanto pregare; dobbiamo pensare a loro ed intervenire.
Hai pensato a qualcosa in particolare?
Stiamo elaborando un progetto che vogliamo chiamare: spesa-sospesa, un po’ come il caffè sospeso, pagato per chi viene dopo. E’molto semplice: non vogliamo raccogliere soldi da dare a chi ha bisogno. L’idea è che chi vuole può recapitare alla Parrocchia dei buoni-spesa che io poi donerò a chi ne ha bisogno. Il buono spesa verrà lasciato in alcuni punti di raccolta. Sto pensando a casa mia (nella mia cassetta) e a tre rivendite di tabacchi, che in questo periodo possono rimanere aperte. Io passerei a raccogliere i buoni spesa donati e li consegnerei a chi conosco, a persone cioè delle quali conosco l’effettivo bisogno. Il progetto verrà avviato in forma sperimentale ma, d’intesa con la Caritas diocesana, potrà essere esteso alle altre Parrocchie della Foranìa.Ed è grazie alla Caritas diocesana che cerchiamo di provvedere ad altre esigenze, come il pagamento delle bollette per la fornitura di servizi essenziali; talvolta serve solo una integrazione, quanto manca a pagare la bolletta; altre volte paghiamo l’intero. E sempre con la Caritas, laddove è possibile e dove vi è urgenza, la Parrocchia non fa mancare gli alimenti. Ma ripeto, il futuro, con la crisi che ha portato il blocco delle attività per il coronavirus, sarà molto difficile e dobbiamo essere attenti ai tanti nuovi bisogni.
Pensi di coinvolgere i tuoi gruppi parrocchiali in questo progetto della spesa-sospesa?
Sì certamente; non intendiamo mettere in campo la squadra dei ragazzi ma la partecipazione dei grandi, specialmente dei capi scout sarà fondamentale.
Come vedi la risposta della Città in questo momento?
Ho saputo che l’Assessorato ai Servizi Sociali sta coinvolgendo le associazioni per organizzare una forma di volontariato ampia. Io ho dato la mia personale disponibilità alla Pro Loco. Ma a tutt’oggi non si è potuti partire; l’ultima notizia è che sta per essere approvata una delibera comunale che ufficializzi l’iniziativa. Ma intanto bisogna intervenire: le necessità ed i poveri non possono aspettare.
Quali sono le conseguenze del coronavirus sui Sacramenti?
Domenica prossima era programmata la Cresima ma ovviamente è stata rinviata. La Prima comunione è programmata per il 17 maggio, vedremo. Purtroppo molti matrimoni, fissati per i mesi di marzo-giugno, sono stati rinviati a dopo l’Estate
I gruppi parrocchiali stanno continuando, e come, la loro esperienza di comunità?
Le catechiste non perdono tempo; fanno giungere ai ragazzi schede e materiale vario. In questo modo riescono a tenere vivo il senso di appartenenza al gruppo e farli crescere. Io poi preparo la Messa domenicale delle 10; invio ai ragazzi una specie di introduzione e poi mi seguono nella celebrazione, da casa certo, ma debbo dire in
maniera partecipata. Sono molto felice di ricevere messaggi, magari a distanza di tempo, ma comunque belli perché spontanei.
Insomma don Flavio continui nella tua incessante operosità
Mi sento in clausura sì, ma non mi posso fermare.