Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi sabato 4 aprile, in Puglia, sono stati registrati 1.053 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono risultati positivi 58 casi, così suddivisi:
21 nella Provincia di Bari;
0 nella Provincia Bat;
16 nella Provincia di Brindisi;
19 nella Provincia di Foggia;
3 nella Provincia di Lecce;
2 nella Provincia di Taranto;
3 casi di residenti fuori regione risalenti a ieri sono stati registrati oggi.
Sono stati registrati oggi 9 decessi: 6 in provincia di Bari, 2 in provincia di Brindisi, 1 in provincia di Lecce.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 18.977 test.
Sono 94 i pazienti guariti clinicamente.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 2.240 così divisi:
762 nella Provincia di Bari;
129 nella Provincia di Bat;
234 nella Provincia di Brindisi;
546 nella Provincia di Foggia;
362 nella Provincia di Lecce;
180 nella Provincia di Taranto;
23 attribuiti a residenti fuori regione;
4 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Il bollettino epidemiologico Regione Puglia 4/4/2020 è disponibile a questo link: http://rpu.gl/bollettinoepid20200404
L’intervista a don Flavio ha posto l’accento su una questione ripresa da più parti.
Il coronavirus ha messo a rischio la salute, ma anche la tenuta sociale, facendo evidenziare, a chi più di altri sta in prima linea (come può essere un Parroco), gli iceberg di un disagio che ben può allargarsi per numero e per drammaticità.
Alle difficoltà economiche, si aggiungono altre difficoltà, forse più difficile da scorgere. Questa settimana abbiamo posto alcune domande a chi dirige le Scuole degli Istituti Comprensivi di Tricase per capire se, anche tra i ragazzi, possono emergere difficoltà e se anche lì si possono creare forme nuove di povertà. Fuori discussione l’ottima risposta che, nell’emergenza, le Scuole stanno dando e quindi anche le Scuole degli Istituti comprensivi di Tricase.
Notevole l’abnegazione del corpo docente e di tutto il personale, come notevole l’impegno dei ragazzi e delle loro famiglie. Tutto questo è fuori discussione e ben conosciuto. Tuttavia non mancano criticità, come quella che riguarda una certa percentuale, seppure non elevata (fermo restando che anche se fosse un solo caso sarebbe importante), che, per motivi diversi, non ha la strumentazione tecnologica necessaria o adeguata per poter seguire la didattica a distanza.
Se tutti, o quasi tutti, i ragazzi hanno un cellulare, l’uso dello smartphone, ad esempio, non è adeguato per seguire le lezioni. Vi è poi, spesse volte, la difficoltà derivanti dai limiti di Giga a disposizione.
Talvolta si tratta di ragazzi che vivono in famiglie, alcune volte prive di queste tecnologie, ma tal’altra con un numero di terminali video inadeguato a coprire le contemporanee esigenze di più componenti il nucleo familiare, che vede magari la presenza di più studenti o anche di uno o entrambi i genitori impegnati nel lavoro da casa.
Alle difficoltà –come ci hanno detto le Dirigenti Scolastiche- gli insegnanti tentano di sopperire in tutti i modi, financo, previo consenso dei genitori, con messaggi whatsApp oppure con contatti diretti, sempre a mezzo telefono o altro.
A loro il più grande apprezzamento, ma certamente il problema rimane.
Non vogliamo qui affrontare un altro aspetto che è più marcatamente educativo e che riguarda il necessario venir meno di momenti di condivisione e di comunità. Come dettoci dalle Dirigenti, il timore è che i ragazzi, con l’allontanarsi dal gruppo classe e dalla
Scuola, perdano l’orientamento, i loro punti fermi. Per un ragazzo, la socialità, lo stare insieme è fondamentale e se si combattono fenomeni di isolamento è tanto più evidente che lo stare insieme, il condividere spazi e momenti assume un valore educativo importantissimo. E’ bello in tutto questo far sapere che per sopperire a questi bisogni e dare una mano a queste nuove forme di povertà nascono iniziative encomiabili.
Oltre alla messa a disposizione in comodato gratuito di tablet per i ragazzi che ne erano sprovvisti effettuata dalle Scuole, è significativa l’iniziativa di alcuni genitori di Tricase che hanno deciso di comprare dei tablet e di regalarli a ragazzi che ne erano sprovvisti.
Gli stessi genitori hanno anche messo a disposizione contratti per il servizio internet, pagando anticipatamente schede per collegamenti internet.E’ un’altra risposta di solidarietà, di aiuto concreto.
Alla spesa per gli altri o, come è stata denominata, alla spesa/sospesa, si aggiunge il dono fatto da genitori che, in un momento di distanza sociale, si avvicinano agli altri, a chi vive firme nuove ma non meno gravose di povertà.
Un ringraziamento alle Dirigenti Scolastiche degli Istituti Comprensivi di Tricase, prof.ssa Anna Maria Turco e prof.ssa Rina Mariano che –da noi interpellate- non hanno mancato di trovare il tempo per fornirci le notizie e le considerazioni che sopra, seppure sinteticamente, abbiamo rappresentato.
Tricase,4 aprile 2020
Dalla pagina Facebook del sindaco Carlo Chiuri
Cari Concittadini, dai dati diffusi da Asl-Lecce, suddivisi per Comune, a Tricase vengono attribuiti tre casi totali, quindi due in più rispetto a quanto noto nei giorni scorsi. Ribadisco che, stante i tempi di comunicazione dell'esito dei test diagnostici, si tratta ancora di notizie ufficiose, delle quali sono in attesa di conferma tenendomi sempre in contatto con gli organi competenti. A prescindere da ciò, invito tutti ad evitare inutili allarmismi e a correre alla ricerca dell'identità delle persone coinvolte. Di ciò si occupa il SISP (Servizio di Igiene e Sanità Pubblica) della ASL.
IL NOSTRO IMPEGNO, INVECE, DEVE ESSERE QUELLO (SE ANCORA NON LO ABBIAMO CAPITO) DI #RESTAREACASA!
Ovviamente vi terrò aggiornati
Sullo studio che ammetterebbe la possibilità che il coronavirus si diffonda nell'aria, è intervenuto Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità. Durante la conferenza stampa organizzata nella sede dell'Iss e trasmessa in streaming ha risposto a una domanda sulla possibilità che l'Oms riveda le indicazioni per l'uso delle mascherine da parte della popolazione.
La gente ha paura che andando per strada o stando sul balcone ci possa essere una trasmissione del virus. Al di fuori degli ambienti chiusi possiamo escludere questa ipotesi», ha detto.
Rezza ha sottolineato che «abbiamo dei segnali cautamente positivi, l'infezione sta diminuendo nelle aree più colpite e la curva dei casi sta appiattendosi o forse probabilmente questo è il preludio a una iniziale e graduale diminuzione del numero di nuovi casi. Ma dobbiamo essere cauti, questo virus non ci mette niente a riprendere la sua circolazione anche molto attiva».
Quanto al Sud, «siamo moderatamente ottimisti e moderatamente contenti che sia stato in parte risparmiato, ma questo è avvenuto non perché c'è una resistenza genetica all'infezione né perché la temperatura è più alta, ma semplicemente perché l'intervento di distanziamento sociale adottato su scala nazionale ha fatto sì che, laddove il numero di infezione fosse relativamente basso, continuasse ad essere basso. Sia ben chiaro che, se noi avessimo mollato, a questo punto avremmo tante Codogno».
«In questo momento non abbiamo evidenze per dire che il virus circola nell'aria». Così Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità in conferenza stampa. «I dati che abbiamo a livello epidemiologico internazionale - precisa Brusaferro - ci dicono che le principali vie di trasmissione del virus largamente responsabili della sua trasmissione sono quelle per 'droplet' (goccioline) e quelle per contatto. Il contagio per via aerogena era stato ipotizzato e dimostrato in alcuni contesti particolari e in presenza di alcune procedure soprattutto in ambito sanitario. Dai dati della letteratura scientifica finora sappiamo dunque che queste due sono le principali modalità di trasmissione, poi valuteremo man mano che arriveranno nuovi dati».
La richiesta di accesso al beneficio deve essere redatta esclusivamente secondo la modulistica reperibile sul sito istituzionale del comune di Tricase e si può presentare a partire dal 4 aprile.La richiesta deve essere compilata dettagliatamente in ogni sua parte, debitamente sottoscritta, corredata dalla copia del documento di identità del dichiarante in corso di validità, ed inoltrata tramite il servizio Whatsapp al numero 3669382479, attivato a tal fine dal Comune di Tricase o tramite email al seguente indirizzo di posta elettronica: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Per chi non avesse alcuna possibilità di scaricare online i moduli per la richiesta dei Buoni Spesa, può farne richiesta ai seguenti numeri: 3392048853 – 3347473514 – 3924511787, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18; dei volontari provvederanno a consegnarli a domicilio.
Per consentire l’invio della domanda per conto di terzi, non sarà necessario che il numero whatsapp corrisponda al nominativo del richiedente, purché nella domanda sia indicato un numero di cellulare cui effettuare una chiamata.L’Ufficio provvederà alla gestione delle domande pervenute ed alla relativa istruttoria sulla base di quanto auto dichiarato nella stessa domanda.Il Cittadino verrà informato telefonicamente dell’esito della richiesta con le indicazione di tempi e modi per la consegna del Buono Spesa.L’elenco dei beneficiari sarà approvato ogni tre giorni.L’istanza dovrà essere presentata da un solo componente del nucleo familiare. Le domande saranno esaminate a scorrimento, seguendo l’ordine di arrivo, fino ad esaurimento delle spettanze o delle risorse comunque disponibili.L’amministrazione si riserva la facoltà di disporre controlli su quanto dichiarato nelle autocertificazioni.In caso di falsa dichiarazione si procederà alla denuncia alle Autorità preposte e al recupero del beneficio indebitamente percepito.
Possono beneficiare dei buoni spesa per l’acquisto di prodotti alimentari e di prima necessità i nuclei familiari residenti nel Comune di Tricase che si trovino attualmentein stato di disagio socio-economico determinato dall’emergenza epidemiologica da virus Covid-19, temporaneamente impossibilitati a soddisfare le esigenze primarie di vita, in seguito alle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria in corso.
I requisiti di accesso per l’ottenimento dei buoni spesa sono i seguenti:
essere residente in Tricase;
non aver altro membro del proprio nucleo familiare che ha presentato medesima istanza;
obbligare ognuno dei membri del nucleo familiare a non presentare alcuna ulteriore istanza al Comune di Tricase;
EUROSPIN, Via Imp. Claudio – Ang. Imp. Adriano, Tricase;
CONAD, Via Leone XIII, Tricase;
BIO & SENZA DI GRECO ANGELICA, Corso Roma n. 103, Tricase;
AZIENDA AGRICOLA AGOSTINELLO ANGELO, vendita di carni rosse e bianche, Corso Ottavio Augusto, Tricase;
FRESH FRUIT, vendita di frutta e verdura, Via C. Cattaneo, Tricase;
COOP MASTER, Via Pertini n. 1, Tricase;
ALTER, Via Aldo Moro n. 5, Tricase;
PESCHERIA DA DANIELE, Via Sant’Agostino n. 34, Tricase;
MACELLERIA DA ANDREA, Via Diocleziano snc, Tricase;
SHOP SERVICES SOC COOP, prodotti surgelati, Via Aldo Moro snc, Tricase;
CASEIFICIO TRILAT DI LATTALIS SRL, Via Galvani n. 13, Tricase;
SOCIETÀ MUTUA COOPERATIVA LUCUGNANO, Via F. Carrara, Tricase;
ALIMENTARI RUSSO DI Russo William, Via Vittorio Emanuele Orlando n. 21, Depressa;
L’OASI DELLA QUALITÀ DI Ciardo Matteo, Via Fiume n. 17, Depressa;
MACELLERIA CIARDO DI Ciardo Manuel, Via SS Medici n. 26, Depressa;
BUONGUSTAI SNC, Via Brenta n. 26, Depressa;
BABY PLANET DI Morelli Michelangelo (BRAND BIMBOSTORE), Via Galvani n. 68, Tricase;
FRUIT Store F.lli Nesca, Via F. Allatini n. 61, Tricase;
SUPERDAY – FDL SRL, Viale Stazione n. 36, Tricase.
Sono state consegnate piu’ di duecento mascherine alla Pediatria dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce diretta dal primario facente funzioni dott. Pasquale Paladini. A fare la donazione è stata l’Associazione Sunrise Onlus di Borgagne guidata da Maria De Giovanni.”
Un lavoro di squadra - commenta – le mascherine sono state realizzate dai volontari di Martano guidati da Lavinia De Nicola, doppio tessuto tnt, lo stesso che si usa per camici chirurgici sterili, con filtro all’interno che può essere cambiato all’occorrenza e le mascherine lavate e riutilizzate.
Come Associazione oltre al lavoro quotidiano nel sostegno delle persone con sclerosi multipla, abbiamo avuto una richiesta d’aiuto alla quale tutti insieme abbiamo risposto in maniera celere.
Tutto il materiale è stato consegnato nella massima sicurezza al primario della pediatria dell’ospedale Vito Fazzi, non è mancato un messaggio di coraggio e speranza scritto sui pacchi consegnati, rivolto al personale medico e ai bambini tutti.
Contestualmente sono stati anche donati diversi flaconi di igienizzante realizzati dalla azienda martanese Natural is Better di Domenico Scordari, una goccia nell’oceano conclude Maria De Giovanni, per aiutare ad aiutare a fronteggiare questa emergenza .
“Insomma in prima fila non solo al fianco delle persone con sclerosi multipla, ma al fianco di chi le chiede aiuto, nei suoi impegni quotidiani non mancano i bisogni dei medici, per i quali si sta attivando affinché abbiano l’attrezzatura per lavorare in sicurezza.
Adesso il dovere è quello di supportare i medici di guardia medica che potrebbero affiancare i medici di medicina generale nel supporto dei malati di Covid-19.
Per loro sta cercando di organizzare materiale con cui poter agire nell’emergenza del Covid-19 nella massima sicurezza. Sul suo profilo Facebook proprio un Medico le scrive un messaggio emozionante.”;
Lei è un’eclettica, è una generosa, è una che non si arrende, lei è una Donna con la D maiuscola. Niente e nessuno la ferma nella sua missione: “aiutare gli altri”!!
E se il coronavirus pensava di poterla ostacolare, niente affatto! È proprio in questo momento che il suo impegno e la sua determinazione aiuterà tutti noi, sì, perché è di questo che si tratta: farà di tutto per aiutare me e i miei colleghi medici a svolgere adeguata prevenzione e monitoraggio del territorio.
Cosa accadrà nei prossimi giorni ve lo comunicherò, nel mentre ringrazio di cuore te Maria bene prezioso. Aiutando noi, aiuterà tutti voi”.
La dottoressa in questione presta servizio di guardia medica e attraverso il supporto di chi come Maria può farsi portavoce vuole mandare un messaggio chiaro – prepariamoci all’emergenza – noi siamo pronti ad affiancare i medici di base per aiutarli anche nella gestione di pazienti affetti da Covid-19 in quarantena domiciliare.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi venerdì 3 aprile, in Puglia, sono stati registrati 1.270 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono risultati positivi 105 casi, così suddivisi:
41 nella Provincia di Bari;
3 nella Provincia Bat;
10 nella Provincia di Brindisi;
25 nella Provincia di Foggia;
6 nella Provincia di Lecce;
15 nella Provincia di Taranto;
6 fuori regione
(1 caso non attribuito ieri è stato attribuito oggi alla relativa provincia di appartenenza).
Sono stati registrati oggi 20 decessi: 11 in provincia di Lecce, 6 in provincia di Foggia, 2 in provincia di Brindisi, 1 in provincia Bat.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 17.924 test.
Sono 65 i pazienti guariti.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 2.182 così divisi:
741 nella Provincia di Bari;
129 nella Provincia di Bat;
218 nella Provincia di Brindisi;
527 nella Provincia di Foggia;
359 nella Provincia di Lecce;
178 nella Provincia di Taranto;
26 attribuiti a residenti fuori regione;
4 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Il bollettino epidemiologico Regione Puglia 3/4/2020 è disponibile a questo link: http://rpu.gl/
Tricase,3 aprile 2020
PARTITO DEMOCRATICO – Circolo di Tricase
Emergenza covid-19, il PD di Tricase alle autorità:
“Chiediamo certezza delle misure, non si diano false speranze ai cittadini”
«Abbiamo aderito al progetto dell’associazione Uniti per la Vita e Tricase sarà il primo Comune del Salento (in Puglia lo fa per ora solo Bari) a mettere a disposizione,gratuitamente, il test precoce».
Con queste parole il sindaco Chiuri ha informato la cittadinanza di aver contattato il dott. Mauro Minelli per mettere a disposizione di forze dell’Ordine, medici di Famiglia, operatori ecologici, dipendenti dei supermercati ed attività commerciali aperte al pubblico i c.d. “test precoci”.
La comunicazione, avvenuta con un post sui social, è stata ripresa dagli organi di stampa, raggiungendo tutti i cittadini di Tricase e non solo.
Da quel momento, tante sono state le chiamate per chiedere informazioni circa tempi e modalità per accedere al “test precoce”, presentato dal Sindaco come “l’opportunità di mettere in sicurezza quei lavoratori del mio Comune che operano nei settori di pubblica utilità”.
Richieste legittime, cui però non siamo in grado di dare risposta.
Questo perché non vi è uniformità di informazione e comunicazione circa l’attendibilità dei risultati del test precoce per la diagnosi da infezione da Sars-CoV-2.
Già in data 16 marzo 2020,infatti, la responsabile del laboratorio di epidemiologia molecolare e sanità pubblica del Policlinico di Bari (il centro di riferimento per la rete di analisi per il coronavirus), Maria Chironna, affermava che «la ricerca indiretta o sierologica (ancora in fase di validazione scientifica) consentirebbe di effettuare la diagnosi solo più tardivamente. Pertanto i test sierologici “rapidi” non sono assolutamente validati per la diagnosi da infezione da Sars-CoV-2 e possono essere utilizzati unicamente ai fini di ricerca».
Ribadendo poi la centralità del tampone, aggiungeva l’invito ad «attenersi a quanto stabilito dal ministero della Salute e dall’Iss per quanto riguarda l’accertamento diagnostico per COVID-19 che deve essere fatto solo dai laboratori della rete regionale».
In data 20 marzo 2020, poi, il Comitato tecnico scientifico di Federfarma (Federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani) affermava che «l’approccio diagnostico standard rimane quello basato sulla ricerca dell’RNA nel tampone rino-faringeo» e che «si conferma che non esiste alcun test basato sull’dentificazione di anticorpi (sia di tipo IgM che IgG) diretti verso SARS-CoV-2 validato per la diagnosi rapida di contagio virale o di COVID-19».
Alla luce di quanto riportato, dunque, il Circolo del Partito Democratico chiede al Sindaco di Tricase Carlo Chiuri e alle autorità competenti informazioni certificate circa l’utilizzo dei c.d. “test precoci”.
In un periodo d’emergenza come quello che stiamo vivendo, è fondamentale che la scienza e la politica collaborino al fine di dare informazioni e indicazioni certe ai cittadini, non provocando in questi ultimi false speranze.
In attesa di precisazioni doverose da parte degli organi preposti e da parte del Sindaco Chiuri che per primo ha informato i cittadini di tutto questo, l’unico invito che sentiamo di fare alla cittadinanza è quello di restare in casa e di attenersi alle indicazioni ufficiali.
Tricase,3 aprile 2020
di Vincenzo E.Chiuri
La ringrazio per gli attestati di stima che mi ha rivolto e che ricambio, non avendo mai avuto difficoltà a riconoscere l'impegno Suo e della Sua Redazione nel panorama sociale e politico della nostra Comunità,tanto da citare Suoi scritti pubblicamente, nel corso di alcune sedute consiliari, prescindendo dalle divergenze espresse (spesso in maniera brusca) anche dal massimo rappresentante della Maggioranza alla quale appartengo.
Altresì, non posso non riconoscere l'ospitalità che Il Volantino ha riservato in passato ai miei scritti.
In quest'ultimo caso, però, non ho ritenuto di dover coinvolgere il Suo giornale, dal momento che il mio scritto non era rivolto esclusivamente all'articolo pubblicato nel numero del14 marzo; bensì riguardava più ampie riflessioni su quanto accaduto in ambito politico cittadino nelle ultime settimane, riferendomi sia ad articoli che a post sui social.
Qualora avessi voluto rispondere solo all'articolo, non avrei avuto problemi ad inviare la risposta alla Sua Redazione.
Anzi, ricordando il primo scritto inviatoLe, in cui facevo riferimento “al sottile confine tra bias e a diritto di cronaca”, devo riconoscere che stavolta il preconcetto (il bias) l'ho posto io.
Ho posto il confirmation bias (pregiudizio di conferma), col quale si tende a confermare un'ipotesi considerando solo le prove a favore e scartando aprioristicamente quelle contrarie.
Nello specifico, la stima che nutro nei Suoi confronti ed il riconoscere nei Suoi scritti un atteggiamento equilibrato mi ha fatto escludere (aprioristicamente, appunto) la possibilità che l'articolo fosse frutto della Sua penna.
Oltre al fatto che, nella sezione PoliTric a Sua firma, vi era una disamina sulla situazione politica locale, sulla mancanza di certezze e spirito di squadra.
Così come si faceva la conta dei Consiglieri di Maggioranza e di Minoranza, con la posizione “sospesa” della Consigliera Sodero. Ragion per cui, un ulteriore articolo che affrontava lo stesso argomento sembrava pleonastico (seppur parlando di Consiglio e potendo essere l'assenza della firma indicativa del pensiero della Redazione).
A meno che, appunto, non fosse stato scritto da altri e quindi pubblicato, erroneamente senza firma e con un titolo di dubbio gusto (secondo me), visto che il 14/03 le dimensioni del problema erano visibili anche ai non addetti ai lavori.
A quanto pare,ho sbagliato,ne prendo atto!Ma non cambia la sostanza delle riflessioni.
Non ho intenzione di dare una ulteriore ricostruzione dell'accaduto, avendoci già pensato Lei ed il Presidente del Consiglio. Lascio ai lettori delle varie testate il compito di farsi una propria idea e trarre le proprie conclusioni.
Ne saranno sicuramente capaci.Mi permetto solo di invitarLa – per completezza di informazione – a farsi leggere per intero il messaggio del quale mi sono fatto latore a nome della Maggioranza (e che ha anche ricevuto risposta affermativa scritta da due componenti della Minoranza). Le dico solo che – da poco social e poco avvezzo agli hashtag quale sono – si concludeva con un “antico” sursum corda!
La invito a trovare il “velato avvertimento” che avrebbe dovuto “intimorire” il Presidente nelle sue scelte.
Delle quali egli è “coraggiosamente” convinto; ragion per cui il Consiglio si sarebbe potuto insediare, al di là di ogni opportunità (ognuno ha diritto di avere la sua) e delle prescrizioni normative vigenti allepoca del messaggio (DPCM del 04/03, 08/03 e 09/03/2020).
Anzi, spero di non essere stato io l'intimidatore che ha fatto sì che la convocazione della Conferenza dei Capigruppo (emessa il 10/03 per l'11/03) venisse da lui repentinamente revocata, dovendosi limitare a “sentire i Capigruppo”.
Giacché, stante il ragionamento seguito per il Consiglio, devo arguire che la convocazione della Capigruppo fosse altrettanto opportunamente, tecnicamente e normativamente lecita.
Inoltre, in questo caso specifico, egli aveva tutte le prerogative previste dal TUEL per convocare la Conferenza dei Capigruppo, a differenza della necessità di confrontarsi con gli stessi al fine di convocare il Consiglio Comunale.
Per cui, delle due l’una: o le riunioni del Consiglio e della Capigruppo si potevano tenere; oppure non era opportuno farlo. A meno che, appunto, non sia stato io l’intimidatore…Se così è stato, mi dolgo!
Quanto alle ordinanze sindacali, non mi addentro ulteriormente in discorsi per addetti ai lavori.Noto che, spesso, limitazioni poste dai Sindaci sono state recepite da versioni aggiornate dei DPCM. Ciò perché è possibile che le Amministrazioni locali abbiano “meglio il polso della situazione, riguardo scenari di possibile formazione di focolai epidemici sul proprio territorio”.
Concludo sollevandomi con Lei ad un piano un pò più elevato della contingenza attuale ed accogliendo l'invito al confronto e approfondire queste tematiche appena superata l'emergenza.
Ma, oltre queste, ce ne saranno altre che si potranno approfondire, tra le quali, ad esempio, le conseguenze sociali e psicologiche che rischiano di esplodere durante e dopo l'emergenza.
Basti pensare al suicidio di un infermiera di Monza alla notizia di essere COVID-positiva, per il timore di aver infettato altre persone (proprio lei che aveva come mission la cura delle persone!); oppure il suicidio del Ministro delle Finanze dell'Assia, in Germania, assillato dalla continua avanzata del virus e dalle sue conseguenze economiche, con l'angoscia di capire come poter andare incontro alle necessità della popolazione sul fronte degli aiuti finanziari in previsione di una nuova crisi economica.
Come vede, di lavoro da fare ne abbiamo tanto!
Giovedi,2 aprile 2020
Confermate fino al 13 aprile tutte le misure
AUTOCERTIFICAZIONE
Resta in vigore l'ultimo modulo da compilare.
L’ultimo modello di autocertificazione necessario per uscire di casa chiede ai cittadini di non essere positivi al coronavirus né di essere sottoposti alla quarantena. Non solo si chiede di essere a conoscenza delle misure di contenimento, ma anche delle ordinanze prese dalle regione dove si vive in materia di virus. Nell’autocertificazione si devono inserire i motivi per i quali si esce: lavoro, salute, urgente assistenza ai congiunti o minori.
SPOSTAMENTI
Divieto di trasferirsi in un altro Comune
Rimane vietato a tutte le persone di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in un comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute. Questo significa che non sarà possibile - specie in prossimità delle festività pasquali - lasciare la propria abitazione per trasferirsi nelle seconde case. Al mare o in montagna. Continueranno i blocchi delle forze dell’ordine e della polizia municipale.
LE SANZIONI
Multe da 400 a tremila euro per chi viola i divieti
La multa per chi viola le regole anti-contagio salirà da un minimo di 400 a un massimo di 3.000 euro. Per quanto riguarda spostamenti non necessari con veicoli, la sanzione sarà aumentata fino a un terzo ma non ci sarà il fermo amministrativo del veicolo, solo le multe. Entro 60 giorni è ammesso il pagamento in misura ridotta di 400 euro e, in caso di pagamento entro 30 giorni, la sanzione viene decurtata del 30%: 280 euro. L’attestazione di pagamento dovrà poi essere portato negli uffici della Questura.
I NEGOZI
Aperture ok per alimentari, edicole e farmacie
Come nel precedente Dpcm rimangono aperte edicole, farmacie e attività che vendono generi alimentari. Aperti anche tabaccai, benzinai, meccanici e ferramenta. Continuano a essere sospesi bar, ristoranti, discoteche. Ma anche tutti i negozi che forniscono servizi alle persone: dai centri estetici ai barbieri.
Le attività professionali potranno andare avanti. Stop a manifestazioni ed eventi pubblici. Compresi funerali e matrimo
PARCHI E VILLE
Cancelli sempre chiusi, niente attività all'aperto
Confermata anche la chiusura di parchi pubblici e ville comunali. Le aree verdi che non sono recintabili saranno presidiate. Dunque le attività sportive all’aperto sono proibite, eccetto le corse nei pressi dell’abitazione.
L’uso della bicicletta non è vietato, ma solo se serve ad andare al lavoro o a fare la spesa. Inoltre si può utilizzare la bici per fare attività motoria ma sempre nelle vicinanze di casa.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi giovedì 2 aprile, in Puglia, sono stati registrati 1.345 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono risultati positivi 131 casi, così suddivisi:
45 nella Provincia di Bari;
10 nella Provincia Bat;
17 nella Provincia di Brindisi;
12 nella Provincia di Foggia;
32 nella Provincia di Lecce;
15 nella Provincia di Taranto;
Sono stati registrati oggi 15 decessi: 8 in provincia di Bari, 1 in provincia Bat, 2 in provincia di Brindisi, 3 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Lecce.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 16.654 test.
Salgono a 65 i pazienti guariti.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 2.077 così divisi:
700 nella Provincia di Bari;
126 nella Provincia di Bat;
208 nella Provincia di Brindisi;
502 nella Provincia di Foggia;
353 nella Provincia di Lecce;
163 nella Provincia di Taranto;
20 attribuiti a residenti fuori regione;
5 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Il bollettino epidemiologico Regione Puglia 2/4/2020 è disponibile a questo link: http://rpu.gl/