Torneremo in distribuzione

sabato 13 luglio 2024

4 LUGLIO 2024 – ORE 20,30 - PIAZZA DON TONINO BELLO - TRICASE

PREMIATO PIERGIORGIO GIACOVAZZO

Quest’anno ritorniamo in Piazza don Tonino Bello in una location ricca di fascino.

La possente eleganza del Palazzo mirabile nel loggiato che si affaccia sulla Piazza si unisce alla elegante facciata della Chiesa Madre; ai piedi, all’incrocio tra l’edificio dell’Istituzione civile e di quello dell’Istituzione religiosa, la statua di don Tonino Bello, vescovo in odore di santità e che a Tricase visse anni importanti della sua missione prima di diventare il Vescovo tanto ammirato da Papa Francesco.

Alle spalle, un bel palazzotto con a piano terra il locale Mater, gestito da intraprendenti  imprenditori, amanti del buon gusto ed impegnati nel rendere gradevole la sosta.

E’ in questo contesto che trascorreremo una bella serata; oltre ad ascoltare e conoscere Piergiorgio Giacovazzo e sentire le sue esperienze in prima persona nella Ucraina subito dopo lo scoppio della guerra, ci intratterremo sul mondo dell’informazione specie radiotelevisiva, sule cronache nazionali e sul panorama internazionale.

Non ci lasceremo sfuggire alcune curiosità sul mondo delle bici e dei motori (sua grande passione).

Durante la serata potremo  gustare le delizie di Mater oppure bere qualcosa. La consumazione è libera ma è un modo per contribuire alle spese della Manifestazione.

Come sempre, dopo la consegna del Trofeo offerto da Agostino Branca, a chiusura della serata, la Pasticceria La Golosa offrirà una torta con l’effigie del Premiato.

La conversazione con Giacovazzo sarà curata dal giornalista Tonio Tondo, una figura molto conosciuta a Tricase per il suo impegno politico oltreché giornalistico presso La Gazzetta del Mezzogiorno.

Infine: vi saranno alcune sorprese ma, siccome sono sorprese, non vogliamo assolutamente anticiparle.

Rinnoviamo infine l’invito ad inviare le Vostre domande in redazione; dopo la loro selezione verranno rivolte, attraverso il nostro Direttore, al Premiato.

La manifestazione ha il patrocinio della Città di Tricase e della Provincia di Lecce

CHI E’ IL PREMIATO

PIERGIORGIO GIACOVAZZO - Nato a Roma il 3 gennaio 1970, è entrato in RAI nel 1997 e nella Redazione del TG2 ha ricoperto il ruolo di telegiornalista nelle edizioni più centrali.

Di particolare importanza i suoi recenti servizi dall’Ucraina; dopo lo scoppio della guerra con la Russia, Giacovazzo è rimasto l’ultimo giornalista RAI sul fronte di guerra, benchè la RAI gli consigliasse di fare ritorno a Roma per evitare rischi.

La sua scelta, indubbiamente coraggiosa, è stata premiata dallo studio curato dal sito specializzato in comunicazione Spot and Web: Giacovazzo è risultato il telegiornalista più amato dagli italiani come indicato dal 18% delle preferenze ottenute su un campione di 560 italiani tra i 18 e i 65 anni.

Giacovazzo è redattore e spesso conduttore della rubrica settimanale “TG2 Motori” ma è un appassionato anche di biciclette e soprattutto di mountain bike.

E’ stato anche capo dell’Ufficio Stampa del campione die motociclismo Max Biagi.

Poco dopo l’invito da noi rivoltogli a venire a Tricase per ritirare il Premio è stato protagonista, mentre conduceva l’edizione del TG2, di un famoso “fuori onda” sulla figlia di Fiorello; un “incidente” che ha accresciuto la sua popolarità ed ha consentito al Nostro di esprimere “pubblicamente” quanto moltissimi spettatori pensavano.

di Pino GRECO

Tricase- Paziente in fuga dall'ospedale, la Polizia Locale lo rintraccia in stazione e lo salva: «Volevo tornare a casa in treno»

E’ accaduto questa mattina in viale stazione. Allertati  dalla direzione sanitaria dell’ospedale Cardinale Giovanni Panico di Tricase, nonché dalla locale Stazione dei Carabinieri,  una pattuglia della Polizia Locale di Tricase si metteva alla ricerca di un degente, versante in una delicatissima situazione clinica ed indebitamente allontanatosi dal nosocomio tricasino. Dopo aver perlustrato attentamente l’intera Città, la persona veniva rintracciata dagli agenti della Polizia Locale presso la stazione ferroviaria del Sud-Est, in evidente stato confusionale e con addosso ancora visibili presidi medici.  Attraverso un approccio dialogante ed attento all’aspetto umano, gli operatori intervenuti   riuscivano a convincere l’ammalato della necessità di far rientro presso il luogo di cura al fine di sottoporsi alle necessarie terapie. Lo stesso si dimostrava particolarmente provato per la privazione dell’affetto dei propri familiari  dichiarando di “voler tornare a casa in treno”. Immediatamente è stato chiamato il servizio 118 - il quale tempestivamente interveniva- e, contestualmente, provvedeva a darne informazione ai familiari. I familiari sopraggiunti sul posto quasi contemporaneamente ai sanitari 118 ed, alla loro vista, l’uomo si dimostrava  rassicurato, acconsentendo al rientro in ospedale. “ Un sincero plauso agli uomini della Polizia Locale di Tricase per la professionalità e la delicatezza avuta nella gestione di una situazione non  facile”, dichiara il sig. Giuseppe presente alla vicenda

 

L’arrivo della Dandini

di Alessandro Distante

Correva l’anno 2011, mese di maggio. Decidemmo di tenere la Terza Edizione del Premio il 1°, Festa dei Lavoratori, di pomeriggio. Location: Sala del Cinema Moderno. Protagonista e Premiata: Serena Dandini.

La Dandini, che notoriamente trascorre il suo tempo libero a Marittima di Diso dove ha comprato casa, la andammo a prendere all’aeroporto di Brindisi. Per accoglierla “alla grande”, decidemmo (io e mia moglie) di comprare ed offrirle un fascio di fiori: erano margheritone gialle.

Pronti nella Sala degli arrivi, attendemmo di vedere materializzarsi ai nostri occhi la mitica Dandini. Malgrado che i passeggeri del volo proveniente da Roma fossero tutti sfilati davanti a noi e malgrado che noi fossimo fermi lì pronti per l’accoglienza con il mazzo di fiori in bella mostra, della Dandini neanche l’ombra.

Almeno così ci parve. Proprio in quel momento squillò il mio cellulare.

“Proprio ora!” mi venne da dire guardando Chiara.

Comunque risposi e, dall’altro capo del telefono, venni investito: “Beh, io sono qui, all’uscita, Non è venuto nessuno a prendermi?”

L’accento romanesco non aveva bisogno di presentazione: era Serena Dandini che, evidentemente, ci era passata davanti senza che noi la avessimo riconosciuta.

Ci precipitammo all’uscita e la vedemmo. Aveva un paio di occhiali da sole che le coprivano quasi per intero il volto e poi … non era così alta ed imponente come io me la ero immaginata!

Fu cordialissima: cominciò a scherzare sull’accoglienza poco usuale; replicai, con non poca sfacciataggine, che non eravamo giunti in tempo per via …. dell’acquisto del mazzo di fiori. Finì in una risata e ci mettemmo in auto per raggiungere Marittima.

Da raccontare è poi il viaggio di ritorno da Marittima a Brindisi.

Mentre viaggiavamo giunse la notizia della uccisione di Osama Bin Laden. Subito i commenti e le più varie teorie sulla uccisione o non uccisione di Bin Laden. Mentre la radio continuava ad aggiornarci sull’evento che vedeva protagonista il terrorista più ricercato del mondo, la Dandini ci tenne a farmi vedere, in anteprima, la copertina del suo primo libro (“Dai diamanti non nasce niente. Storie di vita e di giardini”). Era una copertina molto particolare; glielo dissi, sottolineandone la originalità. Apprezzò il mio giudizio.

Non potevo immaginare che quel primo libro sarebbe diventato un best seller e che, dopo quel libro di esordio, la Dandini sarebbe diventata una delle scrittrici più lette in Italia.

Posso dire che le portammo fortuna?

Per legittimare questo merito, devo raccontare un altro episodio di quel Premio: durante l’intervista al Cinema Moderno (gremitissimo), il conduttore/padrone della serata, Giuseppe Giacovazzo, la presentò come un’affermata scrittrice. La Dandini tenne dubito a precisare che lei non aveva ancora presentato il suo primo libro, per cui si schernì: “Io affermata scrittrice?”

Non voglio attribuire a Giacovazzo poteri divinatori e capacità di leggere il futuro, ma, certo, quella che lì per lì sembrò una imprecisione si rivelò solo un’anticipazione di quello che poi sarebbe accaduto: Serena Dandini, all’indomani della sua venuta a Tricase per ritirare il Premio Il Volantino, divenne una apprezzata scrittrice. Beh, possiamo dirlo: il Volantino porta proprio fortuna!

P.S. – La Dandini, dopo il primo libro, ha pubblicato: “Grazie per quella volta. Confessioni di una donna difettosa”, Rizzoli, 2012; “Ferite a morte”, Rizzoli, 2013; “Il futuro di una volta”, Rizzoli, 2015; “Avremo sempre Parigi. Passeggiate sentimentali in disordine alfabetico”, Rizzoli, 2016; “Il catalogo delle donne valorose”, Rizzoli, 2018; “La vasca del Furher”, Einaudi 2020; “Cronache dal Paradiso”, Einaudi 2022; “La vendetta delle muse”, Harper Collins Italia, 2023.

 

 

di Vincenzo ERRICO

Negli ultimi tempi, navigando tra social e piazze virtuali, ci si imbatte facilmente in post, spesso autocelebrativi, che ci raccontano dei lavori di restyling su piazze e strade urbane; ed altri di ex amministratori pronti a rivendicare la paternità di tali opere, o della loro capacità di ricerca e della loro bravura nell’ottenerne i finanziamenti, con il risultato di farci assistere ad un botta e risposta noioso e puerile. Piuttosto, chiediamoci: tali lavori come possono migliorare la vita dei cittadini?.

Ed è questo che a noi di TRICASE INSIEME sta più a cuore! Per questo, evitiamo di farci coinvolgere in queste diatribe da bar e proseguiamo nel cercare il modo per dare vita alle nostre idee progettuali, che - come già anticipato su queste pagine e sui nostri profili social - potrebbero ridisegnare il volto di Tricase.

Una delle possibili novità, riguarda quella che, fino al 1992, era una delle frazioni di Tricase, divenuta ormai parte integrante della nostra cittadina: TUTINO.

Siamo partiti dalla lettura di un libro scritto dal nostro concittadino Roberto Baglivo e ci si è aperto un mondo!

Il borgo di Tutino, il cui nucleo è sicuramente databile in età preromana, è il primo agglomerato urbano che ha dato origine alla Tricase che oggi viviamo. È ricco di storia e arte, dal Castello alla Chiesa, ai vicoli che lo attraversano.

Così abbiamo iniziato a far frullare le meningi e, confrontandoci con i cittadini, in special modo gli anziani, ivi residenti, abbiamo maturato l’idea che Tutino potrebbe diventare un parco museo archeologico a cielo aperto.

E, siccome a noi piace trovare il modo di realizzare le nostre idee, abbiamo consultato alcuni tecnici della sovraintendenza, nonché alcuni docenti dell’Università del Salento, archeologi locali e studiosi di storia Tricasina, ricevendo il plauso per l’idea e la massima disponibilità attraverso fattivi contributi ed espliciti impegni ad intercettare finanziamenti per trasformarla in realtà.

Durante le nostre consultazioni, abbiamo puntato la lente su importanti siti, come la via delle Zzicche, via della Cucumia, la Culonna, le tombe romane in zona Madonna della Pietà e le tracce di una torre normanna nell’atrio del castello, identificandoli come possibile meta di turismo culturale. Il tutto grazie anche all’utilizzo della tecnologia: oltre a rendere fruibili, nel rispetto della proprietà privata, i siti elencati, riunendo in un luogo i tanti reperti disponibili, con l’aiuto di strumenti informatici, si potranno realizzare spazi virtuali dedicati che permetteranno visite guidate e ricostruzioni, che faranno rivivere la storia di Tutino al tempo del suo splendore.

Che dire? C’è chi immagina la rigenerazione urbana ed il recupero sociale mattonando le piazze o stendendo manti di asfalto e chi come noi di TRICASE INSIEME studia e valorizza un patrimonio di inestimabile valore storico-culturale per farlo anche diventare occasione di rendita economica e di riscatto sociale di una comunità spesso lasciata ai margini.

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