Un grazie di cuore da Piergiorgio Giacovazzo: è il messaggio che il Premiato ci ha chiesto di rivolgere alla Città di Tricase. La serata del 4 luglio, nella cornice di Piazza don Tonino Bello, ha spaziato dai temi del giornalismo, soprattutto televisivo, a quello del servizio pubblico della RAI, per passare alle scottanti questioni della guerra in Ucraina e al genocidio nella striscia di Gaza, senza risparmiare alcune “fughe” nel mondo delle moto e delle bici. A proposito della guerra in Ucraina, per la quale il Premiato è stato inviato RAI, secondo Giacovazzo occorre trovare una via per la pace ed è assurdo che solo il Papa parli di pace mentre tutto il resto della diplomazia ignora che gli ucraini continuano a morire; “è impossibile trovare una soluzione al conflitto se si rivendicano aree da tempo assoggettate al controllo russo come la Crimea”.

La conversazione, condotta dal giornalista Tonio Tondo, non ha mancato di affrontare temi particolarmente sensibili come il rapporto tra etica ed informazione oppure temi legati al personalismo caro ad una corrente politica e filosofica che ha contraddistinto una decisiva stagione della nostra Italia.

Molti i ricordi anche del padre del Premiato, il senatore Giuseppe Giacovazzo.

Il Premio è stato consegnato dalla Presidente del Consiglio regionale, avv. Loredana Capone.

Un grazie al numeroso pubblico presente; agli sponsor (Mastroleo Auto, Hotel Adriatico, La Golosa); a chi ha collaborato con la buona riuscita della serata e quindi Mater Lab e Agrifarma di Totò Piccinni; a chi ha concesso il patrocinio e cioè la Provincia di Lecce ed il Comune di Tricase che, nella persona del Sindaco De Donno, ha rivolto il saluto all’Ospite.

Tricase, 12 luglio 2024

Con una lettera indirizzata al Sindaco, alla Presidente del Consiglio Comunale, agli Assessori e ai Consiglieri comunali, l’ing. Andrea Morciano chiede l’immediata sospensione dei lavori che interessano Piazza Sant’Andrea a Caprarica e la convocazione di un incontro pubblico dove vengano esposti i principi alla base della progettazione e vengano date risposte alle criticità denunciate nella lettera protocollata nei giorni scorsi al Comune.

In particolare Morciano contesta che, senza alcun preavviso, sono stati avviati i lavori nella Piazza di Caprarica, al punto che il Comitato festa ha dovuto posticipare la festa patronale ad altra data. Lamenta poi la mancata partecipazione della Città e del Rione all’idea progettuale e contesta che l’intervento prevede “una bellissima pavimentazione architettonica, che altro non è che cemento”.

La contestazione –spiega Morciano- è stata da lui sollevata agli Organi competenti ricevendo come risposta la “giustificazione” che non ci sono soldi.

Morciano sottolinea poi l’ampia partecipazione di Professionisti incaricati della progettazione, pur non condividendo il frutto del loro lavoro.

Lamenta infine quanto emergerebbe e cioè una zona ZTL per alcuni residenti senza conoscere in base a quale principio e chi pagherà i ripristini per effetto del transito dei veicoli in quella fascia. Infine pone una serie di domande per le quali chiede chiarimenti in un incontro pubblico.

Per intanto –conclude Morciano- si sospendano i lavori.

Domani 13 luglio - torna  in distribuzione e online il Volantino

settimanale cittadino di Tricase

QUESTA SETTIMANA

Essenziale il servizio pubblico

Servizio navetta per il mare

Trasporto gratuito per le marine: fretta, approssimazione e tante perplessità.

Una strada senza amore (oppure FS)

La prima pietra

Luci spente e promesse mancate

Buone notizie

Un progetto galattico?

Premio Poiesis

Inner Wheel Club

Dieci meraviglie da 10 e lode

40 lunghi campionati

Programmazione cinema

Figli della quercia - La libertà del colore

 

 

di Giuseppe R. PANICO

Tempi difficili per le gravi vicende geopolitiche in corso, ma anche per la “guerricciole” che si fanno sovente, anche localmente, ad un passato che si intende reinterpretare, svilire o cancellare.

Non in base a nuove testimonianze storiche, ma per immagine propria e/o per gli interessi di un politicare che, vociando e denigrando, ci riporta più agli shows delle peggiori partite di calcio che a costruttivi dibattiti su valide proposte per il futuro.

Se si aggiunge poi la ricerca del “politicamente corretto”, che frena un linguaggio più efficace e diretto, e la diffusa negazione del “mainstream” (flusso principale) di opinioni/notizie diffuse dal sistema informativo e giornalistico, diventa pure “credibile” che la terra sia piatta e non più tonda.

Ne deriva così, oltre al “ripensamento” su eventi del passato, maturati in contesti politici, culturali e sociali ben diversi da quelli attuali, anche la “revisione” di personaggi del tempo che, osannati dai nostri avi e nonni, dedicando loro anche strade e piazze, vengono poi screditati e… “spiazzati” da moderni politicanti nipoti smaniosi di immagine e consenso.

Di questo passo si rischia di svilire anche Giulio Cesare che, con la sua “Decima Legione”, di “macelli” ne fece un bel po’, di Cristoforo Colombo che, scoprendo l’America, aprì la strada ad altri stermini e di qualche grande Papa animato da “maniere forti” contro gli infedeli.

Tempi, questi, non di molta riflessione e rafforzamento di una carente unità nazionale, ma di contrapposizioni e verbosità che, favorite dai social e da un giornalismo sempre in cerca di novità, vengono riversare su lettori, interessati più alla notizia ed alla cronaca del momento che al dibattito sul futuro.

Ne deriva, così, l’accoglienza nelle liste elettorali, e poi nelle sedi governative/europee, anche di figure che, rese ben visibili da cronache e mistificazioni politiche, hanno pure un curriculum di sentenze e condanne. Non certo una bella italica rappresentanza a livello internazionale.

La conseguenza è anche il rifiuto di tanti, pur turandosi il naso per troppi… “cattivi odori”, come suggeriva il grande Montanelli, di recarsi alle urne. Fattori che condizionano sovente gli esiti elettorali, come a Tricase con il suo povero 35,59 % di votanti alle recenti europee.

Esiti che portano poi a svilire anche il grande valore di pluridecennali Istituzioni Internazionali. In particolare, della Unione Europea, istituzione certamente imperfetta e da migliorare, e della NATO, che, ora in espansione con nuovi soci, garantisce, in caso di aggressioni, la Difesa Nazionale degli Stati membri.

E, soprattutto, dell’ONU che, pur con i suoi limiti e carenze, è un baluardo alla difesa di una pace continuamente ricercata, che rimane al momento lontana e che sogni ideologici e disinformazione tendono a trasformare in “resa sul campo”, in chinarsi al volere degli aggressori e perdita di democrazia e libertà.

Perdite che vanno anche a sommarsi alla avanzante cancellazione della cultura civica occidentale. Una ricerca di pace che, nei recenti vertici mondiali (Borgo Egnazia e Burgenstock) ha visto l’assenza proprio dei paesi aggressori o animati da un nuovo imperialismo (Russia, Cina etc.), la perdurante necessità di sostegno militare all’Ucraina e di una più adeguata Deterrenza Militare.

Intenti e istituzioni deboli, senza una capace politica estera, senza adeguati investimenti e senza quella credibilità, derivante anche da una più radicata pubblica coscienza e partecipazione elettorale. Ovunque nel mondo, Difesa e Deterrenza sono da sempre affidate alle Forze Armate che, da noi, sottodimensionate, assorbono meno del 2% del PIL e sono rette, principalmente, da chi, in divisa e conoscendo meglio la guerra, ne conosce anche i disastri e l’opportunità di evitarla/contenerla.

Se per contrastare/ limitare criminalità e illegalità sul territorio nazionale servono le Forze dell’Ordine (da noi fra le più numerose in Occidente e, in parte, militarizzate), nel campo internazionale/ geopolitico, da sempre caratterizzato da situazioni ben peggiori, servono Forze Armate e Alleanze Militari. Una necessaria assicurazione, dunque, sui beni materiali e immateriali, in casa e fuori-casa, non sempre ben accetta e a volte vilipesa.

Soprattutto in ambiti politici e culturali avulsi dal passato e dalla realtà del presente, o che, influenzati dal “cancel culture” e dintorni, cancellano o sviliscono anche il dovere di recarsi alle urne.

Ing. Cosimo RIZZO

Molte delle richieste dei lettori riguardano informazioni sulle procedure di costituzione delle comunità energetiche e sulla compatibilità della misura con altre agevolazioni. Di seguito alcune indicazioni, con l’invito di continuare a contattarci per maggiori dettagli sull’argomento.

L’iniziativa per dare vita ad una comunità energetica rinnovabile può partire da qualsiasi soggetto, sia pubblico che privato, deve prevedere la presenza di almeno due membri/soci facenti parte della configurazione in qualità di clienti finali e/o produttori, e di almeno due punti di connessione distinti a cui siano collegati rispettivamente un’utenza di consumo e un impianto di produzione/UP. Il primo passo è quello di dotare la CER di una propria autonomia giuridica attraverso una qualsiasi forma che ne garantisca la conformità con i principali obiettivi costitutivi tenendo presente, in questa fase, che lo scopo della comunità non può essere il profitto finanziario. Tra le personalità giuridiche che possono dar vita ad una CER sicuramente le associazioni non riconosciute sono quelle più indicate. Questo tipo di associazioni possono infatti essere costituite con un semplice contratto registrato fiscalmente con costi di gestione contenuti e semplici adempimenti. Ovviamente, dal momento che l’associazione non ha scopo di profitto, è possibile anche optare per un ente del terzo settore, cooperativa, cooperativa benefit, consorzio, organizzazione senza scopo di lucro etc.

Una volta creato il soggetto giuridico dovrà essere approvato uno statuto che ne riporta le regole di accesso e di adesione alla comunità con indicazione sulla distribuzione dei proventi. Questo dovrà consentire in modo non discriminatorio la possibilità di affiliarsi alla CER a tutti i soggetti interessati, o che ne facciano richiesta, in possesso dei requisiti di produttore, consumatore o prosumer. Le comunità energetiche sono caratterizzate dalla struttura aperta e pertanto non possono porre come barriera d’ingresso impegni di finanziamento o gravosi costi di iscrizione.

La tariffa incentivante è cumulabile con il contributo PNRR o altri contributi in conto capitale, nella misura massima del 40%, a fronte di una decurtazione della tariffa incentivante del 50%. È possibile ottenere la tariffa incentivante anche nel caso di accesso alle detrazioni fiscali al 50% per ristrutturazioni edilizie. Tali impianti però non possono accedere ad altri contributi in conto capitale, compreso quello previsto dal PNRR.

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