SABATO,11 FEBBRAIO ORE 18.30 PALASPORT TRICASE

FULGOR TRICASE VOLLEY Punti 35. Secondo posto solitario in classifica. Dopo la facile vittoria per 3-0 della scorsa domenica contro ilTuri,la prossima gara si giocherà sabato, 11 febbraio alle ore 18.30, sempre in casa, al palasport di Tricase, contro il Grottaglie ( punti 12 in classifica ) .

DOMENICA, 12 FEBBRAIO ORE 15 STADIO SAN VITO TRICASE

ATLETICO TRICASE Grottaglie 1 Tricase 0. Sconfitta a sorpresa con l'ultima in classifica Grottaglie. Forse la peggiore partita del Tricase. La classifica dice: Punti 41, secondo posto, 7 punti dalla prima ( Fasano punti 48) , 3 dalla terza posizione occupata dall’Aradeo ( punti 38) Domenica, c’è il Carovigno al San Vito ( punti 21) in piena zona playout . Bisogna solo vincere

DOMENICA,12 FEBBRAIO ORE 16 PALASPORT TRICASE

AURISPA ALESSANO Comincia la pool salvezza con l’Aurispa che parte con 9 punti in classifica e che d’ora in poi dovrà sbagliare il meno possibile per giungere alla fine del girone nella miglior posizione possibile. Domenica, ore 16 palasport Tricase:

AURISPA ALESSANO - Montecchio Maggiore

Visto quanto sta succedendo sia a livello nazionale che locale e visto anche che il tempo per le amministrative 2017 si avvicina in maniera inesorabile…abbiamo contattato telefonicamente “maggioranza e minoranza” per capire chi si candida, chi no, chi forse…

 

GIUNTA COMUNALE

SINDACO Antonio Coppola: NO

VICE Maria AssuntaPanico:SI

Adolfo Scolozzi: FORSE

Giacomo Elia : FORSE

Sergio Fracasso :SI

CONSIGLIERI DI MAGGIORANZA

Rocco Indino: SI

Guerino Alfarano FORSE

Antonio Ardito: SI

Vincenzo Maria Fornaro: SI

Teodoro Giudice: FORSE

Rocco Marra: FORSE

Tonino Ianni: FORSE

Antonio Nuccio: SI

Carmine Zocco: FORSE

Fernando Antonio Chiuri: FORSE

CONSIGLIERI DI MINORANZA

Pasquale De Marco: SI .

Nunzio Dell’Abate : FORSE

Pasquale Scarascia: FORSE

Gianluigi Forte : FORSE

Vito Zocco:SI

Antonio Scarcella: NO

Dunque, su 21 tra consiglieri e assessori :

Undici  “ FORSE ”, due  “ NO ” e otto  “ SI ”.

PREVALE L'INDECISIONE…

Il “Giorno del Ricordo”, è stato fissato dalla legge istitutiva al 10 febbraio di ogni anno, “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani, di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra”. È quanto ho cercato di fare con il lavoro di ricerca su due tricasini morti nel corso di quegli eventi, le cui storie sono raccontate nel libro che sarà presentato il prossimo 10 febbraio.

di Ercole Morciano Nell’immane tragedia che fu il II conflitto mondiale, durato sei anni, costato all’umanità non meno di 55 milioni di morti e immense distruzioni, un teatro di guerra particolarmente complesso fu quello compreso tra il Friuli, la Venezia-Giulia, la Dalmazia e l’Istria. In quelle regioni confinanti con la ex Iugoslavia dove, nella lotta contro gli occupanti tedeschi, prevalevano man mano le formazioni partigiane comuniste di Josif Broz - detto Tito - la ferocia della guerra,dopo l’armistizio del 1943,si acuìcontro gli italiani per le vendette suscitate sì dalla dura repressione fascista subita dagli slavi, ma rese più atroci per motivi etnici. La “pulizia etnica”, che si abbatté su tutti gli italiani, comprese alcune formazioni di partigiani, era stata cinicamente programmata per favorire la futura attribuzione di quei territori alla Iugoslavia.

Le atrocità si abbatterono soprattutto su ex militari esucivili italiani inermi, considerati fascisti filotedeschi e pertanto meritevoli di morte. Catturati, venivano legati in gruppo e portati sul bordo delle foibe, depressioni carsiche profonde decine di metri. Qui veniva sparato il primo italiano che, cadendo, trascinava gli altri a catena nelle profondità della foiba, dove spesso la morte sopraggiungeva dopo ore di lenta agonia. L’epurazione anti-italiana continuò anche dopo la fine della guerra, per l’esodo al quale furono costrette intere popolazioni i cui territori, dal trattato di pace di Parigi, erano stati assegnati alla Iugoslavia di Tito.

Il “Giorno del Ricordo”, è stato fissato dalla legge istitutiva al 10 febbraio di ogni anno, “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani, di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra”. È quanto ho cercato di fare con il lavoro di ricerca su due tricasini morti nel corso di quegli eventi, le cui storie sono raccontate nel libro che sarà presentato il prossimo 10 febbraio.

 

di Ercole Morciano Con mons. Carmelo Cassati scompare una figura di tricasino che ha riempito di significato un pezzo della nostra storia, su un crinale di tempo spalmatosui due millenni. Il tributo di riconoscenza e di affetto che gli è stato offerto per la sua dipartita è il segno del bene fatto durante tutta una vita spesa per gli ideali di fede in Dio e amore verso i fratelli, specie i più poveri, sulla scia del Buon Pastore.

Da Casa Betania - la sua dimora degli ultimi anni dove serenamente era spirato,e dove in tanti si erano avvicendati da sabato per pregare e rendere omaggio alla sue spoglie – il corteo, aperto dalle associazioni laicali di tutte e cinque le parrocchie della città, dalle suore Marcelline e dai rappresentanti del clero delle diocesi di Ugento e di Trani-Barletta-Bisceglie coi rispettivi vicari generali, ha accompagnato mons. Cassati nell’ultimo viaggio verso la chiesa madre.

Nella chiesa dov’era stato battezzato nel 1924 e consacrato vescovo nel 1970, gremita di clero, di suore - presente la Madre Generale delle Marcelline, sr.Marimena Pedone - e di popolo, è stata celebrata la Messa esequiale. A presiederla,mons. Francesco Cacucci, arcivescovo metropolita di Bari-Bitonto e presidente dei vescovi pugliesi; con lui celebravano il vescovo di Ugento-S.Maria di Leuca, mons. Vito Angiuli; gli arcivescovi di Otranto, mons. Donato Negro e di Trani-Barletta-Bisceglie, mons. Giovanni Battista Pichierri; e i vescovi; di Lucera, mons. Lucio Renna; di Teramo, mons. Michele Seccia; il vescovo tricasino missionario in Brasile, mons. Fernando Panico e   l’amministratore apostolico di Tricarico, mons. Nicola Urgo. Concelebravano inoltre molti sacerdoti della nostra diocesi e di quelle dove mons. Cassati aveva svolto il servizio episcopale.

La liturgia, sobria e solenne nel contempo, ha fatto vivere ai presenti un’esperienza di fede in cui la mestizia, dovuta alla morte di mons. Cassati, venivamitigata dalla speranza. Il saluto introduttivo del vescovo ugentino, mons. Vito Angiuli, le letture scelte per la Messa, l’omelia del presidente, mons. Cacucci, hanno avuto al centro il medesimo pensiero: l’uomo giusto, il servo saggio e fedele, il Pastore buono, custode delle sue pecore, non muore. Mons. Cassati continuerà a vivere; non solo nel cuore di quanti lo hanno conosciuto ed amato; egli continuerà a vivere nella Casa del Padre dove sono accolti i “servi buoni e fedeli” del Vangelo.

Sr. Margherita Bramato, direttrice generale dell’ospedale e madre superiora delle Marcelline di Tricase, ha tracciato nel suo intervento le linee biografiche di mons. Cassati soffermandosi soprattutto sul suo stile discreto, umile, nell’accompagnare la nascita e lo viluppo del nosocomio tricasino, fino agli anni della sofferenzache lo hanno visto abbandonarsi completamente alla volontà di Dio.

Sotto le maestose arcate della chiesa matrice che contribuiscono con la loro leggerezza ad elevarsi nella preghiera, le onoranze civili al presule scomparso si sono fuse con quelle ecclesiali. Insieme ai fedeli provenienti dalle città sedi episcopali di mons. Cassati vi erano, insigniti dalla fascia tricolore, i sindaci con i rispettivi gonfaloni e rappresentanze, unitamente a quelli di Tricase e di Tiggiano e alle autorità militari presenti. Per tutti ha preso la parola l’ing. Antonio Coppola, sindaco di Tricase, che parlando a braccio ha ricordato come mons. Cassati è da annoverare tra quelle persone che nel dopoguerra, individuando strategie di sviluppo, hanno contribuito ad elevare le misere condizioni di vita del nostro territorio fino a portarle al benessere attuale. Per Tricase mons. Cassati rimane“Padre Carmelo”, un padresaggio, dal cuore grande e il suo nome è scolpito su ogni pietra dell’ospedale insieme a quelli dei pionieri di questa grande opera.

Al commosso saluto, porto da Gianmarco De Giorgianche a nome degli assistenti di mons. Cassati negli anni della non autosufficienza ( Mino, Vito, Pasqualino, Fernando e Massimiliano) è infine seguito quello affettuoso dei nipoti, letto da Luisa De Micheli.

L’aspersione e l’incensazione alle spoglie è stata data damons. Fernando Panico assistito dai diaconi Bonalana e Cazzato; il vescovo ha pronunciato il rituale con voce grave e commossa per il grande affetto che lo legava al cugino, col quale condivideva l’appartenenza alla medesima congregazione missionaria.

Un grazie meritato, infine, al coro della Cappellania ospedaliera del “Card. Panico”, “Spirito d’armonia”, diretto dal M.° Pasqualino Gelsomino, organista M.° Sergio De Blasi, che ha animato il rito con appropriati canti liturgici e musiche di Bach, Mozart, Frisina, Gruber e Tagliabue, coinvolgendo ed elevando clero e popolo nella preghiera.

Dopo la benedizione all’assemblea da parte del presidente, la salma di mons. Cassati è stata traslata nella cripta della matrice dove sarà tumulata. Le sue spoglie, nell’attesa della resurrezione, riposeranno nella chiesa dove egli è stato battezzato e consacrato vescovo e vicino al card. Giovanni Panico, da lui tanto amato.

NOTA BIOGRAFICA SU MONS. CARMELO CASSATI

 

 

  • Nasce a Tricase il 6 aprile 1924 da Vincenzo e Maria Concetta Panico.
  • Dopo gli studi nei collegi dei Missionari del Sacro Cuore, congregazione nella quale entra nel 1936, è ordinato sacerdote a Roma il 17 dicembre 1949.
  • Conseguita la licenza in Teologia nell’Università Gregoriana dell’urbe, negli anni 1950-51 è missionario a Pinheiro, stato del Maranhao,nel nordest del Brasile.
  • Alla fine del 1951 si trasferisce in Perù, come segretario privato del Nunzio Apostolico, arcivescovo Giovanni Panico, che seguirà nella sede di Ottawa, in Canada, dove consegue la licenza in Diritto Canonico.
  • Creato cardinale mons. Panico il 19 marzo 1962, padre Cassati lo segue a Roma e poi a Tricase, dove il porporato muore improvvisamente il 7 luglio seguente.
  • Nei cinque anni che seguono, occorrenti a edificare l’ospedale di Tricase voluto dal cardinale, del quale è esecutore testamentario, risiede a Roma dove lavora nel Maggiordomato del S. Padre diretto dal card. Callori di Vignale; inoltre è segretario particolare del card. Alfredo Ottaviani e da quella posizione segue i lavori del Concilio ecumenico in atto.
  • Nel 1967, inaugurato il 1° ottobre l’ospedale di Tricase, parte per la missione di Pinheiro per riprendere il suo posto di missionario. Eletto Superiore della sua congregazione e nominato vicario generale della prelatura, nel 1970 è eletto vescovo titolare di Nova Germania.
  • Il 28 giugno1970, nella chiesa madre di Tricase, è consacrato vescovo per le mani del card. Carlo Confalonieri, prefetto della S. Congregazione di Vescovi e nel 1975 succede al vescovo di Pinheiro, mons. Ungarelli.
  • Il 12 febbraio 1979, il papa san Giovanni Paolo II trasferisce mons. Cassati alla diocesi di Tricarico, in Basilicata.
  • Il 7 settembre 1985 è trasferito alle diocesi di Lucera e San Severo e in seguito alla revisione delle diocesi opta per quella di San Severo.
  • Il 15 dicembre 1990 è promosso alla sede arcivescovile di Trani-Barletta-Bisceglie.
  • Il 13 novembre 1999 vengono accettate dal papa le sue dimissioni per etàemons. Cassati rientra a Tricase. Qui sceglie di vivere presso l’ospedale dove continua a svolgere il suo ministero sacerdotale a favore degli ammalati, della comunità dele suore Marcelline e di tutta la città e diocesi. Segue saggiamente l’evoluzione dell’ospedale che diventa, grazie alla Marcelline, una realtà d’eccellenza nella sanità regionale.
  • Si spegne serenamente a Tricase, il 4 febbraio 2017 in Casa Betania, dove negli ultimi anni si era trasferito a causa della malattia, cristianamente vissuta, amorevolmente assistito dai parenti, dalle Suore, e dal personale dell’hospice.

 

 

 

 

"Nfumulatu", "Trentapise", "Senzapinzieri", "Parasaula", "Tampone", "Spentrapiche", "Fusciatei", "Paranza", "Bunni", sono le "Nciurite", soprannomi, delle famiglie dei pescatori di Tricase Porto che per carnevale diventano il tema delle barche, i caratteristici gozzi, animati ed agghindati di tutto punto per sfilare nel porto di Tricase.

I gozzi rappresentano il soprannome di ogni famiglia dei pescatori che da anni si portano dietro di generazione in generazione.

L'associazione Libeccio, sempre attenta a mantenere vive le tradizioni e la storia dei pescatori di Tricase Porto, li ha trasformati in carri allegorici galleggianti.

Ogni gozzo rappresenterà la famiglia di appartenenza della barca e della Nciurita trasformata in una maschera sfarzosa per l'occasione.   

PROGRAMMA

Coriandoli e Nciurite alle Rutte - SABATO 25 Febbraio 2017- Tricase Porto

Ore 15,00 Addobbo dei gozzi con le maschere delle Nciurite appartenenti alle famiglie dei pescatori e sfilata dal porto nuovo alla "RENA"

Ore 15,30 MUSICA di "Paranza"DOLCETTI  "Nfumulati"

Intrattenimento per i piccoli con i ragazzi della Clownterapia dell'associazione "CUORI E MANI APERTE VERSO CHI SOFFRE"

Ore 18,00 CUNTI STORNELLI E FILASTROCCHE "Spentrapiche"

con i MAJELANA'S BROTHERS & CO.

Ore 20,00 PITTULATA "Senzapinzieri""Trentapise" de PISCE FRITTU

ore 20,30 MUSICA " Tampone " con i ragazzi dell'associazione TRAMANDANDO di Tricase.

in Distribuzione