di Senofonte Cavalieri

SAN VALENTINO 2017

Per dare alla vita la forza e lo spirito

di cui ha bisogno,

bisogna dare sfogo al proprio pensiero.

 “CARA AMICA”

 … si,

mi liberasti dalle pene mie

e ne fui contento

ma,

me ne daresti ancor,

ancor più assai

da momento che ti trasportai

nel lume

del mio pensiero …

di Pino Greco Siamo in corso Giulio Cesare incrocio via Marco Aurelio via Vespasiano.

Siamo dalle parti della zona 167. È accaduto ancora.

Quello stop purtroppo è già stato teatro di incidenti. Il morto c'è già stato.

E’ la stessa strada, lo stesso incrocio sulla quale aveva perso la vita un uomo diversi anni fà.

Se ne parla in Città da un pò di tempo.

Molti cittadini residenti sono all’esasperazione per le condizioni di scarsissima sicurezza della strada, dove molti passano a velocità sostenuta. Quell’incrocio è pericoloso, deve essere sistemato. È necessario trovare soluzioni che possano impedire il ripetersi di gravi incidenti. Molti tendono a rallentare, poi controllano che non arrivi nessuno e procedono.

Corso Giulio Cesare, è diventato un rettilineo da percorrere come se fosse una pista di accelerazione

Moderare la velocità e migliorare la segnaletica, tante le proposte per rendere più sicuro l’incrocio.

Corso Giulio Cesare rappresenta anche croce e delizia di agenzie assicurative e avvocati

Insomma, cos’altro aggiungere a una immagine, un incrocio che parla da sé

Caro Direttore,

Sono stato raggiunto da tante telefonate di amici e parenti preoccupati per la mia persona. Non riuscivo a capire fino a quando non mi hanno spiegato di essere apparso sul tuo giornale come futuro protagonista della trasmissione ‘Chi l’ha visto?’ Con tanto di data ed ora. Ho sempre apprezzato l’humor della tua Redazione e qualche volta ho applaudito al modo, anche sbarazzino, con il quale una Rubrica del tuo giornale fa, scherzando, informazione. Però consentimi di farti un appunto.Quello di cui sono stato oggetto, nell’ultimo numero del tuo Giornale, non aveva nulla di humour ma solo tanto cattivo gusto. Conoscendo la tua persona mi aspetto pubbliche scuse dal tuo Giornale per fare definitiva chiarezza su scelte che riguardano esclusivamente la mia vita privata.Sono certo che simili sgradevoli episodi non si ripeteranno mai più.Diversamente sarò costretto ad agire a tutela della mia serenità e quella delle persone a me care

Con amicizia

Vincenzo Errico

 

Caro Vincenzo,

pubblico la tua lettera e spero che questo basti per le scuse.Non pensavo, francamente, che la stampa avesse tutta questa... forza e che l’aggiunta di ora e data potesse stravolgere il senso di un pezzo sul cui contenuto c’era stato un tuo assenso di massima. Vorrai comunque accettare le mie scuse che sono dovute per le preoccupazioni suscitate nei tuoi amici e familiari e ti assicuro che in futuro, per evitare spiacevoli inconvenienti, non pubblicheremo notizie che possano apparire come indebite invasioni di cattivo gusto nella tua vita privata, anche se te lo assicuro non era proprio questa la nostra

Alessandro Distante

 

Intervista all’on. Antonio Lia

Parlando di trasporti ma anche di... candidatura

All’on.le Antonio Lia, già componente della Commissione Trasporti alla Camera, abbiamo posto alcune domande sull’argomento trattato da Giuseppe Panico nello scorso numero.

On.le Lia, il treno Freccia Rossa continua a tenere banco. Fino a Bari o fino a Lecce?

Le sorti del Freccia rossa fino a Lecce ci sta appassionando e mobilitando. E lo dico da convinto sostenitore della strada ferrata perché più sicura, più romantica, più rilassante e perché, nel tempo occorrente per il percorso, ti permette di leggere un buon libro, scrivere o sbrigare altre faccende.

Ma una rete di trasporti non è solo il treno.

Sì è vero, ma prima di tutto voglio dire che la questione dei trasporti non è soltanto una questione di velocità. Una seria cultura sui trasporti ci porta a capire che i trasporti sono parte integrante della vita sociale, economica, occupazionale del paese. Devo dire che sui trasporti il popolo e i politici pugliesi sono poco informati o acculturati, non è un problema che hanno mai preso nella dovuta considerazione.

Si spieghi meglio

La Puglia ha 800 Km di coste ed è a poca distanza dalle coste Dalmate, Albanesi, Greche e di fronte al Capo di Leuca, più distante, c’è tutto l’arco delle coste africane. Molti anni fa era già prevedibile la crisi dei Paesi della vecchia Europa; i mercati, l’economia si indirizzavano da tempo verso nuove frontiere ed il Medio Oriente era tra queste; bisognava quindi guardare in quella direzione. La Puglia ha una posizione strategica nel Mediterraneo, la politica era chiamata a decidere se la nostra Regione ed il nostro Salento doveva assumere un ruolo da protagonista nei rapporti con i Paesi in via di sviluppo o subire gli eventi, la trasformazione; la politica doveva programmare una Puglia pontile dell’Europa o Porto per il Mediterraneo.

Ma Lei è stato in Parlamento. Viene da chiederLe: cosa ha fatto?

La mia permanenza per dodici anni in Commissione trasporti, alla Camera dei Deputati, mi portò a darmi da fare per il doppio binario, l’elettrificazione, il corridoio 8 (Brennero, Brindisi, Igumenitsa); mi occupai molto anche dei trasporti marittimi. L’occasione, su quest’ultimo argomento, mi fu data dalla discussione, in Commissione, della legge sul riordino delle Autorità portuali; non era previsto alcun ruolo per la nostra Regione che restava come sempre esclusa dal sistema. Lo spunto mi venne dai ricordi di mia moglie che mi parlava spesso del suo bisnonno: pittore presso il Vicerè d’Egitto, che per raggiungere quel paese si imbarcava a Napoli, poi dal 1870 faceva i suoi viaggi con la Valigia delle Indie della Società Italiana Adriatico-Orientale che collegava Brindisi con Alessandria d’Egitto. Vincenzo Valente, pittore della casa reale, partecipò il 17.11.1869 all’inaugurazione dell’apertura del canale di Suez dipingendo un grande quadro dell’avvenimento per il Vicerè d’Egitto e disegnò le scene dell’Aida che in quell’occasione doveva essere rappresentata al Cairo da Giuseppe Verdi. La storia mi incuriosì e pensai: perchè le navi che vengono dall’Oceano Indiano per raggiungere i Paesi del nord Europa dopo aver superato il canale di Suez devono attraversare tutto il Mediterraneo passando per lo stretto di Gibilterra e risalire l’Oceano Pacifico per poi approdare nei porti di quei Paesi? Decisi di presentare una proposta di legge che prevedesse, nel riordino delle Autorità portuali, i porti di Bari, Brindisi e Taranto. Potenziare quei porti per convogliare il traffico marittimo. Un’occasione per la Puglia. Mi rivolsi a diversi Parlamentari pugliesi, di tutti i Partiti, perché firmassero la mia proposta ma nessuno credeva alla mia idea e la proposta fu presentata con la sola mia firma. In Commissione fu battaglia, ma alla fine la legge fu approvata nel 1994 con l’inserimento, tra le Autorità Portuali, dei Porti di Bari, Brindisi e Taranto. Ho sperato tanto che la Regione di Fitto e di Vendola facessero tesoro di questa grande conquista ma non fu così, ho anche affidato ai 5 stelle la mia legge; la questione non fu mai presa in considerazione ed ora il nuovo riordino vede in Puglia una sola Autorità Portuale.

Tutto finito allora?

Temo di sì; quella legge era un’occasione per trasformare l’economia, incrementare l’occupazione, sviluppare il territorio, se è vero, come è vero, che città come Trieste o Genova devono molto del loro sviluppo ai loro porti. Mi sono convinto che il mancato sviluppo del Sud non dipende dalla nostra posizione geografica marginale o dalle persone che, con coraggio, non abbandonano queste terre del Sud Italia ma dalla scarsa capacità dei politici a capire i bisogni e a saper trovare le soluzioni per risolvere i grandi problemi.

A proposito di politici e di capacità di risolvere i problemi; qualcuno, anche sul nostro Giornale, chiede una Sua candidatura a Sindaco di Tricase: cosa c’è di vero?

E’ una domanda che mi mette in difficoltà; dare ora una risposta è difficile e complicato ma Le confermo che sono tanti a chiedermi di presentare la mia candidatura a Sindaco di Tricase e di questo sono molto lusingato anche perché sono in particolare i giovani a chiedermelo.

Ed allora, candidato?

La verità è che Tricase, caro Direttore, ha bisogno di “Idee nuove e di uomini nuovi” che sappiano avere passione e amore per la Città, che conoscano i problemi, che sappiano dare speranza al paese ed in particolare ai giovani; persone capaci, efficienti, volenterose e predisposte a servire; che sappiano far ritrovare l’identità e la dignità che spetta ad una Città che è stata sempre guida dei Comuni del Capo di Leuca, che sappiano proporre un progetto di crescita che guardi al futuro per creare quello sviluppo che deve guardare lontano e non solo alle politiche quotidiane.

Insomma un ruolo importante per Tricase

Tricase deve candidarsi a svolgere questo ruolo nell’interesse della Città e dell’area vasta che ha il dovere di rappresentare; deve essere la locomotiva del territorio. Vorrei tornare sul tema trasporti: tanti anni fa, su Nuove Opinioni, descrissi ampiamente un progetto di trasporti periurbani con circolari extraurbane e piste ciclabili che mettessero in comunicazione i vari paesi, un progetto che possiamo definire ancora attuale.

Un altro tema importante per un programma amministrativo, dunque

Se gli amici di Tricase, gli elettori, condividono queste idee, possiamo lavorare insieme per realizzarle trovando la persona più adatta a guidare questo percorso; io non mi sottrarrò a dare il mio contributo e la ricchezza delle mie esperienze. Ho dedicato tutta la mia vita da Parlamentare, Sindaco di Specchia, Presidente del GAL Capo di S.M. di Leuca ed anche da semplice cittadino, per lo sviluppo della nostra terra. Mi auguro che il territorio, nel quale abbiamo avuto la fortuna di nascere, sappia dare risposte alle tante domande della gente; sappia sfruttare al meglio, in termini di nuove opportunità di lavoro, quanto la natura ci ha dato, in particolare, nel campo del turismo, dei beni culturali e della cultura, dell’ambiente, dell’agricoltura, facendo perno sul fattore umano che è campione di accoglienza e ospitalità. Tricase, caro Direttore, ha il dovere di guidare questo cambiamento e ridare al territorio rappresentanze nelle Istituzioni nelle quali ora siamo orfani.  

di Giuseppe R. Panico A Tricase abbiamo una delle piazze più belle del Salento (P.Pisanelli), una fra le più grandi (P.Cappuccini), altre minori ed una nuova e grandicella in attesa del…miracolo. Da noi però, anche i santi di paese, se non hanno santi più potenti in paradiso, si devono accontentare di quello chepassa il…Gallone. Solouna chiesa, ma sovente “scippata” della antistante piazza o slargo,non più adibita a fini religiosi o sociali,ma personali, quelli del parcheggio. E così, oltre a chidelle chiese ne imbrattai muri con le bombolette, senza che poi nessuno glieli faccia ripulire con le loro unghie inzuppate nel solvente,tanti altri, con le loro auto ed il placet delle istituzioni, ne “imbrattano” gli spazi antistanti. Non più madonnari, con le loro immagini religiose e delebili gessetti coloratisull’asfalto, meno bimbi a giocare, pochi turisti a fotografare e molti di noi con“sindrome”da parcheggio in piazza e telefonino in testa.

Arte, storia e tradizioni cittadine, fonte di cultura, turismo ed economia ne sono così offese e svilite Fra i bimbi battezzati, circa un ventennio fa nella nuova chiesa di S.Antonio,che, uscendo in braccio a mamma o papà, già piangevano vedendola vicina piazzacosì incolta e incompleta, moltigià studiano altrove. Tornando fra noi e rivedendol’” incompiuta”, si chiedono a voltese cambiare chiesa o cambiare paese. Comunque non tornano e vannoa piazzarsi altrove, ivicreando sviluppo e cultura. E così il quartiere più nuovo, moderno e popoloso della città che tenta di valorizzarsi non solo di martedì con la tradizionale”chiazza culli brei”, ma ogni giorno con il commercio di qualità ed ampi e moderni negozi, ha solo unaindegna “agorà”. Quasi un simbolo della decennale incuranza degli eletti,fattasi forza politica, e della debolezza degli elettori, fattasi assuefazione al potere.Forse sarà ancora il PUG (Piano Urbanistico) che, più che un contenitore, sembraormai un tardivo“bidone aspiratutto” dei nostri sogni,magagne, incompiute e ritardi,o la prossima amministrazione che, ereditando tale “bidone”, vorrà impegnarsi afare subito, almeno per quella piazza, un“miracoluccio”.

Ma lasciando da parte grandiosi e costosi progetti “piazzati” da tecnici e progettisti, urbanisti e qualunquisti anche d’oltre paese. Di conti in rosso ne abbiamo già tanti, di prati verdi molto meno, di fresche ombre nemmeno e di tecnici paesani abbastanza. Basterebbero tanti alberi della nostra terra che ricordanoanche la storia della nostra religione edella nostra economia. E se per quel Santo non sarà un’altra “Piazza dei Miracoli” come al Nord, potrebbe essere almeno la“Piazza degli Ulivi” di questo nostro Sud. Oltre agli ulivi, solo semplicisiepi evialetti, comode panchine in legno, qualchegiochetto per i bimbi eun po’ di spazio per i cani ed i loro amici che, sovente, amano più iloro“pets” (animali) degli altrui “kids”(bimbi). Al centroo “alla ripa”,una capace tettoia ove anziani(e mamme e bimbi) possono anche ripararsi da intemperie o troppo sole o farsi una scopa e o un tre-sette. L’immenso debito pubblico nazionale, frutto degli insani costi e insane scelte della politica che noi siamo o che noi votiamo, e che manco i pronipoti ancora nati riusciranno a sanare, se non svendendo ai creditori, in gran parte stranieri, case, chiese e cimiteri,Gallone e Colosseo,non ci consente di aggiungere altra arte, come statue femminili con torcicollo e ignoto viso rivolto al cielo fra alti pubblici zampilli.

Ma almeno, si spera, qualche pubblico ed utile“servizio”, tipo quello checi induce, di solitoin privato, a guardare invece in basso, prendere la mira e, se non proprio fare centro, mettere almeno dentro quel personale“zampillo”da basso ventre e alta urgenza. Il “sacchetto” ogni tanto va svuotato anche fuori-casa. Lo avevano capitotutti da millenni, anchei romani con i loro vespasiani e pure i saggi tricasini di una volta con i bagni pubblici in Piazza Pisanelli. Ora invecelo capiamosolo pagando il “dazio”di un caffè ai bar o,conzampillo al vento dietro qualche oscuro angolo. Forse tornando a privilegiarenelle “agora” elettorali del paese,chi vuole e sa davvero fare, quello che davvero serve e quello che è davvero fattibile, comprese nuove abitudini da acquisire, quali anticamera di più cultura e civismo, potremmo avere pure altri miracoli. Se non quelli economicida“piazzaaffari”,quelli di una Tricase in più rapido cammino.

 

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