Nostra intervista ad Anna Maria Chiuri

Giunge in Redazione una telefonata. Dall’altro capo del telefono Gianni Zocco che ci informa che è apparsa in RAI una nostra compaesana, la sig.ra Anna Maria Chiuri, mezzo soprano; si è esibita nell’Aula del Senato. Il tempo di recuperare il numero di cellulare dalla madre che vive a Bolzano e via con l’intervista.

Ma prima una breve presentazione. Per chi non la conoscesse, Anna Maria Chiuri è un mezzo soprano che si esibisce in tutti i migliori teatri del mondo. I suoi genitori sono di Tricase ma lei ha vissuta in Alto Adige e ora è piacentina di adozione. Diplomatasi al conservatorio A. Boito di Parma si è perfezionata sotto la guida del tenore Franco Corelli.

Ha vinto diversi concorsi. Ha collaborato con grandi teatri italiani quali: La Scala di Milano, il Massimo di Palermo, il Regio di Torino, il San Carlo di Napoli, il Carlo Felice di Genova, la Fenice di Venezia, il Verdi di Trieste ecc. sotto la direzione di grandi maestri e, tra gli altri, di Riccardo Muti. Tra i mezzosoprani più richiesti nel repertorio italiano e tedesco, Anna Maria Chiuri ha anche inciso alcuni dischi. Si è esibita di recente anche all’estero e tra l’altro anche al Metropolitan di New York, al Festival di Edimburgo, al Rudolfilnum di Praga e a Tel Aviv con la orchestra di Z. Metha.

La chiamiano al telefono e scopriamo subito di avere in linea una persona gentilissima e felice di essere stata raggiunta da Tricase.

Quale il suo legame con Tricase?

Mi sento in qualche modo tricasina e ciò non soltanto perché i miei genitori sono di Tricase ma perché ci torno spesso. Soprattutto d’estate, ma vorrei venire anche d’inverno.

Di Tricase e della mia casa situata verso Marina Serra mi porto dentro il silenzio che ascolto quando sono lì.

Ricordo con tanta nostalgia le mie estati passate dai nonni; a piedi nudi sulla scogliera di Marina Serra.

A proposito, cosa pensa delle nostre Marine?

Marina Serra la trovo un po’ abbandonata. Per esempio, il baretto che stava sopra vicino allo splendido spiazzo davanti al Santuario non c’è più. Ma il mare di Tricase è bello così; certo non guasterebbe qualche piccola struttura che consenta di goderlo un po’ di più.

Diverso il mio giudizio per Tricase Porto dove vedo che c’è più animazione ma, al tempo stesso, come è difficile arrivarci, tante le macchine e pochi i posti per parcheggiare.

Nel Salento c’è stata in questi ultimi anni una forte riscoperta della musica tradizionale e in particolare della pizzica. Quale il suo giudizio?

Il Salento ha riscoperto la ricchezza della musica popolare. La Pizzica viene diffusa in tutto il mondo e questo contribuisce a far conoscere il Salento. Ci sono tanti bravi cantanti e musicisti.

Ma vorrei anche dire che sono venuta ad esibirmi al Politeama Greco di Lecce ed ho avuto la possibilità di apprezzare i musicisti e i direttori d’orchestra che lavorano a Lecce.

Ci sono grandi artisti conosciuti in tutto il mondo.

Un’altra tradizione musicale pugliese sono le bande

Adoro le bande. Non è immaginabile una festa patronale senza la banda: ha un suono più forte del rumore intorno. Vedere come anche i giovani seguono le bande è un fatto molto positivo.

Ricordo quello che mi diceva mia madre quando mi raccontava che suo padre faceva tanti chilometri per ascoltare una banda.

Cosa vorrebbe proporre per il Salento e per Tricase?

Mi piacerebbe che venisse ripreso il Raduno bandistico, un’occasione per il trionfo della cultura musicale bandistica che non è di poco conto se pensiamo che Giuseppe Verdi nasce con le bande e che quello che viene eseguito è la trascrizione autorizzata delle opere.

Molti bambini vengono avviati ad uno strumento. E’ un fenomeno che tante volte diventa quasi un obbligo.

I bambini non devono essere forzati nel loro avvicinarsi alla musica e tante volte sono i genitori a imporre lo studio di uno strumento.

Quello che si dovrebbe fare è far ascoltare la musica, ogni tipo di musica. Non necessariamente avvicinarsi ad uno strumento.

Un regalo per Tricase. Magari una sua esibizione in Piazza Pisanelli.

E perché no! Mi piacerebbe avviare a Tricase una master class estiva per avvicinare i bambini alla musica cantata.

Il canto può essere eseguito senza necessità di grandi teatri, può essere fatto dappertutto. Ed allora, chissà.

Grazie per l’intervista che ci ha concesso e La aspettiamo a Tricase.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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