TRICASE CALCIO: VA BENE, VA BENE COSÌ

CALCIO: TRICASE - LEVERANO 2-2

Marcatori: al 4’ Quarta e 63’ Puscio ( Leverano), 78’ Striano, 88’ Elia ( Tricase).

Terza giornata di campionato.Sette punti. Secondo posto in classifica. Il Tricase gioca bene. Due vittorie ed un pareggio.Tre gare senza sconfitte. Tricase,stadio San Vito. E’ domenica 24 settembre 2017. Gara sotto la pioggia con l’arbitro indeciso se fischiare il calcio d’inizio. Ma sotto la pioggia, pur stando sotto di due gol, i ragazzi rossoblu hanno ben superato contro il Leverano,con un pareggio (2-2).Superlativo il capitano Maurizio Striano….Domenica trasferta a Talsano. Zero punti in classifica.TRICASE, VA BENE, VA BENE COSÌ…

FULGOR TRICASE VOLLEY, TRA RICORDO E SPORT: VINCE IL MEMORIAL “ PANICO ”

Pallavolo. Memorial Fernando Panico, due serate tra ricordo e sport: vince il pubblico, il ricordo di Fernando Panico e la Fulgor Tricase.

Palasport di Galatina. Domenica 24 settembre 2017. Vincono in tre: il pubblico, il ricordo di Fernando Panico e la Fulgor Tricase. Davanti ad un buon pubblico, è andato in scena il Memorial Fernando Panico tra le formazioni di Ruffano e Specchia di serie C, Tricase e Galatina di serie B. Sabato 23 settembre dopo aver vinto le prime due gare contro Specchia e Ruffano, Tricase e Galatina si sono incontrate domenica 24 per la finale.

Il Trofeo conquistato ( 2-1) dai ragazzi del presidente Francesco Cassiano è stato un buon test per la Fulgor, che in attesa della prima di campionato, prevista per il 15 ottobre a Tricase contro una delle squadre favorite,l’Aversa, prosegue la sua preparazione tra allenamenti e amichevoli, ma a Galatina, al Memorial hanno vinto soprattutto il pubblico e il ricordo di Fernando Panico.

AURISPA ALESSANO : UN BUON PUNTO DI PARTENZA…

Roma 3 Alessano 2

Una sconfitta al tie break. Un buon punto ad Alessano. Due punti alla quotata Roma. Domenica 24 settembre a Roma è stata una partita vissuta sul filo dell’equilibrio. Alessano e Roma hanno offerto un degno spettacolo. Buona la prova della squadra allenata da mister Tofoli che ha il rammarico di non aver disputato al meglio il quarto set, e di non aver potuto disporre del miglior Culafic colpito il giorno prima della gara da un raffreddore. E adesso tutti pronti per l'esordio casalingo domenica prossima a Tricase arriva il Catania ( punti 3 in classifica).

 

 

 

Tricase – Adamuccio vince, Passaseo e Fiorito inseguono e dimostrano le loro abilità, seguiti anche dalla sfortuna.

Il Rally dei Cinque Comuni, una gara tutta salentina, suggestiva con le sue prove speciali che si circondano sul territorio di Tiggiano, Corsano, Gagliano del Capo e Specchia, hanno incoronato l’equipaggio numero 5, composto dal forte Mauro Adamuccio e Salvatore Tridici a bordo della loro consueta Peugeot 207 S2000.I pronostici erano quelli, già dettati dopo la stesura dell’elenco iscritti. Non era difficile formare il podio, anche se in “ordine” non specifico, ma la gara era sottoposta dai primi cinque, Laganà, Passaseo, Adamuccio, Mascia e Pepe.Indiscussa la preparazione e la tenacia di Adamuccio, già vincitore lo scorso anno, con gli altri che già da subito hanno dimostrato di non voler distaccarsi molto da lui. Parte la prima prova speciale di Corsano, un percorso di 5,14 km, che per soli 1.1 sec. Adamuccio vince su Passaseo e 14 su Laganà.

Nella seconda ps, Passaseo migliora su Adamuccio, con un distacco di soli 0.7 decimi, a seguire Laganà e Mascia.Per Passaseo - Fiorito, portacolori della Salentomotori, a bordo della Skoda Fabia R5 del team Colombi, compromettono la loro gara sulla terza ps, dove un 360° gli fa perdere oltre 30 sec. su Adamuccio, che in solitaria guida la classifica generale.Terminate le tre prove speciali del sabato sera, tutte le vetture fanno rientro in parco chiuso, allestito nel cuore di Tricase, nella piazza principale dei Cappuccini.  Domenica mattina, ore 10.56 parte la prima prova di “Tiggiano”, un percorso di 11,76 km.

A vincere la prova è nuovamente Adamuccio. I conti iniziano a stabilirsi, non potendo più avvicinarsi all’equipaggio capofila, la battaglia per completare il podio si fa in tre, Passaseo, Laganà e Mascia che danno il meglio di loro. Al primo passaggio della prova di Specchia arriva un vero e proprio colpo di scena, foratura per Passaseo, un dritto e spegnimento vettura per Laganà e un copia incolla di quest’ultimo anche per Mascia-Caroli. Il distacco tra Passaseo e Adamuccio è abissale, mentre con quello di Laganà è racchiuso a poco più di 2 secondi. Passaggio successivo, si ritorna sulla ps “Tiggiano”, Adamuccio comanda la classifica, Laganà giunge secondo, mentre Passaseo ad un tornante spegne la vettura, perdendo secondi preziosi, che gli compromettono il secondo posto assoluto.

 Un Albino Pepe caparbio, coadiuvato dal suo amico e navigatore Pierpaolo Panico, presenti con una Mitsubishi Evo IX. Una gara per loro che poteva andare molto meglio, se non avessero accusato alcune noie meccaniche. Sin da subito Pepe ha dimostrato di voler far bene e di portare in casa Salentomotori un buon risultato, cosa che si è verificata con la vittoria di classe N4 e con il 5° posto assoluto.

Il nuovo equipaggio formato da Simone Melcarne e Marco De Rosa, con la piccola ma forte 106 A6 del Team Trodella hanno portato a conclusione la gara, giungendo al nono posto assoluto e vincendo la classe K10 e secondi di gruppo, oltre ad aver regalato emozioni sulle tortuose stradine.Alesio De Santis e Antonio Marino stavano svolgendo una gara di tutto rispetto con la Renault Clio R3C del team Ferrara, giungendo nella classifica generale del sabato sera al 6° posto assoluto, successivamente costretti al ritiro per un errore, che gli ha compromesso la ripartenza della domenica.Gara sfortunata per i due fratelli Luca e Nicola Negro, costretti al ritiro con la loro Citroen C2 R2B per problemi meccanici.Un esordio sorprendente per il nuovo equipaggio, formato da Antonio Russo e Gabriele Sorrone, che con la piccola Citroen C2 RS hanno dimostrato un buon feeling, giungendo ai nastri di arrivo con il 14° posto assoluto, secondi di gruppo e primi di classe.

Ancora un nuovo equipaggio in gara, quello di Gianmarco Manco e Gianluca Stefanelli, due “ragazzini” amanti delle corse, che hanno percorso le prove speciali con una Citroen Saxo RS, messa a disposizione dal driver Donato Parrotto, giunti sulla classifica finale al 20° posto assoluto, quinti di gruppo e secondi di classe.Gara terminata non bene per l’equipaggio Giangreco – Mergola, costretti al ritiro per un piccolo incidente.

Classifica dei primi cinque: Adamuccio – Tridici, Laganà – Invidia, Passaseo – Fiorito, Pepe – Panico. 

 

di Francesca Sodero.Consigliere Comunale M5S Con ordinanza del 29 agosto, il Sindaco Chiuri ha finalmente acceso un faro sulla struttura fatiscente che deturpa da decenni il paesaggio della zona portuale di Tricase ed è oramai divenuta un fattore di rischio per la sicurezza dei cittadini. Quanto fatto dal Sindaco, però, è insufficiente ed è necessario che a questo primo atto ne seguano degli altri indirizzati alla reale tutela della pubblica incolumità.

Per questa ragione, come gruppo consiliare M5S, abbiamo indirizzato al Sindaco un'interrogazione volta a stimolare l'avvio di accertamenti più approfonditi sulla reale portata del rischio di crollo che, per il momento, e da un'analisi piuttosto superficiale in quanto solo visiva, è stato valutato solo come “da non escludere” e limitato ad “alcune parti” della struttura.

Quello che chiediamo al Sindaco è quindi di investire urgentemente le autorità di pubblica sicurezza competenti affinché accertino con adeguata metodologia e strumentazione tecnica se il rischio di crollo riguardi invece l'intera struttura e, conseguentemente, se oggi il rudere rappresenti un grave rischio per la stabilità stessa del costone, già classificato dall'Autorità di Bacino della Puglia fra le aree ad elevata pericolosità geomorfologica, ossia a rischio di frane.

In altre parole, vogliamo sapere se oggi vi è il rischio che la struttura crolli per intero e se questo eventuale crollo possa da solo innescare eventi franosi sul costone. Se così fosse, non ci sarebbero altre strade da percorrere se non una demolizione controllata dell'immobile o la sua urgente messa in sicurezza. Se il costone dovesse crollare, infatti, possiamo tutti solo immaginare le disastrose conseguenze che ne potrebbero derivare, trattandosi di area portuale.

Considerando che molto probabilmente l'interrogazione sarà trattata nel prossimo Consiglio Comunale, invitiamo i cittadini interessati a parteciparvi per dare forza alla nostra istanza e impedire che la nuova amministrazione, sull'annosa questione battezzata “eco-mostro”, nasconda la mano dopo aver lanciato il sasso.

I cittadini possono leggere l'interrogazione sul nostro sito web
www.tricase5stelle.it, in corso di aggiornamento.

PREMIO VOLANTINO A BARBARA STEFANELLI

Vice direttore del Corriere della Sera

Sabato 30 settembre 2017 ore 20

Sala del Trono Tricase

Il Premio Giornalistico Il Volantino è giunto alla sua 8^ Edizione. I premiati precedenti sono stati nell’ordine: Antonio Caprarica, Piero Sansonetti, Serena Dandini, Lino Patruno, Sergio Staino, Francesco Giorgino e Claudio Scamardella. Sarà proprio Claudio Scamardella, direttore del Quotidiano di Lecce a conversare con Barbara Stefanelli.

La Manifestazione ha il patrocinio del Comune di Tricase, del Comune di Botrugno e della Provincia di Lecce. Interverrà Teresa Bellanova, Viceministro allo Sviluppo Economico.

Barbara Stefanelli è vice direttore vicario del Corriere della Sera. Nata e vissuta a Milano ha origini salentine per via dei suoi genitori che sono di Botrugno. Laureata in Germanistica, ha studiato ad Heidelberg e Vienna. Dopo aver frequentato la Scuola di giornalismo di Milano è entrata nel 1990 al Corriere della Sera occupandosi di Esteri. Già nel 2009 venne nominata Vice direttore ed è stata caporedattore centrale e caporedattore Esteri.

Nel 2015 è stata nominata, prima donna in assoluto, Vice direttore vicario, cioè il numero due del Corriere. Ha curato il lancio dell’inserto culturale “La Lettura” ed ha progettato il Blog collettivo La 27esima Ora. Con la 27esima Ora ha pubblicato con Marsilio il libro “Questo non è amore”, inchiesta sulla violenza contro le donne. Sullo stesso modello ha progettato i blog “Solferino 28/anni”, dedicato ai ventenni d’Italia, e “Gli invisibili”, uno spazio sulla disabilità.

Nella serie Storie del Quotidiano, una collana di libri Bompiani dedicati ai ragazzi che vede impegnate alcune firme del Corriere, ha scritto “Piccole Coraggiose Donne” pubblicato nel 2013. Ha vinto alcuni premi di livello nazionale: il premio “Marisa Belisario” edizione 2010 ed il premio “Matilde Serao” edizione 2013.

“E restiamo noi che, in un rito spaventoso, ci domandiamo –davanti ai nostri ragazzi che diventano adulti- che fare. Noi possiamo metterci di traverso: si chiama <<prevenzione primaria>> e comincia dai bambini per arrivare agli adolescenti, parte nelle case ed entra nelle scuole. Non stanchiamoci di ripetere –e di dimostrare- che l’amore non ha proprietari. Insegniamo alle femmine a non scambiare il controllo per attenzione o dedizione, a non farsi lusingare dalle ossessioni, a non cedere mai alla richiesta di una prova d’amore e d’eroismo. E trasmettiamo ai maschi la bellezza e la radicalità della forza che riconosce la libertà, la fragilità, anche il fallimento. L’amore non è una pietra, né un coltello, l’amore non è un colpo di pistola”.

(Quello che noi dobbiamo fare (adesso), in Corriere della Sera 14.09.2017, a commento della tragica fine di Noemi Durini).

 

 

 

 

 

di Alfredo De Giuseppe La storia del Castello di Tutino, nel suo infinitesimo, può essere rappresentativa della Storia d’Italia. Specialmente del Sud. Costruito su precedenti insediamenti (forse esistenti fin dalla preistoria) fu pensato come roccaforte militare verso la fine del 1300. Risulta nel 1400 proprietà Gonzaga e poi Trane, la cui famiglia verso la fine del 1500, eliminando parte del fossato, edificò il Palazzo su due piani che doveva servire come residenza estiva del Barone. Fu questo il momento di massimo fulgore, in coincidenza con l’arte rinascimentale.

Nel secolo successivo fu ceduto ai Gallone, signori di Tricase ma residenti a Napoli, poi per eredità divenne proprietà degli Imperiale, che nei primi anni del 1900 lo cedettero alla famiglia Caputo. Questa lo usò come deposito e trasformazione di tabacco, di cui era divenuta concessionaria di Stato, per circa 50 anni, dal 1920 al 1973. Nel frattempo si consumavano vari attentati ai danni del Castello: verso la fine degli anni ’50 veniva concessa ad un privato la costruzione di una casa sul fossato lato sud, deturpandone irrimediabilmente immagine e utilizzo.

L’Enel ci piazzava intorno dei pali orrendi in ferro, la Telecom una cabina, l’acquedotto una fontanina, la facciata veniva invasa da fili di tutte le misure, l’accesso al fossato dalla piazza veniva occluso da un muro di un altro privato, all’interno venivano distrutti camini, porte e orpelli vari, inutili all’immagazzinamento del tabacco. A completamento del tutto venivano piantati lungo il recinto dei pini alpini degni di una piazza della Val Gardena e una serie di cartelli stradali, pubblicitari e di affissioni mortuarie. Insomma un trattamento riservato ad una specie di discarica, una cosa da nascondere, un rudere su cui pisciare in tranquillità insieme a ratti e gatti. Fino alla sua consunzione.

Poi un sussulto verso la metà degli anni ’80: il Comune di Tricase sotto la guida del sindaco Serrano acquista dalla famiglia Caputo, tramite un compromesso e ad un prezzo davvero conveniente, il Castello di Tutino, la zona detta “Donnamaria” e il boschetto prospiciente la stazione. Stranamente, dopo qualche anno, il Comune non riesce ad accendere un mutuo per completare l’acquisto, la famiglia Caputo restituisce l’acconto e si riprende tutti i beni.

Da allora sono passati alcuni decenni: niente si è mosso intorno al castello, tranne forse l’utilizzo di tanto in tanto di una benemerita associazione che pulisce ad ogni occasione il fossato, le erbacce sui muri e gli interni invasi dagli uccelli. Ora da questa storia si possono trarre tante conclusioni: la noncuranza pubblica e l’arroganza privata; i limiti della proprietà privata quando detiene un bene di interesse pubblico; il degrado dell’arredo urbano delle nostre città; la sottovalutazione, anche come ricaduta economica, dei nostri monumenti storici; la disdicevole sensazione che la Soprintendenza alle Belle Arti sovraintende soprattutto sugli stipendi dei propri funzionari.

Tutto ci sta e tutto si potrebbe commentare. Ma una cosa, una sola, ha ancora un significato di speranza: uno sparuto numero di cittadini, i residenti dell’antica Tutino, sentono quel posto come casa propria, forse nel Medioevo vi si rifugiavano, forse durante il Rinascimento partecipavano alle feste baronali, forse le nostre nonne vi hanno lavorato il tabacco per poche lire scambiate come liberazione dalla schiavitù domestica. Certo non demordono: quei pochi cittadini lottano da anni per la valorizzazione del castello, per la sistemazione complessiva dell’area, per la ristrutturazione a fini culturali, teatrali e, perché no, economici.

Quei cittadini rappresentano, con la loro voglia di bellezza, con la forza delle centenarie radici, l’Italia che resiste, la fiducia che qualcosa possa davvero cambiare in questo sfortunato Paese, baciato dalle arti, distrutto dalle furbizie.    

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