Ospitiamo per 10 uscite ( una volta al mese) la nuova rubrica CSC Centro Studi Colombo,

un Centro di Assistenza Didattica e Universitaria,che si avvale di una pluriennale esperienza nell’ambito dell’insegnamento scolastico

 Parte prima: IL SUCCESSO AMA LA PREPARAZIONE

“Amat Victoria Curam! “E’ proprio così:il successo ama la preparazione.
Prepararsi, infatti, ad un test d'ammissione complesso come quello di medicina è un compito che richiede attenta pianificazione, impegno e incrollabile dedizione senza lasciare alcunchè al caso.

Questo è possibile ,oltre che al supporto di una guida capace e qualificata quale quella offerta dallo staff del Centro Studi Colombo, anche grazie ad una metodologia di studio ed apprendimento che negli anni si affina e si migliora sempre più, al fine di ottenere risultati sempre più positivi, riducendo cosi’ ai minimi termini ogni casualità.

Un mix vincente per noi del CENTRO STUDI COLOMBO che anche quest’anno abbiamo superato, nei risultati, ogni ottimistica previsione ed aspettativa. 

Tra coloro, infatti, che hanno frequentato il corso per la preparazione al test di ammissione alla facoltà di Medicina e Chirurgia, hanno superato la prova ben 17 candidati, pari ad una percentuale dell’ 80% dei partecipanti.

Il test, quest’anno prevedeva 120 quesiti relativi ad argomenti di logica, problem solving, ragionamento spaziale visivo, comprensione di brevi testi, ragionamento numerico, test di cultura scientifica, domande di lingua inglese e di cultura religiosa.

Per l’A.A.2018 – 2019 è stato già avviato il corso di preparazione al test d’ ingresso di Medicina e Chirurgia.

Quanti intendono iscriversi a tale facoltà sono invitati a contattare e presentarsi presso la segreteria del Centro, nelle sedi di Corsano o Maglie, per informazioni che possano essere utili ad operare, per il proprio futuro, la scelta giusta.

CORSO DI FORMAZIONE PER ASSISTENTE ALLA COMUNICAZIONE

L.I.S. (LINGUA ITALIANA DEI SEGNI)

L’Associazione Amici Insieme organizza un corso di formazione per Assistente alla Comunicazione L.I.S.

OBIETTIVO: Formare la figura professionale prevista della legge 104/92’, il cui ruolo è quello di “facilitare la comunicazione” tra la persona non udente, i docenti e i compagni di classe, cooperando affianco di due altri docenti: l’insegnante curricolare e di sostegno.

STRUTTURA: Tre livelli ( I° livello= 80 ore; II° livello= 120 ore; III° livello= 300 ore) nel quale si studierà la Lingua dei Segni Italiana nella sintassi, nel lessico e nella grammatica, oltre che le metodologie operative per i sordi.

Il corso per Assistente alla Comunicazione L.I.S. è patrocinato dalla Provincia di Lecce, dal Comune di Tricase, organizzato in collaborazione con l’A.N.S. (Associazione Nazionale Sociologi) e rientra nel P.T.O.F. dell'I.S.I.S. “Galilei- Costa- Scarambone” di Lecce.

Le lezioni si terranno tutti i venerdì dalle 16.00 alle 20.00 presso la sede del G.A.L. a Palazzo Gallone, Piazza Vittorio Emanuele, Tricase.

Iscrizione: Le adesioni devono pervenire entro e non oltre Venerdì 23 Novembre 2018.

Per ulteriori informazioni contattare: ASSOCIAZIONE “Amici Insieme” .

Direttore del corso dott.ssa Maria Rosaria Merenda cell. 389/5858806

E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

La mia colonna di Alfredo De Giuseppe

A Tricase Porto non c’è un albergo. I turisti si meravigliano della scarsa offerta, gli imprenditori del settore sono in attesa di notizie, molte seconde case (spesso pessime) che si affittano durante il periodo estivo hanno creato l’albergo diffuso che si è diffuso a sua insaputa.

Forse è meglio così, ma un Albergo, con tanto di permesso, fu in effetti costruito e pure sul punto più bello del Porto. La vicenda inizia nel 1962.

Il prof. Alessandro Sauli, nel presentare una generica domanda di edificabilità di un terreno di sua proprietà, aggiunge una nota per ricordare al Comune “l’inopportunità del vincolo posto dal Piano sulla parte a mare, rispetto alla strada, della punta che chiude il Porto a settentrione. Tale promontorio è infatti il centro visuale di tutto l’arco paesistico nel quale è racchiusa la Marina di Tricase, e quindi è della massima importanza che venga opportunamente sistemato con qualche costruzione rispettosa dei valori ambientali, immersa nel verde”.

Nel marzo 1963, viene presentato un progetto, a firma dell’ing. G. Sodero, per la costruzione di un albergo-ristorante. La Commissione Edilizia del tempo si oppone. L’avvocato Luigi Puzzovio, per conto della famiglia Sauli, scrive al Sindaco Piccinni, “consigliandolo” di rivolgersi alla Soprintendenza ai Monumenti ed alle Gallerie di Puglia e Lucania per ricevere un parere sulla fattibilità dell’opera. Incredibilmente la Soprintendenza dopo appena 15 giorni concede parere favorevole.

Il prof Salvatore Cassati, all’epoca Ispettore Onorario per le opere di Antichità e di Arte dei Comuni di Tricase e Andrano, si scaglia con una lettera ufficiale contro la decisione della Soprintendenza, si dimette dall’incarico, ricostruendo i fatti e concludendo senza giri di parole che “ tutto lascia supporre il clima di pressioni e di interferenze esistente, clima che nel caso specifico, ben si conosce in Tricase per una lunga storia che risale a vecchi e recenti rapporti poco simpatici del Sauli col Demanio, con l’Amministrazione Provinciale e l’E.P.T. di Lecce”. Nell’agosto 1963 la Commissione Edilizia esprimeva parere favorevole e il Sindaco immediatamente, il giorno dopo, rilasciava Autorizzazione a costruire.

“L’albergo-ristorante” di Tricase Porto viene completato nell’estate del 1967. Subito il Sauli chiede “il certificato di abitabilità in quanto, per ora, il sottoscritto intende adibire la costruzione ad uso abitazione”; il giorno 2 agosto 1967 l’ing. Antonio Scarascia rilascia Certificato di Collaudo e Prova di carico, rilevando comunque che “non sono state realizzate due stanze da letto e che sotto il locale di soggiorno è stato ricavato uno spiazzo coperto non previsto”.

La casa-albergo viene tranquillamente abitata dai proprietari, finché il 24 febbraio 1969, irritualmente, il Prefetto di Lecce “concede ai sensi della legge 2229 del 1939, licenza d’uso per il fabbricato di nuova costruzione, destinato a civile abitazione”; due mesi dopo il Sindaco Giuseppe Codacci Pisanelli, smentendo almeno in parte il Prefetto De Carlo, Autorizza “l’abitabilità del fabbricato per tutti gli usi di legge ed a condizione che sia adibito a piccolo albergo-ristorante”.

Naturalmente quell’orrenda costruzione sul Porto non è mai stata adibita a struttura ricettiva e in definitiva abbandonata dalla stessa famiglia Sauli già a partire dalla fine degli anni ’70.

Dopo anni di abbandono, degrado e silenzio, nel 2015 un gruppo di cittadini raccoglieva centinaia di firme per chiedere l’abbattimento della costruzione ormai cadente e pericolosa oltre che brutta. Nel settembre 2017 il Sindaco Chiuri, dopo numerose sollecitazioni, emetteva un’ordinanza per la messa in sicurezza dell’immobile e il ripristino del decoro urbano e della tinteggiatura. La proprietà a tutt’oggi si è limitata ad apporre dei paletti per la tenuta delle verande, che se possibile deturpano ulteriormente il paesaggio.

Questa è la lunga, ma semplice storia dell’ecomostro di Tricase Porto. E’ una storia rivolta alle nuove generazioni: quando sentite parlare dei favolosi anni ’60 e ’70 sappiate che questo era il modo di gestire la cosa pubblica; quando sentite parlare di consumo di suolo, di costruzioni abusive, del dileggio di ogni norma di buon senso dovete fare riferimento agli anni del boom economico; quando sentite parlare di debito pubblico dovete ricordare la gestione del potere di quegli anni, dove ad un certo punto i conti dello Sato non contavano più, era importante solo il consenso clientelare; quando dovete cercare i colpevoli sono quasi tutti i vostri padri consenzienti e spesso beneficiari di quelle prebende.

La cuccagna è durata fino al 1992, poi all’improvviso ci accorgemmo che non poteva durare e senza saperlo consegnammo il Paese a Berlusconi. Ora giudicate voi, ragazzi del terzo millennio, fate voi qualcosa per abbattere davvero quel sistema e iniziare a respirare l’aria pulita del mare.                                                                                                      


                                                                               

 

di Ercole Morciano

Ripresa in pieno l’attività dell’Adovos (Associazione Donatori Volontari di Sangue) di Tricase con risultati sempre più promettenti.

Il 6 ottobre, presso le scuderie di palazzo Gallone si è tenuta l’assemblea con le elezioni della ricostituita associazione. Valentino Schirinzi, commissario da circa un anno, alla presenza del presidente provinciale dell’Adovos “Messapica”, Giovanni Coluccia, ha relazionato sui progressi dell’associazione, passata da poche decine di iscritti agli attuali 170 e da 28 donazioni dello scorso anno alle attuali 143 (raccolte negli ultimi mesi), che aumenteranno ancora fino alla fine dell’anno.

Dopo i calorosi ringraziamenti per l’ottima gestione commissariale, i soci hanno deliberato all’unanimità di intitolare la sezione Adovos di Tricase a don Tonino Bello, tra i fondatori del sodalizio nel lontano 1979, l’anno del suo ingresso a Tricase come parroco.

In seguito alle votazioni sono stati eletti i seguenti soci: Roberto Zocco (presidente), Alfredo Russo (vicepresidente), Silvia Sergi (segretaria), Pippi Rizzo (tesoriera), consiglieri: Giuseppe Agosto, Fernando Musio, Luigi D’Aversa, Gregorio Feline, Dario Longo, Vincenzo Scolozzi, Roberto Casamassima, Vincenza Zocco, Antonio Confalonieri. Il gruppo di lavoro è stato poi allargato a Walter Stefanelli, Vito Panico, Michele Dell’Abate, Marco Marra, Maria Domenica Maglie e Lino Peluso.

Lo specifico di questo gruppo, il binomio sport-donazione, di sicuro gradito a don Tonino, si rivela sempre più attuale. Gli iscritti donatori di sangue sono quasi tutti appartenenti a gruppi sportivi di vario genere. Sport e solidarietà per loro non è uno slogan.  

L’acquisto della joëlette, realizzato grazie  alle iniziative e agli eventi che hanno visto impegnati durante l’estate tanti donatori e donatrici, si è rivelata un’idea vincente.

Un gruppo di soci ha frequentato il corso per l’uso del veicolo a ruota unica e la mattina del 28 ottobre è accaduto  passatemi il termine “il miracolo”, cioè il segno straordinario che la parola èvoca.

A Novoli, dove si svolgeva la 23a “Stracittadina” su un percorso di 10,200 Km., ha partecipato alla manifestazione un gruppo di volontari Adovos con Danilo a bordo della joëlette. È stata un’esperienza sorprendente, «un abbraccio collettivo a Danilo, ai suoi genitori, ai volontari, da parte di tutti i partecipanti alla gara, ma anche degli spettatori che hanno condiviso la sua gioia e che lo hanno avvicinato per salutarlo e per regalargli un sorriso.

A Danilo è stato offerto dall’organizzazione un premio speciale: l’ovazione che gli è stata tributata sul palco e il suo sorriso spontaneo sono la gratificazione per tutti coloro che si sono impegnati per stargli vicino.

 I nostri podisti hanno smesso i panni dell’atleta competitivo per unire le forze e far avverare il sogno del nostro amico Danilo. Di fronte a tanto calore umano non si può che restare sorpresi per il bene che lo sport riesce a generare quando conserva la sua umanità e mette al centro la persona».

Un altro settore in cui l’Adovos di Tricase si spenderà, è quello di diffondere la bellezza del volontariato tra i giovani. La dott.ssa Elisa Nescis, consulente scientifica dell’associazione, col sostegno della Direzione Generale dell’Ospedale “Card. G. Panico”, ha messo a punto un progetto di in-formazione per gli studenti e le studentesse delle scuole superiori di Tricase, da svolgersi durante l’anno scolastico in corso.

Suscitare l’attenzione e l’interesse delle nuove generazioni verso coloro che hanno bisogno di vicinanza e di solidarietà significa contribuire a sconfiggere costumi di egoismo che generano odio e intolleranza.

 

Abdullah Mohammed è ospitato in uno degli appartamenti dello Sprar del Comune di Tricase (Sisema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati). Vive con sette altri rifugiati provenienti da differenti paesi del continente africano. Lui è l’unico asiatico: viene dal Kurdistan iracheno, parla curdo, arabo e inglese ma con i suoi coinquilini preferisce comunicare in italiano.

Ha 31 anni ed è arrivato in Italia dalla rotta turca circa due anni fa. Come tanti, lui ha lasciato la sua terra, la sua famiglia, i suoi cari e ha intrapreso un lungo viaggio che lo ha portato inizialmente ad Otranto, poi presso il Cas di Castiglione e infine nel nostro Sprar. Quando parliamo di Abdullah, parliamo non solo di una persona, ma anche e soprattutto di una risorsa.

E’ una risorsa in casa , perché è lui che aiuta a gestire gli spazi condivisi, che coordina le attività domestiche e all’occorrenza sostiene noi operatori nella mediazione con gli altri.

È attento al rispetto delle regole del vivere in comune e collaborativo in qualsiasi attività o nuova esperienza che gli si propone. Abdullah ha avuto un percorso difficile nella sua vita, lasciare suo figlio e sua moglie non è stato facile, ma nonostante questo si è dato da fare e si è messo subito in gioco. Tutt’oggi, chiedergli di parlare del figlio lo rattrista e il suo volto si incupisce.

Ha sin da subito frequentato il corso di alfabetizzazione, iniziando così ad imparare la lingua italiana. Abdullah è una risorsa a scuola e ha fin da subito dimostrato grande impegno e determinazione nell’apprendimento della lingua italiana seguendo a piè pari le nostre linee guida. Studioso e determinato ha fatto della conoscenza della lingua un veicolo per creare relazioni sociali e per raggiungere i propri obiettivi di integrazione sul territorio.

Oltre a seguire le lezioni, Abdullah ha da subito intrapreso il percorso di alfabetizzazione alla lingua italiana presso il CPIA, ottenendo dapprima una certificazione di livello A2 e successivamente il diploma di terza media.

La sua più grande soddisfazione è stata quella di ottenere la patente di guida. " E' stato un giorno bellissimo! " ci ha detto dopo aver raggiunto questo traguardo ricordardandoci come l’esame di guida sia coinciso con il terzo giorno della festa del Ramadan (il mese del digiuno islamico) e per lui questo è stato momento di grande orgoglio.

Il percorso di studi di Abdullah non è finito, il suo sogno è poter frequentare la facoltà di lingue e letterature straniere presso l’Università del Salento. Effettivamente comunicare con gli altri e mediare tra le diversità è sempre stata una delle sue attitudini migliori, nonché una passione, che col tempo lo ha fatto diventare anche una risorsa per gli altri e ad oggi collabora frequentemente con l’Ufficio Immigrazione della Questura di Lecce nelle attività di mediazione linguistica per i migranti, soprattutto curdi, che giungono sulle nostre coste.

Come molti altri rifugiati Abdullah è diventato una risorsa per il territorio: la sua capacità di adattarsi e di voler sempre sperimentare e conoscere, lo ha portato ad apprendere e svolgere numerosi lavori, facendosi sempre apprezzare per il suo impegno e per l’attenzione che ripone in ogni attività in cui si cimenta.

Ciò lo ha portato ad essere un cittadino attivo nella comunità di Tricase: ha partecipato come comparsa al Presepe Vivente, alle varie escursioni e guide turistiche del territorio, agli eventi organizzati da noi o da altre associazioni...

Oggi lavora nel settore della ristorazione, torna tardi la sera ma, dimostrando grande senso del dovere, continua a frequentare le lezioni di italiano ed educazione civica e anche i laboratori.

Ultimamente ha seguito, insieme ad altri rifugiati il laboratorio teatrale tenuto dall’attore e regista Fabrizio Saccomanno che il 5 ottobre ha messo in scena lo spettacolo “Storie dell’altro mondo”.

Abdullah ha portato in scena uno dei tanti ricordi della sua infanzia, ed è stato il suo modo per salutarci e ringraziare la comunità di Tricase.

Tra pochi giorni, infatti, Abdullah lascerà il progetto di accoglienza per raggiungere il padre ammalato in Turchia e si prenderà cura di lui prima di far ritorno in Italia per dar seguito ai

suoi obiettivi: studiare, acquisire una laurea italiana, trovare un buon lavoro e ricongiungersi con  la sua famigliain un posto sicuro. Noi operatori siamo orgogliosi e fieri del percorso di integrazione che ha portato Abdullah a conoscere il territorio, a costruirsi delle reti sociali e quindi ad essere una persona indipendente, capace oggi di costruire il suo futuro in maniera autonoma anche in un Paese che non è il suo.

Per tutto ciò gli auguriamo ogni bene che la vita potrà dargli, sicuri che, grazie alla consapevolezza e al desiderio di conoscenza, sia esempio virtuoso di integrazione, per tutti.

Buona vita Abdullah!

 

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