Mercoledì un incontro a Tricase con Ernesto Abaterusso
e l'assessore regionale Giovanni Giannini
Mercoledì 14 novembre alle ore 18.00, presso la Sala del Trono del Comune di Tricase, si terrà un incontro pubblico con il Presidente del Gruppo consiliare LeU/I Progressisti in Regione Puglia Ernesto Abaterusso e l’Assessore Regionale ai Trasporti e Lavori Pubblici Giovanni Giannini per confrontarsi sulle opportunità e sfide di sviluppo del territorio del sud Salento.
L’evento, promosso dal Gruppo Consiliare LeU/I Progressisti della Regione Puglia, vedrà tra gli altri la partecipazione del neo Presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva e dei Sindaci dei Comuni di Tricase, Tiggiano, Poggiardo, Alessano ed Ugento.
Modererà l’incontro il Consigliere Comunale di Tricase Nunzio Dell’Abate.
Il dibattito spazierà dalle Aree Interne ai Programmi d’Area Integrati, dalle Zes alle infrastrutture, con un particolare riferimento alla metropolitana di superficie del Sud Salento.
di Pino Greco
Finalmente abbiamo capito di che “ pasta ” politica è la nostra Amministrazione Comunale:
di CENTROSINISTRA ?
Il 31 ottobre si è votato per eleggere il Presidente della Provincia.
Alle urne soltanto sindaci e consiglieri comunali.
E' stato eletto Stefano Minerva nuovo presidente della Provincia di Lecce.
Il sindaco di Gallipoli, candidato col centrosinistra ha raccolto circa il 58%.
Battuto il candidato del centrodestra, Marra, sindaco di Squinzano conil 41%.
Dunque, numeri alla mano è stata una disfatta del centrodestra.
La nostra Amministrazione Comunale ha votato a favore del centrosinistra ?
Si sa, il voto è segreto ma le voci che girano a Palazzo Gallone e in Città sono le seguenti:
tre consiglieri comunali sono rimasti fedeli al centrodestra;
il resto, sindaco incluso, hanno dato una mano al giovane presidente Minerva.
Dunque, facendo due conti, la maggioranza si è schierata con il centrosinistra ?
Non è certo…Ma queste notizie fanno pensare tante cose…
di Antonio Turco
Il tema dei ragazzi che vanno via è un tema sociale ma per tanti aspetti è anche un tema personale che tocca le famiglie.
In entrambi i casi è un fenomeno che mette in crisi il nostro sistema: la nostra società si priva di un apporto intellettuale e le nostre famiglie si dimezzano.
Perché vanno via ? Non è difficile in fondo capire il fenomeno, i nostri figli conoscono molto meglio di noi il mondo da cui sono attirati, lo sanno decifrare meglio, e in genere ne conoscono meglio il funzionamento e vanno via come un qualsiasi animale lascia un habitat dove non esistono più spazi di vita.
A questo punto sorge naturale la domanda: in che razza di mondo, noi, qui, viviamo?
Al punto da spingere i nostri figli ad andare via a prescindere? E' una domanda lunga, e chi resta qui non può pensare di ignorarla. Certo, è ormai evidente il crescente contrasto tra un mondo sempre più specializzato, programmato e organizzato, con maggiori sbocchi professionali e la nostra società tutto sommato ancora arcaica.
Anche se non bisogna dimenticare che, almeno qui da noi nel Basso Salento, si sono succedute due crisi terribili, che hanno lasciato una scia di dolore e di sangue, e vissute nel silenzio, con la grande dignità cui ci hanno abituati e nella quale ci siamo formati.
Ed è forse questo il principio ispiratore utile per cercare di risollevare la testa, e non lasciar scivolare questa terra verso un destino che non merita. Ognuno di noi, ne sono sicuro, ricostruirebbe la propria casa qui, e se dovesse decidere dove vivere continuerebbe a vivere qui, ma non è possibile ignorare che ci troviamo in una fase di sorda rassegnazione, di immobilismo, di speranze perdute.
I figli che vanno via non risolvono i problemi di questa terra.
A Tricase si gioca d'azzardo spendendo più di 20 milioni di euro l'anno, a Tricase non si spende più per investire, per progredire e creare lavoro, la qualità umana va regredendo, l'intelligenza e la lungimiranza sono in estinzione, manca un modello di sviluppo economico e tutte le nostre attività economiche sono a rischio, abbiamo un turismo largamente male e sottoutilizzato, il nostro patrimonio paesaggistico è considerato solo per i suoi aspetti naturalistici ma non per la parte sociale ed economica, in sintesi, abbiamo dentro una malattia non dissimile dalla xylella degli ulivi.
Né vale la pena mettere in mezzo la politica, la sua insufficienza di questi ultimi anni è l'effetto dei nostri problemi e non la causa, è un problema che emana da un impegno civile insufficiente, e dalla scarsa qualità del voto.
Se è questo il mondo nel quale si muovono i nostri figli, questo mondo va migliorato, anche per un fatto di decoro generale, migliorandolo anche con il contributo dei nostri figli.
Che si ritorni quindi a discutere ed a pensare positivamente. Si può concepire tutto, tranne una resa morale e intellettuale.
Che questa resti la terra dei genitori e dei figli e non venga abbandonata a sé stessa.
Tricase, 10 novembre 2018
Continua a sgretolarsi. La Torre del Sasso nell’indifferenza totale, cade pietra dopo pietra.
E’ di questi giorni che ci sono stati altri crolli
A lanciare l’allarme sono i cittadini:”non c’è più tempo, la vecchia Torre continua la sua frantumazione. Continua a cadere. Della questione, qualche mese fa è stato interessato il sindaco Chiuri che, dopo avere avuto un primo contatto informale con i dirigenti del Demanio, proprietario della Torre, ha assicurato un intervento:
“Cercheremo di attivare subito le migliori strategie valutando se il Demanio ha risorse per mettere in sicurezza e recuperare quanto possibile. Altrimenti, il Comune di Tricase è pronto a chiedere l’assegnazione del bene e a impegnarsi per trovare i fondi per un restauro e risanamento conservativo. Anche perché la torre è inserita all’interno degli itinerari del Parco regionale, altro ente che di certo ce l’ha a cuore e che provvederemo a coinvolgere ”.
Ad oggi, siamo quasi a fine anno, la Torre resta gravemente ferita.
Aspettiamo che crolli come l’Acait ?
di Cesare Lia
Sabato 10 novembre, alla presenza di Mons. Vito Angiuli, sarà riaperta al culto, ristrutturata, la Cripta della Madonna del Gonfalone di S. Eufemia.
Un sito rimasto per secoli abbandonato, da quando i monaci basiliani abbandonarono questa terra, e divenuto, per anni, discarica e deturpazione. Solo i cittadini di S.Eufemia hanno conservato nel tempo la venerazione e la frequenza. Anticamente, però, era una meta di culto e, nella ricorrenza della festività della Madonna, di una consistente fiera e mercato.
Nel tempo, considerato che S, Eufemia era una parrocchia appartenente all’Archidiocesi di Otranto ed anzi era Baronato di quell’ Arcivescovo, era stato notevolmente ridotto il culto tanto da trascurarne anche la manutenzione. Nei secoli passati, considerata la scarsa presenza dei cittadini, qualche prelato aveva provveduto, tanto per tenere pulito l’ambiente, di pitturare a calce le pareti interne della Cripta, coprendo gli affreschi esistenti ma lasciando incustodito il sito tanto da essere spogliato di quei pochi oggetti che si potevano asportare, tra cui un’acquasantiera e un affresco importante raffigurante la Vergine Maria.
Fu il Maestro Vincenzo Ciardo che, negli anni 1950, si impegnò, usando una tecnica particolare, a riportare alla luce alcuni affreschi che a noi erano sconosciuti. Il suo impegno artistico, la sua lontananza dalla nostra terra e, poi, la sua morte, non hanno consentito di terminare l’opera e di godere la bellezza. La storia e l’importanza della struttura.
Negli anni 1970, avendo spostato la mia resistenza da Specchia a Tricase, approfittando del mio stato di Ispettore onorario della Sovrintendenza ai Monumenti, ripresi il discorso del recupero della Cripta, spinto anche dalle ruberie precedentemente verificatesi. Proposi alla Sovrintendenza di Taranto un intervento in merito ma, com’era in quei tempi, ebbi un netto rifiuto perché si riteneva inutile recuperare monumenti secondari quando l’Italia era piena di castelli ed insediamenti ritenuti più importanti.
Allora, unitamente al Prof. Vincenzo Cazzato e con l’intervento di molti cittadini volenterosi di S. Eufemia, che misero del loro in lavori ed opere, riuscimmo a ripristinare la fiera ed il mercato del 22 agosto, rimettendo in condizioni igieniche e strutturali la Cripta ed il suo contenuto.
Le operazioni più importanti che realizzammo furono quelle dello svuotamento del locale adiacente la cripta, l’apertura e sistemazione dei lucernai, il posizionamento dei cancelli in ferro per evitare altri furti e la permuta, tra il Comune di Tricase e il Sig. Ingletto, di un terreno sovrastante la cripta con altro fronteggiante la strada provinciale Tricase-SS. 275, relitto della stessa, per proteggere il tetto della Cripta sottostante.
Alvaro Cavalieri, poi, regalò la campana della quale la Cripta nel tempo era stata spogliata!
Il resto e la piena efficienza del monumento è dovuta a don Michele ed a Mons. Vito Angiuli artefici dell’importante recupero odierno. A loro il grazie di aver restituito ai cittadini la reliquia di un passato importante ed intorno al quale saranno accaduti avvenimenti a noi sconosciuti come, forse, era sconosciuto quello che oggi vi propongo !