di Alessandro Distante

Le revoche di due Assessori e la revoca delle deleghe per gli altri due hanno fatto scoppiare una crisi amministrativa nell’Esecutivo comunale tricasino.

Questo giornale più volte aveva, talvolta scherzosamente tal’altra in maniera più seria, parlato di sfilacciamento della maggioranza e di difficoltà, anche relazionali, tra il Sindaco ed i componenti della Giunta, preannunciando le revoche oggi in effetti verificatesi.

I fatti recenti e le dichiarazioni dei diretti interessati pongono in crisi uno degli obiettivi fondamentali del Sindaco ed una delle volontà maggiormente espresse dagli elettori: riportare Tricase ad un clima di sereno confronto attraverso quella che il Sindaco ha sempre chiamato pacificazione.

Le ragioni della revoca, come pure traspare dai decreti sindacali, sono quelle del metodo di azione che, a sentire gli uni e gli altri, ruota attorno al mancato confronto interno ed esterno, alla mancanza di collegialità, elementi, questi, che sono alla base di qualsivoglia processo di pacificazione, a meno di intendere la “pacificazione” come quel “volemose bene” che mal sopporta i disturbatori di turno o di professione.

L’altro elemento di riflessione è che la Giunta era stata costituita con la nomina dei Consiglieri più votati per ciascuna delle Liste che, in campagna elettorale, avevano sostenuto il candidato sindaco Chiuri.

La Giunta quindi aveva una forte connotazione politica e, di riflesso, una forte rappresentatività del corpo elettorale. Le revoche oggi disposte sconfessano questo criterio di scelta ed incidono sul peso elettorale dell’intera maggioranza.

Il criterio di scelta (i più votati di ogni lista) non era certo il criterio migliore per garantire un Esecutivo capace ed attrezzato per amministrare il Comune, anche se non può certo dirsi che i due ex Assessori revocati fossero meno capaci o meno bravi degli altri, considerate anche la preparazione professionale e le esperienze, in un caso anche amministrative, maturate in passato.

Piuttosto quel che viene fuori è che amministrare una Città non è facile e che il primo investimento deve essere quello di non subire scelte altrui, e ciò fin dalla formazione della Giunta.

Il sindaco, eletto direttamente dai cittadini, è chiamato a svolgere il suo compito e ad assumersi le sue responsabilità operando con grande determinazione sia nella elaborazione e gestione del programma, sia nella scelta dei suoi più stretti collaboratori.

Le esigenze elettorali non possono prevalere su scelte di efficienza dell’azione amministrativa e, venendo a quanto accaduto, la nomina di un assessore deve essere fatta dal sindaco e non da altri; diversamente, prima o poi, i rischi di incomprensioni e di difficoltà relazionali possono portare alla paralisi di interi settori della macchina amministrativa e poi alla crisi vera e propria.

Sarebbe quindi semplicistico ed ingiusto far passare il messaggio che i revocati abbiano specifiche e personali responsabilità; le cause remote di quanto accaduto ma questo è il pensiero del direttore di una testatina sono quelle di una male intesa pacificazione e di un approccio che non ha preso in adeguata considerazione le difficoltà della gestione di una complessa macchina amministrativa quale è un Comune.

Le cause remote sono nella assenza della politica e nella diffusa convinzione che si possa separare l’avventura amministrativa da una conoscenza della realtà che passa attraverso una vita politica che si deve nutrire di passione e di impegno civico al di là della carica affidata dagli elettori

Tricase,26 giugno 2019

Tricase Punto e a Capo, lista civica di cui è stato eletto Mario Turco, assessore defenestrato dal sindaco Chiuri ha annunciato di revocare la propria fiducia a sindaco a e maggioranza.

Con riferimento al Suo decreto n. 26 datato 21/06 e notificato in data 22/06 c.a. con all’oggetto revoca dell’assessore comunale Mario Turco”, si legge nella lettera aperta destinata al sindaco, “il gruppo politico Tricase Punto e a Capo, considerato il venir meno del rapporto di fiducia con l’assessore Mario Turco e con il consigliere Giuseppe Peluso, decide di revocare tale appoggio fino a quando non venga chiarito, tale provvedimento, nelle sedi opportune“.

Revoca immediatamente annullata con un comunicato stampa del consigliere Peluso che conferma il suo appoggio alla maggioranza.

 

Tricase,26 giugno 2019

IL CONSIGLIERE PELUSO:” RESTO ALLA FINESTRA”

Io, Giuseppe Peluso, nella qualità di consigliere di maggioranza, prendo le distanze da tutto quanto fino ad ora dichiarato dal gruppo “Tricase punto e a Capo” in quanto mi sembra prematuro prendere qualsiasi decisione sul mio futuro appoggio politico.

Sono l'espressione di tanti elettori che hanno creduto in me, ed è mio dovere mettere al primo posto gli interessi della collettività e non del singolo.

In questo momento, ritengo che la cosa più giusta sia quella di “Restare alla finestra”, rimanendo dove gli elettori mi hanno collocato, cioè in maggioranza.

Ciò detto, ritengo, senz'ombra di dubbio, che l'assessore Mario Turco abbia assolto il suo mandato egregiamente, ma saprò valutare, e lo farò con assoluta serenità, se questo sarà il punto di ripartenza per l'amministrazione tutta di Tricase, per tirare le somme e fare un mea culpa generale ed avere un futuro più collaborativo ed un nuovo spirito di squadra.

Oggi,27 giugno ore 15.30 ....è previsto un " caldo" consiglio comunale

L’azzeramento della Giunta Comunale non è altro che la goccia che ha fatto traboccare il vaso di un amministrazione che sin dall’insediamento ha palesato tutta la sua incapacità ed approssimazione nel governare.

A nulla è valsa la nostra azione propositiva e di stimolo nell’interesse della comunità che, pazientemente, abbiamo rivolto dai banchi della minoranza.

La responsabilità della débacle va addebitata in primis al Sindaco Chiuri, totalmente carente di direzione politica ed amministrativa ma stracolmo di egocentrismo ipertrofico.

Da una parte i continui litigi tra Consiglieri, Assessori e lo stesso Sindaco, giunti financo a togliersi il saluto; dall’altra, l’assenza di idee e di programmazione, nonché la quotidiana navigazione a vista hanno fatto il resto.

Oggi Tricase è allo sbando e resta assai lontana da quello sviluppo economico ed occupazionale che si registra nei paesi limitrofi. Lo stallo interessa indistintamente tutti i settori della città e la cittadinanza non crede più ad un cambio di passo, vista anche l’assoluta mancanza di dialogo e confronto con chi amministra.

Tale stato delle cose si ripercuote anche sull’immagine di Tricase, sempre più emarginata politicamente nel Capo di Leuca. L’ampia fiducia concessa dai Tricasini giusto due anni fa al Sindaco, in ragione degli sbandierati cambiamenti, si è rivelata beffardamente mal riposta.

Non possiamo più consentire tale inesorabile stillicidio, va posta la parola fine a questa Amministrazione prima che sia veramente troppo tardi.

Invitiamo tutti, responsabilmente, a staccare la spina e a chiedere scusa alla nostra Comunità.

Noi siamo pronti.

I Consiglieri di Opposizione

Fernando Dell’Abate ,Maria Assunta Panico ,Alessandro Eremita, Nunzio Dell’Abate e Vito Zocco

Rimpasto in giunta...parla il primo cittadino:

"La buona politica amministrativa, soprattutto a Tricase, in questo momento storico, con una programmazione che finalmente riesce a vedere realizzate alcune progettualità che avevamo immaginato e proposto ai tricasini nel corso della campagna elettorale, ricevendone ampio consenso», dichiara il primo cittadino, «avrebbe bisogno di concentrare intelligenza, passione, energia attorno a questioni di rilievo ed invece mi accorgo che, a volte, continua a trovarsi prigioniera della autoreferenzialità.

E, purtroppo, non più degli schieramenti come avveniva in passato, ma dei singoli».

«Da tempo», spiega il sindaco «avevo manifestato alla maggioranza consiliare la necessità di ridefinire strategie politico-amministrative e azioni per restituire speranza, fiducia nel futuro senza di cui ogni impresa per migliorare l’azione amministrativa diviene un vano sogno.

Ho sempre ritenuto che il nostro impegno di amministratori fosse quello di approfondire i problemi prospettando soluzioni coerenti con il mandato amministrativo ricevuto.

E rispetto a questo mandato che gli elettori ci hanno affidato era nostro dovere anteporre la prospettiva globale dell’azione amministrativa di una compagine rispetto anche alle particolare visioni dei singoli, fossero essi anche investiti di responsabilità assessorili».

Il primo cittadino motiva così la sua decisione di dare vita al cosiddetto rimpasto in giunta:

«Se per continuare ad immaginare e mettere in campo una politica capace, attraverso decisioni alte e partecipate, di pensare le ricadute di ogni singola scelta sulla generazione futura, si doveva passare anche attraverso una rimodulazione dell’organo esecutivo, questa decisione andava responsabilmente presa.

Ed è ciò che ho fatto. Ritenendo che Tricase avesse bisogno di una classe politico-amministrativa responsabile, preoccupata dell’interesse generale, fiera di dirigere.

Non sempre l’essere forti nel consenso si traduce in una fortezza di governo delle più ampie sfaccettature degli interessi di una comunità».

Tricase,22 giugno 2019

 

TRICASE:CHIURI AZZERA LA GIUNTA

Due deleghe revocate e due assessori rimossi. Non faranno più parte dell’Amministrazione Chiuri, Mario Turco e Antonella Piccinni. Mentre sono ancora assessori (senza deleghe),Lino Peluso e Sonia Sabato. Così facendo il sindaco Carlo Chiuri ha in mano tutte le deleghe, azzerando di fatto la giunta. Queste le motivazioni che si leggono nei due decreti a firma del sindaco Carlo Chiuri

DECRETO NUM.26

OGGETTO: REVOCA DELL’ASSESSORE COMUNALE MARIO TURCO

IL SINDACO CARLO CHIURI :” Considerato che da tempo il rapporto di fiducia con l’assessore Mario Turco è venuto irrimediabilmente a mancare a causa di profonde differenze in merito agli obiettivi politico programmatici da realizzare nell’ambito del programma di mandato, nonché sul metodo di conduzione dell’attività amministrativa

DECRETO NUM.27

OGGETTO: REVOCA DELL’ASSESSORE COMUNALE ANTONELLA PICCINNI

IL SINDACO CARLO CHIURI:  “Differenze sul metodo di conduzione dell’attivita’ amministrativa e conseguente mancanza del rapporto di fiducia”

Tricase,25 giugno 2019

TRICASE: PARLANO GLI EX ASSESSORI

LE DUE RISPOSTE AL PRIMO CITTADINO CHIURI DA PARTE DI ANTONELLA PICCINNI E MARIO TURCO, ORMAI EX ASSESSORI

LA RISPOSTA AL SINDACO DI ANTONELLA PICCINNI

Il titolo, se non fosse che in gioco c'è il rispetto per i cittadini ed elettori e l'impegno responsabile per la nostra città, sarebbe da commedia dell'assurdo.

La motivazione della revoca è: "l'esser venuta meno la fiducia a causa di differenze sul metodo di conduzione dell'attività amministrativa"!!.

Differenze di vedute sul metodo di lavoro, ma possiamo chiedere al nostro sindaco quando mai c'è stato un confronto, un dialogo, un rapportarsi gli uni con l'altro?

Ed è stato proprio questo il malcontento che sempre respiravamo sia in Giunta che in maggioranza. Ogni istante, quei pochi giorni di compresenza in Comune...era uno sfuggire ad un confronto di sostanza e non solo formale.

Questo glielo abbiamo sempre rimproverato.

Abbiamo chiesto e mai ottenuto prima il rispetto per il rapporto umano e poi di conseguenza il resto. Ma il significato di queste parole non lo ha mai conosciuto.

Abbiamo superato, io ed altri, momenti difficili quando in tanti ci riferivano come il Sindaco ci apostrofasse in più occasioni. Ma abbiamo superato tutto, per responsabilità verso il compito che ci era stato affidato dai cittadini.

Le modalità in cui ci ha liquidato sono state sconcertanti, ma perfettamente in linea con il comportamento precedente.

Ha lasciato tutti senza parole.

L'arrivo di una telefonata alle ore 10:08 con questo esordio : "Antonella è arrivato il momento...." Il momento di cosa? Una telefonata fatta durare da me ben 21 minuti riferendo tutto ciò che sto dichiarando oggi.

Non è assolutamente mia abitudine parlare alle spalle, non lo ho mai fatto in questi anni, e anche per questo una persona corretta avrebbe dovuto prima parlarne con me riservatamente e poi rendere pubblica la decisione, che avremmo anche potuto prendere insieme perché noi siamo persone non oggetti!

Ma questo sarebbe potuto accadere in un clima di serena collaborazione e fattiva programmazione, non a Tricase, non evidentemente in un ambiente, e non me ne vogliano i miei ex colleghi ma abbiano il coraggio di uscire allo scoperto, in cui l'uomo solo al comando sentenzia, quando ne ha voglia, dice quotidianamente che è pronto ad andare a casa tanto non gliene frega niente, manda gli assessori a rappresentarlo ovunque, soprattutto la sottoscritta ( presente in comune ogni giorno durante l'apertura degli uffici e oltre in ogni occasione) perché lui "doveva scappare per sopraggiunti impegni.." .

Non è questo solo uno sfogo del momento, ma un comune sentire in ogni angolo del paese, frustrante per chi ci crede e si è impegnata sin dal primo giorno.

Forse mi devo ritenere fortunata E sorrido nel dire questo perché a me è arrivata la telefonata, all'assessore Turco neanche quella. Forse sono sempre stata una persona scomoda, perché sempre presente,   perché non mai saputo dirgli di no le quotidiane occasioni in cui mi delegava a rappresentarlo ovunque, perché non ha mai ricevuto un no da me e forse è stato questo il suo problema, forse sperava in qualche mio no per potermi mandare a casa prima.

Tanto è vero che sulle motivazioni è stato molto vago, sono un copia e incolla preso da internet di "licenziamenti assessorili standard" , già...e cosa avrebbe potuto dire altrimenti...

E, ripeto, si può pensare a questo mio sfogo per attaccamento alla poltrona o perché sono arrabbiata .Nulla di tutto ciò: sono delusa perché ha preso in giro tutti!!!

Si parlava di rimpasto, ma di tutta la giunta o addirittura, quelle poche volte che dichiarava a noi i suoi intendimenti, diceva che se fosse arrivato quel quel giorno sarebbe andato via anche lui insieme a tutti noi!

Anche qui un'altra presa per i fondelli: la sospensione delle deleghe agli altri due assessori. Sarà il tempo a giudicare.

Certo, io riprendero' in mano la mia vita, avrò più tempo per la mia famiglia che ho trascurato, ma, a differenza sua, continuerò, per quanto sarà nelle mie possibilità, a ricambiare quanti hanno sempre creduto in me, nelle mie buone intenzioni e, come mi è stato scritto e detto da tanti

amici in questi giorni, ad utilizzare quel garbo, quella correttezza e gentilezza nei rapporti umani che hanno sempre fatto parte della mia educazione, e che ho provato, evidentemente invano, a trasferire nei modi e nelle maniere al nostro Sindaco.

Se ci fossi riuscita, almeno nella forma se non nella sostanza avremmo tutti ottenuto un pur misero risultato.

Un grazie di cuore a tutti coloro che in questi giorni mi sono stati vicini, sappiate che la politica non è una brutta cosa, è una esperienza che arricchisce e forgia, e ti da anche la forza interiore di superare con il sorriso la lettura della data in calce al ritiro della fiducia, 21 giugno, l'unico "chiurassico" dilemma che rimarrà ai posteri, e cioè se la sfiducia è stata firmata prima, durante o dopo la processione di San Luigi nel rione di mia appartenenza, a cui la sottoscritta, l'assessore Turco e il nostro Sindaco abbiamo, in piena comunione d'intenti, tutti partecipato.

LA RISPOSTA AL SINDACO CHIURI DI MARIO TURCO

Note su decreto n.26 del sindaco

Inusuale, senza alcuna precedente discussione e preavviso da parte del sindaco, mi è pervenuto il decreto di revoca dalla carica di assessore comunale.

Tale gesto codardo (è il termine più nobile che mi viene in mente) di revoca della carica di assessore al Comune di Tricase, me l’aspettavo sin dal decreto di nomina considerati i rapporti non certo idilliaci sin dalla costituzione della compagine che ha sostenuto la sua candidatura nel 2017 a Sindaco di Tricase.

Lo stesso accolse con un “bene” la indicazione del mio nominativo per la carica di assessore comunale da parte del gruppo facente riferimento alla lista civica “Tricase punto e a Capo”, probabilmente per tenermi meglio sotto scacco. In campagna elettorale ha cercato di osteggiare persino la mia elezione a consigliere comunale che, nonostante tutto, avvenne.

Io cosciente di tale rapporto e soprattutto del suo carattere (politicamente arrogante, dittatoriale, poco o per nulla propenso al dialogo e alla discussione collegiale) non certamente dei migliori a ricoprire la carica di Sindaco di Tricase, non ero propenso a rinunciare alla carica elettiva di consigliere comunale per quella di assessore.

Lo feci spinto anche dal primo dei non eletti, Peluso Giuseppe, il quale intendeva fare questa esperienza amministrativa. Io accettai la carica di assessore per fare spazio a Peluso Giuseppe.

Ritengo che il provvedimento di revoca sia scaturito anche dalla sua incapacità e inadeguatezza a ricoprire la carica di Sindaco.

Mi risulta che tale iniziativa sia scaturita dopo una serie prolungata di critiche (giustificate) provenienti dalla maggior parte dei consiglieri comunali di maggioranza sul metodo e contenuti che muovevano l’amministrazione comunale.

A suo dire (invece che addossarsi tutte le colpe) ha scaricato le responsabilità della sua certamente incapacità e inadeguatezza di gestire giunta e consiglieri di maggioranza, sugli assessori comunali.

E ritenendo di dare una sterzata positiva alla gestione della cosa pubblica ha contemporaneamente revocato la nomina oltre che a me anche ad Antonella Piccinni. E per confermare l’inadeguatezza di tutti gli assessori ha revocato solo le deleghe a Peluso Lino e Sabato Sonia in attesa dopo l’estate (secondo suo dire) di revocare completamente l’incarico.

Lo dicono già in tanti…..forse sarebbe stato meglio che abbandonasse lui la carica di sindaco che inadeguatamente ricopre.

Non ha citato argomenti o azioni precise (come ritengo sarebbe stato necessario) che avrebbero evidenziato il venir meno del rapporto di fiducia.

Ha “considerato che da tempo il rapporto di fiducia con l’assessore Mario Turco è venuto irrimediabilmente a mancare a mancare a causa di profonde differenze in merito agli obiettivi politico programmatici da realizzare nell’ambito del programma di mandato, nonché sul metodo di conduzione dell’attività amministrativa

E su tale motivo ha perfettamente ragione perché spesso ho dovuto richiamargli il programma elettorale che ha portato la compagine amministrativa a vincere le elezioni, che doveva essere di CAMBIAMENTO (come porta il nome una sua lista di appoggio) rispetto al passato. E questo sia nel metodo che doveva essere di confronto, partecipazione, condivisione delle scelte che nei contenuti.

Invece sin da subito mi è sembrata un’amministrazione in CONTINUITA’ col passato più recente, che doveva salvaguardare posizioni che ci si era invece proposto di CAMBIARE.

Avrebbe asserito che tali revoche decretate e da decretare, sarebbero state condivise dai consiglieri di maggioranza.

La maggior parte di questi con i quali ho avuto un informale confronto ha invece condannato tale azione che, se pur è stata oggetto di un incontro nel quale il sindaco indicava come cura ai mali amministrativi l’azzeramento degli assessori rei (secondo lui) dell’andamento amministrativo non condiviso dei consiglieri comunale, a tale decisione si sarebbe dovuto e potuto arrivare dopo un confronto con l’intera compagine amministrativa (giunta e consiglieri e sindaco) che non è mai avvenuto.

Questo a dimostrazione che ha agito nel suo stile (altro che CAMBIAMENTO!) politicamente arrogante, autoritario e inadatto.

Secondo quanto affermato da lui, la goccia che lo avrebbe portato a revocarmi l’incarico di assessore, sarebbe stata una mia lettera del 14 giugno scorso indirizzata a giunta e segretario comunale in merito alla mancata adozione di una DGC per ricorrere in appello ad una sentenza del GdP riguardo sanzioni per violazioni al CdS emesse dal Corpo di Polizia Locale.

Appello ritenuto opportuno dal C.te di P.L. anche per non incorrere nel danno erariale; e ciò come indicato con nota del C.te del gennaio 2019. (SEGUE DOCUMENTAZIONE A DISPOSIZIONE PER UNA VALUTAZIONE DELLA GIUSTEZZA DELLA MIA LETTERA).

Tali revoche fatte e da fare sono solo un pretesto per coprire la sua inadeguatezza a svolgere la carica di sindaco, in quanto ritengo che tale compito andava e va svolto con maggiore partecipazione, confronto, condivisione democratica delle problematiche tutte.

Io ho avuto sempre sia con i colleghi della giunta che con i consiglieri comunali il massimo confronto, collaborazione e discussione degli argomenti, problematiche e relative soluzioni.

Lui ha sempre evitato confronti, condivisioni e metodi democratici. Mentre ha imposto soluzioni con scarsi momenti di discussione, confronto e scelte democratiche delle soluzioni da adottare.

Se non ho abbandonato prima io l’incarico di assessore è perché speravo in un cambio di passo che doveva avvenire non cambiando gli assessori ma cambiando metodo che a me e alla maggior parte della cittadinanza sembrava più una continuità col passato che un cambiamento.

A questo punto ritengo, per il bene del paese e affinche’ i tanti giovani consiglieri comunali non perdano credibilità e fiducia della gente, sia opportuno un ritorno alle urne.

 

 

in Distribuzione