L’Associazione “Vito Raeli” di Tricase, con il “Premio Turris Magna” – Città di Tricase, che ne è propaggine della stessa,vara anche per l’edizione 2019 il “Premio Salento Arte” per l’Arte Contemporanea.

La Giuria è presieduta dal Prof. Carlo Franza, illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea. Come per le scorse edizioni, sono stati invitati artisti provenienti da tutta Italia, che hanno prodotto delle monografie sul tema: Omaggio a Don Tonino Bello.

Gli artisti partecipanti di questa edizione sono: Mario Benedetto, Tiziana Coccia, Francesco Cutugno, Annamaria Fazio, Sergio Gimelli, Bruno Mangiaterra, Marco Mariano, Alessandro Nastasio, Camillo Pennisi, Patrizia Quadrelli, Antonio Rizzello, Eugenia Serafini, Marisa Settembrini, Paola Scialpi, Chiara Silva, Laura Stringini, Francesco Toniutti.

La Giuria del Premio ha indicato come vincitore del concorso il prof. Marco Mariano, da Copertino. Laureato presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, il prof. Mariano attualmente è docente, titolare della cattedra di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, dove insegna anche Tecniche di Fonderia e Metodi di Scultura Sacra Contemporanea.

Le opere rimarranno esposte dal 27 luglio al 16 agosto, nella Chiesa di San Domenico in Tricase.

Dopodiché, come ci dice il Presidente dell’Associazione Giuseppe Colazzo, le opere entreranno a far parte di una istituenda Pinacoteca dell’Associazione.

di Ercole Morciano

È il titolo che il vescovo Vito Angiuli ha dato al suo discorso in occasione della cittadinanza onoraria conferitagli a Palazzo Gallone il 4 luglio scorso.

Un bel discorso che rischia di passare inosservato, considerata la scarsa pubblicizzazione dell’evento, annunciato alla cittadinanza dal semplice avviso di convocazione del consiglio comunale, quando forse avrebbe meritato almeno un manifesto per rendere pubbliche le motivazioni.

Lungi da me fare polemica; il mio solo intento è “storicizzare” l’evento e pertanto tenterò una sintesi del discorso – 8 cartelle dense di contenuti – chiedendo scusa in anticipo se non vi riuscirò appieno, perché lo spazio è sempre tiranno.

In apertura il vescovo afferma di sentirsi già “cittadino onorario di fatto” e di nutrire per Tricase – come per gli altri popoli della diocesi – un “amore personale” dimostrato per noi in tutte le occasioni – e sono veramente molte – che lo hanno visto presente nella nostra città, il cui territorio comunale comprende ben otto parrocchie e la cappellania ospedaliera.

Per mons. Angiuli essere cittadino onorario “non è solo un titolo di onore ma un invito a sentirsi parte viva della città” vista come un “organismo vivente che si è costruito con le sue alterne vicende, consapevole di essere inserito in una storia più grande”.

Ogni città ha una sua fisionomia, ha “i suoi valori e i suoi tesori”, ha insomma una “sua identità” grazie alla quale i suoi abitanti si identificano e si distinguono.

L’identità non è comunque data una volta per sempre – ha affermato il presule – essa è “una realtà vivente” che deve essere sempre aperta e – come l’aveva immaginata Giorgio La Pira, il profetico sindaco di Firenze – collegata alle altre città per formare un “unico grandioso organismo vivente”.

Anche Tricase deve avere una “identità aperta e plurale” che vuol dire “identità popolare” in quanto unisce più persone che hanno una storia comune e si “sentono parte di un unico destino”. Anche Tricase ha generato “eroi, modelli e guide che interpretano, rafforzano, innovano la comune identità…fari luminosi per orientare tutti, verso ciò che è patrimonio comune”.

Per dimostrare tale assunto, il vescovo Angiuli ha scelto tre illustri “padri nobili” che con la loro opera “hanno esaltato la comune identità di questa città” e non si può che condividere la sua scelta: l’on. Giuseppe Codacci-Pisanelli, il card. Giovanni Panico e don Tonino Bello.

Ovviamente – mi permetto di aggiungere – ve ne sono altri, anche meno caratterizzati dal punto di vista della fede, ma pienamente rispondenti al vissuto dei valori umani e cristiani respirati nel nostro ambiente, perché trasversali ai ceti sociali e alle altre differenze; di molti, compresi i tre testimoni scelti dal vescovo, io stesso ho raccolto le biografie nel mio libro “Tricasini” del 2005.

L’on. Giuseppe Codacci-Pisanelli ha dimostrato che “la contrapposizione tra cultura ‘alta‘ e cultura popolare è fuorviante”, perché la prima è una “elaborazione intensiva” della seconda.

Il card. Giovanni Panico “è l’emblema dell’amore per il proprio paese…e incarna la virtù per eccellenza del cristiano, la carità”.

Don Tonino “è l’insuperato esempio di unità tra cultura e carità”.

Essi hanno pertanto tracciato “la vera identità culturale di Tricase, qualificandola come città di cultura e di carità.

Gli insegnamenti di questi tre profeti e testimoni “di gioia, gratitudine e gratuità” durano per sempre: essi non vogliono “parate celebrative”; li dobbiamo ricordare per poterli imitare affinché “il loro esempio diventi forza propulsiva per dare futuro al tempo presente”.

Ci invitano a pensare in grande e “sulle loro spalle” ci fanno intravedere come la Puglia, il Mezzogiorno e il Mediterraneo costituiscono il contesto in cui discernere i segni dei tempi. Significativo l’appello finale di mons. Angiuli: “questa cerimonia avrà un senso se risveglierà in noi la necessità di promuovere un nuovo ed entusiasmante protagonismo del nostro Sud.

Saldamente ancorati sulle spalle di questi tre giganti, noi cittadini di Tricase, dovremmo ritornare, insieme con loro, sul molo a fissare lo sguardo sul Mediterraneo, per fare memorie di antiche melodie che accarezzano l’animo e leniscono le ferite, per guardare in lontananza orizzonti sconfinati e sognare insieme primavere cariche di futuro”. Mons. Vito Angiuli è il secondo vescovo, dopo don Tonino, a ricevere la cittadinanza onoraria di Tricase ed è il primo vescovo della diocesi di Ugento-S. Maria di Leuca a onorarci della sua cittadinanza: siamo certi che egli conserverà per sempre nel suo cuore un posto di speciale affetto e preghiera per noi e per la nostra città, che gli è grata per la sua benefica azione di Pastore e di Uomo.

Consiglio la lettura integrale del discorso pubblicato dall’11 luglio scorso sul sito www.diocesiugento.org

Ci sono momenti in cui si sente il bisogno di correre in avanti, di sognare mete nuove, di progettare traguardi coraggiosi. Ci sono momenti in cui anche le pagine più belle devono essere voltate perché non vedi l’ora di sapere come va avanti la storia…

E così, dopo cinque anni di attività sul territorio, pochi giorni fa la società sportiva rugbistica più a sud della Puglia, il Tricase Rugby, ha voltato ufficialmente pagina, iniziando un nuovo capitolo della sua storia con una nuova veste, nuovi progetti, un nuovo nome: “I Messapi Rugby Club”.

 

“Abbiamo scelto questo nome per dimostrare ancora di più il legame con il nostro territorio, inteso in senso più ampio, e non circoscritto a un singolo Comune: riferendoci ai Messapi, popolo guerriero presente nella Puglia meridionale già dall’VIII secolo, noi rendiamo omaggio alla storia della nostra terra, alla forza, al coraggio e alla determinazione dei suoi abitanti.

Ogni volta che prendiamo in mano la palla ovale, è come se avessimo tutto il Mondo nelle nostre mani, ma allo stesso tempo sentiamo che questo sport ha le stesse radici del nostro Salento, gli stessi valori della nostra gente: saper lottare per raggiungere la meta, sostegno ai più deboli, condivisione, perseveranza nelle difficoltà”.

Perciò la società è già al lavoro per definire la programmazione sportiva della prossima stagione, saranno riproposti i progetti di team building in collaborazione con “AKKA-formazione” di Sergio ZORZI, ci saranno importanti occasioni di formazione e aggiornamento per i ragazzi della scuola rugby e per lo staff tecnico grazie alla rete che la Federazione Italiana Rugby sta incentivando su tutto il territorio nazionale ed estero, si realizzeranno progetti ed eventi di promozione umana e sociale. Perché il rugby non è solo uno sport…è uno stile di vita!

Si prospetta una stagione impegnativa, ma i principi che la società ha posto come basi della propria mission sono "Avanzare, sostenere e continuare ad avanzare", con coraggio e determinazione, proprio come un guerriero. “Vogliamo continuare a portare avanti questi valori, vogliamo continuare a promuovere il gioco del Rugby perché diventi parte integrante della storia del nostro Salento, per i bambini, gli adulti, donne e uomini, senza lasciare indietro nessuno”.

Tra poco partirà la nostra campagna di tesseramento: seguiteci su Facebook, continuate a sostenerci, partecipate ai nostri open-day, venite a giocare con noi!

“I Messapi Rugby Club”… dalle nostre radici il nostro futuro.

 

di Alessandro Distante

La nomina del dott. Scuderi ad assessore del Comune di Tricase risponde alla esigenza, evidentemente ravvisata dal Sindaco Chiuri, di avere in Giunta tecnici esperti, profondi conoscitori della macchina amministrativa comunale.

Si tratta della nomina di una persona di indubbie capacità alla quale auguriamo buon lavoro. Quello che, invece, sorprende è che il neo Assessore sia stato nominato anche Vice Sindaco, che è un ruolo di sicuro peso politico.

In questo senso, la scelta fa emergere una evidente volontà di Chiuri di rimarcare la sua “neutralità” politica e partitica e di non creare o acuire possibili contrasti con le liste che lo appoggiano il cui equilibrio poteva essere alterato da una scelta in favore di esponenti dell’una o dell’altra.

L’incarico assessorile consolida quella che sembra essere una peculiarità delle Amministrazioni tricasine; dopo la sindacatura di Antonio Coppola, già responsabile dell’Ufficio Tecnico e dopo la quasi candidatura di altro Funzionario comunale, ora la nomina a vice sindaco di un ex funzionario comunale. Verrebbe da dire che a Tricase fare gestione amministrativa prepari a fare poi politica.

Ma tutto ciò pone interessanti questioni:

a) E’ opportuno che ad amministrare siano i funzionari, seppure in aspettativa oppure da poco collocati a riposo? Rischia di venire meno quella distinzione e separazione tra politica ed amministrazione che è alla base dell’attuale ordinamento degli Enti Locali che vede nel Sindaco e nella Giunta (e quindi anche negli assessori) la paternità e la responsabilità delle scelte politiche e nei Funzionari (tecnici) la responsabilità della attuazione di quelle scelte che è il campo proprio della gestione.

b) Un tecnico che viene dallo stesso apparato amministrativo non rischia di diventare un doppione del tecnico dipendente del Comune? E questo non rischia di creare sovrapposizioni o, peggio, gelosie e antagonismi e quindi disfunzioni?

c) Ma poi ed allargando lo spettro di analisi: se bastassero i tecnici per bene amministrare dove sarebbe lo spazio per i politici? E la domanda ne introduce una più radicale: vi è oggi uno spazio per la politica oppure tutto è tecnica e al posto dei politici vi sono i tecnocrati? In un contesto nel quale, anche a livello nazionale, si esalta il governo del “buon senso” che rifugge dalle appartenenze ideologiche, ben si inseriscono nomine di tecnici che prendono il posto dei politici.

d) Ma può essere questa la strada migliore? Un buon Comune ha bisogno di gestire ma ha anche bisogno di progettare e di volare alto. E’ per questo che la gestione è affidata ai tecnici/dipendenti e la programmazione e progettazione ai politici. Se salta questa distinzione, salta l’intero impianto di una buona amministrazione, con la riduzione degli spazi della politica e, in definitiva, della democrazia se è vero –come è vero- che i politici, a differenza dei tecnici, sono scelti attraverso il voto dei cittadini.

Ritorna anche quest’anno il prestigioso appuntamento con il “Premio Turris Magna – Città di Tricase” che si terrà il 25 luglio, presso la Sala Ricevimenti Aia Nova.

L’evento è organizzato dall’Associazione “Vito Raeli” con il patrocinio del Comune di Tricase, della Provincia di Lecce e dell’Università del Salento.

Come ci dice il presidente dell’Associazione, Giuseppe Colazzo: “Da oltre vent’anni, il Premio Turris Magna viene assegnato a personalità che si sono distinte nella loro storia professionale, artistica, culturale e sociale, per attaccamento alla terra e per la promozione del Salento”. Per l’edizione 2019, la giuria del Premio, presieduta dal prof. Hervé Cavallera, tra le tante segnalazioni ricevute, ha deciso di assegnare la prestigiosa targa realizzata dall’artista Ilaria De Marco, a:

Padre Gino Buccarello, Ministro Generale dell’Ordine della Ordine della Santissima Trinità

Massimo Giuseppe Viola, Direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia generale e d’urgenza,dell’Ospedale “Cardinale Panico” in Tricase

Marcello Piccinni, amministratore unico di Fiusis srl;

Tonio Tondo, giornalista de “La Gazzetta del Mezzogiorno”;

Giovanni Zappatore, cofondatore di BionIT Labs S.r.l.;

Azienda Vinicola Cantele;

Cosimo Turco, cofondatore di Expo Marmo Tricase.

Come per gli anni precedenti, anche quest’anno, verrà assegnato un premio speciale per la Sezione Arte Contemporanea; presieduto e curato dal prof. Carlo Franza, il “Premio Salento Arte”, richiama le opere monografiche di diversi artisti di levatura nazionale e internazionale, su un tema assegnato annualmente dalla giuria. Tema dell’edizione 2019 è: “Don Tonino Bello”.

Dopo la premiazione del vincitore, le opere rimarranno esposte dal 27 luglio al 16 agosto, nella Chiesa di San Domenico in Tricase.

in Distribuzione