CURIOSE CURIOSITA’
Il Consiglio comunale del 19 ottobre a seguito dell’ingresso in Consiglio di Laura Mura (al posto dell’assessore Francesca Longo) e della costituzione del Gruppo Misto (Dell’Abate e Mura) ha proceduto alla nuova composizione delle Commissioni.
In base al Regolamento che garantisce la presenza di tutti i Gruppi nelle Commissioni, alcuni Consiglieri avranno un surplus di lavoro essendo componenti di tutte le Commissioni: Francesco Minonne, Pasquale De Marco, Carmine Zocco, Gianluca Errico, Giacomo Elia.
Buon lavoro
di Giuseppe R. PANICO
“Piove governo ladro”. È un detto che abbiamo spesso sentito, quasi uno sfogo contro le istituzioni quando da un lato non riescono ad evitarci un evento indesiderato e dall’ altro sono spesso rappresentate da funzionari e dirigenti che non si accontentano del solo stipendio. “La proprietà è un furto” si diceva un tempo in politica, come accusa contro chi, ricco o benestante, veniva considerato non un capace professionista, imprenditore o erede fortunato, ma un proprietario di beni ottenuti furbescamente o illecitamente a spese della comunità.
Si è così sviluppata una “cultura” del furto, (come anche di evasione e corruzione) oltre che come reato da perseguire a prioritaria difesa del vivere civile e del bene pubblico e privato, anche come “peccato veniale” o perdonabile leggerezza. Reato spesso focalizzato nell’età giovanile, causa carente formazione civica nell’ambito scolastico-familiare, aggravata dalla sospensione del servizio di leva (2005) e, dunque. di quella formazione aggiuntiva sviluppata nel vivere, in comunità e con responsabilità, i doveri verso un fine superiore, collettivo e costituzionale.
Fra l’altro, “correggendone il liberismo anarchico e socialista”, scriveva, nel suo libro “Naja” il giornalista Domenico Quirico. Oggi i cittadini senza naja alle spalle sono ormai i genitori di tanti minori e i responsabili di tante pubbliche attività. Incide anche il crescente livello di povertà, a fronte di un continuo stimolo consumistico verso beni, consumi e comportamenti, anche illegali e pericolosi, basato sul denaro e ingigantito dai social.
Se in altri luoghi o altri tempi al ladro si mozzava la mano, da noi al ladro, ove preso, la mano nemmeno la si bacchetta ma troppo spesso la si dà; quasi un invito, più che a redimersi, a…perseverare. Non certamente da parte di chi ha subito furti di auto, moto, bici, denaro e preziosi in casa, scippi per strada e su mezzi pubblici, rapine etc. Ancor più se con minaccia, violenza, scasso e danni a persone e proprietà.
Da tempo si è arrivati anche al furto di case e/o loro occupazione in assenza dei proprietari. Un reato quasi incredibile che, più di altri, dimostra la debolezza delle nostre istituzioni nel riconoscere e proteggere la “sacralità” della proprietà privata. Istituzioni che, peraltro, si avvalgono di un organico delle Forze dell’Ordine, in rapporto al numero di abitanti, fra i più elevati del mondo occidentale, ma frammentato in tante Polizie con differente status giuridico. Al recente proliferare di furti a Tricase, come anche in tanti altri comuni, vanno aggiunti nel Salento, con fini intimidatori, i continui incendi di auto. Come anche le frequenti infiltrazioni mafiose nelle amministrazioni locali e, in questi giorni, il preoccupante fenomeno di tanti pubblici dirigenti della regione Puglia indagati per corruzione.
Il furto sembra ormai diventato un’“arte” dalle molteplici forme e, quando l’occasione manca, la si crea o la si va a cercare. Chi forzando porte di casa, scippando per strada e assaltando negozi e chi, stando in poltrona, coltiva e amministra danarose attività e insane relazioni con il potere. In particolare, nei lavori pubblici, resi spesso obesi nei costi e nei ritardi ma smagriti in progettualità e qualità. Ma c è qualcosa di nuovo e più preoccupante che circola, ormai da tempo per paesi e città.
Sono bande e gruppetti giovanili che si spostano anche da una città all’altra, si servono di piazzisti locali, cercano soprattutto denari o oggetti di alto valore e, non manifestando alcuna empatia per le vittime, non esitano ad agire con violenza, spesso sotto l’effetto di alcool e droga. Compreso il furto dell’altrui intimità femminile o stupro, derivante anche dall’importazione di altre culture con ben diverso rapporto con l’universo femminile.
La criminalità minorile e/o di giovani adulti, acquista, nei loro ambienti, anche “valore” aggiunto, grazie alla elevata probabilità di farla franca e alla scarsa punibilità giudiziaria, sovente demotivante per le stesse forze dell’ordine nella loro “caccia al ladro” che, ove preso, viene ben presto rimesso in libertà. Situazione che costituisce anche una forte attrattiva per tanti giovani immigrati che, per indole, circostanze formative o da sbandati finiscono nelle reti della criminalità o vagolano nelle nostre città, vivendo di espedienti, furti e reati minori.
Il recente rapporto sull’andamento della criminalità minorile, del Servizio Analisi della Polizia Criminale, evidenzia che, nel 2022, il 39,4 dei reati è dovuto a rapina, furto ed estorsione che gli autori sono stati in gran parte stranieri (749 casi su 405 italiani), che gli ingressi in carcere di minori stranieri sono pari al 51,3% del totale e che i reati di stupro sono, per il 77,14%, opera di stranieri.
Cifre notevoli che indicano anche l’elevato costo sociale che l’accoglienza, pur nei suoi lati positivi, comporta. Sovente nella illusione, (o ipocrisia), di una integrazione rapida e massiva (spesso invece decisamente rifiutata) al nostro vivere civile e non attraverso successive generazioni.
Ne deriva l’amara considerazione che, in Italia la popolazione straniera, pari a circa il 9%, esprime già una criminalità minorile superiore a quella del resto della popolazione italiana (91%). Con le due guerre in atto e contrapposizione religioso-culturale Occidente-Oriente/Islam, emigrazione e terrorismo spesso si fondono. Causa anche un’Europa considerata a volte debole nel suo agire geopolitico, decadente nei suoi valori, incerta nella sua autodifesa, afflitta da storici sensi di colpa e tollerante nel fondamentalismo religioso che alimenta tanti gruppi ostili all’Occidente. E che non esitano a rapinarci in un attimo e con inaudita violenza, come la storia recente insegna, anche di quel bene supremo che è la vita.
di Alessandro DISTANTE
L’argomento oggetto dell’approfondimento settimanale (pagine interne) è “La Lettura a Tricase”. Un argomento –ci è sembrato a prima vista- che rischiava di allontanarci dal nostro dovere di informare e di far riflettere sui fatti della settimana.
Dopo ampia discussione, abbiamo accettato la sfida: la lettura non è un’evasione o soltanto un piacere oppure un dovere per chi voglia essere informato, ma diviene passaggio fondamentale per essere veramente presenti in Città e per svolgere quella mission che è propria di ogni giornale.
Leggere per conoscere: il riferimento non è solo alla lettura di libri e di giornali (della quale specificatamente ci occuperemo nelle pagine interne), ma è capacità di scorgere quello che si vede e quello che non si vede. Non si tratta di fare dietrologie, ma di scavare in profondità, andare oltre quello che appare in superficie.
Leggere per farsi leggere: quando si conoscono i fatti e, soprattutto, li si conosce in profondità o, per dirla in altro modo, si comprende la genesi o le cause di certi fatti, non si può tacere. Il “farsi leggere” è un compito difficile e che costa. Troppe volte, pur sapendo, si preferisce tacere. Prevale una certa cultura che qualcuno potrebbe definire omertosa: meglio non dire, meglio non far sapere, ovviamente “a fin di bene” (non creare allarmismi, non infastidire nessun potente, non scomodare le coscienze).
Leggere per conoscersi: la lettura, e cioè la comprensione di certi fenomeni, lo scavare i fatti e le storie, porta, inevitabilmente, a conoscersi. La lettura di ciò che ci circonda, se è una lettura autentica e coraggiosa, diventa strumento di conoscenza anche di noi stessi e quindi, se siamo onesti, anche di cambiamento e di crescita personale e collettiva.
Ed allora: è veramente inutile interrogarsi sulla lettura a Tricase?
Sarà in distribuzione da sabato 25 novembre il 38esimo numero de il Volantino – settimanale cittadino di Tricase
Sul numero di questa settimana:
Perché parlare di lettura?
Speciale la lettura a Tricase
Tombolo a Tricase
Calcio e Pallavolo
Curiose curiosità
Energia in comune
Figli della Quercia
Di furti, rapine e dintorni
Oltre alla versione cartacea sarà sempre disponibile sul sito redazionale (ilvolantinoditricase.it), la versione online
Prof. Ezio Isernia
Serata magica quella che domenica 19 novembre ha visto la partecipazione di oltre duecento persone nella bella cornice dell’ Auditorium dell’I. C. “Antonazzo” di Tiggiano per parlare di musica, inclusione, disabilità, e assistere alla “prima assoluta” della “Banda Multietnica del Sud Salento”. In un auditorium gremitissimo si è infatti esibita per la prima volta la Banda composta da 45 elementi costituita grazie al progetto “Artistica Inclusione”.
Per capire di cosa stiamo parlando occorre ricordare che “Artistica Inclusione” è un progetto cofinanziato dalla Regione Puglia nell’ambito del bando “Puglia Capitale Sociale 3.0” finalizzato a sostenere lo svolgimento di attività di interesse generale e di inclusione sociale. Il progetto in questione è rivolto a disabili, migranti, donne emarginate e a cittadini di ogni età dai sei anni in su, grazie ad esso la musica funge da collante culturale e sociale per eliminare ogni tipo di barriera, preconcetto e stereotipo.
Oltre all’ente capofila e promotore, Associazione di Alta Cultura Musicale “W.A. Mozart” - APS, hanno partecipato al progetto, come partner pubblici, il Comune di Tiggiano, l’I. C. «Via Apulia» di Tricase, l’I. C. «De Blasi» di Gagliano del Capo e come partner privati il Consorzio «Sale della Terra» e ASCLA – Ente di Formazione Professionale. Ad essi si sono aggiunti in itinere e con grande entusiasmo l’ I.C. “Antonazzo” di Corsano/Tiggiano e l’I.C. Alessano/Specchia.
Il progetto finanzia una serie di laboratori musicali che, curati dal M° Paolo Accogli, con cadenza settimanale si svolgono presso il Municipio di Tiggiano, l’I. C. «Via Apulia» di Tricase e l’I. C. «De Blasi». I partecipanti, oltre ad essere supportati da insegnanti qualificati, svolgono percorsi di inclusione a socializzazione alla presenza di un tutor e di una pedagogista. “Artistica Inclusione” ha messo a disposizione degli aspiranti musicisti 32 strumenti che sono stati consegnati loro nel mese di marzo durante una bellissima cerimonia tenutasi nell’aula consiliare di Palazzo Serafini Sauli sede del Comune di Tiggiano.
Tornando a domenica sera, come abbiamo accennato, possiamo testimoniare la gioia e l’entusiasmo contagioso che i componenti della banda trasmettevano per essersi esibiti per la prima volta in pubblico, con grande commozione da parte di tutti i presenti.
Dopo i saluti del Sindaco di Tiggiano Dott. Giacomo Cazzato, da sempre impegnato per il servizio ai più deboli e alla promozione di attività di inclusione sociale, e del M° Giovanni Calabrese, da poco tornato da una tournè a New York, le attività musicali sono iniziate con le esecuzioni di alcuni alunni della Scuola di musica Mozart molto apprezzati dal pubblico che non ha mancato di sottolineare il suo entusiasmo attraverso ripetuti e scroscianti applausi.
A seguire si è esibita la Banda sotto la guida del M° Alessandro Maisto che ha letteralmente scatenato l’esaltazione del pubblico il quale in piedi ha chiesto ed ottenuto il bis.
Viene la pelle d’oca se si pensa che al primo incontro meno di un anno fa nessuno conosceva né il nome degli strumenti né il nome delle note.
Attraverso impegno, lavoro, dedizione e organizzazione, “Artistica Inclusione” ha piantato un seme fecondo e importante e possiamo, col sorriso, affermare che l’idea guida del progetto, ossia la banda musicale come esempio di inclusione, cultura, socializzazione, recupero di tradizioni, ha veramente trovato una magica e concreta realizzazione. I componenti che ne fanno parte, infatti, sono tutti uguali e nello stesso tempo fondamentali, avendo bisogno l’uno dell’altro. Ascoltando le testimonianze, inoltre, abbiamo registrato tanto entusiasmo, amore e passione per la musica e per questa meravigliosa esperienza, si sono create tante belle amicizie tra persone che prima non si conoscevano ed ora si ritrovano quotidianamente per studiare i pezzi da suonare poi tutti insieme.
Grazie ancora, dunque, ad “Artistica inclusione” e al M° Giovanni Calabrese che, subissato di richieste, è già al lavoro per dare continuità a questa meravigliosa ed esaltante esperienza anche dopo la fine del progetto. Le porte della BANDA MULTIETNICA DEL SUD SALENTO sono aperte a tutti ed abbiamo altri strumenti da affidare ad aspiranti musicisti o semplicemente a chi ha voglia di fare una bella esperienza e senza volerlo e senza saperlo sarà un seme di bene e di speranza per tutti. Vi aspettiamo!