di Gian Paolo ZIPPO

Tricase- Tralasciando ogni commento sull’intervista rilasciata dal Sindaco di Tricase alla stampa locale e sulla risposta del Dirigente comunale tirato in ballo dallo stesso Sindaco, vorrei soffermarmi sulla questione squisitamente politica e di metodo che tutta la vicenda si porta dietro.

A questo punto era inevitabile la convocazione di un pubblico dibattito da parte delle opposizioni, il minimo che potesse succedere!

Ad ogni modo, rileggendo le dichiarazioni del Sindaco, non intravedo - salvo mia svista - l’indicazione di date per la realizzazione delle tante opere citate, l’unico elemento certo è la percentuale indicata a conclusione dell’intervista: 100%.

Eppure mi piacerebbe (e credo ci piacerebbe) conoscere anche le percentuali di avanzamento dei singoli progetti, in una sorta di GANTT che metta in evidenza quanta parte del programma si sta realizzando.

Programma! Chi era costui? Ci sarebbe da dire, parafrasando una nota e ben più aulica citazione.

La programmazione sembra essere la grande assente di tutta la vicenda. Aspetto, questo, emerso anche dagli interventi del Consiglieri di minoranza nel corso del citato e partecipato incontro con la cittadinanza di sabato 17 febbraio.

Quindi riepilogando:

  1. Il Sindaco annualmente fa dei proclami sulle cose che intende fare, usando rigorosamente i verbi coniugati al futuro ed omettendo accuratamente di indicare delle date;
  2. La colpa di quello che accade o di quello che non si riesce a realizzare è sempre di qualcun altro, anche questo mi sembra un copione già visto e collaudato.

Comunque, quello che si è verificato è grave! Si è creato un cortocircuito tra politica ed amministrazione che non lascia presagire nulla di buono.

Facendo un paragone calcistico (che ho sentito giorni fa da un amico ed ho fatto mio come metafora perfettamente calzante alla situazione che stiamo vivendo), è come se l’allenatore di una squadra accusasse pubblicamente uno o più giocatori delle sconfitte subite.

Se ciò dovesse accadere, si aprirebbero delle inevitabili crepe nella squadra, creando quello che in gergo si dice “una spaccatura dello spogliatoio”, che porta inevitabilmente o all’esonero dell’allenatore o alla retrocessione della squadra.

Le due prospettive, riportate in ambito politico, non mi sembrano rosee, anche perché l’unica a perderci in tutta questa storia è la città di Tricase con tutta la sua comunità, indipendentemente dalla fede politica di ciascuno.

Già è vero, nonostante tutto siamo una comunità e ciò è stato evidenziato in maniera forte negli interventi fatti a margine del dibattito che si è aperto dopo gli interventi dei Consiglieri di minoranza nell’incontro di sabato scorso.

E’ emerso chiaramente, da parte della cittadinanza attiva, un appello forte all’unione, a far fronte “comune”, a mettere da parte personalismi e fazioni!

Per cui, ben vengano le occasioni di condivisione, di partecipazione, di scambio di idee…purché finalizzate alla messa in “comune” delle forze, delle professionalità e delle competenze che certamente non mancano nella nostra comunità, ma che bisogna avere il coraggio di offrire per il bene “comune”!

di Alessandro DISTANTE

Le recenti vicende politico-amministrative consentono di focalizzare alcuni snodi
fondamentali della vita di una Città.
La riflessione sarà condotta senza entrare nel merito dell’intervista rilasciata al Gallo dal Sindaco Antonio De Donno, della risposta dell’ing. Vito Ferramosca e poi dell’Assemblea pubblica convocata dalle Opposizioni presso le Scuderie di Palazzo Gallone, ma su alcune fondamentali e complesse questioni......

ABBATTERE PER RICOMINCIARE
di Alfredo DE GIUSEPPE

Ci sono molti motivi per cui è da considerarsi cosa buona e giusta abbattere un ecomostro come Villa Sauli a Tricase Porto. Alcuni sono semplici da intuire, altri hanno interpretazioni più recondite ma certo non meno importanti. Intanto chiariamo che sono da abbattere molte cose nei nostri paesi, perché la tutela del paesaggio, oltre che essere fissato dall’art. 9 della nostra Costituzione, è uno dei beni più preziosi cui aggrapparsi per debellare la volgarità dell’animo, per creare l’ambiente più dignitoso possibile alla convivenza civile. È noto come un ambiente degradato dal punto di vista architettonico favorisca altro degrado, una finestra rotta predispone ad un’altra finestra rotta, un parco abbandonato aiuta a farlo diventare una discarica....

 

LA PAROLA AL RESPONSABILE TECNICO ING. COPPOLA

a cura di Pino Greco

Abbiamo parlato della attuale situazione dell’Ospedale con l’ing. Antonio Coppola, responsabile tecnico dell’Azienda Ospedaliera.

Ingegnere, come giudica questa particolare e delicata fase di vita del Panico?

“Nel corso della vita di chiunque si alternano i periodi di grande attività a periodi di   rallentamento ed anche di sosta, non necessariamente negativi. È così anche per l’Ospedale Card. Panico di Tricase. Mi pare – afferma l’Ingegnere – che si tratti solo di un temporaneo malessere, come altri che nei tanti anni della sua attività ci sono stati ma, come quelli, anche questo sono certo sarà presto superato. Gli anni appena trascorsi – prosegue – sono stati di grandissima attività. Si sono realizzate nuove strutture che hanno comportato un altissimo impegno economico, progettuale, di programmazione e dato altrettanta soddisfazione per i risultati raggiunti”.

I timori che si vanno diffondendo sul futuro del Panico li ritiene giustificati?

“La nostra città – dichiara Coppola– ha   reagito con interesse a questa euforia creativa. Il rallentamento, fisiologico, ha fatto sorgere numerosi interrogativi forse anche perché molto grande era stato il precedente movimento. L’ospedale non si è fermato, ma ha cominciato a muoversi con una ‘velocità di crociera’. Si continuano – prosegue – ad ammodernare gli impianti, in   gran parte sostituiti, ed a realizzare strutture all’avanguardia per la produzione di energia elettrica, termica e frigorifera. Si prosegue con le opere di ammodernamento delle centrali termofrigorifere, tutte opere non visibili dall’esterno. Si stanno completando le strutture del nuovo edificio, che amplia l’ospedale di circa 40.000 metri cubi, per più di un   terzo del volume esistente, e pure la parte di collegamento tra il vecchio ed il nuovo edificio con una struttura alta circa 40 mt su nove piani”.

Ed ancora “Si sono acquistate nuove sofisticate attrezzature per la diagnostica e per le sale operatorie e si prosegue con le protezioni dell’edificio dagli agenti atmosferici, sempre più violenti, come la forte alluvione dell’ottobre 2022 che ha arrecato notevoli danni sulle coperture. Tutte opere che comportano ingenti impegni di spesa non sempre facili da sostenere”.

C’è stato qualche fattore in particolare che ha creato criticità e quali sono le prospettive?

“Gli anni di paralisi, legati all’emergenza COVID – riferisce l’ing. Coppola– hanno reso molto più difficile reperire materiali ed hanno comportato fortissimi incrementi dei costi, aumentati ancor di più in conseguenza delle guerre e della fortissima richiesta di materiali per l’edilizia nel periodo di maggior utilizzo dei Bonus 110 e dei Bonus energia. Sono difficoltà che ogni nostra famiglia ha dovuto affrontare e tutti sappiamo quanto sia difficile governare queste contingenze, a cominciare dal Governo centrale, dalla Regione fino ad arrivare alle nostre piccole famiglie. L’ospedale è una   grande famiglia e, dunque, i problemi sono in proporzione più grandi. Basti pensare che i preventivi di spesa per le nuove opere sono aumentati di oltre il 20%. Si tratta di milioni di euro in più che vanno reperiti. Come in ogni famiglia, un’accorta gestione è indispensabile”.

“Vi sono inoltre da superare – prosegue l’ing. Coppola– i lunghi tempi connessi con l’espletamento delle pratiche burocratiche. L’Ospedale di Tricase è uno dei pochi in Puglia accreditati, cioè riconosciuti dalla Regione come eseguiti e gestiti nel totale rispetto delle norme vigenti nel settore sanitario in tutti i campi (strutturali, dei servizi, della gestione). Ogni variante è sottoposta al preventivo vaglio ed approvazione regionale. Le opere strutturali che si stanno ultimando sono nei limiti fino ad ora autorizzati. I prossimi lavori dovranno preventivamente essere approvati dagli organi competenti. In attesa di queste approvazioni, è necessario rallentare l’esecuzione dei lavori di completamento ma è anche prudente un’attenta riflessione per individuare le tecniche e le strategie più opportune per ridurre al minimo il costo, in rapporto al beneficio che si vorrà o si dovrà ottenere. Sono certo – conclude – che le capacità manageriali della Direzione Generale e la professionalità ed accortezza di tutti gli operatori sapranno portarci ad una rapida ripresa”.

a cura dell’avv. Carlo CIARDO, esperto in Diritto sanitario
La sanità è un argomento di portata cruciale. Solo per fornire qualche dato, si pensi che occupa oltre 670.000 persone ed impegna oltre 134 miliari di fondi nazionali, nonchè l’80% dei bilanci regionali. Per chi vive nel Capo di Leuca (e non solo) parlare di sanità vuol dire avere in mente la sagoma dell’ospedale “Card. G. Panico” di Tricase, un presidio essenziale, al quale ognuno può riconnettere i tornanti della propria vita.
E’ bene evidenziare che l’ospedale tricasino è stato il primo ospedale religioso “classificato” in Italia, alla luce della Legge n. 132/1968, il cui testo è frutto della originaria proposta formulata da Madre Elisa Zanchi, Madre Generale delle Suore Marcelline (ordine che gestisce il nosocomio).
Nel nostro ordinamento l’ospedale “classificato” è una specie di centauro con il corpo pubblico e la testa privata. E’ equiparato, infatti, ad un ospedale pubblico per ciò che concerne la programmazione della rete sanitaria, ma non lo è per tutti gli altri aspetti (vedasi Consiglio di Stato n. 7980/2023). In sintesi, siamo dinanzi ad ospedali complementari a quelli pubblici ma non parificati: simili ma distinti, utili ma distanti. Nel caso dell’ospedale “Card. G. Panico”, la gestione fa capo ad una Fondazione di diritto privato, ma il nosocomio rientra nella programmazione regionale e risponde alle esigenze del Servizio Sanitario Nazionale.
Tale combinazione pubblico-privato assommata nella stessa struttura, ha un risvolto significativo sotto il profilo economico. L’ospedale tricasino, pur rientrando nella rete ospedaliera pugliese, viene remunerato sulla base di tariffe predeterminate ed un tetto di spesa definito (come tutte le strutture private), a differenza dei nosocomi pubblici che fruiscono di un finanziamento “a bilancio”, in sostanza a consuntivo. Sia chiaro che non è in discussione la legittimità di questa differenziazione (oggetto di discussione dottrinaria da parte dei sostenitori del c.d. “quasi mercato” sanitario), in quanto la giurisprudenza amministrativa ha ripetutamente statuito che per gli ospedali pubblici un “obbligo” di prestare assistenza al quale si riconnette “la conseguente logica necessità di un intervento pubblico nel ripianamento dei disavanzi” (Consiglio di Stato n. 5947/2012).
E’ indubbio, però, che questa divaricazione non è senza conseguenze. Per dirla in termini medici: se questo assetto è una cura volta anche al contenimento dei costi, gli effetti collaterali non mancano.
Alcuni dati di fatto consentono di cogliere il problema. Il costo di un ricovero presso l’ospedale tricasino, magari necessitato da un’urgenza, soggiace al tetto di spesa ed alle tariffe (il cui ammontare è fermo da circa 12 anni). Ebbene, se un ricovero viene effettuato in un periodo dell’anno nel quale il budget è stato ormai raggiunto, quel costo determina uno sforamento del tetto di spesa fissato dalla Regione. Ecco che il sistema entra in crisi, perché l’ospedale che ha curato un paziente che aveva urgente necessità di assistenza è davanti ad un bivio: intentare un contenzioso per ingiusto arricchimento, ma con i tempi e l’incertezza propria dei giudizi, oppure invocare un intervento pubblico. Per non parlare delle prestazioni che possono ricadere interamente sulle tasche dei cittadini.
Oggi siamo in questa situazione. La stampa ha dato conto dell’incontro svoltosi il 9 gennaio scorso in Regione, nel corso del quale i rappresentanti degli ospedali classificati pugliesi hanno evidenziato il buco nei propri bilanci per via delle prestazioni erogate. Tali disavanzi, che minacciano la sostenibilità economica dei nosocomi, sono stati dettati non solo dalla domanda di assistenza, ma anche, tra l’altro, dagli aumenti dei costi legati al periodo Covid, dall’impennata dell’inflazione e dall’incremento delle utenze, come discusso nei mesi scorsi anche nella Conferenza Stato-Regioni.
La Regione Puglia, dal canto suo, ha affermato di non poter andare oltre il tetto di spesa prestabilito, in quanto tale limite rinviene dalla legislazione particolarmente stringente voluta dal Governo Monti e mai modificata successivamente. Di recente con la deliberazione di Giunta n. 464 del 06.04.2023 è stato disposto lo stanziamento di 33 milioni di euro – 8 dei quali per l’ospedale “Card. G. Panico” - ma tale intervento è finalizzato al recupero delle liste d’attesa, in virtù di un apposito finanziamento nazionale.
Resta quindi il nodo: questo centauro viene trattato come un ente pubblico quando si chiede che eroghi le prestazioni, ma si “scopre” essere privato quando si tratta di contingentarne i fondi. Un centauro al quale si impone una dieta dimagrante dal punto di vista economico, ma nel contempo si vuole che galoppi come Varenne.
Non vorremmo che questa problematica richiamasse la pellicola “47 morto che parla”, nella quale Totò, nel ruolo del nobile avaro, davanti alla notizia che il proprio cavallo era morto di stenti, si rammaricava dicendo “peccato, proprio ora che si era abituato a non mangiare”. Siamo chiamati a redigere una sceneggiatura differente per una realtà umana, territoriale e professionale, che ha una storia da difendere, un presente da affrontare ed un futuro da scrivere.
TRICASE - LA PAROLA AL DIRETTORE AMMINISTRATIVO DOTT.SSA MARIA GRAZIA COLUCCIA
Riportiamo di seguito le risposte dell’Ospedale alla nostra richiesta di chiarimento
 1) In via preliminare esprimo la necessità di prendere le distanze da chiacchericci su presunte vendite e/o accordi di vendita che, allo stato, non sono nei registri operativi dell’Ente e non sono noti alla scrivente;
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2) L’Ospedale Panico si muove, con determinazione e nonostante le difficoltà di vario genere, su tre direttrici: Appropriatezza di cura, Innovazione e Cultura Scientifica:
• La pubblicazione sulle testate giornalistiche nazionali dedicate alla Sanità dei lusinghieri dati rilevati dal Sistema degli Esiti del SSN (PNE) e AGENAS portano in sé l’evidenza del ruolo strategico assunto dall’A.O. “Card.G.Panico” nella cura delle patologie dalle più complesse alle malattie rare con interventi multidisciplinari in un sistema di relazioni coordinate e sincronizzate per l’efficienza e l’efficacia degli interventi.
• L’innovazione tecnologica (condizione indispensabile per essere al passo con i tempi e competitivi )in ogni caso è vissuta ed interpretata come :
- strumento al servizio del Personale Medico e Sanitario per ridurre impatti invasivi, assicurare metodiche di alta precisione ed ottimizzare i tempi di recupero dei Pazienti in interventi complessi: presso il Panico è in attività già dal 2018 il Robot Da Vinci che rende maggiormente performanti gli interventi di alta Chirurgia;
- opportunità per la migliore espressione delle professionalità e competenze proprie del profilo del Professionista in servizio presso questa Azienda Ospedaliera,
• La “Cultura Scientifica” vuole che nel Sud del Sud alcune tra le più importanti case Farmaceutiche internazionali “scelgano” l’A.O. Card.G.Panico per Studi e Sperimentazioni cliniche nelle malattie Neurodegenerative, nell’ Oncologia nell’Ematologia non meno che in altre discipline come la Cardiologia e le Chirurgie. Il “Panico” è, come noto, sede decentrata dell’ Universitaria del Salento e già dell’Università di Bari, per il Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche ed annovera una popolazione studentesca di oltre 250 frequentanti. E non solo, con le maggiori Università italiane (Parma, Padova, Roma, Siena) sono formalizzate Convenzioni Extra Rete formative per il completamento delle specializzazioni in diverse discipline Radiologia, Chirurgia Generale, Cardiologia ecc…
3) Le problematiche di carattere economico si correlano, per la maggior parte, a criticità di sistema determinate dall’ormai ultradecennale “Blocco dei Tetti”: l’anacronistica normativa emergenziale e i Drg’s inadeguati lasciano a totale carico dell’Ente i maggiori costi che nel tempo si sono stratificati, da ultimo, in appena 6 anni : Adeguamenti dei CCNL (2 contratti del Comparto e 2 contratti della dirigenza Medica più 1 appena firmato); incremento dei costi energetici ; impatto inflattivo ; aumento dei device medici anche per l’effetto del Payback ... per ultimo e non da ultimo la “Bufera Covid” che tanto ha stravolto le “gestioni” degli Enti e delle Strutture sanitarie …tremano i polsi al solo ricordo di cosa è stato ..e ci sarebbe da dedicare un capitolo sul ruolo di questo Ospedale nella bufera Covid. Nonostante tutto, con grande abnegazione si cerca di andare avanti.
4) E’ però necessario fare una “Riflessione” importante: una “quota” dei maggiori costi riviene, in modo diretto, dalla “maggiore attività” che però non trova “copertura” nel “Tetto” riconosciuto dall’Ente Regione che, si badi bene, non “remunera” un numero predeterminato di prestazioni … ma è appunto un “tetto” massimo.
Ora le maggiori prestazioni che questo Ospedale eroga rivengono:
• prima di tutto da un “bisogno” di cura, che viene espresso dalla Popolazione che insiste su un territorio di riferimento sempre più ampio rispetto a quando fu “pensato” il Panico e nell’ultimo decennio le chiusure ed il ridimensionamento di Ospedali pubblici, hanno implicato, di fatto, una maggiore utenza;
• da una sempre maggiore e qualificata assistenza “offerta” dal Panico << perché rivolgersi altrove e intraprendere costosi viaggi della speranza ? >> quando la Cura ( con C maiuscola) è possibile nella nostra Terra ? … la risposta è troppo ovvia per trovare svolgimento in questo contributo informativo ;
• e soprattutto la presenza di un “Pronto Soccorso” attivo 24H su 24H e per 365 giorni l’anno inserito nella Rete dell’Emergenza Urgenza e con le Alte Specialità inserite in tutte le Reti Tempo/dipendenti ( Infarto - PoliTrauma - Aneurismi – Radiologia Inerventistica ecc.. ) comporta accessi non regolabili in termini ragionieristici ..
• ed ancora la maggiore attività, non è (Forse) espressione di maggiore capacità erogativa e di potenziale di cura e assistenza? che se negata avrebbe comportato minori costi per l’Ente, ma di certo maggiori disagi per i Pazienti , che ne hanno beneficiato, ed anche maggiori costi per la Regione Puglia, perché dovendole comunque assicurare o in Ospedali pubblici o (il chè è ancora peggio) Fuori Regione, avrebbe dovuto farsi carico dei costi?
Ora, torna agevole e nella comprensione di tutti declinare da questa considerazione la purtroppo amara riflessione che dell’extratetto se ne avvantaggia la popolazione assistita (e questo nella mission di Carità dell’Opera ci può anche stare), ma se ne avvantaggia anche la Spesa Sanitaria pubblica (e questo, almeno nel nostro contesto, è profondamente ingiusto) determinando la necessità, sempre più impellente, di valutare la “sostenibilità” dell’Opera.
Un approccio concreto e scevro da retoriche, di qualunque genere, dovrebbe portare Chi amministra la Sanità Pubblica a puntare le risorse dove vengono ottimizzate pur sempre in un’ ottica pubblicistica: perché l’Ospedale Classificato deve essere visto per quello che è: un Ospedale equiparato al Pubblico che ha nella connotazione “ecclesiastica” (requisito ex lege 132/68) un valore aggiunto e non un limite o un espressione pseudo-privatistica.
5) Il “Panico” però non può esimersi dal fare i “Conti” e come il più ardito funambolo è chiamato a cercare continuamente un precario equilibrio su una corda non sempre tesa in modo rassicurante… Certo le difficoltà affrontate hanno avuto le loro inevitabili ripercussioni in vari ambiti : hanno mortificato slanci operativi, hanno rallentato alcune iniziative intraprese e certamente hanno determinato complicazioni nel pagamento dei fornitori : si sono allungati i tempi (e con alcuni non di poco) ma l’Ente può contare su un rapporto di trasparenza e di fiducia reciproca e quindi, questo rapporto ha fatto sì che si potessero affrontare momenti particolarmente critici che ora si spera di poter gradualmente superare .
La consapevolezza da parte di tutti gli Stakeholders di quest’Opera che non è votata al profitto ma è nata qui ! in questa Terra per servire un Territorio e la Sua Gente, che già soffre molte deprivazioni, con la speranza e l’auspicio che almeno la domanda di salute , nel momento del bisogno, possa trovare adeguata risposta e soddisfazione senza dover correre a destra e a manca con il cappello in mano …. e forse si sta affermando la consapevolezza e l’orgoglio che oggi si può fare Buona Sanità anche a Casa nostra a Tricase, nel Salento, in Puglia!
6) La Direzione strategica sente tutta la responsabilità del Servizio, della fedeltà alla Mission di quest’Ospedale, e non risparmia ogni iniziativa utile per trovare con l’Ente Regione ambiti e opportunità d’intervento come per esempio un ruolo attivo per l’abbattimento delle Liste d’Attesa, nella evidenza che anche l’Ente Regione ha ben presente il ruolo cruciale del “Panico”, e non solo nel contesto sanitario regionale.
La congiuntura purtroppo non è ancora favorevole e opportuni correttivi di gestione vengono altresì messi in atto per ottimizzare le limitate risorse cercando di calibrare un po’ tutto anche con una maggiore attenzione per gli acquisti che si fanno di volta in volta, in base alla programmazione ed alla disponibilità economica, e tutto il Personale e gli Operatori sono costantemente sensibilizzati al responsabile migliore buon uso e impiego dei mezzi e di quanto nelle disponibilità di servizio.
7) Relativamente alla nuova costruzione (Piastra dei Servizi,) va precisato che non si tratta di un “ampliamento” ma sono lavori di ammodernamento, adeguamento antincendio e antisismico e per risolvere alcuni problemi di accreditamento di spazi, nel rispetto delle nuove prescrizioni normative e regolamentari. Comunque, giusto per fare chiarezza i lavori sono realizzati con soldi rivenienti da finanziamenti extra vincolati.
E per concludere da dove siamo partiti credo che “pensare” al Panico solo quale Ospedale di qualità (pur nella periferia geografica della sua collocazione) sia fortemente riduttivo… il “Panico” è molto di più ! con i suoi circa 1.100 dipendenti e tutto l’indotto di filiera è una risorsa strategica anche da un punto di vista socio-economico , è un volano per la crescita culturale ed è una componente significativa nel panorama finanziario del territorio.
Forse, prima di alimentare voci fuorvianti e gratuite, bisognerebbe avere una pur minima consapevolezza di tutte le implicazioni, dirette e indirette di questa grandiosa Opera per apprezzare l’ impegno e il sacrificio riposto dalle Suore Marcelline, da tutto il Personale, i Collaboratori ed i Fornitori, in una sfida quotidiana e quasi in un confronto impari, in un ambito molto complesso come la Sanità, che nonostante tutto, porta l’Ospedale Panico a conseguire risultati lusinghieri nelle cure, a macinare numeri di tutto riguardo nelle statistiche di settore ed a proiettarsi, ancora oggi, coraggiosamente verso nuovi traguardi
Anche solo per questo… (che non è tutto) si deve al “Panico” solo grande rispetto, gratitudine … e un forte comune incoraggiamento …perché continui.

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