L’eutanasia e i paradossi del principio di autodeterminazione
Messaggio alla Chiesa di Ugento-S. Maria di Leuca
Cari fratelli e sorelle,
la Lettera della Congregazione per la dottrina della fede “Samaritanus bonus” (14 luglio 2020) sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita illustra in modo ampio e approfondito la dottrina della Chiesa sui temi dell’eutanasia e del suicidio assistito. Il principio fondamentale è che la vita mantiene la sua dignità dal suo inizio fino alla sua naturale conclusione. Pertanto, come ha bisogno di essere accudita e custodita nel suo inizio così deve essere amorevolmente assistita nel momento finale, soprattutto in presenza di gravi e invincibili malattie, attraverso le cure palliative e la terapia del dolore. Un bambino non perde la sua dignità anche se è in tutto dipendente dalla cura dei genitori. Allo stesso modo, una persona gravemente malata conserva il suo inalienabile valore anche se impossibilitato ad agire. In questa prospettiva, «una società merita la qualifica di “civile” se sviluppa gli anticorpi contro la cultura dello scarto; se riconosce il valore intangibile della vita umana; se la solidarietà è fattivamente praticata e salvaguardata come fondamento della convivenza» (Samaritanus bonus, V, 1).
I promotori dell’iniziativa referendaria, invece, in perfetta sintonia con lo “spirito del tempo”, si muovono in una visione antropologica totalmente differente, sintetizzata dallo slogan: “Liberi fino alla fine”. L’idea fondamentale è la seguente: niente e nessuno deve poter limitare la libertà personale, soprattutto quando si tratta di questioni che toccano la propria persona e il proprio destino. L’io individuale non deve avere altra norma e altra regola se non la propria insindacabile decisione anche di fronte alla morte.
Colonna portante di questa visione è il “dogma laico”, ritenuto inamovibile e incontestabile, del diritto illimitato di ogni individuo a decidere del proprio destino rimuovendo ogni possibile vincolo etico e sociale. La libertà si pone in modo assoluto e si qualifica come “autodeterminazione estrema”. Nel “moderno giardino dell’Eden”, vige la legge di andare “al di là del bene e del male” (F. Nietzsche) ossia l’imperativo a superare ogni morale oggettiva in vista della trasmutazione di tutti i valori ad opera di una libertà dell’individuo che deve essere senza limiti e senza divieti non solo divini, ma anche umani.Criticando questa visione, il noto moralista Mons. Mauro Cozzoli ha precisato che «la libertà cresce e matura nel passaggio dalla libertà di scelta (autodeterminazione) alla libertà morale (autodeterminazione per il bene), cui i classici riservavano il nome libertas, chiamando la prima arbitrium. Fissando la libertà sull’arbitrium, l’individuo non diventa libero ma libertario» (Avvenire, martedì 12 luglio 2011).
In riferimento al tema dell’eutanasia, mi permetto di evidenziare quattro paradossi in cui si incorre quando si passa dalla libertas all’arbitrium. Il primo paradosso si riferisce al fatto che la vita è intrinsecamente limitata nel suo inizio e nella sua fine. Essa scorre tra due estremi: la nascita e la morte. Vivere significa riconoscere il limite intrinseco al nascere e al morire. Accettare di vivere anche per un solo istante, significa implicitamente accettare la limitatezza della vita. Se il limite è parte integrante della vita, lo è necessariamente anche della libertà. Non esiste una libertà in astratto, ma solo in quanto legata alla nascita. Ora, se non si è liberi di nascere come si può essere liberi di morire? In realtà, si è solo liberi di vivere. «Il miracolo della libertà - scrive Hannah Arendt – è insito in questo saper cominciare che, a sua volta, è insito nel fatto che ogni uomo, in quanto per nascita è venuto al mondo che esisteva prima di lui, e che continuerà dopo di lui, è un nuovo inizio» (H. Arendt, Cos’è la politica?, tr. it. Marina Bistolfi, Einaudi, Torino 2006, p. 26).
Il secondo paradosso consiste nel fatto che l’eutanasia e il suicidio assistito sono presentati surrettiziamente come espressione di libertà. In realtà, sono solo una “fuga dalla vita e dalla libertà”. Con l’eutanasia e il suicidio assistito si spezza il filo che lega la libertà al suo cominciamento. In tal modo, questa estrema decisione diventa espressione di una forma radicale di protesta e di rivolta contro la vita che non è stata scelta e voluta, ma imposta da un atto precedente alla propria volontà. La vita stessa è, dunque, intesa come una sciagura da cui fuggire, non solo perché carica di dolore invincibile, ma soprattutto perché frutto di un’azione avvenuta senza il personale acconsentimento.
A tal proposito, è significativa l’espressione di Sileno, che Nietzsche indica come portatore della saggezza dionisiaca e del senso tragico dell'esistenza. Così scrive il filosofo tedesco: «L'antica leggenda narra che il re Mida inseguì a lungo nella foresta il saggio Sileno, seguace di Dioniso, senza prenderlo. Quando quello gli cadde infine tra le mani, il re domandò quale fosse la cosa migliore e più desiderabile per l'uomo. Rigido e immobile, il demone tacque; finché, costretto dal re, uscì da ultimo fra stridule risa in queste parole: “Stirpe miserabile ed effimera, figlia del caso e della pena, perché mi costringi a dirti ciò che per te è vantaggiosissimo non sentire? Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto”» (F. Nietzsche, La nascita della tragedia, Adelphi, Milano 2018, pp. 31-32).
Il terzo paradosso si riferisce al fatto che se il “suicidio assistito” deve essere consentito quando la malattia irreversibile riguarda il corpo, non si vede il motivo per il quale non dovrebbe essere praticato anche quando tocca la psiche. A rigor di logica, anche a chi ha perso il gusto della vita e “vive senza vivere” dovrebbe essere consentito quanto è permesso a chi è affetto da una malattia incurabile. Non si soffre di meno nell’anima, rispetto a quanto si soffre nel corpo. Si svela così la tragicità della “cultura di morte” che aleggia nel nostro tempo. Essa, come un’ombra oscura, spinge la vita in un abisso senza senso.
Il quarto paradosso consiste nella palese contraddizione tra la libertà posta in modo assoluto in ambito individuale e la libertà che si esercita in modo condizionato in ambito sociale. Se si accetta l’idea che la libertà deve esprimersi in modo assoluto sul piano dei diritti individuali, non si vede il motivo per il quale la stessa cosa non debba valere anche per le norme, i limiti e i divieti imposti dalla società. A tutti dovrebbe essere consentito di vivere liberi da ogni imposizione esterna alla propria libertà di autodeterminazione. Il buon senso, però, intuisce che se la libertà si dovesse esprimere in modo assoluto anche in ambito sociale si aprirebbe la porta all’anarchia e alla dissoluzione di qualsiasi forma di società e si andrebbe incontro a un “suicidio sociale” non meno deleterio del “suicidio assistito”.
La Vergine Maria Assunta in cielo in anima e corpo ci insegni ad avere cura dei nostri fratelli ammalati, soprattutto di quelli affetti da gravi patologie, conforti tutti noi con la sua presenza materna e ci aiuti ad avere lo sguardo rivolto al cielo, dove Ella ci attende con amore di Madre.
Ugento, 15 agosto 2021
Solennità di Maria Assunta in cielo
Il Vescovo
Vito Angiuli
Sabato 11 e domenica 12 settembre, a Tricase natura, arte, paesaggi, culture, biodiversità e un mare di attività all’aria aperta per tutti.
Sabato 11 e domenica 12 settembre, a Tricase, ritorna “Eh vengo anch’io”, la kermesse targata Terrarossa alla sua decima edizione. Un programma integrato per una fruizione del territorio lenta, partecipe, attenta e inclusiva. Ancora una volta, dalla collaborazione di numerosi Enti, associazioni ed aziende del territorio, una proposta strutturata per un turismo responsabile e di comunità.
Si comincia Sabato 11, alle 15:30, quando, dalla “Chiesa dei diavoli”, in bici o su una carrozza a cavallo, al fianco di un asino, in carrozzella, in una colorata carovana, si partirà per attraversare, riscoprendolo, il paesaggio rurale della “serra del Mito”.
A seguire, una mostra mercato d’arte farà da sfondo a laboratori per bambini e adulti, tra asini e terracotte.
Una puteca itinerante ospiterà i sapori autentici della comunità locale e di quelle tunisina, nigeriana, polacca e portoghese, per assaporare la ricchezza dell’incontro di tradizioni e diversità.
Chiuderà la prima giornata un esilarante spettacolo di circo contemporaneo una SORPRESA per i più piccoli!
Domenica 12 invece protagonista sarà il mare, con una ricca offerta di percorsi esperienziali che avranno come scenario il Porto Museo di Tricase, dalle 15.30, tra snorkeling guidati per famiglie, giri in canoa alle grotte, ma anche il “battezzo del mare” e la subacquea accessibile a inesperti e persone disabili. Appuntamento con i più piccoli sul molo ovest del Porto, dove si svolgerà un laboratorio di lettura dedicato a una speciale Guida sul mare per bambini, edita dal Parco Naturale Otranto-Leuca, che verrà distribuita ai partecipanti.
Chiuderà la due giorni un originale aperitivo sul veliero “Portus Veneris” con i sapori della nostra terra e del nostro mare.
Si consiglia abbigliamento comodo e borraccia d'acqua personale.
Tutte le attività sono gratuite, a posti limitati e a prenotazione obbligatoria al 3207709937 (Anche WhatsApp)
Sono a pagamento i servizi facoltativi di nolo bici, degustazione "salta cena” di sabato 11 e aperitivo del pescatore-contadino di domenica 12 settembre. Maggiori info al 3207709937 (Anche WhatsApp)
Note Accessibilità:
Disponibili su prenotazione biciclette con pedalata assistita; tandem; seggiolini bici bimbo; sedia trekking per disabili motori; attrezzatura subacquea per disabili, degustazioni speciali su richiesta con specifici ingredienti per intolleranti, diversità religiose, vegetariani e vegani.
Programma - Eh vengo anch’io! X edizione
Sabato 11 settembre - Terra
15.30 Ritrovo presso chiesa dei Diavoli
Domenica 12 settembre - Mare
15.30 Ritrovo a Tricase Porto località “la Rotonda”
178 Nuovi casi
14.233 Test giornalieri
0 Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 33
Provincia di Bat: 34
Provincia di Brindisi: 8
Provincia di Foggia: 24
Provincia di Lecce: 61
Provincia di Taranto: 17
Residenti fuori regione: 1
Provincia in definizione: 0
3.854 Persone attualmente positive
205 Persone ricoverate in area non critica
25 Persone in terapia intensiva
Dati complessivi
265.445 Casi totali
3.407.378 Test eseguiti
254.857 Persone guarite
6.734 Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 97.761
Provincia di Bat: 27.780
Provincia di Brindisi: 21.006
Provincia di Foggia: 46.732
Provincia di Lecce: 30.256
Provincia di Taranto: 40.490
Residenti fuori regione: 971
Provincia in definizione: 449
di Giuseppe R. PANICO
Per cosa ricordare l’estate ormai passata? Per il disastro della geopolitica occidentale in Afghanistan con timori di nuovi attentati e la grande fuga di militari e civili? Per un governo ancora retto da un manager non politico, chiamato a salvare la nazione (o la patria) e da un generale per salvarci dal virus, pur con milioni di “NO WAX”?
Per il nuovo scandalo in Regione ove i consiglieri, all’unanimità, si sono attribuiti, senza vergogna e copertura finanziaria, una liquidazione già abolita in passato? D’altro canto, una Regione che, quale più grande opera pubblica dell’ultimo decennio, può vantare il costosissimo palazzo del Consiglio Regionale, non può che ascoltare il consiglio corale dei suoi consiglieri.
Passando a temi più vicini alla nostra vocazione e strategia turistica, in termini di progresso, sviluppo e voglia di… Tricase, ancora una volta il Piano Coste, che altrove (Nardò) ha consentito il rilancio delle marine, ha continuato da noi ad essere una inutile “espressione cartacea” priva ancora di ipotesi di cambiamento.
Il PUG poi, costatoci tanto e un susseguirsi di dibattiti e conferenze, è da anni in bozza sul sito del Comune ( dunque condiviso/accettato dalla attuale amministrazione??) ma fortemente criticato da una relazione di ben 22 pagine, firmata da decine di tecnici. Hanno anche evidenziato il rischio di molti ricorsi per il mancato rispetto di diritti/aspettative di tanti proprietari di terreni che, in base al PDF, attendono dallo scorso millennio (1975) i Piani Particolareggiati del Comune.
A Marina Serra, per la prima volta in tanti anni, non sono stati potati gli oleandri sulla litoranea Serra- Rio, restringendo e rendendo ancor più pericolosa la carreggiata. Sulla costa poi continuano, da molti anni a fare sfoggio di sé gli indecorosi e rugginosi paletti e catenelle che delimitano le aperture sulle sottostanti pregevoli grotte e la selva di canne che degrada il paesaggio. Il porticciolo poi è diventato il simbolo di una insana commistione fra scarso senso civico e debolezza istituzionale e decisionale.
Tantissimi bagnanti malgrado i divieti; ben scarsa presenza di autorità; nessuna credibile disciplina per il suo uso e acque insalubri per carenza di ricambio se non quello… corporeo. Torre Palane, ingabbiata a giugno, per il semplice rifacimento di una facciata, sembra debba rimanere così a lungo. Cartolina illustrata di come in Italia pure semplici lavori pubblici iniziano in ritardo, troppo ci costano e mai finiscono. Per le discese a mare se a Nardò, per venire incontro ai disabili è “scappato” il cartello “Spiaggia per Disabili”, da noi di cartelli con scritto “Spiaggia per Aspiranti Disabili” ne avremmo tanto bisogno.
Fra crateri lunari, passaggi disastrati, bagnasciuga scivolosi, reggi mano assenti, entrare in acqua e uscirne è troppo spesso un problema. Forse è per questo e non per i timori dell’alto mare che alcuni, prima di bagnarsi, si fanno il segno della croce o si ammassano in piscina o nei porti. Su una costa, un tempo cava di “piezzi”, oggi si vieta anche un cucchiaino di cemento, tagliare una fettina di arenaria, spostare qualche sassolino e agevolare qualche passaggio verso il mare.
Rispettare la natura non vuol certo dire trascurare la natura umana per una balneazione meno impervia. A volte si preferisce deforestare i boschi del Nord, impregnare il legname di conservanti, trasportarlo a caro prezzo e produrre CO2 a danno del riscaldamento globale, metterlo malamente in opera sulla scogliera e vederlo sparire alla prima mareggiata.
Chissà se per lo sviluppo sostenibile o agenda ONU 2030, si prevede anche per le periferie, Top Manager alla Draghi, Top Militari o Top Direttori, anche stranieri, come per alcuni importanti musei. Non sarà su base elettiva, ma al P.C.C.P, l’affollato Partito dei “Cittadini Citti e Paganti”, pare interessino solo valide decisioni e concreti risultati. E non, ad ogni stormir politico, il ripartire da zero per portarci al… sottozero.
Forse per l’estate, ai tanti facili eventi culturali, o presunti tali, a nostre spese, bisognerebbe associare, già da ora e a nostro guadagno, la difficile ma urgente cultura dello sviluppo.
243 Nuovi casi
15.241 Test giornalieri
5 Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 94
Provincia di Bat: 49
Provincia di Brindisi: 16
Provincia di Foggia: 16
Provincia di Lecce: 60
Provincia di Taranto: 10
Residenti fuori regione: -1
Provincia in definizione: -1
3.978 Persone attualmente positive
213 Persone ricoverate in area non critica
26 Persone in terapia intensiva
Dati complessivi
265.267Casi totali
3.393.145 Test eseguiti
254.555 Persone guarite
6.734 Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 97.728
Provincia di Bat: 27.746
Provincia di Brindisi: 20.998
Provincia di Foggia: 46.708
Provincia di Lecce: 30.195
Provincia di Taranto: 40.473
Residenti fuori regione: 970
Provincia in definizione: 449