Tricase , 1° maggio 2016 ore 20.00 - Sala del Trono di Palazzo Gallone
Dal 1° al 15 maggio 2016 presso la Sala degli Stucchi (2° piano) di Palazzo Gallone a Tricase, si terrà una Mostra Storica della Brigata Marina San Marco, promossa dall’Associazione Gruppo Nazionale Leone di San Marco Marina Militare “C.V. Stefano Cappellaro” (con referente il Consigliere Puglia e Basilicata Sig. Salvatore Piccinni), in collaborazione con l’A.N.M.I. “Gruppo Giuseppe Santo” di Tricase, con l’A.N.S.I. di Nociglia, con la Lega Navale Italiana – Sezione di Tricase, con il CESTIS Centro Studi Turismo e Innovazione Salento, e con il patrocinio della Marina Militare, della Brigata Marina San Marco e del Comune di Tricase.E’ la prima volta che il contenuto della Sala Storica della Brigata Marina San Marco di Brindisi viene esposto fuori dalla sua Sede. La mostra di livello nazionale sarà inaugurata il 1° maggio 2016, alle ore 20.00, alla presenza di Autorità Militari, Civili, Religiose ed Associative.
Orario di apertura al pubblico: Dal 2° maggio al 15maggio 2016
Mattino: dalleore 9.00 alle ore 12.00 Pomeriggio: dalle ore 17.00 alle ore 21.00
L’ingresso è gratuito. Per motivi organizzativi, per le visite scolastiche è necessaria la prenotazione, telefonando al seguente numero: Cellulare del Consigliere Puglia e Basilicata del G.N.L.S.M Sig. Salvatore Piccinni: 329 2740 781
Tricase, 19 aprile 2016 – Si prospetta un anno ricco di appuntamenti ed una stagione sportiva importante per la nuova Scuderia Salentomotori di Tricase, che sarà impegnata nella Coppa Italia Rally 3^ Zona, oltre a al consueto Monza Rally Show. Ad inaugurare la stagione sportiva sarà il 23° Rally Città di Casarano in programma il 23/24 aprile. Al primo appuntamento rallistico, la Salentomotori schiererà i seguenti equipaggi: il pioniere assoluto è il driver Rizzello Francesco coadiuvato dalla sanremese Cicognini Monica a bordo di una Ford Fiesta EVO R5; l’esperto casaranese Giuseppe Leo Albano che per la prima volta sarà affiancato da Bologna Erika con una Renault Clio Super 1600; Fiorito Pasquale con alle note Passaseo Gabriele a bordo della loro Citroen C2 che ritornano sui tracciati per riprendersi ciò che lo scorso anno non sono riusciti ad ottenere per via di un incidente; il veloce parabitino Garzia Paolo che debutterà con il suo nuovo navigatore Monteduro Fernando sempre con la Peugeot 106 N2; grande ritorno per la “principessa salentina dei rally” Lato Donatella che insieme a Leone Luca hanno deciso di spolverare la loro Peugeot 106 N2 e di ritornare sui campi da gara. La soddisfazione arriva con i due new entry, il pilota di Salve, Negro Luca con al suo fianco il fratello Nicola e il giovanissimo Prontera Gianvito insieme alla ligure Gallo Marcella. Quest’ultimi, il primo a bordo di una Citroen C2 ed il secondo su Peugeot 106. Da segnalare la presenza di Parrotto Donato e Passaseo Antonio con la loro Citroen Saxo RS, che punteranno anche quest’anno alla vittoria della Coppa Italia della loro classe di appartenenza. Il Presidente della Scuderia Salentomotori, Antonio Forte – si ritiene molto entusiasta per il lavoro che si sta svolgendo nella nuova Scuderia. Afferma che lo spirito che sta ritrovando tra gli associati è quello, che otre ad essere dei grandi appassionati si sta vivendo lo spirito di una vera famiglia. Il Presidente ci tiene a ringraziare quanti stanno credendo alla Scuderia Salentomotori, un caloroso riconoscimento a tutti gli sponsor che la sostengono e un in bocca al lupo a tutti gli equipaggi.
Premio Il Volantino 2015 a Claudio Scamardella perché, quale direttore del Nuovo Quotidiano di Puglia, ha saputo rendere il giornale da lui guidato un prezioso strumento non solo di informazione ma anche di stimolo e di promozione del territorio, assumendo efficaci iniziative e così educando alla partecipazione attiva dei lettori-cittadini, facendo divenire il Quotidiano di Puglia un vero giornale-comunità. Il Premio è stato creato ed offerto dalle Fonderie De Riccardis di Galatina. Come nella scorsa Edizione, il trofeo rappresenta il logo de Il Volantino e vuole essere un augurio perché le notizie volino ma anche atterrino, informando ed educando al confronto
Sabato, 16 aprile 2016. Si è svolta la VII Edizione del Premio giornalistico “Il Volantino” . Sala del Trono di Palazzo Gallone a Tricase gremita e attenta. Alla serata erano presenti monsignor Vito Angiuli, vescovo di Ugento /S.M. di Leuca, il regista salentino Edoardo Winspeare, il giudice presso la Corte dei Conti di Bari, Vittorio Raeli, l’onorevole Rocco Palese, il sindaco Antonio Coppola oltre al direttore de il Volantino l’avv. Alessandro Distante.
Lecce, 10 aprile 2016 . Le nostre ginnaste guidate dalle sempre attente e concentrate Michela Piccinni e Miriam Profico,hanno conquistato un medagliere d’eccellenza: 8 ori, 8 argenti, 5 bronzi.
Nella categoria “2ā fascia” ,medaglia d’ argento nell’esercizio tecnico di squadra con palla alle atlete, Minerva Aurora, Forte Aurora e De Iaco Giulia. Medaglia di bronzo nell’esercizio tecnico di squadra con fune alle atlete, De Giorgi Ilaria, Turco Alessia, Ruberto Matilde e D’Amico Elisa.
Nella categoria “3ā fascia “, medaglia d’ oro nell’esercizio tecnico di squadra con cerchio alle atlete, De Iaco Vanessa, Di Muro Giorgia ,De Marco Angela e Panico Chiara. Medaglia argento nell’ esercizio tecnico di squadra corpo libero alle atlete, Melania Ferrari, Russo Castelluzzo Maria Chiara e Marta Maggio.
Nella categoria “4ā fascia” , medaglia d’ oro nell’esercizio tecnico di squadra con cerchio alle atlete, Mauro Anna, Scrimitore Sofia,Maglie Alessia e De Vincenti Federica. Medaglia di bronzo nell’esercizio tecnico individuale a corpo libero a Maglie Alessia
Nei luoghi dell’incuria e dell’abbandono di Michele Sodero
Con alle spalle il triste ricordo di “Punta Cannone”, si fa ritorno in città. Ci si arriva dopo aver superato quel brutto spettacolo di sterpi, di erbacce, di ferri sgangherati e vetri rotti (ciò che rimane di antiche serre) che occupa l’area a destra, ai piedi della salitella. Nell’antico borgo di Tutino, in uno scenario che richiama visioni di incuria e di abbandono, fa “bella mostra di sé”, il “Castello dei Trane”. Cadente e tutto immerso nel suo tempo domina, con la sua monumentale imponenza, l’omonima piazza.Vistosamente piagato nella sua struttura, interessato da una vegetazione spontanea che dal sottostante fossato si inerpica e si insedia copiosa nei suoi interstizi,invoca pietà e misericordia a chiunque voglia sottrarlo al suo lento ed ineluttabile declino. Con la testarda resistenza di chi vuole recitare sino in fondo il ruolo che la storia gli ha assegnato, sembra ribellarsi con tutte le sue forze a questa nostra società consumistica che apprezza e trattiene solo ciò che produce utili immediati destinati a far quadrare asfittici bilanci. Incita e incoraggia recuperare e ad investire in cultura con la certezza di poter contare sui tanto attesi ritorni economici e di produrre ricchezza di qualità superiore,soprattutto in termini di crescita umana. E dichiarandosi pronto a servire anche questa causa, esorta ad accoglierlo e a puntare su di lui. Cerca di far capire che rinunciare ad averlo è come voler rinunciare ad una parte di storia,dimenticando le proprie origini.Il suo è un accorato invito a non cancellare ciò che si è ricevuto in eredità, ma a considerarlo come bene prezioso da tutelare e da valorizzare, anche in segno di doverosa riconoscenza alla fatica e all’ingegno di chi ci ha preceduto.Testimone di oltre sei secoli di storia,mantiene, ancora ben visibili, le connotazioni del suo nascere, del suo trasformarsi, del suo adattarsi alle esigenze dei signori che lo hanno posseduto. Ed è per questo che, anche se così indecorosamente danneggiato e abbandonato, conserva un fascino tutto suo che coinvolge chiunque voglia immergersi nel racconto della sua lunga e travagliata esistenza. Le mura alte e spesse racchiudono e raccontano il cammino di una collettività, il suo crescere e il suo progredire. La sua storia di fasti e blasoni incrocia i destini di persone semplici e laboriose che, pur da una diversa condizione, lo hanno sentito parte di sé. Basterebbero queste poche considerazioni per riconoscere a questo gigante buono e silente una sua importante presenza nel lungo e travagliato sviluppo di questo lembo di territorio, spesso dimenticato e abbandonato a se stesso;dovrebbero, altresì, essere sufficienti a stimolare qualunque azione che possa portare ad un suo recupero. Ma forse così non è, se è vero, come è vero, che le varie e accorate grida che si sono levate negli anni in suo favore non hanno trovato il giusto accoglimento e la sua salute è andata sempre più peggiorando. È increscioso annotare tutto questo. Così come increscioso e angosciante diventa andare a ricercare cause e colpe, forse semplicemente ascrivibili ad un diverso modo di porsi, ad una diversa sensibilità. Ma pur nella diversità di pensiero e nel diverso approccio ritengo che qualcosa per questo nostro prezioso monumento bisogna farla. Perché salvarlo significa dare un nuovo corso alla sua storia, una diversa connotazione al progresso e al vivere civile di una collettività. Fare di lui un grande contenitore culturale accessibile a tutti sarebbe dare una sterzata al suo passato, strapparlo a quel feudalesimo fatto di esclusioni, ridargli una diversa regalità. Donerebbe anche un senso diverso del camminare insieme e del condividere che è ciò di cui ha più bisogno questa nostra tormentata società. E allora ciascuno di noi faccia sino in fondo il suo dovere e con grande senso di responsabilità concorra a stilare un programma di protezione teso a salvare quello che sentiamo il nostro castello (pur essendo privato), prima che diventi una enorme clessidra che attende il cadere dell’ultimo suo sasso per sancire la fine di un tempo nel quale non abbiamo voluto riconoscerci. Sarebbe l’ennesimo delitto impunemente perpetrato ai danni dell’umanità.