di Nunzio Dell'Abate. Le grandi coperture in amianto dei capannoni dell’A.C.A.I.T. si sarebbero deteriorate per effetto dell’incuria nel tempo e degli agenti atmosferici, con il serio rischio di liberazione di polveri tossiche nell’aria. La consapevolezza della pericolosità dell’ex tabacchificio è emersa negli ultimi anni a seguito delle preoccupanti segnalazioni da parte di diverse autorità. Nel 2012, il Responsabile dell’Ufficio Tecnico comunale attestava: “dette coperture presentano allo stato un deterioramento superficiale che potrebbe rilasciare nell’ambiente particelle pericolose per la salute pubblica e pertanto occorre provvedere con estrema urgenza alla loro sostituzione”. Nel 2013, il Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Tricase, facendo presente che le coperture “in varie parti sembrerebbero non più intatte”,sollecitava il Sindaco “ad adottare tempestivamente tutte le misure ed i provvedimenti di competenza per la messa in sicurezza del sito mediante eliminazione dell’amianto”.Nel 2014, l’ARPA certificava che “tenuto anche conto dell’età della struttura e della vicinanza della stessa a complessi abitati, se ne consiglia la bonifica”.Nel marzo scorso, il Responsabile del Settore dei Lavori Pubblici evidenziava nuovamente al Sindaco l’urgenza di rimuovere le lastre in cemento amianto. Ad oggi nulla è stato fatto. Come minoranza consiliare, dopo aver amaramente registrato l’insuccesso di ogni iniziativa politica e di sensibilizzazione istituzionale, compresa una apposita interrogazione consiliare a cui il Primo Cittadino no si è degnato neppure di rispondere nonostante il Regolamento lo imponga, ci siamo visti costretti ad interessare la Procura della Repubblica affinchè siano perseguite eventuali responsabilità, anche omissive, a tutela della salute pubblica e dell’ambiente, considerata la centralissima ubicazione dell’A.C.A.I.T., per di giunta confinante con la Caserma dei Carabinieri, gli uffici della Polizia Locale e la biblioteca comunale e nei pressi di una popolosa scuola elementare. Resta un interrogativo di fondo: come mai il Sindaco, nella sua veste di Ufficiale di Governo, mentre ingiunge con ordinanza contingibile e urgente la bonifica e la rimozione delle coperture di amianto detenute da privati cittadini, omette di adottare analoghi atti a carico del Comune di Tricase, notoriamente inadempiente da tempo riguardo a tali obblighi nel complesso ex A.C.A.I.T.???
di Alessandro Distante Viene spontaneo a questo punto chiedersi quale corrispondenza vi sia in Consiglio Comunale tra i Consiglieri, le loro appartenenze e la volontà del corpo elettorale. Ricordiamo tutti che l’attuale Consiglio è stato il frutto di un serrato ed acceso scontro elettorale tra due candidati Sindaci andati al ballottaggio: Antonio Coppola e Nunzio Dell’Abate. Al secondo turno prevalse Antonio Coppola e, per effetto di questo risultato, venne a comporsi il Consiglio Comunale che vedeva, in maggioranza, chi aveva sostenuto il vincitore e, all’opposizione, chi aveva sostenuto lo sconfitto e l’altro candidato sindaco non giunto al ballottaggio. Da una parte vi era la maggioranza, compatta intorno a Coppola, e, dall’altra, la minoranza o meglio le opposizioni, considerato che all’interno della minoranza vi erano quanto meno due opposizioni: una che faceva capo a Dell’Abate e l’altra a Forza Italia e cioè a Tony Scarcella. Fin qui tutto normale e tutto nel rispetto delle scelte del popolo-elettore, e cioè dei cittadini o, per dirla con una parola “forte”, nel rispetto della democrazia. E nel corso di questi anni effettivamente, come mai prima di questa consiliatura, vi è stata una reale e forte opposizione che non è stata fatta soltanto di esposti e denunce. Gli ultimi eventi hanno introdotto elementi di assoluta novità: Dell’Abate, Zocco V. e Forte hanno aderito al PD. Nulla impedisce a nessuno di aderire al partito o al movimento che vuole e niente di più comprensibile che, strada facendo, un cittadino cambi aderenze ed adesioni; del resto, se così non fosse, ci dovremmo rassegnare ad un blocco del consenso elettorale, fatte salve le morti dei vecchi elettori e il compimento dei 18 anni da parte dei nuovi elettori. Il resto rimarrebbe sempre uguale, come a dire “sono nato democristiano e morirò democristiano”, la qualcosa è il contrario di un approccio laico alla politica. Il discorso cambia, invece, se alla adesione al Partito segue una adesione anche al gruppo consiliare, in questo caso a quello del Partito Democratico che, in campagna elettorale ed anche dopo, ha sostenuto Antonio Coppola.E qui le ovvie, coerenti e semplici considerazioni sulla corrispondenza tra volontà degli elettori e rappresentanze in Consiglio comunale cominciano a vacillare.Il PD ha appoggiato Coppola ed il suo programma sin dalla campagna elettorale; il passaggio di Dell’Abate e compagni nel gruppo consiliare del PD, ove avvenisse, significherebbe appoggio ad una maggioranza politica avversata in campagna elettorale e contro la quale si erano espressi i cittadini che hanno mandato in Consiglio chi, almeno fino a ieri, era all’opposizione.Ora, ovviamente, qualcuno, o forse più di qualcuno, obietterà che la politica deve seguire il corso degli eventi e quello che era ieri non è detto che sia oggi; ma io ne faccio una questione di rispetto dei cittadini-elettori.Quel che ho difficoltà a comprendere è come si possa aderire ad un gruppo consiliare che è proiezione di una lista contro la quale si è fatta campagna elettorale.Ed allora sarebbe più comprensibile che si aderisca al Partito ma ci si iscriva al gruppo misto oppure, se ciò non è consentito dalle norme di Partito, ci si dimetta da consigliere, lasciando spazio a chi intende ancora portare avanti una politica di opposizione a chi ha vinto le elezioni. Perché mi sembrerebbe ben difficile fare opposizione (in coerenza con il mandato elettorale ricevuto) facendo parte del Partito che appoggia il Sindaco e che fa parte della maggioranza.La crisi dei corpi intermedi e quindi anche dei partiti, della quale abbiamo parlato durante il Premio conferito a Scamardella, è un tema troppo importante per la democrazia e ogni scelta o iniziativa deve porsi la questione della desertificazione partecipativa che spiana la strada ai personalismi, populismo e qualunquismi. Esagero? Forse, ma, talvolta, esagerare è necessario, anche per riflettere.
Via Libertini… Siamo alle spalle di piazza Santa Lucia…. A giorni la soluzione….a giorni il divieto di sosta… ( queste le dichiarazioni dell’assessore Elia )
Via Micetti…Laboratorio urbano: gomme auto e insegna in frantumi da circa 2 anni…. Gomme : RISOLTO !
Insegna frantumata e perimetrata dalle transenne… Niente da fare...sono passati quasi 2 anni… RESTIAMO IN ATTESA....
Parrocchia della Natività “ Chiesa Madre” : E’ Vietato l’ingresso in chiesa alle auto…
Gentilmente… Lasciare libero il passaggio …anche alle suore…
Ass. Cultura e Turismo - Ing. Sergio Fracasso Quest’anno il Comune di Tricase ha voluto festeggiare il 1° Maggio a Tricase Porto per dare un segnale di quanto sia importante il Turismo e la salvaguardia dell’ambiente per l’economia del nostro territorio e per la creazione di nuovi posti di lavoro. Il comune di Tricase ha investito molto sulla cultura come veicolo di promozione e in questi giorni il risultato che le Marine di Tricase siano state quelle più cliccate sul web, addirittura prima di Lecce e Otranto, è la dimostrazione più lampante dei risultati che si possono con il binomio Cultura e Turismo; sicuramente Alba in Jazz è l’esempio principe: la “cartolina musicale” di Tricase che da quattro anni veicola le bellezze di Tricase in giro per il mondo. Un motivo in più per la scelta della location del 1° Maggio è stato quello di dar risalto ai lavori di ristrutturazione di Tricase Porto che questa amministrazione ha portato avanti sempre in linea con l’obiettivo dello sviluppo turistico del nostro territorio. Un grande evento musicale e non solo per il 1 maggio in Salento. 1 Maggio Festival - Cultura Turismo Obiettivo Lavoro è una manifestazione organizzata dal Comune di Tricase con la collaborazione e direzione artistica di Dilinò e il patrocinio della Regione Puglia. A partire dal pomeriggio nell’area portuale di Tricase Porto (Le) una serie di eventi, concerti, live e dj set, incontri e interventi animeranno uno dei luoghi più affascinanti del Salento. A partire dalle 16, infatti, l’area portuale ospiterà alcuni tra i più interessanti progetti musicali in circolazione. Si parte con Dilinò Etno Sound System, selezioni musicali world e non solo, che attraversano vari generi, dal raggae al rock per iniziare un pomeriggio di musica e incontri. Seguiranno, infatti, in occasione della Festa dei Lavoratori, gli interventi e i saluti del Sindaco di Tricase Antonio Coppola e assessore alle Politiche del Lavoro di Tricase Sergio Fracasso, dell’Ass. regionale alle Politiche del Lavoro Sebastiano Leo e del segretario generale Cgil Lecce Salvatore Arnesano. Verranno, inoltre, inaugurate le strutture realizzate a di Tricase Porto attraverso il progetto “La rena e le 7 bocche” e si continuerà con la musica fino a notte inoltrata.Sul palco, infatti, Als Project Andrea, Luigi e Sandro dei Crifiu in un viaggio tra le canzoni d’Amore, Lavoro e Speranza della musica italiana, da Guccini ai Nomadi, da Celentano a Bennato e tanti altri cui non mancheranno le hit dei Crifiu per accendere il main stage dell’area portuale. Seguirà il live coinvolgente degli Alegria Gitana, un gruppo di rumba catalana, la musica che suonano i gitani che provengono dal Nord della Spagna fino alla Camargue, territorio selvatico del Sud della Francia, dove sono nati i famosi Gipsy King che hanno fatto conoscere il genere musicale in tutto il mondo. Gli Alegria Gitana fanno rivivere i più grandi brani della tradizione gitana. Leader della formazione è il chitarrista e cantante gitano Tonio Corba, originario della Camargue. Saliranno nella serata sul palco i Mascarimirì nella loro version Pizzica dance hall party: il progetto guidato da Claudio “Cavallo” Giagnotti che proprio in questi mesi sta realizzando il primo album Pizzica Dance hall party: un live set in cui la musica salentina cambia il suo cammino e da musica per feste tradizionali si sposta in club e piazze usando il Sound System come linguaggio per ballare, rapportando la circolarità del Tambureddhu al vinile e, oggi, al cd. Da sempre sinonimo di Tradinnovazione, Mascarimirì sperimenta nella tradizione e propone uno spettacolo da ballo con quelli che sono i suoni prodotti nel Salento negli ultimi venti anni.In chiusura l’atteso concerto dei Folkabbestia, in esclusiva in Salento, per un live tutto da ballare dei massimi esponenti del folk rock italiano. I loro live sono una vera festa itinerante, un viaggio su una sedia a dondolo tra territori balcanici, paesaggi irlandesi e calore pugliese. Un’immersione nella tradizione italiana, stropicciata con fantasia, ironia e mutazioni stilistiche che spaziano dal folk al rock, dalla canzone d’autore a quella popolare, dallo ska al punk. Un grande appuntamento da non perdere, quindi, tra musica e incontri in una location straordinaria, a due passi dal mare per una Festa del Lavoro capace di raccontare attraverso la musica la contemporaneità.
di Guido Sparasci Giorni orsono, nel mio esercizio commerciale, il gesto di un cliente sconosciuto, un giovane dall'aspetto gentile, mi ha lasciato senza fiato. Dopo aver effettuato un acquisto, mi ha detto di esser passato anche in un’altra occasione, intorno alle nove, ma di aver trovato ancora chiuso. Gli ho spiegato i motivi dell'apertura ritardata, legati al permanere delle condizioni di salute di mia madre, critiche ma, per fortuna, stazionarie. Si è mostrato dispiaciuto, mi ha rivolto poche parole di conforto e se n'è andato salutando. Poco dopo, però, è tornato. Ho pensato che avesse dimenticato qualcosa, ma mi son presto accorto che stringeva fra le dita un oggetto piccolissimo. "Tenga" -mi ha detto nel consegnarmelo-, "l'ho portata dalla Francia. La dia a sua madre"! "A mia madre?" -ho detto, mostrandomi sorpreso! Il suo tono, però, era così deciso da indurmi a pensare che dovesse consegnarle qualcosa davvero di suo o che, addirittura, la conoscesse veramente. Allora gli ho porto la mano, me l’ha passata, l'ho guardata, ... e non ho più capito niente. Era una medaglietta della Madonna di Lourdes, presso il cui Santuario, anni fa, anche la mia mamma si recò a pregare. Sono improvvisamente scoppiato in lacrime, mentre una forza incontrollabile, misteriosa e potente mi teneva premuta sul cuore, per istanti lunghissimi, la mano in cui la stringevo.Turbato, quello sconosciuto mi ha salutato e se n'è andato. Prima che sparisse dalla mia vista son riuscito a chiedergli, piangendo, chi fosse, e da dove venisse. Si è fermato. "Ma no, ma cosa importa!", ha sussurrato pacatamente. Ho insistito. "Va bene" -mi ha detto, dopo aver esitato un po'. "Sono Vincenzo, vengo da San Vito (dei Normanni). Ho portato mio padre in ospedale, qui a Tricase, per farlo medicare".Probabilmente, Vincenzo a Lourdes c’era andato a pregare per lui, forse insieme a lui, e d’allora quella medaglietta se la portava con sè perché gli facesse coraggio nei momenti di sconforto, frequenti in chi assiste una persona cara ammalata! Avrà riconosciuto nella mia tristezza la sua di qualche tempo prima, e si sarà privato di quel simbolo di fede sperando che la Madonna sostenesse anche me e mia madre come lui e il suo papà. "Ah, lei è di San Vito" -ho poi divagato, per tentare di interrompere il pianto-, "il paese di Antonello Trizza" (avvocato dall’oratoria faconda e personaggio noto ben oltre i confini della sua cittadina, della quale è stato più volte sindaco)! "Certo" -fa lui. "Conosce Antonello"? "No, non personalmente, ma ho avuto modo di sentirlo parlare, una volta, tanti anni fa, e mi è bastato per non scordarmelo più! Avevo smesso di piangere, ma lo stordimento durava, e i brividi …, beh, quelli mi tornano ogni volta che penso a questa storia. A casa, ho sfiorato con la medaglietta le labbra della mamma, sperando che la baciasse. Poi, l’ho posata sul suo lettino, davanti ai suoi occhi chiusi da giorni. Ho chiuso i miei, e son riandato con la mente a quando, anni prima, tornata da Lourdes, raccontò entusiasta a me e Anna dell’incredibile spettacolo di fede e devozione offerto, in quel luogo, dai fedeli che vi giungevano a migliaia, in un pellegrinaggio incessante. Guardo in continuazione mia madre, e m’intenerisco ancor più nel vederla dormiente e ignara -forse! Chissà?- del garbo di quel ragazzo sconosciuto e per bene che si è interessato a lei. Con la sua delicatezza Vincenzo è come se m’avesse donato un pezzo del suo cuore. Intanto, accarezzandolo, ha conquistato per intero il mio. Mi piacerebbe incontrarlo, un giorno, per dirgli del bene che m’ha fatto e della commozione che ha suscitato il suo gesto in chi, per altre vie, ne è già venuto a conoscenza; per sapere se le sue speranze di figlio affettuoso e premuroso siano state premiate; magari, per raccontargli che anche le mie non siano state vane.
P. s. E’ passato il neurologo a visitare la mamma. Ha messo a referto un “lieve miglioramento”: le sue pupille, come spente sino a qualche giorno fa, reagiscono timidamente allo stimolo di una luce diretta!