Dopo il “ ritiro ” di LiberaTricase, del prof. Pasquale Santoro, alle prossime amministrative a Tricase saranno cinque coloro che si sfideranno per guidare il Comune per i prossimi cinque anni
Sergio Fracasso per Sinistra Italiana
Maria Assunta Panico per la attuale maggioranza che fa capo ad Antonio Coppola
Fernando Dell’Abate per il Partito Democratico
Carlo Chiuri per il centro-destra
Francesca Sodero per il Movimento 5 Stelle
La dott.ssa Sodero, si presenterà agli elettori oggi, lunedì 1 maggio
in Piazza Pisanelli ore 17, con il supporto dell’on.le Alessandro Di Battista
di Antonio Coppola Gentile Direttore, ti ringrazio per la richiesta di un mio intervento sull’annosa vicenda della strada statale 275. Lo faccio volentieri, interrompendo un periodo abbastanza lungo di silenzio, che riprenderò subito dopo per evitare che, anche sulle cose ovvie, si inneschino inutili strumentalizzazioni. E poi, tra un po’, tornerò nella sfera del privato. È bene che mi prepari.
Mia nonna Teresina, nata alla fine dell’’800 pensate un po’, era solita dirmi: “Figlio mio, non ti preoccupare, il tempo è galantuomo!”. La vicenda della SS 275 ne è un lampante esempio. Fin dal 2001, mio primo anno da sindaco, le amministrazioni da me guidate hanno sempre sostenuto, con fermezza e determinazione totale, l’irrazionalità del tracciato come progettato nel nostro territorio.
Otto chilometri di enorme nastro d’asfalto senza nessuno svincolo intermedio per migliorare i collegamenti con la nostra città, un’enorme superficie da espropriare, beni di valore archeologico e paesaggistico da sacrificare, senza alcuna reale utilità e con costi altissimi ed ingiustificati. Ricordo il mio intervento in consiglio comunale, durante l’ultima amministrazione Ecclesia quando, come ingegnere addetto ai lavori pubblici, mi opponevo fermamente alla strada, ricordo le critiche che mi vennero rivolte dalla maggioranza di allora.
Ricordo la conferenza dei servizi presso il ministero, in cui come sindaco di Tricase, con veemenza, confermai la ferma opposizione, ottenendo soltanto un riconoscimento di danno ambientale di tre milioni di euro, ricordo le strumentalizzazioni contro la nostra amministrazione, pretesto, insieme ad altri, che portò alla prematura fine della seconda amministrazione Coppola,
ricordo il consiglio comunale, sindaco Musarò, in cui la maggioranza di allora, “senza se e senza ma”, si dichiarò a favore di quel devastante tracciato, nonostante la nostra ferma opposizione, ricordo l’interrogatorio da parte della Guardia di Finanza in cui il maresciallo incaricato dalla Procura, che non aveva saputo, o voluto, leggere gli atti, mi accusava di aver espresso parere favorevole su quel progetto che “occultava le discariche”. Ovviamente non era così, come fu costretto a convenire quando gli feci leggere la mia relazione in cui affermavo che il progetto non era approvabile perché la cartografia e gli elaborati grafici erano gravemente inadeguati.
Ricordo l’intervista di “Report”, su suggerimento di qualche nostrano ambientalista, non so quanto in buona fede, che mi portò alla ribalta nazionale come se io fossi uno dei colpevoli di irreparabile danno ambientale per le discariche “abusive”, che poi tanto abusive non erano visto che erano state autorizzate con ordinanze sindacali dei sindaci che mi avevano preceduto.
In questo clima, con determinazione e caparbietà che i più mi riconoscono, proponevo soluzioni alternative ai dirigenti nazionali dell’ANAS, alla Regione Puglia (ricordo con un po’ di tristezza una lunga chiacchierata a Bari con l’allora presidente Vendola). Ricordo la ferma sollecitazione al prof. Di Santo, responsabile dell’Autorità di Bacino, per fargli valutare con attenzione il grave rischio di allagamento nel previsto sottopassaggio all’incrocio con la provinciale per Specchia.
Ed, infine, ricordo la conferenza dei servizi che anni fa, su nostra sollecitazione, fu convocata dall’assessore regionale Giannini.
Tra gli altri erano presenti gli ingegneri Francesca Pace, per la Regione e, per l'ANAS, il Coordinatore “Territoriale Adriatica” Ing. Castiglioni ed il capo Sezione di Lecce, ing. Paglialunga. In quella sede fu presentata la nostra proposta.
Due corsie a Sud della zona industriale di Tricase, messa in sicurezza della circonvallazione Est (la nostra “Cosimina”), una circonvallazione per superare Tiggiano ed una galleria per attraversare la ferrovia che passa sulla collina della “Madonna di Fatima”. Nell’incontro del 19 aprile il nostro progetto è stato proposto come soluzione del problema.
Ripeto, il nostro progetto, solo leggermente traslato verso Sud. “Il tempo è galantuomo figlio mio!”.
Il tempo ci ha dato finalmente ragione.
Libera Tricase e Pasquale Santoro si ritirano dalle prossime amministrative
Da quasi tre mesi Libera Tricase ha avviato un percorso di impegno civico che, partendo dall’analisi dell’esistente, si propone di elaborare azioni concrete di miglioramento del benessere collettivo e di inclusione sociale.
Abbiamo iniziato a lavorare sul concetto di cura e attenzione per le persone, i luoghi e le cose, declinandolo per aree tematiche, e abbiamo incontrato numerosi cittadini che, per quanto delusi dalla politica locale, hanno manifestato disponibilità e interesse a fare sistema, per incidere in modo sinergico ed efficace sul territorio.
Si è valutato di non partecipare alla competizione elettorale di giugno 2017, nè come gruppo con una propria lista (pur avendone la possibilità) né come singoli in altre liste, consapevoli che il percorso di rigenerazione sociale e culturale che contraddistingue la nostra visione politica richiede tempi lunghi e perseveranza.
Programmazione, ascolto e integrazione sono gli strumenti che privilegiamo, e l’incoraggiamento di quanti hanno trovato modo e tempo di confrontarsi con noi ci induce a ritenere che un reale cambio di passo, in questo paese, sia ancora possibile.
Per questo continueremo a lavorare nella direzione della cittadinanza attiva e invitiamo tutti gli interessati a condividere il nostro percorso, mettendo in comune competenze, esperienza ed energie. Libertà è partecipazione!
Quarta edizione dell’evento primaverile cittadino, con la partecipazione di Giovanni Conversano e la collaborazione di “Cuore Amico”
Al via la quarta edizione di “Tricase è in fiore”, manifestazione che negli ultimi anni sotto l’albero e le tre torri è divenuta la festa della stagione del risveglio, nota per la messa in risalto dei colori più disparati, molti dei quali visibili solo in questo periodo dell’anno. Dalle precedenti tre edizioni, l’associazione “Tricasèmia” (con il patrocinio della “Città di Tricase”) si impegna a rappresentare e a immaginare la città che ogni cittadino vorrebbe avere, forte del motto “La città che vorremmo”(ovvero con tanti fiori, piante, verde e colori). Lo stesso, che fa da titolo ad un vasto contenitore di iniziative che toccano diversi campi come quello del sociale, del rispetto ambientale, della solidarietà, del restauro e della valorizzazione delle risorse della città. Sabato 29 e domenica 30 aprile, Piazza Cappuccini sarà abbellita dai colori della natura con un bel mercato floreale a cielo aperto, dove fiorai, vivaisti e fioristi allestiranno i loro angoli per rappresentare le loro creazioni e le loro opere. Già perché, questo evento dà ampio spazio alle opere di vario genere che abbracciano il mondo dell’arte e crea un connubio indissolubile tra la bellezza della natura e la fantasia e la creatività del mondo artistico e dello spettacolo.
Per ingannare l’attesa e per preparare la cittadinanza all’evento, l’associazione, da circa quindici giorni ha indetto un piccolo e simpatico concorso fotografico, invitando gli utenti iscritti ai social, ad inviare delle foto che rappresentassero la primavera e le più belle sono state pubblicate sulla pagina facebook ufficiale dell’associazione. Un’idea semplicissima che però ha avuto un notevole riscontro ed interesse da parte dei cittadini, a dimostrazione che il lavoro svolto negli ultimi anni da “tricasèmia” nell’ambito di “Tricase è in fiore” mirato all’attenzione alle bellezze naturali, sia stato particolarmente efficace. Nella serata di domenica 30 aprile, sarà premiata la foto più bella con un premio ad hoc, raffigurante il logo di “Tricase è in fiore” disegnato dalla ceramista Ilaria De Marco.
Anche quest’anno sarà di scena la “sfilata in fiore” che vedrà protagoniste delle giovani modelle che chiamate dal presentatore Giovanni Conversano sfileranno indossando abiti che rappresenteranno la primavera, su un grande palcoscenico antistante la vecchia chiesa di Sant’Antonio di Padova, dove sul piano superiore vi è l’ex carcere, che per l’occasione come lo scorso anno verrà aperto al pubblico. Quest’anno è stato abbellito grazie al lavoro di alcuni volontari di “Tricasèmia”, alla professoressa Rita Accogli responsabile dell’orto botanico dell’Università del Salento (che si occuperà principalmente della tematica della biodiversità) e alla già citata ceramista Ilaria De Marco che attraverso le sue elaborazioni ha reso la struttura accogliente, facendo respirare l’aria primaverile a chiunque vi si recherà all’interno.
Tutto avrà inizio sabato 29 pomeriggio a partire dalle ore 16,30 quando si aprirà il “mercato in fiore”,mentre domenica 30 la manifestazione si aprirà la mattina alle ore 9,00 fino alle 13,30 e riprenderà nel pomeriggio alle ore 16,30 fino alle 22,00.
E’ proprio in quest’ultima fascia oraria che si concentreranno le iniziative inserite in programma, ovvero la sfilata di moda, le visite all’ex carcere, la premiazione del concorso, lo spettacolo musicale e la vetrina di solidarietà con “Cuore Amico” – progetto salento solidarietà, che alla presenza del presidente Paolo Pagliaro con il presentatore Giovanni Conversano effettuerà una donazione particolare e soprattutto solidale.
di Alberto Colangiulo Era da tempo che non avevamo un sogno così. Tricase – Leverano di domenica scorsa è stata ed è la dimostrazione pratica che quel legame storico che da sempre lega i tricasini al calcio popolare, al calcio cittadino, ai colori della città non è morto.
“Calcio popolare”, cosa è? Non vi è una definizione standard o un' equazione che possa dare il giusto risultato di questo binomio.
Ma son due parole che insieme stanno bene, che sembran fatte l'una per l'altra ed insieme ci danno quel giusto sapore di rivincita e riscatto verso un calcio ormai lontano da tutti, giocato fra gli equilibri economici dei mercati continentali e gli schermi televisivi ormai prossimi a diventar grandi come gli stadi extralusso della Champions.
Quel “popolare” ci restituisce il mal tolto e, se ben sollecitato, può darci soddisfazioni molto più entusiasmanti di una televisione a pagamento. Sì!, chiamiamola in questo modo, “televisione a pagamento” e non con quel nome pubblicitario che ci allontana dal vero significato. “A pagamento”, che brutta espressione. Non c'è nessuna soddisfazione vera, piena, in qualcosa di ottenuto “a pagamento”. Era proprio questo il sentimento che si leggeva nei volti, nei sorrisi, e nell'esultanza degli oltre mille spettatori che domenica affollavano lo Stadio Comunale San Vito per assistere ad una partita di “Promozione Pugliese” girone B.
Quanto eravamo distanti dalle televisioni, e quanto eravamo vicini nel godere, nello stesso istante di qualcosa di microscopico per il mondo sportivo ma di grande per noi. Non è questione di categoria.
È questione di sentimento. Per tutto il campionato già qualcosa si era percepito, si era capito che la gente, complici i buoni risultati, stesse ritornando “al campo”; la partita contro l'Ostuni aveva ben messo in chiaro che a certe situazioni la tricasinità è sempre sensibile e poi, e poi domenica contro il Leverano abbiamo rivisto la Est ben più gremita di tante domeniche di Serie C2 di tanti anni fa. I “Ragazzi della Gradinata Est” hanno lavorato per settimane intere, con i loro strumenti, con la loro passione e determinazione convinti che quell'amore dei tricasini verso la squadra della propria città fosse solo dormiente.
Un lavoro quasi capillare, in tutti gli angoli della città, con il passaparola sugli smartphone, con il tam tam degli appassionati e dopo tanto tempo con il megafono per le vie a ricordarci ora e luogo dell'appuntamento. “Popolare”, abbiamo bisogno di esser parte di qualcosa, di sentirci “popolo” e in quanto tale fremere per un sentimento comune. Pensavamo che tutto questo fosse morto? No, era solo dormiente.
È vero, stiamo parlando solo di calcio, ma intanto abbiamo dimostrato che qualcosa di forte che ci lega ancora c'è, che i sogni, quelli veri, non sono quelli della notte, ma quelli ad occhi aperti, frutto di progetti, di prassi e di continuità per tendere alle nostre visioni e raggiungere i nostri obiettivi. Era da tempo che non avevamo un sogno così.
Ed ancora, succede che nel risveglio del senso di comunità, nella giornata del San Vito affollato, nel ritorno a quell'amore verso il rosso-blu a ciliegina sulla torta ci sia in panchina, a guidare la squadra, un uomo di Tricase, storia del calcio tricasino, e che a segnare il gol decisivo sia un altro figlio di questa terra, e che lo faccia con un emozionante pallonetto disegnato alla perfezione.
Cose che fanno bene al “calcio popolare”. Era solo la semifinale. Ora ci tocca ad Aradeo per una finale secca ma, e per le regole dei playoff, con un risultato unico entro i tempi supplementari: la vittoria. Ci portiamo appresso il nome e il blasone per questa categoria con la consapevolezza e l'attenzione che questo, il blasone, non sia una carta o una cambiale da presentare agli avversari ma solo il rispetto che dobbiamo a noi stessi. Rabbia, grinta e volontà e tutto sarà più facile; orgoglio, forza e cuori impavidi e saranno solo applausi. Ci porteremo appresso il nostro entusiasmo e la coscienza che qualcosa si è risvegliato e che siamo pronti dopo tanti anni e sacrifici a riprenderci spazi e tempi che ci competono.
“Il calcio popolare” è soprattutto questo: passione e condivisione vera sugli spalti, una mano nervosamente chiusa di rabbia o di felicità e alzata al cielo che impreca o ringrazia, un abbraccio di gioia e mille volti e duemila occhi che seguono nello stesso instane un pallonetto vincente.
Era da tempo che non avevamo un sogno così.
Forza Tricase. Sempre.