di Alfredo De Giuseppe È di moda la vulgata secondo cui le elezioni amministrative dei Comuni sono cosa ben diversa da quelle politiche nazionali. Questa semplice affermazione, non condita da nessun concetto logico, giustifica una serie di atteggiamenti e opportunismi davvero orridi. In effetti se i candidati sindaco devono rispondere su come risolvere il problema dei parcheggi o del traffico rispondono tutti allo stesso modo, così come se devono apparire sui manifesti sono tutti sorridenti.
Ma c’è spazio per capire il loro pensiero e quello di molti loro consiglieri sull’immigrazione, sulla legittima difesa, sull’eutanasia, sulle ONG oppure intorno a Le Pen, Assad, Trump e ancora su Putin? Probabilmente se dovessimo porgere delle domande di carattere etico e sociale, di rilevanza mondiale, ci sentiremmo rispondere che per gestire un paese come Tricase non è necessario esprimersi su queste questioni. Invece non è affatto così. O meglio fa molto comodo far finta che questo sia vero.
Fa comodo perché in questo modo, ad esempio, il PD di Dell’Abate, ex socialista, può imbarcare sulla sua stretta navicella elementi della destra, anche quella più qualunquista, e tentare così di vincere le elezioni (nel segno dei vari Brunetta, passati da Turati a Schifani). Ma vincere le elezioni diventando un PDL berlusconiano è lo stesso che vincere con un PD veltroniano? L’assenza di ideologie nella realtà si sta rivelando solo come l’assenza di un’ideologia illuminata e progressista, mentre le idee delle destre mondiali (frontiere chiuse, armi in ogni casa, espulsioni di massa, ricchezza concentrata in poche mani) sono ormai il pragmatismo quotidiano di tutti.
Il superamento delle categorie destra-sinistra è invece un semplice gioco semantico perché ciò che non si vuole più chiamare destra è nazionalismo, razzismo e populismo, sinistra è ancora solidarietà, eliminazione delle barriere fra i popoli, la ragionevolezza della scienza e del progresso con attenzione massima all’ecologia. Come può un giovane che voglia formarsi una sua idea districarsi fra i vari e confusi linguaggi della politica, specie se all’interno di una stessa lista convivono idee quasi contrapposte? Rendere note, con estrema consapevolezza, le proprie idee è propedeutico ad una politica corretta e coerente.
A me piacerebbe conoscere in profondità il pensiero che muove l’ipotetico primo cittadino che per i prossimi cinque anni mi rappresenterà. C’è gente eletta a vari livelli, Parlamento incluso, che non sa dove sia la Corea del Nord, chi ha scritto Guerra e Pace o chi sono i “nativi americani”. Oppure, più prosaicamente, non sa cos’è la destra e la sinistra e al primo intoppo non sa davvero come muoversi. Per conoscerci meglio dovremmo parlare un po’ di tutto, non solo di come utilizzare l’Acait o il muretto di Tricase Porto.
Essere globali per tentare di dare qualcosa a livello locale.
“L’ex mattatoio diventerà luogo di formazione e cultura diffusa delle tradizioni, dei mestieri e delle conoscenze legati al territorio, senza distinzione tra porto e città, tra mare e terra, tra pescatori e contadini, tra una sponda e l’altra del Capo di Leuca”.
Potrebbe essere un passo di un libro, che non avrebbe certo sfigurato se fosse stato letto in una delle serate del Festival letterario che si tiene in questi giorni a Tricase.
Ed invece è quanto si legge nel Documento di sintesi redatto dal responsabile del Settore Lavori Pubblici del Comune di Tricase a sostegno di un progetto di riutilizzo dell’Ex mattatoio e del Capannone ex deposito dei mezzi della Nettezza Urbana siti in via Marina Serra n. 49.
Il progetto si chiama Inland Port Museum o, tradotto in italiano, Porto Museo Interno e si propone di riconvertire quegli immobili in locali da destinare alla trasformazione dei prodotti primari e alla erogazione di servizi integrati a sostegno delle comunità e delle micro imprese agricole, ittiche e artigianali del Capo di Leuca ed alla promozione, valorizzazione e proposta dei loro prodotti e servizi tipici e tradizionali.
Gli edifici, i capannoni e gli spazi dell’ex mattatoio verranno trasformati in un luogo condiviso e opportunamente attrezzato in cui le micro imprese del territorio e qualsiasi altro membro della comunità potranno lavorare e trasformare i propri prodotti primari.
Più nel dettaglio il progetto si propone di creare un laboratorio per il confezionamento e l’etichettatura di prodotti agricoli e della pesca; creare un forno a legna di comunità; 4 laboratori artigianali di comunità e precisamente una falegnameria, una piccola carpenteria navale, un’officina meccanica e una tappezzeria/veleria/retaio.
Ma non basta: l’obiettivo è anche quello di creare una sezione a terra del Museo delle imbarcazioni tradizionali e della scuola municipale di vela latina e di antica marineria, uno spazio formazione/show-cooking, uno spaccio, uno spazio mostra-mercato e la creazione di una compostiera per lo smaltimento degli scarti di lavorazione.
La Giunta Municipale ha così dato incarico del Settore Lavori Pubblici di avviare la pratica attuazione del progetto trovando la disponibilità dell’Istituto Agronomico del Mediterraneo di continuare la collaborazione con l’Amministrazione Comunale e con attori locali.
L’idea si inserisce nel progetto più ampio già avviato a Tricase, ovvero il Porto Museo, dove operano il CIHEAM di Bari, l’associazione Magna Grecia Mare, l’Università del Salento e il Parco regionale Costa Otranto – S. Maria di Leuca e Bosco di Tricase.
Ed accadrà così che –riprendendo la lettura della bella Relazione- “I prodotti, i servizi, le attività e gli stessi spazi saranno un unico insieme, anche in grado di qualificare e ampliare l’offerta turistica, rendendola sempre più strutturata e capace di accrescere l’appetibilità dell’intero territorio, verso persone sempre meno turisti e sempre più ospiti di una comunità, pronta a mostrare l’autenticità delle proprie radici e della propria storia e ad offrire un paniere di beni e servizi ad esse legati”.
di Giuseppe R. Panico Fuggire da spiacevoli realtà non è certo un atto di eroismo, ma nemmeno di viltà se l’eroismo dei pochi non basta a cambiare la realtà dei tanti. Dalle loro terre fuggono i migranti, dalla nostra terra fuggono i giovani, dall’Europa (sopratutto per i migranti) è fuggita l’Inghilterra e in Germania cresce l'attenzione verso la salvaguardia della propria identità culturale.
In altri paesi confinanti ci chiudono le frontiere, preoccupati di un' Italia che, continuando ad accogliere migranti, (già oltre 40000 nel 2017) senza poter/saper integrare e controllare, sembra allontanarsi dall'Europa e avvicinarsi all'Africa. Fuggono pure gli investitori stranieri, ancor più intimoriti dall'esito negativo del recente referendum costituzionale, che ha confermato la nostra voglia di non cambiare nulla.
In pochi mesi, ben 100 miliardi di euro hanno cambiato bandiera. In Puglia poi anche gli investimenti “energetici” se la danno a “tutto gas” . E se la precedente amministrazione regionale ha cacciato da Brindisi la British Gas, dopo 11 anni di infruttuosa burocrazia, 250 milioni di euro investiti e un migliaio di potenziali posti di lavoro (la realizzazione dello stesso impianto nel civile ed ecologico Galles ha richiesto solo 5 anni), quella attuale, dopo aver sostenuto un inutile referendum, costatoci 300 milioni di euro, per impedire semplici ricerche in alto mare, cerca ora di bloccare, insieme ad altri No TAP, il gasdotto a Melendugno. Un’opera strategica internazionale, come tante altrove, dopo averne già approvato il progetto. Se la inaffidabilità diventa politica e si somma al populismo ecologico, al conflitto fra istituzioni ed alla carenza di senso dello Stato, spariscono i quattrini, spariscono idee e lavoro e sparisce il futuro.
Nella nostra Tricase, ormai prossima alle urne, nel 2016 abbiamo avuto pure un saldo negativo di ben 24 imprese.
Una politica nazionale e periferica dunque inadeguata o poco dedita a favorire lavoro ed economia reale, causata, nel nostro Meridione, anche da una diffusa incultura civico-istituzionale della popolazione (bassissimo livello di lettura/conoscenza e partecipazione), coltivata anche nei giovani da una scuola che li pone in fondo alla classifica OCSE con possibile esclusione dal loro futuro mondo del lavoro. La conseguente latitanza dai proprio doveri di cittadini porta così in tanti a ridurre il proprio voto ad una “semi-analfabetica” croce quale simbolo di una passiva sudditanza al voto di scambio o al “familismo amorale” e non strumento di una ben più attiva e costruttiva cittadinanza orientata alla qualità degli candidati e relative proposte. ”Nui simu fatti cusì”diceva qualche anziano durante le passate amministrative. Per le prossime forse vorremmo urlare “STAVOLTA NO!
Ci tocca lavorare circa sei mesi all’anno per sostenere, con le troppe tasse, tanta politica, i danni che ci causa, il debito pubblico che ci propina, la corruzione che ci opprime ed i carenti servizi che ci offre. Gli altri sei mesi per sostenere noi e le nostre famiglie.
Gran parte di tali risorse e le stesse linee guida per lo sviluppo cittadino passeranno nelle mani e nella testa di chi a breve eleggeremo. Affidare a loro tanto nostro lavoro, soldi e sacrificio richiederebbe dunque estrema attenzione a chi sono i candidati, alle loro capacità e dedizione ed alla loro cultura/opinioni (compresi i grandi temi quali emigrazione, Europa, economia etc) e con quali risorse vorranno operare. Troppo spesso gli eletti, più che dediti a tempo pieno ad amministrare, sono a mezzo servizio con la loro politica, dedicando l'altro mezzo al “conflitto di interessi” con la propria professione. Ben lungi dunque dal meritare quel titolo di “primo cittadino” derivante dal primario dovere a cui si sono volontariamente offerti e poi votati.
Ai candidati vorremmo ( forse) chiedere, per ogni loro proposta, con quali mezzi, risorse, criteri, motivazioni e tempi intenderebbero agire per renderle credibili. E ,se già impegnati con l' amministrazione uscente, ci dicano perché le loro proposte non le hanno fatte prima nei consigli e commissioni comunali, rimaste sovente così inoperose o inattive.
Forse i candidati sindaco vorranno, magari con un bel manifesto da loro sottoscritto (quale loro formale presa d’atto), illustrarci la situazione debitoria del nostro Comune e delle opere pubbliche incomplete. E dirci poi come liberarci di queste e di quelle private ridotte a rovine. Alcune anche di “nobil lignaggio”ma ora rese simbolo oltre che di vilipendio della nostra Costituzione (art 9) ad offesa della nostra immagine ed attrattiva territoriale (a cominciare da quel noto osceno rudere che domina il nostro porto). Ci illustrino anche la situazione “migranti” a Tricase e relativi costi/servizi/prospettive a nostro carico.
E ci dicano subito se, per migliorare lo “status” del nostro Comune, vorranno dedicarsi a Tempo Pieno, come buoni genitori al capezzale di figli seriamente ammalati, o Part Time come Baby Sitter che raccontano le loro favolette politiche per addormentare i sudditi-bambocci o danno il “succhiello” a chi strilla di più. Prevarrebbe una più sana politica e partecipazione cittadina, senza fuga dalle urne e senza desiderio di preferire a Palazzo Gallone un commissario governativo.
E se i candidati proprio non ci piacciono, meglio dar retta al grande Montanelli, votando se non quello che di cattiva politica “puzza” di meno, come lui suggeriva, chi riteniamo il meno peggio. Siamo tutti soci/cittadini di una azienda con circa 17000 addetti, molti in cerca di lavoro, per produrre futuro.
E dunque , se non per “rifondare” la Repubblica Italiana (fondata sul lavoro come dice l'Art 1 della nostra Costituzione) almeno per rifondare una “azienda”di nome Tricase. Ma attraverso capaci, onesti e dediti “amministratori delegati”,eletti recandosi tutti alle urne, e non, come disertori a Caporetto, in fuga verso il mare o altrove.
DOMENICA 14 MAGGIO, CHIUSURA DEL FESTIVAL ARMONIA DI TRICASE
DESIATI: “COSÌ I LIBRI RESTANO QUI TUTTO L’ANNO”
Non una semplice rassegna culturale, ma uno strumento per solleticare interesse, stimolare i più giovani, riflettere e rilanciare. La terza edizione del Festival Armonia di Tricase si chiude domenica 14 maggio, ma continuerà a lasciare al Salento - e al Capo di Leuca in particolare - i mezzi per addentrarsi nel mondo del libro.
“Il pubblico ha risposto, anche seguendo la delocalizzazione in più location. Si è creato un maggior coinvolgimento dei cittadini – dice Mario Desiati, scrittore e direttore artistico – e sono state gettate le basi per una ricaduta delle presentazioni sul territorio. Il coinvolgimento importante delle scuole e delle associazioni fa sì che i libri e gli autori che vengono qui possano restarci tutto l’anno. Abbiamo presentato dati che inchiodano la Puglia al penultimo posto per propensione alla lettura in Italia. Questa rassegna dimostra, invece, che c’è un fermento, che ci sono nuove generazioni interessate. Il nostro impegno per gli anni futuri è il sempre maggiore coinvolgimento del territorio”.
Laboratori per bambini, dialoghi nelle scuole, mostre, convegni, presentazioni, letture teatralizzate, musica: la letteratura declinata in diverse forme e luoghi, ospitando il meglio della narrativa italiana contemporanea. Questo è stato il Festival Armonia, curato dall’associazione Diotimart, con il sostegno del Comune di Tricase e la collaborazione dei Presidi del Libro.
L’ultima giornata, domenica 14 maggio, si apriràcon il corso di scrittura sull’arte di raccontare tenuto da Elena Varvello, docente presso la Scuola Holden di Torino.L’arte di raccontare è un lungo viaggio. I passi sono tanti: la prima frase, la costruzione di un personaggio, la trama, i dialoghi, il finale. Un viaggio che si farà a Palazzo Comi di Lucugnano, la casa museo del poeta Girolamo Comi, dalle 9.30 alle 12.30 (quota d’iscrizione 15 euro, per prenotazioni: 349/4262621).
Nel pomeriggio, dalle 17, la spiaggetta del Porto ospiterà il rush finale: Andrea Piva, autore de LaCapaGira, film diretto dal fratello Alessandro, dialogherà con Edoardo Winspeare e Alessandro Valenti su “L’animale notturno”. Un romanzo di vita, il suo, tra donne, alcol, droga e passeggiate con il naso all’insù in una Roma dalla bellezza che stordisce e il bisogno di soldi diventa presto una drammatica urgenza.
Wanda Marasco parlerà di “La compagnia delle anime perse”, candidato al Premio Strega 2017. La pluripremiata scrittrice napoletana va alla ricerca del “guasto” che ha macchiato la vita di Rosa e di sua madre Vincenzina, la nascita di un amore nato in mezzo alla povertà e alla lordura del borgo dei Vergini, dove la guerra sembra non finire mai.
Alle 19, nel canale di Tricase Porto, Olivier Bourdeaut, ospite straniero d’eccezione, presenterà il romanzo-rivelazione della recente stagione letteraria francese, “Aspettando Bojangles”. Dopo JefferyDeaver, dunque, anche quest’anno il Festival Armonia regala ai lettori salentini il piacere di incontrare un grandissimo scrittore straniero. Le critiche al suo libro sono state eccezionali. In Italia, Massimo Gramellini ne ha decretato l’irrinunciabilità.
Infine, alle 20.45, Federico Zampaglione, alias Tiromancino, cantautore e sceneggiatore, presenta il suo lavoro d’esordio come scrittore, “Dove tutto è a metà”, scritto a quattro mani con Giacomo Gensini. È la prima volta che un libro ha la propria colonna sonora, il nuovo singolo dei Tiromancino, dal medesimo titolo, il brano che fa da sfondo musicale alle storie dei protagonisti del romanzo, così come il Morrison Café, tempio della scena musicale alternativa romana, ne rappresenta la quinta scenica. Coniugando talenti e temperamenti in una jam session inattesa e sorprendente, Federico Zampaglione e Giacomo Gensini danno vita a un romanzo fresco, generoso e pieno di ritmo, quella che racconta l’amicizia, i sogni e le passioni di donne e uomini di generazioni diverse, disperatamente, come tutti, alla ricerca della felicità.
Tiziana Colluto
Ufficio comunicazione Festival Armonia
IL FESTIVAL ARMONIA SI CHIUDE CON LA MARATONA LETTERARIA
DI SABATO 13 E DOMENICA 14 MAGGIO, A TRICASE
di Tiziana Colluto Giornate intense, incontri straordinari, un finale coi fiocchi. Il Festival Armonia è pronto a chiudere questa terza edizione con una maratona di appuntamenti che contribuiscono a rendere Tricase la capitale del libro di Puglia.
L’ultimo fine settimana di questi undici giorni porta in dote nomi di grande impatto.
Sabato 13 maggio, alle 11, presso la Sala del Trono di Palazzo Gallone, verrà conferito il Premio nazionale Porta d’Oriente a Matilde Civilla, autrice della poesia “Messaggio in bottiglia” e allieva dell’Istituto comprensivo di Acquarica del Capo. A seguire, alle 11.30, la Lectio magistralis “Con la cultura si costruisce il proprio futuro (e quello degli altri)” del presidente di Rizzoli libri, nonché vicepresidente di Mondadori Libri, Gian Arturo Ferrari, definito “l’uomo più potente dell’editoria italiana”. In passato, fra l’altro, è stato Presidente del Centro per il Libro e la Lettura e direttore generale della divisione libri Mondadori. Nel 2014, ha pubblicato per Bollati Boringhieri il volume “Libro”, un omaggio all’oggetto che ha caratterizzato tutta la sua vita. Agli studenti del triennio delle scuole superiori di Tricase e Alessano, parlerà delle mille opportunità di lavoro che possono realizzarsi nel campo della cultura, della scrittura, dell’editoria, oltre che l’esigenza di avere una solida base culturale per riuscire ad emergere in qualsiasi settore lavorativo.
Nel pomeriggio di sabato, dalle 18, gli incontri nelle Scuderie. Si comincia con Elena Varvello e “La vita Felice”. Docente presso la Scuola Holden di Torino, con Tiziana Cazzato discuterà della vita di Elia, 16enne solitario con un padre licenziato e una madre che non vuol vedere ciò che le accade intorno, una storia di formazione diversa da tutte le altre, in grado di catturare il lettore con una lingua cesellata, dura e trasparente.
Vera Slepoj, una delle operatrici culturali più innovative del panorama nazionale, presenterà la “Psicologia dell’amore”, sentimento plasmato dallo spirito del tempo e sulla cui genesi, funzione ed evoluzione riflettere. Alle 20, nella sala del Trono, la scrittrice pugliese Antonella Lattanzi dialogherà con Giorgia Lepore su “Una storia nera”, libro che ha avuto un’accoglienza trionfale da parte del pubblico italiano. Una storia fosca, avvincente, quella di un uomo con una famiglia clandestina e della ricerca della verità. Alle 21, sarà la volta di Ilaria Macchia, sceneggiatrice salentina indicata da molte voci come la promessa letteraria del momento. Presenterà il suo libro d’esordio “Ho visto un uomo a pezzi”, sette racconti, sette esplosioni, sette pezzi della vita di una donna che ha subito degli strappi.
Domenica 14 maggio, in mattinata, a Palazzo Comi, dalle 9.30 alle 12.30, si terrà il corso di scrittura sull’arte di raccontare con Elena Varvello (quota d’iscrizione 15 euro, per prenotazioni: 349/4262621).
Nel pomeriggio, dalle 17 la spiaggetta del Porto ospiterà il rush finale: Andrea Piva, autore de LaCapaGira, film diretto dal fratello Alessandro, dialogherà con Edoardo Winspeare e Alessandro Valenti su “L’animale notturno”. Un romanzo di vita, il suo, tra donne, alcol, droga e passeggiate con il naso all’insù in una Roma dalla bellezza che stordisce e il bisogno di soldi diventa presto una drammatica urgenza.
Wanda Marasco parlerà di “La compagnia delle anime perse”, candidato al Premio Strega 2017. La pluripremiata scrittrice napoletana va alla ricerca del “guasto” che ha macchiato la vita di Rosa e di sua madre Vincenzina, la nascita di un amore nato in mezzo alla povertà e alla lordura del borgo dei Vergini, dove la guerra sembra non finire mai.
Alle 19, nel canale di Tricase Porto, Olivier Bourdeaut, ospite straniero d’eccezione, presenterà il romanzo-rivelazione della recente stagione letteraria francese, “Aspettando Bojangles”. Dopo Jeffery Deaver, dunque, anche quest’anno il Festival Armonia regala ai lettori salentini il piacere di incontrare un grandissimo scrittore straniero. Le critiche al suo libro sono state eccezionali. In Italia, Massimo Gramellini ne ha decretato l’irrinunciabilità.
Infine, alle 20.45, Federico Zampaglione, alias Tiromancino, cantautore e sceneggiatore, presenta il suo lavoro d’esordio come scrittore, “Dove tutto è a metà”, scritto a quattro mani con Giacomo Gensini. È la prima volta che un libro ha la propria colonna sonora, il nuovo singolo dei Tiromancino, dal medesimo titolo, il brano che fa da sfondo musicale alle storie dei protagonisti del romanzo, così come il Morrison Café, tempio della scena musicale alternativa romana, ne rappresenta la quinta scenica. Coniugando talenti e temperamenti in una jam session inattesa e sorprendente, Federico Zampaglione e Giacomo Gensini danno vita a un romanzo fresco, generoso e pieno di ritmo, quella che racconta l’amicizia, i sogni e le passioni di donne e uomini di generazioni diverse, disperatamente, come tutti, alla ricerca della felicità.